I decreti della conferenza di Gerusalemme valgono ancora per noi?

Atti 15:20-29

Quando ci fu la discussione a Gerusalemme sulla questione se i Gentili potessero entrare nella chiesa senza essere circoncisi e diventare Giudei, la chiesa a Gerusalemme decise che i Gentili non dovevano osservare la legge di Mosè, ma dovevano astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli (cioè, dalle carni sacrificate), dalla fornicazione, dagli animali soffocati e dal sangue. (Per il sangue, vedi il commento su Genesi 9:3-4.) La questione è se queste cose siano richieste:
1. per essere salvati (non possibile; questo era il punto di vista di At 15:1 che fu respinto in At 15:11,17);
2. come comportamento giusto per qualcuno che è salvato (possibile); oppure
3. come comportamento per mantenere comunione con i Cristiani giudei.
Personalmente preferisco la terza possibilità, perché mentre i Giudei convertiti non dovevano più osservare tutta la legge di Mosè, molti lo facevano (almeno in parte), e comunque culturalmente molte delle pratiche dei Gentili erano ripugnanti ai Giudei. Per facilitare la possibilità che tutti i Cristiani, Giudei e non Giudei, vivessimo in pace insieme, questa conferenza a Gerusalemme diede queste raccomandazioni. Ci sono due motivi per cui preferisco questa interpretazione:
1. At 15:21 dà il motivo per cui i Gentili dovevano osservare queste cose (il versetto inizia, "Perché..."). Purtroppo, l'interpretazione non è chiara, ma mi sembra che dica che la legge di Mosè è predicata e praticata dappertutto, per cui i Gentili in ogni città dovranno relazionarsi con dei Giudei cristiani.
2. Paolo, quando parla di questi temi in Rom 14; 1Cor 8; 10, insegna questa interpretazione. Cioè, che non si è obbligati a non mangiare certi cibi, ma per motivi di comunione con altri Cristiani a volte è opportuno rinunciarci (1Cor 9:19-20).

Per questi motivi non credo che siano decreti universali per tutta la chiesa sempre, e non vanno osservati solo perché sono decisioni della conferenza a Gerusalemme. Naturalmente, la proibizione contro la fornicazione va osservata, ma perché Dio stabilì il sesso solo per il matrimonio alla creazione, al giardino di Eden. Però, in realtà il divieto contro la fornicazione potrebbe essere un problema per questa interpretazione. Sembra che dica che la fornicazione va bene, ma per mantenere buoni rapporti con i Giudei è meglio evitarla. Questo ovviamente è sbagliato - la fornicazione non è mai giusta. Per questo motivo, è meglio interpretare "fornicazione" qui nel senso stretto di rapporti sessuali con parenti. Questo per esempio è il senso della parola in 1Cor 5:1. Questa interpretazione è sostenuta inoltre dal fatto che ci sono molte somiglianze fra questi decreti e Lev 17-18, due capitoli che elencano le leggi che valevano non solo per i Giudei ma anche per gli stranieri che abitavano in mezzo a loro. Quindi la situazione era simile a quella di Atti: non erano Giudei, ma dovevano rapportarsi con i Giudei. E in quei capitoli, c'è il divieto di rapporti sessuali con parenti stretti (Lev 18:6-18). Va anche detto che l'inclusione della fornicazione fra i divieti della conferenza di Gerusalemme è anche un problema per la seconda interpretazione dei divieti qui sopra, che sono quelle parti della legge mosaica che valgono sempre. Perché la questione sarebbe in quel caso perché non sono stati vietati comportamenti come il furto e l'omicida, che erano, similmente alla fornicazione, parti della legge e cose da cui i Cristiani si devono astenere.

Comunque, anche se questi decreti non valgono universalmente nella chiesa, è possibile nella nostra situazione che ci siano dei Giudei nella nostra chiesa, che si offenderebbero alle nostre pratiche; in quel caso faremo bene a osservare queste decisioni. È addirittura possibile che dobbiamo imporre su noi stessi dei decreti ancora più rigidi, se vengono nella nostra chiesa dei Cristiani da un'altra cultura che si offendono per altre nostre pratiche (altri cibi che mangiamo o beviamo, il modo di vestirci, eccetera). Con queste persone, e con quelle che credono che i decreti siano ancora validi, anche se noi non osserviamo i decreti dobbiamo mettere in pratica il principio che è insegnato dalle decisioni della conferenza a Gerusalemme, e vivere in comunione con loro nel modo insegnato in Rom 14; 1Cor 8; 10.