C.E.I.:Atti 28,2-82 Gli indigeni ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un gran fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia ed era freddo. 3 Mentre Paolo raccoglieva un fascio di sarmenti e lo gettava sul fuoco, una vipera, risvegliata dal calore, lo morse a una mano. 4 Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli indigeni dicevano tra loro: «Certamente costui è un assassino, se, anche scampato dal mare, la Giustizia non lo lascia vivere». 5 Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non ne patì alcun male. 6 Quella gente si aspettava di vederlo gonfiare e cadere morto sul colpo, ma, dopo avere molto atteso senza vedere succedergli nulla di straordinario, cambiò parere e diceva che era un dio. | Nuova Riveduta:Atti 28,2-82 Gli indigeni usarono verso di noi bontà non comune; infatti ci accolsero tutti intorno a un gran fuoco acceso a motivo della pioggia che cadeva e del freddo. 3 Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e li poneva sul fuoco, ne uscì fuori una vipera, risvegliata dal calore, e gli si attaccò alla mano. 4 Quando gli indigeni videro la bestia che gli pendeva dalla mano, dissero tra di loro: «Certamente quest'uomo è un omicida perché, pur essendo scampato dal mare, la Giustizia non lo lascia vivere». 5 Ma Paolo, scossa la bestia nel fuoco, non ne patì alcun male. 6 Ora essi si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo; ma dopo aver lungamente aspettato, vedendo che non gli avveniva alcun male, cambiarono parere e cominciarono a dire che egli era un dio. Mt 8:14-16; 10:8-13 | Nuova Diodati:Atti 28,2-82 Gli abitanti del luogo usarono verso di noi una gentilezza non comune, perché accesero un gran fuoco e accolsero tutti per la pioggia che cadeva e per il freddo. 3 Ora mentre Paolo raccoglieva un gran fascio di rami secchi e li posava sul fuoco, a motivo del calore ne uscì una vipera e gli si attaccò alla mano. 4 Quando gli abitanti del luogo videro la serpe che gli pendeva dalla mano, dissero l'un l'altro: «Quest'uomo è certamente un omicida perché, pur essendo scampato dal mare, la giustizia divina non gli permette di sopravvivere». 5 Ma Paolo, scossa la serpe nel fuoco, non ne risentì alcun male. 6 Or essi si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto all'istante; ma dopo aver lungamente aspettato e vedendo che non gli avveniva nulla di insolito, mutarono parere e cominciarono a dire che egli era un dio. 7 In quei dintorni aveva i suoi poderi il capo dell'isola di nome Publio; egli ci accolse e ci ospitò con tanta cortesia per tre giorni. 8 Or avvenne che il padre di Publio giaceva a letto, malato di febbre e di dissenteria; Paolo andò a trovarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. | Riveduta 2020:Atti 28,2-82 I nativi usarono verso noi umanità non comune, poiché, acceso un gran fuoco, ci accolsero tutti, a causa della pioggia che cadeva e del freddo. 3 Mentre Paolo raccoglieva una quantità di legna secca e avendola posta sul fuoco, una vipera, sentito il caldo, uscì fuori e gli si attaccò alla mano. 4 Quando i nativi videro la bestia che gli pendeva dalla mano, dissero fra loro: “Certo, quest'uomo è un omicida perché, pur essendo scampato dal mare, la Giustizia divina non lo lascia vivere”. 5 Ma Paolo, scossa la bestia nel fuoco, non ne risentì alcun male. 6 Ora essi si aspettavano di vederlo gonfiare e cadere morto sul colpo, ma, dopo aver lungamente aspettato, vedendo che non gli avveniva alcun male, cambiarono parere e cominciarono a dire che egli era un dio. |
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