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Commentario:Luca 12:1515. Poi disse loro: (Non a quest'uomo, come alcuni propongono di leggere, poiché in tal caso, Gesù si sarebbe chiaramente costituito giudice fra lui e suo fratello). Poco importa quale dei due fratelli avesse ragione: tal quistione Gesù la lascia appieno e con intenzione nell'ombra, per attirar tutta, la nostra attenzione sul peccato della cupidigia. Ma non è meno probabile per questo, che il torto stava dalla parte del querelante, e che Gesù parlò direttamente alla sua coscienza quando esortò tutti ad aver gli occhi aperti su questo insidioso nemico ed a vegliare che non prenda possesso dei loro cuori. Avvisate (nel Greco pregate) e guardatevi dall'avarizia; da e significa il desiderio di aver più di quello cui abbiam diritto, o che la Provvidenza ci ha dato; è una brama insaziabile di accrescere le nostre possessioni o beni terreni, che già possediamo come la nostra felicità suprema. È questo un peccato molto degradante, che ispira in quelli, nei quali domina, una passione così assorbente da venir chiamata una «idolatria», e quelli che ne sono schiavi «idolatri», perché prende il posto di Dio; ed il tempo, gli affetti, le forze, il culto che Dio vuole per sé vengono dati a quest'idolo. «Mortificate adunque le vostre membra che son sopra la terra, fornicazione... ed avarizia che è idolatria» Colossesi 3:5; Efesini 5:5. perciocché, benché alcuno abbondi, egli non ha però la vita per i suoi beni. Queste parole dànno la ragione dell'ammonizione che precede. La costruzione del testo greco è difficile, ma il senso è perfettamente chiaro. La parabola che segue mostra chiaramente che dobbiamo, intendere la parola «vita», nel suo senso più esteso, come quella che abbraccia la futura e la presente esistenza dell'uomo, ed il significato di questa massima importante è il seguente: Quando un uomo abbonda, la sua vera vita, cioè la sua felicità, la sua beatitudine, non vien fuori dai suoi beni terreni, Quella sola è felicità che è sicura e durevole. Ma la vita terrena, dalla quale dipende il godere le ricchezze, può terminare da un'istante all'altro. In opposizione a questo, la chiusa della parabola ci fa brillare dinanzi agli occhi la vera vita, parlandoci di chi è «ricco in Dio», come di colui che gode una felicità permanente ed eterna. PASSI PARALLELI Luca 8:14; 16:14; 21:34; Giosuè 7:21; Giobbe 31:24-25; Salmi 10:3; 62:10; 119:36-37 Proverbi 23:4-5; 28:16; Geremia 6:13; 22:17-18; Michea 2:2; Habacuc 2:9; Marco 7:22 1Corinzi 5:10-11; 6:10; Efesini 5:3-5; Colossesi 3:5; 1Timoteo 6:7-10; 2Timoteo 3:2; Ebrei 13:5 2Pietro 2:3,14 Giobbe 2:4; Salmi 37:16; Proverbi 15:16; 16:16; Ecclesiaste 4:6-8; 5:10-16; Matteo 6:25-26 1Timoteo 6:6-8 Riferimenti incrociati:Luca 12:15Lu 8:14; 16:14; 21:34; Gios 7:21; Giob 31:24,25; Sal 10:3; 62:10; 119:36,37; Prov 23:4,5; 28:16; Ger 6:13; 22:17,18; Mic 2:2; Abac 2:9; Mar 7:22; 1Co 5:10,11; 6:10; Ef 5:3-5; Col 3:5; 1Ti 6:7-10; 2Ti 3:2; Eb 13:5; 2P 2:3,14 Dimensione testo: |