Esodo 16

1 Capitolo 16

Gli Israeliti raggiungono il deserto di Sin. Essi mormorano per il cibo, Dio promette pane da cielo Es 16:1-12

Dio invia quaglie e manna Es 16:13-21

Particolari sulla manna Es 16:22-31

La conservazione di un omer di manna Es 16:32-36

Versetti 1-12

Le provviste d'Israele, portate fuori dall'Egitto, finirono nel mezzo del secondo mese e il popolo mormorò. Non è cosa nuova che la gentilezza più grande generi le ferite più grandi. Essi finora sottovalutarono la loro liberazione a tal punto da volere morire in Egitto e per la mano del Signore, cioè per le piaghe che falciarono via gli egiziani. Non si può supporre che essi veramente avevano abbondanza in Egitto, né che potevano morire nel deserto avendo greggi e bestiame: nessuno parla più assurdamente di quelli che mormorano. Quando iniziamo a irritarci, dobbiamo considerare che Dio sente tutte le nostre mormorazioni. Dio promette un aiuto rapido e costante. Egli ha voluto provare se essi avevano fiducia in Lui e fossero soddisfatti del pane quotidiano. Egli provò così se essi lo avrebbero servito e sembrava che fossero veramente ingrati. Quando Dio afflisse gli egiziani, ciò avvenne per fare a loro sapere che Egli era il loro Signore; quando invece liberò gli Israeliti, Egli voleva fargli sapere che Egli era il loro Dio.

13 Versetti 13-21

Di sera vennero le quaglie e il popolo non doveva nemmeno faticare per catturarle. La manna scese come la rugiada. Essi la chiamarono "Manna, Man hu", che vuol dire, "che cosa è questo"? "è una razione"; "è la razione che il nostro Dio ci ha assegnato e noi la prenderemo e Gli saremo grati". Era un cibo gustoso e salutare. La manna piovve dal cielo e apparve quando la rugiada si sciolse, come una parte piccola intorno a qualcosa, così piccola come il gelo canuto, come seme di coriandolo, simile a perle colorate. La manna cadeva solo sei giorni alla settimana e in quantità doppia il sesto giorno; covava vermi e diventava nociva se mantenuta più di un giorno, a parte il sabato. Il popolo non l'aveva mai vista prima. Si poteva macinare in un mulino o schiacciare in una malta e farne focacce da cuocere. Piovve per tutti i quaranta anni che gli Israeliti rimasero nel deserto, dovunque essi si trovassero e cessò quando essi arrivarono a Canaan. Appariva diversa da qualsiasi cosa provata prima. Essi dovevano raccogliere la manna ogni mattina. Con questo ci viene insegnato,

1. Ad essere prudenti e diligenti nel provvedere nutrimento a noi stessi e alle nostre famiglie; guadagnare e mangiare in pace il nostro pane e non pane di ozio o di inganno. Vediamo la generosità di Dio che provvede ai bisogni dell'uomo: così la vediamo in azione anche quando fece piovere la manna; essi non devono mangiare finché non l'avessero raccolta.

2. Ad accontentarsi del necessario. Quelli che hanno molto, possono nutrirsi e vestirsi in abbondanza, mentre quelli che hanno meno, hanno il minimo indispensabile; ma chi possiede molto, sebbene non abbia alcuna mancanza, in realtà non ha nulla tra le mani. Non c'è in realtà differenza tra chi ha troppo e chi ha poco nel godimento delle cose di questa vita, e nel vano possesso di esse.

3. A dipendere dalla Provvidenza: essi dormivano quietamente, sebbene non avessero pane nelle loro tende, né in tutto il loro campo, confidando nel fatto che Dio, il seguente giorno, avrebbe procurato loro il pane giornaliero. Era un pane assicurato dei depositi di Dio, e anzi era più dolce e più fresco di quello sudato. Vedete qui la follia dell'accumulare: la manna di alcuni, ritenutisi più saggi e provvidenti dei loro vicini in modo da non rimanere a digiuno il giorno dopo, produsse vermi e non servì più a nulla. Questo dimostra che si perde più facilmente quello che si brama e desidera smoderatamente. Tali ricchezze sono corrotte, Giacomo 5:2-3. La stessa saggezza, potenza e bontà che ha provveduto di cibo dall'alto agli Israeliti nel deserto, provvede ogni anno il cibo dalla terra tramite il corso costante della natura e ci dà tutte le cose da apprezzare riccamente.

22 Versetti 22-31

Ecco una citazione del sabato del settimo giorno. Era noto, non solo prima di ricevere la legge sul monte Sinai, ma ancora prima della liberazione di Israele dall'Egitto, e ancora all'inizio della creazione, Genesi 2:3. L'istituzione di un giorno tra sette per dedicarsi al santo riposo, fu fatta da quando Dio creò l'uomo sulla terra ed è la più antica delle leggi Divine. Obbligandolo a riposare nel settimo giorno, Dio si è assicurato che l'uomo non perda niente nei suoi affari a causa di questo giorno; e nessuno sarà mai perdente servendo Dio. Nel giorno precedente il sabato gli Israeliti dovevano raccogliere la manna abbastanza per due giorni in modo da provvedersi. Questo ci induce ad organizzarci, in modo da non essere impediti da nulla nel riposo sabbatico. Solo lavori indispensabili possono essere fatti in quel giorno; ma è meglio applicarsi ai bisogni dell'anima per la vita che deve venire. Quando essi nascosero la manna ignorando il comando, questa imputridì; quando invece essi la conservarono seguendo il comando, rimase dolce e buona: ogni cosa è santificata dalla parola di Dio e dalla preghiera. Nel settimo giorno in cui Dio non mandò manna, essi non dovevano aspettarsela né andare fuori a raccoglierla. Questo dimostrava che si trattava di un miracolo.

32 Versetti 32-36

Dio ebbe fornito manna come cibo per il suo popolo nel deserto e tale ricordo doveva essere preservato. Il pane mangiato non deve essere mai dimenticato. I miracoli e la misericordia di Dio devono essere sempre ricordate. La parola di Dio è la manna che nutre le nostre anime, Matteo 4:4. Le consolazioni dello Spirito sono la manna nascosta, Apocalisse 2:17. Queste vengono da cielo, come la manna e sono il sostegno ed il conforto della vita Divine nell'anima, mentre siamo nel deserto di questo mondo. La parola di Cristo deve essere applicata all'anima e i mezzi della grazia devono essere utilizzati. Tutti dobbiamo raccoglierne per noi stessi e raccoglierne nelle mattina della nostra vita, le mattine delle nostre opportunità che se ignorate, possono passare via senza effetto. La manna non doveva essere accumulata, ma mangiata: quelli che hanno ricevuto Cristo, devono per fede vivere appoggiati a Lui e non ricevere la sua grazia invano. C'era manna abbastanza per tutti, abbastanza per ciascuno e nessuno ne aveva troppa: così in Cristo c'è a sufficienza, ma non più di quanto abbiamo bisogno. Ma quelli che mangiarono la manna, ebbero fame di nuovo, morirono alla fine e di molti di essi Dio non era affatto contento, mentre coloro che si alimentano di Cristo per fede, non avranno mai fame e non moriranno più e di loro Dio sarà per sempre ben contento. Cerchiamo pertanto con serietà la grazia dello Spirito Santo per imparare tutta la dottrina di Cristo crocifisso, alimento spirituale delle nostre anime per fede e per amore.

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