![]() |
|||||||
Commentario:Romani 6:11Passando dall'insegnamento più teorico per l'esortazione, Paolo adopera la seconda persona, e spinge i credenti a rendersi esatto conto della nuova situazione morale in cui li colloca la loro unione con Cristo. Essi ben sanno come Cristo morì al peccato e vive a Dio Romani 6:9-10. Ma devono imparare a considerar se stessi come par di Cristo, morti al peccato e, a somiglianza di Cristo, viventi a Dio. Così, anche voi, fate conto di esser morti al peccato, ma viventi a Dio in Cristo Gesù. Il considerarsi come morti al peccato e viventi a Dio deve avere delle conseguenze pratiche, visibili. Quali saranno? Da una parte, il peccato non dove più regnare nel nostro corpo mortale le membra non devono più essere armi d'ingiustizia a disposizione del vecchio padrone; d'altra parte, i credenti devono por sè stessi a disposizione di Dio e le lor membra devono essere armi di giustizia. Riferimenti incrociati:Romani 6:11Rom 8:18 Dimensione testo: |