Esodo 4

1 Capitolo 4

Dio dà potenza a Mosè per fare miracoli Es 4:1-9

Mosè è inviato, Aronne è il suo aiuto Es 4:10-17

Mosè lascia Madian, il messaggio di Dio a Faraone Es 4:18-23

Dio si dispiace contro Mosè, Aronne lo incontra, il popolo crede Es 4:24-31

Versetti 1-9

Mosè obietta che il popolo non lo avrebbe preso sul serio, a meno che egli non mostrasse dei segni. Dio gli dà potenza per fare miracoli. Ma quelli che sono oggi inviati a proclamare il messaggio di Dio agli uomini, non hanno bisogno del potere di fare miracoli: il loro carattere e le loro dottrine devono essere provati da quella stessa parola di Dio che proclamano. Questi miracoli erano un riferimento ai miracoli del Signore Gesù Cristo. Solo a Lui appartiene il potere di cacciare il demonio fuori dell'anima e curare l'anima dalla lebbra peccato e a Lui si ricorre per cacciare il demonio fuori del corpo e curare la lebbra del corpo.

10 Versetti 10-17

Mosè andò avanti nel progetto Dio, sebbene ci fosse codardia e incredulità nei suoi confronti. Non dobbiamo giudicare gli uomini per la loro parlantina. La saggezza e il vero valore possono provenire da una lingua lenta. Dio, talvolta, sceglie tra i suoi messaggeri coloro che sono meno avvantaggiati dalla natura per capacità e arti affinché la sua grazia in loro possa apparire più gloriosa. I discepoli di Cristo non erano oratori finché lo Spirito Santo non li rese tali. Dio accondiscese a rispondere alle scuse di Mosè. Anche la mancanza di fiducia in sé stessi, quando essa ci impedisce di agire o non fa fruttare il nostro dovere, è molto spiacevole per il Signore. Ma mentre incolpiamo Mosè di indietreggiare di fronte a questa pericolosa missione, dobbiamo domandare ai nostri cuori se non trascuriamo compiti più facili e meno pericolosi. La lingua di Aronne e la testa e il cuore di Mosè fu il completamente adatto per questa missione. Dio promette che sarebbe stato nella bocca di Mosè e di Aronne. Anche Aronne, che sapeva parlare bene, non poté ancora parlare finché Dio non gli diede l'insegnamento costante e l'aiuto: senza l'aiuto costante di Dio e la sua grazia, anche le doti migliori saranno inefficaci.

18 Versetti 18-23

Dio stesso, apparendo nel roveto, parlò a Mosè. Faraone indurì il proprio cuore contro i lamenti e le grida degli Israeliti oppressi e ora Dio, agendo secondo giustizia, indurisce il suo cuore contro l'insegnamento dei miracoli e il terrore delle piaghe. Ma sebbene Faraone lo ascolterà oppure no, Mosè deve dirgli: "Così dice il Signore". Egli deve richiedere la liberazione di tutto l'Israele: "Lascia andare mio figlio, non soltanto il mio servo, che non hai diritto di trattenere, ma pure mio figlio. È mio figlio che mi serve e quindi deve essere risparmiato per la mia opera. In caso di rifiuto ammazzerò tuo figlio, il tuo primogenito". Come gli uomini tratteranno i figli di Dio, così saranno trattati.

24 Versetti 24-31

Dio incontrò Mosè irritato. Il Signore lo minacciò di morte o gli inviò la malattia, quale punizione per avere trascurato di circoncidere suo figlio. Quando Dio scopre in noi qualcosa che non va nelle nostre vite, dobbiamo impegnarci con tutte le forze per emendarci velocemente. Questa è l'insegnamento di ogni prova: veniamo richiamati per ritornare a Colui che ci colpisce. Dio mandò Aronne a incontrare Mosè. Più Dio li faceva operare insieme, più piacevole diventava la loro missione. Gli anziani d'Israele posero in loro la fiducia e furono pronti ad obbedire a loro. Avviene spesso che troviamo meno difficoltà di quanto ci aspettiamo, in accordo al volere di Dio e per la sua gloria. Proviamo le nostre opere e il Signore sarà con noi e ci farà prosperare. Se Israele gradì la notizia della loro liberazione e l'adorazione del Signore, come non dovremmo gradire la buona novella della redenzione, abbracciarla con fede e adorare il Redentore!

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