A che cosa si riferiscono le settanta settimane?

Daniele 9:24-27

Benché ci siano diversi elementi delle visioni di Daniele (dal capitolo 7 al capitolo 12) che non sono chiari, questa profezia delle settanta settimane è quella che è più discussa. Ci sono diverse interpretazioni, e i commentatori non sono d'accordo su quella giusta, per cui non ritengo di poter dare una spiegazione definitiva della profezia. Mi limito ad elencare le interpretazioni più comuni. Secondo tutte queste interpretazioni, una "settimana" non è sette giorni ma sette anni, perché la parola ebraica usata non è la solita parola per settimana, ma una forma insolita della parola per "sette", che indicherebbe sette anni. Siccome la profezia parla di sette, 62, 7+62=69, e 70 settimane, vorrebbero dire 49, 434, 483, e 490 anni.

1. Dal decreto di Artaserse nel 457 a.C. di ricostruire Gerusalemme (Esd 7:11-26), ci sono 483 anni fino al battesimo di Gesù nel 27 d.C. Gesù fu ucciso in mezzo all'ultima settimana (31 d.C.), e il Vangelo fu predicato ai Gentili alla fine di quella settimana (34 d.C.).

2. Simile all'interpretazione precedente, ma c'è un intervallo di tempo indeterminato dopo la 69a settimana, fino all'ultima settimana che è nel nostro futuro, e sarebbe descritta in Apocalisse.

3. Dal decreto di Artaserse nel 444 a.C. di ricostruire Gerusalemme (Ne 2:1-8), ci sono 483 "anni profetici" (che si ritengono di essere di 360 giorni, cioè 12 mesi di 30 giorni), fino al 33 d.C., cioè l'entrata trionfale, la morte e la risurrezione di Gesù. Seguirebbe il tempo indeterminato e l'ultima settimana della seconda interpretazione.

4. Le prime sette settimane sono il tempo dell'esilio in Babilonia (587-538 a.C.), e poi un intervallo di tempo indeterminato. Dall'arrivo di Neemia dopo il decreto di Artaserse, che secondo questa interpretazione sarebbe stato nel 440 a.C., ci sono 483 anni alla nascita di Gesù nel 6 a.C.

5. Le prime sette settimane sono il tempo dell'esilio in Babilonia (587-538 a.C.), e poi ci sono 434 anni fino alla morte di Antioco Epifane nel 164 a.C. (non è esatto, ma secondo questa interpretazione la cifra è simbolica e approssimativa); l'unto sarebbe il sommo sacerdote Onia III che fu ucciso nel 171 a.C.