Genesi 12

1 Capitolo 12

Dio chiama Abramo e lo benedice con la promessa di Cristo Gen 12:1-3

Abramo parte da Caran Gen 12:4, 5

Egli viaggia attraverso Canaan e adora Dio in quella terra Gen 12:6-9

Abramo è guidato da una carestia in Egitto e finge che sua moglie sia sua sorella Gen 12:10-20

Versetti 1-3

Dio scelse Abramo e lo separò dai compagni idolatri affinché potesse riservarsi un popolo che avrebbe mantenuto il suo vero culto fino alla venuta di Cristo. Da ora in avanti Abramo e la sua discendenza sono quasi l'unico soggetto della storia della Bibbia. Abramo fu provato affinché dimostrasse di amare Dio al di sopra di tutto e affinché lasciasse volontariamente tutto per andare con Dio. I suoi parenti e la casa di suo padre furono una tentazione costante e non poté continuare a vivere con loro senza il pericolo di infettarsi. Coloro che lasciano i loro peccati e si convertono a Dio, guadagneranno tanto per questo cambiamento. Dio diede il comando ad Abramo, secondo la chiamata del vangelo, di sottomettere gli affetti naturali alla Divina grazia. Il peccato e tutte le sue occasioni devono essere abbandonate e, in particolare, le cattive compagnie. Ecco promesse molto grandi e preziose e tutti i precetti di Dio sono seguiti da tali promesse per quelli che ubbidiscono: 1. Io farò di te una grande nazione: quando Dio prese Abramo dal suo popolo gli promise di essere a capo di altra gente. 2. Io ti benedirò: i credenti ubbidienti saranno sicuri di ereditare la benedizione. 3. Renderò grande il tuo nome: il nome dei credenti ubbidienti sarà certamente reso grande. 4. Sarai una benedizione: i buoni sono una benedizione per il loro paese. 5. Benedirò coloro che ti benedicono e maledirò quanti ti malediranno: Dio si assicurerà che nessuno si perda a causa del suo servizio fatto per il suo popolo. 6. In te saranno benedette tutte le famiglie della terra: Gesù Cristo è la grande benedizione del mondo, la più grande che il mondo abbia mai posseduto. Tutta la benedizione che il mondo ora possiede e possederà è dovuto ad Abramo e alla sua posterità. Per mezzo di essi abbiamo una Bibbia, un Salvatore e un Vangelo. Egli è il capostipite su cui è innestata la chiesa di Cristo.

4 Versetti 4, 5

Abramo credeva che la benedizione dell'Onnipotente era sufficiente per tutto ciò che egli avrebbe lasciato e abbandonato. Essa avrebbe inoltre soddisfatto tutte le sue esigenze e superato tutti i suoi desideri e sapeva anche che la miseria avrebbe ricompensato la disobbedienza. I credenti che sono giustificati per fede in Cristo hanno pace con Dio. Essi continuano a camminare verso Canaan. Essi non sono scoraggiati dalle difficoltà nel loro cammino, né indietreggiano per i piaceri che incontrano. Quelli che si incamminano per il cielo devono perseverare fino alla fine. Tutto ciò che intraprendiamo, in ubbidienza all'ordine di Dio e in umile atteggiamento verso la sua provvidenza, certamente riuscirà e sarà portato a termine con grande conforto. Canaan non era, come le altre proprietà, un mero possesso, ma una sorta di cielo e con questo rispetto i patriarchi l'hanno apprezzata con tanta serietà.

6 Versetti 6-9

Abramo trovò il paese popolato dai Cananei che erano vicini malvagi. Egli continuò ancora a viaggiare. È talvolta la sorte degli uomini buoni essere senza dimora e trasferirsi spesso in diversi luoghi. I credenti devono considerare sé stessi come stranieri e di passaggio in questo mondo, Eb 11:8, 13, 14. Ma osservate quanto conforto Abramo ebbe da Dio. Sebbene egli potesse avere una qualche soddisfazione nel conversare con i Cananei che erano là, trovò tuttavia maggior piacere nella comunione con quel Dio che lo condusse fin là e non lo abbandonò. Per mantenere la comunione con Dio ci vuole la Parola e la preghiera. Dio rivela se stesso e i suoi favori alla sua gente in modo graduale: prima Egli promise di mostrare ad Abramo questa terra, dopo di dargliela: se la grazia cresce, ivi è anche conforto. Sembrerebbe che Abramo capì questa concessione di una terra migliore, di cui essa era un esempio di quel paese divino a cui guardava, Eb 11:16. Non appena Abramo arrivò a Canaan, sebbene egli fosse straniero e pellegrino, anche lì praticò il culto di Dio nella sua famiglia. Egli non solo compì il cerimoniale religioso tramite l'offerta del sacrificio, ma volle ricercare il suo Dio chiamandolo per nome e compiendo quel sacrificio spirituale col quale Dio è ben soddisfatto. Egli predicò il nome del Signore ed insegnò alla sua famiglia e ai suoi vicini la conoscenza del Dio vero e della religione santa. Il culto di adorazione di famiglia era una buona vecchia abitudine, non una novità ma quell'uso antico dei santi. Abramo era ricco ed ebbe una numerosa famiglia anche se si trovava in mezzo ai nemici; dovunque egli metteva la sua tenda, costruiva un altare: dovunque andiamo portiamo, pertanto, la nostra religione insieme a noi.

10 Versetti 10-20

Non c'è nessuno stato di vita sulla terra libero da prove né una qualsiasi persona esente da colpe. Perfino in Canaan, la gloria di tutte le proprietà, ci fu la carestia e anche in Abramo, il padre della fede, ci fu incredulità con i mali che essa porta. La felicità perfetta e la purezza perfetta sono solo in cielo. Abramo, quando dovette lasciare Canaan, andò in Egitto e vi andò come se non dovesse più tornare indietro. Abramo, inoltre, mentì sulla sua relazione con Sarai, rendendola equivoca e insegnando a sua moglie e ai suoi servi a fare lo stesso. Egli nascose la verità negandola ed espose perciò sia sua moglie che gli egiziani a peccare. La grazia, per cui Abramo era molto famoso, era la fede ma tuttavia egli cadde per incredulità e mancanza di fede nella provvidenza, perfino dopo che Dio gli apparve per due volte. Ahimè, che cosa avverrà a una fede debole, quando anche la fede forte è così scossa! Se Dio non ci liberasse dai guai e dal dolore che portiamo a causa del nostro peccato e della nostra follia, saremmo rovinati. Egli non si occupa di noi secondo i nostri desideri. Beati coloro che ci impediscono di cadere in un mondo peccaminoso e ci riportano al nostro dovere, in particolare al dovere di restituire quello che abbiamo ingiustamente preso o ritenuto. Il rimprovero di Faraone ad Abramo fu giusto: Che cosa è che ti ho fatto? Che vergogna per un uomo saggio e buono! Se coloro che credono fanno quello che è ingiusto e ingannevole, specialmente se agiscono con la menzogna, allora devono dare retta e ringraziare quelli che li riprendono. Il suo allontanamento da Faraone avvenne in modo gentile. Faraone non voleva affatto uccidere Abramo, come questi temeva, anzi lo riguardò con particolare cura. Noi spesso temiamo paure che sono completamente infondate. Molto spesso temiamo laddove non c'è niente da temere. Faraone incaricò i suoi uomini di non fare del male ad Abramo. È sufficiente per coloro che hanno autorità il non far male a se stessi, ma devono anche pretendere dai loro servi e dai loro vicini il non far male ad alcuno.

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