C.E.I.:

Atti 21,15-24,26

21,15 Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo verso Gerusalemme. 16 Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasone di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità.
17 Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. 18 L'indomani Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi: c'erano anche tutti gli anziani. 19 Dopo aver rivolto loro il saluto, egli cominciò a esporre nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo suo. 20 Quand'ebbero ascoltato, essi davano gloria a Dio; quindi dissero a Paolo: «Tu vedi, o fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e tutti sono gelosamente attaccati alla legge. 21 Ora hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini. 22 Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato. 23 Fa' dunque quanto ti diciamo: vi sono fra noi quattro uomini che hanno un voto da sciogliere. 24 Prendili con te, compi la purificazione insieme con loro e paga tu la spesa per loro perché possano radersi il capo. Così tutti verranno a sapere che non c'è nulla di vero in ciò di cui sono stati informati, ma che invece anche tu ti comporti bene osservando la legge. 25 Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso ed abbiamo loro scritto che si astengano dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dalla impudicizia».
26 Allora Paolo prese con sé quegli uomini e il giorno seguente, fatta insieme con loro la purificazione, entrò nel tempio per comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l'offerta per ciascuno di loro.
27 Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d'Asia, vistolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui gridando: 28 «Uomini d'Israele, aiuto! Questo è l'uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; ora ha introdotto perfino dei Greci nel tempio e ha profanato il luogo santo!». 29 Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Efeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio. 30 Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono chiuse le porte. 31 Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta. 32 Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo. 33 Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto s'informava chi fosse e che cosa avesse fatto. 34 Tra la folla però chi diceva una cosa, chi un'altra. Nell'impossibilità di accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza. 35 Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. 36 La massa della gente infatti veniva dietro, urlando: «A morte!».
37 Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: «Posso dirti una parola?». «Conosci il greco?, disse quello, 38 Allora non sei quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?». 39 Rispose Paolo: «Io sono un Giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non certo senza importanza. Ma ti prego, lascia che rivolga la parola a questa gente». 40 Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, rivolse loro la parola in ebraico dicendo:

22,1 «Fratelli e padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi». 2 Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio ancora di più. 3 Ed egli continuò: «Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. 4 Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, 5 come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti.
6 Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; 7 caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 8 Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. 9 Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava. 10 Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia. 11 E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco.
12 Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, 13 venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. 14 Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15 perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome.
17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18 e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. 19 E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nella sinagoga quelli che credevano in te; 20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. 21 Allora mi disse: Va', perché io ti manderò lontano, tra i pagani».
22 Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma allora alzarono la voce gridando: «Toglilo di mezzo; non deve più vivere!». 23 E poiché continuavano a urlare, a gettar via i mantelli e a lanciar polvere in aria, 24 il tribuno ordinò di portarlo nella fortezza, prescrivendo di interrogarlo a colpi di flagello al fine di sapere per quale motivo gli gridavano contro in tal modo.
25 Ma quando l'ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che gli stava accanto: «Potete voi flagellare un cittadino romano, non ancora giudicato?». 26 Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: «Che cosa stai per fare? Quell'uomo è un romano!». 27 Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: «Dimmi, tu sei cittadino romano?». Rispose: «Sì». 28 Replicò il tribuno: «Io questa cittadinanza l'ho acquistata a caro prezzo». Paolo disse: «Io, invece, lo sono di nascita!». 29 E subito si allontanarono da lui quelli che dovevano interrogarlo. Anche il tribuno ebbe paura, rendendosi conto che Paolo era cittadino romano e che lui lo aveva messo in catene.
30 Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i sommi sacerdoti e tutto il sinedrio; vi fece condurre Paolo e lo presentò davanti a loro.

23,1 Con lo sguardo fisso al sinedrio Paolo disse: «Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in perfetta rettitudine di coscienza». 2 Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai suoi assistenti di percuoterlo sulla bocca. 3 Paolo allora gli disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato! Tu siedi a giudicarmi secondo la legge e contro la legge comandi di percuotermi?». 4 E i presenti dissero: «Osi insultare il sommo sacerdote di Dio?». 5 Rispose Paolo: «Non sapevo, fratelli, che è il sommo sacerdote; sta scritto infatti: Non insulterai il capo del tuo popolo».
6 Paolo sapeva che nel sinedrio una parte era di sadducei e una parte di farisei; disse a gran voce: «Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei; io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti». 7 Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i farisei e i sadducei e l'assemblea si divise. 8 I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione, né angeli, né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose. 9 Ne nacque allora un grande clamore e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi in piedi, protestavano dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest'uomo. E se uno spirito o un angelo gli avesse parlato davvero?». 10 La disputa si accese a tal punto che il tribuno, temendo che Paolo venisse linciato da costoro, ordinò che scendesse la truppa a portarlo via di mezzo a loro e ricondurlo nella fortezza. 11 La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma».
12 Fattosi giorno, i Giudei ordirono una congiura e fecero voto con giuramento esecratorio di non toccare né cibo né bevanda, sino a che non avessero ucciso Paolo. 13 Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura. 14 Si presentarono ai sommi sacerdoti e agli anziani e dissero: «Ci siamo obbligati con giuramento esecratorio di non assaggiare nulla sino a che non avremo ucciso Paolo. 15 Voi dunque ora, insieme al sinedrio, fate dire al tribuno che ve lo riporti, col pretesto di esaminare più attentamente il suo caso; noi intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi».
16 Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere del complotto; si recò alla fortezza, entrò e ne informò Paolo. 17 Questi allora chiamò uno dei centurioni e gli disse: «Conduci questo giovane dal tribuno, perché ha qualche cosa da riferirgli». 18 Il centurione lo prese e lo condusse dal tribuno dicendo: «Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha detto di condurre da te questo giovanetto, perché ha da dirti qualche cosa». 19 Il tribuno lo prese per mano, lo condusse in disparte e gli chiese: «Che cosa è quello che hai da riferirmi?». 20 Rispose: «I Giudei si sono messi d'accordo per chiederti di condurre domani Paolo nel sinedrio, col pretesto di informarsi più accuratamente nei suoi riguardi. 21 Tu però non lasciarti convincere da loro, poiché più di quaranta dei loro uomini hanno ordito un complotto, facendo voto con giuramento esecratorio di non prendere cibo né bevanda finché non l'abbiano ucciso; e ora stanno pronti, aspettando che tu dia il tuo consenso».
22 Il tribuno congedò il giovanetto con questa raccomandazione: «Non dire a nessuno che mi hai dato queste informazioni».
23 Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: «Preparate duecento soldati per andare a Cesarèa insieme con settanta cavalieri e duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto. 24 Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché sia condotto sano e salvo dal governatore Felice». 25 Scrisse anche una lettera in questi termini: 26 «Claudio Lisia all'eccellentissimo governatore Felice, salute. 27 Quest'uomo è stato assalito dai Giudei e stava per essere ucciso da loro; ma sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato, perché ho saputo che è cittadino romano. 28 Desideroso di conoscere il motivo per cui lo accusavano, lo condussi nel loro sinedrio. 29 Ho trovato che lo si accusava per questioni relative alla loro legge, ma che in realtà non c'erano a suo carico imputazioni meritevoli di morte o di prigionia. 30 Sono stato però informato di un complotto contro quest'uomo da parte loro, e così l'ho mandato da te, avvertendo gli accusatori di deporre davanti a te quello che hanno contro di lui. Sta' bene».
31 Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride. 32 Il mattino dopo, lasciato ai cavalieri il compito di proseguire con lui, se ne tornarono alla fortezza. 33 I cavalieri, giunti a Cesarèa, consegnarono la lettera al governatore e gli presentarono Paolo. 34 Dopo averla letta, domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era della Cilicia, disse: 35 «Ti ascolterò quando saranno qui anche i tuoi accusatori». E diede ordine di custodirlo nel pretorio di Erode.

24,1 Cinque giorni dopo arrivò il sommo sacerdote Anania insieme con alcuni anziani e a un avvocato di nome Tertullo e si presentarono al governatore per accusare Paolo. 2 Quando questi fu fatto venire, Tertullo cominciò l'accusa dicendo: 3 «La lunga pace di cui godiamo grazie a te e le riforme che ci sono state in favore di questo popolo grazie alla tua provvidenza, le accogliamo in tutto e per tutto, eccellentissimo Felice, con profonda gratitudine. 4 Ma per non trattenerti troppo a lungo, ti prego di darci ascolto brevemente nella tua benevolenza. 5 Abbiamo scoperto che quest'uomo è una peste, fomenta continue rivolte tra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è capo della setta dei Nazorei. 6 Ha perfino tentato di profanare il tempio e noi l'abbiamo arrestato. 7  8 Interrogandolo personalmente, potrai renderti conto da lui di tutte queste cose delle quali lo accusiamo». 9 Si associarono nell'accusa anche i Giudei, affermando che i fatti stavano così.
10 Quando il governatore fece cenno a Paolo di parlare, egli rispose: «So che da molti anni sei giudice di questo popolo e parlo in mia difesa con fiducia. 11 Tu stesso puoi accertare che non sono più di dodici giorni da quando mi sono recato a Gerusalemme per il culto. 12 Essi non mi hanno mai trovato nel tempio a discutere con qualcuno o a incitare il popolo alla sommossa, né nelle sinagoghe, né per la città 13 e non possono provare nessuna delle cose delle quali ora mi accusano. 14 Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, 15 nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. 16 Per questo mi sforzo di conservare in ogni momento una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini. 17 Ora, dopo molti anni, sono venuto a portare elemosine al mio popolo e per offrire sacrifici; 18 in occasione di questi essi mi hanno trovato nel tempio dopo che avevo compiuto le purificazioni. Non c'era folla né tumulto. 19 Furono dei Giudei della provincia d'Asia a trovarmi, e loro dovrebbero comparire qui davanti a te ad accusarmi, se hanno qualche cosa contro di me; 20 oppure dicano i presenti stessi quale colpa han trovato in me quando sono comparso davanti al sinedrio, 21 se non questa sola frase che gridai stando in mezzo a loro: A motivo della risurrezione dei morti io vengo giudicato oggi davanti a voi!».
22 Allora Felice, che era assai bene informato circa la nuova dottrina, li rimandò dicendo: «Quando verrà il tribuno Lisia, esaminerò il vostro caso». 23 E ordinò al centurione di tenere Paolo sotto custodia, concedendogli però una certa libertà e senza impedire a nessuno dei suoi amici di dargli assistenza.
24 Dopo alcuni giorni Felice arrivò in compagnia della moglie Drusilla, che era giudea; fatto chiamare Paolo, lo ascoltava intorno alla fede in Cristo Gesù. 25 Ma quando egli si mise a parlare di giustizia, di continenza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e disse: «Per il momento puoi andare; ti farò chiamare di nuovo quando ne avrò il tempo». 26 Sperava frattanto che Paolo gli avrebbe dato del denaro; per questo abbastanza spesso lo faceva chiamare e conversava con lui.

Nuova Riveduta:

Atti 21,15-24,26

21,15 Dopo quei giorni, fatti i nostri preparativi, salimmo a Gerusalemme. 16 Vennero con noi anche alcuni discepoli di Cesarea, che ci condussero in casa di un certo Mnasone di Cipro, discepolo di vecchia data, presso il quale dovevamo alloggiare.

A Gerusalemme Paolo si reca da Giacomo
Ro 15:1-2; 1Co 9:19-23
17 Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. 18 Il giorno seguente Paolo si recò con noi da Giacomo; e vi si trovarono tutti gli anziani. 19 Dopo averli salutati, Paolo si mise a raccontare dettagliatamente quello che Dio aveva fatto tra i pagani, per mezzo del suo servizio. 20 Ed essi, dopo averlo ascoltato, glorificavano Dio. Poi gli dissero: «Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei hanno creduto; e tutti sono zelanti per la legge. 21 Ora sono stati informati su di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani ad abbandonare Mosè, e dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non conformarsi più ai riti. 22 E allora? Sicuramente verranno a sapere che tu sei venuto. 23 Fa' dunque quello che ti diciamo: noi abbiamo quattro uomini che hanno fatto un voto; 24 prendili con te, purìficati con loro e paga le spese per loro affinché possano radersi il capo; così tutti conosceranno che non c'è niente di vero nelle informazioni che hanno ricevute sul tuo conto; ma che tu pure osservi la legge. 25 Quanto ai pagani che hanno creduto, noi abbiamo scritto decretando che si astengano dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione». 26 Allora Paolo, il giorno seguente, prese con sé quegli uomini e, dopo essersi purificato con loro, entrò nel tempio annunciando di voler compiere i giorni della purificazione, fino alla presentazione dell'offerta per ciascuno di loro.

Paolo è arrestato nel tempio
At 20:23; 24:5-19; Ro 15:30-31; 1Te 2:15-16
27 Quando i sette giorni stavano per compiersi, i Giudei dell'Asia, vedendolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e gli misero le mani addosso, gridando: 28 «Israeliti, venite in aiuto: questo è l'uomo che va predicando a tutti e dappertutto contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; e, oltre a ciò, ha condotto anche dei Greci nel tempio e ha profanato questo santo luogo». 29 Infatti, prima avevano veduto Trofimo di Efeso in città con Paolo, e pensavano che egli lo avesse condotto nel tempio.
30 Tutta la città fu in agitazione e si fece un assembramento di gente; afferrato Paolo, lo trascinarono fuori dal tempio, e subito le porte furono chiuse. 31 Mentre cercavano di ucciderlo, fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in subbuglio. 32 Ed egli, presi immediatamente dei soldati e dei centurioni, si precipitò verso i Giudei, i quali, vedendo il tribuno e i soldati, cessarono di battere Paolo. 33 Allora il tribuno si avvicinò, prese Paolo e ordinò che fosse legato con due catene; poi domandò chi fosse e che cosa avesse fatto. 34 E nella folla gli uni gridavano una cosa e gli altri un'altra; per cui, non potendo sapere nulla di certo a causa della confusione, ordinò che fosse condotto nella fortezza. 35 Quando Paolo arrivò alla gradinata dovette, per la violenza della folla, essere portato di peso dai soldati, 36 perché una marea di gente incalzava, gridando: «A morte!»

At 26:1; Mt 10:19-20
37 Quando Paolo stava per essere introdotto nella fortezza, disse al tribuno: «Mi è permesso dirti qualcosa?» Quegli rispose: «Sai il greco? 38 Non sei dunque quell'egiziano che tempo fa sobillò e condusse nel deserto quei quattromila briganti?» 39 Ma Paolo disse: «Io sono un Giudeo di Tarso, cittadino di quella non oscura città di Cilicia; e ti prego che tu mi permetta di parlare al popolo». 40 Il tribuno glielo permise e Paolo, stando in piedi sulla gradinata, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un gran silenzio, parlò loro in ebraico, dicendo:

Discorso di Paolo ai Giudei
At 9:1-30; 26:9-21; 1Ti 1:12-17
22,1 «Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa».
2 Quando ebbero udito che egli parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. Poi disse:
3 «Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi; 4 perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, 5 come me ne sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani; avute da loro delle lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre legati a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.
6 Mentre ero per strada e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, improvvisamente dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce. 7 Caddi a terra e udii una voce che mi disse: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" 8 Io risposi: "Chi sei, Signore?" Ed egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". 9 Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non intesero la voce di colui che mi parlava. 10 Allora dissi: "Signore, che devo fare?" E il Signore mi disse: "Àlzati, va' a Damasco, e là ti saranno dette tutte le cose che ti è ordinato di fare". 11 E siccome non ci vedevo più a causa del fulgore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e così giunsi a Damasco.
12 Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza, 13 venne da me e, accostatosi, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". E in quell'istante riebbi la vista e lo guardai. 14 Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua bocca. 15 Perché tu gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai viste e udite. 16 E ora, perché indugi? Àlzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome".
17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi, 18 e vidi Gesù che mi diceva: "Affrèttati, esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza su di me". 19 E io dissi: "Signore, essi sanno che io incarceravo e flagellavo nelle sinagoghe quelli che credevano in te; 20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di coloro che lo uccidevano". 21 Ma egli mi disse: "Va', perché io ti manderò lontano, tra i popoli"».

At 16:22-23, 35-39; 25:16
22 Lo ascoltarono fino a questa parola; poi alzarono la voce, dicendo: «Togli via dal mondo un uomo simile; perché non è degno di vivere». 23 Com'essi gridavano e gettavano via i loro vestiti e lanciavano polvere in aria, 24 il tribuno comandò che Paolo fosse condotto nella fortezza e che venisse interrogato mediante tortura, allo scopo di sapere per quale motivo gridassero così contro di lui. 25 Quando lo ebbero disteso e legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che era presente: «Vi è lecito flagellare un cittadino romano, che non è stato ancora condannato?» 26 Il centurione, udito questo, andò a riferirlo al tribuno, dicendo: «Che stai per fare? Quest'uomo è romano!» 27 Il tribuno andò da Paolo e gli chiese: «Dimmi, sei romano?» Ed egli rispose: «Sì». 28 Il tribuno replicò: «Io ho acquistato questa cittadinanza per una grande somma di denaro». E Paolo disse: «Io, invece, l'ho di nascita». 29 Allora quelli che stavano per sottoporlo a interrogatorio si ritirarono subito da lui; e anche il tribuno, sapendo che egli era romano, ebbe paura perché lo aveva fatto legare.

Paolo davanti al sinedrio
At 23:28 (Mt 23:27-28; 10:16)(Sl 37:32-33; Gs 1:9)
30 Il giorno seguente, volendo sapere con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, lo liberò e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di radunarsi; e, condotto giù Paolo, lo fece comparire davanti a loro.

23,1 Paolo, fissato lo sguardo sul sinedrio, disse: «Fratelli, fino ad oggi mi sono condotto davanti a Dio in tutta buona coscienza».
2 Il sommo sacerdote Anania comandò a quelli che erano vicini a lui di percuoterlo sulla bocca. 3 Allora Paolo gli disse: «Dio percuoterà te, parete imbiancata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge e violando la legge comandi che io sia percosso?» 4 Coloro che erano là presenti dissero: «Tu insulti il sommo sacerdote di Dio?» 5 Paolo disse: «Fratelli, non sapevo che fosse sommo sacerdote; perché sta scritto: "Non dirai male del capo del tuo popolo"».
6 Ora Paolo, sapendo che una parte dell'assemblea era composta di sadducei e l'altra di farisei, esclamò nel Sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che sono chiamato in giudizio». 7 Appena ebbe detto questo, nacque contesa tra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si trovò divisa. 8 Perché i sadducei dicono che non vi è risurrezione, né angelo né spirito; mentre i farisei affermano tutte queste cose. 9 Ne nacque un grande clamore; e alcuni scribi del partito dei farisei, alzatisi, protestarono dicendo: «Non troviamo nulla di male in quest'uomo; e se gli avesse parlato uno spirito o un angelo?» 10 Poiché il contrasto andava crescendo, il tribuno, temendo che Paolo fosse fatto a pezzi da quella gente, comandò ai soldati di scendere e di portarlo via di mezzo a loro, e di condurlo nella fortezza.
11 La notte seguente il Signore gli si presentò e disse: «Fatti coraggio; perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma».

Congiura contro Paolo
At 9:23-25; Sl 3; 59:4; 2Co 11:23, 26
12 Quando fu giorno, i Giudei ordirono una congiura e, con imprecazioni contro se stessi, fecero voto di non mangiare né bere finché non avessero ucciso Paolo. 13 Ora quelli che avevano fatto questa congiura erano più di quaranta. 14 Si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: «Abbiamo fatto voto, scagliando l'anatema contro noi stessi, di non mangiare nulla finché non abbiamo ucciso Paolo. 15 Perciò voi con il sinedrio presentatevi al tribuno per chiedergli di condurlo giù da voi, come se voleste conoscere più esattamente il suo caso; e noi, prima che egli arrivi, siamo pronti a ucciderlo».
16 Ma il figlio della sorella di Paolo, venuto a sapere dell'agguato, corse alla fortezza, ed entrato riferì tutto a Paolo. 17 Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: «Conduci questo giovane dal tribuno, perché ha qualcosa da riferirgli». 18 Egli lo prese e lo condusse dal tribuno, e disse: «Paolo, il prigioniero, mi ha chiamato e mi ha pregato di condurti questo giovane, che ha qualcosa da dirti». 19 Il tribuno lo prese per mano e, appartatosi con lui, gli domandò: «Che cosa hai da riferirmi?» 20 Ed egli rispose: «I Giudei si sono messi d'accordo per pregarti che domani tu riconduca giù Paolo nel sinedrio, come se volessero informarsi meglio del suo caso; 21 ma tu non dar retta a loro, perché più di quaranta uomini di loro gli tendono un agguato e, con imprecazioni contro se stessi, hanno fatto voto di non mangiare né bere finché non lo abbiano ucciso; e ora sono già pronti, aspettando il tuo consenso». 22 Il tribuno dunque congedò il giovane, dopo avergli comandato: «Non parlare con nessuno di quanto mi hai svelato».

Paolo viene trasferito di notte a Cesarea
23 Poi, chiamati due centurioni, disse loro: «Tenete pronti fin dalla terza ora della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andare fino a Cesarea; 24 e abbiate pronte delle cavalcature per farvi montare su Paolo, perché sia condotto sano e salvo dal governatore Felice». 25 Scrisse anche una lettera del seguente tenore:
26 «Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.
27 Quest'uomo era stato preso dai Giudei e stava per essere ucciso da loro, quando sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato dalle loro mani, avendo saputo che era cittadino romano. 28 Volendo sapere di che cosa lo accusavano, lo condussi nel loro sinedrio. 29 Ho trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge, ma che non era incolpato di nulla che fosse meritevole di morte o di prigione. 30 Però mi è stato riferito che si tendeva un agguato contro quest'uomo; perciò l'ho subito inviato da te, ordinando anche ai suoi accusatori di dire davanti a te quello che hanno contro di lui».
31 I soldati dunque, com'era stato loro ordinato, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatrìda. 32 Il giorno seguente lasciarono partire i cavalieri con lui e ritornarono alla fortezza. 33 Quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo. 34 Egli lesse la lettera e domandò a Paolo di quale provincia fosse e, saputo che era di Cilicia, 35 gli disse: «Ti ascolterò meglio quando saranno giunti anche i tuoi accusatori». E ordinò che fosse custodito nel palazzo di Erode.

Paolo accusato davanti al governatore Felice
At 6:11-13; 21:27-36; Mt 5:11-12
24,1 Cinque giorni dopo, il sommo sacerdote Anania discese con alcuni anziani e con un avvocato di nome Tertullo, e si presentarono al governatore per accusare Paolo.
2 Egli fu chiamato e Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo:
3 «Siccome per merito tuo, eccellentissimo Felice, godiamo molta pace, e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme in favore di questa nazione, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo con viva gratitudine. 4 Ora, per non trattenerti troppo a lungo, ti prego di ascoltare brevemente, secondo la tua benevolenza. 5 Abbiamo dunque trovato che quest'uomo è una peste, che fomenta rivolte fra tutti i Giudei del mondo ed è capo della setta dei Nazareni. 6 Egli ha perfino tentato di profanare il tempio; perciò lo abbiamo arrestato; [e volevamo giudicarlo secondo la nostra legge; 7 ma il tribuno Lisia è intervenuto e lo ha tolto con violenza dalle nostre mani, 8 ordinando che i suoi accusatori si presentassero davanti a te;] interrogandolo, potrai tu stesso aver piena conoscenza di tutte le cose di cui noi lo accusiamo».
9 I Giudei si unirono anch'essi nelle accuse, affermando che le cose stavano così.

Lu 21:12-15; 1P 3:15-16
10 Allora Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno di parlare, rispose: «Sapendo che già da molti anni tu sei giudice di questa nazione, parlo con più coraggio a mia difesa. 11 Perché tu puoi accertarti che non sono più di dodici giorni da quando salii a Gerusalemme per adorare; 12 ed essi non mi hanno trovato nel tempio a discutere con nessuno né a fare assembramenti di popolo, né nelle sinagoghe né in città; 13 e non possono provarti le cose delle quali ora mi accusano. 14 Ma ti confesso questo, che adoro il Dio dei miei padri, secondo la Via che essi chiamano setta, credendo in tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti; 15 avendo in Dio la speranza, condivisa anche da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. 16 Per questo anch'io mi esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini. 17 Dopo molti anni sono venuto a portare elemosine alla mia nazione e a presentare delle offerte. 18 Mentre io stavo facendo questo, mi hanno trovato purificato nel tempio, senza assembramento e senza tumulto; 19 e vi erano alcuni Giudei dell'Asia; questi avrebbero dovuto comparire davanti a te ed accusarmi, se avevano qualcosa contro di me. 20 Oppure dicano costoro quale misfatto hanno trovato in me, quando mi presentai davanti al sinedrio; 21 a meno che si tratti di questa sola parola che gridai, quando comparvi davanti a loro: "È a motivo della risurrezione dei morti, che io sono oggi giudicato da voi"».
22 Allora Felice, che era assai bene informato su questa Via, li rinviò dicendo: «Quando sarà giunto il tribuno Lisia, esaminerò il caso vostro». 23 E ordinò al centurione che egli fosse custodito, permettendogli però una certa libertà e senza vietare ad alcuno dei suoi di rendergli dei servizi.

Felice rinvia il caso di Paolo
At 17:30-32; Is 55:6-7; Sl 95:8
24 Dopo alcuni giorni Felice, venuto con sua moglie Drusilla, che era giudea, mandò a chiamare Paolo e lo ascoltò circa la fede in Cristo Gesù. 25 Siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e replicò: «Per ora va'; e quando ne avrò l'opportunità, ti manderò a chiamare». 26 Egli sperava, allo stesso tempo, che Paolo gli avrebbe dato del denaro: per questo lo mandava spesso a chiamare e conversava con lui.

Nuova Diodati:

Atti 21,15-24,26

21,15 Dopo quei giorni, preparate le nostre cose, salimmo a Gerusalemme. 16 Con noi vennero anche alcuni discepoli di Cesarea e condussero con loro un certo Mnasone, nativo di Cipro, un vecchio discepolo, presso il quale dovevamo alloggiare. 17 Al nostro arrivo a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero lietamente. 18 Il giorno seguente Paolo si recò con noi da Giacomo, e tutti gli anziani erano presenti. 19 Dopo averli salutati, Paolo raccontò loro, ad una ad una, le cose che il Signore aveva operato fra i gentili per mezzo del suo ministero. 20 Ed essi, udito ciò, glorificavano Dio, poi dissero a Paolo: «Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei vi sono che hanno creduto; e tutti sono zelanti della legge. 21 Or sono stati informati a tuo riguardo che tu insegni a tutti i Giudei che vivono fra i gentili di distaccarsi da Mosè, dicendo di non circoncidere i figli e di non seguire più le usanze giudaiche. 22 Or dunque, che si deve fare? È inevitabile che la folla si raduni, perché sapranno che tu sei venuto. 23 Fa' dunque quanto ti diciamo: noi abbiamo quattro uomini, che hanno fatto un voto; 24 prendili con te, purificati con loro, e paga per loro, perché si possano radere il capo; così tutti sapranno che non c'è nulla di vero in quelle cose di cui sono stati informati intorno a te, ma che anche tu sei disciplinato e osservi la legge. 25 Ma per quanto riguarda i gentili che hanno creduto, noi abbiamo loro scritto, avendo stabilito che non osservino alcuna cosa del genere, ma che si guardino unicamente dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione». 26 Allora Paolo, il giorno seguente, prese con sé quegli uomini e, dopo essersi purificato con loro, entrò nel tempio, dichiarando di voler portare a compimento i giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l'offerta per ciascun di loro. 27 Ma, come i sette giorni stavano per compiersi, i Giudei dell'Asia, vedendolo nel tempio, sollevarono tutta la folla e gli misero le mani addosso, 28 gridando: «Uomini d'Israele, venite in aiuto! Costui è l'uomo che insegna a tutti e dappertutto una dottrina che è contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; oltre a ciò, ha pure condotto dei Greci nel tempio e ha contaminato questo santo luogo». 29 Infatti avevano in precedenza visto Trofimo di Efeso in città con Paolo, e pensavano che egli lo avesse condotto nel tempio. 30 E tutta la città fu in subbuglio, e ci fu un accorrere di gente; e, preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito furono serrate le porte. 31 Ora, mentre essi cercavano di ucciderlo, al tribuno della coorte giunse la notizia che tutta Gerusalemme era sottosopra. 32 Immediatamente egli, presi dei soldati e dei centurioni, corse verso di loro. E questi, visto il tribuno e i soldati, smisero di battere Paolo. 33 Allora il tribuno, avvicinatosi, lo prese e comandò che fosse legato con due catene, poi domandò chi fosse e che cosa avesse fatto. 34 Tra la folla gli uni gridavano una cosa e gli altri un'altra; non potendo perciò sapere nulla di certo per il tumulto, comandò che fosse condotto nella fortezza. 35 Quando arrivò alla gradinata, egli dovette essere portato dai soldati per la violenza della folla, 36 perché la massa del popolo lo seguiva, gridando: «A morte». 37 Mentre Paolo stava per essere introdotto nella fortezza, disse al tribuno: «Mi è lecito dirti qualcosa?». Quegli rispose: «Sai il greco? 38 Non sei tu quell'Egiziano che tempo fa insorse e condusse nel deserto quei quattromila briganti?». 39 Ma Paolo disse: «Io sono un Giudeo di Tarso, cittadino di quella non oscura città di Cilicia; or ti prego di lasciarmi parlare al popolo». 40 Avendoglielo permesso, Paolo, stando in piedi sopra la gradinata, fece cenno con la mano al popolo. E, fattosi un gran silenzio, parlò in lingua ebraica, dicendo:

Discorso di Paolo in sua difesa, davanti al popolo
22,1 «Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa». 2 Nell'udire che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. Poi disse: 3 «In verità io sono un Giudeo, nato in Tarso di Cilicia e allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, educato nella rigorosa osservanza della legge dei padri, pieno di zelo di Dio, come oggi lo siete voi tutti; 4 io ho perseguitato fino alla morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne, 5 come mi sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il sinedrio degli anziani, dai quali avendo anche ricevuto lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti. 6 Or avvenne che, mentre io ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, intorno a mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo mi folgorò d'intorno. 7 Ed io caddi a terra e udii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". 8 Io risposi: "Chi sei, Signore?". Egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". 9 Or quelli che erano con me videro sì la luce e furono spaventati, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. 10 Io dissi: "Signore, che devo fare?". Il Signore mi disse: "Alzati e va' a Damasco, là ti sarà annunziato tutto quello che ti è ordinato di fare". 11 Ora, siccome io non vedevo nulla per lo splendore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e così entrai a Damasco. 12 Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, di cui tutti i Giudei che abitavano a Damasco rendevano buona testimonianza, 13 venne da me e, standomi vicino, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". In quell'istante io ricuperai la vista e lo guardai. 14 Poi aggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha preordinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e a udire una voce dalla sua bocca. 15 Perché tu gli devi essere testimone presso tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 Ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore". 17 Or avvenne che, quando ritornai a Gerusalemme e stavo pregando nel tempio, fui rapito in estasi, 18 e vidi il Signore che mi diceva: "Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza intorno a me". 19 Allora io dissi: "Signore, loro stessi sanno che incarceravo e battevo da una sinagoga all'altra quelli che credevano in te; 20 quando si versava il sangue di Stefano, tuo martire, anch'io ero presente, acconsentivo alla sua morte e custodivo le vesti di coloro che lo uccidevano". 21 Ma egli mi disse: "Va', perché io ti manderò lontano tra i gentili"». 22 Essi lo ascoltarono fino a questo punto; poi alzarono la voce, dicendo: «Togli dal mondo un tale uomo, perché non è degno di vivere!». 23 Siccome essi gridavano, gettando via le loro vesti e lanciando polvere in aria, 24 il tribuno comandò che Paolo fosse condotto nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagelli al fine di sapere per quale motivo gridavano così contro di lui. 25 Ma, quando lo ebbero disteso con le cinghie, Paolo disse al centurione che era presente: «Vi è lecito flagellare un cittadino romano, non ancora condannato?». 26 Udito questo, il centurione andò a riferirlo al tribuno, dicendo: «Che cosa stai facendo? Quest'uomo è un cittadino romano!». 27 Il tribuno allora si recò da Paolo e gli chiese: «Dimmi, sei tu un cittadino romano?». Egli disse: «Sì, lo sono». 28 Il tribuno rispose: «Io ho acquistata questa cittadinanza mediante una grande somma di denaro». Paolo disse: «Io invece l'ho di nascita». 29 Allora quelli che lo dovevano interrogare si allontanarono subito da lui; e lo stesso tribuno, avendo saputo che egli era cittadino romano, ebbe paura perché lo aveva fatto legare.

Paolo davanti al sinedrio
30 Or il giorno seguente, volendo sapere con certezza il motivo per cui egli era accusato dai Giudei, lo sciolse dai legami e ordinò ai capi dei sacerdoti e a tutto il sinedrio di venire. Poi, condotto giù Paolo, lo presentò davanti a loro.

23,1 Paolo, fissati gli occhi sul sinedrio, disse: «Fratelli, fino a questo giorno, io mi sono comportato davanti a Dio in perfetta buona coscienza». 2 A questo dire il sommo sacerdote Anania ordinò a quelli che gli erano accanto di percuoterlo sulla bocca. 3 Allora Paolo gli disse: «Dio percuoterà te, muro imbiancato. Tu siedi per giudicarmi secondo la legge e, violando la legge, ordini che io sia percosso». 4 Or quelli che erano presenti dissero: «Insulti tu il sommo sacerdote di Dio?». 5 Paolo rispose: «Non sapevo, fratelli, che egli fosse sommo sacerdote, perché sta scritto: "Tu non dirai male del principe del tuo popolo"». 6 Paolo quindi, sapendo che una parte dei presenti era composta di sadducei e l'altra di farisei, gridò a quelli del sinedrio: «Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che vengo giudicato». 7 Appena egli disse questo, nacque un dissenso fra i farisei e i sadducei, e l'assemblea si divise; 8 infatti i sadducei dicono che non vi è risurrezione né angelo né spirito, mentre i farisei affermano l'una e l'altra cosa. 9 Si fece allora un grande clamore. Gli scribi del partito dei farisei, alzatisi, protestavano con forza e dicevano: «Noi non troviamo nulla di male in quest'uomo; e se uno spirito o un angelo gli avesse parlato? Non combattiamo contro Dio». 10 Ora, siccome il dissenso andava aumentando, il tribuno, per timore che Paolo fosse fatto a pezzi da loro, ordinò ai soldati di scendere e di portarlo via dal loro mezzo, e di ricondurlo nella fortezza. 11 La notte seguente, il Signore si presentò a lui e disse: «Paolo, coraggio, perché come tu hai reso testimonianza di me in Gerusalemme, così bisogna che tu la renda anche a Roma».

Congiura dei Giudei contro Paolo; egli è inviato a Cesarea
12 Quando fu giorno, certi Giudei tramarono una congiura obbligandosi con giuramento esecratorio a non mangiare né bere, finché non avessero ucciso Paolo. 13 Erano più di quaranta quelli che avevano fatto questa congiura. 14 Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: «Noi ci siamo impegnati con giuramento di non assaggiare alcuna cosa, finché non abbiamo ucciso Paolo. 15 Or dunque voi con il sinedrio fate una petizione al tribuno perché domani ve lo riconduca, come se voleste indagare più a fondo sul suo caso; e noi, prima che si avvicini, saremo pronti ad ucciderlo». 16 Ma il figlio della sorella di Paolo, venuto a conoscenza dell'agguato, corse alla fortezza e, entrato, lo riferì a Paolo. 17 Allora Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: «Conduci questo giovane dal tribuno, perché ha qualcosa da comunicargli». 18 Egli dunque lo prese, lo condusse dal tribuno e disse: «Paolo, quel prigioniero, mi ha chiamato e mi ha pregato di condurti questo giovane, che ha qualcosa da dirti». 19 Allora il tribuno, presolo per mano, lo condusse in disparte e domandò: «Che cosa hai da riferirmi?». 20 Egli disse: «I Giudei si sono accordati per chiederti che domani tu conduca Paolo giù nel sinedrio, come se volessero investigare più a fondo il suo caso. 21 Perciò tu non dar loro ascolto, perché più di quaranta uomini di loro, stanno in agguato per prenderlo, essendosi impegnati con un voto di non mangiare né bere, finché non l'abbiano ucciso; ed ora sono pronti, aspettando che tu lo permetta loro». 22 Il tribuno dunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatto sapere queste cose. 23 Poi, chiamati due centurioni, disse loro: «Tenete pronti fin dalle ore tre della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andare fino a Cesarea». 24 Disse loro ancora di tenere pronte delle cavalcature per farvi montare su Paolo e condurlo sano e salvo dal governatore Felice. 25 Egli scrisse pure una lettera di questo tenore: 26 «Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute. 27 Quest'uomo era stato preso dai Giudei e stava per essere da loro ucciso, quando io sopraggiunsi con i soldati e lo liberai, avendo inteso che era cittadino romano. 28 Volendo poi sapere la colpa di cui l'accusavano, l'ho condotto nel loro sinedrio. 29 Ho così trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge e che non c'era in lui alcuna colpa degna di morte né di prigione. 30 Quando poi mi fu riferito dell'agguato che i Giudei tendevano a quest'uomo, te l'ho subito mandato, ordinando pure ai suoi accusatori di esporre davanti a te le rimostranze che hanno contro di lui. Sta' bene!». 31 I soldati dunque, secondo ch'era stato loro ordinato, presero in consegna Paolo e lo condussero di notte ad Antipàdride. 32 Il giorno seguente, lasciato ai cavalieri il compito di andare con lui, ritornarono alla fortezza. 33 Quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo. 34 Dopo aver letto la lettera, il governatore domandò a Paolo di quale provincia fosse; e, saputo che era della Cilicia, 35 gli disse: «Io ti ascolterò quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori». E ordinò che fosse custodito nel palazzo di Erode.

Paolo davanti al tribunale del governatore Felice
24,1 Ora, cinque giorni dopo, arrivò il sommo sacerdote Anania insieme con gli anziani e con un oratore, un certo Tertullo; essi comparvero davanti al governatore per accusare Paolo. 2 Quando Paolo fu chiamato, Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo: 3 «Eccellentissimo Felice, noi riconosciamo in tutto e per tutto e con profonda gratitudine che la pace che godiamo e le vantaggiose riforme attuate per questa nazione sono opera delle tue previdenti misure. 4 Ma per non importunarti più a lungo, ti prego nella tua benevolenza di darci brevemente ascolto. 5 Noi abbiamo trovato che quest'uomo è una peste e suscita sedizioni fra tutti i Giudei che sono nel mondo, ed è capo della setta dei Nazareni. 6 Egli ha perfino tentato di profanare il tempio; per questo noi l'abbiamo preso e lo volevamo giudicare secondo la nostra legge. 7 Ma, sopraggiungendo il tribuno Lisia, lo ha tolto a forza dalle nostre mani, 8 ordinando ai suoi accusatori di venire da te; esaminandolo, potrai tu stesso sapere da lui la verità su tutte le cose di cui l'accusiamo». 9 I Giudei si associarono anch'essi nelle accuse, affermando che le cose stavano così. 10 Allora Paolo, dopo che il governatore gli fece cenno di parlare, rispose: «Sapendo che da molti anni tu sei giudice di questa nazione, con più coraggio parlo a mia difesa. 11 Non più di dodici giorni fa, come tu puoi verificare, io salii a Gerusalemme per adorare. 12 Or essi non mi hanno trovato nel tempio a disputare con alcuno, o a incitare la folla né nelle sinagoghe né per la città; 13 né possono provare le cose delle quali ora mi accusano. 14 Ma questo ti confesso che, secondo la Via che essi chiamano setta, io servo così il Dio dei padri, credendo a tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti, 15 avendo in Dio la speranza, che anch'essi condividono, che vi sarà una risurrezione dei morti, tanto dei giusti che degli ingiusti. 16 Per questo io mi sforzo di avere continuamente una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini. 17 Ora, dopo molti anni, io sono venuto a portare elemosine e offerte alla mia nazione. 18 Mentre facevo questo, essi mi hanno trovato purificato nel tempio, senza alcun assembramento o tumulto. 19 Ma vi erano alcuni Giudei dell'Asia, che dovevano comparire davanti a te per accusarmi, se avevano qualcosa contro di me. 20 O questi stessi dicano se hanno trovato alcun misfatto in me, quando stavo davanti al sinedrio, 21 a meno che sia per questa sola parola che io gridai stando in piedi in mezzo a loro: "È a motivo della risurrezione dei morti che oggi vengo giudicato da voi"». 22 Quando udì queste cose, Felice, che era ben informato sulla Via, rinviò il processo, dicendo: «Quando verrà il tribuno Lisia, prenderò in esame il vostro caso». 23 E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma che avesse una certa libertà, senza impedire a nessuno dei suoi di prestargli dei servizi o di venire a trovarlo. 24 Alcuni giorni dopo Felice, venuto con Drusilla sua moglie che era giudea, mandò a chiamare Paolo e l'ascoltò intorno alla fede in Cristo Gesù. 25 E siccome Paolo parlava di giustizia, di autocontrollo e del giudizio futuro, Felice, tutto spaventato, rispose: «Per il momento va', quando avrò opportunità, ti manderò a chiamare». 26 Nel medesimo tempo egli sperava che Paolo gli avrebbe dato del denaro perché lo liberasse; e per questo lo faceva spesso chiamare e conversava con lui.

Riveduta 2020:

Atti 21,15-24,26

21,15 Dopo quei giorni, fatti i nostri preparativi, salimmo a Gerusalemme. 16 E vennero con noi anche alcuni dei discepoli di Cesarea, portando con loro un certo Mnasone di Cipro, discepolo della prima ora, presso il quale dovevamo alloggiare.

A Gerusalemme Paolo si reca da Giacomo
17 Quando fummo giunti a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero gioiosamente. 18 Il giorno seguente Paolo si recò con noi da Giacomo e vi si trovarono tutti gli anziani. 19 Dopo averli salutati, Paolo si mise a raccontare a una a una le cose che Dio aveva fatto fra i Gentili, per mezzo del suo ministerio. 20 Ed essi, uditele, glorificavano Dio. Poi dissero a Paolo: “Fratello, tu vedi quante migliaia di Giudei ci sono che hanno creduto e tutti sono zelanti per la legge. 21 Ora sono stati informati di te, che insegni a tutti i Giudei che sono tra i Gentili di abbandonare Mosè, dicendo loro di non circoncidere i figli e di non conformarsi ai riti. 22 Che facciamo? Certamente [molti di loro si raduneranno, perché] udranno che tu sei venuto. 23 Fa' dunque quanto ti diciamo: noi abbiamo quattro uomini che hanno fatto un voto; 24 prendili con te, purificati con loro e paga le spese per loro, affinché possano radersi il capo; così tutti sapranno che non c'è nulla di vero nelle informazioni che hanno ricevuto a tuo riguardo, ma che tu pure ti comporti da osservante della legge. 25 Quanto ai Gentili che hanno creduto, noi abbiamo deciso e abbiamo loro scritto che debbano astenersi dalle cose sacrificate agli idoli, dal sangue, dalle cose soffocate e dalla fornicazione”. 26 Allora Paolo, il giorno seguente, prese con sé quegli uomini e, dopo essersi purificato con loro, entrò nel tempio, annunciando di voler compiere i giorni della purificazione, fino alla presentazione dell'offerta per ciascuno di loro.

Paolo è arrestato nel tempio
27 Quando i sette giorni stavano per compiersi, i Giudei dell'Asia, vedutolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e gli misero le mani addosso, gridando: 28 “Uomini Israeliti, venite in aiuto; questo è l'uomo che va predicando a tutti e dappertutto contro il popolo, contro la legge e contro questo luogo; oltre a ciò, ha condotto anche dei Greci nel tempio e ha profanato questo santo luogo”. 29 Infatti, avevano visto prima Trofimo di Efeso in città con Paolo e pensavano che egli l'avesse condotto nel tempio.
30 Tutta la città fu in agitazione e la gente accorreva assembrandosi; preso Paolo, lo trascinarono fuori del tempio e subito le porte furono chiuse. 31 Mentre cercavano di ucciderlo, al tribuno della coorte giunse voce che tutta Gerusalemme era in subbuglio. 32 Ed egli, presi immediatamente dei soldati e dei centurioni, corse giù dai Giudei, i quali, vedendo il tribuno e i soldati, cessarono di battere Paolo. 33 Allora il tribuno, accostatosi, lo prese e comandò che fosse legato con due catene; poi domandò chi egli fosse e che cosa avesse fatto. 34 E nella folla alcuni gridavano una cosa, e gli altri un'altra, per cui, non potendo sapere nulla di certo a causa del tumulto, comandò che fosse condotto nella fortezza. 35 Quando Paolo arrivò alla gradinata dovette, per la violenza della folla, essere portato di peso dai soldati, 36 perché una grande moltitudine di persone lo seguiva, gridando: “Toglilo di mezzo!”.

Discorso di Paolo ai Giudei
37 Quando Paolo stava per essere introdotto nella fortezza, disse al tribuno: “Mi è lecito dirti qualcosa?”. Quegli rispose: “Sai tu il greco? 38 Non sei tu dunque quell'Egiziano che tempo fa sollevò e condusse nel deserto quei quattromila briganti?”. 39 Ma Paolo disse: “Io sono un Giudeo di Tarso, cittadino di quella non oscura città di Cilicia; ti prego che tu mi permetta di parlare al popolo”. 40 E, avendolo egli permesso, Paolo, stando in piedi sulla gradinata, fece cenno con la mano al popolo. E, fattosi gran silenzio, parlò loro in lingua ebraica dicendo:

22,1 “Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa”.
2 Quando ebbero udito che egli parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio. Poi disse:
3 “Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, ai piedi di Gamaliele, educato nella rigida osservanza della legge dei padri; fui zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi 4 e perseguitai a morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne; 5 come me ne sono testimoni il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani, dai quali, avendo pure ricevuto lettere per i fratelli, mi recavo a Damasco per condurre legati a Gerusalemme anche quelli che erano là, perché fossero puniti.
6 Mentre ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso dal cielo mi sfolgorò intorno una gran luce. 7 Caddi a terra e udii una voce che mi disse: 'Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?'. 8 Io risposi: 'Chi sei, Signore?'. Ed egli mi disse: 'Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti'. 9 Coloro che erano con me videro sì la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. 10 E io dissi: 'Signore, che devo fare?'. E il Signore mi disse: 'Alzati, va' a Damasco e là ti saranno dette tutte le cose che ti è ordinato di fare'. 11 Siccome non ci vedevo più per il fulgore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me e così giunsi a Damasco.
12 Un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano là rendevano buona testimonianza, 13 venne a me e, standomi vicino, mi disse: 'Fratello Saulo, recupera la vista'. E in quell'istante recuperai la vista e lo guardai. 14 Egli disse: 'Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e a udire una voce dalla sua bocca. 15 Poiché tu gli sarai un testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 E ora, che indugi? Alzati, sii battezzato e lavato dei tuoi peccati, invocando il suo nome'.
17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18 e vidi Gesù che mi diceva: 'Affrettati, esci presto da Gerusalemme, perché essi non riceveranno la tua testimonianza su di me'. 19 E io dissi: 'Signore, essi sanno che io incarceravo e battevo nelle sinagoghe quelli che credevano in te 20 e, quando si spandeva il sangue di Stefano tuo testimone, anche io ero presente, approvavo e custodivo le vesti di coloro che l'uccidevano'. 21 Ed egli mi disse: 'Va', perché io ti manderò lontano, ai Gentili'”.
22 Lo ascoltarono fino a questa parola; poi alzarono la voce, dicendo: “Togli via dal mondo un uomo simile, perché non è degno di vivere”. 23 Come essi gridavano, gettavano via i loro vestiti e lanciavano polvere in aria, 24 il tribuno comandò che Paolo fosse condotto nella fortezza e che venisse interrogato mediante tortura, allo scopo di sapere per quale motivo gridassero così contro a lui. 25 Ma come lo ebbero disteso e legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che era presente: “È lecito flagellare un cittadino romano, che non è stato condannato?”. 26 E il centurione, udito questo, venne a riferirlo al tribuno, dicendo: “Che stai per fare? Perché quest'uomo è romano”. 27 Il tribuno venne a Paolo e gli chiese: “Dimmi, sei tu romano?”. Ed egli rispose: “Sì”. 28 Il tribuno replicò: “Io ho acquistato questa cittadinanza con una gran somma di denaro”. E Paolo disse: “Io, invece, l'ho di nascita”. 29 Allora quelli che stavano per inquisirlo si ritirarono subito da lui e anche il tribuno, sapendo che egli era romano, ebbe paura perché l'aveva fatto legare.

Paolo davanti al Sinedrio
30 Il giorno seguente, volendo sapere con certezza di che cosa egli fosse accusato dai Giudei, lo fece slegare, comandò ai capi dei sacerdoti e a tutto il Sinedrio di radunarsi e, condotto giù Paolo, lo fece comparire davanti a loro.

23,1 Paolo, fissati gli occhi sul Sinedrio, disse: “Fratelli, fino a questo giorno, mi sono condotto davanti a Dio in tutta buona coscienza”.
2 Il sommo sacerdote Anania comandò a quelli che erano vicini a lui di percuoterlo sulla bocca. 3 Allora Paolo gli disse: “Dio percuoterà te, parete imbiancata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge e, violando la legge, comandi che io sia percosso?”. 4 Coloro che erano là presenti dissero: “Insulti tu il sommo sacerdote di Dio?”. 5 E Paolo disse: “Fratelli, io non sapevo che fosse sommo sacerdote, perché sta scritto: 'Non dirai male del principe del tuo popolo'”.
6 Ora Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e l'altra di farisei, esclamò nel Sinedrio: “Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei ed è a motivo della speranza e della risurrezione dei morti che sono chiamato in giudizio”. 7 E, come ebbe detto questo, nacque contesa tra i farisei e i sadducei e l'assemblea fu divisa. 8 Poiché i sadducei dicono che non vi è risurrezione, né angelo, né spirito, mentre i farisei affermano l'una e l'altra cosa. 9 Sorse un gran clamore e alcuni degli scribi del partito dei farisei, alzatisi, cominciarono a disputare, dicendo: “Noi non troviamo alcun male in quest'uomo; se gli avesse parlato uno spirito o un angelo?”. 10 Siccome il dissenso andava crescendo, il tribuno, temendo che Paolo fosse fatto a pezzi da loro, comandò ai soldati di scendere, di portarlo via dal mezzo di loro e di condurlo nella fortezza. 11 La notte seguente il Signore si presentò a Paolo e gli disse: “Coraggio, perché come hai reso testimonianza di me a Gerusalemme così bisogna che tu la renda anche a Roma”.

Congiura contro Paolo
12 Quando fu giorno, i Giudei ordirono una congiura e giurarono contro sé stessi, facendo voto di non mangiare né bere finché non avessero ucciso Paolo. 13 Ora quelli che avevano fatto questa congiura erano più di quaranta. 14 Si presentarono ai capi sacerdoti e agli anziani e dissero: “Abbiamo fatto voto, giurando contro noi stessi, di non mangiare nulla, finché non abbiamo ucciso Paolo. 15 Perciò voi con il Sinedrio presentatevi al tribuno per chiedergli di condurlo da voi, come se voleste conoscere più esattamente il fatto suo, e noi, prima che egli arrivi, siamo pronti a ucciderlo”.
16 Ma il figlio della sorella di Paolo, venuto a conoscenza dell'agguato, corse alla fortezza e, una volta entrato, riferì la cosa a Paolo. 17 Paolo, chiamato a sé uno dei centurioni, disse: “Conduci questo giovane al tribuno, perché ha qualcosa da riferirgli”. 18 Egli dunque lo prese, lo condusse al tribuno e disse: “Paolo, il prigioniero, mi ha chiamato e mi ha pregato che ti conducessi questo giovane, il quale ha qualcosa da dirti”. 19 Il tribuno, presolo per mano e ritiratosi in disparte, gli domandò: “Che cosa hai da riferirmi?”. 20 Ed egli rispose: “I Giudei si sono messi d'accordo per pregarti che domani tu riconduca giù Paolo nel Sinedrio, come se volessero informarsi meglio del suo caso, 21 ma tu non dar loro retta, perché più di quaranta uomini di loro gli tendono un agguato e, con imprecazioni contro sé stessi, hanno fatto voto di non mangiare né bere, finché non l'abbiano ucciso; ora sono già pronti, aspettando il tuo consenso”. 22 Il tribuno dunque congedò il giovane, ordinandogli di non dire a nessuno quanto gli aveva svelato.

Paolo trasferito di notte a Cesarea
23 Allora, chiamati due centurioni, disse loro: “Tenete pronti fino dalla terza ora della notte duecento soldati, settanta cavalieri e duecento lancieri, per andare fino a Cesarea; 24 abbiate pronte anche delle cavalcature per farvi montare su Paolo e condurlo sano e salvo al governatore Felice”. 25 E scrisse una lettera del seguente tenore:
26 “Claudio Lisia, all'eccellentissimo governatore Felice, salute.
27 Quest'uomo era stato preso dai Giudei, stava per essere ucciso da loro, quando sono intervenuto con i soldati e l'ho liberato dalle loro mani, avendo saputo che era cittadino romano. 28 E, volendo sapere di che l'accusavano, lo condussi nel loro Sinedrio. 29 E ho trovato che era accusato per questioni relative alla loro legge, ma che non era incolpato di nulla che fosse degno di morte o di prigione. 30 Essendomi però stato riferito che si tendeva un agguato contro quest'uomo, l'ho subito mandato a te, ordinando anche ai suoi accusatori di dire davanti a te quello che hanno contro di lui”.
31 I soldati dunque, come era stato loro ordinato, presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipatrìda. 32 E il giorno seguente, lasciati partire i cavalieri con lui, ritornarono alla fortezza. 33 E quelli, giunti a Cesarea e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono anche Paolo. 34 Egli, avendo letto la lettera e domandato a Paolo di quale provincia fosse, saputo che era di Cilicia, gli disse: 35 “Io ti ascolterò meglio quando saranno arrivati anche i tuoi accusatori”. E comandò che fosse custodito nel palazzo di Erode.

Paolo davanti al governatore Felice
24,1 Cinque giorni dopo, il sommo sacerdote Anania discese con alcuni anziani e con un certo Tertullo, oratore, e si presentarono al governatore per accusare Paolo.
2 Quando questi fu chiamato a parlare, Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo:
3 “Siccome per merito tuo, o eccellentissimo Felice, godiamo molta pace e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme a favore di questa nazione, noi, in tutto e per tutto, lo riconosciamo con ogni gratitudine. 4 Ora, per non trattenerti troppo a lungo, ti prego, secondo la tua benevolenza, di darci brevemente ascolto. 5 Abbiamo dunque trovato che quest'uomo è una peste, che scatena sedizioni fra tutti i Giudei del mondo ed è capo della setta dei Nazareni. 6 Egli ha perfino tentato di profanare il tempio, perciò lo abbiamo preso; [noi lo volevamo giudicare secondo la nostra legge, 7 ma il tribuno Lisia, sopraggiunto, ce lo ha strappato con violenza dalle mani, 8 ordinando che i suoi accusatori si presentassero davanti a te;] da lui, esaminandolo, potrai tu stesso avere piena conoscenza di tutte le cose, delle quali noi l'accusiamo”.
9 I Giudei si unirono anch'essi nelle accuse, affermando che le cose stavano così.
10 Allora Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno di parlare, rispose: “Sapendo che già da molti anni tu sei giudice di questa nazione, parlo con più coraggio a mia difesa. 11 Poiché tu puoi accertarti che non sono più di dodici giorni da quando salii a Gerusalemme per adorare; 12 essi non mi hanno trovato nel tempio, né nelle sinagoghe, né in città a discutere con alcuno, né a fare assembramenti di popolo 13 e non possono provarti le cose delle quali ora mi accusano. 14 Ma questo ti confesso, che, secondo la Via che essi chiamano setta, io adoro il Dio dei padri, credendo in tutte le cose che sono scritte nella legge e nei profeti e 15 avendo in Dio la speranza che nutrono anche costoro che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. 16 Per questo anch'io mi esercito ad avere continuamente una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini. 17 Dopo molti anni, io sono venuto a portare elemosine alla mia nazione e a presentare offerte. 18 Mentre io stavo facendo questo, mi hanno trovato purificato nel tempio, senza assembramento e senza tumulto; 19 vi erano alcuni Giudei dell'Asia: questi avrebbero dovuto comparire davanti a te e accusarmi, se avevano cosa alcuna contro a me. 20 D'altronde dicano costoro quale misfatto hanno trovato in me, quando mi presentai davanti al Sinedrio, 21 a meno che non si tratti di quest'unica parola che gridai, quando comparvi davanti a loro: 'È a motivo della risurrezione dei morti, che io sono oggi giudicato da voi'”.
22 Allora Felice, che conosceva molto bene quel che riguardava la Via, li rimandò a un'altra volta, dicendo: “Quando verrà il tribuno Lisia, esaminerò il vostro caso”. 23 E ordinò al centurione che Paolo fosse custodito, ma lasciandogli una qualche libertà e non vietando a nessuno dei suoi di rendergli dei servizi.

Felice rinvia il caso di Paolo
24 Dopo alcuni giorni Felice, venuto con Drusilla, sua moglie, che era giudea, mandò a chiamare Paolo e l'ascoltò circa la fede in Cristo Gesù. 25 E, siccome Paolo ragionava di giustizia, di temperanza e del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, replicò: “Per ora, vattene e, quando ne troverò l'opportunità, ti manderò a chiamare”. 26 Egli sperava, allo stesso tempo, che Paolo gli avrebbe dato del denaro, per questo lo mandava spesso a chiamare e discorreva con lui.

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