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Commentario:Atti 7:7Mi serviranno in questo luogo. Non in Gerusalemme, ma qui sul monte Sinai; quindi, fino dal tempo della promessa del paese di Canaan, l'invito ad adorare Iddio non è confinato a Gerusalemme, né al tempio; come poteano dunque gli avversari accusare Stefano di bestemmia quand'egli non facea che ripetere una cosa antica e nota? Dal punto di vista critico notisi che questo passo è il risultato della sintesi di Genesi 15:17 e della libera interpretazione di Esodo 3:12. In Esodo 3:12 il τοπος ουτος è il monte di Horeb. Stefano l'applica invece alla terra di Canaan, e forse al tempio. E si osservi ancora che le parole di Esodo 3:12 furono indirizzate non ad Abramo, ma a Mosè dai misteri del pruno ardente. "Stefano, dice il Barde, nella emozione e nella, rapidità del discorso, potè senza dubbio permettersi queste transposizioni, senza dar loro grande importanza. Oppure, a coteste transposizioni ei sarà stato trascinato, pensando alla intima relazione che univa il servizio di Jahveh appiè dell'Horeb con cotesto stesso servizio in Canaan. L'idea fondamentale, insomma, sarebbe questa: come Mosè ha servito l'Eterno in Horeb, così Abramo ed i suoi discendenti gli hanno reso un culto in Canaan." Riferimenti incrociati:Atti 7:7Ge 15:14-16; Eso 7:1-14:31; Ne 9:9-11; Sal 74:12-14; 78:43-51; 105:27-36; 135:8,9; 136:10-15; Is 51:9,10 Dimensione testo: |