C.E.I.:2Re 4,18-3718 Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre fra i mietitori. 19 Egli disse al padre: «La mia testa, la mia testa!». Il padre ordinò a un servo: «Portalo dalla mamma». 20 Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino stette sulle ginocchia di costei fino a mezzogiorno, poi morì. 21 Essa salì a stenderlo sul letto dell'uomo di Dio; chiuse la porta e uscì. 22 Chiamò il marito e gli disse: «Su, mandami uno dei servi e un'asina; voglio correre dall'uomo di Dio; tornerò subito». 23 Quegli domandò: «Perché vuoi andare oggi? Non è il novilunio né sabato». Ma essa rispose: «Addio». 24 Fece sellare l'asina e disse al proprio servo: «Conducimi, cammina, non fermarmi durante il tragitto, a meno che non te l'ordini io». 25 Si incamminò; giunse dall'uomo di Dio sul monte Carmelo. Quando l'uomo di Dio la vide da lontano, disse a Ghecazi suo servo: «Ecco la Sunammita! 26 Su, corrile incontro e domandale: Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?». Quella rispose: «Bene!». 27 Giunta presso l'uomo di Dio sul monte, gli afferrò le ginocchia. Ghecazi si avvicinò per tirarla indietro, ma l'uomo di Dio disse: «Lasciala stare, perché la sua anima è amareggiata e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha rivelato». 28 Essa disse: «Avevo forse domandato io un figlio al mio signore? Non ti dissi forse: Non mi ingannare?». | Nuova Riveduta:2Re 4,18-3718 Il bambino si fece grande; e un giorno, uscito per andare da suo padre che era con i mietitori, 19 disse a suo padre: «La mia testa! la mia testa!» Il padre disse al servo: «Portalo da sua madre!» 20 Il servo lo portò via e lo condusse da sua madre. Il bambino rimase sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. 21 Allora la donna salì, lo adagiò sul letto dell'uomo di Dio, chiuse la porta, e uscì. 22 Poi chiamò suo marito e gli disse: «Ti prego, mandami un servo e un'asina, perché voglio correre dall'uomo di Dio, e tornare». 23 Il marito le chiese: «Perché vuoi andare da lui quest'oggi? Non è il novilunio, e non è sabato». Lei rispose: «Lascia fare!» 24 Poi fece sellare l'asina, e disse al suo servo: «Guidala, e tira via; non mi fermare per strada, a meno che io non te lo dica». 25 Così partì, e giunse dall'uomo di Dio, sul monte Carmelo. | Nuova Diodati:2Re 4,18-3718 Ora il bambino crebbe; un giorno che era andato da suo padre con i mietitori, 19 disse a suo padre: «La mia testa, la mia testa!». Il padre ordinò al suo servo: «Portalo da sua madre!». 20 Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il fanciullo rimase sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. 21 Allora ella salì, lo adagiò sul letto dell'uomo di DIO, chiuse la porta dietro di lui ed uscì. 22 Poi chiamò suo marito e gli disse: «Ti prego, mandami uno dei servi e un'asina; corro dall'uomo di DIO e torno». 23 Egli le domandò: «Perché vuoi andare da lui proprio oggi? Non è il novilunio e neppure sabato». Ella rispose: «Andrà tutto bene!». 24 Poi fece sellare l'asina e ordinò al suo servo: «Conducimi e va' avanti; non rallentare il passo per me, a meno che te lo ordini». 25 Così ella partì e si recò dall'uomo di DIO, sul monte Karmel. Non appena l'uomo di DIO la vide da lontano, disse a Ghehazi, suo servo: «Ecco la Shunamita! 26 Ti prego, corri ad incontrarla e dille: "Stai bene? Sta bene tuo marito? E il fanciullo sta bene?"». Ella rispose: «Stanno bene». 27 Quando giunse dall'uomo di DIO sul monte, gli abbracciò i piedi. Ghehazi si avvicinò per allontanarla, ma l'uomo di DIO disse: «Lasciala stare, perché la sua anima è amareggiata, e l'Eterno me l'ha nascosto e non me l'ha rivelato». 28 Ella disse: «Avevo forse chiesto al mio signore un figlio? Non ti avevo forse detto: "Non m'ingannare"?». 29 Allora Eliseo disse a Ghehazi: «Cingiti i lombi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontri qualcuno, non salutarlo; e se qualcuno ti saluta non rispondergli; poserai il mio bastone sulla faccia del fanciullo». 30 La madre del fanciullo disse a Eliseo: «Com'è vero che l'Eterno vive e che tu pure vivi, io non ti lascerò». Così Eliseo si levò e la seguì. 31 Or Ghehazi li aveva preceduti e aveva posto il bastone sulla faccia del fanciullo, ma non ci fu né voce né risposta. Perciò egli tornò incontro ad Eliseo e gli riferì la cosa, dicendo: «Il fanciullo non si è svegliato». 32 Quando Eliseo entrò in casa, vide il fanciullo morto e sdraiato sul suo letto. 33 Egli allora entrò, chiuse la porta dietro loro due e pregò l'Eterno. 34 Poi salì sul letto e si coricò sul fanciullo; pose la propria bocca sulla sua bocca, i propri occhi sui suoi occhi, le proprie mani sulle sue mani; si distese sopra di lui e la carne del fanciullo si riscaldò. 35 Quindi Eliseo si tirò indietro e andò qua e là per la casa; poi salì di nuovo e si distese sopra il fanciullo; il fanciullo starnutì sette volte ed aperse gli occhi. 36 Allora egli chiamò Ghehazi e gli disse: «Chiama questa Shunamita». Egli la chiamò; quando ella giunse da Eliseo, questi le disse: «Prendi tuo figlio». 37 Così ella entrò e gli si gettò ai piedi, prostrandosi fino a terra; poi prese suo figlio ed uscì. |
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