Daniele 6

1 Capitolo 6

La malizia dei nemici di Daniele Dan 6:1-5

La sua costanza nella preghiera Dan 6:6-10

Viene gettato nella tana del leone Dan 6:11-17

La sua miracolosa conservazione Dan 6:18-24

Il decreto di Dario Dan 6:25-28

Versetti 1-5

Notiamo, a gloria di Dio, che Daniele, pur essendo ormai molto anziano, era in grado di svolgere i suoi affari e aveva continuato a essere fedele alla sua religione. È per la gloria di Dio quando coloro che professano la religione si comportano in modo tale che i loro nemici più attenti non trovino occasione di biasimarli, se non nelle questioni che riguardano il loro Dio, nelle quali camminano secondo la loro coscienza.

6 Versetti 6-10

Vietare la preghiera per trenta giorni significa privare Dio di tutto il tributo che ha dall'uomo e l'uomo di tutto il conforto che ha in Dio. Il cuore di ogni uomo non lo spinge forse a invocare Dio quando si trova nel bisogno o nell'angoscia? Non potremmo vivere un giorno senza Dio; e possono gli uomini vivere trenta giorni senza preghiera? Eppure c'è da temere che coloro che, senza alcun decreto che glielo vieti, non presentano a Dio alcuna supplica seria e sincera per più di trenta giorni di seguito, siano molto più numerosi di coloro che lo servono continuamente, con cuore umile e riconoscente. Le leggi persecutorie vengono sempre emanate con falsi pretesti; ma non è da cristiani lamentarsi aspramente o indulgere in offese. È bene avere delle ore per la preghiera. Daniele pregava apertamente e dichiaratamente; e sebbene fosse un uomo di grandi affari, non pensava che questo lo avrebbe scusato dagli esercizi quotidiani di devozione. Quanto sono imperdonabili coloro che hanno poco da fare nel mondo e non fanno altrettanto per la loro anima! In tempi difficili dobbiamo fare attenzione, per evitare che, con la scusa della discrezione, ci rendiamo colpevoli di codardia nella causa di Dio. Chi butta via la propria anima, come fanno certamente coloro che vivono senza pregare, anche se per salvarsi la vita, alla fine si rivelerà uno stolto. Daniele non si limitò a pregare e non ringraziò, tagliando una parte del servizio per abbreviare il tempo del pericolo; ma lo fece per intero. In una parola, il dovere della preghiera si fonda sulla sufficienza di Dio come Creatore e Redentore onnipotente e sulle nostre necessità di creature peccatrici. A Cristo dobbiamo rivolgere lo sguardo. Il cristiano guardi e preghi in questa terra di prigionia.

11 Versetti 11-17

Non è una novità che ciò che viene fatto fedelmente, in coscienza verso Dio, venga travisato come fatto ostinatamente e in disprezzo dei poteri civili. Per mancanza di riflessione, spesso facciamo ciò che poi, come Dario, vediamo mille volte disfatto. Daniele, quell'uomo venerabile, viene portato come il più vile dei malfattori e viene gettato nella fossa dei leoni, per essere divorato, solo per aver adorato il suo Dio. Senza dubbio la posa della pietra fu ordinata dalla provvidenza di Dio, affinché il miracolo della liberazione di Daniele apparisse più chiaro; e il re la sigillò con il proprio sigillo, probabilmente per evitare che i nemici di Daniele lo uccidessero. Affidiamo la nostra vita e la nostra anima a Dio, nel bene. Non possiamo riporre piena fiducia nemmeno negli uomini che serviamo fedelmente, ma i credenti possono, in ogni caso, essere sicuri del favore e della consolazione divina.

18 Versetti 18-24

Il modo migliore per passare una buona notte è avere una buona coscienza. Siamo certi di ciò che il re dubitava: i servi del Dio vivente hanno un Maestro in grado di proteggerli. Osservate la potenza di Dio sulle creature più feroci e credete al suo potere di frenare il leone ruggente che va continuamente in giro a cercare di divorare. Daniele fu tenuto perfettamente al sicuro, perché credeva nel suo Dio. Coloro che confidano coraggiosamente e allegramente in Dio perché li protegga nella via del dovere, lo troveranno sempre un aiuto presente. Così il giusto viene liberato dai guai e l'empio viene al suo posto. Il breve trionfo dei malvagi finirà con la loro rovina.

25 Versetti 25-28

Se viviamo nel timore di Dio e camminiamo secondo questa regola, la pace sarà su di noi. Il regno, la potenza e la gloria, per sempre, sono del Signore; ma molti si occupano di far conoscere le sue opere meravigliose agli altri, rimanendo essi stessi estranei alla sua grazia salvifica. Che possiamo essere esecutori, oltre che credenti, della sua parola, se non vogliamo che alla fine si scopra che ci siamo ingannati.

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