Era giusto che Eliseo maledicesse i ragazzi che lo beffeggiavano?

2Re 2:23-24

Alcuni ragazzi beffeggiarono Eliseo, dicendogli di salire e chiamandolo calvo, per cui Eliseo li maledisse nel nome di Dio. Poi due orse uscirono dal bosco e sbranarono 42 dei ragazzi. La prima cosa da notare che questi non erano bambini; la parola usata descrive ragazzi e giovani dai 12 ai 30 anni (per esempio in Gen 22:12; 37:2; 1Sam 16:11-12; 1Re 20:14-15). Inoltre, era una banda di almeno una cinquantina di ragazzi in giro insultando le persone. Non era un gruppetto di innocenti bambini. Secondo, non prendevano in giro Eliseo perché era calvo. La calvizie era rara, e un motivo per disprezzo (Is 3:17,24), e spesso creava il sospetto della lebbra. Inoltre, "sali" non era un invito di entrare nella città, ma la stessa parola usata per descrivere la salita di Elia in cielo qualche giorno prima (2Re 2:11). Questi ragazzi in pratica dicevano, "Tu pensi di essere un uomo di Dio, ma ti disprezziamo; vai via come è andato via Elia, non vi vogliamo". Respingendo il profeta di Dio, respinsero anche Dio stesso. Terzo, non era che Eliseo prendesse l'insulto personalmente e in un momento di ira maledicesse chi lo insultava. Difendeva invece Dio, ricordando i ragazzi che Dio malediceva chi lo malediceva. Non fece venire gli orsi, non fece morire i ragazzi, ma lasciò il giudizio a Dio, siccome era Dio che era insultato e non Eliseo. Così Dio fece quello che aveva avvertito di fare nella legge di Mosè (Lev 26:21-22). Come sempre, era un ammonimento da parte di Dio per mezzo dei suoi messaggeri affinché il resto del popolo tornasse a lui, ma purtroppo non ascoltarono Dio neanche dopo questo avvenimento. Così un giudizio molto più grave venne su Israele con la deportazione, perché "si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti, finché l'ira del Signore contro il suo popolo arrivò al punto che non ci fu più rimedio" (2Cr 36:15-16, parlando del regno di Giuda).