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Apocalisse 17

1 Capitolo 17

Uno degli angeli che avevano le fiale, spiega il significato della precedente visione della bestia anticristiana che avrebbe regnato 1260 anni e poi sarebbe stata distrutta Ap 17:1-6

E interpreta il mistero della donna e della bestia che aveva sette teste e dieci corna Ap 17:7-14

Versetti 1-6

In questo capitolo si parla chiaramente di Roma. La Roma pagana sottometteva e governava con la forza militare, non con l'arte e le lusinghe. Lasciò le nazioni in generale ai loro antichi usi e culti. Ma è ben noto che con una gestione astuta e politica, con ogni tipo di inganno e di iniquità, la Roma papale ha ottenuto e mantenuto il suo dominio su re e nazioni. Qui c'erano allettamenti di onori e ricchezze mondane, sfarzo e orgoglio, adatti a menti sensuali e mondane. Prosperità, sfarzo e splendore alimentano l'orgoglio e le brame del cuore umano, ma non sono una sicurezza contro la vendetta divina. La coppa d'oro rappresenta gli allettamenti e le illusioni con cui questa mistica Babilonia ha ottenuto e mantenuto la sua influenza, seducendo altri a unirsi ai suoi abomini. Per le sue pratiche infami, è chiamata madre delle prostitute; le ha educate all'idolatria e a ogni sorta di malvagità. Si riempì del sangue dei santi e dei martiri di Gesù. Se ne inebriava e le piaceva così tanto che non era mai sazia. Non possiamo non meravigliarci degli oceani di sangue cristiano versati da uomini chiamati cristiani; eppure, se consideriamo queste profezie, questi atti terribili testimoniano la verità del Vangelo. E che tutti si guardino da una religione splendida, redditizia o alla moda. Evitiamo i misteri dell'iniquità e studiamo diligentemente il grande mistero della pietà, per imparare l'umiltà e la gratitudine dall'esempio di Cristo. Quanto più cercheremo di assomigliare a lui, tanto meno saremo suscettibili di essere ingannati dall'anticristo.

7 Versetti 7-14

La bestia su cui sedeva la donna era e non è, eppure è. Era una sede di idolatria e di persecuzione, e non lo è; non nella forma antica, che era pagana; eppure lo è; è veramente la sede dell'idolatria e della tirannia, anche se di altro genere e forma. Essa ingannerebbe in una stupida e cieca sottomissione tutti gli abitanti della terra che si trovano sotto la sua influenza, eccetto il resto degli eletti. Questa bestia aveva sette teste, sette monti, i sette colli su cui sorge Roma, e sette re, sette tipi di governo. Cinque erano già passati quando fu scritta questa profezia; uno era allora in atto; l'altro doveva ancora venire. Questa bestia, diretta dal papato, crea un ottavo governatore e ristabilisce l'idolatria. Aveva dieci corna, che si dice siano dieci re che non avevano ancora regni; non sarebbero sorti finché l'impero romano non fosse stato spezzato, ma per un certo periodo sarebbero stati molto zelanti nei suoi confronti. Cristo deve regnare finché tutti i nemici non saranno messi sotto i suoi piedi. Il motivo della vittoria è che egli è il Re dei re e il Signore dei signori. Egli ha il dominio e il potere supremo su tutte le cose; tutte le potenze della terra e dell'inferno sono soggette al suo controllo. I suoi seguaci sono chiamati a questa guerra, sono adatti ad essa e vi saranno fedeli.

15 Versetti 15-18

Dio governò così tanto i cuori di questi re, con il suo potere su di loro e con la sua provvidenza, che essi fecero, senza volerlo, quelle cose che aveva previsto e predetto. Vedranno la loro follia e come sono stati ammaliati e resi schiavi dalla prostituta, e saranno resi strumenti della sua distruzione. Era la grande città che regnava sui re della terra, quando Giovanni ebbe questa visione; e tutti sanno che Roma è quella città. I credenti saranno accolti nella gloria del Signore, quando gli uomini malvagi saranno distrutti nel modo più terribile; la loro unione nel peccato sarà trasformata in odio e rabbia, e si aiuteranno l'un l'altro a tormentarsi. Ma la parte del Signore è il suo popolo; il suo consiglio resterà valido ed egli farà tutto ciò che gli piace, a sua gloria e per la felicità di tutti i suoi servi.

Commentario del Nuovo Testamento:

Apocalisse 17

1 

PARTE SESTA

IL GIUDICIO DI DIO SUI NEMICI

Apocalisse 17-20

Mentre Apocalisse 14-16 ci facevano assistere soltanto ai preludi della Vittoria, i capitoli che seguono fino ad Apocalisse 20 ci descrivono la vittoria stessa di Cristo sui nemici del suo regno, giunti, negli ultimi tempi, al loro completo sviluppo e quindi maturi per il giudizio di Dio. Questo giudizio comincia dalla gran meretrice che si chiama simbolicamente Babilonia e di cui sono, in una prima visione Apocalisse 17, prospettati il carattere e l'influenza funesta, le relazioni intime con la bestia, gli strumenti di cui Dio si varrà nel giudizio di essa e il modo in cui questo sarà eseguito. In una seconda sezione Apocalisse 18 il giudizio su Babilonia è descritto in modo anche più grafico, sotto forma di lamento che, sullo sua caduta, fanno i re della terra, i mercanti e i naviganti tutti. Nella terza sezione s'ode l'eco della esultanza celeste per il giudizio inflitto alla grande corruttrice della terra Apocalisse 19:1-10. La quarta sezione Apocalisse 19:11-21 ci fa assistere alla vittoria di Cristo sulla Bestia e sul falso Profeta. Nella quinta Apocalisse 20:1-10 Satana, il gran nemico, è dapprima ridotto all'impotenza per un millennio e, dopo un'ultima sua gesta contro Cristo, condannato in modo definitivo. La sesta sezione ci da un breve quadro del giudizio finale Apocalisse 20:11-15.

Sezione Prima. Apocalisse 17. IL GIUDIZIO DELLA MERETRICE SEDUTA SULLA BESTIA

E uno dei sette angeli che aveano le sette coppe venne, e mi parlò dicendo: Vieni, io ti mostrerò il giudicio della gran meretrice che siede su molte acque e con la quale hanno fornicato i re della terra; e gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua fornicazione.

Ben si addiceva a uno degli angeli che avevano preludiato al giudizio, di dare su di esso, a Giovanni, ulteriori rivelazioni. E la prima volta che nell'Apocalisse si fa menzione esplicita della gran meretrice, sebbene vi si accennasse di già in Apocalisse 14:8 e in Apocalisse 16:19 sotto il nome simbolico di 'Babilonia la grande', corruttrice delle nazioni. In Apocalisse 17:16 è chiamata semplicemente 'la meretrice'. Su questo lato essenziale del suo carattere il testo insiste: i re della terra hanno fornicato con lei, i mercanti della terra si sono arricchiti con la sua sfrenata lussuria Apocalisse 18:3, gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua fornicazione, essa tiene in mano un calice pieno di abominazioni e delle immondizie della sua fornicazione, è la madre delle meretrici. Cfr. Apocalisse 18:7,9. Questa seduttrice è una donna ed è una città poichè è chiamata Babilonia la grande, la gran città, la potente città Apocalisse 18:10,16,18-19,21; e l'angelo precisa anche di più quando in Apocalisse 17:18 dice: La donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra', e quando in Apocalisse 17:9 dice: Le sette teste [della bestia] sono sette monti sui quali la donna siede...' Con queste due ultime indicazioni è chiaro che si accenna a Roma. Quando, però, si tratta di determinare in che senso e sotto quale aspetto si parli di Roma in Apocalisse 17-18, variano le opinioni. Per gli uni, si tratta di Roma nella sua qualità di ospitale dell'impero romano pagano e dell'influenza corruttrice esercitata dalla città sui costumi e sulla religione dei popoli a lei soggetti. Per altri si tratta di Roma divenuta centro della Chiesa infedele, apostata, poggiante sullo Stato od anche dominatrice di esso, persecutrice dei credenti, propagatrice di ogni sorta d'idolotrie e di adulterazioni del Vangelo, mondana nelle sue aspirazioni, nella fastosa pompa esterna di cui si compiace e di cui si serve per attrarre a sè le moltitudini ignare della verità. Si noti che chi vede nella gran meretrice la Chiesa mondanizzata e divenuta del tutto apostata negli ultimi tempi, include sotto il nome di Chiesa, la cristianità intera nei suoi vari rami: greco-ortodosso; cattolico-romano, protestante od altro. Sia il credo ufficiale più o meno conforme al Vangelo, dovunque, alla fede nel Cristo Salvatore è subentrata l'incredulità, dovunque la mondanità ha preso il posto della pietà, ivi è lo spirito della meretrice; ma Roma ha il triste primato della infedeltà religiosa; perciò è detta 'madre delle meretrici' e le rappresenta nel quadro profetico.

Le ragioni che inducono a considerar Roma in questi capitoli non come la capitale politica dell'impero; ma come la ospitale della cristianità decaduta e corrotta, sono parecchie e ci sembrano decisive. Sarà perciò utile accennarle qui brevemente. La prima sta nel nome stesso di gran meretrice dato a Roma per definirne il carattere essenziale. Nell'Antico Testamento quando si parla di fornicazione o di adulterio in senso metaforico, si tratta sempre dell'infedeltà religiosa del popolo, d'Israele col quale Dio ha stretto un patto paragonato al matrimonio, patto che la sposa infrange quando abbandona Dio per darsi all'idolatria ed ai traviamenti morali o per cercare protezione presso ai potentati pagani quasichè Dio fosse tramontato. In due soli passi si parla di Tiro e di. Ninive come di meretrici. Nel primo caso Isaia 23:15-18 si tratta dei guadagni impuri, cioè poco onesti, che Tiro si procura coi suoi commerci; nel secondo caso Naum 3 si allude alla politica scaltra, senza scrupoli, di cui usa Ninive per indurre le nazioni a servire ai suoi interessi: Babilonia stessa non è mai chiamata meretrice. Nel Nuovo Testamento ritroviamo le stesse immagini: La Chiesa dei credenti è la sposa di Cristo Giovanni 3:29; Efesini 5:22-33; Apocalisse 19:7-8; ma quando abbandona la verità e diventa mondana, essa è adultera. Gesù chiamò i Giudei increduli del suo tempo una 'generazione malvagia e adultera' Matteo 12:39; Marco 8:38; Giacomo chiama, 'gente adultera' i cristiani di nome che sono amici del mondo anzichè di Dio (Giacomo 4:4; Cfr. 2Corinzi 11:1-3); nella lettera a Tiatiri si parla della fornicazione e dell'adulterio della sedicente profetessa Gesabele, mentre in Apocalisse 12 la Chiesa fedele è raffigurata da una donna vestita del sole. Il linguaggio biblico, così dell'Antico come del Nuovo Testamento porta dunque a veder nella gran meretrice raffigurata la Chiesa che invece di perseverar nella fedeltà a Cristo suo sposo e redentore, lo rinnega nella sua gran maggioranza, per darsi in braccio al mondo, ai suoi traviamenti religiosi e morali. D'altronde quando si applichino a Roma pagana, la sua fornicazione coi re della terra e l'ebbrezza in cui avrebbe gettato i popoli col vino della sua fornicazione, non trovano facile spiegazione. Roma politica soggiogava i re della terra, non li seduceva; e dove trovare nella storia dei tre primi secoli dopo Cristo questi re fornicatoci con Roma? Inoltre, a parte gli onori divini che Roma voleva resi, per fine politico, ai suoi imperatori, essa non imponeva la sua religione ai popoli soggiogati, anzi rispettava i loro culti e accoglieva le loro divinità particolari nel suo Panteon. È da notare poi che l'angelo trasporta Giovanni in un deserto per mostrargli la donna seduta sulla bestia. Nel deserto si era rifugiata la donna perseguitata di Apocalisse 12. La grande maraviglia da cui è preso l'apostolo ai spiega facilmente se si ammette che nella meretrice egli ha riconosciuto la donna fedele di Apocalisse 12, nella chiesa apostata degli ultimi giorni, la chiesa dei primi secoli divenuta mondana. La meretrice è cosa ben distinta dalla bestia: in Apocalisse 17:3 essa appare seduta sulla bestia quasi a significare che la dirige e la domina valendosene per i suoi fini; in Apocalisse 17:16 essa è odiata e spogliata e arsa dalla bestia e dai re suoi complici. Si può concepire che Roma capitale sia raffigurata come dominante l'impero; ma come ammettere che l'impero odi e dia alle fiamme la sua capitale? La cosa è diversa, quando nella meretrice si scorga la Chiesa degenere e nella bestia lo Stato anticristiano. Qui d'altronde sorge un'altra grave difficoltà per gl'interpreti che considerano la distruzione della Babilonia meretrice come predizione della prossima ruina di Roma per opera di Nerone reduce dall'Oriente alla testa dei re Parti. E evidente che nulla di tutto questo ai è avverato. Nerone non è comparso, i Parti non si sono mossi e Roma non è stata distrutta. Una parte dei suaccennati interpreti non indietreggia per così poco; essa butta a mare profezia e profeta dichiarando che Giovanni il quale non eran profeta che a metà ha sbagliato nelle sue intuizioni. Altri, meno audaci, vedono nel Nerone redivivo un tipo dell'anticristo e nella Babilonia Roma pagana 'che serve di tipo alla contro-chiesa, alla chiesa dell'anticristo' (Allo). Si giunge così per via indiretta al concetto che abbiamo dinanzi esposto ed al quale accenna anche la storia. Se, infatti, vi è nel mondo una città il cui nome evochi, secondo i casi, o l'idea della potenza politica, o l'idea della più vasta organizzazione ecclesiastica, questa città è Roma e può darsi che un avvenire forse non lontano mostri al mondo, ancora più chiaramente che nel passato, la Roma centro della cristianità apostata unita strettamente alla bestia di color scarlatto che rappresenta il potere politico anticristiano.

Nel pronunziare la decadenza della Chiesa che, nei tempi della fine, raggiungerà il più alto grado, l'Apocalisse non fa che riprodurre e svolgere in altra forma le profezie contenute nell'insegnamento di Cristo e dei suoi apostoli. La Chiesa raccoglie nella sua rete, insieme ai pesci buoni, molta roba senza valore. 'La carità dei più si raffredderà... 'Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti'. 'Quando il Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli la fede sulla terra?' Matteo 24:13; Luca 18:8. Gli apostoli descrivon gli 'ultimi giorni' con colori tetri; Paolo e Giovanni parlano del 'mistero d'iniquità' all'opera, dei molti anticristi che preparano l'apostasia generale e l'apparizione dell''uomo di peccato', 'dell'anticristo' finale. Cfr. 1Timoteo 4:1; 2Timoteo 3:1; 4:3; 2Pietro 3:3; 1Giovanni 2:18; 2Tessalonicesi 2. Sarebbe strano che nell'unico libro profetico del Nuovo Testamento fosse taciuto un evento di tanta importanza nella storia del Regno di Dio. «Il mondo non è pago di opprimere la Chiesa, esso la vuol permeare dello spirito di empietà» (Auberlen).

Queste considerazioni generali ci serviranno di guida nella spiegazione di varii particolari relativi alla meretrice. Essa siede su molte acque cioè esercita un'autorità religiosa sopra 'popoli, moltitudini e nazioni e lingue' secondo la parola dell'angelo a Apocalisse 17:15, con lei hanno fornicato i re della terra giacchè la chiesa degenere o mondana ha avuto coi potenti della terra delle relazioni illegittime. La Chiesa di Cristo aveva per missione di predicar l'Evangelo e di estendere il regno di Cristo sulle anime, non già di dominar lo Stato o di appoggiarsi al braccio secolare o di farsi l'ancella dei potenti. Le autorità secolari avevan per missione di tutelare la libertà e i diritti di tutti, ma non di invadete il campo della coscienza ponendosi al servizio della Chiesa, per opprimere, e ottenendone in cambio il consolidamento d'un potere spesso male acquistato e tirannico. Si sa 'di che lagrime grondi e di che sangue' l'unione del trono e dell'altare. Agli occhi di Dio è una fornicazione. Gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua fornicazione. La Chiesa doveva dare ai popoli il puro Vangelo di Cristo; divenuta infedele, essa ha loro dato da bere in abbondanza 'il vino della sua fornicazione' cioè un insegnamento misto di verità e di errori, un evangelo adulterato 2Corinzi 2:17, adattato ai gusti del mondo, un cristianesimo in cui all'autorità della Parola di Dio è associata e poi sostituita quella della tradizione, della Chiesa, del Pontefice, ovvero quella della ragione; un cristianesimo in cui alle grandi esperienze del pentimento e della conversione si sostituiscono penitenze e riti, in cui alla salvezza per grazia si sostituisce quella per merito d'opere, in cui al culto di Dio in ispirito si sostituisce il culto delle creature, delle immagini e delle reliquie; in cui alla forza della pietà si sostituiscono le forme di essa, Fin dai tempi di Costantino s'inizia l'invasione del paganesimo nella Chiesa ed ella si contenta di ricoprirlo di una vernice cristiana che non ne muta la natura. I popoli hanno bevuto volentieri questo vino adulterato. Il mondo ascolta chi gli parla secondo le sue inclinazioni 1Giovanni 4:5-6. Sono stati inebriati: hanno perduto la visione chiara della verità; alla spiritualità cristiana è subentrata una religione di forme che alletta i sensi; ma il senso morale ha perduto la sua sensibilità, le sue alte aspirazioni in mezzo a queste masse cristiane di nome.

3 Ed egli mi trasportò in ispirito,

cioè nell'estasi (cfr. Apocalisse 1:10),

in un deserto; ed io vidi una donna che sedeva sopra una bestia di colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia, e avente sette teste e dieci corna.

Nel deserto alcuni hanno veduto la desolata ed incolta campagna che circonda Roma, ed altri un'allusione al 'deserto del mare' che designa in Isaia 21:1, le pianure e i canali in mezzo ai quali era Babilonia. E più probabile che si tratti del deserto ove la donna di Apocalisse 12 aveva trovato un rifugio provvidenziale. La donna nel deserto, e la bestia, non erano figure del tutto nuove per Giovanni; ma in ambedue sono avvenuti dei mutamenti che lo sorprendono. La bestia veduta in Apocalisse 13 salir dalle acque porta sempre le sette teste e le dieci corna, ma è ora di color scarlatto, di un colore cioè simile a quello del dragone Apocalisse 12:3, e non dissimile dal sangue; è ora tutta coperta di nomi di bestemmia mentre prima questi nomi eran solo sulle sue teste; s'è verificato nello Stato anticristiano un accrescimento di odio antireligioso e di empietà dichiarata. La donna che prima era perseguitata, appare ora seduta sopra la bestia, si appoggia alla forza del potere secolare e lo dirige secondo i suoi fini.

4 Mentre prima era ricca di beni e di virtù celesti, ma povera di ornamenti mondani, ora è meretrice e sfoggia un lusso straordinario:

E la donna era vestita di porpora e di scarlatto

veste regale ma dal color sanguigno,

adorna d'oro, di pietre preziose e di perle;

Nella misura in cui son venute meno nella Chiesa visibile la fede, la speranza e l'amor cristiano manifestato nelle opere, son cresciuti gli splendori esterni del culto, lo sfarzo dei paramenti, la ricchezza di cui si coprono i luoghi e gli oggetti molteplici del culto divenuto idolatrico. Parecchi commentatori non possono trattenersi dal ricordare le grandi basiliche, i tesori dei santuari, i paramenti papali, le vesti rosse dei così detti principi della chiesa romana, ecc.

aveva in mano un calice d'oro pieno di abominazioni, e delle immondizie della sua fornicazione.

In Apocalisse 17:2 si parlava del 'vino della sua fornicazione' dato a bere agli abitanti della terra, si tratta anche qui di un insegnamento religioso e morale inquinato, adulterato, di svariate idolatrie introdotte o tollerate nella Chiesa, di mondanità e di corruzione, ripugnanti al vero cristianesimo, cose tutte che sono caratterizzate come appaiono agli occhi di Dio, quali abominazioni e immondizie.

5 e sulla fronte portava scritto un nome: Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra.

Secondo Seneca e Giovenale le meretrici di Roma solevano portare scritto in fronte il loro nome. La parola mistero è considerata dagli uni come facente parte dell'iscrizione; da altri come osservazione destinata a caratterizzare come misteriosa l'iscrizione stessa, ad avvertire cioè il lettore che il nome Babilonia, menzionato già in Apocalisse 14:8;16:19, non va inteso in senso geografico ma in senso simbolico. La Babilonia antica era il contrapposto di Gerusalemme, era la città del mondo contrapposta alla città di Dio, la città orgogliosa e fastosa, piena d'idolatria e di vizi, la città ove il popolo di Dio fu schiavo e oppresso. Tale è Roma, centro della cristianità decaduta e apostata, madre delle meretrici, prima e principale fra le chiese degeneri, cagione col suo esempio, col suo insegnamento, con le sue seduzioni e, dove può, con le sue violenze, di corruzioni abominevoli in seno alla cristianità.

6 E vidi la donna ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri (o testimoni) di Gesù.

1 santi non son diversi dai martiri di Gesù; ma quest'ultima designazione indica il motivo per il quale sono odiati dalla donna e messi a morte. Dai moti incomposti, dal sangue che vomita, dalla gioia selvaggia della donna, Giovanni capisce ch'è ebbra del sangue che ha versato o fatto versare in abbondanza. Uno sguardo alla storia della chiesa romana, alle sue crociate contro albigesi, valdesi, Hussiti, ugonotti; uno sguardo alle gesta della santa (!) inquisizione in Ispagna, in Italia e dovunque, fornisce un commento fin troppo eloquente della visione. D'altronde le chiese greco-ortodosse e perfino le protestanti non sono esenti del peccato d'intolleranza e di violenza. L'avvenire mostrerà quel che la cristianità apostata riserbi ancora ai fedeli di Cristo.

E quando l'ebbi veduta mi maravigliai di gran maraviglia.

Lo stupore provato da Giovanni non si spiega che in parte se la meretrice rappresenta la Roma pagana, giacchè gli erano noti l'idolatria ed i vizi della capitale e non ignorava che in essa era stato versato il sangue dei cristiani nel 64. Ma si comprende appieno la indicibile maraviglia del veggente quando si ammetta che nella donna mostratagli dall'angelo egli abbia riconosciuto o sospettato quella di Apocalisse 12. Come mai quella santa donna che aveva dato i natali al Messia, è ella divenuta una meretrice?! Come mai colei che gli era apparsa vestita del sole della verità, con sul capo una corona di stelle simboleggianti i suoi patriarchi ed apostoli, come mai ha ella rinnegato la verità divina, che doveva far brillare nel mondo, per pascersi e pascer le moltitudini di errori, di superstizioni, d'idolatrie?! Come mai colei che per la sua fedeltà era perseguitata dal dragone, trovasi ella ora seduta sulla bestia bestemmiatrice, e colei che aveva sofferto per Cristo è ora ebbra del sangue dei testimoni di Gesù! Come mai la città di Dio è ella diventata una Babilonia?! In questo fenomeno di pessima corruzione di quel ch'era stato ottimo, sta la ragione del doloroso stupore di Giovanni. Quante volte i profeti, di fronte al contrasto tra il primo amore del popolo di Dio e la decadenza di cui eran testimoni, hanno espresso uno stupore simile a quello di Giovanni! 'Come mai, esclama Isaia, la città fedele è ella diventata una prostituta? Era piena di rettitudine... ed ora è ricetto d'assassini! Il tuo argento s'è cangiato in scorie...'! (Isaia 1:21-23; Cfr. Geremia 2; Ezechiele 16).

7 E l'angelo mi disse: Perchè ti maravigli? Io ti dirò il mistero della donna e della bestia che la porta, la quale ha le sette teste e le dieci corna.

La donna e la bestia che la porta sono strettamente unite e formano al momento in cui Giovanni le contempla come un'unica rappresentazione simbolica che l'angelo s'appresta a spiegare, in modo molto breve, che in talune sue espressioni resta ancora enimmatico per noi, ma che doveva servire di direttiva al veggente nelle sue meditazioni. Comincia col parlar della bestia la quale, nonostante certe diversità secondarie, è quella stessa che il profeta aveva veduto sorger dalle acque Apocalisse 13.

8 La bestia che hai veduta era e non è e deve salir dall'abisso e andare in perdizione. E quelli che abitano sulla terra i cui nomi non sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazion del mondo

(cfr. Apocalisse 13:8),

si maraviglieranno vedendo la bestia, [vedendo] che era e non è e verrà di nuovo

(Testo emend.). Le divergenze considerevoli notate in Apocalisse 13:1-3 circa il senso da dare alla bestia ed alle sue teste si riproducono con maggiori complicazioni nell'esposizione di Apocalisse 17. Gl'interpreti delle diverse tendenze sono però d'accordo nel considerare la 'non esistenza' della bestia (non è) affermata in Apocalisse 17:8,11 come equivalente alla ferita mortale di una delle teste, di cui in Apocalisse 13:3. D'altronde ecco, sotto forma di parafrasi, il senso attribuito a Apocalisse 16:8-11 dalla scuola che potremmo chiamar neroniana, tanta è l'importanza che attribuisce alla persona di Nerone: La bestia che hai veduta - cioè l'impero romano ostile al cristianesimo, era in piena vita negli anni passati, quando viveva Nerone, il suo più autentico rappresentante; ma ora che Nerone è morto o sparito, essa non è più in attività, sonnecchia, è come morta, giacchè i successori di Nerone non hanno il suo spirito persecutore. Però, quando Nerone ritornerà, o sarà da Satana risuscitato e investito di potenza diabolica per essere il futuro anticristo, la bestia verrà di nuovo, salirà dall'abisso, ma per andare in perdizione, vinta e distrutta da Cristo... Le sette teste della bestia sono sette, re ossia imperatori; cinque sono caduti cioè morti, e sono: Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone, o, secondo altri: Nerone, Galba, Ottone, Vespasiano e Tito; uno è sul trono, Galba (Giugno 68-Gennaio 69) ovvero - saltando i tre che tentaron di afferrare il trono tra il 68 e il 69 - Vespasiano che regnò dal 69 al 79, o Domiziano (81-95); e l'altro, il settimo, non è ancora venuto al potere e quando sarà venuto ha da durar poco, sia perchè, come dice il Reuss, restan solo tre anni e mezzo prima della fine dell'impero, sia perchè, quando si tratti di Tito, egli regnò solo due anni (79-81) e morì quarantenne ucciso forse dal suo fratello Domiziano. Questo avrebbe Giovanni preveduto, perchè l'indole malvagia di Domiziano era nota, o perchè Tito era di salute malferma. Dopo il settimo, ha da venire un ottavo imperatore, l'ultimo, vera incarnazione della bestia, il quale è del numero dei sette perchè è un Nerone redivivo e la più alta espressione del potere anticristiano. Vinto da Cristo se n'andrà in perdizione. Non ripeteremo qui le osservazioni generali fatte a proposito di Apocalisse 13:3; noteremo solo che la interpretazione ora ricordata riduce le grandi visioni apocalittiche a delle congetture personali sopra alcuni pochi individui occupanti la scena della storia ai tempi di Giovanni. Un siffatto rimpicciolimento della profezia relativa agli strumenti di Satana nella sua guerra secolare contro al regno di Dio, è in contrasto stridente con la grandezza delle visioni che seguono nell'Apocalisse ed anche con quelle analoghe descritte da Daniele in Daniele 2; 7.

In armonia con quanto abbiamo esposto in Apocalisse 13 consideriamo la bestia come simbolo del potere mondano ostile a Dio. Essa era, nelle grandi incarnazioni di questo potere apparse nella storia prima di Cristo; ma al tempo di Giovanni s'è aperto un nuovo periodo in cui ci può dire che la bestia non è nel suo pieno vigore, perchè, con la venuta di Cristo e con la sua risurrezione, essa ha ricevuto una ferita mortale: lo spirito cristiano, a misura che fa sentire la sua influenza, scema forza alla ferocia persecutrice delle autorità; la conversione di Costantino segna la fine delle ostilità dell'impero contro il cristianesimo e la spada dei Barbari, rompendo l'unità del colosso, contribuisce a renderlo relativamente inoffensivo. Però la ferita della bestia guarisce; il mostro deve riprender vita e mostrare una malvagità non vista ancora: deve salire dall'abisso dimora dei demoni, essere animato di spirito diabolico e spiegare un'astuzia d'inganno e un furore anticristiano quali sono descritti da Paolo in 2Tessalonicesi 2 e da Giovanni in Apocalisse 13. Coloro che non sono insegnati da Dio, che non hanno l'unzione dello Spirito di verità, l'intuizione delle cose spirituali, che ammirano il successo ottenuto con l'inganno e con la violenza, si maraviglieranno nel veder risorto il potere anticristiano creduto morto per sempre e, dice in Apocalisse 13:8, 'adoreranno' la bestia.

9 Qui sta la mente che ha sapienza.

La spiegazione del l'angelo essendo breve ed alquanto enimmatica richiede capacità speciale d'intendere le cose rivelate. Qui è il luogo ove ci vuole una mente sapiente che Dio solo può dare. Cfr. Apocalisse 13:18.

Le sette teste seno sette monti sui quali la donna siede;

In qualunque modo s'intenda il simbolo della bestia e quello delle sue teste, il significato secondario delle teste qui espresso dalle parole dell'angelo fa l'effetto d'una incongruenza; tanto che certi critici l'hanno senz'altro dichiarato una 'chiosa d'uno scriba ignorante che interpreta le teste come se appartenessero alla donna'. Convien però ricordare che la spiegazione dell'angelo ci riferisce a due enti diversi: la donna e la bestia; che la meretrice è una donna ed è una città. Le protuberanze o teste della bestia, di cui una sola è viva, possono quindi aver fornito all'angelo l'occasione dell'indicazione geografica accennante a Roma, la città dei sette colli, come alla sede principale della Chiesa infedele dell'avvenire. Le visioni dell'Apocalisse sono piene di incongruenze a cominciare dalla descrizione delle creature viventi, del dragone, della bestia stessa. La donna-città nel seguito del discorso sarà spogliata nuda come donna e le sue carni divorate, sarà arsa come città. Le incongruenze con destinate ad arricchir le rappresentazioni simboliche.

10 e sono anche sette re: cinque son caduti, uno è, e l'altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto ha da durar (lett. rimaner) poco.

La bestia, come il dragone di cui è lo strumento, ha sette teste che rappresentano le sette principali incarnazioni storiche del potere mondano ostile a Dio. (Vedi Apocalisse 13). Come nel linguaggio profetico di Daniele, i re non sono individui ma son regni, anzi monarchie universali; Cfr. Daniele 7:17,23-24; 8:20,22. Agli individui non si confà l'espressione: son caduti, che non si applica alla morte dei singoli re, sopratutto quando si siano spenti sul loro letto, ma è di solito usata nella Settanta ad indicare la caduta violenta, il rovesciamento dei re e degli imperi. 'Caduta, caduta è Babilonia...' grida l'angelo Apocalisse 14:8; cfr. Apocalisse 18:2; Isaia 21:9. Le cinque monarchie cadute sarebbero: l'egizia che venne per prima a contatto col popolo di Dio, l'assira, la babilonese, la medo-persiana e la greca; quella esistente al tempo di Giovanni (uno è), l'impero romano. Più difficile è il dire quale sia per essere la settima: l'altro non ancora venuto. Per gli uni sarebbe l'impero romano cristianizzato, a far capo da Costantino (314) o da Carlo Magno, l'impero germano-slavo come lo chiama Auberlen. Resta però difficile, in questo caso, spiegare la clausola: 'quando sarà venuto ha da durar poco'. Il farla significare: 'ha da durare un poco, un bel poco', è forzato. Ci sembra più conforme alle indicazioni che possediamo il vedervi una coalizione internazionale dei popoli occupanti il territorio dell'impero, coalizione animata da uno spirito rivoluzionario, comunista, antireligioso che spianerà la via all'anticristo. Apocalisse 17:12 e segg. si parla di dieci re che riceveranno potestà con la bestia per un'ora, e che prima di far guerra all'Agnello, odieranno la meretrice, la spoglieranno e la consumeranno col fuoco. Paolo parla di un potere che toglierà di mezzo quello che impedisce all'anticristo di manifestarsi. Come saggi di quel che sia per essere la settima incarnazione del potere antidivino si citano i fasti della rivoluzione francese del 1789 e quelli della rivoluzione russa bolscevica che si fa centro di una internazionale comunista e antireligiosa. L'avvenire getterà maggior luce su queste parole dell'angelo e su quelle che seguono.

11 E la bestia che era, e non è,

perchè ferita ed entrata in un periodo di indebolimento, quasi di morte,

è anch'essa un ottavo re

o regno, in cui s'incarnerà il potere anticristiano e che riunirà in sè quanto di più empio, di più astuto, di più crudele abbiano presentato le precedenti manifestazioni storiche di esso. Salirà dall'abisso e sarà l'incarnazione di Satana, l'anticristo personale. Infatti il linguaggio di Paolo e di Giovanni, in un col breve tempo assegnato dall'Apocalisse alla finale manifestazione dell'anticristo, inducono a considerarlo come una persona, un autocrate, il contrapposto di Cristo, anzichè come una serie di tiranni diabolici.

e viene dai sette e se ne va in perdizione.

Traducendo, come può farsi, ed è [uno] dei sette ne verrebbe l'idea che questa ottava monarchia sarà la riproduzione peggiorata di una delle sette, dell'impero romano persecutore anteriormente alla sua cristianizzazione, ovvero della internazionale antireligiosa. Se si traduce: viene dai sette l'idea è: procede dai sette come loro successore e sintesi, come l'erede del loro spirito antidivino. L'anticristo non avrà successori; 'il Signore Gesù lo distruggerà col soffio della sua bocca e lo annienterà con l'apparizione della sua venuta' 2Tessalonicesi 2:8 e così se ne andrà in perdizione, cioè alla sua eterna rovina.

12 E le dieci corna che hai vedute sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potestà, come re, assieme alla bestia, per un'ora.

La quarta bestia di Daniele 7 porta dieci corna e l'angelo interprete ne da questa spiegazione: «Le dieci corna son dieci re che sorgeranno da quel regno»; essi corrispondono alle dieci dita dei piedi della statua Daniele 2. Possono esser re individuali o regni, ma è poco probabile l'esistenza simultanea di dieci re che siano in attesa del regno e lo ricevano nello stesso tempo. Sono quindi i capi degli Stati sorti dall'impero romano nella sua ultima fase: quegli stessi probabilmente che formeranno la coalizione antireligiosa rappresentata dalla settima testa e che poi cederanno il loro potere all'anticristo finale, in unione coi re dell'oriente Apocalisse 16:12... Alcuni pensano che l'espressione come re possa accennare al prevalere, in quel tempo futuro, della demagogia. Va da se che per un'ora non s'interpreta alla lettera, ma vale 'per un breve tempo'.

13 Costoro hanno uno stesso pensiero,

il che suppone che si sono coalizzati,

e daranno la loro potenza e la loro autorità alla bestia,

rinnovando in altra forma l'apparizione d'un impero mondiale.

14 Costoro guerreggeranno contro l'agnello,

In Apocalisse 16:14 è parola degli sforzi nemici per adunare i re di tutto il mondo per la battaglia del gran giorno di Dio. In Apocalisse 19:19 Giovanni vede 'la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per muover guerra' al Re dei re e all'esercito suo. L'esito della battaglia è il macello dei nemici. Non altrimenti corre qui la profezia:

e l'Agnello li vincerà, perchè egli è il Signor dei signori e il Re dei re

(cfr. Apocalisse 19:16)

e vinceranno anche quelli che son con lui, i chiamati, gli eletti e fedeli.

Il testo dice propriamente: 'L'agnello li vincerà... e quelli che son con lui, chiamati...'; si sottintende vinceranno col loro Capo e avranno parte al suo trionfo. I vincitori sono caratterizzati come chiamati dal Signore, ma siccome molti sono i chiamati e pochi gli eletti, questi che hanno risposto alla chiamata con fede ed ubbidienza, sono annoverati fra gli eletti; e poichè han perseverato nell'attaccamento al loro Signore in mezzo ai rinunziamenti ed alle prove, son chiamati i fedeli e lo sono fino alla morte Apocalisse 2:10. Dal fin qui detto, è facile arguire come non riteniamo fondate le opinioni di coloro che nei dieci re hanno veduto dei satrapi Parti che si sarebbero alleati con Nerone per marciare su Roma, o ancora dei prefetti di provincie unitisi al favoleggiato redux, o redivivus, oppure i capi dei Barbari che presero e saccheggiarono Roma. Come avrebbe potuto Giovanni scrivere con tanta sicurezza riguardo a questi: 'Costoro guerreggeranno contro l'Agnello e l'Agnello li vincerà'?

15 Poi mi disse: Le acque che hai vedute e sulle quali siede la meretrice, son popoli e moltitudini e nazioni e lingue.

Dopo aver dato le spiegazioni relative alla bestia, l'angelo dà ora quelle che riguardano la meretrice. Il Charles, che rivaleggia coi critici tedeschi nel rimaneggiar l'Apocalisse, dichiara questo vers. 'manifestamente aggiunto qui da uno scriba stupido, mentre doveva trovarsi in origine in margine ad Apocalisse 17:1'. Invece, il luogo delle spiegazioni è proprio qui. Il seder sopra significa l'influenza, l'autorità religiosa e morale che la Chiesa degenere esercita sui popoli della terra (cfr. Apocalisse 13:3,8,12,16) qui descritti nella loro estensione e varietà come in Apocalisse 5:9; 7:9.

16 E le dieci corna che hai vedute e la bestia odieranno la meretrice e la renderanno desolata e nuda e mangeranno le sue carni e la consumeranno (lett. arderanno) col fuoco.

Per un tempo lo Stato si adatta a sostenere la Chiesa e a subirne l'influenza e le direzioni, perchè ha bisogno d'esser sostenuto da lei nel suo despotismo sulle moltitudini; ma, a misura che la Chiesa decade, e che le masse abbandonano la fede, cresce l'antagonismo tra il potere secolare e la gerarchia ecclesiastica finchè il conflitto scoppia in modo aperto e violento. Come Israele, quando abbandona il suo Dio per allearsi alle potenze pagane, è castigato per mezzo di queste che invadono, devastano il suo paese e ne riducono schiavi gli abitanti, così la Chiesa, diventata mondana e corrotta, riceve la sua punizione, per disposizione divina, per mezzo dei re e della bestia sui quali si era appoggiata. La potenza mondana è la verga che punisce la sua mondanità. Nella descrizione del giudizio della meretrice, le espressioni si riferiscono ora ad una donna, ora a una città. 'La renderanno desolata', lett. deserta, si applica alla città, nuda si applica alla donna Ezechiele 16:19, come pure il divorarne le carni, mentre il darla alle fiamme rievoca l'immagine della città. La Chiesa infedele sarà spogliata dei suoi beni, dei suoi tesori, dei suoi preziosi ornamenti; sarà odiata e la sua capitale arsa. Diventerà sistematica e generale non solo la emancipazione dello Stato dalla Chiesa, ma la spogliazione di essa quale è stata praticata in Francia ai tempi della Rivoluzione e in Russia per opera del governo dei soviet. Questo avverrà per impulso di passioni antireligiose negli esecutori di questo giudizio, ma per disposizione superiore di Dio il quale fa servire ai suoi fini anche i furori degli uomini.

17 Poichè Iddio ha messo in cuor loro di eseguire,

senza saperlo e senza volerlo,

il suo disegno e di avere un medesimo pensiero e di dare il loro regno alla bestia,

cioè all'anticristo che sarà il capo della coalizione antiecclesiastica prima, e poi antireligiosa

finchè le parole di Dio siano adempite.

s'intende le profezie relative alla distruzione di Babilonia; dopo di che verrà la volta anche della bestia e dei suoi alleati. E chiaro infatti che l'azione dei re e della bestia contro la Chiesa apostata precede la guerra assai più empia ch'essi moveranno a Cristo e a Dio stesso secondo Apocalisse 17:14 e passi parall.; guerra che li condurrà ad Armagheddon, il campo della disfatta e della strage. Un'ultima parola dell'angelo conferma l'indicazione già data in Apocalisse 17:9 e identifica la meretrice con Roma, l'urbs septicollis, considerata sotto l'aspetto suo di centro della Chiesa infedele.

18 E la donna che hai veduta è la gran città che impera sui re della terra.

Impera politicamente soltanto per un tempo; ma impererà anche religiosamente come capitale della Chiesa degenere del futuro.

AMMAESTRAMENTI

1. Come Mosè, ad ammonimento costante del popolo, parlò delle future infedeltà d'Israele, così Gesù parlò della mescolanza di cristiani spuri coi veri, e gli apostoli, al par di lui, annunziarono giorni tristi per la Chiesa degli ultimi tempi. Nell'Apocalisse, l'apostasia di cui aveva scritto Paolo, assume la forma plastica, simbolica, della meretrice seduta sulla bestia; ma la profezia della decadenza della chiesa visibile resta la stessa nella sua sostanza. «Dio ha concesso agli uomini, per aiutarli nel loro sviluppo quaggiù, di formare fra loro due grandi associazioni: lo Stato e la Chiesa. Sono queste due istituzioni preziose entrambe: lo Stato, dono del Dio creatore, del Dio della natura: la Chiesa dono della grazia e del Dio della rivelazione. Ma quelle due istituzioni non raggiungono il loro scopo che per un piccol numero d'uomini; esse sono corrotte e più o meno snaturate dal peccato. Lo Stato diventa una bestia, la Chiesa una prostituta. Ciò nonostante Dio le sopporta nella sua pazienza finchè il loro compito sia finito... Gli eletti sono il frutto, Stato e chiese sono il guscio destinato a cader quando il frutto è maturo; gli eletti sono un tempio alla cui costruzione ha servito la vasta impalcatura dello Stato e delle chiese. Una volta compiuto l'edifizio, l'impalcatura è abbattuta...» (Auberlen).

Gettando uno sguardo sulla storia passata della cristianità, e sullo stato suo attuale, è impossibile non riconoscere che la profezia si è venuta adempiendo di secolo in secolo, e che la Chiesa, colonna e piedistallo della verità, chiamata a farla risplender nel mondo con la parola e con la vita santa, non è riconoscibile nei milioni di cristiani di nome che ignorano il vangelo, che non hanno nè fede nè vita cristiana. Certo la degenerazione è più manifesta in certi rami della cristianità che in altri. Non per nulla la profezia accenna a Roma come alla meretrice madre. Ma le chiese orientali non son molto più viventi; e fra le chiese protestanti il razionalismo e l'indifferentismo ammorbano vaste plaghe. Ciò non toglie che i fedeli abbiano il dovere di 'raffermare il resto che sta per morire' Apocalisse 3:2 e di risvegliare i dormienti; ciò non mette in forse il trionfo del regno di Cristo; anzi, nel costatare l'adempimento graduale della parte fosca delle profezie, cresce la fede nella Parola di Dio e la certezza che anche le promesse luminose si adempiranno al tempo loro.

2. La descrizione della Chiesa degenere serve a farla riconoscere segnalandone i caratteri; ma serve in pari tempo a mettere in piena luce le colpe che traggono su di essa il giusto giudizio di Dio.

Il suo primo ed essenziale, carattere è l'infedeltà: Essa era la sposa di Cristo che l'ha amata e che per lei si è dato onde santificarla. E divenuta una meretrice anzi la gran meretrice che ha abbandonato il suo sposo per darsi ad amori impuri. Era chiamata ad onorare il Vangelo mostrandosi ossequente nel bene alle autorità civili volute da Dio; ha preferito dominar lo Stato, sostenere il despotismo per esserne sostenuta e servita, ha fornicato coi re della terra, ha fatto della politica e della diplomazia; della propaganda con la violenza, si è seduta o si sederà sulla bestia coperta di nomi di bestemmia. Il suo ornamento doveva essere la luce della verità, lo splendore spirituale di una vita santa, ricca di opere di giustizia e di amore; ha preferito lo scarlatto, l'oro, le pietre preziose e le perle, le grandi cattedrali, il culto fastoso per attrar le moltitudini. Doveva esser la città di Dio, è divenuta una mondana Babilonia. Doveva predicare al mondo la Buona Novella della salvezza offerta in Cristo ad ogni credente e attrar le anime col suo santo esempio; invece, il ricco calice ch'essa fa bere alle nazioni è pieno di abominazioni: di dottrine false, di comandamenti anticristiani, di idolatrie, di superstizioni. Doveva offrire al mondo lo spettacolo nuovo d'una fratellanza animata da uno spirito d'amore e di mutua tolleranza; invece s'è inebriata del sangue dei testimoni di Gesù. La sola chiesa romana ne ha fatti morire assai più che non l'impero pagano dei primi secoli; nè sappiamo cosa sia per riservare ai fedeli la Chiesa apostata dell'avvenire. Dinanzi a un tale spettacolo di degenerazione e di corruzione di quello che v'era di migliore nel mondo, chi non dividerebbe il profondo stupore dì Giovanni; chi non si sentirebbe umiliato? 'L'Apocalisse è il libro dei solenni avvertimenti. Esso grida a tutti i credenti: Non lasciate penetrar nella chiesa nè le false dottrine, nè lo spirito del secolo' (Aub.). Lo spettacolo della chiesa decaduta c'invita a coltivare in noi la fedeltà del primo amore verso Cristo, la spiritualità e la semplicità del culto che rendiamo a Dio, l'amore fraterno verso tutti i testimoni di Cristo. C'invita ad esaminare cosa contiene il calice che presentiamo ai nostri simili con le nostre parole, con la nostra influenza, con la nostra condotta. C'invita a fuggire la mondanità. L'anima che crede di poter abbracciare il mondo è da lui abbracciata e ridotta mondana.

3. L'antica Babilonia diceva in cuor suo: 'Io sarò signora in perpetuo' 'io non rimarrò mai vedova' Isaia 47:7-8 e non pensava al giudizio che la fece cadere repentinamente. Così la cristianità infedele non si preoccupa nè dell'avvento di Cristo, nè del giudizio cui va incontro e che deve cominciare dalla casa di Dio. Ma i fedeli che sanno la certezza del giudizio divino, osservando i segni dei tempi, sono indotti a vegliare ed a pregare. Essi non saranno spaventati dal numero degli avversari; si terranno stretti a Cristo affin di vincere con lui. Sono stati chiamati, sono stati eletti e si 'studieranno di render sicura la loro vocazione ed elezione' mantenendosi fedeli fino alla fine.

4. Gli strumenti del giudizio della meretrice saranno i suoi antichi complici: i re coi quali ha fornicato, il potere secolare sul quale si è appoggiata. I trasgressori servan come verga dei trasgressori nelle mani di Dio che governa gli eventi e inclina i cuori, anche dei suoi nemici, a compiere i suoi disegni. La punizione che le sarà inflitta dalla giustizia di Dio risponde alla natura delle colpe commesse. E stata infedele a Dio, Dio l'abbandona all'infedeltà dei suoi antichi amici; ha voluto erigersi a dominatrice dello Stato, lo Stato la sottometterà, le toglierà onori e privilegi, anzi la ridurrà schiava; si è abbandonata al fasto, ha accumulato tesori e beni con mezzi spesso disonesti, sarà spogliata nuda, sarà depredata di ogni avere; ha desolato contrade, ha dato villaggi e città alle fiamme, ha moltiplicato gli autodafè, la sua capitale che forse rappresenta ben altro ancora, sarà consumata dalle fiamme. Di questo giudizio cominciano ad avverarsi qua e là come dei saggi e dei preludi che fanno comprendere quel che sia per avvenire quando sarà giunta al culmine l'infedeltà della Chiesa apostata e suonata l'ora della retribuzione.

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