Giovanni 20,17

11 Versetti 11-18

È probabile che cerchiamo e troviamo, se cerchiamo con affetto e con le lacrime. Ma molti credenti si lamentano delle nubi e delle tenebre in cui si trovano, che sono metodi di grazia per umiliare le loro anime, mortificare i loro peccati e avvicinare Cristo a loro. Non basta vedere gli angeli e i loro sorrisi senza vedere Gesù e il sorriso di Dio in lui. Nessuno conosce, se non chi l'ha provato, il dolore di un'anima abbandonata, che ha avuto prove confortevoli dell'amore di Dio in Cristo e speranze di paradiso, ma ora le ha perse e cammina nelle tenebre; uno spirito così ferito chi può sopportarlo? Cristo, nel manifestarsi a coloro che lo cercano, spesso supera le loro aspettative. Guardate come il cuore di Maria era impaziente di trovare Gesù. Il modo in cui Cristo si fa conoscere al suo popolo è con la sua parola; la sua parola applicata alle loro anime, che parla a loro in particolare. Si potrebbe leggere: "È il mio Maestro? Vedete con quale piacere coloro che amano Gesù parlano della sua autorità su di loro. Le proibisce di aspettarsi che la sua presenza corporea guardi oltre lo stato attuale delle cose. Osservate la relazione con Dio che deriva dall'unione con Cristo. Noi, partecipi di una natura divina, il Padre di Cristo è nostro Padre; e lui, partecipe della natura umana, il nostro Dio è il suo Dio. Anche l'ascensione di Cristo al cielo, per invocare per noi, è un'indicibile consolazione. Che non pensino che questa terra sia la loro casa e il loro riposo; il loro sguardo, il loro obiettivo e i loro desideri più ardenti devono essere rivolti a un altro mondo, e questo sempre nel loro cuore: "Io salgo, quindi devo cercare le cose che sono in alto". E coloro che conoscono la parola di Cristo si adoperino affinché gli altri traggano beneficio dalla loro conoscenza.

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