Nuova Riveduta:

Giona

Is 42:19; 55:7-11; Gr 18:7-8; Ez 18:23; Mt 12:40-41
Vocazione di Giona. Fuga e punizione del profeta
2R 14:25 (Gn 4:2; Sl 139:7-10)
1:1 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini:
2 «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me».
3 Ma Giona si mise in viaggio per fuggire a Tarsis, lontano dalla presenza del SIGNORE. Scese a Iafo, dove trovò una nave diretta a Tarsis e, pagato il prezzo del suo viaggio, si imbarcò per andare con loro a Tarsis, lontano dalla presenza del SIGNORE.

Sl 107:23-32 (Gb 9:4; Sl 32:9; At 26:14) Ro 2:17-24
4 Il SIGNORE scatenò un gran vento sul mare, e vi fu sul mare una tempesta così forte che la nave era sul punto di sfasciarsi. 5 I marinai ebbero paura e invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono a mare il carico di bordo, per alleggerire la nave. Giona, invece, era sceso in fondo alla nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai qui? Dormi? Àlzati, invoca il tuo dio! Forse egli si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, tiriamo a sorte e sapremo per causa di chi ci capita questa disgrazia». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona.
8 Allora gli dissero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci capita questa disgrazia! Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?» 9 Egli rispose loro: «Sono Ebreo e temo il SIGNORE, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli domandarono: «Perché hai fatto questo?» Quegli uomini infatti sapevano che egli fuggiva lontano dalla presenza del SIGNORE, perché egli li aveva messi al corrente della cosa. 11 Poi gli dissero: «Che dobbiamo fare di te perché il mare si calmi per noi?» Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose: «Prendetemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa gran tempesta vi piomba addosso per causa mia».
13 Tuttavia quegli uomini remavano con forza per raggiungere la riva; ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso e minaccioso. 14 Allora gridarono al SIGNORE e dissero: «SIGNORE, non lasciarci perire per risparmiare la vita di quest'uomo e non accusarci del sangue innocente; poiché tu, SIGNORE, hai fatto come ti è piaciuto». 15 Poi presero Giona, lo gettarono in mare e la furia del mare si calmò. 16 Allora quegli uomini furono presi da un grande timore del SIGNORE; offrirono un sacrificio al SIGNORE e fecero dei voti.

Giona nel ventre d'un pesce. Sua preghiera e sua liberazione
Mt 12:38-40; Is 38:9, ecc.; Da 4:37
2:1 Il SIGNORE fece venire un gran pesce per inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
2 Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio, e disse:
3 «Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia,
ed egli mi ha risposto;
dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato
e tu hai udito la mia voce.
4 Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare;
la corrente mi ha circondato,
tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi hanno travolto.
5 Io dicevo: "Sono cacciato lontano dal tuo sguardo!
Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?"
6 Le acque mi hanno sommerso;
l'abisso mi ha inghiottito;
le alghe si sono attorcigliate alla mia testa.
7 Sono sprofondato fino alle radici dei monti;
la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre;
ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa,
o SIGNORE, mio Dio!
8 Quando la vita veniva meno in me,
io mi sono ricordato del SIGNORE
e la mia preghiera è giunta fino a te,
nel tuo tempio santo.
9 Quelli che onorano gli idoli vani
allontanano da sé la grazia;
10 ma io ti offrirò sacrifici, con canti di lode;
adempirò i voti che ho fatto.
La salvezza viene dal SIGNORE».
11 E il SIGNORE diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma.

Predicazione di Giona a Ninive
(Lu 11:29-30, 32; Gr 18:7-8) 1R 21:27-29; Gl 2:12-20; Is 55:7-11
3:1 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini:
2 «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando». 3 Giona partì e andò a Ninive, come il SIGNORE aveva ordinato. Ninive era una città grande davanti a Dio; ci volevano tre giorni di cammino per attraversarla. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!»
5 I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo. 6 E poiché la notizia era giunta al re di Ninive, questi si alzò dal trono, si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere. 7 Poi, per decreto del re e dei suoi grandi, fu reso noto in Ninive un ordine di questo tipo: «Uomini e animali, armenti e greggi, non assaggino nulla; non vadano al pascolo e non bevano acqua; 8 uomini e animali si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si converta dalla sua malvagità e dalla violenza compiuta dalle sue mani. 9 Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non periamo».
10 Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece.

Irritazione di Giona; rimproveri del Signore
Gr 20:7-9, 14-18 (Sl 103:8-14; 145:8-9) Lu 15:28, ecc.
4:1 Giona ne provò gran dispiacere, e ne fu irritato. 2 Allora pregò e disse: «O SIGNORE, non era forse questo che io dicevo, mentre ero ancora nel mio paese? Perciò mi affrettai a fuggire a Tarsis. Sapevo infatti che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira e di gran bontà e che ti penti del male minacciato. 3 Perciò, SIGNORE, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me è meglio morire piuttosto che vivere».
4 Il SIGNORE gli disse: «Fai bene a irritarti così?»
5 Poi Giona uscì dalla città e si mise seduto a oriente della città; là si fece una capanna e si riparò alla sua ombra, per poter vedere quello che sarebbe successo alla città. 6 Dio, il SIGNORE, per calmarlo della sua irritazione, fece crescere un ricino che salì al di sopra di Giona per fare ombra sul suo capo. Giona provò una grandissima gioia a causa di quel ricino.
7 L'indomani, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rosicchiare il ricino e questo seccò. 8 Dopo che il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un soffocante vento orientale e il sole picchiò sul capo di Giona così forte da farlo venir meno. Allora egli chiese di morire, dicendo: «È meglio per me morire che vivere».
9 Dio disse a Giona: «Fai bene a irritarti così a causa del ricino?» Egli rispose: «Sì, faccio bene a irritarmi così, fino a desiderare la morte». 10 Il SIGNORE disse: «Tu hai pietà del ricino per il quale non ti sei affaticato, che tu non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito; 11 e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?»

C.E.I.:

Giona

1:1 Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: 2 «Alzati, va' a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me». 3 Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.
4 Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. 5 I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: «Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Quindi dissero fra di loro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. 8 Gli domandarono: «Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra». 10 Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato. 11 Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. 12 Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia». 13 Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro. 14 Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». 15 Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. 16 Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti.

2:1 Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio 3 e disse:
«Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
4 Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sono passati sopra di me.
5 Io dicevo: Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio.
6 Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l'abisso mi ha avvolto,
l'alga si è avvinta al mio capo.
7 Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore mio Dio.
8 Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino alla tua santa dimora.
9 Quelli che onorano vane nullità
abbandonano il loro amore.
10 Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore».
11 E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.

3:1 Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: 2 «Alzati, va' a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». 3 Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. 6 Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. 8 Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?». 10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

4:1 Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito. 2 Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per ciò mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che ti lasci impietosire riguardo al male minacciato. 3 Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». 4 Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».
5 Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì un riparo di frasche e vi si mise all'ombra in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. 6 Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.
7 Ma il giorno dopo, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rodere il ricino e questo si seccò. 8 Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».
9 Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per una pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato al punto da invocare la morte!». 10 Ma il Signore gli rispose: «Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: 11 e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».

Nuova Diodati:

Giona

La disubbidienza di Giona e la conseguente grande tempesta
1:1 E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me». 3 Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. Così scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s'imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. 4 Ma l'Eterno scatenò un forte vento sul mare e si levò una grande tempesta sul mare, sicché la nave minacciava di sfasciarsi. 5 I marinai, spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona era sceso nelle parti più recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo DIO! Forse DIO si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere a causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura». Così gettarono le sorti e la sorte cadde su Giona. 8 Allora gli chiesero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose loro: «Io sono un Ebreo e temo l'Eterno, il DIO del cielo, che ha fatto il mare e la terra ferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: «Perché hai fatto questo?». Essi infatti si erano resi conto che egli fuggiva lontano dalla presenza dell'Eterno, perché lo aveva loro detto.

Giona, gettato in mare
11 Essi gli dissero: «Cosa dobbiamo farti perché il mare si calmi per noi?». Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e il mare si calmerà per voi, perché io so che questa grande tempesta vi è venuta addosso per causa mia». 13 Tuttavia quegli uomini remavano con forza per riportare la nave a terra, ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso contro di loro. 14 Perciò gridarono all'Eterno e dissero: «Deh, o Eterno, non lasciare che periamo per la vita di questo uomo e non renderci colpevoli di sangue innocente, perché tu, o Eterno, hai fatto come hai voluto». 15 Quindi presero Giona e lo gettarono in mare, e la furia del mare si calmò. 16 Quegli uomini allora, presi da un gran timore dell'Eterno, offrirono un sacrificio all'Eterno e fecero voti.

La preghiera di Giona dal ventre del pesce e sua liberazione
2:1 Ora l'Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Allora Giona pregò l'Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: 3 «Nella mia sventura ho gridato all'Eterno ed egli mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e tu hai udito la mia voce. 4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. 5 Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. 6 Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. 7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. 8 Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell'Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio. 9 Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. 10 Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno». 11 Allora l'Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull'asciutto.

Predicazione di Giona a Ninive e pentimento dei Niniviti
3:1 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città, e proclama ad essa il messaggio che ti comando». 3 Così Giona si levò e andò a Ninive, secondo la parola dell'Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 Allora i Niniviti credettero a DIO, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro. 6 Quando la notizia giunse al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Per decreto del re e dei suoi grandi, fece quindi proclamare e divulgare in Ninive un ordine che diceva: «Uomini e bestie, armenti e greggi non assaggino nulla, non mangino cibo e non bevano acqua; 8 ma uomini e bestie si coprano di sacco e gridino a DIO con forza; ognuno si converta dalla sua via malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che DIO non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente, e così noi non periamo». 10 Quando DIO vide ciò che facevano, e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.

Dispiacere di Giona e rimprovero da parte di Dio
4:1 Ma questo dispiacque molto a Giona, che si adirò. 2 Così egli pregò l'Eterno, dicendo: «Deh, o Eterno, non era forse questo che dicevo quand'ero ancora nel mio paese? Per questo sono fuggito in precedenza a Tarshish, perché sapevo che sei un Dio misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di gran benignità, e che ti penti del male minacciato. 3 Or dunque, o Eterno, ti prego, toglimi la vita, perché per me è meglio morire che vivere». 4 Ma l'Eterno gli disse: «Ti pare giusto adirarti così?». 5 Allora Giona uscì dalla città e si mise a sedere a est della città; là si fece una capanna e vi sedette sotto, all'ombra, per poter vedere ciò che sarebbe successo alla città. 6 Allora l'Eterno Dio preparò una pianta che crebbe al di sopra di Giona, per fare ombra al suo capo e liberarlo del suo male; e Giona provò una grandissima gioia per quella pianta. 7 Allo spuntar dell'alba del giorno seguente DIO preparò un verme che colpì la pianta, e questa si seccò. 8 Quando si levò il sole DIO procurò un afoso vento orientale, e il sole picchiò sul capo di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Per me è meglio morire che vivere». 9 DIO disse a Giona: «Ti pare giusto adirarti così per la pianta?». Egli rispose: «Sì, è giusto per me adirarmi fino alla morte». 10 Ma l'Eterno disse: «Tu hai avuto compassione per la pianta per cui non hai faticato né hai fatto crescere, e che in una notte è cresciuta e in una notte è perita. 11 E non dovrei io aver compassione di Ninive, la grande città, nella quale ci sono centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e una grande quantità di bestiame?».

La Parola è Vita:

Giona 1

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Giona

Vocazione di Giona. Fuga e punizione del profeta
1:1 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figliuolo di Amittai, in questi termini: 2 'Lèvati, va' a Ninive, la gran città, e predica contro di lei; perché la loro malvagità è salita nel mio cospetto'. 3 Ma Giona si levò per fuggirsene a Tarsis, lungi dal cospetto dell'Eterno; e scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarsis; e, pagato il prezzo del suo passaggio, s'imbarcò per andare con quei della nave a Tarsis, lungi dal cospetto dell'Eterno. 4 Ma l'Eterno scatenò un gran vento sul mare, e vi fu sul mare una forte tempesta, sì che la nave minacciava di sfasciarsi. 5 I marinai ebbero paura, e ognuno gridò al suo dio e gettarono a mare le mercanzie ch'erano a bordo, per alleggerire la nave; ma Giona era sceso nel fondo della nave, s'era coricato, e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò, e gli disse: 'Che fai tu qui a dormire? Lèvati, invoca il tuo dio! Forse Dio si darà pensiero di noi, e non periremo'. 7 Poi dissero l'uno all'altro: 'Venite, tiriamo a sorte, per sapere a cagione di chi ci capita questa disgrazia'. Tirarono a sorte, e la sorte cadde su Giona. 8 Allora essi gli dissero: 'Dicci dunque a cagione di chi ci capita questa disgrazia! Qual è la tua occupazione? donde vieni? qual è il tuo paese? e a che popolo appartieni?' 9 Egli rispose loro: 'Sono Ebreo, e temo l'Eterno, l'Iddio del cielo, che ha fatto il mare e la terra ferma'. 10 Allora quegli uomini furon presi da grande spavento, e gli dissero: 'Perché hai fatto questo?' Poiché quegli uomini sapevano ch'egli fuggiva lungi dal cospetto dell'Eterno, giacché egli avea dichiarato loro la cosa. 11 E quelli gli dissero: 'Che ti dobbiam fare perché il mare si calmi per noi?' Poiché il mare si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose loro: 'Pigliatemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa forte tempesta vi piomba addosso per cagion mia'. 13 Nondimeno quegli uomini davan forte nei remi per ripigliar terra; ma non potevano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso e minaccioso. 14 Allora gridarono all'Eterno, e dissero: 'Deh, o Eterno, non lasciar che periamo per risparmiar la vita di quest'uomo, e non ci mettere addosso del sangue innocente; perché tu, o Eterno, hai fatto quel che ti è piaciuto'. 15 Poi presero Giona e lo gettarono in mare; e la furia del mare si calmò. 16 E quegli uomini furon presi da un gran timore dell'Eterno; offrirono un sacrifizio all'Eterno, e fecero dei voti.

Giona nel ventre d'un pesce. Sua preghiera e sua liberazione
2:1 E l'Eterno fece venire un gran pesce per inghiottir Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 E Giona pregò l'Eterno, il suo Dio, dal ventre del pesce, e disse:
3 Io ho gridato all'Eterno dal fondo della mia distretta, ed egli m'ha risposto; dalle viscere del soggiorno dei morti ho gridato, e tu hai udito la mia voce. 4 Tu m'hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare; la corrente mi ha circondato e tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi son passati sopra. 5 E io dicevo: Io son cacciato via lungi dal tuo sguardo! Come vedrei io ancora il tuo tempio santo? 6 Le acque m'hanno attorniato fino all'anima; l'abisso m'ha avvolto; le alghe mi si sono attorcigliate al capo. 7 Io son disceso fino alle radici dei monti; la terra con le sue sbarre mi ha rinchiuso per sempre; ma tu hai fatto risalir la mia vita dalla fossa, o Eterno, Dio mio! 8 Quando l'anima mia veniva meno in me, io mi son ricordato dell'Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo. 9 Quelli che onorano le vanità bugiarde abbandonano la fonte della loro grazia; 10 ma io t'offrirò sacrifizi, con canti di lode; adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno.
11 E l'Eterno diè l'ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sull'asciutto.

Predicazione di Giona a Ninive, e pentimento dei Niniviti
3:1 E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, in questi termini: 2 'Lèvati, va' a Ninive, la gran città, e proclamale quello che io ti comando'. 3 E Giona si levò, e andò a Ninive, secondo la parola dell'Eterno. Or Ninive era una grande città dinanzi a Dio, di tre giornate di cammino. 4 E Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino d'una giornata, e predicava e diceva: 'Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!' 5 E i Niniviti credettero a Dio, bandirono un digiuno, e si vestirono di sacchi, dai più grandi ai più piccoli. 6 Ed essendo la notizia giunta al re di Ninive, questi s'alzò dal trono, si tolse di dosso il manto, si coprì d'un sacco, e si mise a sedere sulla cenere. 7 E per decreto del re e dei suoi grandi, fu pubblicato in Ninive un bando di questo tenore: 'Uomini e bestie, armenti e greggi, non assaggino nulla; non si pascano e non bevano acqua; 8 uomini e bestie si coprano di sacchi e gridino con forza a Dio; e ognuno si converta dalla sua via malvagia, e dalla violenza perpetrata dalle sue mani. 9 Chi sa che Dio non si volga, non si penta, e non acqueti l'ardente sua ira, sì che noi non periamo'. 10 E Dio vide quel che facevano, vide che si convertivano dalla loro via malvagia, e si pentì del male che avea parlato di far loro: e non lo fece.

4:1 Ma Giona ne provò un gran dispiacere, e ne fu irritato; e pregò l'Eterno, dicendo: 2 'O Eterno, non è egli questo ch'io dicevo, mentr'ero ancora nel mio paese? Perciò m'affrettai a fuggirmene a Tarsis; perché sapevo che sei un Dio misericordioso, pietoso, lento all'ira, di gran benignità, e che ti penti del male minacciato. 3 Or dunque, o Eterno, ti prego, riprenditi la mia vita; poiché per me val meglio morire che vivere'. 4 E l'Eterno gli disse: 'Fai tu bene a irritarti così?' 5 Poi Giona uscì dalla città, e si mise a sedere a oriente della città; si fece quivi una capanna, e vi sedette sotto, all'ombra, stando a vedere quello che succederebbe alla città. 6 E Dio, l'Eterno, per guarirlo della sua irritazione, fece crescere un ricino, che montò su di sopra a Giona per fargli ombra al capo; e Giona provò una grandissima gioia a motivo di quel ricino. 7 Ma l'indomani, allo spuntar dell'alba, Iddio fece venire un verme, il quale attaccò il ricino, ed esso si seccò. 8 E come il sole fu levato, Iddio fece soffiare un vento soffocante d'oriente, e il sole picchiò sul capo di Giona, sì ch'egli venne meno, e chiese di morire, dicendo: 'Meglio è per me morire che vivere'. 9 E Dio disse a Giona: 'Fai tu bene a irritarti così a motivo del ricino?' Egli rispose: 'Sì, faccio bene a irritarmi fino alla morte'. 10 E l'Eterno disse: 'Tu hai pietà del ricino per il quale non hai faticato, e che non hai fatto crescere, che è nato in una notte e in una notte è perito: 11 e io non avrei pietà di Ninive, la gran città, nella quale si trovano più di centoventimila persone che non sanno distinguere la loro destra dalla loro sinistra, e tanta quantità di bestiame?'

Diodati:

Giona

1:1 LA parola del Signore fu indirizzata a Giona, figliuolo di Amittai, dicendo: 2 Levati, va' in Ninive, la gran città, e predica contro ad essa; perciocchè la lor malvagità è salita nel mio cospetto. 3 Ma Giona si levò, per fuggirsene in Tarsis, dal cospetto del Signore; e scese in Iafo, ove trovò una nave, che andava in Tarsis; ed egli, pagato il nolo, vi entrò, per andarsene con la gente della nave in Tarsis, lungi dal cospetto del Signore.
4 Ma il Signore lanciò un gran vento nel mare, e vi fu una gran tempesta in mare, talchè la nave si credette rompere. 5 E i marinai temettero, e gridarono ciascuno al suo dio, e gettarono gli arredi ch'erano nella nave in mare, per alleviarsene. Or Giona era sceso nel fondo della nave, e giaceva, ed era profondamente addormentato. 6 E il nocchiero si accostò a lui, e gli disse: Che fai tu, dormitore? Levati, grida all'Iddio tuo; forse Iddio si darà pensier di noi, e non periremo. 7 Poi dissero l'uno all'altro: Venite, e tiriamo le sorti, e sappiamo chi è cagione che questo male ci è avvenuto. Trassero adunque le sorti, e la sorte cadde sopra Giona. 8 Allora essi gli dissero: Deh! dichiaraci chi è cagione che questo male ci è avvenuto; quale è il tuo mestiere? ed onde vieni? quale è il tuo paese? e di qual popolo sei? 9 Ed egli disse loro: Io sono Ebreo, e temo il Signore Iddio del cielo, che ha fatto il mare e l'asciutto. 10 E quegli uomini temettero di gran timore, e gli dissero: Che hai tu fatto? Conciossiachè quegli uomini sapessero ch'egli se ne fuggiva dal cospetto del Signore; perciocchè egli l'avea lor dichiarato.
11 Ed essi gli dissero: Che ti faremo, acciocchè il mare si acqueti, lasciandoci in riposo? conciossiachè la tempesta del mare andasse vie più crescendo. 12 Ed egli disse loro: Prendetemi, e gettatemi nel mare, e il mare si acqueterà, lasciandovi in riposo; perciocchè io conosco che per cagion mia questa gran tempesta vi è sopraggiunta. 13 E quegli uomini a forza di remi si studiavano di ammainare a terra; ma non potevano, perciocchè la tempesta del mare andava vie più crescendo contro a loro. 14 Allora gridarono al Signore, e dissero: Ahi Signore! deh! non far che periamo per la vita di quest'uomo; e non metterci addosso il sangue innocente; conciossiachè tu Signore, abbi operato come ti è piaciuto. 15 E presero Giona, e lo gettarono in mare; e il mare si fermò, cessando dal suo cruccio. 16 E quegli uomini temettero di gran timore il Signore; e sacrificarono sacrificii al Signore, e votarono voti.

2:1 OR il Signore avea preparato un gran pesce, per inghiottir Giona; e Giona fu nelle interiora del pesce tre giorni, e tre notti.
2 E Giona fece orazione al Signore Iddio suo, dentro alle interiora del pesce. 3 E disse: Io ho gridato al Signore dalla mia distretta, Ed egli mi ha risposto; Io ho sclamato dal ventre del sepolcro, E tu hai udita la mia voce. 4 Tu mi hai gettato al fondo, nel cuor del mare; E la corrente mi ha circondato; Tutti i tuoi flutti, e le tue onde, mi son passate addosso. 5 Ed io ho detto: Io sono scacciato d'innanzi agli occhi tuoi; Ma pure io vedrò ancora il Tempio della tua santità. 6 Le acque mi hanno intorniato infino all'anima, L'abisso mi ha circondato, L'alga mi si è avvinghiata intorno al capo. 7 Io son disceso fino alle radici de' monti; Le sbarre della terra son sopra me in perpetuo; Ma tu hai tratta fuor della fossa la vita mia, O Signore Iddio mio. 8 Quando l'anima mia si veniva meno in me, Io ho ricordato il Signore; E la mia orazione è pervenuta a te, Nel Tempio della tua santità. 9 Quelli che osservano le vanità di menzogna Abbandonano la lor pietà; 10 Ma io, con voce di lode, ti sacrificherò; Io adempierò i voti che ho fatti; Il salvare appartiene al Signore.
11 Il Signore disse al pesce, che sgorgasse Giona in su l'asciutto; e così fece.

3:1 E LA parola del Signore fu indirizzata a Giona, la seconda volta, dicendo: 2 Levati, va' in Ninive, la gran città, e predicale la predicazione che io ti dichiaro. 3 E Giona si levò, e se ne andò in Ninive, secondo la parola del Signore. Or Ninive era una grandissima città, di tre giornate di cammino. 4 E Giona cominciò ad andar per la città il cammino d'una giornata, e predicò, e disse: Infra quaranta giorni Ninive sarà sovvertita.
5 E i Niniviti credettero a Dio, e bandirono il digiuno, e si vestirono di sacchi, dal maggiore fino al minor di loro. 6 Anzi, essendo quella parola pervenuta al re di Ninive, egli si levò su dal suo trono, e si tolse d'addosso il suo ammanto, e si coperse di un sacco, e si pose a sedere in su la cenere. 7 E fece andare una grida, e dire in Ninive: Per decreto del re, e de' suoi grandi, vi si fa assapere, che nè uomo, nè bestia, nè minuto, nè grosso bestiame, non assaggi nulla, e non pasturi, e non beva acqua; 8 e che si coprano di sacchi gli uomini, e le bestie; e che si gridi di forza a Dio; e che ciascuno si converta dalla sua via malvagia, e dalla violenza ch'è nelle sue mani. 9 Chi sa se Iddio si rivolgerà, e si pentirà, e si storrà dall'ardor della sua ira; sì che noi non periamo? 10 E Iddio vide le loro opere; come si erano convertiti dalla lor via malvagia; ed egli si pentì del male, ch'egli avea detto di far loro, e non lo fece.

4:1 MA ciò dispiacque forte a Giona, ed egli se ne sdegnò; e fece orazione al Signore, e disse: 2 Ahi! Signore, non è questo ciò che io diceva, mentre era ancora nel mio paese? perciò, anticipai di fuggirmene in Tarsis; conciossiachè io sapessi che tu sei un Dio misericordioso, e pietoso, lento all'ira, e di gran benignità; e che ti penti del male. 3 Ora dunque, Signore, togli da me, ti prego, l'anima mia; perciocchè meglio è per me di morire che di vivere. 4 Ma il Signore gli disse: È egli ben fatto di sdegnarti in questa maniera?
5 E Giona uscì della città, e si pose a sedere dal levante della città; e si fece quivi un frascato, e sedette sotto esso all'ombra, finchè vedesse ciò che avverrebbe nella città. 6 E il Signore Iddio preparò una pianta di ricino, e la fece salire di sopra a Giona, per fargli ombra sopra il capo, per trarlo della sua noia. E Giona si rallegrò di grande allegrezza per quel ricino. 7 Ma il giorno seguente, all'apparir dell'alba, Iddio preparò un verme, il qual percosse il ricino, ed esso si seccò. 8 E quando il sole fu levato, Iddio preparò un vento orientale sottile; e il sole ferì sopra il capo di Giona, ed egli si veniva meno, e richiese fra sè stesso di morire, e disse: Meglio è per me di morire che di vivere. 9 E Iddio disse a Giona: È egli ben fatto, di sdegnarti in questa maniera per lo ricino? Ed egli disse: , egli è ben fatto, di essermi sdegnato fino alla morte. 10 E il Signore gli disse: Tu hai voluto risparmiare il ricino, intorno al quale tu non ti sei affaticato, e il quale tu non hai cresciuto; che è nato in una notte, e in una notte altresì è perito. 11 E non risparmierei io Ninive, quella gran città, nella quale sono oltre a dodici decine di migliaia di creature umane, che non sanno discernere fra la lor man destra, e la sinistra; e molte bestie?

Commentario abbreviato:

Giona

1:1 Giona era originario della Galilea (2Re 14:25). La sua miracolosa liberazione dal pesce lo rendeva un tipo del nostro Signore benedetto, che lo cita per dimostrare la sicura verità del racconto. Tutto ciò che fu fatto fu facile alla potenza onnipotente dell'Autore e Sostenitore della vita. Questo libro ci mostra, con l'esempio dei Niniviti, quanto siano grandi la tolleranza e la longanimità divine nei confronti dei peccatori. Mostra il contrasto più evidente tra la bontà e la misericordia di Dio e la ribellione, l'impazienza e la scontrosità del suo servo; e sarà meglio compreso da coloro che conoscono meglio il proprio cuore.

Capitolo 1

Giona, inviato a Ninive, fugge a Tarsis Giona 1:1-3

È trattenuto da una tempesta Giona 1:4-7

Il suo discorso con i marinai Giona 1:8-12

Viene gettato in mare e miracolosamente conservato Giona 1:13-17

Versetti 1-3

È triste pensare a quanto peccato viene commesso nelle grandi città. La loro malvagità, come quella di Ninive, è un affronto sfacciato e aperto a Dio. Giona deve andare subito a Ninive e lì, sul posto, gridare contro la sua malvagità. Giona non volle andare. Probabilmente pochi tra noi non avrebbero tentato di rifiutare una simile missione. La Provvidenza sembrò dargli un'opportunità di fuga; possiamo essere fuori dalla strada del dovere, eppure incontrare una burrasca favorevole. La via pronta non è sempre quella giusta. Vedete quali sono i migliori uomini quando Dio li abbandona a se stessi; e che bisogno abbiamo, quando la parola del Signore viene a noi, di avere lo Spirito del Signore per portare ogni pensiero dentro di noi all'obbedienza.

4 Versetti 4-7

Dio mandò un inseguitore dietro a Giona, persino una potente tempesta. Il peccato porta tempeste e burrasche nell'anima, nella famiglia, nelle chiese e nelle nazioni; è una cosa inquietante, fastidiosa. Dopo aver invocato l'aiuto dei loro dèi, i marinai fecero il possibile per aiutarsi da soli. Oh, se gli uomini fossero così saggi per le loro anime, e fossero disposti a rinunciare a quelle ricchezze, a quei piaceri e a quegli onori che non possono conservare senza far naufragare la fede e la buona coscienza, e rovinare le loro anime per sempre! Giona dormiva profondamente. Il peccato è stupefacente e dobbiamo stare attenti che in qualsiasi momento il nostro cuore non si indurisca a causa della sua ingannevolezza. Che cosa significa che gli uomini dormono nel peccato, quando la parola di Dio e le convinzioni della loro coscienza li avvertono di alzarsi e invocare il Signore, se vogliono sfuggire alla miseria eterna? Non dovremmo forse avvertirci a vicenda di svegliarci, di alzarci, di invocare il nostro Dio, se è vero che ci libererà? I marinai conclusero che la tempesta era un messaggero della giustizia divina inviato a qualcuno su quella nave. Qualunque male si abbatta su di noi in qualsiasi momento, c'è una causa per esso; e ognuno deve pregare: "Signore, mostrami perché sei in conflitto con me". La sorte è toccata a Giona. Dio ha molti modi per portare alla luce peccati e peccatori nascosti e per rendere manifesta quella follia che si pensava fosse nascosta agli occhi di tutti i viventi.

8 Versetti 8-12

Giona rese conto della sua religione, perché questo era il suo mestiere. Possiamo sperare che abbia raccontato con dolore e vergogna, giustificando Dio, condannando se stesso e spiegando ai marinai quale grande Dio sia Geova. Gli dissero: "Perché hai fatto questo? Se ami il Dio che ha fatto il mare e la terraferma, perché sei stato così sciocco da pensare di poter fuggire dalla sua presenza? Se i professanti della religione sbagliano, lo sentiranno da coloro che non fanno tale professione. Quando il peccato ha sollevato una tempesta e ci ha messo sotto i segni del dispiacere di Dio, dobbiamo pensare a cosa fare del peccato che ha sollevato la tempesta. Giona usa il linguaggio dei veri penitenti, che desiderano che nessuno, tranne loro stessi, abbia la peggio per i loro peccati e le loro follie. Giona vede che questo è il castigo della sua iniquità, lo accetta e giustifica Dio in questo. Quando la coscienza si risveglia e si scatena una tempesta, nulla la trasformerà in una calma se non separarsi dal peccato che ha causato il turbamento. La separazione dal denaro non pacificherà la coscienza, il Giona deve essere gettato in mare.

13 Versetti 13-17

I marinai remavano contro il vento e la marea, il vento del dispiacere di Dio, la marea del suo consiglio; ma è vano pensare di salvarsi in altro modo se non distruggendo i nostri peccati. Anche la coscienza naturale non può che temere la colpa del sangue. Quando siamo guidati dalla Provvidenza, Dio fa ciò che vuole e noi dobbiamo essere soddisfatti, anche se non ci piace. Gettare Giona in mare pose fine alla tempesta. Dio non affliggerà per sempre, ma contenderà solo finché non ci sottometteremo e ci convertiremo dai nostri peccati. Sicuramente questi marinai pagani si solleveranno in giudizio contro molti cosiddetti cristiani, che non offrono preghiere quando sono in difficoltà, né ringraziamenti per le liberatorie. Il Signore comanda tutte le creature e può far sì che ognuna di esse serva ai suoi disegni di misericordia verso il suo popolo. Vediamo questa salvezza del Signore e ammiriamo la sua potenza, che ha potuto salvare un uomo che stava annegando, e la sua pietà, che ha voluto salvare uno che stava scappando da lui e lo aveva offeso. Fu per la misericordia del Signore che Giona non fu consumato. Giona rimase vivo nel pesce per tre giorni e tre notti: per la natura questo era impossibile, ma per il Dio della natura tutto è possibile. Giona, grazie a questa miracolosa conservazione, fu reso un tipo di Cristo, come dichiarò lo stesso nostro Signore benedetto, in Mt 12:40.

2:1 Capitolo 2

La preghiera di Giona Giona 2:1-9

Viene liberato dal pesce Giona 2:10

Versetti 1-9

Osservate quando Giona pregò. Quando era nei guai, sotto i segni del dispiacere di Dio contro di lui per il peccato: quando siamo nell'afflizione dobbiamo pregare. Quando fu tenuto in vita per miracolo, pregò. Il senso della benevolenza di Dio nei nostri confronti, nonostante le nostre colpe, apre le labbra alla preghiera, che erano chiuse dal timore dell'ira. Inoltre, dove pregava: nel ventre del pesce. Nessun luogo è sbagliato per la preghiera. Gli uomini possono escluderci dalla comunione con gli altri, ma non dalla comunione con Dio. A chi pregava: al Signore suo Dio. Questo incoraggia anche chi si è allontanato a tornare. Quale fosse la sua preghiera. Sembra che si riferisca alla sua esperienza e alle sue riflessioni, allora e dopo, piuttosto che alla forma o alla sostanza della sua preghiera. Giona riflette sulla serietà della sua preghiera e sulla disponibilità di Dio ad ascoltarlo e ad esaudirlo. Se vogliamo trarre beneficio dai nostri problemi, dobbiamo notare la mano di Dio in essi. Egli era malvagiamente fuggito dalla presenza del Signore, che avrebbe potuto giustamente togliergli il suo Spirito Santo, per non visitarlo mai più. Sono infelici solo coloro che Dio non vuole più possedere e favorire. Tuttavia, pur essendo perplesso, non è disperato. Giona riflette sul favore di Dio nei suoi confronti, quando ha cercato Dio e ha confidato in lui nella sua angoscia. Avverte gli altri e dice loro di tenersi stretti a Dio. Chi rinuncia ai propri doveri, rinuncia alla propria misericordia; chi fugge dal lavoro del proprio luogo e del proprio giorno, fugge dal suo conforto. Se un credente copia coloro che osservano le vanità bugiarde, rinuncia alla propria misericordia e vive al di sotto dei propri privilegi. Ma l'esperienza di Giona incoraggia gli altri, in tutte le epoche, a confidare in Dio, come Dio di salvezza.

10 Versetto 10

La liberazione di Giona può essere considerata come un esempio della potenza di Dio su tutte le creature. Come esempio della misericordia di Dio nei confronti di un povero penitente che lo prega nell'angoscia, e come tipo e figura della risurrezione di Cristo. In mezzo a tutte le nostre diverse esperienze e alle mutevoli scene della vita, dovremmo guardare con fede, in modo fisso, al nostro Redentore, un tempo sofferente e morente, ma ora risorto e asceso. Confessiamo i nostri peccati, consideriamo la risurrezione di Cristo come una conferma della nostra e riceviamo con gratitudine ogni liberazione temporale e spirituale come pegno della nostra redenzione eterna.

3:1 Capitolo 3

Giona viene inviato di nuovo a Ninive e vi predica Giona 3:1-4

Ninive viene risparmiata in seguito al pentimento dei suoi abitanti Giona 3:5-10

Versetti 1-4

Dio impiega nuovamente Giona al suo servizio. Il fatto che si serva di noi è una prova del fatto che è in pace con noi. Giona non fu disobbediente, come lo era stato in precedenza. Non cercò di evitare di ascoltare il comando, né rifiutò di obbedire. Si veda qui la natura del pentimento: è il cambiamento della nostra mente e del nostro modo di agire, il ritorno al nostro lavoro e al nostro dovere. Inoltre, il beneficio dell'afflizione: essa riporta al proprio posto coloro che lo avevano abbandonato. Vedete la potenza della grazia divina, perché l'afflizione di per sé allontanerebbe gli uomini da Dio, piuttosto che attirarli a lui. I servi di Dio devono andare dove li manda, venire quando li chiama e fare ciò che gli ordina; dobbiamo fare tutto ciò che la parola del Signore comanda. Giona ha consegnato il suo incarico con fedeltà e coraggio. Non è certo se Giona abbia detto di più, per mostrare l'ira di Dio contro di loro, o se si sia limitato a ripetere queste parole, ma questo era il senso del suo messaggio. Quaranta giorni sono un tempo lungo per un Dio giusto che ritarda i giudizi, eppure è un tempo breve per un popolo ingiusto in cui pentirsi e ravvedersi. E non dovrebbe forse risvegliarci a prepararci alla morte, a considerare che non possiamo essere così sicuri di vivere quaranta giorni, come lo era Ninive di allora che doveva resistere quaranta giorni? Dovremmo allarmarci se fossimo sicuri di non vivere un mese, eppure siamo imprudenti anche se non siamo sicuri di vivere un giorno.

5 Versetti 5-10

C'è stata una meraviglia della grazia divina nel pentimento e nella riforma di Ninive. Condanna gli uomini della generazione dei Vangeli, Mt 12:41. Un grado molto piccolo di luce può convincere gli uomini che umiliarsi davanti a Dio, confessare i propri peccati con la preghiera e allontanarsi dal peccato sono mezzi per sfuggire all'ira e ottenere misericordia. Il popolo seguì l'esempio del re. Divenne un atto nazionale, ed era necessario che lo fosse, se si voleva evitare la rovina nazionale. Anche le grida e i gemiti delle creature brutali per la mancanza di cibo ricordano ai loro proprietari di gridare a Dio. Nella preghiera dobbiamo gridare con forza, con fissità di pensiero, fermezza di fede e affetti devoti. Nella preghiera dobbiamo suscitare tutto ciò che è in noi. Non basta digiunare per il peccato, ma dobbiamo digiunare dal peccato; e, per il successo delle nostre preghiere, non dobbiamo più considerare l'iniquità nel nostro cuore, Sal 66:18. L'opera di un giorno di digiuno non si esaurisce con il giorno stesso. I Niniviti speravano che Dio si sarebbe allontanato dalla sua ira feroce e che così la loro rovina sarebbe stata evitata. Non potevano essere così fiduciosi di trovare misericordia al loro pentimento, come possiamo esserlo noi, che abbiamo la morte e i meriti di Cristo, ai quali possiamo affidarci per ottenere il perdono al momento del pentimento. Non osavano presumere, ma non disperavano. La speranza della misericordia è il grande incoraggiamento al pentimento e alla riforma. Gettiamoci con coraggio allo sgabello della libera grazia e Dio ci guarderà con compassione. Dio vede chi si converte dalle sue vie malvagie e chi no. Così risparmiò Ninive. Non leggiamo di sacrifici offerti a Dio per espiare il peccato; ma un cuore rotto e contrito, come quello dei Niniviti, non lo disprezzerà.

4:1 Capitolo 4

Giona si ribella alla misericordia di Dio nei confronti di Ninive, e viene rimproverato Giona 4:1-4

Gli viene insegnato dall'appassimento di un ricino, che ha fatto male Giona 4:5-11

Versetti 1-4

Ciò che tutti i santi fanno oggetto di gioia e di lode, Giona lo fa diventare oggetto di riflessione su Dio; come se mostrare misericordia fosse un'imperfezione della natura divina, che invece è la sua più grande gloria. È alla sua misericordia parsimoniosa e perdonante che noi tutti siamo usciti dall'inferno. Desidera la morte: questo era il linguaggio della follia, della passione e della forte corruzione. In Giona apparivano i resti di uno spirito orgoglioso e poco caritatevole; non si aspettava né desiderava il benessere dei Niniviti, ma era venuto solo per dichiarare e testimoniare la loro distruzione. Non si era umiliato a sufficienza per i propri peccati e non era disposto a confidare al Signore il proprio credito e la propria sicurezza. In questo stato d'animo, trascurò il bene di cui era stato strumento e la gloria della misericordia divina. Dovremmo spesso chiederci: "È giusto dire così, fare così? Posso giustificarlo? Faccio bene ad arrabbiarmi così presto, così spesso, così a lungo, e a dare agli altri un linguaggio sbagliato nella mia ira? Faccio bene ad arrabbiarmi per la misericordia di Dio verso i peccatori pentiti? Questo fu il crimine di Giona. Facciamo bene ad arrabbiarci per ciò che è per la gloria di Dio e per l'avanzamento del suo regno? La conversione dei peccatori, che è la gioia del cielo, sia la nostra gioia e mai il nostro dolore.

5 Versetti 5-11

Giona uscì dalla città, ma rimase vicino, come se si aspettasse e desiderasse la sua caduta. Coloro che hanno uno spirito agitato e inquieto, spesso si creano problemi da soli, per avere ancora qualcosa di cui lamentarsi. Vedete come Dio è tenero con il suo popolo nelle sue afflizioni, anche se sono stolti e avari. Una cosa piccola in sé, ma che arriva al momento giusto, può essere una benedizione preziosa. Un ricino nel posto giusto può essere più utile di un cedro. Le creature più piccole possono essere grandi piaghe o grandi conforti, a seconda di come Dio si compiace di farle. Le persone con forti passioni sono inclini ad abbattersi per una sciocchezza che le mette in difficoltà o a sollevarsi per una sciocchezza che le soddisfa. Guardate cosa sono le nostre comodità e cosa dobbiamo aspettarci che siano: sono cose che appassiscono. Un piccolo verme alla radice distrugge un grosso ricino: i nostri ricini appassiscono e non sappiamo quale sia la causa. Forse le comodità della creatura ci vengono portate avanti, ma sono rese amare; la creatura continua, ma la comodità se ne va. Dio preparò un vento per far sentire a Giona la mancanza del ricino. È giusto che coloro che amano lamentarsi non siano mai lasciati senza qualcosa di cui lamentarsi. Quando le provvidenze afflittive ci tolgono relazioni, beni e piaceri, non dobbiamo arrabbiarci con Dio. Ciò che dovrebbe mettere a tacere il malcontento è che quando il nostro ricino non c'è più, il nostro Dio non è scomparso. Il peccato e la morte sono molto terribili, eppure Giona, nella sua foga, fa luce su entrambi. Un'anima ha più valore del mondo intero; sicuramente un'anima ha più valore di molti ricini: dovremmo preoccuparci di più delle nostre e delle altrui preziose anime che delle ricchezze e dei piaceri di questo mondo. È un grande incoraggiamento sperare di trovare misericordia presso il Signore, che è pronto a mostrare misericordia. E ai mormoratori sarà fatto capire che, per quanto siano disposti a tenere la grazia divina per sé e per quelli della propria strada, c'è un Signore su tutti, che è ricco di misericordia verso tutti coloro che lo invocano. Ci meravigliamo della tolleranza di Dio verso il suo servo perverso? Studiamo i nostri cuori e le nostre vie; non dimentichiamo la nostra ingratitudine e ostinazione e stupiamoci della pazienza di Dio nei nostri confronti.

Riferimenti incrociati:

Giona

1:1 2Re 14:25; Mat 12:39; 16:4; Lu 11:29,30,32

2 Gion 3:2; 4:11; Ge 10:11; 2Re 19:36; Na 1:1; 2:1-3:19; Sof 2:13-15
Gion 3:2; Is 58:1; Ger 1:7-10; Ez 2:7; 3:5-9; Mic 3:8; Mat 10:18
Ge 18:20,21; Esd 9:6; Giac 5:4; Ap 18:5

3 Gion 4:2; Eso 4:13,14; 1Re 19:3,9; Ger 20:7-9; Ez 3:14; Lu 9:62; At 15:38; Gion 26:19; 1Co 9:16
Ge 3:8; 4:16; Giob 1:12; 2:7; Sal 139:7-12; 2Te 1:9
Gios 19:46; 2Cron 2:16; At 9:36
Is 2:16; 23:1,6,10; 60:9; Ez 27:12

4 Eso 10:13,19; 14:21; 15:10; Nu 11:31; Sal 107:24-31; 135:7; Am 4:13; Mat 8:24-27; At 27:13-20

5 Gion 1:6,14,16; 1Re 18:26; Is 44:17-20; 45:20; Ger 2:28; Os 7:14
Giob 2:4; At 27:18,19,38; Fili 3:7,8
1Sa 24:3
Giudic 16:19; Mat 25:5; 26:40,41,43,45; Lu 22:45,46

6 Is 3:15; Ez 18:2; At 21:13; Rom 13:11; Ef 5:14
Sal 78:34; 107:6,12,13,18-20,28,29; Ger 2:27,28; Mar 4:37-41
Gion 3:9; 2Sa 12:22; Est 4:16; Gioe 2:11; Am 5:15

7 Giudic 7:13,14; Is 41:6,7
Gios 7:14-18; Giudic 20:9,10; 1Sa 10:20,21; 14:41,42; Est 3:7; Sal 22:18; Prov 16:33; Mat 27:35; At 1:23-26; 13:19
Gios 7:10,13; 22:16-20; 1Sa 14:38,39; Giob 10:2
Nu 32:23; Gios 7:18; 1Co 4:5

8 Gios 7:19; 1Sa 14:43; Giac 5:16
Ge 47:3; 1Sa 30:13

9 Ge 14:13; 39:14; Fili 3:5
2Re 17:25,28,32-35; Giob 1:9; Os 3:5; At 27:23; Ap 15:4
Esd 1:2; 5:11; 7:12,13; Ne 1:4; 2:4; Sal 136:26; Dan 2:18,19,44; Ap 11:13; 16:11
Ne 9:6; Sal 95:5,6; 146:5,6; At 14:15; 17:23-25

10 Giov 19:8
Dan 5:6-9
Gios 7:25; 2Sa 24:3
Gion 1:3; Giob 27:22

11 1Sa 6:2,3; 2Sa 21:1-6; 24:11-13; Mic 6:6,7

12 2Sa 24:17; Giov 11:50
Gios 7:12,20,21; 1Cron 21:17; Ec 9:18; At 27:24

13 Giob 34:29; Prov 21:30

14 Gion 1:5,16; Sal 107:28; Is 26:16
Ge 9:6; De 21:8; At 28:4
Sal 115:3; 135:6; Dan 4:34,35; Mat 11:26; Ef 1:9,11

15 Gios 7:24-26; 2Sa 21:8,9
Sal 89:9; 93:3,4; 107:29; Mat 8:26; Lu 8:24

16 Gion 1:10; Is 26:9; Dan 4:34-37; 6:26; Mar 4:31; At 5:11
Ge 8:20; Giudic 13:16; 2Re 5:17; Sal 107:22; Is 60:5-7
Ge 28:20; Sal 50:14; 66:13-16; 116:14; Ec 5:4

2:1 Gion 4:6; Ge 1:21; Sal 104:25,26; Abac 3:2
Mat 12:40; 16:4; Lu 11:30

2 2Cron 33:11-13; Sal 50:15; 91:15; Is 26:16; Os 5:15; 6:1-3; Giac 5:13
Giob 13:15; Sal 130:1,2; Lam 3:53-56; At 16:24,25

3 Ge 32:7-12,24-28; 1Sa 30:6; Sal 4:1; 18:4-6; 22:24; 34:6; 65:2; 120:1; 142:1-3; Lu 22:44; Eb 5:7
1Sa 1:16
Sal 18:5,6; 61:2; 86:13; 88:1-7; 116:3
Sal 16:10; Is 14:9; Mat 12:40; At 2:27
Sal 34:6; 65:2

4 Gion 1:12-16; Sal 69:1,2,14,15; 88:5-8; Lam 3:54
Sal 42:7

5 Sal 31:22; 77:1-7; Is 38:10-14,17; 49:14; Ez 37:11
1Re 9:7; Ger 7:15; 15:1
1Re 8:38,39,42,48; 2Cron 6:38; Sal 5:7; Dan 6:10

6 Sal 40:2; 69:1,2; Lam 3:54

7 De 32:22; Sal 65:6; 104:6,8; Is 40:12; Abac 3:6,10
Giob 38:4-11; Prov 8:25-29
Sal 16:10; Is 38:17; At 13:33-37
Giob 33:24,28; Sal 30:3,9; 55:23; 143:7

8 Sal 22:14; 27:13; 119:81-83; Eb 12:3
1Sa 30:6; Sal 20:7; 42:5,11; 43:5; 77:10,11; 143:5; Is 50:10; Lam 3:21-26; 2Co 1:9,10
2Cron 30:27; Sal 18:6
Gion 2:4; Sal 11:4; 65:4; Mic 1:2; Abac 2:20

9 1Sa 12:21; 2Re 17:15; Sal 31:6; Ger 2:13; 10:8,14,15; 16:19; Abac 2:18-20

10 Ge 35:3; Sal 50:14,23; 66:13-15; 107:22; 116:17,18; Ger 33:11; Os 14:2; Rom 12:1; Eb 13:15
De 23:18; 2Sa 15:7; Giob 22:27; Ec 5:4,5
Sal 3:8; 37:39,40; 68:20; Is 45:17; Giov 4:22; At 4:12; Ap 7:10

11 Gion 1:17; Ge 1:3,7,9,11,14; Sal 33:9; 105:31,34; Is 50:2; Mat 8:8,9,26,27

3:1 Gion 1:1
Giov 21:15-17

2 Gion 3:3; 1:2; Sof 2:13-15
Ger 1:17; 15:19-21; Ez 2:7; 3:17; Mat 3:8; Giov 5:14

3 Ge 22:3; Mat 21:28,29; 2Ti 4:11
Ge 30:8; Sal 36:6; 80:10

4 Gion 3:10; De 18:22; 2Re 20:1,6; Ger 18:7-10

5 Eso 9:18-21; Mat 12:41; Lu 11:32; At 27:25; Eb 11:1,7
2Cron 20:3; Esd 8:21; Ger 36:9; Gioe 1:14; 2:12-17
Ger 31:34; 42:1,8; At 8:10

6 Ger 13:18
Sal 2:10-12; Giac 1:9,10; 4:6-10
Est 4:1-4; Giob 2:8; 42:6; Ger 6:26; Lam 3:29; Dan 9:3; Mic 1:10; Mat 11:21; Lu 10:13

7 Gion 3:5; 2Cron 20:3; Esd 8:21; Gioe 2:15,16
Gioe 1:18; Rom 8:20-22

8 Gion 1:6,14; Sal 130:1,2
Is 1:16-19; 55:6,7; 58:6; Ez 18:21-24,27,28,30-32; 33:11; Dan 4:27; Mat 3:8; At 3:19; 26:20
Is 59:6

9 Gion 1:6; 2Sa 12:22; Sal 106:45; Gioe 2:13,14; Am 5:15; Lu 15:18-20

10 1Re 21:27-29; Giob 33:27,28; Ger 31:18-20; Lu 11:32; 15:20
Gion 4:2; Ger 18:8; Gioe 2:13; Am 7:3,6

4:1 Gion 4:9; Mat 20:15; Lu 7:39; 15:28; At 13:46; Giac 4:5,6

2 1Re 19:4; Ger 20:7
Gion 1:3; Lu 10:29
Eso 34:6,7; Nu 14:18,19; Sal 78:38; 86:5,15; 145:8; Os 11:8,9; Gioe 2:13,14; Mic 7:18
Gion 3:10; Eso 32:14; Sal 90:13; Ger 18:8; Am 7:3,6

3 Nu 11:15; 20:3; 1Re 19:4; Giob 3:20,21; 6:8,9; Ger 20:14-18; Fili 1:21-25
Gion 4:8; Giob 7:15,16; Ec 7:1; 1Co 9:15

4 Gion 4:9; Nu 20:11,12,24; Sal 106:32,33; Mic 6:3; Mat 20:15; Giac 1:19,20

5 Gion 1:5; 1Re 19:9,13; Is 57:17; Ger 20:9
Ge 19:27,28; Ger 17:15,16; Lu 19:41-44

6 Gion 1:17; Sal 103:10-14
Est 5:9; Prov 23:5; Is 39:2; Am 6:13; Lu 10:20; 1Co 7:30

7 Giob 1:21; Sal 30:6,7; 102:10
Sal 90:5,6; Is 40:6-8; Gioe 1:12

8 Gion 4:6,7; 1:4,17; Ez 19:12; Ap 3:19
Sal 121:6; CC 1:6; Is 49:10; Ap 7:16
Gion 4:3; Lev 10:3; 1Sa 3:18; 2Sa 15:25,26; Giob 2:10; Sal 39:9

9 Gion 4:4
Ge 4:5-14; Giob 18:4; 40:4,5
Giudic 16:16; Giob 5:2; Mat 26:38; 2Co 7:10; Ap 9:6

10 1Sa 20:31; Ge 17:12

11 Gion 4:1; Is 1:18; Mat 18:33; Lu 15:28-32
Gion 1:2; 3:2,3
De 1:39
Sal 36:6; 104:14,27,28; 145:8,9,15,16

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