Perché non dobbiamo chiamare nessuno "padre"?

Matteo 23:9

Prima di tutto, è ovvio del contesto che Gesù non stia parlando del nostro padre biologico, che possiamo continuare a chiamare "padre". Si riferisce in Mt 23:8-10 invece ai padri spirituali: non dobbiamo chiamare nessuno "padre", né farci chiamare "rabbì" (cioè maestro) né "guida". Il motivo che Gesù dà ci spiega anche in quale senso: solo Dio e Gesù sono i nostri maestri e guide. Non è una proibizione assoluta di avere insegnanti né di essere insegnati; il resto del Nuovo Testamento dimostra chiaramente l'esistenza di insegnanti nella chiesa. Ma è una proibizione di trattare insegnanti come Dio, cioè fonti perfette di insegnamento, da ubbidire senza discutere. Per gli insegnanti, è un comando di non insuperbirsi, di non considerarsi perfetti né superiori a quelli che insegnano. Gli insegnanti sono fratelli di quelli che vengono insegnati (Mt 23:8), e non devono usare titoli per esaltarsi, nello stesso modo che non si usano i titoli nella famiglia. È vero che possiamo essere come un padre spirituale di qualcuno se si converte attraverso la nostra testimonianza (per esempio 1Cor 4:15; 2Tim 1:2), ma questo è solo per affermare un fatto, non per essere chiamato così.