C.E.I.:

Ebrei 1,1-10,18

1,1 Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, 2 in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. 3 Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, 4 ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
5 Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto:
Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato?
E ancora:
Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?
6 E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
Lo adorino tutti gli angeli di Dio.
7 Mentre degli angeli dice:
Egli fa i suoi angeli pari ai venti,
e i suoi ministri come fiamma di fuoco
,
8 del Figlio invece afferma:
Il tuo trono, Dio, sta in eterno
e:
Scettro giusto è lo scettro del tuo regno;
9 hai amato la giustizia e odiato l'iniquità,
perciò ti unse Dio, il tuo Dio,
con olio di esultanza più dei tuoi compagni
.
10 E ancora:
Tu, Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli.
11 Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito.
12 Come un mantello li avvolgerai,
come un abito e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine
.
13 A quale degli angeli poi ha mai detto:
Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi
?
14 Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza?

2,1 Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada. 2 Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, 3 come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande? Questa infatti, dopo essere stata promulgata all'inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l'avevano udita, 4 mentre Dio testimoniava nello stesso tempo con segni e prodigi e miracoli d'ogni genere e doni dello Spirito Santo, distribuiti secondo la sua volontà.
5 Non certo a degli angeli egli ha assoggettato il mondo futuro, del quale parliamo. 6 Anzi, qualcuno in un passo ha testimoniato:
Che cos'è l'uomo perché ti ricordi di lui
o il figlio dell'uomo perché tu te ne curi?
7 Di poco l'hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l'hai coronato
8 e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi.
Avendogli assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. 9 Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
10 Ed era ben giusto che colui, per il quale e del quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza. 11 Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, 12 dicendo:
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all'assemblea canterò le tue lodi
;
13 e ancora:
Io metterò la mia fiducia in lui;
e inoltre:
Eccoci, io e i figli che Dio mi ha dato.
14 Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, 15 e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. 16 Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. 17 Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. 18 Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

3,1 Perciò, fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo, 2 il quale è fedele a colui che l'ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. 3 Ma in confronto a Mosè, egli è stato giudicato degno di tanta maggior gloria, quanto l'onore del costruttore della casa supera quello della casa stessa. 4 Ogni casa infatti viene costruita da qualcuno; ma colui che ha costruito tutto è Dio. 5 In verità Mosè fu fedele in tutta la sua casa come servitore, per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunziato più tardi; 6 Cristo, invece, lo fu come figlio costituito sopra la sua propria casa. E la sua casa siamo noi, se conserviamo la libertà e la speranza di cui ci vantiamo.
7 Per questo, come dice lo Spirito Santo:
Oggi, se udite la sua voce,
8 non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione,
il giorno della tentazione nel deserto,
9 dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova,
pur avendo visto per quarant'anni le mie opere.
10 Perciò mi disgustai di quella generazione
e dissi: Sempre hanno il cuore sviato.
Non hanno conosciuto le mie vie.
11 Così ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo
.
12 Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. 13 Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura quest'oggi, perché nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. 14 Siamo diventati infatti partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda sino alla fine la fiducia che abbiamo avuta da principio. 15 Quando pertanto si dice:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione
,
16 chi furono quelli che, dopo aver udita la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto sotto la guida di Mosè? 17 E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant'anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto? 18 E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? 19 In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede.

4,1 Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. 2 Poiché anche a noi, al pari di quelli, è stata annunziata una buona novella: purtroppo però ad essi la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti nella fede a quelli che avevano ascoltato. 3 Infatti noi che abbiamo creduto possiamo entrare in quel riposo, secondo ciò che egli ha detto:
Sicché ho giurato nella mia ira:
Non entreranno nel mio riposo
!
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. 4 Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le opere sue. 5 E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo! 6 Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro disobbedienza, 7 egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo tanto tempo:
Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori
!
8 Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. 9 È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. 10 Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.
11 Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.
12 Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. 13 Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.
14 Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.

5,1 Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. 2 In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anch'egli rivestito di debolezza; 3 proprio a causa di questa anche per se stesso deve offrire sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo.
4 Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. 5 Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse:
Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.
6 Come in un altro passo dice:
Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek.
7 Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; 8 pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì 9 e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, 10 essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek.
11 Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. 12 Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. 13 Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. 14 Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo.

6,1 Perciò, lasciando da parte l'insegnamento iniziale su Cristo, passiamo a ciò che è più completo, senza gettare di nuovo le fondamenta della rinunzia alle opere morte e della fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno. 3 Questo noi intendiamo fare, se Dio lo permette.
4 Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro. 6 Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia. 7 Infatti una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio; 8 ma se produce pruni e spine, non ha alcun valore ed è vicina alla maledizione: sarà infine arsa dal fuoco!
9 Quanto a voi però, carissimi, anche se parliamo così, siamo certi che sono in voi cose migliori e che portano alla salvezza. 10 Dio infatti non è ingiusto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi. 11 Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, 12 e perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che con la fede e la perseveranza divengono eredi delle promesse.
13 Quando infatti Dio fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno superiore a sé, giurò per se stesso, 14 dicendo: Ti benedirò e ti moltiplicherò molto. 15 Così, avendo perseverato, Abramo conseguì la promessa. 16 Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia. 17 Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento 18 perché grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell'afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti. 19 In essa infatti noi abbiamo come un'àncora della nostra vita, sicura e salda, la quale penetra fin nell'interno del velo del santuario, 20 dove Gesù è entrato per noi come precursore, essendo divenuto sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchìsedek.

7,1 Questo Melchìsedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; 2 a lui Abramo diede la decima di ogni cosa; anzitutto il suo nome tradotto significa re di giustizia; è inoltre anche re di Salem, cioè re di pace. 3 Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno.
4 Considerate pertanto quanto sia grande costui, al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino. 5 In verità anche quelli dei figli di Levi, che assumono il sacerdozio, hanno il mandato di riscuotere, secondo la legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti da Abramo. 6 Egli invece, che non era della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario della promessa. 7 Ora, senza dubbio, è l'inferiore che è benedetto dal superiore. 8 Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le riscuote uno di cui si attesta che vive. 9 Anzi si può dire che lo stesso Levi, che pur riceve le decime, ha versato la sua decima in Abramo: 10 egli si trovava infatti ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchìsedek.
11 Or dunque, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico - sotto di esso il popolo ha ricevuto la legge - che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchìsedek, e non invece alla maniera di Aronne? 12 Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge. 13 Questo si dice di chi è appartenuto a un'altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all'altare. 14 È noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.
15 Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchìsedek, sorge un altro sacerdote, 16 che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile. 17 Gli è resa infatti questa testimonianza:
Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchìsedek.
18 Si ha così l'abrogazione di un ordinamento precedente a causa della sua debolezza e inutilità - 19 la legge infatti non ha portato nulla alla perfezione - e si ha invece l'introduzione di una speranza migliore, grazie alla quale ci avviciniamo a Dio.
20 Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; 21 costui al contrario con un giuramento di colui che gli ha detto:
Il Signore ha giurato e non si pentirà:
tu sei sacerdote per sempre
.
22 Per questo, Gesù è diventato garante di un'alleanza migliore.
23 Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo; 24 egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25 Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore.
26 Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; 27 egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso. 28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti all'umana debolezza, ma la parola del giuramento, posteriore alla legge, costituisce il Figlio che è stato reso perfetto in eterno.

8,1 Il punto capitale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della maestà nei cieli, 2 ministro del santuario e della vera tenda che il Signore, e non un uomo, ha costruito.
3 Ogni sommo sacerdote infatti viene costituito per offrire doni e sacrifici: di qui la necessità che anch'egli abbia qualcosa da offrire. 4 Se Gesù fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono quelli che offrono i doni secondo la legge. 5 Questi però attendono a un servizio che è una copia e un'ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire la Tenda: Guarda, disse, di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte.
6 Ora invece egli ha ottenuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore, essendo questa fondata su migliori promesse. 7 Se la prima infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un'altra. 8 Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice:
Ecco vengono giorni, dice il Signore,
quando io stipulerò con la casa d'Israele
e con la casa di Giuda
un'alleanza nuova;
9 non come l'alleanza che feci con i loro padri,
nel giorno in cui li presi per mano
per farli uscire dalla terra d'Egitto;
poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza,
anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore.
10 E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa d'Israele
dopo quei giorni, dice il Signore:
porrò le mie leggi nella loro mente
e le imprimerò nei loro cuori;
sarò il loro Dio
ed essi saranno il mio popolo.
11 Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino,
né alcuno il proprio fratello, dicendo:
Conosci il Signore!
Tutti infatti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro.
12 Perché io perdonerò le loro iniquità
e non mi ricorderò più dei loro peccati
.
13 Dicendo però alleanza nuova, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antico e invecchia, è prossimo a sparire.

9,1 Certo, anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno. 2 Fu costruita infatti una Tenda: la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell'offerta: essa veniva chiamata il Santo. 3 Dietro il secondo velo poi c'era una Tenda, detta Santo dei Santi, con 4 l'altare d'oro per i profumi e l'arca dell'alleanza tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano un'urna d'oro contenente la manna, la verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell'alleanza. 5 E sopra l'arca stavano i cherubini della gloria, che facevano ombra al luogo dell'espiazione. Di tutte queste cose non è necessario ora parlare nei particolari.
6 Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto; 7 nella seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all'anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo. 8 Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era ancora aperta la via del santuario, finché sussisteva la prima Tenda. 9 Essa infatti è una figura per il tempo attuale, offrendosi sotto di essa doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, l'offerente, 10 trattandosi solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni umane, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.
11 Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, 12 non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna. 13 Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente?
15 Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa. 16 Dove infatti c'è un testamento, è necessario che sia accertata la morte del testatore, 17 perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza effetto finché il testatore vive. 18 Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue. 19 Infatti dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il popolo da Mosè, secondo la legge, questi, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 dicendo: Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per voi. 21 Alla stessa maniera asperse con il sangue anche la Tenda e tutti gli arredi del culto. 22 Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono.
23 Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero purificati con tali mezzi; le realtà celesti poi dovevano esserlo con sacrifici superiori a questi. 24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, 25 e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. 26 In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 27 E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, 28 così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.

10,1 Avendo infatti la legge solo un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. 2 Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che i fedeli, purificati una volta per tutte, non avrebbero ormai più alcuna coscienza dei peccati? 3 Invece per mezzo di quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati, 4 poiché è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. 5 Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
6 Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
7 Allora ho detto: Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà
.
8 Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, 9 soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. 10 Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.
11 Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai eliminare i peccati. 12 Egli al contrario, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio, 13 aspettando ormai solo che i suoi nemici vengano posti sotto i suoi piedi. 14 Poiché con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. 15 Questo ce lo attesta anche lo Spirito Santo. Infatti, dopo aver detto:
16 Questa è l'alleanza che io stipulerò con loro
dopo quei giorni, dice il Signore:
io porrò le mie leggi nei loro cuori
e le imprimerò nella loro mente
,
17 dice:
E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità.
18 Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

Nuova Riveduta:

Ebrei 1,1-10,18

(Ga 4:9; Gv 19:30; Cl 2:10, 17)
Dio ha parlato per mezzo del Figlio
(Gv 1:1-3, 14; Cl 1:15-17) Eb 10:12-14; Fl 2:6-11
1,1 Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. 3 Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.

Superiorità del Figlio di Dio rispetto agli angeli
Is 9:5; Sl 2:6-12; 45:6-7; 110:1; 102:24-27; 103:20-21
4 Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro.
5 Infatti, a quale degli angeli ha mai detto:
«Tu sei mio Figlio,
oggi io ti ho generato
»?
e anche: «Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio»?
6 Di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:
«Tutti gli angeli di Dio lo adorino
7 E mentre degli angeli dice:
«Dei suoi angeli egli fa dei venti, e dei suoi ministri fiamme di fuoco»,
8 parlando del Figlio dice:
«Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo,
e lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia.
9 Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità;
perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia,
a preferenza dei tuoi compagni
».
10 E ancora:
«Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra
e i cieli sono opera delle tue mani.
11 Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito,
12 li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati;
ma tu rimani lo stesso,
e i tuoi anni non avranno mai fine
».
13 E a quale degli angeli disse mai:
«Siedi alla mia destra
finché abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi
»?
14 Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza?

Una così grande salvezza
Eb 1:1-3; 4:1; 12:25
2,1 Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose udite, per timore di essere trascinati lontano da esse. 2 Infatti, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, 3 come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunciata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, 4 mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.

Volontaria umiliazione di Cristo
(Sl 8:4-6; Fl 2:6-11)(Ga 4:4-5; Gv 20:17) Eb 5:7-10; 4:15-16
5 Difatti, non è ad angeli che Dio ha sottoposto il mondo futuro del quale parliamo; 6 anzi, qualcuno in un passo della Scrittura ha reso questa testimonianza:
«Che cos'è l'uomo perché tu ti ricordi di lui
o il figlio dell'uomo perché tu ti curi di lui?
7 Tu lo hai fatto di poco inferiore agli angeli;
lo hai coronato di gloria e d'onore;
8 tu hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi».
Avendogli sottoposto tutte le cose, Dio non ha lasciato nulla che non gli sia soggetto. Al presente però non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte; 9 però vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.
10 Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza. 11 Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli, 12 dicendo:
«Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli;
in mezzo all'assemblea canterò la tua lode
».
13 E di nuovo:
«Io metterò la mia fiducia in lui».
E inoltre:
«Ecco me e i figli che Dio mi ha dati».
14 Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, 15 e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. 16 Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo. 17 Perciò egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. 18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati.

Cristo superiore a Mosè
(Nu 12:7; De 4:5)(Eb 1:2; Mt 21:33-38) Za 6:12-13
3,1 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate Gesù, l'apostolo e il sommo sacerdote della fede che professiamo, 2 il quale è fedele a colui che lo ha costituito, come anche lo fu Mosè, in tutta la casa di Dio. 3 Gesù, anzi, è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosè quanto chi costruisce una casa ha maggior onore della casa stessa. 4 Certo ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose è Dio. 5 Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio come servitore per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunciato, 6 ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo.

Il riposo di Dio
Sl 95:8-11 (Nu 14; Sl 78; 1Co 10:1-12)
7 Perciò, come dice lo Spirito Santo:
«Oggi, se udite la sua voce,
8 non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione,
come nel giorno della tentazione nel deserto,
9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova,
pur avendo visto le mie opere per quarant'anni!
10 Perciò mi disgustai di quella generazione e dissi:
"Sono sempre traviati di cuore;
non hanno conosciuto le mie vie";
11 così giurai nella mia ira:
"Non entreranno nel mio riposo
!"»
12 Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo che vi allontani dal Dio vivente; 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire: «Oggi», perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione del peccato. 14 Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio, 15 mentre ci viene detto:
«Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori, come nel giorno della ribellione
».
16 Infatti, chi furono quelli che dopo averlo udito si ribellarono? Non furono forse tutti quelli che erano usciti dall'Egitto, sotto la guida di Mosè? 17 Chi furono quelli di cui Dio si disgustò per quarant'anni? Non furono quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? 18 A chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti? 19 Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro incredulità.

Eb 3:6-19; 10:35-39; Is 26:3; Gr 23:29
4,1 Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo è ancora valida e nessuno di voi deve pensare di esserne escluso. 2 Poiché a noi come a loro è stata annunciata una buona notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla, non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata. 3 Noi che abbiamo creduto, infatti, entriamo in quel riposo, come Dio ha detto:
«Così giurai nella mia ira:
"Non entreranno nel mio riposo
!"»
E così disse, benché le sue opere fossero terminate fin dalla creazione del mondo. 4 Infatti, in qualche luogo, a proposito del settimo giorno, è detto così:
«Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere»;
5 e di nuovo nel medesimo passo:
«Non entreranno nel mio riposo
6 Poiché risulta che alcuni devono entrarci, e quelli ai quali la buona notizia fu prima annunciata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza, 7 Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima:
«Oggi, se udite la sua voce,
non indurite i vostri cuori

8 Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non parlerebbe ancora d'un altro giorno. 9 Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; 10 infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle proprie opere, come Dio si riposò dalle sue.
11 Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza.
12 Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. 13 E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.

Gesù, nostro sommo sacerdote
Eb 9:11-12, 24; 10:21-23; 2:17-18
14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.

Gesù superiore ai sommi sacerdoti dell'antico patto
(1Cr 23:13; Eb 8:3)(Eb 2:17-18; 4:15; 7:26-28; Sl 110:4)
5,1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; 2 così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è soggetto a debolezza; 3 ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per se stesso quanto per il popolo.
4 Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne. 5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse:
«Tu sei mio Figlio;
oggi ti ho generato
».
6 Altrove egli dice anche:
«Tu sei sacerdote in eterno
secondo l'ordine di Melchisedec
».
7 Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. 8 Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; 9 e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono autore di salvezza eterna, 10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.

Necessità di maturità spirituale
1Co 3:1-3
11 Su questo argomento avremmo molte cose da dire, ma è difficile spiegarle a voi perché siete diventati lenti a comprendere. 12 Infatti, dopo tanto tempo dovreste già essere maestri; invece avete di nuovo bisogno che vi siano insegnati i primi elementi degli oracoli di Dio; siete giunti al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido. 13 Ora, chiunque usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è bambino; 14 ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell'uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male.

Grave ammonimento a chi abbandona la verità che ha conosciuta
(Ef 4:13-15; Fl 3:12-14)(Eb 10:26-31; 12:15-17, 25)
6,1 Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno. 3 Questo faremo se Dio lo permette.
4 Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro, 6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento, perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. 7 Quando una terra, imbevuta della pioggia che vi cade frequentemente, produce erbe utili a quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio; 8 ma se produce spine e rovi, è riprovata e prossima a essere maledetta; e la sua fine sarà di essere bruciata.

Promessa e speranza
Eb 10:23-24, 32-39
9 Tuttavia, carissimi, benché parliamo così, siamo persuasi riguardo a voi di cose migliori e attinenti alla salvezza; 10 Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete dimostrato per il suo nome con i servizi che avete resi e che rendete tuttora ai santi. 11 Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri sino alla fine il medesimo zelo per rendere certa la speranza, 12 affinché non diventiate indolenti, ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse.
13 Infatti, quando Dio fece la promessa ad Abraamo, siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui, giurò per se stesso, 14 dicendo: «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente». 15 Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa. 16 Infatti gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione. 17 Così Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza agli eredi della promessa l'immutabilità del suo proposito, intervenne con un giuramento, 18 affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione, noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti. 19 Questa speranza la teniamo come un'àncora dell'anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina, 20 dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec.

Melchisedec, figura emblematica di Cristo
Ge 14:17-20
7,1 Questo Melchisedec, re di Salem, era sacerdote del Dio altissimo. Egli andò incontro ad Abraamo, mentre questi ritornava dopo aver sconfitto dei re, e lo benedisse. 2 E Abraamo diede a lui la decima di ogni cosa. Egli è anzitutto, traducendo il suo nome, Re di giustizia; e poi anche re di Salem, vale a dire Re di pace. 3 Senza padre, senza madre, senza genealogia, senza inizio di giorni né fin di vita, reso simile quindi al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote in eterno.
4 Pertanto considerate quanto sia grande costui al quale Abraamo, il patriarca, diede la decima del bottino! 5 Ora, tra i figli di Levi, quelli che ricevono il sacerdozio hanno per legge l'ordine di prelevare le decime dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché questi siano discendenti di Abraamo. 6 Melchisedec, invece, che non è della loro stirpe, prese la decima da Abraamo e benedisse colui che aveva le promesse! 7 Ora, senza contraddizione, è l'inferiore che è benedetto dal superiore. 8 Inoltre, qui, quelli che riscuotono le decime sono uomini mortali; là, invece, le riscuote uno di cui si attesta che vive. 9 In un certo senso, nella persona di Abraamo, Levi stesso, che riceve le decime, ha pagato la decima; 10 perché egli era ancora nei lombi di suo padre, quando Melchisedec incontrò Abraamo.

Sl 110:4; Eb 8; 9:6-12; 10:10-14
11 Se dunque la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico (perché su quello è basata la legge data al popolo), che bisogno c'era ancora che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec e non scelto secondo l'ordine di Aaronne? 12 Poiché, cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge. 13 Infatti, queste parole sono dette a proposito di uno che appartiene a un'altra tribù, della quale nessuno fu mai assegnato al servizio dell'altare; 14 è noto infatti che il nostro Signore è nato dalla tribù di Giuda, per la quale Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. 15 E la cosa è ancor più evidente quando sorge, a somiglianza di Melchisedec, un altro sacerdote 16 che diventa tale non per disposizione di una legge dalle prescrizioni carnali, ma in virtù della potenza di una vita indistruttibile; 17 perché gli è resa questa testimonianza:
«Tu sei sacerdote in eterno
secondo l'ordine di Melchisedec
».
18 Così, qui vi è l'abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità 19 (infatti la legge non ha portato nulla alla perfezione); ma vi è altresì l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio.
20 Questo non è avvenuto senza giuramento. Quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento, 21 ma egli lo è con giuramento, da parte di colui che gli ha detto:
«Il Signore ha giurato e non si pentirà:
"Tu sei sacerdote in eterno
"».
22 Ne consegue che Gesù è divenuto garante di un patto migliore del primo.
23 Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare; 24 egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette. 25 Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro.
26 Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli; 27 il quale non ha ogni giorno bisogno di offrire sacrifici, come gli altri sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; poiché egli ha fatto questo una volta per sempre quando ha offerto se stesso. 28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce il Figlio, che è stato reso perfetto in eterno.

Gesù Cristo, mediatore del nuovo patto
Eb 7:15-28; 9:6-12, 24; 12:24
8,1 Ora, il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: abbiamo un sommo sacerdote tale che si è seduto alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto.
3 Infatti, ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici; è perciò necessario che anche questo sommo sacerdote abbia qualcosa da offrire. 4 Ora, se fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché vi sono coloro che offrono i doni secondo la legge. 5 Essi celebrano un culto che è rappresentazione e ombra delle cose celesti, come fu detto da Dio a Mosè quando questi stava per costruire il tabernacolo: «Guarda», disse, «di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte». 6 Ora però egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore.

Gr 31:31-34; Ez 37:26-28; Is 55:3
7 Perché se quel primo patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe stato bisogno di sostituirlo con un secondo. 8 Infatti Dio, biasimando il popolo, dice:
«Ecco, i giorni vengono», dice il Signore,
«che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda,
un nuovo patto;
9 non come il patto che feci con i loro padri
nel giorno in cui li presi per mano
per farli uscire dal paese d'Egitto;
perché essi non hanno perseverato nel mio patto,
e io, a mia volta, non mi sono curato di loro», dice il Signore.
10 Questo è il patto che farò con la casa d'Israele
dopo quei giorni», dice il Signore:
«io metterò le mie leggi nelle loro menti,
le scriverò sui loro cuori;
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.
11 Nessuno istruirà più il proprio concittadino
e nessuno il proprio fratello, dicendo:
"Conosci il Signore!"
Perché tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande di loro.
12 Perché avrò misericordia delle loro iniquità
e non mi ricorderò più dei loro peccati
».
13 Dicendo «un nuovo patto», egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire.

Sacrificio perfetto e unico di Cristo
(Es 25; 26; 40:17-33)(1Cr 23:13; Le 16) Cl 2:16-17
9,1 Certo anche il primo patto aveva norme per il culto e un santuario terreno. 2 Infatti fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola e i pani della presentazione. Questo si chiamava il luogo santo. 3 Dietro la seconda cortina c'era il tabernacolo, detto il luogo santissimo. 4 Conteneva un incensiere d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne, che era fiorita, e le tavole del patto. 5 E sopra l'arca c'erano i cherubini della gloria che coprivano con le ali il propiziatorio. Di queste cose non possiamo parlare ora dettagliatamente. 6 Questa dunque è la disposizione dei locali. I sacerdoti entrano bensì continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto; 7 ma nel secondo, non entra che il sommo sacerdote una sola volta all'anno, non senza sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati del popolo. 8 Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via al santuario non era ancora manifestata finché restava ancora in piedi il primo tabernacolo. 9 Questo è una figura per il tempo presente. I doni e i sacrifici offerti secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, 10 perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.

(Eb 10:11-22; 12:24)(Es 24:3-8; Le 17:11)(Eb 10:1-14; 7:24-28; 1:3)
11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè, non di questa creazione, 12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. 13 Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!
15 Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa. 16 Infatti, dove c'è un testamento, bisogna che sia accertata la morte del testatore. 17 Un testamento, infatti, è valido quando è avvenuta la morte, poiché rimane senza effetto finché il testatore vive. 18 Per questo neanche il primo patto fu inaugurato senza sangue. 19 Infatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 e disse: «Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato per voi». 21 Asperse di sangue anche il tabernacolo e tutti gli arredi del culto. 22 Secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e senza spargimento di sangue non c'è perdono.
23 Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero purificati con questi mezzi. Ma le cose celesti stesse dovevano essere purificate con sacrifici più eccellenti di questi. 24 Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi; 25 non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo. 26 In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio. 27 Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, 28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza.

Sl 40:6-8; Eb 9:7-15, 23-28
10,1 La legge, infatti, possiede solo un'ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si avvicinano a Dio. 2 Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, se coloro che rendono il culto, una volta purificati, avessero sentito la loro coscienza sgravata dai peccati? 3 Invece in quei sacrifici viene rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; 4 perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati.
5 Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta
ma mi hai preparato un corpo;
6 non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
7 Allora ho detto: "Ecco, vengo"
(nel rotolo del libro è scritto di me)
"per fare, o Dio, la tua volontà
"».
8 Dopo aver detto:
«Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte,
né olocausti, né sacrifici per il peccato
»
(che sono offerti secondo la legge), 9 aggiunge poi:
«Ecco, vengo per fare la tua volontà».
Così egli abolisce il primo per stabilire il secondo. 10 In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.
11 Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici, che non possono mai togliere i peccati, 12 egli, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio, 13 e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi. 14 Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. 15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto:
16 «Questo è il patto che farò con loro
dopo quei giorni», dice il Signore,
«metterò le mie leggi nei loro cuori
e le scriverò nelle loro menti
»,
egli aggiunge:
17 «Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità».
18 Ora, dove c'è perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

Nuova Diodati:

Ebrei 1,1-10,18

Cristo superiore agli angeli, quale Figlio di Dio
1,1 Dio, dopo aver anticamente parlato molte volte e in svariati modi ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo di suo Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, per mezzo del quale ha anche fatto l'universo. 3 Egli, che è lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver egli stesso compiuto l'espiazione dei nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà nell'alto dei cieli, 4 ed è diventato tanto superiore agli angeli, quanto più eccellente del loro è il nome che egli ha ereditato. 5 Infatti, a quale degli angeli disse mai: «Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato»? E di nuovo: «Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figlio»? 6 E ancora, quando introduce il Primogenito nel mondo, dice: «E lo adorino tutti gli angeli di Dio». 7 Ma degli angeli dice: «Dei suoi angeli fa dei venti, e dei suoi ministri una fiamma di fuoco»; 8 del Figlio invece dice: «O Dio, il tuo trono è per i secoli dei secoli, lo scettro del tuo regno è scettro di giustizia. 9 Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia al di sopra dei tuoi compagni». 10 E ancora: «Tu, o Signore, nel principio fondasti la terra e i cieli sono opera delle tue mani. 11 Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito, 12 e li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati; ma tu sei lo stesso, e i tuoi anni non verranno mai meno». 13 E a quale degli angeli disse egli mai: «Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi»? 14 Non sono essi tutti spiriti servitori, mandati a servire per il bene di coloro che hanno da ereditare la salvezza?

Cristo, il Figlio dell'uomo e sommo sacerdote compassionevole
2,1 Perciò bisogna che ci atteniamo maggiormente alle cose udite, che talora non finiamo fuori strada. 2 Se infatti la parola pronunziata per mezzo degli angeli fu ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, 3 come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata inizialmente annunziata dal Signore, è stata confermata a noi da coloro che l'avevano udita, 4 mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà. 5 Infatti non è agli angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire, del quale parliamo, 6 ma qualcuno ha testimoniato in un certo luogo, dicendo: «Che cosa è l'uomo, perché tu ti ricordi di lui, o il figlio dell'uomo perché lo consideri? 7 Tu lo hai fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, tu lo hai coronato di gloria e di onore e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani; 8 tu gli hai posto tutte le cose sotto i piedi». Infatti, nel sottoporgli tutte le cose, non ha lasciato nulla che non gli fosse sottoposto. Tuttavia al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli sono sottoposte, 9 ma vediamo coronato di gloria e d'onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti. 10 Conveniva infatti a colui, per il quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere perfetto per mezzo di sofferenze l'autore della salvezza. 11 Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli, 12 dicendo: «Farò conoscere il tuo nome ai miei fratelli, io ti celebrerò in mezzo all'assemblea». 13 E di nuovo: «Io confiderò in lui». E ancora: «Ecco me e i figli che Dio mi ha dato». 14 Poiché dunque i figli hanno in comune la carne e il sangue, similmente anch'egli ebbe in comune le stesse cose, per distruggere, mediante la sua morte, colui che ha l'impero della morte, cioè il diavolo, 15 e liberare tutti quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la loro vita. 16 Infatti egli non si prende cura degli angeli, ma si prende cura della progenie di Abrahamo. 17 Egli doveva perciò essere in ogni cosa reso simile ai fratelli, perché potesse essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per fare l'espiazione dei peccati del popolo. 18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati.

Cristo superiore a Mosè; pericoli dell'incredulità e della disubbidienza
3,1 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo, 2 che è fedele a colui che lo ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. 3 Infatti Gesù è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosè, quanto maggior gloria ha colui che ha fabbricato una casa della casa stessa. 4 Ora ogni casa è costruita da qualcuno, ma colui che ha fatto tutte le cose è Dio. 5 E Mosè fu veramente fedele nella casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette, 6 ma Cristo, come Figlio, lo è sopra la propria casa e la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma fino alla fine la franchezza e il vanto della speranza. 7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: «Oggi, se udite la sua voce, 8 non indurite i vostri cuori come nella provocazione, nel giorno della tentazione nel deserto, 9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant'anni le mie opere. 10 Perciò mi sdegnai con quella generazione e dissi: Errano sempre col cuore e non hanno conosciuto le mie vie; 11 così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo». 12 State attenti, fratelli, che talora non vi sia in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che si allontani dal Dio vivente, 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si dice: "Oggi", perché nessuno di voi sia indurito per l'inganno del peccato. 14 Noi infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma fino alla fine la fiducia che avevamo al principio, 15 mentre ci è detto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella provocazione». 16 Chi furono infatti quelli che, avendola udita, lo provocarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall'Egitto per mezzo di Mosè? 17 Ora chi furono coloro coi quali si sdegnò per quarant'anni? Non furono coloro che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? 18 E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti? 19 Or noi vediamo che non vi poterono entrare per l'incredulità.

4,1 Perciò, poiché rimane ancora una promessa di entrare nel suo riposo, abbiamo timore perché qualcuno di voi non ne resti escluso. 2 Infatti a noi come pure a loro è stata annunziata la buona novella, ma la parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo stata congiunta alla fede in coloro che l'avevano udita. 3 Noi infatti, che abbiamo creduto, entriamo nel riposo come egli disse: «Così giurai nella mia ira: Non entreranno nel mio riposo». E così disse, sebbene le sue opere fossero terminate fin dalla fondazione del mondo. 4 In qualche luogo infatti, a proposito del settimo giorno, egli disse così: «E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le sue opere»; 5 e ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo». 6 Poiché dunque rimane per alcuni di entrarvi, mentre quelli a cui prima fu annunziata la buona novella non vi entrarono a motivo della loro incredulità, 7 egli determina di nuovo un giorno: "Oggi", dicendo dopo tanto tempo, come è stato detto prima per mezzo di Davide: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori». 8 Perché, se Giosuè avesse dato loro riposo, Dio non avrebbe in seguito parlato di un altro giorno. 9 Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio. 10 Chi infatti è entrato nel suo riposo, si è riposato anch'egli dalle proprie opere, come Dio dalle sue. 11 Diamoci da fare dunque per entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza. 12 La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore. 13 E non vi è alcuna creatura nascosta davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.

Cristo superiore ai sommi sacerdoti dell'antico patto
14 Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede. 15 Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia, per ricevere aiuto al tempo opportuno.

5,1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, è costituito per gli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; 2 così egli può usare compassione verso gli ignoranti e gli erranti, poiché è circondato anch'egli di debolezza, 3 e a motivo di questa è obbligato ad offrire sacrifici per i peccati, tanto per se stesso che per il popolo. 4 E nessuno si prende da se stesso questo onore, ma lo riceve colui che è chiamato da Dio, come Aaronne. 5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di diventare sommo sacerdote, ma la ricevette da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato», 6 e altrove dice: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek». 7 Nei giorni della sua carne, con grandi grida e lacrime, egli offrì preghiere e supplicazioni a colui che lo poteva salvare dalla morte, e fu esaudito a motivo del suo timore di Dio. 8 Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì, 9 e, reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono, 10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote, secondo l'ordine di Melchisedek, 11 nei riguardi del quale avremmo molte cose da dire, ma difficili da spiegare, perché voi siete diventati lenti a capire. 12 Infatti, mentre a quest'ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s'insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido. 13 Chiunque infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è ancora un bambino; 14 il cibo solido invece è per gli adulti, che per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male.

6,1 Perciò, lasciando l'insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno; 3 e ciò faremo, se Dio lo permette. 4 Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, 6 se cadono, è impossibile riportarli un'altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. 7 Infatti la terra, che beve la pioggia che spesso cade su di essa e produce erbe utili per quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio; 8 ma se produce spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta, e finirà per essere arsa. 9 Ora, carissimi, anche se parliamo così, riguardo a voi siamo convinti di cose migliori e che riguardano la salvezza; 10 Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e la fatica d'amore che avete mostrato per il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi. 11 E desideriamo che ciascuno di voi mostri fino alla fine il medesimo zelo per giungere alla piena certezza della speranza, 12 affinché non diventiate pigri, ma siate imitatori di coloro che mediante fede e pazienza ereditano le promesse. 13 Quando Dio infatti fece la promessa ad Abrahamo, siccome non poteva giurare per nessuno maggiore, giurò per se stesso, 14 dicendo: «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente». 15 E così, Abrahamo, avendo aspettato con pazienza, ottenne la promessa. 16 Gli uomini infatti ben giurano per uno maggiore, e così per loro il giuramento è la garanzia che pone termine ad ogni contestazione. 17 Così Dio, volendo dimostrare agli eredi della promessa più chiaramente l'immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento, 18 affinché per mezzo di due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, avessimo un grande incoraggiamento noi, che abbiamo cercato rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci è stata messa davanti. 19 Questa speranza che noi abbiamo è come un'àncora sicura e ferma della nostra vita, e che penetra fin nell'interno del velo, 20 dove Gesù è entrato come precursore per noi, essendo divenuto sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek.

Il sacerdozio di Melchisedek tipo del sacerdozio eterno di Cristo
7,1 Infatti questo Melchisedek, re di Salem e sacerdote del Dio Altissimo, andò incontro ad Abrahamo, mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; 2 a lui Abrahamo diede anche la decima di ogni cosa. Il suo nome significa innanzitutto "re di giustizia", e poi anche "re di Salem", cioè "re di pace". 3 Senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, ma fatto simile al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote in eterno. 4 Considerate pertanto quanto fosse grande costui, al quale il patriarca Abrahamo diede la decima del bottino. 5 Ora quelli dei figli di Levi, che conseguono il sacerdozio, hanno per legge il mandato di riscuotere la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché essi pure siano usciti dai lombi di Abrahamo; 6 costui invece, Melchisedek, pur non derivando la sua discendenza da loro, ricevette la decima da Abrahamo e benedisse colui che aveva le promesse. 7 Ora, senza alcuna contraddizione, l'inferiore è benedetto dal superiore. 8 Inoltre quelli che qui ricevono le decime sono uomini mortali, là invece le riceve colui di cui è testimoniato che vive. 9 E per così dire, lo stesso Levi, che riceve le decime, fu sottoposto alla decima in Abrahamo; 10 egli infatti si trovava ancora nei lombi del padre, quando Melchisedek gli andò incontro. 11 Se dunque ci fosse stata la perfezione mediante il sacerdozio levitico (perché sotto quello fu data la legge al popolo), che bisogno c'era che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek, e non designato invece secondo l'ordine di Aaronne? 12 Infatti, se viene cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge. 13 Ora colui del quale si dicono queste cose appartiene ad un'altra tribù, di cui nessuno ha mai servito all'altare; 14 è noto infatti che il nostro Signore è uscito da Giuda, in riferimento a cui Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. 15 E la cosa è ancora più evidente, se sorge un altro sacerdote a somiglianza di Melchisedek, 16 che non è diventato tale per una legge di prescrizioni carnali, ma per la potenza di una vita indissolubile. 17 Infatti la Scrittura afferma: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek». 18 Si ha così l'annullamento del comandamento precedente, a motivo della sua debolezza e inutilità, 19 la legge infatti non ha portato nulla a compimento, è l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio. 20 Inoltre ciò non è avvenuto senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento, 21 (ma costui con giuramento da parte di colui che gli ha detto: «Il Signore ha giurato e non si pentirà: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek»). 22 Per questo Gesù è diventato garante di un patto molto migliore. 23 Inoltre quelli erano fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare, 24 ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, 25 per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. 26 A noi infatti occorreva un tale sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli, 27 che non ha bisogno ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, quando offerse se stesso. 28 La legge infatti costituisce come sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento, che viene dopo la legge, costituisce il Figlio reso perfetto in eterno.

L'antico patto era tipico e transitorio; Cristo è mediatore di un patto migliore ed eterno
8,1 Ora il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo: noi abbiamo un sommo sacerdote così grande, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che ha eretto il Signore e non un uomo. 3 Infatti ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici; per cui è necessario che anche costui abbia qualche cosa da offrire. 4 Ora, se egli fosse sulla terra, non sarebbe neppure sacerdote, perché vi sono già i sacerdoti che offrono i doni secondo la legge, 5 i quali servono di esempio ed ombra delle cose celesti, come fu detto da Dio a Mosè, quando stava per costruire il tabernacolo: «Guarda», egli disse, «di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte». 6 Ma ora Cristo ha ottenuto un ministero tanto più eccellente in quanto egli è mediatore di un patto migliore, fondato su migliori promesse, 7 perché, se quel primo patto fosse stato senza difetto, non sarebbe stato necessario stabilirne un altro. 8 Dio infatti, rimproverandoli, dice: «Ecco, vengono i giorni che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto, 9 non come il patto che feci con i loro padri, nel giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese di Egitto, perché essi non sono rimasti fedeli al mio patto, ed io li ho rigettati, dice il Signore. 10 Questo dunque sarà il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore, io porrò le mie leggi nella loro mente e le scriverò nei loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11 E nessuno istruirà più il suo prossimo e nessuno il proprio fratello, dicendo: "Conosci il Signore!". Poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro, 12 perché io avrò misericordia delle loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati e dei loro misfatti». 13 Dicendo "un nuovo patto", egli ha reso antico il primo; or quello che diventa antico ed invecchia, è vicino ad essere annullato.

I sacrifici del santuario, per la loro imperfezione, dovevano venir sempre ripetuti; quello di Cristo è unico, perché perfetto ed efficace
9,1 Certamente anche il primo patto ebbe degli ordinamenti per il servizio divino e per il santuario terreno. 2 Infatti fu costruito un primo tabernacolo in cui vi erano il candelabro, la tavola e i pani della presentazione; esso è chiamato: "Il luogo santo". 3 Dietro il secondo velo c'era il tabernacolo, detto: "Il luogo santissimo", 4 che conteneva un turibolo d'oro e l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovava un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era germogliata e le tavole del patto. 5 E sopra l'arca vi erano i cherubini della gloria che adombravano il propiziatorio; di queste cose non possiamo parlarne ora dettagliatamente. 6 Or essendo queste cose disposte così, i sacerdoti entravano continuamente nel primo tabernacolo, per compiere il servizio divino; 7 ma nel secondo entrava soltanto il sommo sacerdote una volta all'anno, non senza sangue, che egli offriva per se stesso e per i peccati d'ignoranza del popolo. 8 Lo Spirito Santo voleva così dimostrare che la via del santuario non era ancora resa manifesta, mentre sussisteva ancora il primo tabernacolo, 9 il quale è una figura per il tempo presente; e voleva indicare che i doni e i sacrifici offerti non potevano rendere perfetto nella coscienza colui che faceva il servizio divino, 10 trattandosi solo di cibi, di bevande, di varie abluzioni e di ordinamenti carnali, imposti fino al tempo del cambiamento. 11 Ma Cristo, essendo venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, 12 entrò una volta per sempre nel santuario, non con sangue di capri e di vitelli, ma col proprio sangue, avendo acquistato una redenzione eterna. 13 Infatti, se il sangue dei tori e dei capri e la cenere di una giovenca aspersi sopra i contaminati li santifica, purificandoli nella carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente! 15 E perciò egli è il mediatore del nuovo patto affinché, essendo intervenuta la morte per il riscatto dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano la promessa dell'eterna eredità. 16 Poiché dove c'è un testamento, ci deve essere necessariamente anche la morte del testatore. 17 Il testamento infatti è valido solo dopo la morte di qualcuno, perché non ha alcuna forza mentre vive ancora il testatore. 18 Per questo neppure il primo fu inaugurato senza sangue. 19 Infatti, quando tutti i comandamenti secondo la legge furono proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli, preso il sangue dei vitelli e dei capri, con acqua, lana scarlatta e issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 dicendo: «Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato per voi». 21 Parimenti con quel sangue egli asperse pure il tabernacolo e tutti gli arredi del servizio divino. 22 E, secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c'è perdono dei peccati. 23 Era dunque necessario che i modelli delle cose celesti fossero purificati con queste cose; ma le cose celesti stesse lo dovevano essere con sacrifici più eccellenti di questi. 24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi, 25 e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra ogni anno nel santuario con sangue non suo, 26 altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una sola volta, alla fine delle età, Cristo è stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. 27 E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio, 28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di sé i peccati di molti, apparirà una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la salvezza.

10,1 La legge infatti, avendo solo l'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non può mai rendere perfetti quelli che si accostano a Dio con gli stessi sacrifici che vengono offerti continuamente, anno dopo anno. 2 Altrimenti si sarebbe cessato di offrirli, perché gli adoratori, una volta purificati, non avrebbero avuto più alcuna coscienza dei peccati. 3 In quei sacrifici invece si rinnova ogni anno il ricordo dei peccati, 4 poiché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati. 5 Perciò, entrando nel mondo, egli dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; 6 tu non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. 7 Allora io ho detto: "Ecco, io vengo; nel rotolo del libro è scritto di me; io vengo per fare, o Dio, la tua volontà"». 8 Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrificio né offerta né olocausti né sacrifici per il peccato, che sono offerti secondo la legge», 9 egli aggiunge: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà». Egli toglie il primo, per stabilire il secondo. 10 Per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre. 11 E, mentre ogni sacerdote è in piedi ogni giorno ministrando e offrendo spesse volte i medesimi sacrifici, che non possono mai togliere i peccati, 12 egli invece, dopo aver offerto per sempre un unico sacrificio per i peccati, si è posto a sedere alla destra di Dio, 13 aspettando ormai soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi piedi. 14 Con un'unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati. 15 E ce ne rende testimonianza anche lo Spirito Santo; infatti dopo aver detto: 16 «Questo è il patto, che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore, io metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti», 17 aggiunge: «E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità». 18 Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato.

Riveduta 2020:

Ebrei 1,1-10,18

Il Figlio di Dio superiore agli angeli
1,1 Dio, dopo aver molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi, 3 il quale, essendo lo splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza e sostenendo tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi 4 ed è diventato così di tanto superiore agli angeli, di quanto il nome che ha ereditato è più eccellente del loro.
5 Infatti, a quale degli angeli disse egli mai:
Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato”?
e di nuovo:
Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio”?
6 E, quando di nuovo introduce il primogenito nel mondo, dice:
Tutti gli angeli di Dio l'adorino!”.
7 E mentre degli angeli dice:
Dei suoi angeli egli fa dei venti, e dei suoi ministri fiamme di fuoco”,
8 del Figlio invece dice:
Il tuo trono, o Dio, è nei secoli dei secoli, e lo scettro di rettitudine è lo scettro del tuo regno. 9 Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ha unto te d'olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni”.
10 E ancora:
Tu, Signore, nel principio, fondasti la terra, e i cieli sono opera delle tue mani. 11 Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito, 12 e li avvolgerai come un mantello, e saranno mutati; ma tu rimani lo stesso, e i tuoi anni non verranno meno”.
13 E a quale degli angeli disse egli mai:
Siedi alla mia destra finché abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi”?
14 Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che hanno da ereditare la salvezza?

“Una così grande salvezza”
2,1 Perciò bisogna che ci atteniamo ancora di più alle cose udite, affinché non siamo portati via lontano da esse. 2 Perché, se la parola pronunciata per mezzo di angeli si dimostrò ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevettero una giusta retribuzione, 3 come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? La quale, dopo essere stata prima annunciata dal Signore, ci è stata confermata da quelli che l'avevano udita, 4 mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro, con segni e prodigi, con svariate opere potenti e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà.

Volontaria umiliazione di Cristo
5 Difatti, non è ad angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire del quale parliamo; 6 anzi, qualcuno, in un certo passo della Scrittura, ha reso questa testimonianza:
Che cos'è l'uomo che ti ricordi di lui o il figlio dell'uomo che ti curi di lui? 7 Tu l'hai fatto di poco inferiore agli angeli; l'hai coronato di gloria e d'onore; 8 tu gli hai posto ogni cosa sotto i piedi”.
Con il sottoporgli tutte le cose, egli non ha lasciato nulla che non gli sia sottoposto. Ma al presente non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte, 9 però ben vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti.
10 Infatti, per condurre molti figli alla gloria, ben si addiceva a colui a causa del quale sono tutte le cose e per mezzo del quale sono tutte le cose, di rendere perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza. 11 Poiché colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno, per questa ragione egli non si vergogna di chiamarli fratelli, 12 dicendo:
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea canterò la tua lode”.
13 E di nuovo:
Io metterò la mia fiducia in Lui”.
E di nuovo:
Ecco me e i figli che Dio mi ha dato”.
14 Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli vi ha similmente partecipato, affinché, con la sua morte, distruggesse colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, 15 e liberasse tutti quelli che dal timore della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù. 16 Poiché, certo, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo. 17 Perciò egli doveva essere fatto in ogni cosa simile ai suoi fratelli, affinché diventasse un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose appartenenti a Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. 18 Infatti, in quanto egli stesso ha sofferto essendo tentato, può soccorrere quelli che sono tentati.

Gesù superiore a Mosè
3,1 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi di una celeste vocazione, considerate Gesù, l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra professione di fede, 2 il quale è fedele a colui che l'ha costituito, come anche lo fu Mosè in tutta la casa di Dio. 3 Infatti Gesù è stato reputato degno di una gloria tanto maggiore di quella di Mosè, quanto è maggiore l'onore di colui che costruisce la casa, in confronto a quello della casa stessa. 4 Poiché ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose è Dio. 5 Mosè fu bensì fedele in tutta la casa di Dio come servitore per testimoniare delle cose che dovevano essere dette, 6 ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa, e la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza.

I pericoli dell'incredulità e della disubbidienza
7 Perciò, come dice lo Spirito Santo:
Oggi, se udite la sua voce, 8 non indurite i vostri cuori, come nel giorno della ribellione, come nel giorno della tentazione nel deserto 9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, e videro le mie opere per quarant'anni! 10 Perciò mi disgustai di quella generazione, e dissi: 'Si sviano sempre nel loro cuore; e non hanno conosciuto le mie vie', 11 così giurai nell'ira mia: 'Non entreranno nel mio riposo!'”.
12 Guardate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un malvagio cuore incredulo, che vi allontani dal Dio vivente, 13 ma esortatevi gli uni gli altri tutti i giorni, finché si può dire: “Oggi”, perché nessuno di voi si indurisca per inganno del peccato, 14 poiché siamo diventati partecipi di Cristo, a condizione che riteniamo ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio, 15 mentre ci viene detto:
Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori, come nel giorno della ribellione”.
16 Infatti, chi furono quelli che dopo averlo udito lo provocarono? Non furono forse tutti quelli che erano usciti dall'Egitto, condotti da Mosè? 17 Chi furono quelli di cui si disgustò durante quarant'anni? Non furono quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? 18 E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti? 19 Infatti vediamo che non vi poterono entrare a motivo della loro incredulità.

4,1 Perciò, mentre la promessa di entrare nel suo riposo è ancora valida, temiamo che qualcuno di voi pensi di rimanerne escluso. 2 Poiché a noi come a loro è stata annunciata una buona notizia, ma la parola udita non giovò loro nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano udita. 3 Poiché noi che abbiamo creduto entriamo in quel riposo, come Dio ha detto:
Così giurai nella mia ira: 'Non entreranno nel mio riposo!'”.
E così disse, benché le sue opere fossero terminate fin dalla fondazione del mondo. 4 Perché in qualche luogo, a proposito del settimo giorno, è detto così: “E Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere”;
5 e di nuovo in questo passo disse:
Non entreranno nel mio riposo!”.
6 Poiché risulta che alcuni devono entrarci, e quelli ai quali la buona notizia fu prima annunciata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza, 7 egli determina di nuovo un giorno: “Oggi”, dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima:
Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!”.
8 Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non avrebbe poi parlato di un altro giorno. 9 Rimane dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio, 10 poiché chi è entrato nel suo riposo si riposa anch'egli dalle proprie opere, come Dio si riposò dalle sue.
11 Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza.
12 Perché la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli, penetra fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla e giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. 13 E non c'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.

Gesù superiore ai sommi sacerdoti dell'antico patto
14 Avendo noi dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede. 15 Perché non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per essere soccorsi al momento opportuno.

5,1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini, nelle cose concernenti Dio, affinché offra doni e sacrifici per i peccati; 2 così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è rivestito di debolezza 3 ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per sé stesso quanto per il popolo.
4 Nessuno si prende da sé quell'onore, ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne. 5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma l'ebbe da colui che gli disse:
Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato”;
6 come anche altrove egli dice:
Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec”.
7 Il quale, nei giorni della sua carne, avendo con alte grida e con lacrime offerto preghiere e suppliche a colui che lo poteva salvare dalla morte e avendo ottenuto di essere liberato dal timore, 8 benché fosse figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì 9 e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono autore di una salvezza eterna, 10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.

Il problema dell'immaturità spirituale
11 Su questo avremmo molto da dire, ma è difficile spiegarvelo perché siete diventati duri d'orecchi. 12 Infatti, dopo tanto tempo dovreste già essere maestri, invece avete di nuovo bisogno che vi siano insegnati i primi elementi degli oracoli di Dio; siete giunti al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido. 13 Ora, chiunque usa il latte non ha esperienza della parola della giustizia, perché è bambino; 14 ma il cibo solido è per gli adulti, per quelli che per via dell'uso hanno i sensi esercitati a discernere il bene e il male.

Grave ammonimento a chi abbandona la verità che ha conosciuto
6,1 Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo a quello perfetto e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi e dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti e del giudizio eterno. 3 Così faremo, se Dio lo permette.
4 Perché quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, 6 se cadono, è impossibile rinnovarli da capo a ravvedimento, poiché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono a infamia. 7 Infatti, la terra che beve la pioggia che viene spesse volte su lei e produce erbe utili a quelli per i quali è coltivata, riceve benedizione da Dio, 8 ma, se porta spine e triboli, è senza valore e vicina a essere maledetta; e la sua fine è di essere arsa.

La certezza delle promesse divine
9 Tuttavia, diletti, benché parliamo così, siamo persuasi, riguardo a voi, di cose migliori e attinenti alla salvezza, 10 poiché Dio non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore che avete dimostrato per il suo nome con i servizi che avete reso e che rendete tuttora ai santi. 11 Ma desideriamo che ciascuno di voi dimostri sino alla fine il medesimo zelo per giungere alla pienezza della speranza, 12 affinché non diventiate pigri, ma siate imitatori di quelli che per fede e pazienza ereditano le promesse.
13 Infatti, quando Dio fece la promessa ad Abraamo, siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui, giurò per sé stesso, 14 dicendo: “Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente”. 15 Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo ottenne la promessa. 16 Perché gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro e per essi il giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione. 17 Così, volendo Dio mostrare con maggiore evidenza agli eredi della promessa l'immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento, 18 affinché, mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione, noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci era posta dinanzi. 19 Questa speranza la teniamo quale àncora dell'anima, sicura e ferma, che penetra al di là della cortina, 20 dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedec.

Melchisedec, figura del Figlio di Dio
7,1 Infatti questo Melchisedec, re di Salem, sacerdote dell'Iddio altissimo, andò incontro ad Abraamo quando egli tornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse; 2 a lui Abraamo diede anche la decima di ogni cosa. Egli è, innanzitutto, secondo l'interpretazione del suo nome, re di giustizia e poi anche re di Salem, vale a dire re di pace; 3 senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, ma reso simile al Figlio di Dio, egli rimane sacerdote in eterno.
4 Pertanto considerate quanto grande fosse colui al quale Abraamo, il patriarca, diede la decima del meglio del bottino. 5 Ora, tra i figli di Levi, quelli che ricevono il sacerdozio hanno bensì ordine, secondo la legge, di prendere le decime dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché questi siano usciti dai lombi di Abraamo; 6 quello, invece, che non è della loro stirpe, prese la decima da Abraamo e benedisse colui che aveva le promesse! 7 Ora, senza contraddizione, l'inferiore è benedetto dal superiore 8 e poi, qui, quelli che prendono le decime sono degli uomini mortali, ma là le prende uno di cui si attesta che vive. 9 E, per così dire, nella persona di Abraamo Levi stesso, che prende le decime, fu sottoposto alla decima, 10 perché egli era ancora nei lombi di suo padre, quando Melchisedec incontrò Abraamo.
11 Ora, se la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico (perché su quello è basata la legge data al popolo), che bisogno c'era ancora che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec e non scelto secondo l'ordine di Aaronne? 12 Poiché, cambiato il sacerdozio, avviene per necessità anche un cambiamento di legge. 13 Difatti, colui a proposito del quale queste parole sono dette è appartenuto a un'altra tribù, della quale nessuno ha servito all'altare, 14 perché è ben noto che il nostro Signore è sorto dalla tribù di Giuda, circa la quale Mosè non disse nulla che concernesse il sacerdozio. 15 E la cosa è ancora più evidente quando sorge, a somiglianza di Melchisedec, 16 un altro sacerdote che è stato fatto tale non per disposizione di una legge dalle prescrizioni carnali, ma in virtù della potenza di una vita indissolubile, 17 perché gli è resa questa testimonianza:
Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec”.
18 Così, qui vi è l'abrogazione del comandamento precedente a motivo della sua debolezza e inutilità 19 (poiché la legge non ha condotto nulla a compimento), ma vi è anche l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio.
20 Inoltre, questo non è avvenuto senza giuramento (poiché quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento, 21 ma egli lo è con giuramento, per opera di colui che ha detto:
Il Signore l'ha giurato e non si pentirà: 'Tu sei sacerdote in eterno'”).
22 Per questo Gesù è diventato garante di un patto più eccellente del primo.
23 Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché per la morte erano impediti di durare, 24 ma costui, perché vive in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette, 25 perciò può anche salvare appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro.
26 Infatti a noi si addiceva un sacerdote come quello: santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al disopra dei cieli, 27 il quale non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire dei sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, perché questo egli ha fatto una volta per sempre, quando ha offerto sé stesso. 28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza, ma la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce il Figlio, che è stato reso perfetto per sempre.

Gesù Cristo, mediatore del nuovo patto
8,1 Ora, il punto più importante delle cose che stiamo dicendo è questo: abbiamo un sommo sacerdote tale che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, 2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto.
3 Poiché ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici; perciò è necessario che anche questo sommo sacerdote abbia qualcosa da offrire. 4 Ora, se fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, perché ci sono quelli che offrono i doni secondo la legge, 5 i quali celebrano ciò che è figura e ombra delle cose celesti, come Dio disse a Mosè quando questi stava per costruire il tabernacolo: “Guarda”, egli disse, “di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte”. 6 Ma ora egli ha ottenuto un ministerio tanto più eccellente, quanto migliore è il patto di cui è mediatore, perché fondato su migliori promesse.
7 Perché, se quel primo patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe stato bisogno di sostituirlo con un secondo. 8 Infatti Dio, biasimando il popolo, dice:
Ecco i giorni vengono, dice il Signore, che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda, un patto nuovo; 9 non un patto come quello che feci con i loro padri nel giorno che li presi per la mano per trarli fuori dal paese d'Egitto; perché essi non hanno perseverato nel mio patto, e a mia volta non mi sono curato di loro, dice il Signore. 10 E questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: io porrò le mie leggi nelle loro menti, e le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11 E non istruiranno più ciascuno il proprio concittadino e ciascuno il proprio fratello, dicendo: 'Conosci il Signore!'. Perché tutti mi conosceranno, dal minore al maggiore di loro, 12 poiché avrò misericordia delle loro iniquità, e non mi ricorderò più dei loro peccati”.
13 Dicendo: “Un nuovo patto”, egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è vicino a sparire.

Il santuario terreno
9,1 Ora anche il primo patto aveva delle norme per il culto e un santuario terreno. 2 Infatti fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere, la tavola e i pani della presentazione; questo si chiamava il luogo santo. 3 Dietro la seconda cortina c'era il tabernacolo detto il luogo santissimo, 4 contenente un incensiere d'oro e l'arca del patto, tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era fiorita e le tavole del patto. 5 E sopra l'arca i cherubini della gloria, che adombravano il propiziatorio. Di queste cose non possiamo ora parlare dettagliatamente. 6 Ora, essendo le cose così disposte, i sacerdoti entrano continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto, 7 ma nel secondo entra solo il sommo sacerdote una volta all'anno, e non senza sangue, che egli offre per sé stesso e per i peccati involontari del popolo. 8 Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via al santuario non era ancora manifestata finché sussisteva ancora il primo tabernacolo. 9 Esso è una figura per il tempo attuale, conformemente alla quale si offrono doni e sacrifici che non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui che offre il culto, 10 poiché si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.

La redenzione eterna grazie al sacrificio di Cristo
11 Ma, venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, vale a dire, non di questa creazione, 12 e non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna. 13 Perché, se il sangue di capri e di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati santificano in modo da dare la purezza della carne, 14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno ha offerto sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente?
15 Per questa ragione egli è mediatore di un nuovo patto, affinché, avvenuta la sua morte per la redenzione delle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa. 16 Infatti, dove c'è un testamento, bisogna che sia accertata la morte del testatore. 17 Perché un testamento è valido quando è avvenuta la morte, infatti non ha valore finché vive il testatore. 18 Per questo neanche il primo patto è stato inaugurato senza sangue. 19 Difatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati da Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issopo e ne asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 dicendo: “Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato sia fatto con voi”. 21 Asperse di sangue anche il tabernacolo e tutti gli arredi del culto. 22 Secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue e senza spargimento di sangue non c'è perdono.
23 Era dunque necessario che le cose raffiguranti quelle nei cieli fossero purificate con questi mezzi, ma le cose celesti stesse dovevano esserlo con sacrifici più eccellenti di questi. 24 Poiché Cristo non è entrato in un santuario fatto da mano d'uomo, figura del vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi, 25 non per offrire sé stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel santuario con sangue non suo, 26 in questo caso, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo, ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio. 27 E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, 28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che lo aspettano per la loro salvezza.

10,1 La legge, infatti, possiede soltanto un'ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose, perciò non può mai, con quei sacrifici che sono offerti continuamente, anno dopo anno, rendere perfetti quelli che si accostano a Dio. 2 Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, non avendo più gli adoratori, una volta purificati, alcuna coscienza di peccati? 3 Invece in quei sacrifici è rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati, 4 perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati.
5 Perciò, entrando nel mondo, egli dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; 6 non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. 7 Allora ho detto: 'Ecco, io vengo' (nel rotolo del libro è scritto di me) 'per fare, o Dio, la tua volontà'”.
8 Dopo aver detto prima:
Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato
(i quali sono offerti secondo la legge), egli dice poi:
9 “Ecco, io vengo per fare la tua volontà”.
Così egli abolisce il primo per stabilire il secondo. 10 In virtù di questa “volontà” noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.
11 Mentre ogni sacerdote è in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e offrire molte volte gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i peccati, 12 questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio, 13 aspettando soltanto che i suoi nemici siano ridotti a essere lo sgabello dei suoi piedi. 14 Perché con un'unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che sono santificati. 15 E anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto:
16 “Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni, dice il Signore: io metterò le mie leggi nei loro cuori; e le scriverò nelle loro menti”,
egli aggiunge:
17 “E non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità”.
18 Ora, dove c'è perdono di queste cose, non c'è più bisogno di offerta per il peccato.

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