Dio cambia? Si pente di quello che fa?

Giacomo 1:17

Giacomo afferma che non c'è variazione o mutamento in Dio, e in Mal 3:6 Dio dice di non cambiare. Vedi anche Num 23:19. Dall'altro lato, ci sono dei brani in cui sembra che Dio cambi idea o in cui è scritto che Dio si pente di una decisione (per esempio Gen 6:6; Es 32:14; 1Sam 15:11; Ger 15:6; 26:3,13,19; Gion 3:10).

La parola usata per il ravvedimento di Dio (נָחַם, naḥam) ha il senso di essere dispiaciuto, di addolorarsi, oltre al ravvedimento. È una risposta di tristezza a quello che si vede succedere. Così nei brani che parlano del ravvedimento di Dio, c'è un dispiacere da parte di Dio per quello che gli uomini fanno, un dispiacere che crea un cambiamento nel piano rivelato da Dio verso gli uomini. È quello che viene chiamato un antropomorfismo, cioè l'attribuzione a Dio di una caratteristica umana che in realtà Dio non ha (per esempio una bocca o un cuore). A volte la parola è inadeguata, e non dobbiamo attribuire a Dio tutto il senso della parola. In questo caso, non dobbiamo pensare al ravvedimento di Dio come se avesse capito di aver sbagliato e avesse deciso di cambiare strada, come è il caso nel ravvedimento umano. La Bibbia esclude la possibilità di un Dio che sbaglia. Invece, come detto qui sopra, il ravvedimento di Dio è limitato ad un dispiacere per l'azione umana, e un cambiamento nel piano rivelato all'uomo. Infatti, non è neanche giusto parlare di un cambiamento nel piano divino, né di un cambiamento di idea. Il piano sovrano di Dio è deciso dall'eternità, ma quello che vediamo di questo piano può cambiare. Così in Gen 6:6 Dio sapeva che l'uomo avrebbe peccato, ma lo creò comunque. Si addolorò di questo peccato quando si realizzò, ma non era uno sbaglio da parte di Dio. Dio accettò questo dolore quando creò l'uomo, perché c'era un risultato più glorioso (l'esaltazione di Gesù Cristo, come in Ef 1:9-10).

Un altro esempio è in 1Sam 15:11, che dice che Dio si pentì di aver stabilito Saul re, ma 1Sam 15:29 dello stesso capitolo dice che Dio non mente né si pente. La spiegazione della "contraddizione" fra questi due versetti nello stesso capitolo è che l'eterno piano di Dio non cambia mai, e questo piano era di stabilire Saul come re e poi toglierlo per sostituirlo con Davide. Ma questo piano fu rivelato gradualmente nella storia, per cui quello che noi vediamo è quello che sembra un cambiamento nel piano di Dio (prima Saul come re, poi Davide).

Un'altra considerazione è che le promesse e le minacce di Dio sono condizionali, anche quando non è esplicito. [Alcune promesse invece non sono condizionali, soprattutto quando Dio fa un patto con l'uomo, perché dipendono solo dalla fedeltà di Dio e non dalla risposta umana.] Questo è detto in Ger 18:7-10. Quando dopo un avvertimento di giudizio una nazione si converte a Dio, Dio si pente della condanna, nel senso che non manda più il giudizio. Sembra dal punto di vista umano che Dio abbia cambiato piano e atteggiamento verso la nazione, ma in realtà l'avvertimento era condizionale sul fatto che continuava a peccare (anche se non era esplicito). E il suo piano eterno era di avvertire la nazione affinché si convertisse e non venisse distrutta, per cui Dio non è cambiato in sé, solo nella sua rivelazione all'uomo. Questo spiega anche 1Sam 2:30-31; Gion 3:10; 4:2.

Il linguaggio di ravvedimento sottolinea che Dio non è un robot, non è immobile senza poter rispondere alle persone. Invece risponde interiormente e nelle sue azioni a quello che noi facciamo, anche se non cambia nel suo carattere o piano.