SIA LA LUCE

Genesi 1:1

Scritto da Ivan77.

17/10/2021

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SIA LA LUCE( G 1:1,3)
Analisi dei primi 3 versetti di Genesi nella versione dei 70
Questa vuole essere una breve riflessione dei primi tre versetti del primo capitolo di Genesi analizzando in particolare alcuni termini in greco antico riportati nella septuaginta; prima traduzione in greco dell’antico testamento.
In principio
Non è un caso che sia il primo capitolo del Vangelo di Giovanni che quello di Genesi inizino con le stesse due parole: ‘In principio’ che in greco antico, la lingua scelta da Dio per portarci la buona notizia, traslitterate si traducono in ‘ en archè’; certamente nella lingua originale del vecchio testamento le troveremo scritte in ebraico ma poi tradotte nelle versioni greche come la septuaginta, od altre, verranno riportate con questi termini. Il sostantivo ‘archè’ ha un significato molto ampio e profondo, viene tradotto in: principio, origine, inizio, ma non indica semplicemente e solo l’inizio o il principio di un evento comune su un asse temporale ma vuol rappresentare l’inizio di tutte le cose , la fonte da cui ha origine ogni singolo elemento ed il tempo stesso.
Dio creò
Le successive parole che incontriamo sono ‘Dio creò’ , in greco si traducono in ‘epoiesen o theos’; la parola ‘epoisen’ un verbo coniugato al passato che deriva dal verbo ‘poieo’ che significa ‘io creo’ quindi creare, ma anche costruire, fare, dar vita, dare alla luce, comporre o anche fare in forma poetica ed è proprio su questo ultimo significato che troviamo uno dei tanti attributi che si possono accostare al nostro creatore: poeta e difatti anche la parola ‘poeta’ trae proprio origine dal termine greco ‘poieo’ e come una poesia la creazione ordinata con schemi e ritmi ben precisi riflettono la magnificenza del suo creatore: ‘o theos’ .
Il cielo e la terra
Dopo aver risposto agli interrogativi quando e chi, l’autore ispirato ci dice cosa è stato creato, nei successivi due termini si fondono tutti gli elementi del creato; ‘ton ouranov’ ossia ‘il cielo’ che appunto da l’idea di cielo,spazio in cui si muove la materia e ‘gen, ge’ che traduce terra,mondo, suolo ma anche terra intesa come insieme di elementi che la costituiscono quindi tutto ciò che è materia; concetto esemplificato nella creazione dell’uomo nel capitolo 2:7 in cui Dio plasma l’uomo dalla terra (ge), che curiosamente è composta anche da gli otto elementi che costituiscono il corpo umano, ovvero idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto calcio, fosforo,zolfo e sodio.
In questo primo versetto troviamo la risposta a un importante interrogativo che l’umanità si pone da sempre: da dove arriviamo? direi che ogni teoria scientifica, evoluzionistica ,filosofica riguardante le nostre origine e dell’universo qui viene smontata accettando per fede che lo spazio in cui viviamo, la materia che ne fa parte e soprattutto l’uomo sono il risultato di un atto voluto e perfettamente orchestrato in un determinato momento da un creatore ordinato.

La terra era vuota e informe, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso


Il secondo versetto comincia dando una descrizione dell’aspetto primordiale del pianeta; il primo aggettivo utilizzato in greco nella septuaginta è ‘aoratos’ che esprime invisibilità ma non intesa come trasparenza , ma come un qualcosa di nascosto, che c’è ma non si vede; poi segue l’aggettivo ‘akataskeuastos’ che traduce ‘impreparato, non elaborato, naturale, semplice, esprimendo vuotezza’, dunque si può altrettanto dire che la terra era invisibile e vuota o non preparata; la descrizione continua svelando cosa evidentemente causava invisibilità, in greco incontriamo il sostantivo ‘skotos’ che può tradursi in ,buio, tenebre, oscurità, cecità ma anche in aspetti oscuri dell’umanità come inganno,male, immoralità,ignoranza; poi l’autore prosegue scrivendo ‘epano tes abussou’, ‘al di sopra l’abisso o semplicemente ‘sopra l’abisso, quindi il buio, le tenebre regnavano sulla terra rendendola invisibile, probabilmente sommersa e circondata da acqua eccezionalmente profonda.

E lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.

Ma qualcosa di glorioso stava accadendo, troviamo scritto ‘kai pneuma theou’ ovvero ‘e lo spirito di Dio’ ,il termine pneuma anch’esso ricco di significato si può tradurre in soffio, alito(di vento), vento,ma anche spirito, ispirazione divina, elemento spirituale, spirito divino, soffio vitale e nel pensiero greco generalmente indicava il principio vitale di ogni organismo ciò che lo anima e da coscienza; lo stesso termine ‘pneuma’ lo ritroviamo nel nuovo testamento innumerevoli volte in quanto verrà usato proprio per indicare la persona Dio nello Spirito Santo che come un soffio vitale ci rianima dandoci una nuova vita.
Dunque Dio è presente ,viene scritto che il suo spirito 'epefereto epano tou udatos’ che tradotto letteralmente vuol dire ‘si portava al di sopra o sopra alle acque’; forse precedentemente non era li, si ha come l’impressione che Dio, incompatibile con un ambiente in condizioni così contrarie alla sua natura, si stesse avvicinando proprio per conformarlo al suo essere.
La terra originaria così descritta ricorda molto la condizione dell’uomo separato dal suo creatore perché controllato dalle tenebre, moralmente deviato e incapace di vedere la luce della verità; sotto alcuni aspetti ricorda anche il diluvio universale dove le acque rappresentano la morte spirituale invece il mondo sommerso prefigura l’uomo che incapace di riemergere, non ha speranza di salvarsi da solo, ma lo spirito di Dio come un arca galleggia sulle acque e solo su di essa possiamo trovare la luce.

Dio disse; ‘sia luce!’

L’apostolo Giovanni scrive nel vangelo al capitolo 1:3 riguardo alla parola:’ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di essa neppure una delle cose fatte è stata fatta’, nel terzo versetto del libro genesi troviamo una espressione che ritroveremo altre nove volte nello stesso capitolo vale a dire: ‘kai eipen o theos’ che rende: ‘e disse il Dio’ o ‘parlò il Dio’ ed ogni sua azione e creazione e sempre preceduta da questa espressione, quindi il creatore per mezzo della la sua Parola fa, compie e le prime parole che nella bibbia noi sappiamo proferì furono ‘sia la luce’ che nel greco corrispondono a ‘genetheto phos’; il verbo ‘genetheto’ è un predicato verbale in greco coniugato al tempo passato nel modo imperativo; deriva da ‘gignomai’ un verbo che indica il divenire contrapposto a ‘eimi’ che indica l’essere; determina un qualunque passaggio tra il non essere e l’essere come: nascere, accadere, esserci oppure un passaggio fra un modo di essere e un altro, per esempio divenire; in questo caso potrebbe lasciare intendere che la luce già esisteva e che si manifestò passando da una condizione di assenza a una di presenza e nello stesso modo Gesù Cristo che è luce e lo è sempre stata in eterno si manifesta al mondo avvolto dal peccato, controllato dalle tenebre e disperatamente bisognoso di lui.
La parola ‘phos’ invece traduce ‘luce’, questo termine ha la stessa radice del verbo ‘phaino’ che significa ‘mostrare, manifestare, portare alla luce, svelare, far conoscere..’; la luce in termini fisici è il mezzo con il quale possiamo vedere ma nel pensiero filosofico greco rappresentava ciò che la verità emana e che si può raggiungere solo attraverso la conoscenza.
Quindi la conoscenza è uno strumento necessario per vedere la luce e di nuovo nel vangelo di Giovanni al capitolo 8 versetto 12 ,troviamo questa verità proferita dal signore, che dice testualmente: ‘Gesù parlo loro di nuovo dicendo: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita’; ritroviamo la parola ‘phos’; Gesù sostiene di essere la luce del mondo, sta affermando di essere la luce che conduce alla verità e che questa è a disposizione di tutti ma solo quelli che la scrutano e la vogliono conoscere possono raggiungerla e difatti fa una precisazione dicendo:’ chi mi segue’; seguire in greco si traduce in ‘akoloutheo’ che può significare si seguire ma anche: lasciarsi guidare, obbedire, essere seguace, servire, essere conforme, essere analogo,e tutto ciò presuppone fede, impegno e una volontà di conoscere profondamente il Signore;inoltre ricompare anche un altro termine analizzato precedentemente ossia ‘skotos’ che ricordiamo traduce: tenebre, buio, oscurità; Gesù dice che chi lo segue non camminerà nelle tenebre, camminare in greco si traduce ‘peripateo’ che significa: appunto camminare, passeggiare ma anche, in senso figurato, vivere, trascorrere la vita ed è questo ovviamente il senso; non è possibile camminare con il Signore se nella tua vita stai trascorrendo la tua vita nelle tenebre e sei ancora schiavo del peccato perché ‘..Dio è luce e in lui non ci sono tenebre,se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.(1gv 1:5,6).’

E luce fu.

In conclusione nel terzo versetto in Genesi 1 troviamo la Parola di Dio che agisce senza esitazione, immediatamente ‘luce fu’ ‘kai egeneto phos’ cominciano una serie di eventi incredibili, meravigliosi che come nella vita di un uomo che riceve la luce di Cristo sprigionano una nuova rinascita che giorno dopo giorno ci modella e ci rende sempre più conformi all’immagine del nostro Signore.
Dal punto di vista fisico, scientifico non credo avremmo mai la certezza di cosa fosse la luce nella creazione ,si sono avanzate molte ipotesi più o meno valide, personalmente ritengo che per un credente non sia così fondamentale saperlo, importante invece è comprendere cosa simboleggia e soprattutto
guardiamola sempre fissa e indichiamola a chi la cerca perché questa è l’unica luce che conduce alla vita, altre luci sono solo abbagli che conducono alla perdizione eterna.

...ma il sentiero dei giusti è come luce che spunta e
va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno.
La via degli empi è come buio essi non scorgono ciò
che li farà cadere(Proverbi 4: 18,19).