Commentario abbreviato:

Marco 3

1 Capitolo 3

La mano paralizzata è guarita Mc 3:1-5

Il popolo ricorre a Cristo Mc 3:6-12

Gli apostoli chiamati Mc 3:13-21

La bestemmia degli scribi Mc 3:22-30

I parenti di Cristo Mc 3:31-35

Versetti 1-5

Il caso di quest'uomo era penoso: aveva una mano paralizzata, che gli impediva di lavorare per vivere; e coloro che sono così, sono gli oggetti più appropriati della carità. Si aiutino coloro che non possono aiutarsi da soli. Ma gli infedeli ostinati, pur non potendo dire nulla contro la verità, non vogliono cedere. Noi ascoltiamo ciò che viene detto male e vediamo ciò che viene fatto male; ma Cristo guarda la radice dell'amarezza nel cuore, la cecità e la durezza di questo, e si addolora. Che i peccatori dal cuore duro tremino al pensiero dell'ira con cui li guarderà tra poco, quando verrà il giorno della sua ira. Il grande giorno di guarigione è il sabato e il luogo di guarigione è la casa di preghiera, ma la forza di guarigione è di Cristo. Il comando del Vangelo è come quello qui riportato: anche se le nostre mani sono paralizzate, se non le tendiamo, è colpa nostra se non siamo guariti. Ma se siamo guariti, Cristo, la sua potenza e la sua grazia, devono avere tutta la gloria.

6 Versetti 6-12

Tutte le nostre malattie e calamità derivano dall'ira di Dio contro i nostri peccati. La loro rimozione, o il renderle benedizioni per noi, ci è stata acquistata dal sangue di Cristo. Ma le piaghe e le malattie delle nostre anime, dei nostri cuori, sono soprattutto da temere; ed Egli può guarire anche queste con una parola. Che un numero sempre maggiore di persone si rivolga a Cristo per essere guarito da queste piaghe e per essere liberato dai nemici della propria anima.

13 Versetti 13-21

Cristo chiama chi vuole, perché la sua grazia è sua. Aveva chiamato gli apostoli a separarsi dalla folla ed essi vennero da lui. Ora diede loro il potere di guarire le malattie e di scacciare i demoni. Che il Signore mandi sempre più numerosi coloro che sono stati con lui e che hanno imparato da lui a predicare il suo Vangelo, per essere strumenti della sua opera benedetta. Coloro i cui cuori sono dilatati nell'opera di Dio, possono facilmente sopportare ciò che è scomodo per loro stessi, e preferiscono perdere un pasto piuttosto che un'opportunità di fare del bene. Chi va avanti con zelo nell'opera di Dio, deve aspettarsi degli ostacoli, sia dall'odio dei nemici che dagli affetti sbagliati degli amici, e deve guardarsi da entrambi.

22 Versetti 22-30

Era evidente che la dottrina di Cristo tendeva direttamente a spezzare il potere del diavolo; ed era altrettanto evidente che il fatto di scacciarlo dal corpo delle persone confermava tale dottrina; pertanto Satana non poteva sostenere un simile disegno. Cristo ha messo in guardia dal pronunciare parole così pericolose. È vero che il Vangelo promette, perché Cristo lo ha acquistato, il perdono per i più grandi peccati e peccatori; ma con questo peccato, essi si opporrebbero ai doni dello Spirito Santo dopo l'ascensione di Cristo. È tale l'inimicizia del cuore che gli uomini non convertiti fingono che i credenti stiano facendo l'opera di Satana, quando i peccatori sono portati al pentimento e alla novità di vita.

31 Versetti 31-35

È un grande conforto per tutti i veri cristiani il fatto di essere più cari a Cristo della madre, del fratello o della sorella in quanto tali, semplicemente come lo sarebbero stati i parenti in carne e ossa, anche se fossero stati santi. Benedetto sia Dio, questo grande e grazioso privilegio è nostro anche ora; infatti, anche se la presenza corporea di Cristo non può essere goduta da noi, la sua presenza spirituale non ci è negata.

Commentario del Nuovo Testamento:

Marco 3

1 CAPO 3 - ANALISI

1. Guarigione dell'uomo dalla mano secca Un'altra accusa di violare il sabato mossero a Gesù i Farisei, perché sanò in tal giorno, nella sinagoga, un uomo che aveva la mano secca. Gesù difese il suo operato (come si raccoglie dal passo parallelo in Matteo), appoggiandosi su quelle opere di misericordia che essi stessi riconoscevano esser lecito nel sabato. I suoi oppositori furono ridotti al silenzio, il miracolo fu fatto, e tosto essi uscirono dalla sinagoga per tramare contro alla sua vita. Così, fin dal principio del suo pubblico ministerio, si manifestarono contro di lui le loro micidiali disposizioni Marco 3:1-6.

2. Cresce la fama di Gesù in conseguenza dei miracoli. Ciò è indicato dalle moltitudini che da tutte le parti del paese accorrevano, a lui, presso il lago della Galilea Marco 3:7-12.

3. Scelta di dodici Apostoli e lista dei loro nomi. Dal passo parallelo di Luca sappiamo che il Signore passò la notte precedente in preghiera sulla cima di un monte, ove i discepoli lo raggiunsero la mattina dopo Marco 3:13-19.

4. Opinioni dei suoi parenti e degli Scribi intorno a Gesù. Quelli, non ancora nella sua divina missione, attribuivano semplicemente a pazzia tutto quanto ei faceva, e volevano porgli le mani addosso per metterlo sotto custodia. Questi, falsamente e malignamente, lo accusavano d'essere in lega con Satana. Non solo egli confuta questa accusa con irrefutabili argomenti, ma li ammonisce severamente che, coll'attribuire a Satana quel che, nelle loro coscienze, sapevano benissimo esser opera di Dio, essi incorrevano il tremendo pericolo di peccare contro lo Spirito Santo Marco 3:20-30.

5. La madre e i fratelli di Gesù I congiunti terreni che portavano questi titoli, essendo venuti alla casa dove egli stava insegnando, probabilmente nell'intendimento di impadronirai della sua persona, e condurlo seco loro a casa, gli mandarono un messaggio pregandolo di venire ad essi che avean bisogno di parlargli. Ma invece di Compiacerli in questo, Gesù dichiarò pubblicamente che, come servo di Dio, impegnato nell'opera a cui stava appunto attendendo, non riconosceva terrene parentele, ma riguardava con egual tenerezza, d'affetto, come se fossero realmente sua madre e suoi fratelli, tutti quelli che facevano veramente la volontà di Dio, e non altri Marco 3:31-35.

Marco 3:1-6. GUARIGIONE DELL'UOMO DALLA MANO SECCA IN GIORNO DI SABATO Matteo 12:9-14; Luca 6:6-11

Per la esposizione vedi Matteo 12:9-14.

7 Marco 3:7-12. VA CRESCENDO LA FAMA DI GESÙ PEI SUOI MIRACOLI Matteo 12:15

7. Ma Gesù, coi suoi discepoli, si ritrassero al mare;

Forse nostro Signore si ritrasse nei luoghi deserti presso Betsaida Luca 9:10; in ogni caso fu qualche spiaggia remota, lunghesso il lago di Tiberiade, dove non potessero raggiungerlo i Farisei e gli Erodiani, insieme congiurati a danno suo. L'intento di Gesù non era tuttavia di ritirarsi dal pubblico insegnamento, poiché Marco aggiunge:

e gran moltitudine lo seguitò, da Galilea, e da Giudea, 8. E da Gerusalemme, e da Idumea, e di dal Giordano;

La fama che Gesù si era già acquistata, si vede non solo da questa formidabile congiura per toglierlo di vita, formata tra membri di sette così opposte l'una all'altra, sì in politica che in teologia, com'erano i Farisei e gli Erodiani (Vedi le Sette Giudaiche), ma anche dal fatto, che quell'immensa moltitudine che ora lo circondava, proveniva da paesi molto distanti fra di loro. La Galilea, la Giudea, e Gerusalemme includono tutta l'antica terra di Canaan, a ponente del Giordano, eccetto Samaria. L'Idumea (non menzionata in verun altro passo del Nuovo Testamento) è la forma greca del nome ebraico (Edom), che si dava al paese posto al S. E. di Canaan ed occupato dai discendenti d'Esaù. Gli abitanti di Edom furono sottomessi da Davide 2Samuele 8:14; ma, durante la cattività di Babilonia, invasero buona porzione della terra di Giuda, da Ezechiele 36:5. Furono vinti di nuovo e incorporati alla nazione giudaica da Giovanni Ircano, uno dei principi Maccabei o Asmoni, 125 anni circa, avanti Cristo. L'Idumea può considerarsi come una specie di paese di confine tra i Giudei e i Gentili. "Di là del Giordano", comprendeva tutti quei territori all'E. del Giordano, che gl'Israeliti conquistarono anticamente dal re di Bashan e dagli Amorrei. Questa contrada era chiamata dai geografi greci la Perea, dalla parola péran (oltre, al di ), che sempre le era applicata.

8 parimenti, una gran moltitudine da' contorni di Tiro, e di Sidon,

Il paese così descritto si chiamava la Fenicia. Si componeva di una parte del Libano meridionale, e di una stretta lista di terra posta tra esso e il Mediterraneo, confinante al S. con Ras el Abiyad (l'antica Scala Tyriorum), ed avanzantesi al N. nella direzione di Beirut. Tiro e Sidone erano le sue città principali, Vedi nota Matteo 11:21. Le parole greche: i contorni di Tiro e Sidone, qui usate, si hanno da distinguere accuratamente da quelle altre: a' confini di Tiro e Sidon di Marco 7:24. L'ultima di queste descrizioni si riferisce ai confini o alle marche tra la Galilea e la Fenicia, nel Libano, al N. del mare di Merom (Bahr el Huleh); la prima alla pianura Fenice, nel circuito delle due antiche città sopramentovate; e siccome Marco nota che venne di là una seconda moltitudine, è probabilmente che essa fosse composta di pagani fenici, a cui era giunta notizia dell'opera meravigliosa di Cristo.

avendo udite le gran cose ch'egli faceva, venne a lui.

È questo il ragguaglio più esteso che trovisi nei Vangeli, intorno all'influenza, personale di nostro Signore, ed ai componenti delle turbe che lo seguivano.

PASSI PARALLELI

Matteo 10:23; 12:15; Luca 6:12; Giovanni 10:39-41; 11:53-54; Atti 14:5-6

Atti 17:10,14

Matteo 4:25; Luca 6:17

Marco 1:39; Giosuè 20:7; 21:32; Luca 23:5; Giovanni 7:41,52; Isaia 34:5; Ezechiele 35:15; 36:5 Malachia 1:2-4

Numeri 32:33-38; Giosuè 13:8-14

Marco 7:24,31; Giosuè 19:28-29; Salmi 45:12; 87:4; Isaia 23:1-18; Ezechiele 26:1-28:26

9 9. Ed egli disse ai suoi discepoli, che vi fosse sempre una navicella appreso di lui, per la moltitudine; che talora non l'affollasse.

La parola ploiarion, navicella, qui usata, è un diminutivo di ploion, pur tradotto navicella, e significa una barchetta alquanto più piccola del ploion, e che potea trascinarsi fino all'orlo del lago. In Marco 4:36, il testo greco distingue tra la barca pescareccia più grossa e le barchette intorno ad essa; ma Diodati non ha tenuto conto di tale differenza. Gesù, insegnando sulle rive del lago di Tiberiade, si rifugiava spesso su tale barchetta, per sottrarsi alla ressa della moltitudine.

PASSI PARALLELI

Marco 5:30; Giovanni 6:15

10 10. Perciocché egli ne avea guariti molti; talché tutti coloro che aveano qualche flagello (castigo divino in forma di malattie di diversi generi) si avventavano a lui per toccarlo.

Altri esempi di guarigioni miracolose, mediante il tocco delle vestimenta, posson vedersi in Marco 5:21; Atti 5:15; 19:12.

PASSI PARALLELI

Matteo 12:15; 14:14

Marco 5:27-28; 6:56; Matteo 14:36; Atti 5:15; 19:11-12

Marco 5:29; Genesi 12:17; Numeri 11:33; Luca 7:2; Ebrei 12:6

11 11. E gli spiriti immondi, quando lo vedevano, si gittavano davanti a lui, e gridavano, dicendo: Tu sei il Figliuol di Dio. 12. Ma egli gli sgridava forte, acciocché nol manifestassero.

Vedi nota Marco 1:23-26.

13 Marco 3:13-19. GESÙ SCEGLIE DODICI APOSTOLI. ENUMERAZIONE DEI LORO NOMI Matteo 10:2-4; Luca 6:12-19

Per la esposizione dei versetti 13,14, vedi Luca 12:12-19. Per la esposizione di quello che riguarda gli Apostoli, vedi Matteo 10:2-4.

Le circostanze che accompagnarono la scelta e la consacrazione dei dodici Apostoli non sono descritte da Matteo, il quale fa menzione di essi, per la prima volta, nel descrivere la missione che il Maestro li mandò ad eseguire e le istruzioni che diede loro. Marco e Luca riempirono tale lacuna. Questa scelta fu fatta dopo che Gesù li ebbe chiamati per la prima volta ad essere suoi discepoli, ma prima che egli li mandasse a predicare il vangelo del Regno. L'opera speciale per cui furono appartati era di esser testimoni per Cristo fino alle estremità della terra Matteo 28:19, Atti 1:21-22, e, a tal fine, era necessario che fossero sempre con lui, e potessero dire: "Abbiamo visto ed udito quanto il Signore disse e fece nel corso del pubblico suo ministerio sulla terra". Questi dodici divennero dunque, per così dire, i suoi intimi familiari, e raccompagnavano ovunque si recava. Siccome questo costituiva un passo importantissimo nella progressiva manifestazione del suo regno, il Signore vi si preparò, passando la notte precedente sulla montagna, in solitudine ed in preghiera.

17 17. Poi Giacomo, figliuol di Zebedeo; e Giovanni, fratello di Giacomo a' quali pone il nome Boanerges, che vuol dire Figliuoli di tuono;

Tutti i sinottici fanno menzione del soprannome Pietro dato a Simone, ma Marco solo ricorda il titolo conferito ai figliuoli di Zebedeo. È un fatto degno d'osservazione che i tra discepoli che Gesù ammise ad usar seco lui con maggiore intimità degli altri, e si prescelse a compagni in parecchie occasioni speciali, sono i soli tra i dodici che andassero distinti per tali soprannomi. Vero è che Tommaso, l'altro Simone, e Giuda il traditore ebbero soprannomi anch'essi, ma d'origine umana e destinati il più sovente a distinguerli dai compagni dello stesso nome. I soprannomi Pietro e Boanerges furono forse conferiti a quei tre per contrassegnarli come onorati maggiormente dei loro fratelli? "Boanerges" è probabilmente una corruzione greca proveniente dalla pronuncia galilea di due parole ebraiche: beni, figli e regesh, tumulto, e quindi tuono. Si suppone che questo titolo fosse conferito a Giacomo e Giovanni, a motivo dell'indole loro veemente e zelante, Vedi Marco 9:38; 10:37; Luca 9:54; 2Giovanni 1:10. È assai probabile che questi figliuoli di Zebedeo fossero cugini germani di Gesù. Vedi Nota Matteo 13:55.

PASSI PARALLELI

Marco 1:19-20; 5:37; 9:2; 10:35; 14:33; Giovanni 21:2,20-25; Atti 12:1

Isaia 58:1; Geremia 23:29; Ebrei 4:12; Apocalisse 10:11

20 Marco 3:20-30. OPINIONI CHE AVEAN DI GESÙ I SUOI CONGIUNTI E GLI SCRIBI. PAZZIA. LEGA CON SATANA Matteo 12:22-37; Luca 11:21-26

Per l'esposizione vedi Matteo 12:22-37; Matteo 12:47.

31 Marco 3:31-35. LA MADRE E I FRATELLI DI GESÙ CERCANO D'INTERROMPERE LE SUE FATICHE. SUA DICHIARAZIONE Matteo 12:46-50; Luca 8:19-21

Per l'esposizione Vedi Matteo 12:46-50.

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