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Commentario:Apocalisse 19:10E io mi prostrai (lett. caddi davanti) ai suoi piedi per adorarlo, non già perchè Giovanni avesse preso l'angelo per il Signore stesso, ma perchè, mosso da un sentimento di riverenza di fronte al 'potente angelo', e di viva riconoscenza per il messaggio recatogli, egli unisce e confonde insieme l'Autore del messaggio con il messaggero che glielo reca. L'angelo subito lo corregge. Ed egli mi disse: Guardati dal farlo; io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli che posseggono (lett. che hanno) la testimonianza di Gesù: Adora Iddio! Nella narrazione di un fatto analogo in Apocalisse 22:8-9, l'angelo dice: 'Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro: Adora Iddio'. Qui, invece, aggiunge: Perchè la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia. L'angelo si dichiara un semplice servo da non confondersi col solo Signore e Padrone di tutte le creature. Come tale egli appartiene alla stessa categoria di Giovanni dal quale non ha da ricevere alcuna adorazione. Anzi il suo servizio attuale è dello stesso genere di quello del veggente, giacchè ambedue sono occupati nella trasmissione della rivelazione divina. L'angelo è mandato da Cristo a comunicarla a Giovanni, il quale a sua volta sotto l'ispirazione dello spirito della profezia la deve far conoscere alle chiese. Cfr. Apocalisse 1:1-2; 22:16: 'Io Gesù ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese'. L'angelo può quindi chiamarsi 'conservo di Giovanni e dei suoi fratelli, i profeti'; o, come dice qui: 'tuo conservo e dei tuoi fratelli che serbano (o posseggono) la testimonianza di Gesù'; con la quale espressione, si accenna principalmente ai profeti che hanno ricevuto da Gesù, 'il fedel testimone' la conoscenza della verità, e la comunicano ai loro simili. In via ordinaria, Cristo comunica ai suoi servitori l'intelligenza della verità mediante lo Spirito della verità ch'è dato loro in misura speciale Giovanni 14:26; 16:13-14; 1Corinzi 2:10-16 e che li fa capaci anche di comunicarla ad altri. Lo spirito della verità dato da Cristo è chiamato qui lo spirito della profezia. In senso più generale, tutti i credenti sono partecipi dello Spirito di Cristo e per mezzo d'esso conoscono la verità e ne rendono a loro volta testimonianza. Cfr. Apocalisse 22:9; Romani 8:9. AMMAESTRAMENTI 1. La vittoria sul male è la condizione dello stabilimento del regno di Dio nel mondo. Non altrimenti avviene negli individui. Ogni vittoria che riportiamo sull'orgoglio, sulla. mondanità, sull'odio, sullo spirito di violenza, sull'egoismo, segna un progresso del regno di Dio in noi stessi: progresso di cui la gloria appartiene all'Iddio della nostra salvezza. Ogni 'opera giusta' dei fedeli adorna la sposa di Cristo. 2. La terra ha spesso udito le grida di trionfo dei nemici del regno di Dio quando è parso loro che l'Evangelo eterno, superato dalla sapienza umana o affogato nella mondanità, stesse per sparire con le superstizioni del passato, o quando la voce dei fedeli si spegneva nel sangue. Ma verrà il giorno in cui cielo e terra echeggeranno di Alleluia di inaudita potenza, e saran quelli della vittoria definitiva sulla meretrice che ha adulterato il Vangelo e corrotta la terra, sul falso profeta che ha servito l'anticristianesimo, e sull'anticristo stesso. 'Post tenebras lux'. 3. La Scrittura ha scelto le immagini meglio atte a darci un'idea della beatitudine dei redenti nel cielo; ma sono cose ineffabili che nessun linguaggio umano può esprimere 2Corinzi 12:1-5; e siccome son tanto diverse dallo stato terreno, tanto più elevate, essa per sradicare dal cuore il dubbio, insiste nell'affermarne l'assoluta certezza. 'Queste son le veraci parole di Dio'; 'Queste parole sono fedeli e veraci' Apocalisse 22:6. 'Se non fosse così, diceva Gesù ai suoi, io ve l'avrei detto' Giovanni 14:2. L'Apocalisse stessa è una 'testimonianza di Gesù' redatta sotto l'ispirazione dello Spirito suo ch'è lo Spirito della profezia. 4. Due volte, nel corso delle sue visioni, Giovanni nell'esuberanza della sua riconoscenza per le rivelazioni ricevute, volle manifestarla adorando, invece del Donatore, la mano che gli porgeva il dono. Egli narra questi suoi errori e la correzione che ne ricevette, per mettere in guardia i cristiani contro la tendenza pagana a confondere la creazione col Creatore. Nessuna creatura, per quanto eccelsa, santa e benefica, dev'essere adorata. Nella sua prima Epistola Giovanni diceva: 'Figliuoletti, guardatevi dagl'idoli'; nell'Apocalisse ripete con l'angelo: 'Adora Iddio'. «Mentre rifiutiamo di adorar le creature, anche angeliche, dobbiamo esser tanto più ferventi nel culto che rendiamo all'Iddio Salvatore. Adoriamo sopratutto con l'ascoltare con rispetto le sue magnifiche rivelazioni» (De Perrot). Riferimenti incrociati:Apocalisse 19:10Ap 22:8,9; Mar 5:22; 7:25; At 10:25,26; 14:11-15; 1G 5:21 Dimensione testo: |