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Commentario:Ebrei 9:1Sezione B. Ebrei 9:1-14. CRISTO HA APERTO LA VIA AL TRONO DI DIO OFFRENDO SÈ STESSO QUAL SACRIFICIO PERFETTO A DIO. Cristo compie un ministerio più eccellente dei sacerdoti levitici, un ministerio che serve al patto di grazia. Così ha insegnato l'autore in Ebrei 8. Ma in che consiste questa eccellenza? Ecco quello che l'autore si accinge ad esporre. Le tre idee principali della sezione sono le seguenti: a) L'antico Patto aveva bensì un santuario diviso ed arredato in modo divinamente sapiente e da cui molti insegnamenti sarebbero da dedurre nei quali l'autore non entra Ebrei 9:1-5; b) però, secondo le disposizioni legali, l'adito al luogo santo era riservato ai soli sacerdoti, e quanto al luogo santissimo, esso rimaneva inaccessibile, il solo sommo sacerdote potendovi penetrare e ciò una volta sola all'anno, col sangue di vittime animali Ebrei 9:6-10; c) ma, quando è venuto il Cristo qual sacerdote dei beni futuri, egli è penetrato nel vero luogo santissimo, presentando il proprio sangue, e ne ha aperto l'adito al popolo purgando la lor coscienza di peccato Ebrei 9:11-14. Ebrei 9:1-5. Il santuario terreno. Aveva dunque anche il primo [patto] degli ordinamenti di culto ed un santuario terreno. Il testo erasmiano ha: «il primo tabernacolo». L'aggiunta è spuria come dimostra il testo degli antichi codici. Si ha da sottintendere piuttosto la parola patto, poichè di patto ha parlato nella frase precedente. Anche il primo patto, sebbene imperfetto e transitorio, aveva quando fu stabilito, tutto un sistema di prescrizioni divine regolanti il culto esterno ed un santuario visibile ove si compievano i riti ordinati. L'espressione δικαιωματα λατρειας, malamente tradotta dalla Vulgata justificationes culturae, significa le giuste disposizioni divine che si riferivano al culto, le norme che ne regolavano la celebrazione, sia che si trattasse dei sacerdoti, dei riti svariati, del modo di compierli, dei tempi prescritti ecc. L' ἁγιον κοσμικον (lett. santuario cosmico) non vuol dire santuario adorno, e neppure «destinato a tutto il mondo», come interpretarono antichi espositori, ma semplicemente santuario terreno, appartenente a questo mondo, per opposizione al vero santuario non piantato dall'uomo Ebrei 8:2, «non fatto con mani cioè non appartenente a questa creazione» Ebrei 9:11,24. Il tabernacolo per il luogo che occupava, per la composizione sua materiale, per la costruzione sua per mano d'uomini, per l'uso cui era destinato, era connesso col mondo presente, passeggiero (Cfr. Delitzsch). Riferimenti incrociati:Ebrei 9:1Eb 8:7,13 Dimensione testo: |