Nuova Riveduta:

2Cronache 33:7

Mise l'immagine scolpita dell'idolo, che aveva fatto, nella casa di Dio, riguardo alla quale Dio aveva detto a Davide e a suo figlio Salomone: «In questa casa e a Gerusalemme, che io ho scelta fra tutte le tribù d'Israele, porrò il mio nome per sempre.

C.E.I.:

2Cronache 33:7

E collocò la statua dell'idolo che aveva fatto, nel tempio, di cui Dio aveva detto a Davide e al figlio Salomone: «In questo tempio e in Gerusalemme, che mi sono scelta fra tutte le tribù di Israele, porrò il mio nome per sempre.

Nuova Diodati:

2Cronache 33:7

Mise addirittura un'immagine scolpita, l'idolo che aveva fatto, nella casa di DIO, della quale DIO aveva detto a Davide e a Salomone suo figlio: «In questa casa e a Gerusalemme, che ho scelta fra tutte le tribù d'Israele, porrò il mio nome per sempre;

La Parola è Vita:

2Cronache 33:7

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La Parola è Vita
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Riveduta:

2Cronache 33:7

Mise l'immagine scolpita dell'idolo che avea fatto, nella casa di Dio, riguardo alla quale Dio avea detto a Davide e a Salomone suo figliuolo: 'In questa casa, e a Gerusalemme, che io ho scelta fra tutte le tribù d'Israele, porrò il mio nome in perpetuo;

Diodati:

2Cronache 33:7

Egli pose eziandio la scultura del simulacro ch'egli avea fatto, nella Casa di Dio, della quale Iddio avea detto a Davide, ed a Salomone, suo figliuolo: Io metterò il mio Nome in perpetuo in questa Casa, ed in Gerusalemme, che io ho eletta d'infra tutte le tribù d'Israele.

Commentario abbreviato:

2Cronache 33:7

Capitolo 33

Manasse e il pentimento 2Cr 33:1-20

Il regno malvagio di Amon in Giuda 2Cr 33:21-25

Versetti 1-20

Abbiamo visto la malvagità di Manasse; qui abbiamo il suo pentimento, ed è un esempio memorabile della ricchezza della misericordia perdonante di Dio e della potenza della sua grazia rinnovatrice. Privato della sua libertà, separato dai suoi cattivi consiglieri e compagni, senza alcuna prospettiva se non quella di finire i suoi giorni in una misera prigione, Manasse rifletté su ciò che era accaduto; cominciò a chiedere misericordia e liberazione. Confessò i suoi peccati, si condannò, si umiliò davanti a Dio, detestandosi come un mostro di empietà e di malvagità. Tuttavia, sperava di essere perdonato grazie all'abbondante misericordia del Signore. Allora Manasse sapeva che Geova era Dio, capace di liberare. Lo conobbe come Dio di salvezza; imparò a temerlo, a confidare in lui, ad amarlo e ad obbedirgli. Da quel momento portò un nuovo carattere e camminò in novità di vita. Chi può dire quali torture di coscienza, quali pene di dolore, quali timori d'ira, quali rimorsi strazianti sopportò, quando ripensò ai suoi molti anni di apostasia e di ribellione contro Dio; al fatto che aveva condotto migliaia di persone al peccato e alla perdizione; e alla sua colpa di sangue nella persecuzione di alcuni figli di Dio? E chi può lamentarsi che la via del cielo è sbarrata, quando vede entrare un tale peccatore? Di' il peggio di te stesso: ecco uno altrettanto cattivo che trova la via del pentimento. Non negare a te stesso ciò che Dio non ti ha negato; non è il tuo peccato, ma la tua impenitenza che ti sbarra il cielo.

Riferimenti incrociati:

2Cronache 33:7

2Re 21:7,8; 23:6
2Cron 33:4; 1Re 8:29; Sal 132:13,14
2Cron 6:6; 1Re 8:44,48; 11:13,32; Sal 78:68

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