Regno di Dio

Questa espressione appare in 92 versetti (i versetti 1-50 sono mostrati):

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1Re 11,31

Quindi disse a Geroboamo: «Prendine dieci pezzi, poiché dice il Signore, Dio di Israele: Ecco lacererò il regno dalla mano di Salomone e ne darò a te dieci tribù.

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1Re 18,10

Per la vita del Signore tuo Dio, non esiste un popolo o un regno in cui il mio padrone non abbia mandato a cercarti. Se gli rispondevano: Non c'è! egli faceva giurare il popolo o il regno di non averti trovato.

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2Cronache 1,1

Salomone figlio di Davide si affermò nel regno. Il Signore suo Dio era con lui e lo rese molto grande.

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2Cronache 13,5

Non sapete forse che il Signore, Dio di Israele, ha concesso il regno a Davide su Israele per sempre, a lui e ai suoi figli con un'alleanza inviolabile?

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2Cronache 20,30

Il regno di Giòsafat fu tranquillo; Dio gli aveva concesso la pace su tutte le frontiere.

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2Cronache 32,15

Ora, non vi inganni Ezechia e non vi seduca in questa maniera! Non credetegli, perché nessun dio di qualsiasi popolo o regno ha potuto liberare il suo popolo dalla mia mano e dalle mani dei miei padri. Nemmeno i vostri dèi vi libereranno dalla mia mano!».

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2Cronache 34,3

Nell'anno ottavo del suo regno, era ancora un ragazzo, cominciò a ricercare il Dio di Davide suo padre. Nell'anno decimosecondo cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme, eliminando le alture, i pali sacri e gli idoli scolpiti o fusi.

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2Cronache 34,8

Nell'anno decimottavo del suo regno, dopo aver purificato il paese e il tempio, affidò a Safàn figlio di Asalia, a Maaseia governatore della città, e a Ioach figlio di Ioacaz, archivista, il restauro del tempio del Signore suo Dio.

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Ester 1,1

Nel secondo anno del regno del gran re Assuero, il giorno primo di Nisan, Mardocheo figlio di Iair, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino ebbe un sogno. Era un Giudeo che abitava nella città di Susa, uomo grande, che prestava servizio alla corte del re e proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme con Ieconìa re della Giudea.
Questo era il suo sogno: ecco grida e tumulto, tuoni e terremoto, agitazione sulla terra. Ecco due enormi draghi avanzarono, pronti tutti e due alla lotta, e risuonò potente il loro sibilo. Al loro sibilo ogni nazione si preparò alla guerra, per combattere contro il popolo dei giusti. Ecco un giorno di tenebre e di caligine, di tribolazione e angustia, di malessere e grande agitazione sulla terra. Tutta la nazione dei giusti fu agitata: essi temevano la propria rovina, si prepararono a perire e gridarono a Dio.
Ma dal loro grido sorse, come da una piccola fonte, un grande fiume, acque copiose. Spuntò la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i superbi. Mardocheo allora si svegliò: aveva visto questo sogno e che cosa Dio aveva deciso di fare; continuava a ripensarvi entro il suo cuore e cercava di comprenderlo, in ogni suo particolare, fino a notte.
Mardocheo alloggiava alla corte con Bigtàn e Tères, i due eunuchi del re che custodivano la corte, quando udì i loro ragionamenti e, indagando sui loro disegni, venne a sapere che quelli si preparavano a mettere le mani sul re Assuero.
Allora ne avvertì il re. Il re sottopose i due eunuchi a un interrogatorio: essi confessarono e furono tolti di mezzo. Poi il re fece scrivere queste cose nelle cronache e anche Mardocheo le mise in iscritto.
Il re costituì Mardocheo funzionario della corte e gli fece regali in compenso di queste cose. Ma vi era anche Amàn figlio di Hammedàta, l'Agaghita, che era potente davanti al re e cercò il modo di far del male a Mardocheo e al suo popolo per l'affare dei due eunuchi del re.
Al tempo di Assuero, di quell'Assuero che regnava dall'India fino all'Etiopia sopra centoventisette province,

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Ester 8,12

e ciò in un medesimo giorno in tutte le province del re Assuero: il tredici del decimosecondo mese, cioè il mese di Adàr.
Quanto segue è la copia della lettera relativa a queste cose:
«Il grande re Assuero ai governatori delle centoventisette satrapie dall'India all'Etiopia e a quelli che hanno a cuore i nostri interessi, salute.
Molti uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più larga generosità dei benefattori, tanto più s'inorgogliscono e non solo cercano di fare il male ai nostri sudditi, ma incapaci di frenare la loro superbia, tramano insidie anche contro i loro benefattori. Non solo cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma esaltati dallo strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male.
Spesso poi accadde a molti costituiti in autorità che, per aver affidato a certi amici la responsabilità degli affari pubblici e per aver subìto la loro influenza, divennero con essi responsabili del sangue innocente, con disgrazia senza rimedio; perché i falsi ragionamenti di nature perverse avevano sviato l'incontaminata buona fede dei governanti.
Questo si può vedere non tanto nelle storie più antiche a cui abbiamo accennato, quanto piuttosto badando alle iniquità perpetrate da quella peste che sono coloro i quali senza merito esercitano il potere.
Provvederemo per l'avvenire ad assicurare a tutti gli uomini un regno indisturbato e pacifico, operando cambiamenti opportuni e giudicando sempre con la più equa fermezza gli affari che ci vengono posti sotto gli occhi.
Così è il caso di Amàn figlio di Hammedàta, il Macedone, il quale estraneo, per la verità, al sangue persiano e ben lontano dalla nostra bontà, accolto come ospite presso di noi, aveva tanto approfittato dell'amicizia che professiamo verso qualunque nazione, da essere proclamato nostro padre e da costituire la seconda personalità nel regno, venendo da tutti onorato con la prostrazione. Ma non reggendo al peso della sua superbia, egli si adoperò per privare noi del potere e della vita e con falsi e tortuosi argomenti richiese la pena di morte per il nostro salvatore e in ogni circostanza benefattore Mardocheo, per l'irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto il loro popolo. Pensava infatti per questa via di sorprenderci nell'isolamento e di trasferire l'impero dei Persiani ai Macedoni.
Ora noi troviamo che questi Giudei, da quell'uomo tre volte scellerato destinati allo sterminio, non sono malfattori, ma si reggono con leggi giustissime, sono figli del Dio altissimo, massimo, vivente, il quale in favore nostro e dei nostri antenati dirige il regno nella migliore floridezza. Farete dunque bene a non tener conto delle lettere scritte mandate da Amàn, figlio di Hammedàta, perché costui, che ha perpetrato tali cose, è stato impiccato ad un palo con tutta la sua famiglia alle porte di Susa, giusto castigo datogli velocemente da Dio, signore di tutti gli eventi.
Esposta invece una copia della presente lettera in ogni luogo, permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro leggi e prestate loro man forte per respingere coloro che volessero assalirli nel giorno della persecuzione, cioè il tredici del decimosecondo mese chiamato Adàr.
Infatti questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe eletta, Dio, signore di ogni cosa, lo ha loro cambiato in giorno di gioia.
Quanto a voi, Giudei, tra le vostre feste commemorative celebrate questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, e ora e in avvenire, sia ricordo di salvezza per noi e per i Persiani benevoli, per quelli invece che ci insidiano sia ricordo della loro perdizione.
Ogni città e più generalmente ogni località che non agirà secondo queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a ferro e fuoco; non soltanto agli uomini sarà resa inaccessibile, ma anche alle fiere e agli uccelli resterà odiosissima per tutti i tempi».

Est 8,12 in tutte le versioni | Mostra capitolo | Mostra contesto

Sapienza 6,4

poiché, pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente,
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.

Sap 6,4 in tutte le versioni | Mostra capitolo | Mostra contesto

Sapienza 10,10

essa condusse per diritti sentieri
il giusto in fuga dall'ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
gli diede successo nelle sue fatiche
e moltiplicò i frutti del suo lavoro.

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Siracide 47,13

Salomone regnò in tempo di pace,
Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno
perché costruisse una casa al suo nome
e preparasse un santuario perenne.

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Isaia 37,38

Ora, mentre egli era prostrato in venerazione nel tempio di Nisrok suo dio, i suoi figli Adram-Mèlech e Zarèzer lo uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di Ararat.
Assarhàddon suo figlio regnò al suo posto.

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Daniele 2,44

Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre.

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Daniele 6,8

Tutti i governatori del regno, i magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che venga pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora a trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni.

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Daniele 6,27

Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l'impero a me soggetto si onori e si tema il Dio di Daniele,
perché egli è il Dio vivente,
che dura in eterno;
il suo regno è tale che non sarà mai distrutto
e il suo dominio non conosce fine.

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Amos 9,8

Ecco, lo sguardo del Signore Dio
è rivolto contro il regno peccatore:
io lo sterminerò dalla terra,
ma non sterminerò del tutto la casa di Giacobbe,
oracolo del Signore.

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Matteo 6,33

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

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Matteo 12,28

Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio.

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Matteo 21,31

Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

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Matteo 21,43

Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.

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Marco 1,15

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».

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Marco 4,11

«A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole,

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Marco 4,26

Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;

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Marco 4,30

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?

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Marco 9,1

E diceva loro: «In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza».

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Marco 9,47

Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna,

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Marco 10,14

Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.

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Marco 10,15

In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso».

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Marco 10,23

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!».

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Marco 10,24

I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: «Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio!

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Marco 10,25

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

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Marco 12,34

Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

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Marco 14,25

In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».

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Marco 15,43

Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù.

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Luca 4,43

Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».

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Luca 6,20

Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.

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Luca 7,28

Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

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Luca 8,1

In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.

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Luca 8,10

Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché
vedendo non vedano
e udendo non intendano
.

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Luca 9,2

E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.

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Luca 9,11

Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.

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Luca 9,27

In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».

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Luca 9,60

Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e annunzia il regno di Dio».

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Luca 9,62

Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

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Luca 10,9

curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.

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Luca 10,11

Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.

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Luca 11,20

Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.

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Luca 12,31

Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.

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