Esodo 3

1 Capitolo 3

Dio appare a Mosè in un roveto ardente Es 3:1-6

Dio manda Mosè a liberare Israele Es 3:7-10

Il nome Geova Es 3:11-15

La promessa della liberazione degli Israeliti Es 3:16-22

Versetti 1-6

Gli anni della vita di Mosè si possono suddividere in tre periodi di quaranta anni: i primi quaranta che egli trascorse come principe nella corte di Faraone, il secondo come pastore a Madian, il terzo come re in Jeshurun. Come è mutevole la vita di un uomo! Dio si rivelò a Mosè inizialmente mentre questi si curava delle pecore. Pur sembrando un lavoro troppo umile per un uomo della sua grandezza e istruzione, egli era tuttavia soddisfatto di esso: imparò così la mitezza e l'appagamento che lo resero più famoso nella sua missione divina della sua cultura. A Satana piace trovarci inattivi, mentre Dio è contento quando ci trova all'opera. La solitudine è una buona amica per la nostra comunione con Dio. Con sua grande sorpresa Mosè vide un cespuglio che ardeva senza fiamma. Il cespuglio bruciava e non si consumava: ecco un simbolo della chiesa schiava in Egitto. Ed esso ci ricorda pure la chiesa di ogni età attaccata dalle persecuzioni più pesanti che è risparmiata dalla distruzione per la presenza di Dio. Il fuoco è un emblema nella Scritture della santità e della giustizia Divina, delle afflizioni e delle prove con le quali Dio mette alla prova e purifica il suo popolo e anche di quel battesimo dello Spirito Santo mediante il quale gli affetti peccaminosi sono consumati e l'anima trasformata nella natura e nell'immagine Divina. Dio diede a Mosè una chiamata di riguardo alla quale egli rispose prontamente. Quelli che hanno comunione con Dio, devono servirlo seguendo i comandi con cui egli manifesta se stesso e la sua gloria, pur anche se sotto le sembianze di un cespuglio. Togliere le scarpe era un segno di rispetto e di sottomissione. Dobbiamo andare a Dio con una austerità e preparazione, evitando con attenzione ogni cosa che sembra disdicevole per il suo servizio. Dio non dice che "fu" il Dio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe, ma che "è". I patriarchi, nonostante i loro corpi siano ancora nella tomba, vengono dichiarati viventi: il tempo non può separare le anime dal loro Creatore. Per questo Dio insegnò a Mosè di guardare l'altro mondo e a rafforzare la sua fede in uno stato futuro. Questo insegnamento è ripreso e interpretato poi dal nostro Signore Gesù quando afferma che i morti risorgeranno, Lu 20:37. Mosè nascose la sua faccia per la vergogna e il timore di potere guardare a Dio. Più contempliamo Dio, la sua grazia e la sua fedeltà al patto e più lo onoreremo e gli renderemo culto con riverenza e santo timore.

7 Versetti 7-10

Dio nota le afflizioni dell'Israele. Non solo i loro dispiaceri gli erano noti, ma anche quelli di tutto il popolo di Dio. Così pure il loro grido: Dio sente le grida del suo popolo afflitto. E l'oppressione che essi dovevano sopportare: ciò nonostante i loro oppressori non li sopraffecero. Dio promette una pronta liberazione mediante modi fuori del comune. Quelli che Dio, per sua grazia, libera dalla schiavitù spirituale dell'Egitto, saranno condotti alla Canaan divina.

11 Versetti 11-15

Mosè si ritenne capace di liberare Israele e si mise al lavoro troppo frettolosamente. Ora, anche la persona più adatta per un determinato compito valuta la propria debolezza. Questo è l'effetto di una grande conoscenza di Dio e di sé stesso. Prima Mosè aveva fiducia in se stesso mescolata con grande fede e zelo, ora la colpevole sfiducia in Dio si nasconde sotto l'abito dell'umiltà: tanto sono difettose le grazie più grandi e i compiti migliori dei santi più eminenti. Ma tutte le obiezioni si risolvono con: "Sicuramente Io sarò con te". Questo è sufficiente. Ecco adesso che veniamo a conoscenza di due nomi di Dio: un nome che indica ciò che egli stesso è, IO SONO COLUI CHE SONO. Questo spiega anche il suo nome Geova e indica: 1. Che egli esiste da sé: egli si dà vita da sé stesso. 2. Che egli è eterno e immutabile: Egli è sempre lo stesso, ieri, oggi e per sempre. 3. Che egli è incomprensibile: non possiamo conoscerlo indagando a fondo: questo nome soddisfa tutte le richieste di informazioni sfrontate e curiose che riguardano Dio. 4. Che egli è fedele e vero in tutte le sue promesse: Egli è immutabile nella sua parola come pure nella sua natura; Israele deve sapere che IO SONO lo aveva inviato ad essi. IO SONO e nessuno altro. Tutto il resto proviene e dipende da Dio. Inoltre, qui c'è un nome che indica quale è il Dio del suo popolo. Il Signore Dio dei vostri padri mi ha inviato a voi. Mosè deve rammentare loro la religione dei loro padri, che era quasi dimenticata e, pertanto, esse potevano contare sull'adempimento rapido ed efficace delle promesse che Dio fece ai loro padri.

16 Versetti 16-22

Mosè ebbe successo presso gli anziani d'Israele. Dio, che, per sua grazia, inclina il cuore e apre l'orecchio, avrebbe potuto anticipargli che essi avrebbero ascoltato attentamente la sua voce per renderli attivi in quel giorno potente. In riferimento a Faraone, a Mosè è qui predetto che le sue richieste, ogni tipo di persuasione e sofferenza presentatagli non lo avrebbero convinto e nemmeno i segni e i prodigi. Saranno certamente piegati dalla potenza della mano di Dio, coloro che non si inchineranno alla potenza della sua Parola. Gli egiziani fornirono poi a Israele delle ricchezze alla loro partenza. Nella tirannia di Faraone e nell'oppressione di Israele vediamo lo stato miserabile e abietto dei peccatori. Tuttavia sotto il giogo, essi gridarono finché il Signore inviò la redenzione. Per mezzo del vangelo, Dio ci da gli insegnamenti dello Spirito Santo che rende gli uomini volenterosi a ricercare la salvezza. Satana perde così il suo potere di tenerli incatenati, essi vengono al Signore con tutto ciò che hanno e si applicano completamente alla gloria di Dio e al servizio della sua chiesa.

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