C.E.I.:

Daniele 2,4-7,28

2,4 I caldei risposero al re (aramaico): «Re, vivi per sempre. Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne daremo la spiegazione». 5 Rispose il re ai caldei: «Questa è la mia decisione: se voi non mi rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in letamai. 6 Se invece mi rivelerete il sogno e me ne darete la spiegazione, riceverete da me doni, regali e grandi onori. Ditemi dunque il sogno e la sua spiegazione». 7 Essi replicarono: «Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la spiegazione». 8 Rispose il re: «Comprendo bene che voi volete guadagnar tempo, perché avete inteso la mia decisione. 9 Se non mi dite qual era il mio sogno, una sola sarà la vostra sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi risposte astute e false in attesa che le circostanze si mutino. Perciò ditemi il sogno e io saprò che voi siete in grado di darmene anche la spiegazione». 10 I caldei risposero davanti al re: «Non c'è nessuno al mondo che possa soddisfare la richiesta del re: difatti nessun re, per quanto potente e grande, ha mai domandato una cosa simile ad un mago, indovino o caldeo. 11 La richiesta del re è tanto difficile, che nessuno ne può dare al re la risposta, se non gli dèi la cui dimora è lontano dagli uomini».
12 Allora il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi a morte. 13 Il decreto fu pubblicato e già i saggi venivano uccisi; anche Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi a morte.
14 Ma Daniele rivolse parole piene di saggezza e di prudenza ad Ariòch, capo delle guardie del re, che stava per uccidere i saggi di Babilonia, 15 e disse ad Ariòch, ufficiale del re: «Perché il re ha emanato un decreto così severo?». Ariòch ne spiegò il motivo a Daniele. 16 Egli allora entrò dal re e pregò che gli si concedesse tempo: egli avrebbe dato la spiegazione dei sogni al re. 17 Poi Daniele andò a casa e narrò la cosa ai suoi compagni, Anania, Misaele e Azaria, 18 ed essi implorarono misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte insieme con tutti gli altri saggi di Babilonia.
19 Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo:
20 «Sia benedetto il nome di Dio di secolo in
secolo,
perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.
21 Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li
innalza,
concede la sapienza ai saggi,
agli intelligenti il sapere.
22 Svela cose profonde e occulte
e sa quel che è celato nelle tenebre
e presso di lui è la luce.
23 Gloria e lode a te, Dio dei miei padri,
che mi hai concesso la sapienza e la forza,
mi hai manifestato ciò che ti abbiamo domandato
e ci hai illustrato la richiesta del re».
24 Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva affidato l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli disse: «Non uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò conoscere la spiegazione del sogno». 25 Ariòch condusse in fretta Daniele alla presenza del re e gli disse: «Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, il quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno». 26 Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: «Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione?». 27 Daniele, davanti al re, rispose: «Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini; 28 ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto. 29 O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire. 30 Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. 31 Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. 32 Aveva la testa d'oro puro, il petto e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, 33 le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. 34 Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò. 35 Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione.
36 Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. 37 Tu o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria. 38 A te ha concesso il dominio sui figli dell'uomo, sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini tutti: tu sei la testa d'oro. 39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. 40 Vi sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. 41 Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza del ferro unito all'argilla. 42 Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e l'altra fragile. 43 Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla. 44 Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. 45 Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione».
46 Allora il re Nabucodònosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti a Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. 47 Quindi rivolto a Daniele gli disse: «Certo, il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero». 48 Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi regali, lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di tutti i saggi di Babilonia; 49 su richiesta di Daniele, il re fece amministratori della provincia di Babilonia, Sadràch, Mesàch e Abdènego. Daniele rimase alla corte del re.

3,1 Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia.
2 Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
3 I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere dal re.
4 Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni e lingue, a voi è rivolto questo proclama:
5 Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna, e d'ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro, che il re Nabucodònosor ha fatto innalzare.
6 Chiunque non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà gettato in mezzo ad una fornace di fuoco ardente».
7 Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, in quell'istante che ebbero udito il suono del corno, del flauto, dell'arpicordo, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro, che il re Nabucodònosor aveva fatto innalzare.
8 Però in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei 9 e andarono a dire al re Nabucodònosor: «Re, vivi per sempre! 10 Tu hai decretato, o re, che chiunque avrà udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, si deve prostrare e adorare la statua d'oro: 11 chiunque non si prostrerà per adorarla, sia gettato in mezzo ad una fornace con il fuoco acceso.
12 Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari della provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non ti obbediscono, re: non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d'oro che tu hai fatto innalzare».
13 Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che gli si conducessero Sadràch, Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re. 14 Nabucodònosor disse loro: «È vero, Sadràch, Mesàch e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto innalzare? 15 Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della zampogna e d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
16 Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; 17 sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re. 18 Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto». 19 Allora Nabucodònosor, acceso d'ira e con aspetto minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego, ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. 20 Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadràch, Mesàch e Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso. 21 Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco acceso.
22 Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego, rimasero uccisi dalle fiamme, 23 nel momento stesso che i tre giovani Sadràch, Mesàch e Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso.
24 Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore.
25 Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
26 «Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri;
degno di lode e glorioso è il tuo nome per sempre.
27 Tu sei giusto in tutto ciò che hai fatto;
tutte le tue opere sono vere,
rette le tue vie e giusti tutti i tuoi giudizi.
28 Giusto è stato il tuo giudizio
per quanto hai fatto ricadere su di noi
e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme.
Con verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto
questo
a causa dei nostri peccati,
29 poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito da
iniqui,
allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo.
Non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti,
30 non li abbiamo osservati, non abbiamo fatto
quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.
31 Ora quanto hai fatto ricadere su di noi,
tutto ciò che ci hai fatto, l'hai fatto con retto
giudizio:
32 ci hai dato in potere dei nostri nemici,
ingiusti, i peggiori fra gli empi,
e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la terra.
33 Ora non osiamo aprire la bocca:
disonore e disprezzo sono toccati ai tuoi servi,
ai tuoi adoratori.
34 Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
35 non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo tuo amico,
di Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
36 ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
37 Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
ora siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
38 Ora non abbiamo più né principe,
né capo, né profeta, né olocausto,
né sacrificio, né oblazione, né incenso,
né luogo per presentarti le primizie
e trovar misericordia.
39 Potessimo esser accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocausti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
40 Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
e ti sia gradito,
perché non c'è confusione per coloro che confidano
in te.
41 Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto.
42 Fa' con noi secondo la tua clemenza,
trattaci secondo la tua benevolenza,
secondo la grandezza della tua misericordia.
43 Salvaci con i tuoi prodigi,
da' gloria, Signore, al tuo nome.
44 Siano invece confusi quanti fanno il male ai tuoi
servi,
siano coperti di vergogna con tutta la loro potenza;
e sia infranta la loro forza!
45 Sappiano che tu sei il Signore,
il Dio unico e glorioso su tutta la terra».
46 I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. 47 La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace 48 e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. 49 Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco 50 e rese l'interno della fornace come un luogo dove soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
51 Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo:
52 «Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
53 Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
54 Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
55 Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli
abissi
e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
56 Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
57 Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
58 Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
59 Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
60 Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
61 Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
62 Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
63 Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
64 Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
65 Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
66 Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
67 Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
68 Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
69 Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
70 Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
71 Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
72 Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
73 Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
74 Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
75 Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
76 Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
77 Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
78 Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
79 Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
80 Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
81 Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
82 Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
83 Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
84 Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
85 Benedite, o servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
86 Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
87 Benedite, pii e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
88 Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl'inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
89 Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua grazia dura sempre.
90 Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dèi,
lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura
sempre».
91 Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero.
92 Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi».
93 Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco acceso e prese a dire: «Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal fuoco.
94 Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l'odore del fuoco era penetrato in essi.
95 Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il loro Dio.
96 Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e Abdènego, sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di rovine, poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare».
97 Da allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche pubbliche nella provincia di Babilonia.
98 Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: Pace e prosperità!
99 M'è parso opportuno rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio altissimo ha fatto per me.
100 Quanto sono grandi i suoi prodigi
e quanto straordinarie le sue meraviglie!
Il suo regno è un regno eterno
e il suo dominio di generazione in generazione.

4,1 Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia, 2 quando ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero mentre ero nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi turbarono. 3 Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia fossero condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del sogno.
4 Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai quali esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione. 5 Infine mi si presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in cui è lo spirito degli dèi santi, e gli raccontai il sogno 6 dicendo: «Baltazzàr, principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in sogno: tu dammene la spiegazione».
7 Le visioni che mi passarono per la mente, mentre stavo a letto, erano queste:
Io stavo guardando
ed ecco un albero di grande altezza in mezzo alla
terra.
8 Quell'albero era grande, robusto,
la sua cima giungeva al cielo
e si poteva vedere fin dall'estremità della terra.
9 I suoi rami erano belli e i suoi frutti abbondanti
e vi era in esso da mangiare per tutti.
Le bestie della terra si riparavano alla sua ombra
e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i suoi
rami;
di lui si nutriva ogni vivente.
10 Mentre nel mio letto stavo osservando
le visioni che mi passavano per la mente,
ecco un vigilante, un santo, scese dal cielo
11 e gridò a voce alta:
«Tagliate l'albero e stroncate i suoi rami:
scuotete le foglie, disperdetene i frutti:
fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi
rami.
12 Lasciate però nella terra il ceppo con le radici,
legato con catene di ferro e di bronzo
fra l'erba della campagna.
Sia bagnato dalla rugiada del cielo
e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati.
13 Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano
gli sia dato un cuore di bestia:
sette tempi passeranno su di lui.
14 Così è deciso per sentenza dei vigilanti
e secondo la parola dei santi.
Così i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo può dare a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli uomini».
15 Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltazzàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi.
16 Allora Daniele, chiamato Baltazzàr, rimase per qualche tempo confuso e turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si rivolse: «Baltazzàr, il sogno non ti turbi e neppure la sua spiegazione». Rispose Baltazzàr: «Signor mio, valga il sogno per i tuoi nemici e la sua spiegazione per i tuoi avversari. 17 L'albero che tu hai visto, grande e robusto, la cui cima giungeva fino al cielo e si poteva vedere da tutta la terra 18 e le cui foglie erano belle e i suoi frutti abbondanti e in cui c'era da mangiare per tutti e sotto il quale dimoravano le bestie della terra e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo, 19 sei tu, re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo e il tuo dominio si è esteso sino ai confini della terra.
20 Che il re abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e diceva: Tagliate l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo delle sue radici legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della campagna e sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le bestie della terra, finché sette tempi siano passati su di lui, 21 questa, o re, ne è la spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve essere eseguito sopra il re, mio signore: 22 Tu sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole.
23 L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici dell'albero significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai riconosciuto che al Cielo appartiene il dominio. 24 Perciò, re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità».
25 Tutte queste cose avvennero al re Nabucodònosor.
26 Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza della reggia di Babilonia, 27 il re prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con la forza della mia potenza?».
28 Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne dal cielo: «A te io parlo, re Nabucodònosor: il regno ti è tolto! 29 Sarai cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette tempi su di te, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole».
30 In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo gli crebbe come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli.
31 «Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno,
la cui potenza è potenza eterna
e il cui regno è di generazione in generazione.
32 Tutti gli abitanti della terra
sono, davanti a lui, come un nulla;
egli dispone come gli piace delle schiere del cielo
e degli abitanti della terra.
Nessuno può fermargli la mano e dirgli: Che cosa fai?
33 In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la gloria del regno mi fu restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei ministri e i miei prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno e mi fu concesso un potere anche più grande. 34 Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella superbia».

5,1 Il re Baldassàr imbandì un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e insieme con loro si diede a bere vino. 2 Quando Baldassàr ebbe molto bevuto comandò che fossero portati i vasi d'oro e d'argento che Nabucodònosor suo padre aveva asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. 3 Furono quindi portati i vasi d'oro, che erano stati asportati dal tempio di Gerusalemme, e il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; 4 mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. 5 In quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro. Nel vedere quelle dita che scrivevano, 6 il re cambiò d'aspetto: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i ginocchi gli battevano l'uno contro l'altro.
7 Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione sarà vestito di porpora, porterà una collana d'oro al collo e sarà il terzo signore del regno».
8 Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono leggere quella scrittura né darne al re la spiegazione.
9 Il re Baldassàr rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi restarono sconcertati.
10 La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi pensieri non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. 11 C'è nel tuo regno un uomo, in cui è lo spirito degli dèi santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dèi. Il re Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei caldei e degli indovini. 12 Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento da interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione».
13 Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua dalla Giudea? 14 Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dèi santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. 15 Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci. 16 Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e sarai il terzo signore del regno».
17 Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da' ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione.
18 O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor tuo padre regno, grandezza, gloria e magnificenza. 19 Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli pareva.
20 Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria.
21 Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i buoi; il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli piace. 22 Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo. 23 Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. 24 Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, 25 di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres, 26 e questa ne è l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. 27 Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. 28 Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani». 29 Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una collana d'oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato terzo signore del regno.
30 In quella stessa notte Baldassàr re dei Caldei fu ucciso: 31 Dario il Medo ricevette il regno, all'età di circa sessantadue anni.

6,1 Volle Dario costituire nel suo regno centoventi sàtrapi e ripartirli per tutte le province. 2 A capo dei sàtrapi mise tre governatori, di cui uno fu Daniele, ai quali i sàtrapi dovevano render conto perché nessun danno ne soffrisse il re. 3 Ora Daniele era superiore agli altri governatori e ai sàtrapi, perché possedeva uno spirito eccezionale, tanto che il re pensava di metterlo a capo di tutto il suo regno. 4 Perciò tanto i governatori che i sàtrapi cercavano il modo di trovar qualche pretesto contro Daniele nell'amministrazione del regno. 5 Ma non potendo trovare nessun motivo di accusa né colpa, perché egli era fedele e non aveva niente da farsi rimproverare, 6 quegli uomini allora pensarono: «Non possiamo trovare altro pretesto per accusare Daniele, se non nella legge del suo Dio».
7 Perciò quei governatori e i sàtrapi si radunarono presso il re e gli dissero: «Re Dario, vivi per sempre! 8 Tutti i governatori del regno, i magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che venga pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora a trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. 9 Ora, o re, emana il decreto e fallo mettere per iscritto, perché sia irrevocabile, come sono le leggi di Media e di Persia, che non si possono mutare». 10 Allora il re Dario fece scrivere il decreto.
11 Daniele, quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le finestre della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era solito fare anche prima.
12 Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio. 13 Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo al divieto del re: «Non hai tu scritto un decreto che chiunque, da ora a trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo, all'infuori di te, re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani».
14 «Ebbene - replicarono al re - Daniele, quel deportato dalla Giudea, non ha alcun rispetto né di te, re, né del tuo decreto: tre volte al giorno fa le sue preghiere».
15 Il re, all'udir queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per liberarlo.
16 Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero: «Sappi, re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto firmato dal re è irrevocabile».
17 Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e si gettasse nella fossa dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!». 18 Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo anello e con l'anello dei suoi grandi, perché niente fosse mutato sulla sorte di Daniele. 19 Quindi il re ritornò alla reggia, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta alcuna donna e anche il sonno lo abbandonò. 20 La mattina dopo il re si alzò di buon'ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. 21 Quando fu vicino, chiamò: «Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?». 22 Daniele rispose: «Re, vivi per sempre. 23 Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
24 Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio. 25 Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancor giunti al fondo della fossa, che i leoni furono loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa.
26 Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: «Pace e prosperità. 27 Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l'impero a me soggetto si onori e si tema il Dio di Daniele,
perché egli è il Dio vivente,
che dura in eterno;
il suo regno è tale che non sarà mai distrutto
e il suo dominio non conosce fine.
28 Egli salva e libera,
fa prodigi e miracoli in cielo e in terra:
egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».
29 Questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e il regno di Ciro il Persiano.

7,1 Nel primo anno di Baldassàr re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la relazione che dice:
2 Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo 3 e quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. 4 La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo.
5 Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne».
6 Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio.
7 Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.
8 Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che parlava con alterigia.
9 Io continuavo a guardare,
quand'ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
10 Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
11 Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare sul fuoco.
12 Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo.
13 Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco apparire, sulle nubi del cielo,
uno, simile ad un figlio di uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui,
14 che gli diede potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano;
il suo potere è un potere eterno,
che non tramonta mai, e il suo regno è tale
che non sarà mai distrutto.
15 Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le visioni della mia mente mi avevano turbato; 16 mi accostai ad uno dei vicini e gli domandai il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede questa spiegazione: 17 «Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che sorgeranno dalla terra; 18 ma i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per secoli e secoli».
19 Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava; 20 intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e intorno a quell'ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna e del perché quel corno aveva occhi e una bocca che parlava con alterigia e appariva maggiore delle altre corna. 21 Io intanto stavo guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva, 22 finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno.
23 Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che ci sarà sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra, la stritolerà e la calpesterà.
24 Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re 25 e proferirà insulti contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo. 26 Si terrà poi il giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto completamente. 27 Allora il regno, il potere e la grandezza di tutti i regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e obbediranno».
28 Qui finisce la relazione. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto si cambiò e conservai tutto questo nel cuore.

Nuova Riveduta:

Daniele 2,4-7,28

2,4 Allora i Caldei risposero al re in aramaico: «O re, possa tu vivere per sempre! Racconta il sogno ai tuoi servi e noi ne daremo l'interpretazione». 5 Il re replicò e disse ai Caldei: «Questa è la mia decisione: se voi non mi fate conoscere il sogno e la sua interpretazione, sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in tanti letamai. 6 Se invece mi dite il sogno e la sua interpretazione, riceverete da me doni, ricompense e grandi onori; ditemi dunque il sogno e la sua interpretazione». 7 Essi risposero una seconda volta e dissero: «Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo l'interpretazione». 8 Il re replicò e disse: «Io mi accorgo che voi volete guadagnare tempo, perché avete sentito la decisione che ho preso; 9 se dunque non mi fate conoscere il sogno, la vostra sorte sarà una sola. Voi vi siete messi d'accordo per darmi delle risposte bugiarde e perverse, aspettando che cambino i tempi. Ditemi dunque il sogno e io saprò che siete in grado di darmene l'interpretazione». 10 I Caldei risposero al re, e dissero: «Non c'è uomo sulla terra che possa dire ciò che il re domanda; così non c'è mai stato re, per grande e potente che fosse, che abbia domandato una cosa simile a un mago, o incantatore, o Caldeo. 11 Quello che il re chiede è difficile e non c'è nessuno che possa dirlo al re, se non gli dèi, la cui dimora non è fra i mortali».

(Gr 33:2-3; Am 3:7)
12 Allora il re si adirò, si infuriò terribilmente e ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero giustiziati. 13 Il decreto fu promulgato e i saggi stavano per essere uccisi; e si cercavano Daniele e i suoi compagni per uccidere anche loro. 14 Allora Daniele si rivolse con prudenza e con tatto ad Arioc, capo delle guardie del re, che era uscito per uccidere i saggi di Babilonia. 15 Prese la parola e disse ad Arioc, ufficiale del re: «Perché questo decreto così perentorio da parte del re?» Allora Arioc spiegò il motivo a Daniele. 16 Daniele si presentò al re e gli chiese di dargli tempo; egli avrebbe fatto conoscere al re l'interpretazione del sogno. 17 Allora Daniele andò a casa sua e informò Anania, Misael e Azaria, suoi compagni, 18 esortandoli a implorare la misericordia del Dio del cielo a proposito di questo segreto, affinché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte con tutti gli altri saggi di Babilonia.
19 Allora il segreto fu rivelato a Daniele in una visione notturna ed egli benedisse il Dio del cielo dicendo: 20 «Sia benedetto eternamente il nome di Dio perché a lui appartengono la saggezza e la forza. 21 Egli alterna i tempi e le stagioni; depone i re e li innalza, dà la saggezza ai saggi e il sapere agli intelligenti. 22 Egli svela le cose profonde e nascoste; conosce ciò che è nelle tenebre, e la luce abita con lui. 23 O Dio dei miei padri, io ti lodo e ti ringrazio, perché mi hai dato saggezza e forza, e mi hai fatto conoscere quello che ti abbiamo domandato, rivelandoci il segreto che il re vuol conoscere».

Da 7:1, ecc.; 8:21; 9:26; Ge 41:9-32
24 Daniele si recò quindi da Arioc, a cui il re aveva affidato l'incarico di far morire i saggi di Babilonia, e gli disse: «Non far morire i saggi di Babilonia! Conducimi dal re e io gli darò l'interpretazione».
25 Allora Arioc si affrettò a introdurre Daniele davanti al re e gli disse: «Ho trovato un uomo tra i Giudei deportati che darà al re l'interpretazione». 26 Il re disse a Daniele, detto Baltazzar: «Sei capace di farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua interpretazione?» 27 Daniele rispose al re: «Il segreto che il re domanda, né saggi, né incantatori, né magi, né astrologi possono svelarlo al re; 28 ma c'è un Dio nel cielo che rivela i misteri, ed egli ha fatto conoscere al re Nabucodonosor quello che deve avvenire negli ultimi giorni. Ecco dunque quali erano il tuo sogno e le visioni della tua mente quando eri a letto: 29 i tuoi pensieri, o re, quando eri a letto, si riferivano a quello che deve avvenire da ora in avanti; colui che rivela i misteri ti ha fatto conoscere quello che avverrà. 30 Quanto a me, questo segreto mi è stato rivelato non perché la mia saggezza sia superiore a quella di tutti gli altri viventi, ma perché io possa dare l'interpretazione al re, e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore.
31 Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, immensa e d'uno splendore straordinario, si ergeva davanti a te, e il suo aspetto era terribile. 32 La testa di questa statua era d'oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d'argento; il suo ventre e le sue cosce di bronzo; 33 le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte d'argilla. 34 Mentre guardavi, una pietra si staccò, ma non spinta da una mano, e colpì i piedi di ferro e d'argilla della statua e li frantumò. 35 Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate. Il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un gran monte che riempì tutta la terra.
36 Questo è il sogno; ora ne daremo l'interpretazione al re.
37 Tu, o re, sei il re dei re, a cui il Dio del cielo ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria; 38 e ha messo nelle tue mani tutti i luoghi in cui abitano gli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, e ti ha fatto dominare sopra tutti loro: la testa d'oro sei tu. 39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra; 40 poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa. 41 Come i piedi e le dita, in parte d'argilla da vasaio e in parte di ferro, che tu hai visto, così sarà diviso quel regno; ma vi sarà in esso qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. 42 Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d'argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. 43 Hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimonio, ma non si uniranno l'uno all'altro, così come il ferro non si amalgama con l'argilla.

Sl 2:7-10; Is 2:2-4; Mi 4:1-4; Za 9:10; 14:16-21; Eb 12:28
44 Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto e che non cadrà sotto il dominio d'un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso durerà per sempre, 45 proprio come la pietra che hai visto staccarsi dal monte, senza intervento umano, e spezzare il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il gran Dio ha fatto conoscere al re quello che deve avvenire d'ora in poi. Il sogno è vero e sicura è la sua interpretazione».

Ge 41:38-44
46 Allora il re Nabucodonosor, abbassando la sua faccia fino a terra, si inchinò davanti a Daniele e ordinò che gli fossero portati offerte e profumi. 47 Poi il re parlò a Daniele e disse: «In verità il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei segreti, poiché tu hai potuto svelare questo mistero». 48 Allora il re innalzò Daniele in dignità, lo colmò di numerosi e ricchi doni, gli diede il comando di tutta la provincia di Babilonia e lo fece capo supremo di tutti i saggi di Babilonia. 49 Daniele chiese al re di affidare a Sadrac, Mesac e Abed-Nego l'amministrazione della provincia di Babilonia; ma Daniele rimase alla corte del re.

Tre compagni di Daniele nella fornace
Sl 115:1-11; Da 6 (Eb 11:32-34; Sl 34:7; 91:15; Ro 8:31, ecc.)(Mt 10:28; At 20:24) 2Cr 16:9
3,1 Il re Nabucodonosor fece una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei cubiti, e la collocò nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. 2 Poi il re Nabucodonosor fece convocare i satrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle province perché venissero all'inaugurazione della statua che egli aveva fatto erigere. 3 Allora i satrapi, i prefetti e i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle province vennero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. Tutti stavano in piedi davanti alla statua eretta da Nabucodonosor. 4 Allora l'araldo gridò forte: «A voi, gente di ogni popolo, nazione e lingua, si ordina quanto segue: 5 nel momento in cui udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, vi inchinerete e adorerete la statua d'oro che il re Nabucodonosor ha fatto erigere. 6 Chi non si inchina per adorare, sarà immediatamente gettato in una fornace ardente». 7 Non appena tutti i popoli ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio e di ogni specie di strumenti, gli uomini di ogni popolo, nazione e lingua si inchinarono e adorarono la statua d'oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere.
8 In quello stesso momento, alcuni Caldei si fecero avanti e accusarono i Giudei, 9 dicendo al re Nabucodonosor: «O re, possa tu vivere per sempre! 10 Tu hai decretato, o re, che chiunque ha udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti deve inchinarsi per adorare la statua d'oro. 11 Chiunque non s'inchina e non adora deve essere gettato in una fornace ardente. 12 Ora ci sono dei Giudei, ai quali tu hai affidato l'amministrazione della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abed-Nego, che non ti danno ascolto, non adorano i tuoi dèi e non s'inchinano alla statua d'oro che tu hai fatto erigere».
13 Allora Nabucodonosor, irritato e furioso, ordinò che gli portassero Sadrac, Mesac e Abed-Nego; questi furono condotti alla presenza del re. 14 Nabucodonosor disse loro: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, è vero che non adorate i miei dèi e non vi inchinate davanti alla statua d'oro che io ho fatto erigere? 15 Ora, appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, siate pronti a inchinarvi per adorare la statua che io ho fatta; ma se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?»
16 Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: «O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. 17 Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. 18 Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai fatto erigere».
19 Allora Nabucodonosor s'infuriò e l'espressione del suo viso mutò completamente nei riguardi di Sadrac, Mesac e Abed-Nego. Egli ordinò che si arroventasse la fornace sette volte più del solito; 20 poi ordinò agli uomini più vigorosi del suo esercito di legare Sadrac, Mesac e Abed-Nego, e di gettarli nella fornace ardente. 21 Allora i tre uomini furono legati con le loro tuniche, le loro vesti, i loro mantelli e tutti i loro indumenti e furono gettati in mezzo alla fornace ardente. 22 Poiché l'ordine del re era perentorio e la fornace era arroventata, il calore uccise gli uomini che avevano gettato Sadrac, Mesac e Abed-Nego nel fuoco. 23 E questi tre uomini, Sadrac, Mesac e Abed-Nego, caddero legati in mezzo alla fornace ardente.
24 Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: «Non erano tre, gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?» Quelli risposero e dissero al re: «Certo, o re!» 25 «Eppure», disse ancora il re, «io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l'aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi. 26 Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace ardente e disse: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, servi del Dio altissimo, venite fuori!» E Sadrac, Mesac e Abed-Nego uscirono dal fuoco.
27 I satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re si radunarono, osservarono quegli uomini e videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere e che neppure un capello del loro capo era stato bruciato, che le loro tuniche non erano alterate e che essi non avevano neppure odore di fuoco. 28 Nabucodonosor prese a dire: «Benedetto sia il Dio di Sadrac, di Mesac, e di Abed-Nego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui, hanno trasgredito l'ordine del re, hanno esposto i loro corpi per non servire né adorare alcun altro Dio che il loro. 29 Perciò ordino quanto segue: Chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, dirà male del Dio di Sadrac, Mesac e Abed-Nego, sia fatto a pezzi e la sua casa ridotta in un letamaio; perché non c'è nessun altro dio che possa salvare in questo modo». 30 Allora il re fece prosperare Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella provincia di Babilonia.

Il grande albero, sogno di Nabucodonosor, spiegato da Daniele
Ge 41:1-36; Gb 20:5, ecc.; Is 2:11-12
4,1 Il re Nabucodonosor, alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra: Pace e prosperità vi siano date in abbondanza.
2 Mi è parso bene di far conoscere i segni e i prodigi che il Dio altissimo ha fatto per me. 3 Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.
4 Io, Nabucodonosor, ero tranquillo in casa mia e felice nel mio palazzo. 5 Ebbi un sogno che mi spaventò. I pensieri che mi assalivano mentre ero a letto e le visioni del mio spirito mi riempirono di terrore. 6 Ordinai, perciò, di condurre in mia presenza tutti i saggi di Babilonia perché mi dessero l'interpretazione del sogno. 7 Allora vennero i magi, gl'incantatori, i Caldei e gli astrologi; io raccontai loro il sogno, ma essi non poterono darmene l'interpretazione. 8 Infine si presentò davanti a me Daniele, detto Baltazzar, dal nome del mio dio, e nel quale è lo spirito degli dèi santi, e io gli raccontai il sogno: 9 «Baltazzar, capo dei magi, io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun mistero ti mette in difficoltà. Ecco le visioni che ho avuto nel sogno: tu dammi la loro interpretazione. 10 Queste sono le visioni della mia mente mentre ero sul mio letto: Io guardavo, ed ecco in mezzo alla terra c'era un albero la cui altezza era grande. 11 L'albero era diventato alto e robusto, la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità di tutta la terra. 12 Il suo fogliame era bello, il suo frutto era così abbondante che tutti potevano nutrirsene. Le bestie dei campi si riparavano sotto la sua ombra, gli uccelli del cielo abitavano fra i suoi rami e ogni creatura si nutriva del suo frutto. 13 Nelle visioni che ebbi, mentre ero a letto, vidi uno dei santi veglianti scendere dal cielo 14 e gridare con forza: "Abbattete l'albero e tagliate i suoi rami; scotete il fogliame e disperdete il suo frutto; fuggano gli animali dalla sua ombra e gli uccelli dai suoi rami! 15 Però, lasciate in terra il ceppo e le sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, tra l'erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e, come gli animali, abbia in sorte l'erba della terra. 16 Gli sia cambiato il cuore; invece di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia; e passino su di lui sette tempi. 17 Questa è la decisione dei veglianti e la sentenza proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini". 18 Questo è il sogno che io, il re Nabucodonosor, ho fatto; ora tu, Baltazzar, dammene l'interpretazione, perché nessuno dei saggi del mio regno è in grado di darmela; ma tu puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te».
19 Allora Daniele, detto Baltazzar, rimase per un momento sbigottito e i suoi pensieri lo turbavano. Ma il re gli disse: «Baltazzar, il sogno e l'interpretazione non ti spaventino!» Baltazzar rispose e disse: «Mio signore, il sogno si avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari! 20 L'albero che il re ha visto e che era diventato alto e robusto al punto che la sua altezza giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità della terra; 21 l'albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante in grado di nutrire tutti, sotto il quale si riparavano le bestie dei campi e tra i cui rami abitavano gli uccelli del cielo, 22 sei tu, o re! Tu sei diventato grande e potente: la tua grandezza giunge fino al cielo e il tuo dominio si estende fino alle estremità della terra. 23 Poi il re ha visto un santo vegliante che scendeva dal cielo e diceva: "Abbattete l'albero e distruggetelo, però lasciate in terra il ceppo e le sue radici, legati con catene di ferro e di bronzo, fra l'erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con gli animali della campagna finché siano passati sopra di lui sette tempi". 24 Questa è l'interpretazione, o re; è un decreto dell'Altissimo, che sarà eseguito sul re, mio signore: 25 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare l'erba come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo e sette tempi passeranno su di te finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole. 26 Quanto poi all'ordine di lasciare il ceppo con le radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo. 27 Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti. Forse, la tua prosperità potrà essere prolungata».

Da 5:18-21 (Pr 16:18; Gm 4:6, 10; Sl 75:4-7) Ro 1:21, ecc.
28 Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor. 29 Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia, 30 il re disse: «Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?» 31 Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; 32 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole». 33 Nello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie diventarono come quelle degli uccelli.
34 Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. 35 Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: «Che fai?» 36 In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu superiore a quella che avevo prima. 37 Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia.

Il banchetto di Baldassar; Babilonia conquistata
Gc 16:23, ecc.; Da 4 (Is 21:1-10; 47; Gr 50:29-38; 51:27-41, 57) Lu 12:45-48
5,1 Il re Baldassar fece un grande banchetto per mille dei suoi grandi e bevve vino in loro presenza. 2 Mentre stava assaporando il vino, Baldassar ordinò che portassero i vasi d'oro e d'argento che Nabucodonosor, suo padre, aveva preso dal tempio di Gerusalemme, perché il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine se ne servissero per bere. 3 Allora furono portati i vasi d'oro che erano stati presi nel tempio, nella casa di Dio, che era in Gerusalemme; il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere. 4 Bevvero il vino e lodarono gli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra.
5 In quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo, che si misero a scrivere, di fronte al candeliere, sull'intonaco della parete del palazzo reale. Il re vide quel pezzo di mano che scriveva. 6 Allora il re cambiò colore e i suoi pensieri lo spaventarono; le giunture dei suoi fianchi si rilassarono e le sue ginocchia cominciarono a sbattere l'una contro l'altra. 7 A voce alta il re gridò che si facessero entrare gli incantatori, i Caldei e gli astrologi, e il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà questo scritto e me ne darà l'interpretazione sarà vestito di porpora, porterà una collana d'oro al collo e sarà terzo nel governo del regno». 8 Allora entrarono tutti i saggi del re, ma non furono capaci di leggere lo scritto né di darne l'interpretazione al re. 9 Allora il re Baldassar fu preso da grande spavento, cambiò colore e i suoi grandi furono costernati.
10 La regina udì le parole del re e dei suoi grandi, ed entrata nella sala del banchetto disse: «Vivi in eterno, o re! I tuoi pensieri non ti spaventino e non ti facciano impallidire! 11 C'è un uomo, nel tuo regno, in cui è lo spirito degli dèi santi. Già al tempo di tuo padre si trovava in lui una luce, un'intelligenza e una saggezza pari alla saggezza degli dèi; e il re Nabucodonosor, tuo padre, lo fece capo dei magi, degli incantatori, dei Caldei e degli astrologi; 12 poiché in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltazzar, fu trovato uno spirito straordinario, conoscenza, intelligenza e la facoltà di interpretare i sogni, di spiegare enigmi e di risolvere questioni difficili. Si chiami dunque Daniele ed egli darà l'interpretazione».
13 Allora Daniele fu introdotto alla presenza del re e il re gli disse: «Sei tu Daniele, uno dei Giudei che il re mio padre condusse qui in esilio dalla Giudea? 14 Io ho sentito dire che tu possiedi lo spirito degli dèi, che in te si trova luce, intelligenza e saggezza straordinaria. 15 Poco fa sono stati introdotti davanti a me i saggi e gli incantatori per leggere questa scrittura e darmene l'interpretazione, ma non ne sono stati capaci. 16 Però ho sentito dire che tu sai dare interpretazioni e risolvere questioni difficili; ora, se puoi leggere questo scritto e farmene conoscere l'interpretazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d'oro e sarai il terzo nel governo del regno».
17 Allora Daniele rispose al re e disse: «Serba i tuoi doni per te e dà a un altro le tue ricompense! Tuttavia io leggerò lo scritto al re e gliene darò l'interpretazione. 18 O re, il Dio altissimo aveva dato regno, grandezza, gloria e maestà a tuo padre Nabucodonosor. 19 Per questa grandezza che Dio gli aveva dato, le genti di ogni popolo, nazione e lingua temevano e tremavano alla sua presenza. Egli faceva morire chi voleva, lasciava in vita chi voleva; innalzava chi voleva, abbassava chi voleva. 20 Ma quando il suo cuore divenne orgoglioso e il suo spirito s'indurì fino a diventare tracotante, il re fu deposto dal suo trono e gli fu tolta la sua gloria; 21 fu scacciato di mezzo agli uomini e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie. Abitò con gli asini selvatici, gli fu dato da mangiare erba come ai buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo finché non riconobbe che il regno degli uomini appartiene al Dio altissimo, il quale vi stabilisce sopra chi vuole. 22 E tu, Baldassar, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, benché tu sapessi tutto questo, 23 ma ti sei innalzato contro il Signore del cielo. Ti sono stati portati i vasi della casa di Dio e in essi avete bevuto tu, i tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine; tu hai lodato gli dèi d'argento, d'oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato il Dio che ha nella sua mano il tuo soffio vitale, e dal quale dipendono tutte le tue vie. 24 Perciò egli ha mandato quel pezzo di mano che ha tracciato quello scritto. 25 Ecco le parole che sono state scritte: Mené, Mené, Téchel, U-Parsin. 26 Questa è l'interpretazione delle parole: Mené, Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine; 27 Téchel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante. 28 Perès, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
29 Allora, per ordine di Baldassar, Daniele fu vestito di porpora, gli fu messa al collo una collana d'oro e fu proclamato terzo nel governo del regno.
30 In quella stessa notte Baldassar, re dei Caldei, fu ucciso 31 e Dario il Medo ricevette il regno all'età di sessantadue anni.

Daniele nella fossa dei leoni
(Da 3; Eb 11:32-34)(Et 7:9-10; Sl 7:14-17)
6,1 Parve bene a Dario di affidare l'amministrazione del suo regno a centoventi satrapi distribuiti in tutte le province del regno. 2 Sopra di loro nominò tre capi, uno dei quali era Daniele, perché i satrapi rendessero conto a loro e il re non dovesse soffrire alcun danno. 3 Questo Daniele si distingueva tra i capi e i satrapi, perché c'era in lui uno spirito straordinario; il re pensava di stabilirlo sopra tutto il suo regno.
4 Allora i capi e i satrapi cercarono di trovare un'occasione per accusare Daniele circa l'amministrazione del regno, ma non potevano trovare alcuna occasione né alcun motivo di riprensione, perché egli era fedele e non c'era in lui alcuna mancanza da potergli rimproverare. 5 Quegli uomini dissero dunque: «Noi non avremo nessun pretesto per accusare questo Daniele, se non lo troviamo in quello che concerne la legge del suo Dio». 6 Allora capi e satrapi vennero tumultuosamente presso il re e gli dissero: «Vivi in eterno, o re Dario! 7 Tutti i capi del regno, i prefetti e i satrapi, i consiglieri e i governatori si sono accordati perché il re promulghi un decreto e imponga un severo divieto: chiunque, per un periodo di trenta giorni, rivolgerà una richiesta a qualsiasi dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. 8 Ora, o re, promulga il divieto e firma il decreto, perché sia immutabile conformemente alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile».
9 Il re Dario quindi firmò il decreto e il divieto.
10 Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, andò a casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio come era solito fare anche prima. 11 Allora quegli uomini accorsero in fretta e trovarono Daniele che pregava e invocava il suo Dio. 12 Poi si recarono dal re e gli ricordarono il divieto reale: «Non hai tu decretato che chiunque per un periodo di trenta giorni farà una richiesta a qualsiasi dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?» Il re rispose e disse: «Così ho stabilito secondo la legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile». 13 Allora quelli ripresero la parola e dissero al re: «Daniele, uno dei deportati dalla Giudea, non tiene in nessun conto né te, né il divieto che tu hai firmato, o re, ma prega il suo Dio tre volte al giorno».
14 Udito questo, il re ne fu molto addolorato; si mise in animo di liberare Daniele e fino al tramonto del sole fece di tutto per salvarlo. 15 Ma quegli uomini vennero tumultuosamente dal re e gli dissero: «Sappi, o re, che la legge dei Medi e dei Persiani vuole che nessun divieto o decreto promulgato dal re venga mutato». 16 Allora il re ordinò che Daniele fosse preso e gettato nella fossa dei leoni. E il re parlò a Daniele e gli disse: «Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, sarà lui a liberarti». 17 Poi fu portata una pietra e fu messa sull'apertura della fossa; il re la sigillò con il suo anello e con l'anello dei suoi grandi, perché nulla fosse mutato riguardo a Daniele.
18 Allora il re ritornò al suo palazzo e digiunò tutta la notte; non fece venire nessuna delle concubine e non riuscì a dormire. 19 La mattina il re si alzò molto presto, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa dei leoni. 20 Quando fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce angosciata e gli disse: «Daniele, servo del Dio vivente! Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, ha potuto liberarti dai leoni?» 21 Daniele rispose al re: «Vivi per sempre, o re! 22 Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso la bocca dei leoni; essi non mi hanno fatto nessun male perché sono stato trovato innocente davanti a lui; e anche davanti a te, o re, non ho fatto niente di male». 23 Allora il re fu molto contento e ordinò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa; Daniele fu tirato fuori dalla fossa e non si trovò su di lui nessuna ferita, perché aveva avuto fiducia nel suo Dio. 24 Per ordine del re, gli uomini che avevano accusato Daniele furono presi e gettati nella fossa dei leoni con i loro figli e le loro mogli. Non erano ancora giunti in fondo alla fossa, che i leoni si lanciarono su di loro e stritolarono tutte le loro ossa.

Da 3:28-29; Sl 29:1
25 Allora il re Dario scrisse alle genti di ogni popolo, nazione e lingua che abitavano su tutta la terra: «Pace e prosperità vi siano date in abbondanza! 26 Io decreto che in tutto il territorio del mio regno si tema e si rispetti il Dio di Daniele, perché è il Dio vivente che dura in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio durerà sino alla fine. 27 Egli libera e salva, fa segni e prodigi in cielo e in terra. È lui che ha liberato Daniele dalle zampe dei leoni».
28 Daniele prosperò durante il regno di Dario e durante il regno di Ciro, il Persiano.

La visione dei quattro animali
Da 2:31-45; 7:17 (Ez 1:26-28; Ap 4:2, ecc.)(Sl 2:6, ecc.; 110; Ef 1:20-23; Ap 11:15)
7,1 Nel primo anno di Baldassar, re di Babilonia, Daniele fece un sogno, mentre era a letto, ed ebbe delle visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e ne fece il racconto.
2 Daniele disse: «Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul mar Grande i quattro venti del cielo. 3 Quattro grandi bestie salirono dal mare, una diversa dall'altra. 4 La prima era simile a un leone e aveva ali d'aquila. Io guardai, finché non le furono strappate le ali; fu sollevata da terra, fu fatta stare in piedi come un uomo e le fu dato un cuore umano. 5 Poi vidi una seconda bestia, simile a un orso; essa stava eretta sopra un fianco, teneva tre costole in bocca fra i denti e le fu detto: "Àlzati, mangia molta carne!" 6 Dopo questo, io guardavo e vidi un'altra bestia simile a un leopardo con quattro ali d'uccello sul dorso; aveva quattro teste e le fu dato il dominio. 7 Io continuavo a guardare le visioni notturne, ed ecco una quarta bestia spaventosa, terribile, straordinariamente forte. Aveva grossi denti di ferro; divorava, sbranava e stritolava con le zampe ciò che restava; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna. 8 Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro piccolo corno davanti al quale tre delle prime corna furono divelte. Quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che pronunciava parole arroganti.
9 Io continuai a guardare e vidi collocare dei troni, e un vegliardo sedersi. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, che aveva ruote di fuoco ardente. 10 Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano, diecimila miriadi gli stavano davanti. Si tenne il giudizio e i libri furono aperti. 11 Io guardavo ancora, a motivo delle parole arroganti che il corno pronunciava; guardai fino a quando la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto, gettato nel fuoco per essere arso. 12 Le altre bestie furono private del loro potere; ma fu loro concesso un prolungamento di vita per un tempo determinato.
13 Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; 14 gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto.

v. 1-14 (Ap 13; 2Te 2:3-8) Da 2:44
15 Quanto a me, Daniele, il mio spirito fu turbato dentro di me e le visioni della mia mente mi spaventarono. 16 Mi avvicinai a uno dei presenti e gli chiesi il vero senso di ciò che avevo visto. Egli mi rispose e mi diede l'interpretazione delle visioni: 17 "Queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra; 18 poi i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente".
19 Allora volli conoscere la verità intorno alla quarta bestia che era diversa da tutte le altre, straordinariamente terribile, che aveva denti di ferro e unghie di bronzo, che divorava, sbranava e calpestava il resto con le zampe. 20 Chiesi pure spiegazioni delle dieci corna che aveva sul capo, del corno che spuntava e davanti al quale ne erano caduti tre; quel corno aveva occhi e una bocca che proferiva parole arroganti, e appariva maggiore delle altre corna. 21 Io vidi quel corno fare guerra ai santi e avere il sopravvento, 22 finché non giunse il vegliardo. Allora il potere di giudicare fu dato ai santi dell'Altissimo, e venne il tempo che i santi ebbero il regno.
23 Ed egli mi disse: "La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. 24 Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; e dopo quelli, sorgerà un altro re, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. 25 Egli parlerà contro l'Altissimo, affliggerà i santi dell'Altissimo, e si proporrà di mutare i giorni festivi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà d'un tempo. 26 Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre. 27 Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno".
28 Qui finisce il racconto. Quanto a me, Daniele, fui molto spaventato dai miei pensieri e il mio volto cambiò colore. Ma conservai tutto questo nel mio cuore».

Nuova Diodati:

Daniele 2,4-7,28

2,4 Allora i Caldei risposero al re in aramaico: «O re, possa tu vivere per sempre. Racconta il sogno ai tuoi servi e noi ne daremo l'interpretazione». 5 Il re rispose e disse ai Caldei: «La mia decisione è presa: se non mi fate conoscere il sogno e la sua interpretazione, sarete tagliati a pezzi e le vostre case saranno ridotte in letamai. 6 Se invece mi indicherete il sogno e la sua interpretazione, riceverete da me doni, ricompense e grandi onori; indicatemi dunque il sogno e la sua interpretazione». 7 Essi risposero una seconda volta e dissero: «Racconti il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo l'interpretazione». 8 Il re allora rispose e disse: «Mi rendo chiaramente conto che voi intendete guadagnare tempo, perché vedete che la mia decisione è presa; 9 se non mi fate conoscere il sogno, c'è un'unica sentenza per voi; vi siete messi d'accordo per dire davanti a me parole bugiarde e perverse, nella speranza che i tempi mutino. Perciò raccontatemi il sogno e io saprò che siete in grado di darmene anche l'interpretazione». 10 I Caldei risposero davanti al re e dissero: «Non c'è alcun uomo sulla terra che possa far sapere ciò che il re domanda. Infatti nessun re, signore o sovrano ha mai chiesto una cosa simile ad alcun mago, astrologo o Caldeo. 11 La cosa che il re domanda è troppo difficile e non c'è nessuno che la possa far sapere al re, se non gli dèi, la cui dimora non è fra i mortali». 12 A questo il re si adirò, montò in collera e ordinò di sterminare tutti i savi di Babilonia. 13 Così fu promulgato il decreto in base al quale i savi dovevano essere uccisi, e cercavano Daniele e i suoi compagni per uccidere anche loro. 14 Allora Daniele si rivolse con parole prudenti e sagge ad Ariok, capitano delle guardie del re, il quale era uscito per uccidere i savi di Babilonia. 15 Prese la parola e disse ad Ariok, capitano del re: «Perché mai un decreto così duro da parte del re?». Allora Ariok fece sapere la cosa a Daniele. 16 Così Daniele entrò dal re e gli chiese di dargli tempo, perché potesse far conoscere al re l'interpretazione del sogno. 17 Allora Daniele andò a casa sua e fece sapere la cosa ai suoi compagni Hananiah, Mishael e Azaria, 18 perché implorassero misericordia dal Dio del cielo riguardo a questo segreto, perché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte col resto dei savi di Babilonia. 19 Allora il segreto fu rivelato a Daniele in una visione notturna. Così Daniele benedisse il Dio del cielo. 20 Daniele prese a dire: «Sia benedetto il nome di Dio per sempre, eternamente, perché a lui appartengono la sapienza e la forza. 21 Egli muta i tempi e le stagioni, depone i re e li innalza, dà la sapienza ai savi e la conoscenza a quelli che hanno intendimento. 22 Egli rivela le cose profonde e segrete, conosce ciò che è nelle tenebre e la luce dimora con lui. 23 O Dio dei miei padri, ti ringrazio e ti lodo, perché mi hai dato sapienza e forza e mi hai fatto conoscere ciò che ti abbiamo chiesto, facendoci conoscere la cosa richiesta dal re».

Daniele interpreta il sogno
24 Perciò Daniele entrò da Ariok, a cui il re aveva affidato l'incarico di far perire i savi di Babilonia; andò e gli disse così: «Non far perire i savi di Babilonia! Conducimi davanti al re e darò al re l'interpretazione». 25 Allora Ariok condusse in fretta Daniele davanti al re e gli parlò così: «Ho trovato un uomo fra i Giudei in cattività, che farà conoscere al re l'interpretazione». 26 Il re prese a dire a Daniele, che si chiamava Beltshatsar: «Sei capace di farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua interpretazione?». 27 Daniele rispose in presenza del re e disse: «Il segreto di cui il re ha chiesto l'interpretazione, non può essere spiegato al re né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini. 28 Ma c'è un Dio nel cielo che rivela i segreti, ed egli ha fatto conoscere al re Nebukadnetsar ciò che avverrà negli ultimi giorni. Questo è stato il tuo sogno e le visioni della tua mente sul tuo letto. 29 O re, i pensieri che ti sono venuti sul tuo letto riguardano ciò che deve avvenire d'ora in poi; e colui che rivela i segreti ti ha fatto conoscere ciò che avverrà. 30 Ma quanto a me, questo segreto mi è stato rivelato non perché io abbia maggiore sapienza di tutti gli altri viventi, ma perché l'interpretazione sia fatta conoscere al re, e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore. 31 Tu stavi guardando, o re, ed ecco una grande immagine; questa enorme immagine, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con un aspetto terribile. 32 La testa di questa immagine era d'oro fino, il suo petto e le sue braccia erano d'argento, il suo ventre e le sue cosce di bronzo, 33 le sue gambe di ferro, i suoi piedi in parte di ferro e in parte d'argilla. 34 Mentre stavi guardando, una pietra si staccò, ma non per mano d'uomo, e colpì l'immagine sui suoi piedi di ferro e d'argilla e li frantumò. 35 Allora il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro furono frantumati insieme e diventarono come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via e di essi non si trovò più alcuna traccia. Ma la pietra che aveva colpito l'immagine diventò un grande monte, che riempì tutta la terra. 36 Questo è il sogno; ora ne daremo l'interpretazione davanti al re. 37 Tu, o re, sei il re dei re, perché il Dio del cielo ti ha dato il regno, la potenza, la forza e la gloria. 38 Dovunque dimorano i figli degli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, egli li ha dati nelle tue mani e ti ha fatto dominare sopra tutti loro. Tu sei quella testa d'oro. 39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno di bronzo, che dominerà su tutta la terra. 40 Il quarto regno sarà forte come il ferro, perché il ferro fa a pezzi e stritola ogni cosa; come il ferro che frantuma, quel regno farà a pezzi e frantumerà tutti questi regni. 41 Come tu hai visto che i piedi e le dita erano in parte d'argilla di vasaio e in parte di ferro, così quel regno sarà diviso; tuttavia in esso ci sarà la durezza del ferro, perché tu hai visto il ferro mescolato con argilla molle. 42 E come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d'argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. 43 Come hai visto il ferro mescolato con la molle argilla, essi si mescoleranno per seme umano, ma non si uniranno l'uno all'altro, esattamente come il ferro non si amalgama con l'argilla. 44 Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto; questo regno non sarà lasciato a un altro popolo, ma frantumerà e annienterà tutti quei regni, e sussisterà in eterno, 45 esattamente come hai visto la pietra staccarsi dal monte, non per mano d'uomo, e frantumare il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il grande Dio ha fatto conoscere al re ciò che deve avvenire d'ora in poi. Il sogno è veritiero e la sua interpretazione è sicura». 46 Allora il re Nebukadnetsar cadde sulla sua faccia e si prostrò davanti a Daniele; quindi ordinò che gli presentassero un'offerta e dell'incenso. 47 Il re parlò a Daniele e disse: «In verità il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei segreti, poiché tu hai potuto rivelare questo segreto». 48 Allora il re rese Daniele grande, gli diede molti e grandi doni, lo fece governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo supremo di tutti i savi di Babilonia. 49 Inoltre, dietro richiesta di Daniele, il re prepose Shadrak, Meshak e Abednego all'amministrazione degli affari della provincia di Babilonia. Daniele invece rimase alla corte del re.

L'erezione dell'immagine d'oro e l'obbligo di adorarla
3,1 Il re Nebukadnetsar fece costruire un'immagine d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei cubiti, e la fece erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. 2 Poi il re Nebukadnetsar mandò a radunare i satrapi, i prefetti, i governatori, i giudici, i tesorieri, i consiglieri di stato, gli esperti nella legge e tutte le autorità delle province, perché venissero alla inaugurazione dell'immagine che il re Nebukadnetsar aveva fatto erigere. 3 Allora i satrapi, i prefetti e i governatori, i giudici, i tesorieri, i consiglieri di stato, gli esperti della legge e tutte le autorità delle province si radunarono insieme per la inaugurazione dell'immagine, fatta erigere dal re Nebukadnetsar, e si misero in piedi davanti all'immagine che Nebukadnetsar aveva fatto erigere. 4 Quindi l'araldo gridò a gran voce: «A voi, popoli, nazioni e lingue è ordinato che, 5 appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del salterio, della zampogna e di ogni genere di strumenti, vi prostriate per adorare l'immagine d'oro che il re Nebukadnetsar ha fatto erigere; 6 chiunque non si prostrerà per adorare, sarà subito gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente». 7 Così, non appena tutti i popoli udirono il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del salterio e di ogni genere di strumenti, tutti i popoli, nazioni e lingue si prostrarono e adorarono l'immagine d'oro, che il re Nebukadnetsar aveva fatto erigere. 8 Per questa ragione in quel momento, alcuni Caldei si fecero avanti e accusarono i Giudei; 9 prendendo la parola dissero al re Nebukadnetsar: «O re, possa tu vivere per sempre! 10 Tu, o re, hai emanato un decreto, in forza del quale chiunque ha udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del salterio, della zampogna e di ogni genere di strumenti deve prostrarsi per adorare l'immagine d'oro; 11 e chiunque non si prostra e non adora, deve essere gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente. 12 Or ci sono alcuni Giudei che hai preposto all'amministrazione degli affari della provincia di Babilonia, Shadrak, Meshak e Abed-nego, che non prestano alcuna considerazione a te; non servono i tuoi dèi e non adorano l'immagine d'oro che hai fatto erigere».

I tre compagni di Daniele gettati nella fornace ardente, sono divinamente protetti e poi liberati
13 Allora Nebukadnetsar, adirato e furibondo, comandò di far venire Shadrak, Meshak e Abed-nego; così questi uomini furono condotti davanti al re. 14 Nebukadnetsar rivolse loro la parola, dicendo: «Shadrak, Meshak e Abednego, è vero che non servite i miei dèi e non adorate l'immagine d'oro che io ho fatto erigere? 15 Ora, non appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del salterio, della zampogna e di ogni genere di strumenti, se siete pronti a prostrarvi per adorare l'immagine che io ho fatto, bene; ma se non l'adorate, sarete subito gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente; e qual è quel dio che potrà liberarvi dalle mie mani?». 16 Shadrak, Meshak e Abed-nego risposero al re, dicendo: «O Nebukadnetsar, noi non abbiamo bisogno di darti risposta in merito a questo. 17 Ecco, il nostro Dio, che serviamo, è in grado di liberarci dalla fornace di fuoco ardente e ci libererà dalla tua mano, o re. 18 Ma anche se non lo facesse, sappi o re, che non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo l'immagine d'oro che tu hai fatto erigere». 19 Allora Nebukadnetsar fu ripieno di furore e l'espressione del suo volto mutò nei riguardi di Shadrak, Meshak e Abednego. Riprendendo la parola comandò di riscaldare la fornace sette volte più di quanto si soleva riscaldarla. 20 Comandò quindi ad alcuni uomini forti e valorosi del suo esercito di legare Shadrak, Meshak e Abed-nego e di gettarli nella fornace di fuoco ardente. 21 Allora questi tre uomini furono legati con i loro calzoni, le loro tuniche, i loro copricapo e tutte le loro vesti e furono gettati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. 22 Ma poiché l'ordine del re era duro e la fornace era estremamente surriscaldata, la fiamma del fuoco uccise gli uomini che vi avevano gettato Shadrak, Meshak e Abed-nego. 23 E questi tre uomini, Shadrak, Meshak e Abed-nego, caddero legati in mezzo alla fornace di fuoco ardente. 24 Allora il re Nebukadnetsar, sbalordito, si alzò in fretta e prese a dire ai suoi consiglieri: «Non abbiamo gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». Essi risposero e dissero al re: «Certo, o re». 25 Egli riprese a dire: «Ecco, io vedo quattro uomini slegati, che camminano in mezzo al fuoco, senza subire alcun danno; e l'aspetto del quarto è simile a quello di un figlio di Dio». 26 Poi Nebukadnetsar si avvicinò all'apertura della fornace di fuoco ardente e prese a dire: «Shadrak, Meshak e Abed-nego, servi del Dio Altissimo, uscite e venite qui». Allora Shadrak, Meshak e Abed-nego uscirono di mezzo al fuoco. 27 Quindi i satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re si radunarono per osservare quegli uomini: il fuoco non aveva avuto alcun potere sul loro corpo, i capelli del loro capo non erano stati bruciati, i loro mantelli non erano stati alterati e neppure l'odore di fuoco si era posato su di loro. 28 Nebukadnetsar prese a dire: «Benedetto sia il Dio di Shadrak, Meshak e Abed-nego, che ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi, che hanno confidato in lui; hanno trasgredito l'ordine del re e hanno esposto i loro corpi alla morte, piuttosto che servire e adorare altro dio all'infuori del loro. 29 Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, dirà male del Dio di Shadrak, Meshak e Abed-nego, sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta in un letamaio, perché non c'è nessun altro dio che possa salvare a questo modo». 30 Allora il re fece prosperare Shadrak, Meshak e Abed-nego nella provincia di Babilonia.

Il sogno del grande albero, fatto da Nebukadnetsar
4,1 «Il re Nebukadnetsar a tutti i popoli, a tutte le nazioni e lingue, che abitano su tutta la terra: La vostra pace sia grande. 2 Mi è sembrato bene di far conoscere i segni e i prodigi che il Dio Altissimo ha fatto per me. 3 Quanto grandi sono i suoi segni e quanto potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione. 4 Io, Nebukadnetsar, ero tranquillo in casa mia e fiorente nel mio palazzo. 5 Feci un sogno che mi spaventò; i pensieri che ebbi sul mio letto e le visioni della mia mente mi terrorizzarono. 6 Così diedi ordine di condurre davanti a me tutti i savi di Babilonia, perché mi facessero conoscere l'interpretazione del sogno. 7 Allora vennero i maghi, gli astrologi, i Caldei e gli indovini, ai quali raccontai il sogno, ma essi non poterono farmi conoscere la sua interpretazione. 8 Infine si presentò davanti a me Daniele, chiamato Beltshatsar dal nome del mio dio, e in cui è lo spirito degli dèi santi, e io gli raccontai il sogno: 9 Beltshatsar, capo dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti preoccupa, raccontami le visioni del mio sogno che ho fatto e la sua interpretazione. 10 Le visioni della mia mente mentre ero sul mio letto sono queste: Io guardavo, ed ecco un albero in mezzo alla terra, la cui altezza era grande. 11 L'albero crebbe e divenne forte; la sua cima giungeva al cielo e si poteva vedere dalle estremità di tutta la terra. 12 Il suo fogliame era bello, il suo frutto abbondante e in esso c'era cibo per tutti; sotto di esso trovavano ombra le bestie dei campi, gli uccelli del cielo dimoravano fra i suoi rami e da lui prendeva cibo ogni essere vivente. 13 Mentre sul mio letto osservavo le visioni della mia mente, ecco un guardiano, un santo, scese dal cielo, 14 gridò con forza e disse così: "Tagliate l'albero e troncate i suoi rami, scuotete le sue foglie e disperdetene i frutti; fuggano gli animali di sotto a lui e gli uccelli di tra i suoi rami. 15 Lasciate però nella terra il ceppo delle sue radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba dei campi. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia con gli animali la sua parte d'erba della terra. 16 Il suo cuore sia cambiato, e invece di un cuore d'uomo gli sia dato un cuore di bestia e passino su di lui sette tempi. 17 La cosa è decretata dai guardiani e la sentenza viene dalla parola dei santi, perché i viventi sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini; egli lo dà a chi vuole e vi innalza l'infimo degli uomini". 18 Questo è il sogno che io, re Nebukadnetsar, ho fatto. Ora tu, Beltshatsar, danne l'interpretazione, perché nessuno dei savi del mio regno è in grado di farmi conoscere l'interpretazione; ma tu lo puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te».

Daniele interpreta il sogno
19 Allora Daniele, il cui nome è Beltshatsar, rimase per un momento spaventato e i suoi pensieri lo turbavano. Il re prese a dire: «Beltshatsar, non ti turbino né il sogno né la sua interpretazione». Beltshatsar rispose e disse: «Signor mio, il sogno si avveri per i tuoi nemici e la sua interpretazione per i tuoi avversari. 20 L'albero che tu hai visto, che era divenuto grande e forte, la cui cima giungeva al cielo e si vedeva da tutte le parti della terra, 21 il cui fogliame era bello, il frutto abbondante, in cui c'era cibo per tutti, sotto il quale dimoravano le bestie dei campi e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo, 22 sei tu, o re, che sei diventato grande e forte; la tua grandezza è cresciuta ed è giunta fino al cielo e il tuo dominio fino alle estremità della terra. 23 Quanto poi al guardiano, un santo, che il re ha visto scendere dal cielo e dire: "Tagliate l'albero e distruggetelo, ma lasciate nella terra il ceppo delle radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba dei campi. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con le bestie dei campi finché siano passati su di lui sette tempi". 24 Questa è l'interpretazione, o re; questo è il decreto dell'Altissimo, che è stato emanato riguardo al re mio signore; 25 tu sarai scacciato in mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare erba come ai buoi e sarai bagnato dalla rugiada dal cielo; passeranno su di te sette tempi, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole. 26 Quanto poi all'ordine di lasciare il ceppo delle radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che è il cielo che domina. 27 Perciò, o re, gradisci il mio consiglio: poni fine ai tuoi peccati praticando la giustizia e alle tue iniquità usando misericordia verso i poveri; forse la tua prosperità sarà prolungata».

Il sogno si compie
28 Tutto questo avvenne al re Nebukadnetsar. 29 Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul palazzo reale di Babilonia, 30 il re prese a dire: «Non è questa la grande Babilonia, che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?». 31 Queste parole erano ancora in bocca al re, quando una voce discese dal cielo: «A te, o re Nebukadnetsar, si dichiara: il tuo regno ti è tolto; 32 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare erba come i buoi e passeranno su di te sette tempi, finché tu riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole». 33 In quello stesso momento la parola riguardante Nebukadnetsar si adempì. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché i suoi capelli crebbero come le penne delle aquile e le sue unghie come gli artigli degli uccelli. 34 «Alla fine di quel tempo, io Nebukadnetsar alzai gli occhi al cielo e la mia ragione ritornò, benedissi l'Altissimo e lodai e glorificai colui che vive in eterno, il cui dominio è un dominio eterno e il cui regno dura di generazione in generazione. 35 Tutti gli abitanti della terra davanti a lui sono considerati come un nulla; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra. Nessuno può fermare la sua mano o dirgli "Che cosa fai?". 36 In quello stesso tempo mi ritornò la ragione, e per la gloria del mio regno mi furono restituiti la mia maestà e il mio splendore. I miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, e io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu enormemente accresciuta. 37 Ora, io Nebukadnetsar lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia; egli ha il potere di umiliare quelli che camminano superbamente».

Il banchetto di Belshatsar e la scritta sul muro
5,1 Il re Belshatsar fece un gran banchetto a mille dei suoi grandi e in presenza dei mille bevve vino. 2 Mentre degustava il vino, Belshatsar ordinò di far portare i vasi d'oro e d'argento che suo padre Nebukadnetsar aveva portato via dal tempio che era in Gerusalemme, perché in essi bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. 3 Così si portarono i vasi d'oro che erano stati portati via dal santuario del tempio di Dio, che era in Gerusalemme, e in essi bevvero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. 4 Bevvero vino e lodarono gli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. 5 In quel momento apparvero le dita di una mano d'uomo, che si misero a scrivere di fronte al candelabro sull'intonaco della parete del palazzo reale; e il re vide la parte di quella mano che scriveva. 6 Allora l'aspetto del re cambiò e i suoi pensieri lo turbarono; le giunture dei suoi lombi si allentarono e i suoi ginocchi battevano l'uno contro l'altro. 7 Il re gridò con forza di fare entrare gli astrologi, i Caldei e gli indovini; quindi il re prese a dire ai savi di Babilonia: «Chiunque leggerà questa scritta e mi darà la sua interpretazione sarà rivestito di porpora, porterà una collana d'oro al collo e sarà terzo nel governo del regno». 8 Allora entrarono tutti i savi del re, ma non poterono leggere la scritta né far conoscere al re la sua interpretazione. 9 Allora il re Belshatsar fu grandemente turbato, il suo aspetto cambiò e i suoi grandi furono smarriti. 10 La regina, a motivo delle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala del banchetto. La regina prese a dire: «O re, possa tu vivere per sempre! I tuoi pensieri non ti turbino e il tuo aspetto non cambi. 11 C'è un uomo nel tuo regno, in cui è lo spirito degli dèi santi; e al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intendimento e sapienza simile alla sapienza degli dèi; il re Nebukadnetsar, tuo padre, tuo padre il re, lo stabilì capo dei maghi, degli astrologi, dei Caldei e degli indovini, 12 perché in questo Daniele, a cui il re aveva posto il nome Beltshatsar, fu trovato uno spirito straordinario, conoscenza, intendimento, abilità nell'interpretare i sogni, spiegare enigmi e risolvere questioni complicate. Si chiami dunque Daniele ed egli darà l'interpretazione».

Daniele interpreta la scritta sul muro
13 Allora Daniele fu introdotto alla presenza del re; il re parlò a Daniele e gli disse: «Sei tu Daniele, uno degli esuli di Giuda, che il re mio padre condusse dalla Giudea? 14 Ho inteso dire di te che lo spirito degli dèi è in te e che in te si trova luce, intendimento e una sapienza straordinaria. 15 Ora hanno fatto venire alla mia presenza i savi e gli astrologi perché leggessero questa scritta e me ne facessero conoscere l'interpretazione; ma non sono stati capaci di darmi l'interpretazione della cosa. 16 Ho invece sentito dire di te che tu puoi dare l'interpretazione e risolvere questioni complicate. Ora se sei capace di leggere questa scritta e farmene conoscere l'interpretazione, tu sarai rivestito di porpora, porterai una collana d'oro al collo e sarai terzo nel governo del regno». 17 Allora Daniele rispose e disse davanti al re: «Tienti pure i tuoi doni e da' a un altro le tue ricompense; tuttavia io leggerò la scritta al re e gliene farò conoscere l'interpretazione. 18 O re, il Dio Altissimo aveva dato a Nebukadnetsar tuo padre regno, grandezza, gloria e maestà. 19 Per la grandezza che gli aveva dato, tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue tremavano e temevano davanti a lui: egli faceva morire chi voleva e lasciava in vita chi voleva, innalzava chi voleva e abbassava chi voleva. 20 Quando però il suo cuore si innalzò e il suo spirito si indurì fino all'arroganza, fu deposto dal suo trono reale e gli fu tolta la sua gloria. 21 Fu quindi scacciato di mezzo ai figli degli uomini, il suo cuore fu reso simile a quello delle bestie e la sua dimora fu con gli asini selvatici; gli fu data da mangiare erba come ai buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno degli uomini e su di esso stabilisce chi vuole. 22 Ma tu, Belshatsar suo figlio, benché sapessi tutto questo non hai umiliato il tuo cuore; 23 anzi ti sei innalzato contro il Signore del cielo; ti sei fatto portare davanti i vasi del suo tempio, e in essi avete bevuto vino tu e i tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine. Inoltre hai lodato gli dèi d'argento, d'oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, che non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato il Dio, nella cui mano è il tuo soffio vitale e a cui appartengono tutte le tue vie. 24 Perciò dalla sua presenza è stata mandata la parte di quella mano, che ha tracciato la scritta. 25 Questa è la scritta che è stata tracciata: MENE, MENE, TEKEL UFARSIN. 26 Questa è l'interpretazione di ogni parola: MENE: Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine. 27 TEKEL: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. 28 PERES: il tuo regno è stato diviso ed è stato dato ai Medi e ai Persiani». 29 Allora, per ordine di Belshatsar, Daniele fu rivestito di porpora, gli posero al collo una collana d'oro e proclamarono che egli sarebbe terzo nel governo del regno. 30 In quella stessa notte Belshatsar, re dei Caldei, fu ucciso; 31 e Dario, il Medo, ricevette il regno all'età di sessantadue anni.

Daniele al servizio del re Dario
6,1 Piacque a Dario di stabilire sul regno centoventi satrapi, i quali fossero preposti su tutto il regno, 2 e sopra di loro tre prefetti, di cui uno era Daniele, ai quali quei satrapi dovevano render conto, perché il re non ne soffrisse alcun danno. 3 Ora questo Daniele eccelleva sugli altri prefetti e satrapi, perché in lui c'era uno spirito superiore, e il re pensava di stabilirlo sopra tutto il regno. 4 Allora i prefetti e i satrapi cercarono di trovare un pretesto contro Daniele riguardo l'amministrazione del regno, ma non poterono trovare alcun pretesto o corruzione, perché egli era fedele e non si potè trovare in lui alcun errore o corruzione. 5 Allora quegli uomini dissero: «Non troveremo mai nessun pretesto contro questo Daniele, eccetto che lo troviamo contro di lui nella legge stessa del suo Dio». 6 Allora quei prefetti e satrapi si radunarono tumultuosamente presso il re e gli dissero: «O re Dario, possa tu vivere per sempre! 7 Tutti i prefetti del regno, i governatori e i satrapi, i consiglieri e i comandanti si sono consultati insieme per promulgare un editto reale e fare un fermo decreto, in base ai quali chiunque durante trenta giorni rivolgerà una richiesta a qualsiasi dio o uomo all'infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. 8 Ora, o re, promulga il decreto e firma il documento, in modo che non possa essere cambiato in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile». 9 Il re Dario quindi firmò il documento e il decreto. 10 Quando Daniele seppe che il documento era stato firmato, entrò in casa sua. Quindi nella sua camera superiore, con le sue finestre aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si inginocchiava, pregava e rendeva grazie al suo Dio, come era solito fare prima. 11 Allora quegli uomini accorsero tumultuosamente e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio. 12 Così si avvicinarono al re e parlarono davanti a lui del decreto reale: «Non hai tu firmato un decreto in base al quale chiunque durante trenta giorni farà una richiesta a qualsiasi dio o uomo all'infuori di te, o re, sarebbe gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose e disse: «La cosa è stabilita in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che non può essere alterata». 13 Allora quelli ripresero a dire davanti al re: «Daniele, che è uno degli esuli di Giuda, non mostra alcun riguardo per te, o re, o per il decreto che hai firmato, ma rivolge suppliche al suo Dio tre volte al giorno». 14 All'udire ciò, il re ne fu grandemente dispiaciuto e si mise in cuore di liberare Daniele, e fino al tramonto del sole si affaticò per strapparlo dalle loro mani. 15 Ma quegli uomini vennero tumultuosamente dal re e gli dissero: «Sappi, o re, che è legge dei Medi e dei Persiani che nessun decreto o editto promulgato dal re può essere cambiato».

Daniele miracolsamente salvato nella fossa dei leoni
16 Allora il re diede l'ordine e Daniele fu portato via e gettato nella fossa dei leoni. Ma il re parlò a Daniele e gli disse: «Il tuo Dio, che tu servi del continuo, sarà egli stesso a liberarti». 17 Poi fu portata una pietra, che fu messa sulla bocca della fossa; il re la sigillò con il suo anello e con l'anello dei suoi grandi, perché la decisione riguardo a Daniele non fosse cambiata. 18 Allora il re si ritirò nel suo palazzo e passò la notte digiunando; non fu portato davanti a lui alcun musicista e anche il sonno lo abbandonò. 19 La mattina dopo il re si alzò molto presto e si recò in fretta alla fossa dei leoni. 20 Giunto vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce accorata; il re prese a dire a Daniele: «Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio, che tu servi del continuo ha potuto liberarti dai leoni?». 21 Allora Daniele disse al re: «O re, possa tu vivere per sempre! 22 Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le bocche dei leoni, ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma anche davanti a te, o re, non ho fatto alcun male». 23 Allora il re fu ripieno di gioia e ordinò di tirar fuori Daniele dalla fossa. Così Daniele fu tirato fuori dalla fossa e non si trovò su di lui alcuna lesione, perché aveva confidato nel suo Dio. 24 Il re ordinò quindi che fossero fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele e furono gettati nella fossa dei leoni, essi, i loro figli e le loro mogli. E, prima ancora che giungessero in fondo alla fossa, i leoni furono loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa. 25 Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue che abitavano su tutta la terra: «La vostra pace sia grande! 26 Io decreto che in tutto il dominio del mio regno si tremi e si tema davanti al Dio di Daniele, perché egli è il Dio vivente, che sussiste in eterno. Il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio non avrà mai fine. 27 Egli libera, salva, e opera segni e prodigi in cielo e sulla terra; è lui che ha liberato Daniele dal potere dei leoni». 28 Così questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e durante il regno di Ciro, il Persiano.

La visione di Daniele sulle quattro bestie, l'Antico di giorni e il Figlio dell'uomo
7,1 Nel primo anno di Belshatsar, re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, fece un sogno ed ebbe visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e narrò la sostanza delle cose. 2 Daniele dunque prese a dire: «Io guardavo nella mia visione, di notte, ed ecco, i quattro venti del cielo squassavano il Mar Grande, 3 e quattro grandi bestie salivano dal mare, una diversa dall'altra. 4 La prima era simile a un leone ed aveva ali di aquila. Io guardavo, finché le furono strappate le ali; poi fu sollevata da terra, fu fatta stare ritta sui due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo. 5 Ed ecco un'altra bestia, la seconda, simile ad un orso; si alzava su di un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: "Levati, mangia molta carne". 6 Dopo questo, io guardavo, ed eccone un'altra simile a un leopardo, che aveva quattro ali di uccello sul suo dorso; la bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. 7 Dopo questo, io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia spaventevole, terribile e straordinariamente forte; essa aveva grandi denti di ferro; divorava, stritolava e calpestava il resto con i piedi; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna. 8 Stavo osservando le corna, quand'ecco in mezzo ad esse spuntò un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte; ed ecco in quel corno c'erano degli occhi simili a occhi di uomo e una bocca che proferiva grandi cose. 9 Io continuai a guardare finché furono collocati troni e l'Antico di giorni si assise. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo capo erano come lana pura; il suo trono era come fiamme di fuoco e le sue ruote come fuoco ardente. 10 Un fiume di fuoco scorreva, uscendo dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano e miriadi di miriadi stavano davanti a lui. Il giudizio si tenne e i libri furono aperti. 11 Allora io guardai a motivo delle grandi parole che il corno proferiva; guardai finché la bestia fu uccisa, e il suo corpo distrutto e gettato nel fuoco per essere arso. 12 Quanto alle altre bestie, il dominio fu loro tolto, ma fu loro concesso un prolungamento di vita per un periodo stabilito di tempo. 13 Io guardavo nelle visioni notturne, ed ecco sulle nubi del cielo venire uno simile a un Figlio dell'uomo; egli giunse fino all'Antico di giorni e fu fatto avvicinare a lui. 14 A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto».

Interpretazione della visione
15 «Quanto a me, Daniele, il mio spirito rimase addolorato nell'involucro del corpo e le visioni della mia mente mi turbarono. 16 Mi avvicinai a uno di quelli che stavano vicino e gli domandai la verità di tutto questo; ed egli mi parlò e mi fece conoscere l'interpretazione di quelle cose: 17 "Queste grandi bestie, che sono quattro, rappresentano quattro re che sorgeranno dalla terra; 18 poi i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, per l'eternità". 19 Allora desiderai sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e straordinariamente terribile, con denti di ferro e artigli di bronzo, che divorava, stritolava e calpestava il resto con i piedi, 20 e intorno alle dieci corna che aveva sulla testa, e intorno all'altro corno che spuntava e davanti al quale erano cadute tre corna, cioè quel corno che aveva occhi e una bocca che proferiva grandi cose e che appariva maggiore delle altre corna. 21 Io guardavo e quello stesso corno faceva guerra ai santi e li vinceva, 22 finché giunse l'Antico di giorni e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo, e venne il tempo in cui i santi possedettero il regno. 23 Ed egli mi parlò così: "La quarta bestia sarà un quarto regno sulla terra, che sarà diverso da tutti gli altri regni e divorerà tutta la terra, la calpesterà e la stritolerà. 24 Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno; dopo di loro ne sorgerà un altro, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. 25 Egli proferirà parole contro l'Altissimo, perseguiterà i santi dell'Altissimo con l'intento di sterminarli e penserà di mutare i tempi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo. 26 Si terrà quindi il giudizio e gli sarà tolto il dominio, che verrà annientato e distrutto per sempre. 27 Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno". 28 Qui finirono le parole rivoltemi. Quanto a me, Daniele, i miei pensieri mi turbarono grandemente e il mio aspetto cambiò, ma conservai le parole nel mio cuore».

Riveduta 2020:

Daniele 2,4-7,28

2,4 Allora i Caldei risposero al re, in aramaico: “O re, possa tu vivere per sempre! Racconta il sogno ai tuoi servi e noi ne daremo l'interpretazione”. 5 Il re replicò e disse ai Caldei: “La mia decisione è presa: se voi non mi fate conoscere il sogno e la sua interpretazione, sarete fatti a pezzi e le vostre case saranno ridotte in tanti letamai; 6 ma se mi dite il sogno e la sua interpretazione, riceverete da me doni, ricompense e grandi onori. Ditemi dunque il sogno e la sua interpretazione”. 7 Essi risposero una seconda volta e dissero: “Esponga il re il sogno ai suoi servi e noi ne daremo l'interpretazione”. 8 Il re replicò e disse: “Io mi accorgo che di certo voi volete guadagnare tempo, perché vedete che la mia decisione è presa; 9 se dunque non mi fate conoscere il sogno, c'è un'unica sentenza per voi. Voi vi siete messi d'accordo per darmi delle risposte bugiarde e perverse, aspettando che cambino i tempi. Perciò ditemi il sogno e io saprò che siete in grado di darmene l'interpretazione”. 10 I Caldei risposero davanti al re e dissero: “Non c'è uomo sulla terra che possa far conoscere quello che il re domanda; così non c'è mai stato un re, per quanto fosse grande e potente, che abbia domandato una cosa simile a un mago, a un astrologo o a un Caldeo. 11 La cosa che il re domanda è difficile; non c'è nessuno che la possa far conoscere al re, tranne gli dèi, la cui dimora non è fra i mortali”. 12 Allora il re si adirò, si infuriò terribilmente e ordinò che tutti i saggi di Babilonia fossero messi a morte. 13 Il decreto fu promulgato e i saggi dovevano essere uccisi; si cercavano Daniele e i suoi compagni per uccidere anche loro. 14 Allora Daniele si rivolse con prudenza e saggezza ad Arioc, capo delle guardie del re, il quale era uscito per uccidere i saggi di Babilonia. 15 Prese la parola e disse ad Arioc, ufficiale del re: “Perché questo decreto così perentorio da parte del re?”. Allora Arioc spiegò la cosa a Daniele. 16 Daniele entrò dal re e gli chiese di dargli tempo; lui avrebbe fatto conoscere al re l'interpretazione del sogno. 17 Allora Daniele andò a casa sua e informò della cosa Anania, Misael e Azaria, suoi compagni, 18 perché implorassero la misericordia dell'Iddio del cielo, a proposito di questo segreto, affinché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte con il resto dei saggi di Babilonia. 19 Allora il segreto fu rivelato a Daniele in una visione notturna. Egli benedisse l'Iddio del cielo 20 e disse: “Sia eternamente benedetto il nome di Dio! poiché a lui appartengono la sapienza e la forza. 21 Egli alterna i tempi e le stagioni; depone i re e li innalza, dà la saggezza ai saggi e il sapere agli intelligenti. 22 Egli rivela le cose profonde e nascoste; conosce ciò che è nelle tenebre e la luce dimora con lui. 23 O Dio dei miei padri, io ti rendo gloria e lode, perché mi hai dato sapienza e forza, e mi hai fatto conoscere quello che ti abbiamo domandato, rivelandoci ciò che il re vuole”. 24 Daniele entrò quindi da Arioc, a cui il re aveva dato l'incarico di far morire i saggi di Babilonia, e gli disse così: “Non far morire i saggi di Babilonia! Conducimi davanti al re, e io darò al re l'interpretazione”. 25 Allora Arioc condusse in tutta fretta Daniele davanti al re, e gli parlò così: “Io ho trovato un uomo fra i Giudei che sono deportati che darà al re l'interpretazione”. 26 Il re disse a Daniele, che si chiamava Baltazzar: “Tu sei capace di farmi conoscere il sogno che ho fatto e la sua interpretazione?”. 27 Daniele, alla presenza del re, rispose e disse: “Il segreto che il re domanda, né saggi, né incantatori, né magi, né astrologi possono svelarlo al re; 28 ma c'è un Dio nel cielo che rivela i segreti, ed egli ha fatto conoscere al re Nabucodonosor quello che avverrà negli ultimi giorni. Ecco quali erano il tuo sogno e le visioni della tua mente quando eri a letto. 29 I tuoi pensieri, o re, quando eri a letto, si riferivano a quello che deve avvenire da ora in poi; colui che rivela i segreti ti ha fatto conoscere quello che avverrà. 30 Quanto a me, questo segreto mi è stato rivelato, non perché io possegga una sapienza superiore a quella di tutti gli altri viventi, ma perché l'interpretazione sia data al re, e tu possa conoscere quello che preoccupava il tuo cuore. 31 Tu, o re, guardavi, ed ecco una grande statua; questa statua, che era immensa e di uno splendore straordinario, si ergeva davanti a te, e il suo aspetto era terribile. 32 La testa di questa statua era d'oro puro; il suo petto e le sue braccia erano d'argento; il suo ventre e le sue cosce di bronzo; 33 le sue gambe, di ferro; i suoi piedi, in parte di ferro e in parte di argilla. 34 Tu stavi guardando, quando ecco una pietra si staccò, ma non per mano d'uomo, e colpì i piedi di ferro e di argilla della statua e li frantumò. 35 Allora il ferro, l'argilla, il bronzo, l'argento e l'oro furono frantumati insieme e diventarono come la pula sulle aie d'estate; il vento li portò via e non se ne trovò più traccia; ma la pietra che aveva colpito la statua diventò un grande monte, che riempì tutta la terra. 36 Questo è il sogno; ora ne daremo l'interpretazione davanti al re. 37 Tu, o re, sei il re dei re, al quale l'Iddio del cielo ha dato l'impero, la potenza, la forza e la gloria. 38 Dovunque abitano i figli degli uomini, le bestie della campagna e gli uccelli del cielo, egli te li ha dati nelle mani, e ti ha fatto dominare sopra tutti loro: la testa d'oro sei tu. 39 Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, di bronzo, che dominerà sulla terra; 40 poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché come il ferro spezza e abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che frantuma tutto, esso spezzerà ogni cosa. 41 Come hai visto i piedi e le dita, in parte di argilla di vasaio e in parte di ferro, così quel regno sarà diviso; ma vi sarà in lui qualcosa della consistenza del ferro, poiché tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla. 42 Come le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d'argilla, così quel regno sarà in parte forte e in parte fragile. 43 Tu hai visto il ferro mescolato con la fragile argilla, perché quelli si mescoleranno mediante matrimoni; ma non saranno uniti l'uno all'altro, nello stesso modo che il ferro non si amalgama con l'argilla. 44 Al tempo di questi re, l'Iddio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e che non passerà sotto il dominio di un altro popolo. Spezzerà e annienterà tutti quei regni, ma esso sussisterà per sempre, 45 nel modo che hai visto la pietra staccarsi dal monte, senza opera di mano d'uomo, e spezzare il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il grande Iddio ha fatto conoscere al re ciò che deve avvenire d'ora in poi; il sogno è veritiero e l'interpretazione è sicura”. 46 Allora il re Nabucodonosor abbassò la sua faccia, si prostrò davanti a Daniele e ordinò che gli fossero presentati offerte e profumi. 47 Il re parlò a Daniele e disse: “In verità il vostro Dio è l'Iddio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei segreti, poiché tu hai potuto rivelare questo segreto”. 48 Allora il re innalzò Daniele in dignità, lo colmò di numerosi e ricchi doni, gli diede il comando di tutta la provincia di Babilonia e lo stabilì capo supremo di tutti i saggi di Babilonia. 49 Daniele chiese al re che a Sadrac, Mesac e Abed-nego fosse affidata l'amministrazione della provincia di Babilonia; ma Daniele stava alla corte del re.

I tre compagni di Daniele nella fornace
3,1 Il re Nabucodonosor fece una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei cubiti, e la eresse nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. 2 Poi il re Nabucodonosor fece radunare i satrapi, i prefetti, i governatori, i giudici, i tesorieri, i giuristi, i magistrati e tutte le autorità delle province, perché venissero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. 3 Allora i satrapi, i prefetti e i governatori, i giudici, i tesorieri, i giuristi, i magistrati e tutte le autorità delle province si radunarono per l'inaugurazione della statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. Stavano tutti in piedi davanti alla statua eretta da Nabucodonosor. 4 Quindi l'araldo gridò forte: “A voi, popoli, nazioni e lingue è imposto che, 5 nel momento in cui udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni sorta di strumenti, vi prostriate per adorare la statua d'oro che il re Nabucodonosor ha fatto erigere. 6 Chiunque non si prostrerà per adorare, sarà immediatamente gettato in una fornace di fuoco ardente”. 7 Perciò, appena tutti i popoli ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio e di ogni sorta di strumenti, tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue si prostrarono e adorarono la statua d'oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. 8 Allora, in quello stesso momento, alcuni Caldei si fecero avanti e accusarono i Giudei; 9 rivolgendosi al re Nabucodonosor, gli dissero: “O re, possa tu vivere per sempre! 10 Tu, o re, hai emanato un decreto, per il quale chiunque abbia udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni sorta di strumenti deve prostrarsi per adorare la statua d'oro. 11 Chiunque non si prostra e non adora deve essere gettato in mezzo a una fornace di fuoco ardente. 12 Ora ci sono alcuni giudei che tu hai preposto all'amministrazione degli affari della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abed-nego, che non ti tengono in nessuna considerazione, non servono i tuoi dèi e non adorano la statua d'oro che tu hai fatto erigere”. 13 Allora Nabucodonosor, irritato e furioso, ordinò che gli fossero condotti Sadrac, Mesac e Abed-nego; così essi furono condotti in presenza del re. 14 Nabucodonosor, rivolgendosi a loro, disse: “Sadrac, Mesac, Abed-nego, è vero che non adorate i miei dèi e che non vi prostrate davanti alla statua d'oro che io ho fatto erigere? 15 Ora, non appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni sorta di strumenti, siate pronti a prostrarvi per adorare la statua che io ho fatto; ma se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente; e qual è quel dio che vi potrà liberare dalle mie mani?”. 16 Sadrac, Mesac e Abed-nego risposero al re, dicendo: “O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta in merito a questo. 17 Ecco, il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di liberarci e ci libererà dalla fornace del fuoco ardente e dalla tua mano, o re. 18 Ma anche se non lo facesse, sappi, o re, che noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai fatto erigere”. 19 Allora Nabucodonosor fu ripieno di furore e l'aspetto del suo viso mutò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abed-nego. Riprese la parola e ordinò che si accendesse la fornace sette volte più del solito; 20 poi comandò ad alcuni degli uomini più vigorosi del suo esercito di legare Sadrac, Mesac e Abed-nego e di gettarli nella fornace del fuoco ardente. 21 Allora questi tre uomini furono legati con le loro tuniche, i loro copricapo, i loro mantelli e tutti i loro vestiti, e furono gettati in mezzo alla fornace del fuoco ardente. 22 Siccome l'ordine del re era perentorio e la fornace era straordinariamente riscaldata, la fiamma del fuoco uccise gli uomini che vi avevano gettato dentro Sadrac, Mesac e Abed-nego. 23 E quei tre uomini, Sadrac, Mesac e Abed-nego, caddero legati in mezzo alla fornace del fuoco ardente. 24 Allora il re Nabucodonosor fu spaventato, si alzò in gran fretta, e disse ai suoi consiglieri: “Non abbiamo noi gettato in mezzo al fuoco tre uomini legati?”. Quelli risposero e dissero al re: “Certo o re!”. 25 Ed egli riprese a dire: “Ecco, io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza aver sofferto nessun danno; e l'aspetto del quarto è come quello di un figlio degli dèi”. 26 Poi Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace del fuoco ardente e disse: “Sadrac, Mesac, Abed-nego, servi dell'Iddio altissimo, uscite, venite!”. E Sadrac, Mesac e Abed-nego uscirono dal fuoco. 27 I satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re, essendosi radunati, osservarono quegli uomini e videro che il fuoco non aveva avuto nessun potere sul loro corpo, che i capelli del loro capo non erano stati bruciati, che le loro tuniche non erano alterate, e che essi non avevano neppure l'odore del fuoco. 28 Nabucodonosor prese a dire: “Sia benedetto l'Iddio di Sadrac, di Mesac e di Abed-nego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui, hanno trasgredito l'ordine del re, hanno esposto i loro corpi per non servire e non adorare altro dio che il loro! 29 Perciò, io faccio questo decreto: 'Chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, dirà male dell'Iddio di Sadrac, Mesac e Abed-nego, sia fatto a pezzi, e la sua casa sia ridotta in un letamaio; perché non c'è nessun altro dio che possa salvare in questo modo'”. 30 Allora il re fece prosperare Sadrac, Mesac e Abed-nego nella provincia di Babilonia.

Editto del re Nabucodonosor. Il grande albero. Sogno di Nabucodonosor spiegato da Daniele
4,1 “Il re Nabucodonosor a tutti i popoli, a tutte le nazioni e lingue, che abitano su tutta la terra. La vostra pace abbondi. 2 Mi è sembrato bene di far conoscere i segni e i prodigi che l'Iddio altissimo ha fatto per me. 3 Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione. 4 Io, Nabucodonosor, stavo tranquillo in casa mia e fiorente nel mio palazzo. 5 Ebbi un sogno che mi spaventò; i pensieri che mi assalivano mentre ero a letto e le visioni del mio spirito mi riempirono di terrore. 6 Diedi ordine di condurre davanti a me tutti i saggi di Babilonia, perché mi facessero conoscere l'interpretazione del sogno. 7 Allora vennero i magi, gli incantatori, i Caldei e gli astrologi; io dissi loro il sogno, ma essi non poterono farmene conoscere l'interpretazione. 8 Alla fine si presentò davanti a me Daniele, che si chiama Baltazzar, dal nome del mio dio e nel quale è lo spirito degli dèi santi; e io gli raccontai il sogno: 9 'Baltazzar, capo dei magi, siccome io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun segreto ti mette in difficoltà, dimmi le visioni che ho avuto nel mio sogno e la loro interpretazione. 10 Ecco le visioni della mia mente mentre ero a letto. Io guardavo, ed ecco un albero in mezzo alla terra, la cui altezza era grande. 11 L'albero era cresciuto e diventato forte, la sua cima giungeva al cielo ed era visibile dalle estremità di tutta la terra. 12 Il suo fogliame era bello, il suo frutto abbondante, in esso c'era nutrimento per tutti. Le bestie dei campi si rifugiavano sotto la sua ombra, gli uccelli del cielo abitavano fra i suoi rami e ogni creatura era nutrita da esso. 13 Nelle visioni della mia mente, mentre ero a letto, io guardavo, ed ecco che uno dei santi veglianti scese dal cielo, 14 gridò con forza, dicendo così: - Abbattete l'albero e tagliatene i rami; scuotetene il fogliame e disperdetene il frutto; fuggano gli animali sotto di lui e gli uccelli dai suoi rami! 15 Però, lasciate in terra il ceppo delle sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, fra l'erba dei campi; sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia con gli animali la sua parte di erba della terra. 16 Gli sia cambiato il cuore; al posto di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia, e passino su di lui sette tempi. 17 La cosa è decretata dai veglianti e la sentenza emanata dai santi, affinché i viventi conoscano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini, che egli lo dà a chi vuole e vi innalza l'infimo degli uomini -. 18 Questo è il sogno che io, il re Nabucodonosor, ho fatto; ora tu, Baltazzar, danne l'interpretazione, poiché nessuno dei saggi del mio regno me lo può interpretare; ma tu puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te'”. 19 Allora Daniele, il cui nome è Baltazzar, rimase per un momento stupefatto e i suoi pensieri lo spaventavano. Il re prese a dire: “Baltazzar, il sogno e l'interpretazione non ti spaventino!”. Baltazzar rispose dicendo: “Mio signore, il sogno si avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari! 20 L'albero che il re ha visto, che era diventato grande e forte, la cui cima giungeva al cielo e che era visibile da tutti i punti della terra, 21 l'albero dal fogliame bello, dal frutto abbondante e in cui c'era nutrimento per tutti, sotto il quale si rifugiavano le bestie dei campi e fra i cui rami abitavano gli uccelli del cielo, 22 sei tu, o re; tu, che sei diventato grande e forte, la cui grandezza è cresciuta e giunge fino al cielo, e il cui dominio si estende fino alle estremità della terra. 23 Quanto al santo vegliante che hai visto scendere dal cielo e che ha detto: 'Abbattete l'albero e distruggetelo, ma lasciatene in terra il ceppo delle radici, legato in catene di ferro e di bronzo, fra l'erba dei campi, sia bagnato dalla rugiada del cielo e abbia la sua parte con gli animali della campagna finché siano passati sopra di lui sette tempi'. 24 Eccone l'interpretazione, o re: è un decreto dell'Altissimo, che sarà eseguito sul re mio signore. 25 Tu sarai scacciato in mezzo agli uomini e la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare dell'erba come ai buoi; sarai bagnato dalla rugiada del cielo e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole. 26 Quanto all'ordine di lasciare il ceppo delle radici dell'albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo. 27 Perciò, o re, ti sia gradito il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti; forse, la tua prosperità potrà essere prolungata”. 28 Tutto questo avvenne al re Nabucodonosor. 29 Dodici mesi dopo egli passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia. 30 Il re disse: “Non è questa la grande Babilonia che io ho costruito come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?”. 31 Il re aveva ancora la parola sulla bocca, quando una voce scese dal cielo: “Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; 32 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini, la tua dimora sarà con le bestie dei campi; ti sarà data da mangiare dell'erba come ai buoi, e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole”. 33 In quello stesso istante quella parola si adempì su Nabucodonosor. Egli fu scacciato di mezzo agli uomini, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché i suoi capelli crebbero come le penne delle aquile e le unghie come quelle degli uccelli. 34 “Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l'Altissimo, e lodai e glorificai colui che vive in eterno, il cui dominio è un dominio eterno e il cui regno dura di generazione in generazione. 35 Tutti gli abitanti della terra sono considerati nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra, e non c'è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: 'Che fai?'. 36 In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu accresciuta più che mai. 37 Ora, io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono verità e le sue vie giustizia, ed egli ha il potere di umiliare quelli che camminano superbamente”.

Il banchetto di Baldassar
5,1 Il re Baldassar fece un grande banchetto per mille dei suoi grandi e bevve del vino in loro presenza. 2 Mentre stava assaporando il vino, Baldassar ordinò di far portare i vasi d'oro e d'argento che Nabucodonosor suo padre aveva portato via dal tempio di Gerusalemme, perché il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usassero per bere. 3 Allora furono portati i vasi d'oro che erano stati portati via dal tempio, dalla casa di Dio, che era a Gerusalemme; il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere. 4 Bevvero del vino e lodarono gli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra. 5 In quel momento, apparvero le dita di una mano d'uomo che si misero a scrivere di fronte al candelabro, sull'intonaco della parete del palazzo reale. Il re vide quel pezzo di mano che scriveva. 6 Allora il re cambiò colore e i suoi pensieri lo spaventarono; le giunture dei suoi fianchi si rilassarono e le sue ginocchia cominciarono a urtarsi l'una contro l'altra. 7 Il re gridò con forza che si facessero entrare gli incantatori, i Caldei e gli astrologi; il re disse ai saggi di Babilonia: “Chiunque leggerà questo scritto e me ne darà l'interpretazione sarà rivestito di porpora, avrà al collo una collana d'oro e sarà terzo nel governo del regno”. 8 Allora entrarono tutti i saggi del re, ma non furono capaci di leggere lo scritto, né di darne al re l'interpretazione. 9 Allora il re Baldassar fu preso da grande spavento, cambiò colore e i suoi grandi furono costernati. 10 La regina, appena ebbe udito le parole del re e dei suoi grandi, entrò nella sala del banchetto. La regina disse: “O re, possa tu vivere per sempre! I tuoi pensieri non ti spaventino e il colore della tua faccia non cambi! 11 C'è un uomo nel tuo regno, in cui è lo spirito degli dèi santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui una luce, un intelletto e una sapienza pari alla sapienza degli dèi; il re Nabucodonosor tuo padre, il padre tuo, o re, lo stabilì capo dei magi, degli incantatori, dei Caldei e degli astrologi, 12 perché in lui, in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltazzar, fu trovato uno spirito straordinario, conoscenza, intelletto, facoltà di interpretare i sogni, di spiegare enigmi e di risolvere questioni difficili. Si chiami dunque Daniele ed egli darà l'interpretazione”. 13 Allora Daniele fu introdotto alla presenza del re e il re parlò a Daniele dicendo: “Sei tu Daniele, uno dei Giudei che il re mio padre deportò da Giuda? 14 Io ho sentito dire di te che possiedi lo spirito degli dèi e che in te si trova luce, intelletto e una sapienza straordinaria. 15 Poco fa sono stati introdotti alla mia presenza i saggi e gli incantatori per leggere questo scritto e per farmene conoscere l'interpretazione; ma non sono stati capaci di darmi l'interpretazione della cosa. 16 Però, ho sentito dire di te che tu puoi dare interpretazioni e risolvere questioni difficili; ora, se puoi leggere questo scritto e farmene conoscere l'interpretazione, tu sarai vestito di porpora, avrai al collo una collana d'oro e sarai terzo nel governo del regno”. 17 Allora Daniele disse in presenza del re: “Tieni pure i tuoi doni e da' a un altro le tue ricompense; tuttavia io leggerò lo scritto al re e gliene farò conoscere l'interpretazione. 18 O re, l'Iddio altissimo aveva dato a Nabucodonosor tuo padre, regno, grandezza, gloria e maestà; 19 a causa della grandezza che egli gli aveva dato, tutti i popoli, tutte le nazioni e lingue temevano e tremavano alla sua presenza; egli faceva morire chi voleva, lasciava in vita chi voleva; innalzava chi voleva, abbassava chi voleva. 20 Ma quando il suo cuore diventò superbo e il suo spirito si indurì fino a diventare arrogante, fu deposto dal suo trono reale e gli fu tolta la sua gloria; 21 fu scacciato di mezzo ai figli degli uomini, il suo cuore fu reso simile a quello delle bestie e la sua dimora fu con gli asini selvatici. Gli fu data da mangiare dell'erba come ai buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché non riconobbe che l'Iddio altissimo domina sul regno degli uomini e che egli vi stabilisce sopra chi vuole. 22 E tu, o Baldassar, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, benché tu sapessi tutto questo; 23 ma ti sei innalzato contro il Signore del cielo; sono stati portati davanti a te i vasi della sua casa e tu, i tuoi grandi, le tue mogli e le tue concubine li avete usati per bere; tu hai lodato gli dèi d'argento, d'oro, di bronzo, di ferro, di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono, non hanno nessuna conoscenza, e non hai glorificato l'Iddio che ha nella sua mano il tuo soffio vitale e da cui dipendono tutte le tue vie. 24 Perciò è stato mandato, da parte sua, quel pezzo di mano che ha tracciato quello scritto. 25 Questo è lo scritto che è stato tracciato: 'Mene, Mene, Tekel, Ufarsin'. 26 Questa è l'interpretazione delle parole: Mene, Dio ha fatto il conto del tuo regno e vi ha posto fine. 27 Tekel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante. 28 Peres, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani”. 29 Allora, per ordine di Baldassar, Daniele fu rivestito di porpora, gli fu messa al collo una collana d'oro e fu proclamato terzo nel governo del regno. 30 In quella stessa notte, Baldassar, re dei Caldei, fu ucciso 31 e Dario, il Medo, ricevette il regno, all'età di sessantadue anni.
Daniele nella fossa dei leoni

Daniele nella fossa dei leoni
6,1 Parve bene a Dario di costituire sul regno centoventi satrapi e di distribuirli in tutte le province. 2 Sopra di loro nominò tre capi, uno dei quali era Daniele, perché questi satrapi rendessero conto a loro, e il re non dovesse soffrire nessun danno. 3 Questo Daniele si distingueva tra i capi e i satrapi perché c'era in lui uno spirito straordinario; il re pensava di stabilirlo sopra tutto il regno. 4 Allora i capi e i satrapi cercarono di trovare un'occasione per accusare Daniele circa l'amministrazione del regno; ma non potevano trovare nessuna occasione, né motivo di riprensione, perché egli era fedele e non si trovava in lui nessuna mancanza da potergli rimproverare. 5 Quegli uomini dissero dunque: “Noi non troveremo nessun pretesto per accusare questo Daniele, se non lo troviamo in quello che concerne la legge del suo Dio”. 6 Allora quei capi e quei satrapi vennero tumultuosamente presso il re e gli dissero: “O re Dario, possa tu vivere per sempre! 7 Tutti i capi del regno, i prefetti e i satrapi, i consiglieri e i governatori si sono accordati perché il re promulghi un decreto e pubblichi un severo divieto, in base ai quali chiunque, per un periodo di trenta giorni, rivolgerà qualche richiesta a qualunque dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. 8 Ora, o re, promulga il divieto e firma il decreto perché sia immutabile, in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile”. 9 Il re Dario quindi firmò il decreto e il divieto. 10 Quando Daniele seppe che il decreto era firmato, entrò in casa sua e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchio, pregava e ringraziava il suo Dio, come era solito fare anche prima. 11 Allora quegli uomini accorsero in fretta e trovarono Daniele che faceva richieste e suppliche al suo Dio. 12 Poi si accostarono al re e gli parlarono del divieto reale: “Non hai tu firmato un divieto per il quale chiunque, per un periodo di trenta giorni, farà qualche richiesta a qualsiasi dio o uomo tranne che a te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?”. Il re rispose dicendo: “La cosa è stabilita, in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile”. 13 Allora quelli ripresero a dire in presenza del re: “Daniele, che è uno dei deportati da Giuda, non tiene in nessun conto né te, o re, né il divieto che tu hai firmato, ma prega il suo Dio tre volte al giorno”. 14 Udito questo, il re ne fu molto addolorato e si mise in animo di liberare Daniele; fino al tramonto del sole fece di tutto per salvarlo. 15 Ma quegli uomini vennero tumultuosamente dal re e gli dissero: “Sappi, o re, che è legge dei Medi e dei Persiani che nessun divieto o decreto promulgato dal re possa essere cambiato”. 16 Allora il re diede l'ordine, e Daniele fu preso e gettato nella fossa dei leoni. Il re parlò a Daniele e gli disse: “Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, sarà lui che ti libererà”. 17 Poi fu portata una pietra che fu messa sull'apertura della fossa; il re la sigillò con il suo anello e con l'anello dei suoi grandi, perché nulla fosse cambiato riguardo a Daniele. 18 Allora il re ritornò al suo palazzo e passò la notte digiunando; non fece venire nessuna concubina e il sonno lo abbandonò. 19 La mattina il re si alzò molto presto, appena fu giorno, e si recò in fretta alla fossa dei leoni. 20 Quando fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce addolorata, e disse: “Daniele, servo dell'Iddio vivente! Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, ti ha potuto liberare dai leoni?”. 21 Allora Daniele disse al re: “O re, possa tu vivere per sempre! 22 Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso la bocca dei leoni, ed essi non mi hanno fatto nessun male, perché io sono stato trovato innocente davanti a lui; e anche davanti a te, o re, non ho fatto nessun male”. 23 Allora il re fu pieno di gioia e ordinò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa; Daniele fu tratto fuori dalla fossa e non si trovò su di lui nessuna ferita, perché aveva confidato nel suo Dio. 24 Per ordine del re furono presi quegli uomini che avevano accusato Daniele e furono gettati nella fossa dei leoni con i loro figli e le loro mogli. Non erano ancora giunti in fondo alla fossa, che i leoni gli si lanciarono addosso e stritolarono loro tutte le ossa. 25 Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, a tutte le nazioni e lingue che abitavano su tutta la terra: “La vostra pace abbondi! 26 Io decreto che in tutto il territorio del mio regno si tema e si tremi alla presenza dell'Iddio di Daniele; poiché egli è il Dio vivente, che sussiste in eterno; il suo regno non sarà mai distrutto e il suo dominio durerà fino alla fine. 27 Egli libera e salva, fa segni e prodigi in cielo e in terra; è lui che ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni”. 28 Questo Daniele prosperò durante il regno di Dario e durante il regno di Ciro, il Persiano.

Visioni di Daniele. La visione dei quattro animali
7,1 Nel primo anno di Baldassar, re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, fece un sogno ed ebbe delle visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e ne fece il racconto. 2 Daniele disse: “Io guardavo, nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul Mar Grande i quattro venti del cielo. 3 Quattro grandi bestie salirono dal mare, una diversa dall'altra. 4 La prima era simile a un leone e aveva delle ali di aquila. Io guardai, finché non le furono strappate le ali; fu sollevata da terra, fu fatta stare in piedi come un uomo e le fu dato un cuore umano. 5 Poi ecco una seconda bestia, simile a un orso; essa stava eretta su di un lato, aveva tre costole in bocca fra i denti e le fu detto: 'Alzati, mangia molta carne!'. 6 Dopo questo, io guardavo, ed eccone un'altra simile a un leopardo che aveva quattro ali di uccello sul dorso; questa bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. 7 Stavo ancora guardando, nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia spaventosa, terribile e straordinariamente forte. Aveva dei denti grandi, di ferro; divorava, sbranava e calpestava con le zampe ciò che restava; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna. 8 Stavo osservando quelle corna, quando ecco spuntare in mezzo a esse un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime corna furono staccate. Quel corno aveva degli occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che pronunciava parole orgogliose. 9 Io continuai a guardare finché furono collocati dei troni e un vegliardo si mise a sedere. La sua veste era bianca come la neve e i capelli del suo capo erano simili a lana pura; fiamme di fuoco erano il suo trono, le cui ruote erano fuoco ardente. 10 Un fiume di fuoco scaturiva e scendeva dalla sua presenza; mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi gli stavano davanti. Si tenne il giudizio e i libri furono aperti. 11 Continuai a guardare a causa delle parole orgogliose che il corno proferiva; guardai, finché la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto, gettato nel fuoco per essere arso. 12 Quanto alle altre bestie, il dominio fu loro tolto, ma gli fu concesso un prolungamento di vita per un tempo determinato. 13 Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui. 14 Gli furono dati dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, di ogni nazione e lingua lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto. 15 Quanto a me, Daniele, il mio spirito fu turbato dentro di me e le visioni della mia mente mi spaventarono. 16 Mi avvicinai a uno dei presenti e gli domandai il vero significato di tutto questo. Egli mi parlò e mi diede l'interpretazione di quelle cose: 17 'Queste quattro grandi bestie sono quattro re che sorgeranno dalla terra; 18 poi i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente'. 19 Allora desiderai conoscere la verità intorno alla quarta bestia che era diversa da tutte le altre, straordinariamente terribile, che aveva i denti di ferro e le unghie di bronzo, che divorava, sbranava, e calpestava il resto con le zampe; 20 intorno alle dieci corna che aveva sul capo e intorno all'altro corno che spuntava, e davanti al quale ne erano cadute tre: quel corno aveva degli occhi e una bocca che proferiva parole orgogliose e appariva maggiore delle altre corna. 21 Io vidi quello stesso corno fare guerra ai santi e avere il sopravvento, 22 finché non giunse il vegliardo e il potere di giudicare fu dato ai santi dell'Altissimo, e venne il tempo che i santi ebbero il regno. 23 Egli mi parlò così: 'La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, che sarà diverso da tutti i regni, divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. 24 Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno e, dopo quelli, ne sorgerà un altro, che sarà diverso dai precedenti e abbatterà tre re. 25 Egli proferirà parole contro l'Altissimo, affliggerà i santi dell'Altissimo e penserà di cambiare i tempi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo. 26 Poi si terrà il giudizio e gli sarà tolto il dominio; verrà distrutto e annientato per sempre. 27 Allora il regno, il dominio e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo; il suo regno è un regno eterno e tutte le potenze lo serviranno e gli ubbidiranno'. 28 Qui finisce il racconto. Quanto a me, Daniele, i miei pensieri mi spaventarono molto e il mio volto cambiò colore, ma conservai tutto questo nel mio cuore”.

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