A chi è permesso prestare denaro a interesse?

Esodo 22:25

La legge del Pentateuco parla di alcune situazioni. Non era permesso imporre interesse ad un povero del popolo (Es 22:25), ma Lev 25:35-37 dice che si doveva anche sostenere lo straniero (che è povero) nello stesso modo. Dt 23:19-20 dice di non prestare a interesse al prossimo, ma era possibile allo straniero (non Ebrei che abitavano nel paese degli Ebrei). Altrove, le Scritture parlano dell'uomo puro, che non dà il suo denaro a usura (Sal 15:5; Pr 28:8; Ez 18:8,13,17; 22:12). Unendo questi brani, sembrava che quando si trattava di un aiuto o un sostegno per il prossimo, non si dovesse chiedere l'interesse, perché così non era un aiuto ma un peso. Quando invece era un investimento (come sarebbe stato il caso spesso con gli stranieri; gli stranieri poveri era protetti da Lev 25:35), gli interessi erano permessi.

Se vogliamo applicare queste leggi ai nostri giorni, non è un divieto assoluto contro ogni prestito a interesse. Il denaro è usato in modo diverso adesso, per aumentare il capitale e così il reddito, e in molti casi è un aiuto a chi riceve il prestito perché guadagna di più degli interessi pagati. Naturalmente, non viviamo in una teocrazia come Israele e non possiamo imporre alle banche e alle altre istituzioni di non chiedere mai gli interessi. E come è spesso il caso, quando Gesù interpreta il significato della legge, la rende più forte: se vogliamo aiutare, dobbiamo prestare senza neanche chiedere che sia restituito cioè dobbiamo regalare (Lu 6:34-35; Mt 6:2-4). Vedi la domanda generale, "Qual è il ruolo della legge dell'Antico Testamento per il Cristiano oggi?".