C.E.I.:

Genesi 37-51

37,1 Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era stato forestiero, nel paese di Canaan.
2 Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi sul loro conto. 3 Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche. 4 I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. 5 Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor di più. 6 Disse dunque loro: «Ascoltate questo sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio». 8 Gli dissero i suoi fratelli: «Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?». Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
9 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me». 10 Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?».
11 I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in mente la cosa.
12 I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!». 14 Gli disse: «Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a riferirmi». Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentr'egli andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cerchi?». 16 Rispose: «Cerco i miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare». 17 Quell'uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui, infatti li ho sentiti dire: Andiamo a Dotan». Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 18 Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono di farlo morire. 19 Si dissero l'un l'altro: «Ecco, il sognatore arriva! 20 Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Una bestia feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!». 21 Ma Ruben sentì e volle salvarlo dalle loro mani, dicendo: «Non togliamogli la vita». 22 Poi disse loro: «Non versate il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»; egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 23 Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch'egli indossava, 24 poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua. 25 Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano a portare in Egitto. 26 Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c'è ad uccidere il nostro fratello e a nasconderne il sangue? 27 Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli lo ascoltarono.
28 Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto. 29 Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c'era più. Allora si stracciò le vesti, 30 tornò dai suoi fratelli e disse: «Il ragazzo non c'è più, dove andrò io?». 31 Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero la tunica nel sangue. 32 Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole: «L'abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo figlio». 33 Egli la riconobbe e disse: «È la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è stato sbranato». 34 Giacobbe si stracciò le vesti, si pose un cilicio attorno ai fianchi e fece lutto sul figlio per molti giorni. 35 Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse. 36 Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie.

38,1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un uomo di Adullam, di nome Chira. 2 Qui Giuda vide la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in moglie e si unì a lei. 3 Essa concepì e partorì un figlio e lo chiamò Er. 4 Poi concepì ancora e partorì un figlio e lo chiamò Onan. 5 Ancora un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Essa si trovava in Chezib, quando lo partorì.
6 Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello». 9 Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. 10 Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa del padre.
12 Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui vi era Chira, il suo amico di Adullam. 13 Fu portata a Tamar questa notizia: «Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge». 14 Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enaim, che è sulla strada verso Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie. 15 Giuda la vide e la credette una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. 16 Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che quella fosse la sua nuora. Essa disse: «Che mi darai per venire con me?». 17 Rispose: «Io ti manderò un capretto del gregge». Essa riprese: «Mi dai un pegno fin quando me lo avrai mandato?». 18 Egli disse: «Qual è il pegno che ti devo dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora glieli diede e le si unì. Essa concepì da lui. 19 Poi si alzò e se ne andò; si tolse il velo e rivestì gli abiti vedovili. 20 Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullam, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò. 21 Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che stava in Enaim sulla strada?». Ma risposero: «Non c'è stata qui nessuna prostituta». 22 Così tornò da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna prostituta». 23 Allora Giuda disse: «Se li tenga! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai trovata».
24 Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: «Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa della prostituzione». Giuda disse: «Conducetela fuori e sia bruciata!». 25 Essa veniva già condotta fuori, quando mandò a dire al suocero: «Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono incinta». E aggiunse: «Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «Essa è più giusta di me, perché io non l'ho data a mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei.
27 Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli. 28 Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo». 29 Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.

39,1 Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù. 2 Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone. 3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani. 4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. 5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna. 6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Unisciti a me!». 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. 9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?». 10 E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici. 12 Essa lo afferrò per la veste, dicendo: «Unisciti a me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì. 13 Allora essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, 14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito».
16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. 17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me. 18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori». 19 Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d'ira.
20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione. 21 Ma il Signore fu con Giuseppe, gli conciliò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da fare là dentro, lo faceva lui. 23 Il comandante della prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli era affidato, perché il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore faceva riuscire.

40,1 Dopo queste cose il coppiere del re d'Egitto e il panettiere offesero il loro padrone, il re d'Egitto. 2 Il faraone si adirò contro i suoi due eunuchi, contro il capo dei coppieri e contro il capo dei panettieri, 3 e li fece mettere in carcere nella casa del comandante delle guardie, nella prigione dove Giuseppe era detenuto. 4 Il comandante delle guardie assegnò loro Giuseppe, perché li servisse. Così essi restarono nel carcere per un certo tempo.
5 Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano detenuti nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un significato particolare.
6 Alla mattina Giuseppe venne da loro e vide che erano afflitti. 7 Allora interrogò gli eunuchi del faraone che erano con lui in carcere nella casa del suo padrone e disse: «Perché quest'oggi avete la faccia così triste?». 8 Gli dissero: «Abbiamo fatto un sogno e non c'è chi lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Non è forse Dio che ha in suo potere le interpretazioni? Raccontatemi dunque».
9 Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite, 10 sulla quale erano tre tralci; non appena essa cominciò a germogliare, apparvero i fiori e i suoi grappoli maturarono gli acini. 11 Io avevo in mano il calice del faraone; presi gli acini, li spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone».
12 Giuseppe gli disse: «Eccone la spiegazione: i tre tralci sono tre giorni. 13 Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti restituirà nella tua carica e tu porgerai il calice al faraone, secondo la consuetudine di prima, quando eri suo coppiere. 14 Ma se, quando sarai felice, ti vorrai ricordare che io sono stato con te, fammi questo favore: parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa. 15 Perché io sono stato portato via ingiustamente dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla perché mi mettessero in questo sotterraneo».
16 Allora il capo dei panettieri, vedendo che aveva dato un'interpretazione favorevole, disse a Giuseppe: «Quanto a me, nel mio sogno mi stavano sulla testa tre canestri di pane bianco 17 e nel canestro che stava di sopra era ogni sorta di cibi per il faraone, quali si preparano dai panettieri. Ma gli uccelli li mangiavano dal canestro che avevo sulla testa».
18 Giuseppe rispose e disse: «Questa è la spiegazione: i tre canestri sono tre giorni. 19 Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti impiccherà ad un palo e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso».
20 Appunto al terzo giorno - era il giorno natalizio del faraone - egli fece un banchetto a tutti i suoi ministri e allora sollevò la testa del capo dei coppieri e la testa del capo dei panettieri in mezzo ai suoi ministri. 21 Restituì il capo dei coppieri al suo ufficio di coppiere, perché porgesse la coppa al faraone, 22 e invece impiccò il capo dei panettieri, secondo l'interpretazione che Giuseppe aveva loro data. 23 Ma il capo dei coppieri non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.

41,1 Al termine di due anni, il faraone sognò di trovarsi presso il Nilo. 2 Ed ecco salirono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i giunchi. 3 Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle prime vacche sulla riva del Nilo. 4 Ma le vacche brutte di aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse. E il faraone si svegliò.
5 Poi si addormentò e sognò una seconda volta: ecco sette spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e belle. 6 Ma ecco sette spighe vuote e arse dal vento d'oriente spuntavano dopo quelle. 7 Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Poi il faraone si svegliò: era stato un sogno.
8 Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell'Egitto. Il faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone.
9 Allora il capo dei coppieri parlò al faraone: «Io devo ricordare oggi le mie colpe. 10 Il faraone si era adirato contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella casa del capo delle guardie, me e il capo dei panettieri. 11 Noi facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ma avemmo ciascuno un sogno con un significato particolare. 12 Ora era là con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno spiegazione del suo sogno. 13 Proprio come ci aveva interpretato, così avvenne: io fui restituito alla mia carica e l'altro fu impiccato».
14 Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire in fretta dal sotterraneo ed egli si rase, si cambiò gli abiti e si presentò al faraone. 15 Il faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e nessuno lo sa interpretare; ora io ho sentito dire di te che ti basta ascoltare un sogno per interpretarlo subito».
16 Giuseppe rispose al faraone: «Non io, ma Dio darà la risposta per la salute del faraone!». 17 Allora il faraone disse a Giuseppe: «Nel mio sogno io mi trovavo sulla riva del Nilo. 18 Quand'ecco salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e si misero a pascolare tra i giunchi. 19 Ed ecco sette altre vacche salirono dopo quelle, deboli, brutte di forma e magre: non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d'Egitto. 20 Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle grasse. 21 Queste entrarono nel loro corpo, ma non si capiva che vi fossero entrate, perché il loro aspetto era brutto come prima. E mi svegliai.
22 Poi vidi nel sogno che sette spighe spuntavano da un solo stelo, piene e belle. 23 Ma ecco sette spighe secche, vuote e arse dal vento d'oriente, spuntavano dopo quelle. 24 Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe belle. Ora io l'ho detto agli indovini, ma nessuno mi dà la spiegazione».
25 Allora Giuseppe disse al faraone: «Il sogno del faraone è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone. 26 Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni: è un solo sogno. 27 E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d'oriente, sono sette anni: vi saranno sette anni di carestia. 28 È appunto ciò che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare, l'ha manifestato al faraone. 29 Ecco stanno per venire sette anni, in cui sarà grande abbondanza in tutto il paese d'Egitto. 30 Poi a questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà tutta quella abbondanza nel paese d'Egitto e la carestia consumerà il paese. 31 Si dimenticherà che vi era stata l'abbondanza nel paese a causa della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura. 32 Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta ad eseguirla.
33 Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo del paese d'Egitto. 34 Il faraone inoltre proceda ad istituire funzionari sul paese, per prelevare un quinto sui prodotti del paese d'Egitto durante i sette anni di abbondanza. 35 Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire, ammasseranno il grano sotto l'autorità del faraone e lo terranno in deposito nelle città. 36 Questi viveri serviranno al paese di riserva per i sette anni di carestia che verranno nel paese d'Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla carestia».
37 La cosa piacque al faraone e a tutti i suoi ministri. 38 Il faraone disse ai ministri: «Potremo trovare un uomo come questo, in cui sia lo spirito di Dio?». 39 Poi il faraone disse a Giuseppe: «Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come te. 40 Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te».
41 Il faraone disse a Giuseppe: «Ecco, io ti metto a capo di tutto il paese d'Egitto». 42 Il faraone si tolse di mano l'anello e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d'oro. 43 Poi lo fece montare sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «Abrech». E così lo si stabilì su tutto il paese d'Egitto. 44 Poi il faraone disse a Giuseppe: «Sono il faraone, ma senza il tuo permesso nessuno potrà alzare la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto». 45 E il faraone chiamò Giuseppe Zafnat-Paneach e gli diede in moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe uscì per tutto il paese d'Egitto. 46 Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò al faraone re d'Egitto.
Poi Giuseppe si allontanò dal faraone e percorse tutto il paese d'Egitto. 47 Durante i sette anni di abbondanza la terra produsse a profusione. 48 Egli raccolse tutti i viveri dei sette anni, nei quali vi era stata l'abbondanza nel paese d'Egitto, e ripose i viveri nelle città, cioè in ogni città ripose i viveri della campagna circostante. 49 Giuseppe ammassò il grano come la sabbia del mare, in grandissima quantità, così che non se ne fece più il computo, perché era incalcolabile.
50 Intanto nacquero a Giuseppe due figli, prima che venisse l'anno della carestia; glieli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. 51 Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, «perché - disse - Dio mi ha fatto dimenticare ogni affanno e tutta la casa di mio padre». 52 E il secondo lo chiamò Efraim, «perché - disse - Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione».
53 Poi finirono i sette anni di abbondanza nel paese d'Egitto 54 e cominciarono i sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto l'Egitto c'era il pane.
55 Poi tutto il paese d'Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Allora il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». 56 La carestia dominava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e vendette il grano agli Egiziani, mentre la carestia si aggravava in Egitto. 57 E da tutti i paesi venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra.

42,1 Ora Giacobbe seppe che in Egitto c'era il grano; perciò disse ai figli: «Perché state a guardarvi l'un l'altro?». 2 E continuò: «Ecco, ho sentito dire che vi è il grano in Egitto. Andate laggiù e compratene per noi, perché possiamo conservarci in vita e non morire». 3 Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero per acquistare il frumento in Egitto. 4 Ma quanto a Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo mandò con i fratelli perché diceva: «Non gli succeda qualche disgrazia!». 5 Arrivarono dunque i figli d'Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nel paese di Canaan c'era la carestia.
6 Ora Giuseppe aveva autorità sul paese e vendeva il grano a tutto il popolo del paese. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l'estraneo verso di loro, parlò duramente e disse: «Di dove siete venuti?». Risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri». 8 Giuseppe riconobbe dunque i fratelli, mentre essi non lo riconobbero. 9 Si ricordò allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse loro: «Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese». 10 Gli risposero: «No, signore mio; i tuoi servi sono venuti per acquistare viveri. 11 Noi siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!». 12 Ma egli disse loro: «No, voi siete venuti a vedere i punti scoperti del paese!». 13 Allora essi dissero: «Dodici sono i tuoi servi, siamo fratelli, figli di un solo uomo, nel paese di Canaan; ecco il più giovane è ora presso nostro padre e uno non c'è più». 14 Giuseppe disse loro: «Le cose stanno come vi ho detto: voi siete spie. 15 In questo modo sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui se non quando vi avrà raggiunto il vostro fratello più giovane. 16 Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi rimarrete prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte. Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!». 17 E li tenne in carcere per tre giorni.
18 Al terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! 19 Se voi siete sinceri, uno dei vostri fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. 20 Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Allora le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono. 21 Allora si dissero l'un l'altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci è venuta addosso quest'angoscia». 22 Ruben prese a dir loro: «Non ve lo avevo detto io: Non peccate contro il ragazzo? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco ora ci si domanda conto del suo sangue». 23 Non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro vi era l'interprete.
24 Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi tornò e parlò con essi. Scelse tra di loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi.
25 Quindi Giuseppe diede ordine che si riempissero di grano i loro sacchi e si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e si dessero loro provviste per il viaggio. E così venne loro fatto.
26 Essi caricarono il grano sugli asini e partirono di là. 27 Ora in un luogo dove passavano la notte uno di essi aprì il sacco per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla bocca del sacco. 28 Disse ai fratelli: «Mi è stato restituito il denaro: eccolo qui nel mio sacco!». Allora si sentirono mancare il cuore e tremarono, dicendosi l'un l'altro: «Che è mai questo che Dio ci ha fatto?».
29 Arrivati da Giacobbe loro padre, nel paese di Canaan, gli riferirono tutte le cose che erano loro capitate: 30 «Quell'uomo che è il signore del paese ci ha parlato duramente e ci ha messi in carcere come spie del paese. 31 Allora gli abbiamo detto: Noi siamo sinceri; non siamo spie! 32 Noi siamo dodici fratelli, figli di nostro padre: uno non c'è più e il più giovane è ora presso nostro padre nel paese di Canaan. 33 Ma l'uomo, signore del paese, ci ha risposto: In questo modo io saprò se voi siete sinceri: lasciate qui con me uno dei vostri fratelli, prendete il grano necessario alle vostre case e andate. 34 Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così saprò che non siete spie, ma che siete sinceri; io vi renderò vostro fratello e voi potrete percorrere il paese in lungo e in largo».
35 Mentre vuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere la sua borsa di denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre videro le borse di denaro, furono presi dal timore. 36 E il padre loro Giacobbe disse: «Voi mi avete privato dei figli! Giuseppe non c'è più, Simeone non c'è più e Beniamino me lo volete prendere. Su di me tutto questo ricade!».
37 Allora Ruben disse al padre: «Farai morire i miei due figli, se non te lo ricondurrò. Affidalo a me e io te lo restituirò». 38 Ma egli rispose: «Il mio figlio non verrà laggiù con voi, perché suo fratello è morto ed egli è rimasto solo. Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi».

43,1 La carestia continuava a gravare sul paese. 2 Quando ebbero finito di consumare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: «Tornate là e acquistate per noi un po' di viveri». 3 Ma Giuda gli disse: «Quell'uomo ci ha dichiarato severamente: Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello! 4 Se tu sei disposto a lasciar partire con noi nostro fratello, andremo laggiù e ti compreremo il grano. 5 Ma se tu non lo lasci partire, noi non ci andremo, perché quell'uomo ci ha detto: Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!». 6 Israele disse: «Perché mi avete fatto questo male, cioè far sapere a quell'uomo che avevate ancora un fratello?». 7 Risposero: «Quell'uomo ci ha interrogati con insistenza intorno a noi e alla nostra parentela: È ancora vivo vostro padre? Avete qualche fratello? e noi abbiamo risposto secondo queste domande. Potevamo sapere ch'egli avrebbe detto: Conducete qui vostro fratello?».
8 Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il giovane con me; partiremo subito per vivere e non morire, noi, tu e i nostri bambini. 9 Io mi rendo garante di lui: dalle mie mani lo reclamerai. Se non te lo ricondurrò, se non te lo riporterò, io sarò colpevole contro di te per tutta la vita. 10 Se non avessimo indugiato, ora saremmo già di ritorno per la seconda volta». 11 Israele loro padre rispose: «Se è così, fate pure: mettete nei vostri bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in dono a quell'uomo: un po' di balsamo, un po' di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle. 12 Prendete con voi doppio denaro, il denaro cioè che è stato rimesso nella bocca dei vostri sacchi lo porterete indietro: forse si tratta di un errore. 13 Prendete anche vostro fratello, partite e tornate da quell'uomo. 14 Dio onnipotente vi faccia trovare misericordia presso quell'uomo, così che vi rilasci l'altro fratello e Beniamino. Quanto a me, una volta che non avrò più i miei figli, non li avrò più...!».
15 Presero dunque i nostri uomini questo dono e il doppio del denaro e anche Beniamino, partirono, scesero in Egitto e si presentarono a Giuseppe.
16 Quando Giuseppe ebbe visto Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: «Conduci questi uomini in casa, macella quello che occorre e prepara, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno». 17 Il maggiordomo fece come Giuseppe aveva ordinato e introdusse quegli uomini nella casa di Giuseppe. 18 Ma quegli uomini si spaventarono, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «A causa del denaro, rimesso nei nostri sacchi l'altra volta, ci si vuol condurre là: per assalirci, piombarci addosso e prenderci come schiavi con i nostri asini».
19 Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di Giuseppe e parlarono con lui all'ingresso della casa; 20 dissero: «Mio signore, noi siamo venuti già un'altra volta per comperare viveri. 21 Quando fummo arrivati ad un luogo per passarvi la notte, aprimmo i sacchi ed ecco il denaro di ciascuno si trovava alla bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Allora noi l'abbiamo portato indietro 22 e, per acquistare i viveri, abbiamo portato con noi altro denaro. Non sappiamo chi abbia messo nei sacchi il nostro denaro!». 23 Ma quegli disse: «State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei padri vostri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro è pervenuto a me». E portò loro Simeone.
24 Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede loro acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio ai loro asini. 25 Essi prepararono il dono nell'attesa che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno, perché avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel luogo. 26 Quando Giuseppe arrivò a casa, gli presentarono il dono, che avevano con sé, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. 27 Egli domandò loro come stavano e disse: «Sta bene il vostro vecchio padre, di cui mi avete parlato? Vive ancora?». 28 Risposero: «Il tuo servo, nostro padre, sta bene, è ancora vivo» e si inginocchiarono prostrandosi. 29 Egli alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il figlio di sua madre, e disse: «È questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato?» e aggiunse: «Dio ti conceda grazia, figlio mio!». 30 Giuseppe uscì in fretta, perché si era commosso nell'intimo alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella sua camera e pianse. 31 Poi si lavò la faccia, uscì e, facendosi forza, ordinò: «Servite il pasto». 32 Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i commensali egiziani a parte, perché gli Egiziani non possono prender cibo con gli Ebrei: ciò sarebbe per loro un abominio. 33 Presero posto davanti a lui dal primogenito al più giovane, ciascuno in ordine di età ed essi si guardavano con meraviglia l'un l'altro. 34 Egli fece portare loro porzioni prese dalla propria mensa, ma la porzione di Beniamino era cinque volte più abbondante di quella di tutti gli altri. E con lui bevvero fino all'allegria.

44,1 Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa: «Riempi i sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2 Insieme metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, con il denaro del suo grano». Quegli fece secondo l'ordine di Giuseppe. 3 Al mattino, fattosi chiaro, quegli uomini furono fatti partire con i loro asini. 4 Erano appena usciti dalla città e ancora non si erano allontanati, quando Giuseppe disse al maggiordomo della sua casa: «Su, insegui quegli uomini, raggiungili e di' loro: Perché avete reso male per bene? 5 Non è forse questa la coppa in cui beve il mio signore e per mezzo della quale egli suole trarre i presagi? Avete fatto male a fare così». 6 Egli li raggiunse e ripetè loro queste parole. 7 Quelli gli dissero: «Perché il mio signore dice queste cose? Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa! 8 Ecco, il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri sacchi te lo abbiamo riportato dal paese di Canaan e come potremmo rubare argento od oro dalla casa del tuo padrone? 9 Quello dei tuoi servi, presso il quale si troverà, sarà messo a morte e anche noi diventeremo schiavi del mio signore». 10 Rispose: «Ebbene, come avete detto, così sarà: colui, presso il quale si troverà, sarà mio schiavo e voi sarete innocenti». 11 Ciascuno si affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì. 12 Quegli li frugò dal maggiore al più piccolo, e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora essi si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il proprio asino e tornarono in città. 14 Giuda e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15 Giuseppe disse loro: «Che azione avete commessa? Non sapete che un uomo come me è capace di indovinare?». 16 Giuda disse: «Che diremo al mio signore? Come parlare? Come giustificarci? Dio ha scoperto la colpa dei tuoi servi... Eccoci schiavi del mio signore, noi e colui che è stato trovato in possesso della coppa». 17 Ma egli rispose: «Lungi da me il far questo! L'uomo trovato in possesso della coppa, lui sarà mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre».
18 Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: «Mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché il faraone è come te! 19 Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: Avete un padre o un fratello? 20 E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancor giovane natogli in vecchiaia, suo fratello è morto ed egli è rimasto il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama. 21 Tu avevi detto ai tuoi servi: Conducetelo qui da me, perché lo possa vedere con i miei occhi. 22 Noi avevamo risposto al mio signore: Il giovinetto non può abbandonare suo padre: se lascerà suo padre, questi morirà. 23 Ma tu avevi soggiunto ai tuoi servi: Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza. 24 Quando dunque eravamo ritornati dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore. 25 E nostro padre disse: Tornate ad acquistare per noi un po' di viveri. 26 E noi rispondemmo: Non possiamo ritornare laggiù: se c'è con noi il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere ammessi alla presenza di quell'uomo senza avere con noi il nostro fratello minore. 27 Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. 28 Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l'ho più visto. 29 Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie nella tomba. 30 Ora, quando io arriverò dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto non sarà con noi, mentre la vita dell'uno è legata alla vita dell'altro, 31 appena egli avrà visto che il giovinetto non è con noi, morirà e i tuoi servi avranno fatto scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo, nostro padre.
32 Ma il tuo servo si è reso garante del giovinetto presso mio padre: Se non te lo ricondurrò, sarò colpevole verso mio padre per tutta la vita. 33 Ora, lascia che il tuo servo rimanga invece del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinetto torni lassù con i suoi fratelli! 34 Perché, come potrei tornare da mio padre senz'avere con me il giovinetto? Ch'io non veda il male che colpirebbe mio padre!».

45,1 Allora Giuseppe non potè più contenersi dinanzi ai circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli. 2 Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone. 3 Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?». Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti dalla sua presenza. 4 Allora Giuseppe disse ai fratelli: «Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per l'Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 Perché già da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. 7 Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. 8 Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9 Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me e non tardare. 10 Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi. 11 Là io ti darò sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi. 12 Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla! 13 Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre». 14 Allora egli si gettò al collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo. 15 Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a sé. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.
16 Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: «Sono venuti i fratelli di Giuseppe!» e questo fece piacere al faraone e ai suoi ministri. 17 Allora il faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi fratelli: Fate questo: caricate le cavalcature, partite e andate nel paese di Canaan. 18 Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me e io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i migliori prodotti della terra. 19 Quanto a te, da' loro questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne, prendete vostro padre e venite. 20 Non abbiate rincrescimento per la vostra roba, perché il meglio di tutto il paese sarà vostro».
21 Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede loro carri secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvista per il viaggio. 22 Diede a tutti una muta di abiti per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di abiti. 23 Allo stesso modo mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per il viaggio del padre. 24 Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: «Non litigate durante il viaggio!».
25 Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe 26 e subito gli riferirono: «Giuseppe è ancora vivo, anzi governa tutto il paese d'Egitto!». Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro. 27 Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandati per trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò. 28 Israele disse: «Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò a vederlo prima di morire!».

46,1 Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco. 2 Dio disse a Israele in una visione notturna: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». 3 Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te un grande popolo. 4 Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi».
5 Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandati per trasportarlo. 6 Essi presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati nel paese di Canaan e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui tutti i suoi discendenti; 7 i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti egli condusse con sé in Egitto.
8 Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in Egitto: Giacobbe e i suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben. 9 I figli di Ruben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi. 10 I figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio della Cananea. 11 I figli di Levi: Gherson, Keat e Merari. 12 I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan. Furono figli di Perez: Chezron e Amul. 13 I figli di Issacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron. 14 I figli di Zàbulon: Sered, Elon e Iacleel. 15 Questi sono i figli che Lia partorì a Giacobbe in Paddan-Aram insieme con la figlia Dina; tutti i suoi figli e le sue figlie erano trentatré persone.
16 I figli di Gad: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli. 17 I figli di Aser: Imma, Isva, Isvi, Beria e la loro sorella Serach. I figli di Beria: Eber e Malchiel. 18 Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato alla figlia Lia; essa li partorì a Giacobbe: sono sedici persone.
19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. 20 A Giuseppe nacquero in Egitto Efraim e Manasse, che gli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. 21 I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi, Ros, Muppim, Uppim e Arde. 22 Questi sono i figli che Rachele partorì a Giacobbe; in tutto sono quattordici persone.
23 I figli di Dan: Usim. 24 I figli di Nèftali: Iacseel, Guni, Ieser e Sillem. 25 Questi sono i figli di Bila, che Làbano diede alla figlia Rachele, ed essa li partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.
26 Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei. 27 I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.
28 Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Poi arrivarono al paese di Gosen. 29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo stretto al suo collo. 30 Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo». 31 Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre: «Vado ad informare il faraone e a dirgli: I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32 Ora questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame, e hanno condotto i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi. 33 Quando dunque il faraone vi chiamerà e vi domanderà: Qual è il vostro mestiere?, 34 voi risponderete: Gente dedita al bestiame sono stati i tuoi servi, dalla nostra fanciullezza fino ad ora, noi e i nostri padri. Questo perché possiate risiedere nel paese di Gosen». Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.

47,1 Giuseppe andò ad informare il faraone dicendogli: «Mio padre e i miei fratelli con i loro greggi e armenti e con tutti i loro averi sono venuti dal paese di Canaan; eccoli nel paese di Gosen». 2 Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratelli e li presentò al faraone. 3 Il faraone disse ai suoi fratelli: «Qual è il vostro mestiere?». Essi risposero al faraone: «Pastori di greggi sono i tuoi servi, noi e i nostri padri». 4 Poi dissero al faraone: «Siamo venuti per soggiornare come forestieri nel paese perché non c'è più pascolo per il gregge dei tuoi servi; infatti è grave la carestia nel paese di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi risiedano nel paese di Gosen!».
5 Allora il faraone disse a Giuseppe: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono dunque venuti da te. 6 Ebbene, il paese d'Egitto è a tua disposizione: fa' risiedere tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese. Risiedano pure nel paese di Gosen. Se tu sai che vi sono tra di loro uomini capaci, costituiscili sopra i miei averi in qualità di sovrintendenti al bestiame». 7 Poi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al faraone e Giacobbe benedisse il faraone. 8 Il faraone domandò a Giacobbe: «Quanti anni hai?». 9 Giacobbe rispose al faraone: «Centotrenta di vita errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita nomade». 10 Poi Giacobbe benedisse il faraone e si allontanò dal faraone.
11 Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del paese, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone. 12 Giuseppe diede il sostentamento al padre, ai fratelli e a tutta la famiglia di suo padre, fornendo pane secondo il numero dei bambini.
13 Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano per la carestia. 14 Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò questo denaro alla casa del faraone.
15 Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: «Dacci il pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Infatti non c'è più denaro». 16 Rispose Giuseppe: «Cedetemi il vostro bestiame e io vi darò pane in cambio del vostro bestiame, se non c'è più denaro». 17 Allora condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini; così in quell'anno li nutrì di pane in cambio di tutto il loro bestiame.
18 Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli dissero: «Non nascondiamo al mio signore che si è esaurito il denaro e anche il possesso del bestiame è passato al mio signore, non rimane più a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostro terreno. 19 Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!». 20 Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il terreno dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così la terra divenne proprietà del faraone. 21 Quanto al popolo, egli lo fece passare nelle città da un capo all'altro della frontiera egiziana. 22 Soltanto il terreno dei sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti avevano un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non vendettero il loro terreno.
23 Poi Giuseppe disse al popolo: «Vedete, io ho acquistato oggi per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il seme: seminate il terreno. 24 Ma quando vi sarà il raccolto, voi ne darete un quinto al faraone e quattro parti saranno vostre, per la semina dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra e per il nutrimento dei vostri bambini». 25 Gli risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!». 26 Così Giuseppe fece di questo una legge che vige fino ad oggi sui terreni d'Egitto, per la quale si deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei sacerdoti non divennero del faraone.
27 Gli Israeliti intanto si stabilirono nel paese d'Egitto, nel territorio di Gosen, ebbero proprietà e furono fecondi e divennero molto numerosi.
28 Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e gli anni della sua vita furono centoquarantasette. 29 Quando fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio Giuseppe e gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e fedeltà: non seppellirmi in Egitto! 30 Quando io mi sarò coricato con i miei padri, portami via dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro». Rispose: «Io agirò come hai detto». 31 Riprese: «Giuramelo!». E glielo giurò; allora Israele si prostrò sul capezzale del letto.

48,1 Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli condusse con sé i due figli Manasse ed Efraim. 2 Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto. 3 Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse 4 dicendomi: Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te in possesso perenne. 5 Ora i due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. 6 Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella loro eredità. 7 Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè Betlemme». 8 Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe disse al padre: «Sono i figli che Dio mi ha dati qui». Riprese: «Portameli perché io li benedica!». 10 Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò. 11 Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di vedere la tua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!». 12 Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra di Israele, e li avvicinò a lui. 14 Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito. 15 E così benedisse Giuseppe:
«Il Dio, davanti al quale hanno camminato
i miei padri Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto
fino ad oggi,
16 l'angelo che mi ha liberato da ogni male,
benedica questi giovinetti!
Sia ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri Abramo e Isacco
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla terra!».
17 Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. 18 Disse al padre: «Non così, padre mio: è questo il primogenito, posa la destra sul suo capo!». 19 Ma il padre ricusò e disse: «Lo so, figlio mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà grande, ma il suo fratello minore sarà più grande di lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». 20 E li benedisse in quel giorno:
«Di voi si servirà Israele
per benedire, dicendo:
Dio ti renda come Efraim e come Manasse!».
Così pose Efraim prima di Manasse.
21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri padri.
22 Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la spada e l'arco».

49,1 Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse: «Radunatevi, perché io vi annunzi quello che vi accadrà nei tempi futuri.
2 Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
3 Ruben, tu sei il mio primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
4 Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perché hai invaso il talamo di tuo padre
e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito.
5 Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di violenza sono i loro coltelli.
6 Nel loro conciliabolo non entri l'anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio cuore.
Perché con ira hanno ucciso gli uomini
e con passione hanno storpiato i tori.
7 Maledetta la loro ira, perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
8 Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
9 Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?
10 Non sarà tolto lo scettro da Giuda
né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
11 Egli lega alla vite il suo asinello
e a scelta vite il figlio della sua asina,
lava nel vino la veste
e nel sangue dell'uva il manto;
12 lucidi ha gli occhi per il vino
e bianchi i denti per il latte.
13 Zàbulon abiterà lungo il lido del mare
e sarà l'approdo delle navi,
con il fianco rivolto a Sidòne.
14 Issacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto.
15 Ha visto che il luogo di riposo era bello,
che il paese era ameno;
ha piegato il dorso a portar la soma
ed è stato ridotto ai lavori forzati.
16 Dan giudicherà il suo popolo
come ogni altra tribù d'Israele.
17 Sia Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e il cavaliere cade all'indietro.
18 Io spero nella tua salvezza, Signore!
19 Gad, assalito da un'orda,
ne attacca la retroguardia.
20 Aser, il suo pane è pingue:
egli fornisce delizie da re.
21 Nèftali è una cerva slanciata
che dà bei cerbiatti.
22 Germoglio di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
23 Lo hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di frecce.
24 Ma è rimasto intatto il suo arco
e le sue braccia si muovon veloci
per le mani del Potente di Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.
25 Per il Dio di tuo padre - egli ti aiuti!
e per il Dio onnipotente - egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall'alto,
benedizioni dell'abisso nel profondo,
benedizioni delle mammelle e del grembo.
26 Le benedizioni di tuo padre sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle attrattive dei colli eterni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
27 Beniamino è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e alla sera spartisce il bottino».
28 Tutti questi formano le dodici tribù d'Israele, questo è ciò che disse loro il loro padre, quando li ha benedetti; ognuno egli benedisse con una benedizione particolare.
29 Poi diede loro quest'ordine: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l'Hittita, 30 nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l'Hittita come proprietà sepolcrale. 31 Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. 32 La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso proveniva dagli Hittiti».
33 Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò e fu riunito ai suoi antenati.

50,1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. 2 Poi Giuseppe ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele 3 e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono per l'imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni. 4 Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: «Se ho trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole: 5 Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto per morire: tu devi seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nel paese di Canaan. Ora, possa io andare a seppellire mio padre e tornare». 6 Il faraone rispose: «Va' e seppellisci tuo padre com'egli ti ha fatto giurare». 7 Allora Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani del paese d'Egitto, 8 tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Soltanto i loro bambini e i loro greggi e i loro armenti essi lasciarono nel paese di Gosen. 9 Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente. 10 Quando arrivarono all'Aia di Atad, che è al di là del Giordano, fecero un lamento molto grande e solenne ed egli celebrò per suo padre un lutto di sette giorni. 11 I Cananei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e dissero: «È un lutto grave questo per gli Egiziani». Per questo la si chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del Giordano. 12 Poi i suoi figli fecero per lui così come aveva loro comandato. 13 I suoi figli lo portarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron l'Hittita, e che si trova di fronte a Mamre. 14 Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con i suoi fratelli e con quanti erano andati con lui a seppellire suo padre.
15 Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». 16 Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest'ordine: 17 Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male! Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando gli si parlò così. 18 E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». 19 Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? 20 Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. 21 Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò e fece loro coraggio. 22 Ora Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; Giuseppe visse centodieci anni. 23 Così Giuseppe vide i figli di Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. 24 Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe». 25 Giuseppe fece giurare ai figli di Israele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».
26 Poi Giuseppe morì all'età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.

Nuova Riveduta:

Genesi 37-51

Giuseppe e i suoi fratelli
(1S 18:6-9; Ge 4:3-24) Pr 18:19 (At 7:9; Ge 45:4-8) Gv 7:5
37,1 Giacobbe abitò nel paese dove suo padre aveva soggiornato, nel paese di Canaan.
2 Questa è la discendenza di Giacobbe.
Giuseppe, all'età di diciassette anni, pascolava il gregge con i suoi fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e con i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Giuseppe riferì al loro padre la cattiva fama che circolava sul loro conto. 3 Israele amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga con le maniche. 4 I suoi fratelli vedevano che il loro padre l'amava più di tutti gli altri fratelli; perciò l'odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.

I sogni di Giuseppe
5 Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; allora questi lo odiarono più che mai. 6 Egli disse loro: «Ascoltate, vi prego, il sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando dei covoni in mezzo ai campi, ed ecco che il mio covone si alzò e restò diritto; i vostri covoni si radunarono intorno al mio covone e gli s'inchinarono davanti». 8 Allora i suoi fratelli gli dissero: «Regnerai forse tu su di noi o ci dominerai?» E l'odiarono ancor di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
9 Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me». 10 Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo sgridò e gli disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?» 11 I suoi fratelli erano invidiosi di lui, ma suo padre serbava dentro di sé queste parole.

Giuseppe gettato in una cisterna
12 Or i fratelli di Giuseppe erano andati a pascolare il gregge del padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: «I tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem. Vieni, ti manderò da loro». Egli rispose: «Eccomi». 14 Israele gli disse: «Va' a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se tutto procede bene con il gregge; poi torna a dirmelo». Così lo mandò dalla valle di Ebron, e Giuseppe arrivò a Sichem. 15 Mentre andava errando per i campi un uomo lo trovò; e quest'uomo lo interrogò, dicendo: «Che cerchi?» 16 Egli rispose: «Cerco i miei fratelli; ti prego, dimmi dove sono a pascolare il gregge». 17 Quell'uomo gli disse: «Sono partiti di qui, perché li ho uditi che dicevano: "Andiamocene a Dotan"». Giuseppe andò quindi in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
18 Essi lo videro da lontano e, prima che egli fosse vicino a loro, complottarono per ucciderlo. 19 Dissero l'uno all'altro: «Ecco, il sognatore arriva! 20 Forza, uccidiamolo e gettiamolo in una di queste cisterne; diremo poi che una bestia feroce l'ha divorato e vedremo che ne sarà dei suoi sogni». 21 Ruben udì e lo liberò dalle loro mani dicendo: «Non togliamogli la vita». 22 Poi Ruben aggiunse: «Non spargete sangue; gettatelo in quella cisterna che è nel deserto, ma non lo colpisca la vostra mano». Diceva così per liberarlo dalle loro mani e restituirlo a suo padre.
23 Quando Giuseppe fu giunto presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della veste lunga con le maniche, che aveva addosso, 24 lo presero e lo gettarono nella cisterna. La cisterna era vuota, non c'era acqua.

Giuseppe venduto a degli Ismaeliti
25 Poi si sedettero per mangiare e, alzando gli occhi, videro una carovana d'Ismaeliti che veniva da Galaad, con i suoi cammelli carichi di aromi, di balsamo e di mirra, che scendeva in Egitto. 26 Giuda disse ai suoi fratelli: «Che ci guadagneremo a uccidere nostro fratello e a nascondere il suo sangue? 27 Su, vendiamolo agl'Ismaeliti e non lo colpisca la nostra mano, perché è nostro fratello, nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto. 28 Come quei mercanti madianiti passavano, essi tirarono su Giuseppe, lo fecero salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a quegl'Ismaeliti. Questi condussero Giuseppe in Egitto.

Pr 28:13; Gr 31:15-17; Ge 45:28
29 Ruben tornò alla cisterna; ed ecco, Giuseppe non era più nella cisterna. Allora egli si stracciò le vesti, 30 tornò dai suoi fratelli e disse: «Il ragazzo non c'è più, e io, dove andrò?» 31 Essi presero la veste di Giuseppe, scannarono un becco e intinsero la veste nel sangue. 32 Poi mandarono uno a portare al padre loro la veste lunga con le maniche e gli fecero dire: «Abbiamo trovato questa veste; vedi tu se è quella di tuo figlio, o no».
33 Egli la riconobbe e disse: «È la veste di mio figlio. Una bestia feroce l'ha divorato; certamente Giuseppe è stato sbranato». 34 Allora Giacobbe si stracciò le vesti, si vestì di sacco, e fece cordoglio di suo figlio per molti giorni. 35 Tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato, e disse: «Io scenderò con cordoglio da mio figlio, nel soggiorno dei morti». E suo padre lo pianse.
36 Intanto quei Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie.

Giuda e Tamar
1Cr 2:3; De 25:5-10
38,1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e andò a stare da un uomo di Adullam, di nome Chira. 2 Là Giuda vide la figlia di un Cananeo di nome Sua; se la prese e si unì a lei. 3 Ella concepì e partorì un figlio, che egli chiamò Er. 4 Poi ella concepì di nuovo e partorì un figlio, che chiamò Onan. 5 Partorì ancora un figlio e lo chiamò Sela. Giuda era a Chezib, quando ella lo partorì.
6 Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie che si chiamava Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, era perverso agli occhi del SIGNORE; e il SIGNORE lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: «Va' dalla moglie di tuo fratello, prenditela in moglie come cognato e suscita una discendenza a tuo fratello». 9 Onan, sapendo che quei discendenti non sarebbero stati suoi, quando si accostava alla moglie di suo fratello, faceva in modo d'impedire il concepimento, per non dare discendenti al fratello. 10 Ciò che egli faceva dispiacque al SIGNORE, il quale fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse a Tamar sua nuora: «Rimani vedova in casa di tuo padre, finché Sela, mio figlio, sia cresciuto». Perché diceva: «Badiamo che anche egli non muoia come i suoi fratelli». E Tamar se ne andò e abitò in casa di suo padre.

1Cr 2:4-15; Ru 4
12 Passarono molti giorni e la figlia di Sua, moglie di Giuda, morì; e, dopo che Giuda si fu consolato, salì da quelli che tosavano le sue pecore a Timna: c'era con lui il suo amico Chira, l'Adullamita. 13 Tamar ne fu informata. Le dissero: «Ecco, tuo suocero sale a Timna a tosare le sue pecore». 14 Allora ella si tolse le vesti da vedova, si coprì d'un velo, se ne avvolse tutta e si mise seduta alla porta di Enaim che è sulla via di Timna; infatti, aveva visto che Sela era cresciuto, e tuttavia lei non gli era stata data in moglie.
15 Come Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché ella aveva il viso coperto. 16 Avvicinatosi a lei sulla via, le disse: «Lasciami venire da te!» Infatti non sapeva che quella fosse sua nuora. Lei rispose: «Che mi darai per venire da me?» 17 Egli le disse: «Ti manderò un capretto del mio gregge». E lei: «Mi darai un pegno finché tu me lo abbia mandato?» 18 Ed egli: «Che pegno ti darò?» L'altra rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Egli glieli diede, andò da lei ed ella rimase incinta di lui. 19 Allora Tamar si alzò e se ne andò; si tolse il velo e si rimise le vesti da vedova.
20 Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico, l'Adullamita, al fine di ritirare il pegno dalle mani di quella donna, ma egli non la trovò. 21 Interrogò la gente del luogo, dicendo: «Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla via?» Quelli risposero: «Qui non c'è stata nessuna prostituta». 22 Egli se ne tornò da Giuda e gli disse: «Non l'ho trovata e, per di più, la gente del luogo mi ha detto: "Qui non c'è stata nessuna prostituta"». 23 Giuda disse: «Si tenga pure il pegno, e non esponiamoci agli scherni! Ecco, io ho mandato questo capretto e tu non l'hai trovata».
24 Circa tre mesi dopo, vennero a dire a Giuda: «Tamar, tua nuora, si è prostituita e, per di più, eccola incinta in seguito alla sua prostituzione». Giuda disse: «Portatela fuori e sia bruciata!» 25 Mentre la portavano fuori, mandò a dire al suo suocero: «Sono incinta dell'uomo al quale appartengono queste cose». E disse: «Riconosci, ti prego, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «È più giusta di me, perché non l'ho data a mio figlio Sela». Ed egli non ebbe più relazioni con lei.
27 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che Tamar aveva in grembo due gemelli. 28 Mentre partoriva, l'uno di essi mise fuori una mano e la levatrice la prese e vi legò un filo scarlatto, dicendo: «Questo qui esce per primo». 29 Ma egli ritirò la mano, ed uscì suo fratello. Allora la levatrice disse: «Perché ti sei fatta questa breccia?» Per questo motivo gli fu messo nome Perez. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerac.

Giuseppe in Egitto
1S 18:14; Sl 1:1-3
39,1 Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti che ce l'avevano condotto. 2 Il SIGNORE era con Giuseppe: a lui riusciva bene ogni cosa e stava in casa del suo padrone egiziano. 3 Il suo padrone vide che il SIGNORE era con lui e che il SIGNORE gli faceva prosperare nelle mani tutto ciò che intraprendeva. 4 Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e si occupava del servizio personale di Potifar, il quale lo fece maggiordomo della sua casa e gli affidò l'amministrazione di tutto quello che possedeva. 5 Dal momento che lo ebbe fatto maggiordomo della sua casa e gli ebbe affidato tutto quello che possedeva, il SIGNORE benedisse la casa dell'Egiziano per amore di Giuseppe; la benedizione del SIGNORE si posò su tutto ciò che egli possedeva, in casa e in campagna. 6 Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; non s'occupava più di nulla, tranne del cibo che mangiava. Giuseppe era avvenente e di bell'aspetto.

Giuseppe in prigione
Ec 7:26; Pr 6:20, ecc.; Gb 31:1-2; Gm 1:12
7 Dopo queste cose, la moglie del padrone di Giuseppe gli mise gli occhi addosso e gli disse: «Unisciti a me!» 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non mi chiede conto di quanto è nella casa e mi ha affidato tutto quello che ha. 9 In questa casa, egli stesso non è più grande di me e nulla mi ha vietato, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?» 10 Benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì a unirsi né a stare con lei. 11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; lì non c'era nessuno della gente di casa; 12 allora lei lo afferrò per la veste e gli disse: «Unisciti a me!» Ma egli le lasciò in mano la veste e fuggì. 13 Quando lei vide che egli le aveva lasciato la veste in mano e che era fuggito, 14 chiamò la gente di casa sua e disse: «Vedete, ci ha portato un Ebreo perché questi si prendesse gioco di noi; egli è venuto da me per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 15 E com'egli ha udito che io alzavo la voce e gridavo, mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito». 16 E si tenne accanto la veste di lui finché il suo padrone non tornò a casa. 17 Allora gli parlò in questa maniera: «Quel servo ebreo che hai condotto in casa è venuto da me per prendersi gioco di me. 18 Ma appena io ho alzato la voce e ho gridato, egli mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito». 19 Quando il padrone di Giuseppe udì le parole di sua moglie che gli diceva: «Il tuo servo mi ha fatto questo!» si accese d'ira. 20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, nel luogo dove si tenevano chiusi i carcerati del re. Egli era dunque là in quella prigione.

Sl 105:18-19; 1P 2:19-20
21 E il SIGNORE fu con Giuseppe, gli mostrò il suo favore e gli fece trovare grazia agli occhi del governatore della prigione. 22 Così il governatore della prigione affidò alla sorveglianza di Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; e nulla si faceva senza di lui. 23 Il governatore della prigione non rivedeva niente di quello che era affidato a lui, perché il SIGNORE era con lui, e il SIGNORE faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva.

Giuseppe in prigione
Ge 39:20-23; 41:1-32; Gc 7:13-14
40,1 Dopo queste cose, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto. 2 Il faraone s'indignò contro i suoi due ufficiali, contro il capo dei coppieri e il capo dei panettieri; 3 e li fece mettere in carcere nella casa del capo delle guardie, nella stessa prigione dove Giuseppe stava rinchiuso. 4 Il capitano delle guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe, il quale li serviva. Essi rimasero in prigione per un certo tempo.
5 In una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, un sogno per uno, e ciascun sogno aveva il suo significato particolare. 6 Giuseppe, venuto la mattina da loro, li guardò e li vide tutti turbati. 7 Interrogò allora gli ufficiali del faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone, e disse: «Perché oggi avete il viso così triste?» 8 Quelli gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non c'è nessuno che ce lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego».
9 Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, mi stava davanti una vite; 10 in quella vite c'erano tre tralci; mi pareva che essa germogliasse, poi fiorisse, e desse infine dei grappoli d'uva matura. 11 Io avevo in mano la coppa del faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone». 12 Giuseppe gli disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni; 13 fra tre giorni il faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo incarico e tu darai in mano al faraone la sua coppa, come facevi prima, quando eri suo coppiere. 14 Ma ricòrdati di me, quando sarai felice, e sii buono verso di me, ti prego; parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa, 15 perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla per essere messo in questo sotterraneo».
16 Il capo dei panettieri, vedendo che l'interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: «Anch'io! Nel mio sogno avevo tre canestri di pane bianco sul capo; 17 nel canestro più alto c'era per il faraone ogni sorta di vivande cotte al forno; e gli uccelli le mangiavano dentro al canestro sul mio capo». 18 Giuseppe rispose e disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni. 19 Ancora tre giorni e il faraone alzerà la tua testa, ti farà impiccare a un albero e gli uccelli mangeranno la tua carne addosso a te».
20 Il terzo giorno, che era il compleanno del faraone, egli fece un banchetto per tutti i suoi servitori e alzò la testa al capo dei coppieri e la testa al capo dei panettieri in mezzo ai suoi servitori: 21 ristabilì il capo dei coppieri nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano al faraone, 22 ma fece impiccare il capo dei panettieri, secondo l'interpretazione che Giuseppe aveva loro data.
23 Il gran coppiere però non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò.

Giuseppe davanti al faraone
Ge 40; Da 2; 4; La 3:26
41,1 Alla fine di due anni interi, il faraone fece un sogno. Egli stava presso il Fiume; 2 e dal Fiume ecco salire sette vacche, di bell'aspetto e grasse, che si misero a pascolare nella giuncaia. 3 Dopo quelle, ecco salire dal Fiume altre sette vacche di brutto aspetto e scarne, che si fermarono accanto alle prime, sulla riva del Fiume. 4 Le vacche di brutto aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell'aspetto e grasse. E il faraone si svegliò.
5 Poi si riaddormentò e sognò di nuovo: ecco sette spighe, grosse e belle, venir su da un unico stelo. 6 Poi, ecco germogliare sette spighe sottili e arse dal vento orientale che germogliavano dopo quelle altre. 7 Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene. E il faraone si svegliò: era un sogno. 8 La mattina, lo spirito del faraone fu turbato; egli mandò a chiamare tutti i maghi e tutti i savi d'Egitto e raccontò loro i suoi sogni, ma non ci fu nessuno che li potesse interpretare al faraone.
9 Allora il capo dei coppieri parlò al faraone, dicendo: «Ricordo oggi le mie colpe. 10 Il faraone si era sdegnato contro i suoi servitori e mi aveva fatto mettere in prigione, nella casa del capo delle guardie: me e il capo dei panettieri. 11 L'uno e l'altro facemmo un sogno nella stessa notte: facemmo ciascuno un sogno con un significato particolare. 12 Lì con noi c'era un giovane ebreo, servo del capo delle guardie; a lui raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno. 13 E le cose avvennero secondo l'interpretazione che egli ci aveva data: il faraone ristabilì me nel mio incarico e l'altro lo fece impiccare».
14 Allora il faraone mandò a chiamare Giuseppe. Lo fecero subito uscire dalla prigione sotterranea. Egli si rase, si cambiò il vestito e andò dal faraone. 15 Il faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e non c'è chi lo possa interpretare. Ho udito dire di te che, quando ti raccontano un sogno, tu lo puoi interpretare». 16 Giuseppe rispose al faraone dicendo: «Non sono io, ma sarà Dio che darà al faraone una risposta favorevole».
17 Allora il faraone disse a Giuseppe: «Nel mio sogno io stavo sulla riva del Fiume; 18 quand'ecco salire dal Fiume sette vacche grasse e di bell'aspetto e che si misero a pascolare nella giuncaia. 19 Dopo quelle, ecco salire altre sette vacche, magre, di bruttissimo aspetto e scarne: tali, che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d'Egitto. 20 Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche grasse; 21 e queste entrarono loro in corpo e non si riconobbe che vi erano entrate; erano di brutto aspetto come prima. E mi svegliai. 22 Poi vidi ancora nel mio sogno sette spighe venire su da un unico stelo, piene e belle; 23 ed ecco germogliare altre sette spighe, vuote, sottili e arse dal vento orientale, dopo quelle altre. 24 Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe belle. Io ho raccontato questo ai maghi, ma non c'è stato nessuno che abbia saputo spiegarmelo».
25 Allora Giuseppe disse al faraone: «Ciò che il faraone ha sognato è una stessa cosa. Dio ha indicato al faraone quello che sta per fare. 26 Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno. 27 Le sette vacche magre e brutte che salivano dopo quelle altre, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale saranno sette anni di carestia. 28 Questo è quello che ho detto al faraone: Dio ha mostrato al faraone quello che sta per fare. 29 Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d'Egitto. 30 Dopo verranno sette anni di carestia; tutta quell'abbondanza sarà dimenticata nel paese d'Egitto e la carestia consumerà il paese. 31 Uno non conoscerà più di quell'abbondanza nel paese, a causa della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura. 32 Il fatto che il sogno si sia ripetuto due volte al faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio e che Dio l'eseguirà presto. 33 Or dunque il faraone si provveda di un uomo intelligente e saggio, e lo stabilisca sul paese d'Egitto. 34 Il faraone faccia così: costituisca dei commissari sul paese per prelevare il quinto delle raccolte del paese d'Egitto durante i sette anni d'abbondanza. 35 Essi raccolgano tutti i viveri di queste sette annate buone che stanno per venire e ammassino il grano a disposizione del faraone per l'approvvigionamento delle città, e lo conservino. 36 Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nella terra d'Egitto; così il paese non perirà per la carestia».

Giuseppe fatto vicerè d'Egitto
(Sl 105:17-22; 113:7-8; At 7:9-10; Ge 45:4-8) Fl 2:9-11
37 La cosa piacque al faraone e a tutti i suoi servitori. 38 Il faraone disse ai suoi servitori: «Potremmo forse trovare un uomo pari a questo, in cui sia lo Spirito di Dio?» 39 Così il faraone disse a Giuseppe: «Poiché Dio ti ha fatto conoscere tutto questo, non c'è nessuno che sia intelligente e savio quanto te. 40 Tu avrai autorità su tutta la mia casa e tutto il popolo ubbidirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò più grande di te». 41 Il faraone disse ancora a Giuseppe: «Vedi, io ti do potere su tutto il paese d'Egitto». 42 Poi il faraone si tolse l'anello dal dito e lo mise al dito di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino e gli mise al collo una collana d'oro. 43 Lo fece salire sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «In ginocchio!» Così il faraone gli diede autorità su tutto il paese d'Egitto. 44 Il faraone disse a Giuseppe: «Io sono il faraone! Ma senza tuo ordine, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto».
45 Il faraone chiamò Giuseppe Safnat-Paneac e gli diede per moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe partì per visitare il paese d'Egitto. 46 Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò davanti al faraone, re d'Egitto. Giuseppe uscì dalla presenza del faraone e percorse tutto il paese d'Egitto.
47 Durante i sette anni di abbondanza la terra produsse a profusione; 48 Giuseppe raccolse tutti i viveri che furono prodotti nel paese d'Egitto in quei sette anni e li immagazzinò nelle città; immagazzinò in ogni città i viveri del territorio circostante. 49 Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare: in così gran quantità, che si smise di contarlo, perché era incalcolabile.

Nascita di Manasse e d'Efraim
Ge 48; 47:13-26
50 Prima che venisse il primo anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli, che Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On, gli partorì. 51 Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: «Dio mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre». 52 Il secondo lo chiamò Efraim, perché, disse: «Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione».
53 I sette anni d'abbondanza che c'erano stati nel paese d'Egitto finirono 54 e cominciarono a venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d'Egitto c'era del pane. 55 Poi la carestia si estese a tutto il paese d'Egitto e il popolo gridò al faraone per avere del pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe e fate quello che vi dirà». 56 La carestia era su tutta la superficie del paese e Giuseppe aprì tutti i depositi e vendette grano agli Egiziani. La carestia s'aggravò nel paese d'Egitto. 57 Da tutti i paesi venivano in Egitto, da Giuseppe, per comprare grano, perché la carestia era grave su tutta la terra.

I fratelli di Giuseppe in Egitto
Ge 41:54-57; At 7:11-12
42,1 Giacobbe seppe che c'era grano in Egitto; allora disse ai suoi figli: «Perché state a guardarvi l'un l'altro?» 2 Poi disse: «Ecco, ho sentito dire che c'è grano in Egitto; scendete là a comprarne, così vivremo e non moriremo».
3 Così dieci dei fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprarvi il grano. 4 Ma Giacobbe non mandò con loro Beniamino, il fratello di Giuseppe, perché diceva: «Che non gli succeda qualche disgrazia!» 5 I figli d'Israele giunsero per comprare grano in mezzo agli altri che erano venuti; perché nel paese di Canaan c'era la carestia.

Ge 37:5-30; Gb 36:8-10
6 Or Giuseppe era colui che comandava nel paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; i fratelli di Giuseppe vennero e si inchinarono davanti a lui con la faccia a terra. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si comportò come un estraneo davanti a loro e parlò loro aspramente dicendo: «Da dove venite?» Essi risposero: «Dal paese di Canaan per comprare dei viveri». 8 Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui.
9 Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto riguardo a loro e disse: «Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!» 10 Ed essi a lui: «No, mio signore, i tuoi servi sono venuti a comprare dei viveri. 11 Siamo tutti figli di uno stesso uomo. Siamo gente sincera. I tuoi servi non sono delle spie». 12 Ma egli disse: «No, siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!» 13 Quelli risposero: «Noi, tuoi servi, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo, del paese di Canaan. Ecco, il più giovane è oggi con nostro padre, e uno non è più». 14 E Giuseppe disse loro: «La cosa è come v'ho detto; siete delle spie! 15 Ecco come sarete messi alla prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui fin tanto che non sarà arrivato il vostro fratello più giovane.
16 Mandate uno di voi a prendere vostro fratello e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova e si veda se c'è del vero in voi; se no, per la vita del faraone, siete delle spie!» 17 E li mise assieme in prigione per tre giorni.
18 Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo Dio! 19 Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella vostra prigione; e voi andate, portate il grano necessario alle vostre famiglie. 20 Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno verificate e voi non morirete». Ed essi fecero così.
21 Allora si dicevano l'uno all'altro: «Sì, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, giacché vedemmo la sua angoscia quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso quest'angoscia». 22 Ruben rispose loro: «Non ve lo dicevo io: "Non commettete questo peccato contro il ragazzo?" Ma voi non voleste darmi ascolto. Perciò, ecco, il suo sangue ci è ridomandato». 23 Ora essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro c'era un interprete. 24 Ed egli si allontanò da loro, e pianse. Poi tornò, parlò con quelli e prese tra di loro Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi.

Ro 12:17-20; Sl 53:5; Ge 37:31-35
25 Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E così fu fatto. 26 Essi caricarono il loro grano sui loro asini e partirono.
27 Or uno di essi aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide il suo denaro alla bocca del sacco; 28 egli disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito, eccolo qui nel mio sacco». Allora si sentirono mancare il cuore e, tremando, dicevano l'uno all'altro: «Che cos'è mai questo che Dio ci ha fatto?»
29 E giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quello che era loro accaduto, dicendo: 30 «L'uomo che è il signore del paese ci ha parlato aspramente e ci ha trattati come spie del paese. 31 Noi gli abbiamo detto: "Siamo gente sincera; non siamo delle spie; 32 siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è più, e il più giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan". 33 Quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: "Da questo saprò se siete gente sincera: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite e portatemi il vostro fratello più giovane. 34 Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera: io vi renderò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese"».
35 Mentre essi vuotavano i loro sacchi, ecco che in ciascun sacco c'era il sacchetto con il denaro; essi e il padre loro videro i sacchetti con il loro denaro e furono presi da paura.
36 Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutte queste cose pesano su di me!» 37 Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riconduco, fa' morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò». 38 Giacobbe rispose: «Mio figlio non scenderà con voi; perché suo fratello è morto, e questo solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel soggiorno dei morti».

Secondo viaggio dei fratelli di Giuseppe in Egitto
Ge 42:29-38; 44:24-34; cfr. 37:26-28
43,1 Or la carestia era grave nel paese. 2 Quando ebbero finito di mangiare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: «Tornate a comprare un po' di viveri». 3 E Giuda rispose: «Quell'uomo ce lo dichiarò categoricamente: "Non vedrete la mia faccia, se vostro fratello non sarà con voi". 4 Se tu mandi nostro fratello con noi, scenderemo e ti compreremo dei viveri; 5 ma se non lo mandi, non scenderemo, perché quell'uomo ci ha detto: "Non vedrete la mia faccia, se vostro fratello non sarà con voi"». 6 Israele disse: «Perché mi avete fatto questo torto di dire a quell'uomo che avevate ancora un fratello?» 7 Quelli risposero: «Quell'uomo c'interrogò minuziosamente intorno a noi e al nostro parentado, dicendo: "Vostro padre vive ancora? Avete qualche altro fratello?" Noi gli rispondemmo secondo le sue domande. Non potevamo sapere che ci avrebbe detto: "Fate venire vostro fratello!"»
8 Giuda disse a suo padre Israele: «Lascia venire il ragazzo con me; ci leveremo e andremo, così vivremo e non moriremo: né noi, né tu, né i nostri piccini. 9 Io mi rendo garante di lui. Ridomandane conto alla mia mano. Se non te lo riconduco e non te lo rimetto davanti, io sarò per sempre colpevole verso di te. 10 Se non avessimo indugiato, a quest'ora saremmo già tornati due volte». 11 Allora Israele, loro padre, disse loro: «Se così è, fate questo: prendete nei vostri sacchi le cose più squisite di questo paese e portate a quell'uomo un dono: un po' di balsamo, un po' di miele, degli aromi e della mirra, dei pistacchi e delle mandorle. 12 Prendete con voi il doppio del denaro, e riportate il denaro che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse fu un errore. 13 Prendete anche vostro fratello e andate, tornate da quell'uomo. 14 Dio onnipotente vi faccia trovare grazia davanti a quell'uomo, così che egli vi rilasci l'altro vostro fratello e Beniamino. Se devo essere privato dei miei figli, che io lo sia!»

Ro 12:19-21; 1Te 5:15
15 Quelli presero dunque questo dono, presero con sé il doppio del denaro e Beniamino, e partirono; scesero in Egitto e si presentarono davanti a Giuseppe.
16 Come Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: «Conduci questi uomini in casa, macella e prepara tutto, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno». 17 L'uomo fece come Giuseppe aveva ordinato e li condusse in casa di Giuseppe. 18 E quelli ebbero paura, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «Siamo portati qui a motivo di quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta; egli vuole darci addosso, piombare su di noi e prenderci come schiavi, con i nostri asini». 19 Avvicinatisi al maggiordomo di Giuseppe, gli parlarono sulla porta della casa e dissero: 20 «Scusa, signor mio! Noi scendemmo già una prima volta a comprare dei viveri, 21 e avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i sacchi, ed ecco il denaro di ciascuno di noi era alla bocca del suo sacco: il nostro denaro del peso esatto; e l'abbiamo riportato con noi. 22 Ma abbiamo portato con noi altro denaro per comprare dei viveri. Non sappiamo chi abbia messo il nostro denaro nei nostri sacchi». 23 Egli disse: «Datevi pace, non temete; il vostro Dio e il Dio di vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ho avuto il vostro denaro». E, fatto uscire Simeone, lo condusse da loro. 24 Quell'uomo li fece entrare in casa di Giuseppe, diede loro dell'acqua, ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede del foraggio ai loro asini. 25 Poi essi prepararono il dono, aspettando che Giuseppe venisse a mezzogiorno; perché avevano sentito che sarebbero rimasti lì a mangiare. 26 Quando Giuseppe venne a casa, quelli gli porsero il dono, che avevano portato con sé nella casa, e s'inchinarono fino a terra davanti a lui. 27 Egli domandò loro come stavano e disse: «Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste, sta bene? Vive ancora?» 28 Quelli risposero: «Nostro padre tuo servo sta bene, vive ancora». Poi s'inchinarono e gli fecero riverenza. 29 Giuseppe alzò gli occhi, vide Beniamino suo fratello, figlio di sua madre, e disse: «È questo il vostro fratello più giovane di cui mi avete parlato?» Poi disse a lui: «Dio ti sia propizio, figlio mio!» 30 E Giuseppe s'affrettò a uscire, perché si era commosso nell'intimo per suo fratello; cercava un luogo dove piangere; entrò nella sua camera e pianse. 31 Poi si lavò la faccia e uscì, si fece forza e disse: «Portate il pranzo». 32 Fu dunque portato il cibo per lui a parte, per loro a parte e per gli Egiziani che mangiavano con loro a parte; perché gli Egiziani non possono mangiare con gli Ebrei; per gli Egiziani è cosa abominevole. 33 Ma essi sedevano di fronte a lui, dal primogenito, secondo il suo diritto di primogenitura, fino al più giovane secondo la sua età; e si guardavano l'un l'altro stupiti. 34 Giuseppe fece loro portare delle vivande che aveva davanti a sé; ma la porzione di Beniamino era cinque volte maggiore di quella d'ogni altro di loro. Bevvero e stettero allegri con lui.

Giuseppe mette alla prova i suoi fratelli
De 8:2, 16
44,1 Giuseppe diede quest'ordine al suo maggiordomo: «Riempi i sacchi di questi uomini di tanti viveri quanti ne possono portare e metti il denaro di ciascuno di loro alla bocca del suo sacco. 2 Metti la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, assieme al denaro del suo grano». Ed egli fece come Giuseppe aveva detto.
3 La mattina, appena fu giorno, quegli uomini furono fatti partire con i loro asini. 4 Quando furono usciti dalla città e non erano ancora lontani, Giuseppe disse al suo maggiordomo: «Parti, vai dietro a quegli uomini e quando li avrai raggiunti dirai loro: "Perché avete reso male per bene? 5 Non è quella la coppa dalla quale il mio signore beve e di cui si serve per trarre presagi? Avete fatto male a fare questo!"» 6 Egli li raggiunse e disse loro quelle parole. 7 Essi gli risposero: «Perché il mio signore ci rivolge parole come queste? Dio preservi i tuoi servi dal fare una cosa simile. 8 Ecco noi ti abbiamo riportato dal paese di Canaan il denaro che avevamo trovato alla bocca dei nostri sacchi; come dunque avremmo rubato dell'argento o dell'oro dalla casa del tuo signore? 9 Quello dei tuoi servi presso il quale si troverà la coppa sia messo a morte e noi pure saremo schiavi del tuo signore!» 10 Ed egli disse: «Ebbene, sia fatto come dite: colui presso il quale essa sarà trovata, sarà mio schiavo e voi sarete innocenti». 11 In tutta fretta, ognuno di loro scaricò a terra il proprio sacco, e ciascuno aprì il suo. 12 Il maggiordomo li frugò, cominciando da quello del maggiore, per finire con quello del più giovane; la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino.
13 Allora quelli si stracciarono le vesti, ognuno ricaricò il suo asino e tornarono alla città. 14 Giuda e i suoi fratelli arrivarono alla casa di Giuseppe, il quale era ancora lì; si gettarono con la faccia a terra davanti a lui. 15 Giuseppe disse loro: «Che azione è questa che avete fatto? Non lo sapete che un uomo come me ha il potere di indovinare?» 16 Giuda rispose: «Che diremo al mio signore? Quali parole useremo? O come ci giustificheremo? Dio ha trovato l'iniquità dei tuoi servi. Ecco, siamo schiavi del mio signore: tanto noi, quanto colui in mano del quale è stata trovata la coppa». 17 Ma Giuseppe disse: «Dio mi guardi dal far questo! L'uomo nella cui mano è stata trovata la coppa, lui sarà mio schiavo; quanto a voi, tornate in pace da vostro padre».

Ge 42:29-38; 43:1-14
18 Allora Giuda si avvicinò a Giuseppe e disse: «Mio signore, permetti al tuo servo di fare udire una parola al mio signore. La tua ira non si accenda contro il tuo servo, poiché tu sei come il faraone. 19 Il mio signore interrogò i suoi servi, dicendo: "Avete un padre o un fratello?" 20 Noi rispondemmo al mio signore: "Abbiamo un padre che è vecchio, con un giovane figlio, natogli nella vecchiaia; il fratello di questi è morto, è rimasto lui soltanto dei figli di sua madre, e suo padre lo ama". 21 Allora tu dicesti ai tuoi servi: "Fatelo scendere da me perché io lo veda con i miei occhi". 22 Noi dicemmo al mio signore: "Il ragazzo non può lasciare suo padre perché, se lo lasciasse, suo padre morirebbe". 23 Tu dicesti ai tuoi servi: "Se il vostro fratello più giovane non scende con voi, voi non vedrete più la mia faccia". 24 Come fummo risaliti da mio padre, tuo servo, gli riferimmo le parole del mio signore. 25 Poi nostro padre disse: "Tornate a comprare un po' di viveri". 26 E noi rispondemmo: "Non possiamo scendere laggiù; se il nostro fratello più giovane verrà con noi, scenderemo; perché non possiamo vedere la faccia di quell'uomo, se il nostro fratello più giovane non è con noi". 27 Mio padre, tuo servo, ci rispose: "Voi sapete che mia moglie mi partorì due figli; 28 uno di questi partì da me, e io dissi: «Certamente, egli è stato sbranato»; e non l'ho più visto da allora; 29 se mi togliete anche questo, se gli capita qualche disgrazia, voi farete scendere con tristezza i miei capelli bianchi nel soggiorno dei morti". 30 Or dunque, quando giungerò da mio padre, tuo servo, se il ragazzo, alla vita del quale la sua è legata, non è con noi, 31 avverrà che, come avrà visto che il ragazzo non c'è, egli morirà e i tuoi servi avranno fatto scendere con tristezza i capelli bianchi del tuo servo, nostro padre, nel soggiorno dei morti. 32 Siccome il tuo servo si è reso garante del ragazzo presso mio padre e gli ha detto: "Se non te lo riconduco, sarò per sempre colpevole verso mio padre", 33 ti prego, permetti ora che il tuo servo rimanga schiavo del mio signore invece del ragazzo e che il ragazzo se ne torni con i suoi fratelli. 34 Altrimenti, come farei a risalire da mio padre senza avere il ragazzo con me? Ah, che io non veda il dolore che ne verrebbe a mio padre».

Giuseppe riconosciuto dai fratelli
(Ge 44:33-34; At 7:13) Ef 4:32-5:2
45,1 Allora Giuseppe non potè più contenersi davanti a tutto il suo seguito e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!» Nessuno rimase con Giuseppe quando egli si fece riconoscere dai suoi fratelli. 2 Alzò la voce piangendo; gli Egiziani lo udirono e l'udì la casa del faraone. 3 Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sono Giuseppe; mio padre vive ancora?» Ma i suoi fratelli non gli potevano rispondere, perché erano atterriti dalla sua presenza. 4 Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Vi prego, avvicinatevi a me!» Quelli s'avvicinarono ed egli disse: «Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse portato in Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi portato qui; poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 Infatti, sono due anni che la carestia è nel paese e ce ne saranno altri cinque, durante i quali non ci sarà raccolto né mietitura. 7 Ma Dio mi ha mandato qui prima di voi, perché sia conservato di voi un residuo sulla terra e per salvare la vita a molti scampati. 8 Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio. Egli mi ha stabilito come padre del faraone, signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9 Affrettatevi a risalire da mio padre e ditegli: "Così dice tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto; scendi da me, non tardare; 10 tu abiterai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi. 11 Qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi". 12 Ecco, voi vedete con i vostri occhi, e mio fratello Beniamino vede con i suoi occhi, che è proprio la mia bocca quella che vi parla. 13 Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto e tutto quello che avete visto; e fate che mio padre scenda presto qua».
14 Poi si gettò al collo di Beniamino, suo fratello, e pianse; e Beniamino pianse sul collo di lui. 15 Baciò pure tutti i suoi fratelli, piangendo. Dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui.

Ge 46:1-7, 28-30
16 Intanto la voce si diffuse nella casa del faraone, e si disse: «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo piacque al faraone e ai suoi servitori. 17 Il faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi fratelli: "Fate questo: caricate le vostre bestie e andate, tornate al paese di Canaan; 18 prendete vostro padre, le vostre famiglie e venite da me; io vi darò il meglio del paese d'Egitto e voi mangerete il grasso della terra". 19 Tu hai l'ordine di dire loro: "Fate questo: prendete nel paese d'Egitto dei carri per i vostri bambini e per le vostre mogli; conducete vostro padre e venite. 20 E non vi rincresca di lasciare la vostra roba; perché il meglio di tutto il paese d'Egitto sarà vostro"».
21 I figli d'Israele fecero così e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l'ordine del faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio. 22 Diede un abito di ricambio per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di vestiti; 23 a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d'Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri per suo padre durante il viaggio. 24 Così congedò i suoi fratelli e questi partirono; ed egli disse loro: «Non ci siano, durante il viaggio, delle liti tra di voi».
25 Essi risalirono dall'Egitto e giunsero nel paese di Canaan, da Giacobbe loro padre. 26 Gli riferirono ogni cosa, dicendo: «Giuseppe vive ancora ed è governatore di tutto il paese d'Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro. 27 Essi gli ripeterono tutte le parole che Giuseppe aveva dette loro. Quando egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per trasportarlo, lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò. 28 E Israele disse: «Basta, mio figlio Giuseppe vive ancora; io andrò e lo vedrò prima di morire».

Giacobbe e la sua famiglia in Egitto
Ge 45:9-28; 26:1-6
46,1 Israele partì con tutto quello che aveva e, giunto a Beer-Sceba, offrì sacrifici al Dio d'Isacco suo padre. 2 Dio parlò a Israele in visioni notturne, e disse: «Giacobbe, Giacobbe!» Ed egli rispose: «Eccomi». 3 Dio disse: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché là ti farò diventare una grande nazione. 4 Io scenderò con te in Egitto, te ne farò anche sicuramente risalire e Giuseppe ti chiuderà gli occhi».
5 Allora Giacobbe partì da Beer-Sceba; e i figli d'Israele fecero salire Giacobbe loro padre, i loro bambini e le loro mogli sui carri che il faraone aveva mandati per trasportarli. 6 Essi presero il loro bestiame e i beni che avevano acquisiti nel paese di Canaan e scesero in Egitto: Giacobbe con tutta la sua famiglia. 7 Egli fece venire con sé in Egitto i suoi figli, i figli dei suoi figli, le sue figlie, le figlie dei suoi figli e tutta la sua famiglia.

Es 1:1-5; Nu 26; 1Cr 2-8
8 Questi sono i nomi dei figli d'Israele che vennero in Egitto: Giacobbe e i suoi figli.
Il primogenito di Giacobbe: Ruben.
9 I figli di Ruben: Chenoc, Pallu, Chesron e Carmi.
10 I figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Soar e Saul, figlio di una Cananea.
11 I figli di Levi: Gherson, Cheat e Merari.
12 I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zarac; ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan; i figli di Perez furono: Chesron e Camul.
13 I figli d'Issacar: Tola, Puva, Iob e Simron.
14 I figli di Zabulon: Sered, Elon e Ialeel. 15 Questi sono i figli che Lea partorì a Giacobbe a Paddan-Aram, oltre a Dina, figlia di lui. I suoi figli e le sue figlie erano in tutto trentatré persone.
16 I figli di Gad: Sifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli.
17 I figli di Ascer: Imna, Tisva, Tisvi, Beria e Serac loro sorella; i figli di Beria: Eber e Malchiel.
18 Questi furono i figli di Zilpa che Labano aveva dato a sua figlia Lea; lei li partorì a Giacobbe: in tutto sedici persone.
19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. 20 A Giuseppe, nel paese d'Egitto, nacquero Manasse ed Efraim, i quali Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On, gli partorì.
21 I figli di Beniamino: Bela, Becher, Asbel, Ghera, Naaman, Ei, Ros, Muppim, Cuppim e Ard.
22 Questi sono i figli di Rachele che nacquero a Giacobbe: in tutto quattordici persone.
23 I figli di Dan: Cusim.
24 I figli di Neftali: Iacseel, Guni, Ieser e Sillem.
25 Questi sono i figli di Bila, che Labano aveva dato a sua figlia Rachele; lei li partorì a Giacobbe: in tutto sette persone.
26 Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto sessantasei. 27 I figli di Giuseppe, natigli in Egitto, erano due. Il totale delle persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto, era di settanta.

Ge 45:26-28; Lu 2:25-32
28 Giacobbe mandò davanti a sé Giuda verso Giuseppe, perché questi lo guidasse nel paese di Goscen. Giunsero nella terra di Goscen. 29 Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Goscen a incontrare Israele, suo padre; gli si presentò, gli si gettò al collo e pianse a lungo sul suo collo. 30 Israele disse a Giuseppe: «Ora, che io muoia pure, giacché ho visto il tuo volto, e tu vivi ancora!»
31 Giuseppe disse ai suoi fratelli e alla famiglia di suo padre: «Io andrò a informare il faraone e gli dirò: "I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32 Questi uomini sono pastori, perché sono sempre stati allevatori di bestiame e hanno condotto con sé le loro greggi, i loro armenti e tutto quello che posseggono". 33 Quando il faraone vi farà chiamare e vi dirà: "Qual è la vostra occupazione?", risponderete: 34 "I tuoi servi sono stati allevatori di bestiame dalla loro infanzia fino ad ora: noi come i nostri padri". Così abiterete nella terra di Goscen, perché gli Egiziani hanno in abominio tutti i pastori».

La famiglia di Giacobbe stabilita nel paese di Goscen
Ge 46:31-34; 45:7, 10-11; Sl 103:15-18
47,1 Giuseppe andò a informare il faraone e gli disse: «Mio padre e i miei fratelli con le loro greggi, con i loro armenti e con tutto quello che hanno, sono venuti dal paese di Canaan; ecco, sono nella terra di Goscen». 2 Poi prese cinque uomini tra i suoi fratelli e li presentò al faraone. 3 Il faraone disse ai fratelli di Giuseppe: «Qual è la vostra occupazione?» Essi risposero al faraone: «I tuoi servi sono pastori, come lo furono i nostri padri». 4 Poi dissero al faraone: «Siamo venuti ad abitare in questo paese, perché nel paese di Canaan non ci sono pascoli per le greggi dei tuoi servi; poiché la carestia è grave, permetti ora che i tuoi servi abitino nella terra di Goscen». 5 Il faraone parlò a Giuseppe, dicendo: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te; 6 il paese d'Egitto sta davanti a te; fa' abitare tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese; risiedano pure nella terra di Goscen. Se conosci tra di loro degli uomini capaci, falli sovraintendenti del mio bestiame».
7 Poi Giuseppe fece venire Giacobbe, suo padre, dal faraone e glielo presentò. E Giacobbe benedisse il faraone. 8 Il faraone disse a Giacobbe: «Quanti sono gli anni della tua vita?» 9 Giacobbe rispose al faraone: «Gli anni della mia vita nomade sono centotrenta. I miei anni sono stati pochi e travagliati e non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita nomade». 10 Giacobbe benedisse ancora il faraone e si ritirò dalla sua presenza.
11 Giuseppe fece abitare suo padre e i suoi fratelli, diede loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del paese, nel territorio di Ramses, come il faraone aveva ordinato. 12 Giuseppe fornì pane a suo padre, ai suoi fratelli e a tutta la famiglia di suo padre, secondo il numero dei figli.

Ge 41:30-36, 48-57
13 In tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan soffrivano a causa della carestia. 14 Giuseppe raccolse tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan, come prezzo del grano che si comprava; Giuseppe portò questo denaro nella casa del faraone. 15 Quando il denaro fu esaurito nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe e dissero: «Dacci del pane! Perché dovremmo morire in tua presenza? Infatti il denaro è finito». 16 Giuseppe disse: «Se non avete più denaro, date il vostro bestiame e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame». 17 Quelli condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, delle loro greggi di pecore, delle loro mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane quell'anno, in cambio di tutto il loro bestiame.
18 Passato quell'anno, tornarono da lui l'anno seguente e gli dissero: «Noi non nasconderemo al mio signore che il denaro è esaurito e le mandrie del nostro bestiame sono passate al mio signore. Non resta più nulla che il mio signore possa prendere, tranne i nostri corpi e le nostre terre. 19 Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi, noi e le nostre terre? Compra noi e le nostre terre in cambio del pane; noi con le nostre terre saremo schiavi del faraone; dacci della semenza perché possiamo vivere e non morire, e il suolo non diventi un deserto». 20 Così Giuseppe comprò per il faraone tutte le terre d'Egitto; infatti gli Egiziani vendettero ognuno il proprio campo, perché la carestia li colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà del faraone. 21 Quanto al popolo, lo trasferì nelle città, da un capo all'altro dell'Egitto; 22 solo le terre dei sacerdoti non acquistò, perché i sacerdoti ricevevano un'assegnazione stabilita per loro dal faraone e mangiavano grazie all'assegnazione fatta dal faraone; per questo essi non vendettero le loro terre. 23 Giuseppe disse al popolo: «Ecco, oggi ho acquistato voi e le vostre terre per il faraone; eccovi del seme; seminate la terra; 24 al tempo della raccolta, ne darete il quinto al faraone; quattro parti saranno vostre, per seminare i campi e per nutrirvi con quelli che sono in casa vostra e con i vostri bambini». 25 Quelli dissero: «Tu ci hai salvato la vita! Ci sia dato di trovare grazia agli occhi del nostro signore e saremo schiavi del faraone!» 26 Giuseppe ne fece una legge, che dura fino al giorno d'oggi, secondo la quale un quinto del reddito delle terre d'Egitto era per il faraone: soltanto le terre dei sacerdoti non diventarono del faraone.

Ge 49:29-32; 50:4-13
27 Così gli Israeliti abitarono nel paese d'Egitto, nella terra di Goscen; ebbero delle proprietà, furono fecondi e si moltiplicarono oltremodo.
28 Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni; la durata della vita di Giacobbe fu di centoquarantasette anni. 29 Quando Israele s'avvicinò al giorno della sua morte, chiamò suo figlio Giuseppe e gli disse: «Ti prego, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, mettimi la tua mano sotto la coscia e usami bontà e fedeltà; non seppellirmi in Egitto! 30 Ma, quando giacerò con i miei padri, portami fuori d'Egitto e seppelliscimi nella loro tomba!» 31 Egli rispose: «Farò come tu dici». Giacobbe disse: «Giuramelo». Giuseppe glielo giurò. Israele, rivolto al capo del letto, adorò.

Giacobbe benedice i due figli di Giuseppe
Ge 35:9-20; Gs 14:4; 1Cr 5:1-2
48,1 Dopo queste cose, fu detto a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è ammalato». Allora egli prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Efraim. 2 Giacobbe ne fu informato e gli fu detto: «Ecco, tuo figlio Giuseppe viene da te». Israele raccolse le sue forze e si mise seduto sul letto.
3 Giacobbe disse a Giuseppe: «Il Dio onnipotente mi apparve a Luz nel paese di Canaan, mi benedisse 4 e mi disse: "Ecco, io ti renderò fecondo, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te, come proprietà perenne". 5 Ora, i tuoi due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone. 6 Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; essi saranno chiamati col nome dei loro fratelli, quanto alla loro eredità. 7 Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele mi morì nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii in quel luogo, sulla via di Efrata, che è Betlemme».

Eb 11:21; Is 8:18
8 Israele guardò i figli di Giuseppe e disse: «Questi, chi sono?» 9 Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che Dio mi ha dati qui». Ed egli disse: «Ti prego, falli avvicinare a me e io li benedirò». 10 Gli occhi d'Israele erano annebbiati per l'età e non ci vedeva più. Giuseppe li fece avvicinare a lui ed egli li baciò e li abbracciò. 11 Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere il tuo volto ed ecco che Dio mi ha dato di vedere anche la tua prole». 12 Giuseppe li allontanò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi Giuseppe li prese tutti e due: Efraim alla sua destra, alla sinistra d'Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra d'Israele, e li fece avvicinare a lui. 14 E Israele stese la sua mano destra e la posò sul capo di Efraim, che era il più giovane, e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse, incrociando le mani; perché Manasse era il primogenito. 15 Benedisse Giuseppe e disse: «Il Dio alla cui presenza camminarono i miei padri Abraamo e Isacco, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino a questo giorno, 16 l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi ragazzi! Siano chiamati con il mio nome, con il nome dei miei padri, Abraamo e Isacco, e si moltiplichino abbondantemente sulla terra!» 17 Quando Giuseppe vide che suo padre posava la mano destra sul capo di Efraim, ne ebbe dispiacere e prese la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse. 18 Giuseppe disse a suo padre: «Non così, padre mio, perché questo è il primogenito; metti la tua mano destra sul suo capo». 19 Ma suo padre rifiutò e disse: «Lo so, figlio mio, lo so; anch'egli diventerà un popolo; anch'egli sarà grande; nondimeno il suo fratello più giovane sarà più grande di lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». 20 In quel giorno li benedisse, dicendo: «Di te si servirà Israele per benedire, e dirà: "Dio ti faccia simile a Efraim e a Manasse!"» E mise Efraim prima di Manasse.
21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io muoio; ma Dio sarà con voi e vi farà ritornare nel paese dei vostri padri. 22 Io ti do una parte di più che ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani degli Amorei, con la mia spada e con il mio arco».

Benedizioni profetiche di Giacobbe
De 33
49,1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: «Radunatevi, e vi annuncerò ciò che vi avverrà nei giorni a venire.
2 Radunatevi e ascoltate, o figli di Giacobbe!
Date ascolto a Israele, vostro padre!
3 Ruben, tu sei il mio primogenito,
la mia forza, la primizia del mio vigore, eminente in dignità ed eminente in forza.
4 Impetuoso come l'acqua, tu non avrai la preminenza,
perché sei salito sul letto di tuo padre
e hai profanato il mio letto su cui eri salito.
5 Simeone e Levi sono fratelli:
le loro spade sono strumenti di violenza.
6 Non entri l'anima mia nel loro consiglio segreto,
non si unisca la mia gloria al loro convegno!
Perché nella loro ira hanno ucciso degli uomini
e nella loro malvagità hanno tagliato i garretti ai tori.
7 Maledetta la loro ira, perché è stata violenta
e il loro furore perché è stato crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in Israele.
8 Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sul collo dei tuoi nemici;
i figli di tuo padre si inchineranno davanti a te.
9 Giuda è un giovane leone;
tu risali dalla preda, figlio mio;
egli si china, s'accovaccia come un leone,
come una leonessa: chi lo farà alzare?
10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda,
né sarà allontanato il bastone del comando dai suoi piedi,
finché venga colui al quale esso appartiene
e a cui ubbidiranno i popoli.
11 Egli lega il suo asinello alla vite
e il puledro della sua asina alla vite migliore;
lava la sua veste col vino
e il suo mantello col sangue dell'uva.
12 Egli ha gli occhi rossi dal vino
e i denti bianchi dal latte.
13 Zabulon abiterà sulla costa dei mari; sarà sulla costa dove approdano le navi,
il suo fianco s'appoggerà a Sidone.
14 Issacar è un asino robusto sdraiato fra due ovili.
15 Egli ha visto che il riposo è buono
e che il paese è ameno;
ha curvato la spalla per portare il peso,
ed è stato costretto ai lavori forzati.
16 Dan giudicherà il suo popolo,
come ogni altra tribù d'Israele.
17 Dan sarà una serpe sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e fa cadere il cavaliere all'indietro.
18 Io aspetto la tua salvezza, o SIGNORE!
19 Gad sarà assalito da bande armate,
ma egli, a sua volta, le assalirà e le inseguirà.
20 Da Ascer verrà il pane saporito,
ed egli fornirà delizie regali.
21 Neftali è una cerva messa in libertà;
egli dice delle belle parole.
22 Giuseppe è un albero fruttifero;
un albero fruttifero vicino a una sorgente;
i suoi rami si stendono sopra il muro.
23 Gli arcieri lo hanno provocato,
gli hanno lanciato frecce, lo hanno perseguitato,
24 ma il suo arco è rimasto saldo;
le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate
dalle mani del Potente di Giacobbe,
da colui che è il pastore e la roccia d'Israele,
25 dal Dio di tuo padre che ti aiuterà
e dall'Altissimo che ti benedirà
con benedizioni del cielo di sopra,
con benedizioni dell'abisso che giace di sotto,
con benedizioni delle mammelle e del grembo materno.
26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano
le benedizioni dei miei progenitori,
fino a raggiungere la cima delle colline eterne.
Esse saranno sul capo di Giuseppe,
sulla fronte del principe dei suoi fratelli.
27 Beniamino è un lupo rapace;
la mattina divora la preda
e la sera spartisce le spoglie».
28 Tutti costoro sono gli antenati delle dodici tribù d'Israele; questo è ciò che il loro padre disse loro, quando li benedisse. Li benedisse, dando a ciascuno la sua benedizione particolare.

Morte e sepoltura di Giacobbe
Ge 23:1, ecc.; 50:4-13
29 Poi diede loro i suoi ordini e disse: «Io sto per essere riunito al mio popolo. Seppellitemi con i miei padri nella grotta che è nel campo di Efron l'Ittita, 30 nella grotta che è nel campo di Macpela, di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, la quale Abraamo comprò, con il campo, da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà.
31 Qui furono sepolti Abraamo e sua moglie Sara; furono sepolti Isacco e Rebecca sua moglie, e qui io seppellii Lea. 32 Il campo e la grotta che vi si trova furono comprati presso i figli di Chet».
33 Quando Giacobbe ebbe finito di dare questi ordini ai suoi figli, ritirò i piedi nel letto, spirò e fu riunito al suo popolo.

Ge 47:28-31; 49:29-33
50,1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. 2 Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele. 3 Ci vollero quaranta giorni; perché tanto è il tempo che si impiega a imbalsamare. E gli Egiziani lo piansero settanta giorni.
4 Quando i giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa del faraone, dicendo: «Se ora ho trovato grazia ai vostri occhi, fate giungere agli orecchi del faraone queste parole: 5 "Mio padre mi ha fatto giurare e mi ha detto: 'Ecco, io muoio; seppelliscimi nel mio sepolcro, che mi sono scavato nel paese di Canaan'. Ora dunque, permetti che io salga e seppellisca mio padre; poi tornerò"». 6 Il faraone rispose: «Sali e seppellisci tuo padre come ti ha fatto giurare».
7 Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre e con lui salirono tutti i servitori del faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d'Egitto, 8 tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Non lasciarono nella terra di Goscen che i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti. 9 Con lui salirono pure carri e cavalieri, così da formare un corteo numerosissimo. 10 Quando giunsero all'aia di Atad, che è oltre il Giordano, vi furono grandi e profondi lamenti. Giuseppe fece a suo padre un lutto di sette giorni. 11 Quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di Atad, dissero: «Questo è un grave lutto per gli Egiziani!» Perciò fu messo il nome di Abel-Misraim a quell'aia, che è oltre il Giordano. 12 I figli di Giacobbe fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro: 13 lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella grotta del campo di Macpela, che Abraamo aveva comprato, con il campo, da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà, di fronte a Mamre. 14 Giuseppe, dopo aver sepolto suo padre, tornò in Egitto con i suoi fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo padre.

Ge 45:1-11; Cl 3:12-14
15 I fratelli di Giuseppe, quando videro che il loro padre era morto, dissero: «Chi sa se Giuseppe non ci porterà odio e non ci renderà tutto il male che gli abbiamo fatto?» 16 Perciò mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre, prima di morire, diede quest'ordine: 17 "Dite così a Giuseppe: Perdona ora ai tuoi fratelli il loro misfatto e il loro peccato; perché ti hanno fatto del male". Ti prego, perdona dunque ora il misfatto dei servi del Dio di tuo padre!» Giuseppe, quando gli parlarono così, pianse. 18 I suoi fratelli vennero anch'essi, si inchinarono ai suoi piedi e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi». 19 Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? 20 Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. 21 Ora dunque non temete. Io provvederò al sostentamento per voi e i vostri figli». Così li confortò e parlò al loro cuore.

Vecchiaia e morte di Giuseppe
Eb 11:22; Gs 24:32
22 Giuseppe abitò in Egitto con la casa di suo padre; egli visse centodieci anni. 23 Giuseppe vide i figli di Efraim, fino alla terza generazione; anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle sue ginocchia. 24 Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sto per morire, ma Dio per certo vi visiterà e vi farà salire, da questo paese, nel paese che promise con giuramento ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe». 25 Giuseppe fece giurare i figli d'Israele, dicendo: «Dio per certo vi visiterà; allora portate via da qui le mie ossa». 26 Poi Giuseppe morì, all'età di centodieci anni; e fu imbalsamato e deposto in un sarcofago in Egitto.

Nuova Diodati:

Genesi 37-51

Predilezione di Giacobbe per Giuseppe
37,1 Or Giacobbe dimorò nel paese dove suo padre aveva soggiornato, nel paese di Canaan. 2 Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe, all'età di diciassette anni, pascolava il gregge coi suoi fratelli; il giovinetto stava con i figli di Bilhah e con i figli di Zilpah mogli di suo padre. Or Giuseppe riferì al loro padre la mala fama che circolava sul loro conto. 3 Or Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga fino ai piedi. 4 Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava più di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano parlare in modo amichevole.

I sogni di Giuseppe
5 Or Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; e questi lo odiarono ancora di più. 6 Egli disse loro: «Udite, vi prego, il sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando dei covoni in mezzo al campo, quand'ecco il mio covone si drizzò e rimase dritto, mentre i vostri covoni si raccolsero e si inchinarono davanti al mio covone». 8 Allora i suoi fratelli gli dissero: «Dovrai tu regnare su di noi, o dovrai tu veramente dominarci?». E lo odiarono ancor di più, a motivo dei suoi sogni e delle sue parole. 9 Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Ed ecco il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me». 10 Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; e suo padre lo rimproverò e gli disse: «Cosa significa questo sogno che hai fatto? Dovremo proprio io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?». 11 E i suoi fratelli gli portavano invidia, ma suo padre serbava la cosa dentro di sé.

Giuseppe gettato in un pozzo e venduto dai fratelli
12 Or i fratelli di Giuseppe erano andati a pascolare il gregge del padre a Sichem. 13 E Israele disse a Giuseppe: «I tuoi fratelli non stanno forse pascolando il gregge a Sichem? Vieni, che ti manderò da loro». Egli rispose: «Eccomi». 14 Israele gli disse: «Va' a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se il gregge va bene, e poi torna a riferirmelo». Così lo mandò dalla valle di Hebron, ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentre egli vagava per la campagna, un uomo lo trovò e gli chiese: «Che cerchi?». 16 Egli rispose: «Sto cercando i miei fratelli; per favore, dimmi dove si trovano a pascolare». 17 Quell'uomo gli disse: «Son partiti di qui, perché li ho sentiti dire: "Andiamo a Dothan"». Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli, e li trovò a Dothan. 18 Essi lo scorsero da lontano e, prima che fosse loro vicino, complottarono contro di lui per ucciderlo. 19 E dissero l'un l'altro: «Ecco che arriva il sognatore! 20 Ora dunque venite, uccidiamolo e gettiamolo in un pozzo; diremo poi che una bestia feroce lo ha divorato; così vedremo che ne sarà dei suoi sogni». 21 Ruben udì questo e decise di liberarlo dalle loro mani, e disse: «Non gli togliamo la vita». 22 Poi Ruben aggiunse: «Non spargete sangue, ma gettatelo in questo pozzo nel deserto e non colpitelo di vostra mano». Diceva così, per liberarlo dalle loro mani e riportarlo a suo padre. 23 Quando Giuseppe fu giunto presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della lunga veste fino ai piedi che indossava; 24 poi lo presero e lo gettarono nel pozzo. Or il pozzo era vuoto, senz'acqua dentro. 25 Poi si misero a sedere per prendere cibo; ma, alzando gli occhi, ecco videro una carovana di Ismaeliti, che veniva da Galaad coi loro cammelli carichi di spezie, di balsamo e di mirra, in viaggio per portarli in Egitto. 26 Allora Giuda disse ai suoi fratelli: «Che guadagno avremo a uccidere nostro fratello e a nascondere il suo sangue? 27 Venite, vendiamolo agli Ismaeliti e non lo colpisca la nostra mano, perché è nostro fratello, nostra carne». E i suoi fratelli gli diedero ascolto. 28 Come quei mercanti Madianiti passavano, essi sollevarono e tirarono Giuseppe fuori dal pozzo e lo vendettero agli Ismaeliti per venti sicli d'argento. E questi condussero Giuseppe in Egitto. 29 Or Ruben tornò al pozzo, ed ecco, Giuseppe non era più nel pozzo. Allora egli si stracciò le vesti. 30 Poi tornò dai suoi fratelli e disse: «Il fanciullo non c'è più; e io, dove andrò io?».

Giacobbe piange Giuseppe come morto
31 Così essi presero la lunga veste di Giuseppe, uccisero un capro e immersero la veste nel sangue. 32 Poi portarono la lunga veste dal padre e dissero: «Abbiamo trovato questo; vedi un po' se è la veste di tuo figlio». 33 Ed egli la riconobbe e disse: «È la veste di mio figlio; lo ha divorato una bestia feroce; certamente Giuseppe è stato sbranato». 34 Giacobbe allora si stracciò le vesti, si mise un cilicio ai fianchi e fece cordoglio di suo figlio per molti giorni. 35 E tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato e disse: «Io scenderò nello Sceol da mio figlio facendo cordoglio». Così suo padre lo pianse. 36 Intanto i Madianiti vendettero Giuseppe in Egitto a Potifar, ufficiale del Faraone e capitano delle guardie.

Giuda e Tamar
38,1 Or in quel tempo avvenne che Giuda lasciò i suoi fratelli per andare a stare con un uomo di Adullam, di nome Hirah. 2 Qui Giuda vide la figlia di un uomo Cananeo, chiamato Shua; la prese in moglie e si unì a lei. 3 Ed ella concepì e partorì un figlio, che egli chiamò Er. 4 Poi ella concepì nuovamente e partorì un figlio, che egli chiamò Onan. 5 Ella concepì ancora e partorì un figlio, che chiamò Scelah. Or Giuda era a Kezib, quando ella lo partorì. 6 Poi Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie di nome Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, era malvagio agli occhi dell'Eterno, e l'Eterno lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: «Va' dalla moglie di tuo fratello, sposala e suscita una discendenza a tuo fratello». 9 Ma Onan, sapendo che quella discendenza non sarebbe stata sua, quando si univa alla moglie di suo fratello, disperdeva il suo seme per terra, per non dare discendenza al fratello. 10 Ciò che egli faceva dispiacque agli occhi dell'Eterno, che fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse a Tamar sua nuora: «Rimani come vedova in casa di tuo padre, finché mio figlio Scelah sia cresciuto». Perché pensava: «Temo che muoia anch'egli come i suoi fratelli». Così Tamar se ne andò e dimorò in casa di suo padre. 12 Dopo parecchio tempo, la moglie di Giuda, la figlia di Shua, morì; quando ebbe terminato il cordoglio, Giuda salì da quelli che tosavano le sue pecore a Timnah, egli col suo amico Hirah, l'Adullamita. 13 Di questo fu informata Tamar, e le fu detto: «Ecco, tuo suocero sale a Timnah a tosare le sue pecore». 14 Allora ella si tolse le vesti da vedova, si coperse con un velo e si avvolse tutta; poi si pose a sedere alla porta di Enaim, che è sulla strada verso Timnah; aveva infatti visto che Scelah era ormai cresciuto, ma lei non gli era stata data in moglie. 15 Come Giuda la vide, pensò che ella fosse una prostituta, perché aveva il viso coperto. 16 Quindi egli si accostò a lei sulla strada e le disse: «Lasciami entrare da te». Non sapeva infatti che ella fosse sua nuora. Lei rispose: «Che mi darai per entrare da me?». 17 Allora egli disse: «Ti manderò un capretto del mio gregge». Ella chiese: «Mi dai un pegno finché me lo manderai?». 18 Egli disse: «Che pegno ti devo dare?». Quella rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Egli glieli diede, entrò da lei, ed ella concepì da lui. 19 Poi ella si levò e se ne andò; si tolse il velo e si rimise le sue vesti da vedova. 20 Or Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico, l'Adullamita, per poter ritirare il pegno dalle mani di quella donna; ma egli non la trovò. 21 Allora domandò agli uomini del luogo dicendo: «Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla strada?». Essi risposero: «Non c'era alcuna prostituta qui». 22 Così egli ritornò da Giuda e gli disse: «Non l'ho trovata; inoltre gli uomini del luogo mi hanno detto: "Non c'era alcuna prostituta qui"». 23 Allora Giuda disse: «Si tenga pure il pegno, che non abbiamo a incorrere nel disprezzo. Ecco, io ho mandato questo capretto e tu non l'hai trovata». 24 Ora circa tre mesi dopo vennero a dire a Giuda: «Tamar tua nuora si è prostituita; e, a motivo della sua prostituzione, ella è pure incinta». Allora Giuda disse: «Conducetela fuori e sia arsa!». 25 Come la conducevano fuori, ella mandò a dire al suocero: «È l'uomo a cui appartengono queste cose che mi ha resa incinta». E disse: «Vedi se puoi riconoscere di chi siano queste cose: il sigillo, il cordone e il bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «Ella è più giusta di me, perché io non l'ho data a Scelah mio figlio». Ed egli non ebbe più rapporti con lei. 27 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che lei aveva in grembo due gemelli. 28 Mentre partoriva, uno di essi mise fuori una mano, e la levatrice la prese e vi legò un filo scarlatto, dicendo: «Questo è uscito per primo». 29 Ma egli ritirò la sua mano, ed ecco uscì fuori suo fratello. Allora la levatrice disse: «Come ti sei aperto una breccia?». Per questo motivo fu chiamato Perets. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva attorno alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerah.

Giuseppe in Egitto
39,1 Or Giuseppe fu portato in Egitto; e Potifar, ufficiale del Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò dagli Ismaeliti che lo avevano portato laggiù. 2 L'Eterno fu con Giuseppe; ed egli prosperava e stava nella casa del suo padrone, l'Egiziano. 3 E il suo padrone vide che l'Eterno era con lui, e che l'Eterno faceva prosperare nelle sue mani tutto ciò che faceva. 4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui ed entrò al servizio personale di Potifar, che lo fece soprintendente della sua casa e mise nelle sue mani tutto quanto possedeva. 5 Dal momento che l'ebbe fatto soprintendente della sua casa e di tutto quanto possedeva, l'Eterno benedisse la casa dell'Egiziano a motivo di Giuseppe; e la benedizione dell'Eterno fu su tutto quanto egli aveva, in casa e in campagna. 6 Così Potifar lasciò tutto quanto aveva nelle mani di Giuseppe e non si preoccupava più di cosa alcuna, tranne del suo proprio cibo. Or Giuseppe era bello di forma e di bell'aspetto. 7 Dopo queste cose, avvenne che la moglie del suo padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Coricati con me». 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Ecco, il mio padrone non si preoccupa di quanto ha lasciato in casa con me e ha messo nelle mie mani tutto quanto ha. 9 Non c'è alcuno più grande di me in questa casa; egli non mi ha proibito nulla tranne te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo grande male e peccare contro Dio?». 10 Nonostante il fatto che lei ne parlasse a Giuseppe ogni giorno, egli non acconsentì a coricarsi con lei né a darsi a lei. 11 Un giorno avvenne che egli entrò in casa per fare il suo lavoro, e non vi era in casa nessuno dei domestici. 12 Allora ella lo afferrò per la veste, e gli disse: «Coricati con me». Ma egli le lasciò in mano la sua veste, fuggì e corse fuori. 13 Quando ella vide che egli le aveva lasciato in mano la sua veste e che era fuggito fuori, 14 chiamò i suoi domestici, e disse loro: «Vedete, egli ci ha portato in casa un Ebreo per prendersi giuoco di noi; egli è venuto da me per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce. 15 Come egli mi ha udito alzare la voce e gridare, ha lasciato la sua veste vicino a me, è fuggito ed è corso fuori». 16 Così ella tenne accanto a sé la veste di lui, finché il suo padrone non fu tornato a casa. 17 Allora ella gli parlò in questa maniera: «Quel servo Ebreo, che tu ci hai portato, è venuto da me per prendersi giuoco di me. 18 Ma come io ho alzato la voce e ho gridato, egli ha lasciato la sua veste vicino a me ed è fuggito fuori». 19 Così, quando il suo padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava in questo modo dicendo: «Il tuo servo mi ha fatto questo!», si accese d'ira. 20 Allora il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise in prigione, nel luogo dove erano rinchiusi i carcerati del re. Egli rimase quindi in quella prigione. 21 Ma l'Eterno fu con Giuseppe e usò verso di lui benevolenza, cattivandogli le grazie del direttore della prigione. 22 Così il direttore della prigione affidò a Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; ed egli era responsabile di tutto quanto si faceva là dentro. 23 Il direttore della prigione non controllava più nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché l'Eterno era con lui, e l'Eterno faceva prosperare tutto quanto egli faceva.

Giuseppe spiega i sogni del coppiere e del panettiere del Faraone
40,1 Dopo queste cose, avvenne che il coppiere e il panettiere del re di Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto. 2 E il Faraone si adirò con i suoi due ufficiali, con il capocoppiere e il capopanettiere, 3 e li fece mettere in carcere, nella casa del capo delle guardie, nella stessa prigione dove era rinchiuso Giuseppe. 4 E il capitano delle guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe il quale li assisteva. Così essi rimasero in prigione per un certo tempo. 5 Nella stessa notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, fecero entrambi un sogno, ciascuno il suo sogno, col suo particolare significato. 6 Il mattino seguente, Giuseppe venne da loro, e vide che erano preoccupati. 7 Allora egli interrogò gli ufficiali del Faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo padrone e disse: «Perché avete oggi il viso così mesto?». 8 Essi gli risposero: «Abbiamo fatto un sogno e non vi è alcuno che lo possa interpretare». Allora Giuseppe disse loro: «Le interpretazioni non appartengono a DIO? Raccontatemi i sogni, vi prego». 9 Così il capocoppiere raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite; 10 e in quella vite vi erano tre tralci; appena ebbe messo i germogli, fiorì e diede dei grappoli di uva matura. 11 Ora io avevo in mano la coppa del Faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del Faraone e misi la coppa in mano del Faraone». 12 Giuseppe gli disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni; 13 in capo a tre giorni il Faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo ufficio e tu darai in mano al Faraone la coppa, come facevi prima, quando eri suo coppiere. 14 Ma ricordati di me quando sarai felice; ti prego, usa benevolenza nei miei confronti, parlando di me al Faraone, e fammi uscire da questa casa; 15 perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei, e anche qui non ho fatto nulla da essere messo in questa prigione sotterranea». 16 Il capopanettiere, vedendo che la interpretazione era favorevole, disse a Giuseppe: «Anch'io nel mio sogno, ecco, avevo tre canestri di pane bianco sul capo; 17 e nel canestro più alto vi era ogni sorta di vivande cotte al forno per il Faraone; e gli uccelli le mangiavano dal canestro che avevo sul capo». 18 Allora Giuseppe rispose e disse: «Questa è l'interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni; 19 in capo a tre giorni il Faraone ti asporterà la testa dalle spalle, ti farà impiccare a un albero, e gli uccelli ti mangeranno le carni addosso». 20 Ora il terzo giorno, il giorno del compleanno del Faraone, avvenne che egli fece un banchetto per tutti i suoi servi; e fece alzare il capo al capocoppiere e alzare il capo al capopanettiere in mezzo ai suoi servi. 21 Così ristabilì il capocoppiere nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano del Faraone, 22 ma fece impiccare il capopanettiere secondo la interpretazione che Giuseppe aveva loro data. 23 Il capocoppiere però non si ricordò di Giuseppe, ma lo dimenticò.

Giuseppe spiega i sogni del Faraone
41,1 Or avvenne, in capo a due interi anni, che il Faraone fece un sogno. Egli stava presso il fiume, 2 ed ecco salire dal fiume sette vacche, di bell'aspetto e grasse, e mettersi a pascolare tra i giunchi. 3 Dopo quelle, ecco salire dal fiume altre sette vacche brutte di aspetto e scarne, e fermarsi accanto alle prime sulla riva del fiume. 4 Ora le vacche brutte di aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell'aspetto e grasse. Quindi il Faraone si svegliò. 5 Poi si riaddormentò e sognò una seconda volta; ed ecco, sette spighe grosse e belle, venir su da un unico stelo. 6 Poi ecco, sette spighe sottili e arse dal vento orientale, germogliare dopo di quelle. 7 E le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Allora il Faraone si svegliò, ed ecco, era un sogno. 8 Al mattino il suo spirito era turbato, e mandò a chiamare tutti i maghi e tutti i savi d'Egitto; quindi il Faraone raccontò loro i suoi sogni, ma non ci fu alcuno che li potesse interpretare al Faraone. 9 Allora il capocoppiere parlò al Faraone, dicendo: «Ricordo oggi i miei falli. 10 Il Faraone si era adirato con i suoi servi e mi aveva fatto mettere in prigione in casa del capo delle guardie: me e il capopanettiere. 11 Entrambi facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ciascuno fece un sogno con il suo proprio significato. 12 Ora con noi vi era un giovane ebreo, servo del capo delle guardie; a lui raccontammo i nostri sogni, ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno. 13 E le cose avvennero esattamente secondo l'interpretazione da lui dataci: Il Faraone ristabilì me nel suo ufficio e fece impiccare l'altro». 14 Allora il Faraone mandò a chiamare Giuseppe, che fu subito tratto fuori dalla prigione sotterranea. Così egli si rase, si cambiò le vesti e venne dal Faraone. 15 E il Faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e non vi è alcuno che lo possa interpretare; ma ho sentito dire di te che, quando hai udito un sogno tu lo puoi interpretare». 16 Giuseppe rispose al Faraone, dicendo: «Non sono io; ma sarà DIO a dare una risposta per il bene del Faraone». 17 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Ecco nel mio sogno io stavo sulla riva del fiume, 18 quand'ecco salire dal fiume sette vacche grasse e di bell'aspetto e mettersi a pascolare tra i giunchi. 19 Dopo quelle, ecco salire altre sette vacche magre, bruttissime di aspetto e scarne, tali che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d'Egitto. 20 E le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche grasse; 21 ma anche dopo che le ebbero divorate, nessuno poteva riconoscere che le avevano divorate, perché esse erano di brutto aspetto come prima. Così mi svegliai. 22 Poi vidi nel mio sogno sette spighe venir su da un unico stelo, piene e belle; 23 ed ecco altre sette spighe avvizzite, sottili e arse dal vento orientale, germogliare dopo quelle. 24 Quindi le spighe sottili inghiottirono le sette spighe belle. Io ho raccontato questo ai maghi, ma non vi è stato alcuno capace di darmi una spiegazione». 25 Allora Giuseppe disse al Faraone: «I sogni del Faraone sono uno stesso sogno. DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. 26 Le sette vacche belle sono sette anni, e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno. 27 Anche le sette vacche magre e brutte, che salivano dopo di quelle, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale sono sette anni di carestia. 28 Questo è quello che ho detto al Faraone: DIO ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. 29 Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese di Egitto; 30 ma dopo questi verranno sette anni di carestia, e tutta quell'abbondanza sarà dimenticata nel paese d'Egitto; e la carestia consumerà il paese. 31 E nel paese non si ricorderà più la precedente abbondanza, a motivo della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura. 32 Il fatto poi che il sogno sia stato dato al Faraone due volte vuol dire che la cosa è decretata da DIO, e DIO la farà accadere presto. 33 Or dunque cerchi il Faraone un uomo intelligente e savio e lo stabilisca sul paese d'Egitto. 34 Il Faraone faccia così: costituisca sul paese dei soprintendenti per prelevare il quinto dei prodotti del paese d'Egitto, durante i sette anni di abbondanza. 35 Radunino essi tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire e ammassino il grano sotto l'autorità del Faraone, e lo conservino per l'approvvigionamento delle città. 36 Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nel paese d'Egitto; così il paese non perirà per la carestia».

Giuseppe viene fatto vicerè d'Egitto
37 La cosa piacque al Faraone e a tutti i suoi funzionari. 38 E il Faraone disse ai suoi funzionari: «Potremmo noi trovare un uomo come questi, in cui ci sia lo Spirito di DIO?». 39 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Poiché DIO ti ha fatto conoscere tutto questo, non vi è alcuno che sia intelligente e savio come te. 40 Tu sarai sopra la mia casa e tutto il mio popolo obbedirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò più grande di te». 41 Il Faraone disse a Giuseppe: «Vedi, io ti stabilisco su tutto il paese d'Egitto». 42 Poi il Faraone si tolse l'anello dalla propria mano e lo mise alla mano di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino e gli mise al collo una collana d'oro. 43 Lo fece quindi montare sul suo secondo carro, e davanti a lui si gridava: «In ginocchio!». Così il Faraone lo costituì su tutto il paese d'Egitto. 44 Inoltre il Faraone disse a Giuseppe: «Il Faraone sono io ma, senza di te, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto». 45 E il Faraone chiamò Giuseppe col nome di Tsofnath-Paneah, e gli diede in moglie Asenath figlia di Potiferah, sacerdote di On. E Giuseppe partì per visitare il paese d'Egitto. 46 Ora Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò davanti al Faraone, re d'Egitto. Quindi Giuseppe lasciò la presenza del Faraone e percorse tutto il paese d'Egitto. 47 Durante i sette anni di abbondanza, la terra produsse copiosamente; 48 e Giuseppe radunò tutti i viveri di quei sette anni prodotti nel paese d'Egitto e ripose i viveri nelle città; in ogni città ripose i viveri del territorio circonvicino. 49 Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare, in così gran quantità, che si smise di tenere i conti perché era incalcolabile.

Nascita dei figli di Giuseppe. Inizio della carestia
50 Prima che venisse l'anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli che Asenath, figlia di Potiferah, sacerdote di On, gli partorì. 51 Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: «DIO mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre». 52 Al secondo invece pose nome Efraim, perché disse: «DIO mi ha reso fruttifero nel paese della mia afflizione». 53 I sette anni di abbondanza che vi furono nel paese d'Egitto finirono, 54 e cominciarono a venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d'Egitto vi era del pane. 55 Poi tutto il paese d'Egitto cominciò ad aver fame, e il popolo gridò al Faraone per aver del pane. Allora il Faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe, e fate quello che vi dirà». 56 La carestia si era sparsa sulla superficie di tutto il paese, e Giuseppe aperse tutti i depositi e vendé grano agli Egiziani. Ma la carestia si aggravò nel paese d'Egitto. 57 Così la gente di tutti i paesi veniva in Egitto da Giuseppe per comprare del grano, perché la carestia era grave in tutta la terra.

I figli di Giacobbe, mandati in Egitto, sono riconosciuti da Giuseppe
42,1 Or Giacobbe, venendo a sapere che vi era del grano in Egitto, disse ai suoi figli: «Perché vi state a guardare l'un l'altro?». 2 Poi disse: «Ecco, ho sentito dire che vi è del grano in Egitto; andate laggiù a comprare del grano per noi, affinché possiamo vivere e non abbiamo a morire». 3 Così i dieci fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprarvi del grano. 4 Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, con i suoi fratelli, perché diceva: «Che non gli succeda qualche disgrazia». 5 I figli di Israele giunsero dunque per comprare del grano, in mezzo agli altri arrivati, perché nel paese di Canaan vi era la carestia. 6 Or Giuseppe era il governatore del paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; e i fratelli di Giuseppe vennero e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si comportò come un forestiero con loro e usò parole dure con loro, e disse loro: «Da dove venite?». Essi risposero: «Dal paese di Canaan per comperare viveri». 8 Così Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui. 9 Giuseppe allora si ricordò dei sogni che aveva fatto intorno a loro e disse: «Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i punti indifesi del paese!». 10 Essi gli risposero: «No, signor mio; i tuoi servi son venuti a comperare dei viveri. 11 Siamo tutti figli di uno stesso uomo; siamo gente onesta; i tuoi servi non sono delle spie». 12 Ma egli disse loro: «No, voi siete venuti per vedere i punti indifesi del paese!». 13 Allora essi dissero: «Noi, tuoi servi, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo nel paese di Canaan. Ed ecco, il più giovane è oggi con nostro padre, e uno non è più». 14 Ma Giuseppe disse loro: «La cosa è come vi ho detto; siete delle spie! 15 Ecco come sarete messi alla prova: Com'è vero che il Faraone vive, non uscirete di qui prima che il vostro fratello più giovane sia venuto qui. 16 Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova, e si veda se c'è del vero in voi; altrimenti com'è vero che il Faraone vive, siete delle spie!». 17 Così li mise assieme in prigione per tre giorni.

Giuseppe pretende che gli portino Beniamino
18 Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: «Fate questo e vivrete; io temo DIO! 19 Se siete gente onesta, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella nostra prigione, e voi andate a portare il grano per la vostra famiglia che muore di fame; 20 poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno verificate e voi non morrete». Ed essi fecero così. 21 Allora si dicevano l'un l'altro: «Noi siamo veramente colpevoli nei confronti di nostro fratello, perché vedemmo l'angoscia dell'anima sua quando egli ci supplicava, ma non gli demmo ascolto! Ecco perché ci è venuta addosso questa sventura». 22 Ruben rispose loro, dicendo: «Non ve lo dicevo io: "Non commettete questo peccato contro il fanciullo!"? Ma non mi deste ascolto. Perciò ecco, ora ci si chiede conto del suo sangue». 23 Essi non sapevano che Giuseppe li capiva, perché fra lui e loro vi era un interprete. 24 Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi ritornò presso di loro e parlò loro; e prese fra loro Simeone e lo fece incatenare sotto i loro occhi. 25 Poi Giuseppe ordinò di riempire di grano i loro sacchi e di rimettere il denaro di ciascuno nel suo sacco, e di dare loro provviste per il viaggio. E così fu fatto. 26 Essi caricarono quindi il loro grano sui loro asini e se ne andarono. 27 Ora, nel luogo dove pernottavano, uno di essi aperse il suo sacco per dare del foraggio al suo asino e vide il proprio denaro; ed ecco che stava alla bocca del suo sacco; 28 così disse ai suoi fratelli: «Il mio denaro mi è stato restituito; eccolo qui nel mio sacco». Allora il cuore venne loro meno e, tutti spaventati, dicevano l'un l'altro: «Che è mai questo che DIO ci ha fatto?».

Giacobbe rifiuta di mandare Beniamino
29 Così giunsero da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan e gli raccontarono tutto quanto era loro accaduto, dicendo: 30 «L'uomo, che è il signore del paese, ci ha parlato aspramente e ci ha trattato come spie del paese. 31 E noi abbiamo detto: "Siamo gente onesta; non siamo delle spie; 32 siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è più, e il più giovane è oggi con nostro padre nel paese di Canaan". 33 Ma quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: "Da questo conoscerò se siete gente onesta: lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete dei viveri per la vostra famiglia che muore di fame e andate; 34 poi portatemi il vostro fratello più giovane. Così conoscerò che non siete delle spie ma gente onesta; io vi renderò il vostro fratello, e voi potrete commerciare nel paese"». 35 Or come essi vuotavano i loro sacchi, ecco che l'involto del denaro di ciascuno era nel suo sacco; così essi e il loro padre videro gli involti del loro denaro e furono presi da paura. 36 Allora Giacobbe, loro padre, disse: «Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutto questo ricade su di me!». 37 Ruben disse a suo padre: «Se non te lo riporto, fa' morire i miei due figli. Affidalo a me, io te lo ricondurrò». 38 Ma Giacobbe rispose: «Il mio figlio non scenderà con voi, perché il suo fratello è morto e questi solo è rimasto: se gli succedesse qualche disgrazia durante il viaggio fareste scendere nel dolore la mia canizie alla tomba».

Giacobbe acconsente con dolore alla partenza di Beniamino
43,1 Or la carestia era grave nel paese; 2 e quando ebbero finito di mangiare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: «Ritornate a comprarci un po' di viveri». 3 Ma Giuda gli rispose dicendo: «Quell'uomo ci ha formalmente messi in guardia dicendo: "Non vedrete la mia faccia, se il vostro fratello non sarà con voi". 4 Se tu mandi il nostro fratello con noi, noi scenderemo e ti compreremo dei viveri; 5 ma se non lo mandi non scenderemo, perché quell'uomo ci ha detto: "Non vedrete la mia faccia, a meno che il vostro fratello non sarà con voi"». 6 Allora Israele disse: «Perché mi avete dato questo dolore di dire a quell'uomo che avevate ancora un fratello?». 7 Quelli risposero: «Quell'uomo ci interrogò con molta accuratezza intorno a noi e al nostro parentado, dicendo: "Vostro padre è ancora vivo? Avete qualche altro fratello?". E noi gli rispondemmo in base a queste sue domande. Potevamo noi mai sapere che ci avrebbe detto: "Portate quaggiù il vostro fratello"?». 8 Poi Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il fanciullo con me, e ci leveremo e andremo perché possiamo vivere e non morire, sia noi che tu e i nostri piccoli. 9 Io mi rendo garante di lui; ne domanderai conto alla mia mano. Se non te lo riconduco e non te lo rimetto davanti, ne porterò la colpa davanti a te per sempre. 10 Se non ci fossimo indugiati, a quest'ora saremmo già tornati per la seconda volta». 11 Allora Israele, loro padre, disse loro: «Se è così, fate questo: prendete nei vostri sacchi alcuni dei prodotti migliori del paese, e portate a quell'uomo un dono: un po' di balsamo, un po' di miele, degli aromi e della mirra, dei pistacchi e delle mandorle. 12 Prendete con voi doppio denaro e riportate il denaro che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse è stato uno sbaglio. 13 Prendete anche vostro fratello, e levatevi, tornate da quell'uomo; 14 e il Dio onnipotente vi faccia trovare grazia davanti a quell'uomo, così che egli vi rilasci l'altro vostro fratello e Beniamino. Quanto a me, se devo essere privato dei miei figli, che lo sia!».

L'accoglienza fatta da Giuseppe a Beniamino
15 Essi dunque presero il dono, e presero con sé il doppio del denaro e Beniamino; quindi si levarono e scesero in Egitto, e si presentarono davanti a Giuseppe. 16 Quando Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al maggiordomo di casa sua: «Conduci questi uomini in casa, uccidi un animale e prepara un banchetto, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno». 17 Or l'uomo fece come Giuseppe gli aveva ordinato e li condusse in casa di Giuseppe. 18 Ma essi ebbero paura, perché erano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «Siamo condotti qui a motivo di quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta, per trovare un'occasione contro di noi, piombarci addosso e prenderci come schiavi coi nostri asini». 19 E, accostatisi al maggiordomo della casa di Giuseppe parlarono con lui sulla porta di casa e dissero: 20 «Mio signore, noi scendemmo in realtà una prima volta a comperare viveri; 21 e avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i sacchi, ed ecco il denaro di ciascuno stava alla bocca del suo sacco; il nostro denaro col suo peso esatto; ora lo abbiamo riportato con noi. 22 E abbiamo portato con noi dell'altro denaro per comperare viveri; noi non sappiamo chi possa aver messo il nostro denaro nei nostri sacchi». 23 Ma egli disse: «Datevi pace, non temete; il DIO vostro e il DIO di vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ebbi il vostro denaro». Poi condusse loro Simeone. 24 Quell'uomo li fece entrare in casa di Giuseppe, diede loro dell'acqua affinché si lavassero i piedi e diede del foraggio ai loro asini. 25 Allora essi prepararono il regalo, aspettando che Giuseppe venisse a mezzogiorno, perché avevano inteso che sarebbero rimasti a mangiare in quel luogo. 26 Quando Giuseppe arrivò a casa, essi gli presentarono il dono che avevano portato con sé in casa, e si inchinarono fino a terra davanti a lui. 27 Egli domandò loro come stessero e disse: «Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste, sta bene? È ancora in vita?». 28 Essi risposero: «Il tuo servo, nostro padre, sta bene; è ancora in vita». E si inchinarono per rendergli riverenza. 29 Poi Giuseppe alzò gli occhi, vide suo fratello Beniamino, figlio di sua madre, e disse: «È questi il vostro fratello più giovane di cui mi parlaste?». E aggiunse: «DIO ti sia propizio, figlio mio!». 30 Allora Giuseppe si affrettò ad uscire, perché si era profondamente commosso a motivo di suo fratello, e cercava un luogo dove piangere. Entrò così nella sua camera e lì pianse. 31 Poi si lavò la faccia ed uscì; e, facendosi forza, disse: «Servite il pranzo». 32 Fu dunque servito per lui a parte, per loro a parte e per gli Egiziani che mangiavano con lui a parte, perché gli Egiziani non possono mangiare con gli Ebrei; ciò sarebbe cosa abominevole per gli Egiziani. 33 Così essi si misero a sedere davanti a lui: il primogenito secondo il suo diritto di primogenitura e il più giovane secondo la sua età; e si guardavano l'un l'altro con meraviglia. 34 E Giuseppe fece loro portare delle porzioni dalla sua stessa tavola; ma la porzione di Beniamino era cinque volte maggiore di quella di ogni altro di loro. E bevvero e stettero allegri con lui.

Giuseppe fa mettere la coppa nel sacco di Beniamino
44,1 Giuseppe diede quest'ordine al maggiordomo di casa sua dicendo: «Riempi i sacchi di questi uomini di tanti viveri quanti ne possono portare e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2 Inoltre metti la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, assieme al denaro del suo grano». Ed egli fece come Giuseppe aveva detto. 3 La mattina, non appena fu giorno, quegli uomini furono fatti partire coi loro asini. 4 Erano appena usciti dalla città e non erano ancora lontani, quando Giuseppe disse al maggiordomo di casa sua: «Levati, insegui quegli uomini e, quando li avrai raggiunti, di' loro: "Perché avete reso male per bene? 5 Non è quella la coppa in cui il mio signore beve, e della quale si serve per indovinare? Avete fatto male a fare così"». 6 Egli li raggiunse e disse loro queste parole. 7 Essi allora gli risposero: «Perché il mio signore ci rivolge parole come queste? Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa! 8 Ecco, noi ti abbiamo riportato dal paese di Canaan il denaro che avevamo trovato alla bocca dei nostri sacchi; come avremmo potuto rubare dell'argento o dell'oro dalla casa del tuo signore? 9 Quello dei tuoi servi presso il quale si troverà la coppa, sia messo a morte; e noi pure diventeremo schiavi del tuo signore». 10 Egli disse: «Ebbene, sia fatto come dite: colui presso il quale la coppa si troverà sarà mio schiavo; e voi sarete innocenti». 11 Così ciascuno di loro si affrettò a mettere a terra il suo sacco, e ciascuno aprì il suo. 12 Il maggiordomo li frugò, cominciando col maggiore, per finire col più giovane; e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora essi si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il suo asino e tornarono nella città. 14 Giuda e i suoi fratelli arrivarono alla casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15 E Giuseppe disse loro: «Che azione è questa che avete fatto? Non lo sapete che un uomo come me è in grado di indovinare?». 16 Giuda rispose: «Che diremo al mio signore? Quali parole useremo, o come ci potremo giustificare? DIO ha ritrovato l'iniquità dei tuoi servi. Ecco, siamo schiavi del mio signore, tanto noi quanto colui in mano del quale è stata trovata la coppa». 17 Ma Giuseppe disse: «Lungi da me il fare questo! L'uomo, in mano del quale è stata trovata la coppa, sarà mio schiavo; quanto a voi, ritornate in pace da vostro padre».

Giuda supplica Giuseppe di lasciar tornare Beniamino dal padre
18 Allora Giuda si accostò a Giuseppe e disse: «Di grazia, signor mio, permetti al tuo servo di far udire una parola al mio signore, e non si accenda l'ira tua contro il tuo servo, perché tu sei come il Faraone. 19 Il mio signore interrogò i suoi servi, dicendo: "Avete voi padre o fratello?". 20 E noi rispondemmo al mio signore: "Abbiamo un padre che è vecchio con un giovane figlio, natogli nella vecchiaia; suo fratello è morto, così egli è rimasto l'unico figlio di sua madre; e suo padre l'ama". 21 Allora tu dicesti ai tuoi servi: "Portatemelo, perché lo possa vedere coi miei occhi". 22 E noi dicemmo al mio signore: "Il fanciullo non può lasciare suo padre, perché se lo dovesse lasciare, suo padre morrebbe". 23 Ma tu dicesti ai tuoi servi: "Se il vostro fratello più giovane non scende con voi, voi non vedrete più la mia faccia". 24 Così quando fummo risaliti dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore. 25 Allora nostro padre disse: "Tornate a comperarci un po' di viveri". 26 Noi rispondemmo: "Non possiamo scendere laggiù; solo se il nostro fratello più giovane verrà con noi, scenderemo; perché non possiamo vedere la faccia di quell'uomo, se il nostro fratello più giovane non è con noi". 27 E il tuo servo, mio padre, ci rispose: "Voi sapete che mia moglie mi partorì due figli; 28 uno di essi mi lasciò, e io dissi: Certo, egli è stato sbranato; e non l'ho più rivisto da allora; 29 or se mi togliete anche questi e se gli avviene qualche disgrazia, voi farete scendere nel dolore la mia canizie nella tomba". 30 Or dunque, quando giungerò dal tuo servo, mio padre, se il fanciullo non è con noi, poiché la sua vita è legata a quella del fanciullo, 31 avverrà che, appena avrà visto che il fanciullo non è con noi, egli morirà; e i tuoi servi avranno fatto scendere nel dolore la canizie del tuo servo, nostro padre, nella tomba. 32 Ora, siccome il tuo servo si è reso garante del fanciullo presso mio padre e gli ha detto: "Se non te lo riconduco sarò per sempre colpevole verso mio padre", 33 deh, permetti ora che il tuo servo rimanga schiavo del mio signore al posto del fanciullo, e che il fanciullo se ne torni con i suoi fratelli. 34 Perché, come potrei ritornare da mio padre, se il fanciullo non è con me? Ah, che io non veda il dolore che coglierebbe mio padre!».

Giuseppe si fa conoscere ai suoi fratelli
45,1 Allora Giuseppe non poté più contenersi di fronte a tutti gli astanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!». Così nessuno rimase con Giuseppe quando egli si fece conoscere ai suoi fratelli. 2 E pianse così forte che gli Egiziani stessi lo udirono, e lo venne a sapere anche la casa del Faraone. 3 Quindi Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sono Giuseppe; è mio padre ancora in vita?». Ma i suoi fratelli non gli potevano rispondere perché erano sgomenti alla sua presenza. 4 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Deh, avvicinatevi a me!». Quelli si avvicinarono, ed egli disse: «Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse condotto in Egitto. 5 Ma ora non vi contristate e non vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi condotto quaggiù, poiché DIO mi ha mandato davanti a voi per conservarvi la vita. 6 Infatti è già due anni che vi è carestia nel paese; e vi saranno altri cinque anni, durante i quali non vi sarà né aratura né messe. 7 Ma DIO mi ha mandato davanti a voi, perché sia conservato per voi un residuo sulla terra, e per salvarvi la vita con una grande liberazione. 8 Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è DIO; egli mi ha stabilito come padre del Faraone, come signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9 Affrettatevi a ritornare da mio padre e ditegli: "Così dice tuo figlio Giuseppe: DIO mi ha stabilito come signore di tutto l'Egitto; scendi da me, non tardare; 10 tu dimorerai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti e tutto quello che possiedi. 11 E là io ti sostenterò, perché ci saranno ancora cinque anni di carestia, affinché tu non sia ridotto in miseria: tu, la tua famiglia e tutto quello che possiedi". 12 Ed ecco, i vostri occhi e gli occhi di mio fratello Beniamino vedono che è la mia bocca quella che vi parla. 13 Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto e tutto quello che avete visto, e affrettatevi a condurre mio padre quaggiù». 14 Poi si gettò al collo di suo fratello Beniamino e pianse, e Beniamino pianse stretto al suo collo. 15 Egli baciò pure tutti i suoi fratelli e pianse stretto a loro. Dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui.

Il Faraone favorisce i piani di Giuseppe
16 Il rumore della cosa si sparse nella casa del Faraone, e si disse: «Sono arrivati i fratelli di Giuseppe». Questo fece piacere al Faraone e ai suoi servi. 17 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Di' ai tuoi fratelli: "Fate questo: Caricate le vostre bestie e andate; tornate nel paese di Canaan. 18 Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie, e venite da me; io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i prodotti migliori del paese". 19 Tu hai l'ordine di dir loro: "Fate questo: Prendete con voi dal paese di Egitto dei carri per i vostri piccoli e per le vostre mogli; prendete vostro padre e venite. 20 E non preoccupatevi per le vostre masserizie, perché il meglio di tutto il paese d'Egitto sarà vostro"». 21 I figli di Israele fecero così, e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l'ordine del Faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio. 22 A tutti diede un abito di ricambio per ciascuno; ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di vestiti; 23 e a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d'Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri per suo padre durante il viaggio. 24 Così congedò i suoi fratelli e, mentre essi partivano, disse loro: «Non fate litigi per la strada». 25 Allora essi risalirono dall'Egitto e arrivarono nel paese di Canaan da Giacobbe, loro padre. 26 E gli riferirono ogni cosa, dicendo: «Giuseppe è ancora in vita, ed è il governatore di tutto il paese d'Egitto». Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro. 27 Quando però essi gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva loro detto ed egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per condurlo via, allora lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò. 28 E Israele disse: «Basta; il mio figlio Giuseppe è ancora in vita; io andrò a vederlo prima di morire».

Dio appare a Giacobbe e Giacobbe scende in Egitto
46,1 Israele dunque partì con tutto quello che aveva e, giunto a Beer-Sceba, offrì sacrifici al DIO di suo padre Isacco. 2 E DIO parlò a Israele in visioni notturne e disse: «Giacobbe, Giacobbe!». Egli rispose: «Eccomi». 3 Dio allora disse: «Io sono Dio, il DIO di tuo padre; non temere di scendere in Egitto, perché là ti farò diventare una grande nazione. 4 Io scenderò con te in Egitto e ti farò anche sicuramente risalire; e Giuseppe ti chiuderà gli occhi». 5 Allora Giacobbe partì da Beer-Sceba, e i figli di Israele fecero salire Giacobbe loro padre, i loro piccoli e le loro mogli sui carri che il Faraone aveva mandato per trasportarlo. 6 Così essi presero il loro bestiame e i beni che avevano acquistato nel paese di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e tutti i suoi discendenti con lui. 7 Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli, i figli dei suoi figli, le sue figlie, le figlie dei suoi figli e tutti i suoi discendenti.

I discendenti di Giacobbe che scesero in Egitto
8 Questi sono i nomi dei figli di Israele che vennero in Egitto: Giacobbe e i suoi figli. Il primogenito di Giacobbe: Ruben. 9 I figli di Ruben: Hanok, Pallu, Hetsron e Karmi. 10 I figli di Simeone: Jemuel, Jamin, Ohad, Jakin, Tsohar e Saul, figlio di una Cananea. 11 I figli di Levi: Ghershom, Kehath e Merari. 12 I figli di Giuda: Er, Onan, Scelah, Perets e Zerah; (ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan). I figli di Perets furono: Hetsron e Hamul. 13 I figli di Issacar: Tola, Puvah, Job e Scimron. 14 I figli di Zabulon: Sered, Elon e Jahleel. 15 Codesti furono i figli che Lea partorì a Giacobbe a Paddan-Aram, oltre sua figlia Dina. I suoi figli e le sue figlie erano in tutto trentatré persone. 16 I figli di Gad: Tsifion, Haggi, Shuni, Etsbon, Eri, Arodi e Areli. 17 I figli di Ascer: Jmna, Jshua, Jshni, Beriah e Serah loro sorella. E i figli di Beriah: Heber e Malkiel. 18 Codesti furono i figli di Zilpah che Labano aveva dato a Lea sua figlia; ed essa li partorì a Giacobbe: in tutto sedici persone. 19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. 20 E a Giuseppe, nel paese d'Egitto, nacquero Manasse ed Efraim, che gli partorì Asenath, figlia di Potiferah, sacerdote di On. 21 I figli di Beniamino: Belah, Beker, Ashbel, Ghera, Naaman, Ehi, Rosh, Muppim, Huppim e Ard. 22 Questi furono i figli di Rachele che nacquero a Giacobbe: in tutto quattordici persone. 23 Il figlio di Dan: Huscim. 24 I figli di Neftali: Jahtseel, Guni, Jetser e Scillem. 25 Questi furono i figli di Bilhah che Labano aveva dato a Rachele sua figlia, ed essa li partorì a Giacobbe: in tutto sette persone. 26 Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto sessantasei. 27 I figli di Giuseppe, che gli nacquero in Egitto, erano due. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto erano in totale settanta.

Giuseppe va incontro a suo padre
28 Or Giacobbe mandò Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché lo introducesse nel paese di Goscen. Così essi giunsero nel paese di Goscen. 29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì a Goscen incontro a Israele, suo padre; appena lo vide, gli si gettò al collo e pianse lungamente stretto al suo collo. 30 E Israele disse a Giuseppe: «Ora lascia pure che io muoia, poiché ho visto la tua faccia, e tu sei ancora in vita». 31 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli e alla famiglia di suo padre: «Io salirò a informare il Faraone e gli dirò: "I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32 Essi sono pastori, perché sono sempre stati allevatori di bestiame, e hanno portato con sé le loro greggi, i loro armenti e tutto quello che posseggono". 33 Quando il Faraone vi farà chiamare e vi dirà: "Qual è la vostra occupazione?", voi risponderete: 34 "I tuoi servi sono stati allevatori di bestiame dalla loro fanciullezza fino ad ora, tanto noi che i nostri padri", perché possiate abitare nel paese di Goscen. Poiché gli Egiziani hanno in abominio tutti i pastori».

La famiglia di Giacobbe si stabilisce nel paese di Goscen
47,1 Giuseppe andò quindi a informare il Faraone e gli disse: «Mio padre e i miei fratelli con le loro greggi, con i loro armenti e con tutto quello che hanno, sono venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono nel paese di Goscen». 2 Quindi prese cinque uomini tra i suoi fratelli e li presentò al Faraone. 3 Allora il Faraone disse ai fratelli di Giuseppe: «Qual è la vostra occupazione?». Essi risposero al Faraone: «I tuoi servi sono pastori, tanto noi che i nostri padri». 4 Poi dissero al Faraone: «Siamo venuti per dimorare in questo paese, perché non vi era più pastura per le greggi dei tuoi servi, poiché vi è una grande carestia nel paese di Canaan. Deh, permetti ora che i tuoi servi dimorino nel paese di Goscen». 5 Allora il Faraone parlò a Giuseppe, dicendo: «Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te; 6 il paese d'Egitto è a tua disposizione; fa' abitare tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese; dimorino pure nel paese di Goscen. E se tu sai che fra loro ci sono degli uomini capaci, falli soprintendenti del mio bestiame». 7 Poi Giuseppe condusse Giacobbe suo padre dal Faraone e glielo presentò. E Giacobbe benedisse il Faraone. 8 Il Faraone allora disse a Giacobbe: «Quanti sono gli anni della tua vita?». 9 Giacobbe rispose al Faraone: «Gli anni del mio pellegrinare sono centotrent'anni; gli anni della mia vita sono stati pochi e cattivi, e non hanno raggiunto il numero degli anni della vita dei miei padri, nei giorni del loro pellegrinare». 10 Giacobbe benedisse ancora il Faraone e si ritirò dalla presenza del Faraone. 11 Così Giuseppe stabilì suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nel paese di Egitto, nella parte migliore del paese, nella contrada di Ramses, come il Faraone aveva ordinato. 12 E Giuseppe sostentò suo padre, i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre, rifornendoli di pane, secondo il numero dei figli.

L'amministrazione di Giuseppe durante la carestia
13 Or in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia. 14 Giuseppe ammassò tutto il denaro che si trovava nel paese di Egitto e nel paese di Canaan in cambio del grano che essi compravano; e Giuseppe portò questo denaro nella casa del Faraone. 15 Or quando nel paese di Egitto e nel paese di Canaan venne a mancare il denaro, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe e dissero: «Dacci del pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi occhi? Poiché il nostro denaro è finito». 16 Giuseppe disse: «Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame, se è finito il denaro». 17 Allora essi portarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, delle loro greggi di pecore, delle loro mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per quell'anno, in cambio di tutto il loro bestiame. 18 Passato quell'anno, tornarono da lui l'anno seguente e gli dissero: «Non possiamo nascondere al mio signore che, siccome il denaro è finito e le mandrie del nostro bestiame sono passate in proprietà del mio signore, nulla più resta che il mio signore possa prendere tranne i nostri corpi e le nostre terre. 19 Perché dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e le nostre terre? Compra noi e le nostre terre in cambio di pane, e noi con le nostre terre saremo schiavi del Faraone; e dacci da seminare affinché possiamo vivere e non morire, e il suolo non diventi un deserto». 20 Così Giuseppe acquistò per il Faraone tutte le terre d'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno il proprio campo, poiché la carestia li colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà del Faraone. 21 Quanto al popolo, lo spostò nelle città, da un capo all'altro dell'Egitto; 22 solo le terre dei sacerdoti non acquistò, perché i sacerdoti ricevevano una provvigione assegnata loro dal Faraone e vivevano della provvigione che il Faraone dava loro; per questo essi non vendettero le loro terre. 23 Poi Giuseppe disse al popolo: «Ecco, oggi ho acquistato voi e le vostre terre per il Faraone; eccovi del seme; seminate la terra; 24 al tempo del raccolto, ne darete il quinto al Faraone, e quattro parti saranno vostre per la semente dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli di casa vostra, e per il nutrimento dei vostri bambini». 25 E quelli dissero: «Tu ci hai salvato la vita! Ci sia dato di trovar grazia agli occhi del mio signore, e saremo schiavi del Faraone». 26 Giuseppe fece di questo una legge nel paese d'Egitto, che dura fino al giorno d'oggi, secondo la quale si deve dare la quinta parte del raccolto al Faraone. Soltanto le terre dei sacerdoti non diventarono proprietà del Faraone.

Giuseppe giura a Giacobbe di seppellirlo coi suoi padri
27 Così Israele abitò nel paese d'Egitto, nel paese di Goscen; là essi ebbero dei possedimenti, furono fruttiferi e si moltiplicarono grandemente. 28 Or Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni; e la durata della vita di Giacobbe fu di centoquarantasette anni. 29 Quando il tempo della morte per Israele fu vicino, egli chiamò suo figlio Giuseppe e gli disse: «Deh, se ho trovato grazia agli occhi tuoi, metti la tua mano sotto la mia coscia e usa con me benignità e fedeltà; di grazia, non seppellirmi in Egitto! 30 Ma, quando mi riposerò coi miei padri, portami fuori d'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro!». Egli rispose: «Farò come tu dici». 31 Allora Giacobbe disse: «Giuramelo». E Giuseppe glielo giurò. Quindi Israele, appoggiandosi al capo del letto, adorò.

Giacobbe benedice Efraim e Manasse
48,1 Dopo queste cose, avvenne che fu detto a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è ammalato». Così egli prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Efraim. 2 Quando fu riferito a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe viene da te», Israele raccolse le sue forze e si mise a sedere sul letto. 3 Allora Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz nel paese di Canaan, mi benedisse 4 e mi disse: "Ecco, io ti renderò fruttifero, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te, come una proprietà perpetua". 5 Ora i tuoi due figli, che ti sono nati nel paese d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse sono miei, come Ruben, e Simeone. 6 Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; nel territorio della loro eredità saranno chiamati col nome dei loro fratelli. 7 Quanto a me, mentre tornavo da Paddan, Rachele morì vicino a me durante il viaggio, nel paese di Canaan, a breve distanza da Efrata; e l'ho sepolta là, sulla via di Efrata, che è Betlemme». 8 Quando Israele vide i figli di Giuseppe, disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe rispose a suo padre: «Sono i miei figli, che DIO mi ha dato qui». Allora egli disse: «Deh, falli avvicinare a me, e io li benedirò». 10 Ora gli occhi di Israele erano offuscati a motivo dell'età, e non ci vedeva più. Giuseppe li fece avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò. 11 Quindi Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di rivedere la tua faccia, ma ora DIO mi ha dato di vedere anche la tua discendenza». 12 Giuseppe li ritirò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi Giuseppe li prese ambedue: Efraim alla sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse alla sua sinistra, alla destra di Israele, e li fece avvicinare a lui. 14 Allora Israele stese la sua mano destra e la posò sul capo di Efraim che era il più giovane, e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse incrociando le mani, benché Manasse fosse il primogenito. 15 Così benedisse Giuseppe e disse: «Il DIO, davanti al quale camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, il DIO che mi ha pasturato da quando esisto fino a questo giorno, 16 l'Angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio nome e col nome dei miei padri Abrahamo e Isacco, e moltiplichino grandemente sulla terra!». 17 Or quando Giuseppe vide che suo padre posava la sua mano destra sul capo di Efraim, ciò gli dispiacque; prese quindi la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse. 18 Giuseppe disse quindi a suo padre: «Non così, padre mio, perché il primogenito è questo; metti la tua mano destra sul suo capo». 19 Ma suo padre si rifiutò; e disse: «Lo so, figlio mio, lo so; anche lui diventerà un popolo, e anche lui sarà grande; tuttavia il suo fratello più giovane sarà più grande di lui, e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». 20 E in quel giorno li benedisse, dicendo: «Per te Israele benedirà, dicendo: "DIO ti faccia come Efraim e come Manasse!"». Così egli pose Efraim prima di Manasse. 21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma DIO sarà con voi e vi ricondurrà nel paese dei vostri padri. 22 Inoltre io do a te una porzione in più che ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani degli Amorei, con la mia spada e col mio arco».

Giacobbe benedice i suoi figli
49,1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: «Radunatevi perché io vi annunci ciò che vi accadrà nei giorni a venire. 2 Radunatevi e ascoltate, o figli di Giacobbe! Date ascolto a Israele, vostro padre! 3 Ruben, tu sei il mio primogenito, la mia forza, la primizia del mio vigore, eminente in dignità ed eminente in forza. 4 Impetuoso come l'acqua, tu non avrai la preminenza, perché sei salito sul letto di tuo padre e l'hai profanato. Egli è salito sul mio letto. 5 Simeone e Levi sono fratelli: le loro spade sono strumenti di violenza. 6 Non entri l'anima mia nel loro consiglio, non si unisca la mia gloria alla loro adunanza! Poiché nella loro ira hanno ucciso degli uomini, e nella loro caparbietà hanno tagliato i garretti ai tori. 7 Maledetta la loro ira, perché è stata violenta, e il loro furore perché è stato crudele! Io li dividerò in Giacobbe e li disperderò in Israele. 8 Giuda, i tuoi fratelli ti loderanno; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; i figli di tuo padre si inchineranno davanti a te. 9 Giuda è un giovane leone; tu risali dalla preda, figlio mio; egli si china, si accovaccia come un leone, come una leonessa; chi osa destarlo? 10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh; e a lui ubbidiranno i popoli. 11 Egli lega il suo asinello alla vite e il puledro della sua asina alla vite migliore; lava la sua veste nel vino e il suo manto nel sangue dell'uva. 12 Egli ha gli occhi lucenti per il vino e i denti bianchi per il latte. 13 Zabulon abiterà sulla costa dei mari e sarà un rifugio per le navi; il suo confine si estenderà verso Sidone. 14 Issacar è un asino robusto, sdraiato fra gli ovili. 15 Egli ha visto che il riposo è buono e che il paese è gradevole; ha curvato la spalla per portare il peso ed è divenuto un servo del lavoro forzato. 16 Dan giudicherà il suo popolo, come una delle tribù d'Israele. 17 Dan sarà un serpente sulla strada, un aspide sul sentiero, che morde i talloni del cavallo, sì che il cavaliere cade all'indietro. 18 Io aspetto la tua salvezza, o Eterno! 19 Gad, una banda di razziatori lo assalirà, ma egli a sua volta li assalirà alle calcagna. 20 Da Ascer verrà il pane saporito ed egli fornirà delizie reali. 21 Neftali è una cerva messa in libertà; egli dice delle belle parole. 22 Giuseppe è un ramo d'albero fruttifero; un ramo d'albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami corrono sopra il muro. 23 Gli arcieri l'hanno provocato, gli hanno lanciato dardi, l'hanno perseguitato; 24 ma l'arco suo è rimasto saldo; le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di Giacobbe, (da colui che è il pastore e la roccia d'Israele), 25 dal Dio di tuo padre che ti aiuterà, e dall'Altissimo che ti benedirà con benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell'abisso che giace di sotto, con benedizioni delle mammelle e del grembo materno. 26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei antenati, fino alle cime dei colli eterni. Esse saranno sul capo di Giuseppe e sulla corona di colui che fu separato dai suoi fratelli. 27 Beniamino è un lupo rapace; al mattino divora la preda, e la sera spartisce le spoglie». 28 Tutti questi sono le dodici tribù d'Israele; e questo è ciò che il loro padre disse loro, quando li benedisse. Li benedisse, dando a ciascuno la sua benedizione particolare.

La morte di Giacobbe
29 Poi Giacobbe ordinò loro e disse: «Io sto per essere riunito al mio popolo; seppellitemi coi miei padri nella spelonca che è nel campo di Efron l'Hitteo, 30 nella caverna che è nel campo di Makpelah di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, quella che Abrahamo comperò col campo da Efron l'Hitteo, come sepolcro di sua proprietà. 31 Là furono sepolti Abrahamo e Sara sua moglie; là furono sepolti Isacco e Rebecca sua moglie, e là io seppellii Lea. 32 Il campo e la caverna che vi si trova furono comperati dai figli di Heth». 33 Quando Giacobbe ebbe finito di dare questi ordini ai suoi figli, ritirò i suo piedi nel letto e spirò, e fu riunito al suo popolo.

Sepoltura di Giacobbe nel paese di Canaan
50,1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre e pianse su di lui, e lo baciò. 2 Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele. 3 Ci vollero quaranta giorni, perché tale è il tempo necessario per l'imbalsamazione; e gli Egiziani lo piansero settanta giorni. 4 Quando i giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa del Faraone, dicendo: «Deh, se ho trovato grazia ai vostri occhi, riferite al Faraone queste parole: 5 Mio padre mi ha fatto giurare e mi ha detto: "Ecco, io sto per morire; seppelliscimi nel sepolcro che ho scavato per me nel paese di Canaan". Ora dunque permetti che io salga a seppellire mio padre; poi tornerò». 6 Il Faraone rispose: «Sali e seppellisci tuo padre come egli ti ha fatto giurare». 7 Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre; e con lui salirono tutti i servi del Faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d'Egitto, 8 e tutta la casa di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di suo padre. Nel paese di Goscen lasciarono soltanto i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti. 9 Con lui salirono pure carri e cavalieri, così da formare un enorme corteo di gente. 10 Come furono giunti all'aia di Atad, che è oltre il Giordano, vi fecero grandi e solenni lamenti; e Giuseppe osservò per suo padre un lutto di sette giorni. 11 Or quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di Atad, dissero: «Questo è un grave lutto per gli Egiziani!». Perciò quel luogo fu chiamato Abel-Mitsraim che è oltre il Giordano. 12 I suoi figli fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro. 13 I suoi figli lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella spelonca del campo di Makpelah, di fronte a Mamre, che Abrahamo aveva comperato col campo da Efron l'Hitteo, come sepolcro di sua proprietà. 14 Dopo aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto con i suoi fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo padre.

Giuseppe rassicura i suoi fratelli
15 I fratelli di Giuseppe, quando videro che il loro padre era morto, dissero: «Chissà se Giuseppe non nutra rancore verso di noi, e non ci renda tutto il male che gli abbiamo fatto?». 16 Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire diede quest'ordine dicendo: 17 "Così direte a Giuseppe: Deh, perdona ora ai tuoi fratelli il loro misfatto e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male". Deh, perdona dunque ora il misfatto dei servi del DIO di tuo padre!». Giuseppe, quando gli parlarono così, pianse. 18 Poi vennero anche i suoi fratelli e si gettarono davanti a lui, e dissero: «Ecco, siamo tuoi servi». 19 Giuseppe disse loro: «Non temete; sono io forse al posto di DIO? 20 Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto farlo servire al bene, per compiere quello che oggi avviene: conservare in vita un popolo numeroso. 21 Ora dunque non temete; io provvederò il nutrimento per voi e per i vostri figli». Così li confortò e parlò al cuore loro con dolcezza.

Vecchiaia e morte di Giuseppe
22 Così Giuseppe dimorò in Egitto, egli e la casa di suo padre, e visse centodieci anni. 23 Giuseppe vide i figli di Efraim, fino alla terza generazione; anche i figli di Makir, figlio di Manasse, nacquero sulle sue ginocchia. 24 Poi Giuseppe disse ai suoi fratelli: «Io sto per morire; ma DIO per certo vi visiterà e vi farà salire da questo paese nel paese che promise con giuramento ad Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe». 25 Giuseppe fece quindi giurare i figli d'Israele, dicendo: «DIO per certo vi visiterà; allora voi porterete via da qui le mie ossa». 26 Poi Giuseppe morì, in età di centodieci anni; lo imbalsamarono e lo posero in una bara in Egitto.

Riveduta 2020:

Genesi 37-51

Giuseppe e i suoi fratelli
37,1 Giacobbe abitò nel paese dove suo padre aveva soggiornato, nel paese di Canaan. 2 E questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe, all'età di diciassette anni, pasceva il gregge con i suoi fratelli; e, giovane qual era, stava con i figli di Bila e con i figli di Zilpa, mogli di suo padre. E Giuseppe riferì al loro padre la cattiva fama che circolava sul loro conto. 3 Ora Israele amava Giuseppe più di tutti gli altri suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga con le maniche. 4 E i suoi fratelli, vedendo che loro padre lo amava più di tutti gli altri fratelli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.

I sogni di Giuseppe
5 Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; e questi lo odiarono ancora di più. 6 Egli disse loro: “Ascoltate, vi prego, il sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando dei covoni in mezzo ai campi, quando ecco che il mio covone si alzò e si mantenne diritto; e i vostri covoni si radunarono intorno al mio covone e gli si inchinarono davanti”. 8 Allora i suoi fratelli gli dissero: “Dunque tu dovrai regnare su di noi? o dominarci?”. E lo odiarono più che mai a causa dei suoi sogni e delle sue parole. 9 Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: “Ho fatto un altro sogno! Ed ecco che il sole, la luna e undici stelle s'inchinavano davanti a me”. 10 Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; e suo padre lo sgridò, e gli disse: “Che significa questo sogno che hai fatto? Dunque io, tua madre e i tuoi fratelli dovremo venire a inchinarci davanti a te fino a terra?”. 11 E i suoi fratelli lo invidiavano, ma suo padre serbava dentro di sé queste parole.

Giuseppe gettato in una cisterna dai suoi fratelli
12 I fratelli di Giuseppe erano andati a pascolare il gregge del padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: “I tuoi fratelli non sono forse al pascolo a Sichem? Vieni, che ti manderò da loro”. Ed egli rispose: “Eccomi”. 14 Israele gli disse: “Va' a vedere se i tuoi fratelli stanno bene, e se tutto va bene con il gregge; e torna a dirmelo”. Così lo mandò dalla valle di Ebron, e Giuseppe arrivò a Sichem. 15 E un uomo lo trovò mentre vagava per i campi e quest'uomo lo interrogò, dicendo: “Che cerchi?”. 16 Egli rispose: “Cerco i miei fratelli; su, dimmi dove sono a pascolare il gregge”. 17 E quell'uomo gli disse: “Sono partiti di qui, perché li ho ascoltati che dicevano: 'Andiamocene a Dotan'”. Giuseppe andò quindi in cerca dei suoi fratelli, e li trovò a Dotan. 18 Essi lo scorsero da lontano; e prima che egli fosse vicino a loro, tramarono di ucciderlo. 19 Allora dissero l'uno all'altro: “Ecco questo sognatore che viene! 20 Ora dunque venite, uccidiamolo, e gettiamolo in una di queste cisterne; diremo poi che una bestia feroce lo ha divorato, e vedremo che ne sarà dei suoi sogni”. 21 Ruben udì questo e lo liberò dalle loro mani. Disse: “Non togliamogli la vita”. 22 Poi Ruben aggiunse: “Non spargete sangue; gettatelo in quella cisterna che è nel deserto, ma non lo colpisca la vostra mano”. Diceva così, per liberarlo dalle loro mani e restituirlo a suo padre. 23 Quando Giuseppe giunse presso i suoi fratelli, lo spogliarono della sua veste, della veste lunga con le maniche che aveva addosso; 24 lo presero e lo gettarono nella cisterna. Ora la cisterna era vuota; non c'era acqua.

Giuseppe venduto a degli Ismaeliti e condotto in Egitto
25 Poi si misero a sedere per mangiare e, alzando gli occhi, videro una carovana di Ismaeliti, che veniva da Galaad, con i suoi cammelli carichi di aromi, di balsamo e di mirra, che portava in Egitto. 26 Allora Giuda disse ai suoi fratelli: “Che ci guadagneremo a uccidere nostro fratello e a nascondere il suo sangue? 27 Venite, vendiamolo agli Ismaeliti, e la nostra mano non lo colpisca, poiché è nostro fratello, nostra carne”. I suoi fratelli gli diedero ascolto. 28 E come quei mercanti Madianiti passavano, essi tirarono fuori Giuseppe e lo fecero salire dalla cisterna, e lo vendettero per venti sicli d'argento a quegli Ismaeliti. E questi condussero Giuseppe in Egitto. 29 Quando Ruben tornò alla cisterna, ecco che Giuseppe non era più nella cisterna. Allora egli si stracciò le vesti, 30 tornò dai suoi fratelli, e disse: “Il fanciullo non c'è più; e io, dove andrò io?”.

Giuseppe pianto come morto dal padre
31 Essi presero la veste di Giuseppe, scannarono un capro, e intrisero la veste di sangue. 32 Poi mandarono uno a portare a loro padre la veste lunga con le maniche, e gli fecero dire: “Abbiamo trovato questa veste; vedi tu se è quella di tuo figlio, o no”. 33 Ed egli la riconobbe e disse: “È la veste di mio figlio; una bestia feroce lo ha divorato; certo, Giuseppe è stato sbranato”. 34 Giacobbe si stracciò le vesti, si mise un cilicio sui fianchi, e fece cordoglio per suo figlio per molti giorni. 35 Tutti i suoi figli e tutte le sue figlie vennero a consolarlo; ma egli rifiutò di essere consolato, e disse: “Io scenderò, facendo cordoglio, da mio figlio, nel soggiorno dei morti”. E suo padre lo pianse. 36 Intanto quei Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, ufficiale del Faraone, capitano delle guardie.

Giuda e Tamar
38,1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e andò a stare da un uomo di Adullam, chiamato Chira. 2 Lì Giuda vide la figlia di un Cananeo, chiamato Sua; se la prese e si unì a lei. 3 Lei concepì e partorì un figlio, che chiamò Er. 4 Poi concepì di nuovo e partorì un figlio, che chiamò Onan. 5 E partorì ancora un figlio, che chiamò Sela. Ora Giuda era a Chezib, quando lei lo partorì. 6 Giuda prese per Er, suo primogenito, una moglie chiamata Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, era perverso agli occhi dell'Eterno e l'Eterno lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: “Va' dalla moglie di tuo fratello, prenditela in moglie in quanto cognato, e origina una discendenza a tuo fratello”. 9 Onan, sapendo che quella discendenza non sarebbe stata sua, quando si accostava alla moglie di suo fratello, faceva in modo di impedire il concepimento, per non dare una discendenza al fratello. 10 Ciò che egli faceva dispiacque all'Eterno, il quale fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse a Tamar sua nuora: “Rimani vedova in casa di tuo padre, finché Sela, mio figlio, sia cresciuto”. Perché diceva: “Badiamo che anche egli non muoia come i suoi fratelli”. E Tamar se ne andò e abitò in casa di suo padre. 12 Passarono molti giorni, e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda; e dopo che Giuda fu consolato, salì da quelli che tosavano le sue pecore a Timna; lui e il suo amico Chira, l'Adullamita. 13 Di questo fu informata Tamar, e le fu detto: “Ecco, tuo suocero sale a Timna per tosare le sue pecore”. 14 Allora lei si tolse le vesti da vedova, si coprì con un velo, se ne avvolse tutta, e si mise a sedere alla porta di Enaim, che è sulla via di Timna; poiché vedeva che nonostante Sela fosse cresciuto, lei non gli era stata data per moglie. 15 Quando Giuda la vide, la scambiò per una prostituta, perché aveva il viso coperto. 16 Accostandosi a lei sulla via, le disse: “Lasciami venire da te!”, poiché non sapeva che lei fosse sua nuora. E lei rispose: “Che mi darai per venire da me?”. 17 Egli le disse: “Ti manderò un capretto del mio gregge”. E lei: “Mi darai un pegno finché tu non me lo abbia mandato?”. 18 Ed egli: “Che pegno ti darò?”; l'altra rispose: “Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano”. Egli glieli diede, andò da lei, e lei rimase incinta di lui. 19 Poi lei si alzò, e se ne andò; si tolse il velo, e si rimise le vesti da vedova. 20 E Giuda mandò il capretto tramite il suo amico, l'Adullamita, al fine di ritirare il pegno dalle mani di quella donna; ma egli non la trovò. 21 Interrogò la gente del luogo, dicendo: “Dov'è quella prostituta che stava a Enaim, sulla via?”. E quelli risposero: “Qui non c'è stata nessuna prostituta”. 22 Egli allora se ne tornò a Giuda, e gli disse: “Non l'ho trovata; e, per di più, la gente del luogo mi ha detto: 'Qui non c'è stata alcuna prostituta'”. 23 E Giuda disse: “Si tenga pure il pegno, non incorriamo nel disprezzo. Ecco, io ho mandato questo capretto, e tu non l'hai trovata”. 24 Ora circa tre mesi dopo, vennero a dire a Giuda: “Tamar, tua nuora, si è prostituita; e, per di più, eccola incinta in seguito alla sua prostituzione”. Giuda disse: “Portatela fuori, e sia bruciata!”. 25 Come la portavano fuori, lei mandò a dire al suocero: “Sono incinta dell'uomo al quale appartengono queste cose”. E disse: “Riconosci, ti prego, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone”. 26 Giuda li riconobbe, e disse: “Lei è più giusta di me, perché io non l'ho data a mio figlio Sela”. Ed egli non ebbe più relazioni con lei. 27 Quando venne il tempo in cui doveva partorire, ecco che aveva in grembo due gemelli. 28 E mentre partoriva, uno di loro mise fuori una mano; e la levatrice la prese, e legò a essa un filo scarlatto, dicendo: “Questo qui esce per primo”. 29 Ma lui ritirò la mano, ed ecco uscire fuori suo fratello. Allora la levatrice disse: “Perché ti sei fatta questa breccia?”. Per questo motivo fu chiamato Perez. 30 Poi uscì suo fratello, che aveva alla mano il filo scarlatto; e fu chiamato Zerac.

Giuseppe in Egitto
39,1 Giuseppe fu condotto in Egitto; e Potifar, ufficiale del Faraone, capitano delle guardie, un Egiziano, lo comprò da quegli Ismaeliti che lo avevano portato. 2 L'Eterno fu con Giuseppe, il quale prosperava e stava in casa del suo signore, l'Egiziano. 3 E il suo signore vide che l'Eterno era con lui, e che l'Eterno gli faceva prosperare nelle mani tutto quello che intraprendeva. 4 Giuseppe entrò nelle sue grazie, e si occupava del servizio personale di Potifar, il quale lo fece maggiordomo della sua casa, e gli mise nelle mani tutto quello che possedeva. 5 E da quando lo fece maggiordomo della sua casa, e gli affidò tutto quello che possedeva, l'Eterno benedisse la casa dell'Egiziano, per amore di Giuseppe; e la benedizione dell'Eterno riposò su tutto quello che lui possedeva, in casa e in campagna. 6 Potifar lasciò tutto quello che aveva nelle mani di Giuseppe; e non si occupava più di nessuna cosa, tranne che del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era di presenza avvenente e di bell'aspetto.

Giuseppe in carcere
7 Dopo queste cose avvenne che la moglie del signore di Giuseppe gli mise gli occhi addosso, e gli disse: “Unisciti a me”. 8 Ma lui rifiutò e disse alla moglie del suo signore: “Ecco, il mio signore non mi chiede conto di nulla che è nella casa, e ha messo nelle mie mani tutto quello che ha; 9 lui stesso non è più grande di me in questa casa; e non mi ha vietato nulla, tranne che te, perché sei sua moglie. Dunque, come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?”. 10 E, benché lei gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì, né a unirsi né a stare con lei. 11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; e non c'era nessuno della gente di casa; 12 lei lo afferrò per la veste, e gli disse: “Unisciti a me”. Ma lui le lasciò la veste in mano, e fuggì fuori. 13 Quando lei vide che le aveva lasciato la veste in mano e che era fuggito fuori, 14 chiamò la gente della sua casa, e parlò loro così: “Vedete, ci ha portato in casa un Ebreo per prendersi gioco di noi; egli è venuto da me per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 15 E quando egli ha udito che io alzavo la voce e gridavo, mi ha lasciato qui la sua veste, ed è fuggito fuori”. 16 E tenne accanto a sé la veste di lui, finché il suo signore non fu tornato a casa. 17 Allora lei gli parlò in questa maniera: “Quel servo ebreo che tu ci hai portato, è venuto da me per prendersi gioco di me. 18 Ma quando io ho alzato la voce e ho gridato, lui mi ha lasciato qui la sua veste ed è fuggito fuori”. 19 Quando il signore di Giuseppe ascoltò le parole di sua moglie che gli diceva: “Il tuo servo mi ha fatto questo!”, s'infiammò d'ira. 20 Allora il signore di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, nel luogo dove si tenevano chiusi i carcerati del re. Egli fu dunque là in quella prigione. 21 Ma l'Eterno fu con Giuseppe e mostrò la sua benignità in suo favore, attirando su di lui le grazie del governatore della prigione. 22 E il governatore della prigione affidò alla sorveglianza di Giuseppe tutti i detenuti che erano nel carcere; e non si faceva nulla senza di lui. 23 Il governatore della prigione non rivedeva niente di quello che era affidato a lui, perché l'Eterno era con lui, e l'Eterno faceva prosperare tutto quello che egli intraprendeva.

Giuseppe spiega i sogni del coppiere e del panettiere del Faraone
40,1 Dopo queste cose, avvenne che il coppiere e il panettiere del re d'Egitto offesero il loro signore, il re d'Egitto. 2 Il Faraone si indignò contro i suoi due ufficiali, contro il capo dei coppieri e il capo dei panettieri, 3 e li fece mettere in carcere, nella casa del capo delle guardie; nella prigione stessa dove era rinchiuso Giuseppe. 4 Il capitano delle guardie li affidò alla sorveglianza di Giuseppe, il quale li serviva. Ed essi rimasero in prigione per un certo tempo. 5 Durante una stessa notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano rinchiusi nella prigione, fecero entrambi un sogno, un sogno per uno, e ogni sogno aveva il suo significato particolare. 6 Giuseppe, venuto la mattina da loro, li guardò, e vide che erano turbati. 7 Allora interrogò gli ufficiali del Faraone che erano con lui in prigione nella casa del suo signore, e disse: “Perché oggi avete il viso così triste?”. 8 E quelli risposero: “Abbiamo fatto un sogno e non c'è nessuno che ce lo interpreti”. Allora Giuseppe disse loro: “Le interpretazioni non appartengono a Dio? Raccontatemi i sogni, vi prego”. 9 Il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe, e gli disse: “Nel mio sogno, ecco, mi stava davanti una vite; 10 e in quella vite vi erano tre tralci; e mi sembrava che germogliasse, poi fiorisse, e desse infine dei grappoli d'uva matura. 11 E io avevo in mano la coppa del Faraone; presi l'uva, la spremetti nella coppa del Faraone, e diedi la coppa in mano al Faraone”. 12 Giuseppe gli disse: “Questa è l'interpretazione del sogno: i tre tralci sono tre giorni; 13 ancora tre giorni e Faraone ti farà rialzare il capo, ti ristabilirà nel tuo ufficio, e tu darai in mano al Faraone la sua coppa, nel modo che facevi prima, quando eri suo coppiere. 14 Ma ricordati di me quando sarai felice, e sii benigno con me, ti prego; parla di me al Faraone e fammi uscire da questa casa, 15 perché io fui portato via segretamente dal paese degli Ebrei, e anche qui non ho fatto nulla per essere messo in questo sotterraneo”. 16 Il capo dei panettieri, vedendo che l'interpretazione di Giuseppe era favorevole, gli disse: “Anch'io, nel mio sogno, avevo tre canestri di pane bianco, sul capo; 17 e nel canestro più alto c'era per Faraone ogni sorta di vivande cotte al forno; e gli uccelli le mangiavano dentro al canestro sul mio capo”. 18 Giuseppe rispose e disse: “Questa è l'interpretazione del sogno: i tre canestri sono tre giorni; 19 ancora tre giorni, e Faraone ti porterà via la testa dalle spalle, ti farà impiccare a un albero, e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso”. 20 E avvenne, il terzo giorno, che era il compleanno del Faraone, che questi diede un convito per tutti i suoi servitori, e fece alzare il capo al gran coppiere, e alzare il capo al gran panettiere in mezzo ai suoi servitori: 21 ristabilì il gran coppiere nel suo ufficio di coppiere, perché mettesse la coppa in mano al Faraone, 22 ma fece impiccare il gran panettiere, secondo l'interpretazione che Giuseppe aveva dato loro. 23 Il gran coppiere però non si ricordò di Giuseppe, ma lo dimenticò.

Giuseppe spiega i sogni del Faraone
41,1 Dopo due anni interi, il Faraone fece un sogno. Stava presso il Fiume; 2 e dal Fiume ecco salire sette vacche, di bell'aspetto e grasse, che si misero a pascolare nella giuncaia. 3 Dopo quelle, ecco salire dal Fiume altre sette vacche brutte di aspetto e scarne, che si fermarono vicino alle prime sulla riva del Fiume. 4 Le vacche brutte di aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell'aspetto e grasse. E il Faraone si svegliò. 5 Poi si riaddormentò, e sognò di nuovo; ed ecco sette spighe, grasse e belle, venire su da un unico stelo. 6 Poi ecco sette spighe, sottili e arse dal vento orientale, germogliare dopo quelle altre. 7 Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grasse e piene. Allora il Faraone si svegliò: ed ecco, era un sogno. 8 La mattina, lo spirito del Faraone era turbato; allora mandò a chiamare tutti i maghi e tutti i sapienti d'Egitto, e raccontò loro i suoi sogni, ma non ci fu nessuno che li potesse interpretare al Faraone. 9 Allora il capo dei coppieri parlò al Faraone, dicendo: “Ricordo oggi i miei errori. 10 Faraone si era offeso contro i suoi servitori e mi aveva fatto mettere in prigione in casa del capo delle guardie: me e il capo dei panettieri. 11 L'uno e l'altro facemmo un sogno, nella stessa notte: facemmo ciascuno un sogno, che aveva il proprio significato. 12 Ora c'era lì con noi un giovane ebreo, servo del capo delle guardie; a lui raccontammo i nostri sogni, ed egli ce li interpretò, dando a ciascuno l'interpretazione del suo sogno. 13 E le cose avvennero secondo l'interpretazione che egli ci aveva data: Faraone ristabilì me nel mio ufficio, e l'altro lo fece impiccare”. 14 Allora Faraone mandò a chiamare Giuseppe, il quale fu subito fatto uscire dalla prigione sotterranea. Egli si rase, si cambiò il vestito, e andò dal Faraone. 15 E il Faraone disse a Giuseppe: “Ho fatto un sogno, e non c'è chi lo possa interpretare; e ho udito dire di te che, quando ti hanno raccontato un sogno, tu lo puoi interpretare”. 16 Giuseppe rispose al Faraone, dicendo: “Non sono io, ma sarà Dio che darà al Faraone una risposta favorevole”. 17 Allora il Faraone disse a Giuseppe: “Nel mio sogno, io stavo sulla riva del Fiume; 18 quando ecco salire dal Fiume sette vacche grasse e di bell'aspetto che si misero a pascolare nella giuncaia. 19 E, dopo quelle, ecco salire altre sette vacche magre, di aspetto bruttissimo e scarne: tali, che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d'Egitto. 20 E le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche grasse; 21 quelle entrarono nel loro corpo, ma non si riconobbe che vi fossero entrate: il loro aspetto era brutto come prima. E mi svegliai. 22 Poi vidi ancora nel mio sogno sette spighe venire su da un unico stelo, piene e belle; 23 ed ecco altre sette spighe vuote, sottili e arse dal vento orientale, germogliare dopo quelle altre. 24 E le spighe sottili inghiottirono le sette spighe belle. Io ho raccontato questo ai maghi, ma non c'è stato nessuno che abbia saputo spiegarmelo”. 25 Allora Giuseppe disse al Faraone: “Ciò che il Faraone ha sognato è una stessa cosa. Dio ha indicato al Faraone quello che sta per fare. 26 Le sette vacche belle sono sette anni, e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno. 27 E le sette vacche magre e brutte che salivano dopo quelle altre, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale saranno sette anni di carestia. 28 Questo è quello che ho detto al Faraone: Dio ha mostrato al Faraone quello che sta per fare. 29 Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d'Egitto; 30 e dopo, verranno sette anni di carestia; e tutta quell'abbondanza sarà dimenticata nel paese d'Egitto, e la carestia consumerà il paese. 31 E uno non si accorgerà più di quell'abbondanza nel paese, a causa della carestia che seguirà; perché questa sarà molto dura. 32 Quanto al fatto che il sogno si sia replicato due volte al Faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio, e che Dio l'eseguirà presto. 33 Ora dunque si provveda al Faraone un uomo intelligente e saggio e lo stabilisca sul paese d'Egitto. 34 Il Faraone faccia così: Costituisca dei commissari sul paese per prelevare il quinto delle raccolte del paese d'Egitto, durante i sette anni dell'abbondanza. 35 Ed essi raccolgano tutti i viveri di queste sette buone annate che stanno per venire, e ammassino il grano a disposizione del Faraone per l'approvvigionamento delle città, e lo conservino. 36 Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nel paese d'Egitto; e così il paese non sarà distrutto a causa della carestia”.

Giuseppe fatto viceré d'Egitto
37 La cosa piacque al Faraone e a tutti i suoi servitori. 38 E il Faraone disse ai suoi servitori: “Potremmo trovare un uomo pari a questo, in cui sia lo Spirito di Dio?”. 39 Così il Faraone disse a Giuseppe: “Siccome Dio ti ha fatto conoscere tutto questo, non c'è alcuno che sia intelligente e saggio quanto te. 40 Tu sarai sopra la mia casa, e tutto il mio popolo ubbidirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto, io sarò più grande di te”. 41 Il Faraone disse a Giuseppe: “Vedi, io ti stabilisco su tutto il paese d'Egitto”. 42 E il Faraone si tolse l'anello di mano e lo mise alla mano di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino, e gli mise al collo una collana d'oro. 43 Lo fece montare sul suo secondo carro, e davanti a lui si gridava: “In ginocchio!”. Così Faraone lo costituì su tutto il paese d'Egitto. 44 Poi il Faraone disse a Giuseppe: “Io sono il Faraone! e senza te, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto”. 45 E il Faraone chiamò Giuseppe Safnat-Paneac e gli diede per moglie Asenat figlia di Potifera, sacerdote di On. E Giuseppe partì per visitare il paese d'Egitto. 46 Ora Giuseppe aveva trent'anni quando si presentò davanti al Faraone re d'Egitto. E Giuseppe uscì dal cospetto del Faraone, e percorse tutto il paese d'Egitto. 47 Durante i sette anni di abbondanza, la terra produsse a piene mani; 48 e Giuseppe raccolse tutti i viveri di quei sette anni che vennero nel paese d'Egitto, e ripose i viveri nelle città; ripose in ogni città i viveri del territorio circostante. 49 Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare; in così gran quantità, che si smise di contarlo, perché era incalcolabile.

Nascita di Manasse e di Efraim. principio della carestia
50 Prima che arrivasse il primo anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli, che Asenat figlia di Potifera sacerdote di On gli partorì. 51 Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché, disse, “Dio mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre”. 52 E al secondo pose nome Efraim, perché, disse, “Dio mi ha reso fertile nel paese della mia afflizione”. 53 I sette anni di abbondanza che erano stati nel paese d'Egitto, finirono; 54 e cominciarono a venire i sette anni della carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi; ma in tutto il paese d'Egitto c'era del pane. 55 Poi la carestia si estese a tutto il paese d'Egitto, e il popolo gridò al Faraone per avere del pane. E Faraone disse a tutti gli Egiziani: “Andate da Giuseppe, e fate quello che vi dirà”. 56 La carestia era sparsa su tutta la superficie del paese, e Giuseppe aprì tutti i depositi e vendette grano agli Egiziani. E la carestia si aggravò nel paese d'Egitto. 57 E da tutti i paesi si veniva in Egitto da Giuseppe per comprare del grano, perché la carestia era grave in tutta la terra.

I figli di Giacobbe, mandati in Egitto a comprare del grano, sono riconosciuti da Giuseppe
42,1 Giacobbe, vedendo che c'era del grano in Egitto, disse ai suoi figli: “Perché vi state a guardare l'uno con l'altro?”. 2 Poi disse: “Ecco, ho sentito dire che c'è del grano in Egitto; scendete là per comprarne, così possiamo vivere e non dovremo morire”. 3 Allora dieci dei fratelli di Giuseppe scesero in Egitto per comprare del grano. 4 Ma Giacobbe non mandò Beniamino, fratello di Giuseppe, con i suoi fratelli, perché diceva: “Che non gli succeda qualche disgrazia!”. 5 I figli d'Israele giunsero per comprare del grano in mezzo agli altri che erano venuti; poiché nel paese di Canaan c'era la carestia. 6 Giuseppe era colui che comandava nel paese; era lui che vendeva il grano a tutta la gente del paese; e i fratelli di Giuseppe arrivarono e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma si finse straniero davanti a loro, e parlò loro aspramente dicendo: “Da dove venite?”, essi risposero: “Dal paese di Canaan per comprare dei viveri”. 8 Così Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non riconobbero lui. 9 Giuseppe si ricordò dei sogni che aveva avuto a loro riguardo, e disse: “Voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi scoperti del paese!”. 10 Ed essi a lui: “No, signor mio; i tuoi servitori sono venuti a comprare dei viveri. 11 Siamo tutti figli di uno stesso uomo; siamo gente sincera; i tuoi servitori non sono delle spie”. 12 Ed egli disse loro: “No, siete venuti per vedere i luoghi indifesi del paese!”; 13 quelli risposero: “Noi, tuoi servitori, siamo dodici fratelli, figli di uno stesso uomo, del paese di Canaan. Ed ecco, il più giovane oggi è con nostro padre e uno non è più”. 14 Allora Giuseppe disse loro: “La cosa è come vi ho detto; siete delle spie! 15 Ecco come sarete messi alla prova: Per la vita del Faraone, non uscirete di qui prima che il vostro fratello più giovane sia venuto qua. 16 Mandate uno di voi a prendere vostro fratello; e voi resterete qui in carcere, perché le vostre parole siano messe alla prova, e si veda se c'è del vero in voi; se no, per la vita del Faraone, siete delle spie!”. 17 E li mise assieme in prigione per tre giorni.

Giuseppe esige che gli conducano Beniamino
18 Il terzo giorno, Giuseppe disse loro: “Fate questo e vivrete; io temo Dio! 19 Se siete gente sincera, uno di voi fratelli resti qui incatenato nella nostra prigione, e voi andate, portate del grano per la necessità delle vostre famiglie; 20 poi conducetemi vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno verificate, e voi non morirete”. Ed essi fecero così. 21 E si dicevano l'uno all'altro: “Sì, noi fummo colpevoli verso nostro fratello, perché vedemmo l'angoscia dell'anima sua quando egli ci supplicava, e non gli demmo ascolto! Ecco perché ci viene addosso questa angoscia”. 22 Ruben rispose loro, dicendo: “Non ve lo dicevo io: 'Non commettete questo peccato contro il fanciullo'? Ma voi non mi voleste dare ascolto. Perciò, ecco, che il suo sangue ci è ridomandato”. 23 Ora quelli non sapevano che Giuseppe li capiva, perché fra lui e loro c'era un interprete. 24 Ed egli si allontanò da essi, e pianse. Poi tornò, parlò loro, e prese fra di loro Simeone, che fece incatenare sotto i loro occhi. 25 Poi Giuseppe ordinò che si riempissero di grano i loro sacchi, che si rimettesse il denaro di ciascuno nel proprio sacco, e che si dessero loro delle provviste per il viaggio. E così fu fatto. 26 Ed essi caricarono il grano sui loro asini e se ne andarono. 27 Ora uno di loro aprì il suo sacco per dare del foraggio al suo asino, nel luogo dove pernottavano, e vide che il suo denaro era alla bocca del sacco; 28 e disse ai suoi fratelli: “Il mio denaro mi è stato restituito, ed eccolo qui nel mio sacco”. Allora il cuore gli venne meno e, tremando, dicevano l'uno all'altro: “Che cos'è mai questo che Dio ci ha fatto?”.

Giacobbe rifiuta di mandare Beniamino
29 E arrivarono da Giacobbe, loro padre, nel paese di Canaan, e gli raccontarono tutto quello che era accaduto, dicendo: 30 “L'uomo che è il signore del paese ci ha parlato duramente e ci ha trattato come spie del paese. 31 Allora noi gli abbiamo detto: 'Siamo gente sincera; non siamo delle spie; 32 siamo dodici fratelli, figli di nostro padre; uno non è più, e il più giovane oggi è con nostro padre nel paese di Canaan'. 33 E quell'uomo, signore del paese, ci ha detto: 'Da questo conoscerò se siete gente sincera; lasciate presso di me uno dei vostri fratelli, prendete quello che vi occorre per le vostre famiglie, partite, e portatemi il vostro fratello più giovane. 34 Allora conoscerò che non siete delle spie, ma gente sincera; io vi restituirò vostro fratello e voi potrete trafficare nel paese'”. 35 Ora quando essi svuotarono i loro sacchi, ecco che il sacchetto del denaro di ciascuno era nel proprio sacco; essi e il padre loro videro i sacchetti del loro denaro e si spaventarono. 36 E Giacobbe, loro padre, disse: “Voi mi avete privato dei miei figli! Giuseppe non è più, Simeone non è più, e mi volete togliere anche Beniamino! Tutto questo cade addosso a me!”. 37 Allora Ruben disse a suo padre: “Se non te lo riporto, fa' morire i miei due figli! Affidalo a me, io te lo ricondurrò”. 38 Ma Giacobbe rispose: “Mio figlio non scenderà con voi; poiché suo fratello è morto, ed è rimasto lui solo: se gli succedesse qualche disgrazia durante il vostro viaggio, fareste scendere con cordoglio la mia vecchiaia nel soggiorno dei morti”.

Giacobbe acconsente con dolore alla partenza di Beniamino
43,1 La carestia era grave nel paese; 2 e quando ebbero finito di mangiare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: “Tornate a comprarci un po' di viveri”. 3 E Giuda gli rispose, dicendo: “Quell'uomo ce lo ha dichiarato severamente: 'Non vedrete la mia faccia, se vostro fratello non sarà con voi'. 4 Se tu mandi nostro fratello con noi, noi scenderemo e ti compreremo dei viveri; 5 ma, se non lo mandi, non scenderemo; perché quell'uomo ci ha detto: 'Non vedrete la mia faccia, se vostro fratello non sarà con voi'”. 6 Allora Israele disse: “Perché mi avete fatto questo torto dicendo a quell'uomo che avevate ancora un fratello?”. 7 Quelli risposero: “Quell'uomo c'interrogò minuziosamente intorno a noi e alla nostra famiglia, dicendo: 'Vostro padre vive ancora? Avete qualche altro fratello?'. E noi rispondemmo a tono alle sue domande. Potevamo mai sapere che ci avrebbe detto: 'Fate venire vostro fratello'?”. 8 E Giuda disse a Israele suo padre: “Lascia venire il fanciullo con me, e ci alzeremo e andremo; e noi vivremo e non moriremo: né noi, né tu, né i nostri piccoli. 9 Io mi rendo garante di lui, chiedine conto alla mia mano; se non te lo riconduco e non te lo rimetto davanti, io sarò per sempre colpevole verso di te. 10 Se non avessimo indugiato, a quest'ora saremmo già tornati due volte”. 11 Allora Israele, loro padre, disse loro: “Se è così, fate questo: Prendete nei vostri sacchi le cose più squisite di questo paese, e portate a quell'uomo un dono: un po' di balsamo, un po' di miele, degli aromi e della mirra, dei pistacchi e delle mandorle; 12 e prendete con voi il doppio del denaro, e riportate il denaro che fu rimesso alla bocca dei vostri sacchi; forse fu un errore; 13 prendete anche vostro fratello, e alzatevi, tornate da quell'uomo; 14 e l'Iddio onnipotente vi faccia trovare grazia davanti a quell'uomo, in modo che egli vi rilasci l'altro vostro fratello e Beniamino. E se devo essere privato dei miei figli, che io lo sia!”.

Beniamino riceve felice accoglienza da suo fratello Giuseppe
15 Quelli dunque presero il dono, presero con sé il doppio del denaro e Beniamino; e, partiti, scesero in Egitto, e si presentarono davanti a Giuseppe. 16 Quando Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: “Conduci questi uomini in casa; macella, e prepara tutto; perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno”. 17 E l'uomo fece come Giuseppe aveva ordinato e li portò in casa di Giuseppe. 18 E quelli ebbero paura, perché erano condotti in casa di Giuseppe, e dissero: “Siamo portati qui a causa di quel denaro che ci fu rimesso nei sacchi la prima volta; egli vuole assalirci, precipitarsi su di noi e prenderci come schiavi, con i nostri asini”. 19 E accostatisi al maggiordomo di Giuseppe, gli parlarono sulla porta della casa, e dissero: 20 “Scusa, signor mio! noi scendemmo già una prima volta a comprare dei viveri; 21 e avvenne che, quando fummo giunti al luogo dove pernottammo, aprimmo i sacchi, ed ecco il denaro di ciascuno di noi era alla bocca del proprio sacco: il nostro denaro del peso esatto; e noi l'abbiamo riportato con noi. 22 E abbiamo portato con noi dell'altro denaro per comprare dei viveri; noi non sappiamo chi abbia messo il nostro denaro nei nostri sacchi”. 23 Allora egli disse loro: “Datevi pace, non temete; il vostro Dio e l'Iddio di vostro padre ha messo un tesoro nei vostri sacchi. Io ho ricevuto il vostro denaro”. E, fatto uscire Simeone, lo condusse da loro. 24 Quell'uomo li fece entrare in casa di Giuseppe; diede loro dell'acqua, ed essi si lavarono i piedi; ed egli diede del foraggio ai loro asini. 25 Ed essi prepararono il regalo, aspettando che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno; perché avevano capito che sarebbero rimasti lì a mangiare. 26 E quando Giuseppe arrivò a casa, quelli gli porsero il dono che avevano portato con sé nella casa, e si inchinarono fino a terra davanti a lui. 27 Egli domandò loro come stessero, e disse: “Vostro padre, il vecchio di cui mi parlaste, sta bene? Vive egli ancora?”. 28 Quelli risposero: “Il padre nostro, tuo servo, sta bene; vive ancora”. E si inchinarono, e gli fecero riverenza. 29 Poi Giuseppe alzò gli occhi, vide Beniamino suo fratello, figlio di sua madre, e disse: “Questo è il vostro fratello più giovane di cui mi parlaste?”. Poi disse a lui: “Dio ti sia propizio, figlio mio!”. 30 E Giuseppe si affrettò a uscire, perché nel suo intimo si era commosso per suo fratello; e cercava un luogo dove piangere; entrò nella sua camera, e lì pianse. 31 Poi si lavò la faccia, e uscì; si fece forza, e disse: “Portate il pranzo”. 32 Fu dunque portato il cibo per lui a parte, per loro a parte, e per gli Egiziani che mangiavano con loro, a parte; perché gli Egiziani non possono mangiare con gli Ebrei; per gli Egiziani è cosa abominevole. 33 Ed essi si misero a sedere davanti a lui: il primogenito, secondo il suo diritto di primogenitura, e il più giovane secondo la sua età; e si guardavano l'un l'altro con meraviglia. 34 E Giuseppe fece portare loro delle vivande che aveva davanti; ma la porzione di Beniamino era cinque volte maggiore di quella di ogni altro di loro. E bevvero e stettero allegri con lui.

Giuseppe fa mettere la coppa nel sacco di Beniamino
44,1 Giuseppe diede quest'ordine al maggiordomo di casa sua: “Riempi i sacchi di questi uomini di tanti viveri quanti ne possono portare, e metti il denaro di ciascuno di essi alla bocca del suo sacco. 2 E metti la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, assieme al denaro del suo grano”. Ed egli fece come Giuseppe aveva detto. 3 La mattina, non appena fu giorno, quegli uomini furono fatti partire con i loro asini. 4 E quando furono usciti dalla città e non erano ancora lontani, Giuseppe disse al maggiordomo di casa sua: “Alzati, va' dietro a quegli uomini; e quando li avrai raggiunti, di' loro: 'Perché avete reso male per bene? 5 Non è quella la coppa nella quale il mio signore beve, e della quale si serve per indovinare? Avete fatto male a fare questo!'”. 6 Egli li raggiunse, e disse loro quelle parole. 7 Ed essi gli risposero: “Perché il mio signore ci rivolge parole come queste? Dio preservi i tuoi servitori dal fare una cosa simile! 8 Ecco, noi ti abbiamo riportato dal paese di Canaan il denaro che avevamo trovato alla bocca dei nostri sacchi; dunque come avremmo rubato dell'argento e dell'oro dalla casa del tuo signore? 9 Quello tra i tuoi servitori presso il quale si troverà la coppa, sia messo a morte; e noi pure saremo schiavi del tuo signore!”. 10 Ed egli disse: “Ebbene, sia fatto come dite: colui presso il quale essa sarà trovata, sarà mio schiavo; e voi sarete innocenti”. 11 In tutta fretta, ognuno di essi mise giù il suo sacco a terra, e ciascuno aprì il proprio. 12 Il maggiordomo li frugò, cominciando da quello del maggiore, per finire con quello del più giovane; e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora quelli si stracciarono le vesti, ognuno ricaricò il suo asino, e tornarono alla città.

Giuseppe vuole trattenere Beniamino in Egitto
14 Giuda e i suoi fratelli arrivarono alla casa di Giuseppe, il quale era ancora lì; e si gettarono a terra davanti a lui. 15 E Giuseppe disse loro: “Che azione è questa che avete fatta? Non lo sapete che un uomo come me ha il potere di indovinare?”. Giuda rispose: 16 “Che diremo al mio signore? quali parole useremo? o come ci giustificheremo? Dio ha ritrovato l'iniquità dei tuoi servitori. Ecco, siamo schiavi del mio signore: tanto noi, quanto colui in mano al quale è stata trovata la coppa”. 17 Ma Giuseppe disse: “Mi guardi Iddio dal fare questo! L'uomo nella cui mano è stata trovata la coppa, sarà mio schiavo; quanto a voi, risalite in pace da vostro padre”.

Giuda supplica Giuseppe di rendere Beniamino al padre
18 Allora Giuda si avvicinò a Giuseppe, e disse: “Di grazia, signore mio, permetti al tuo servitore di fare udire una parola al mio signore, e non si accenda la tua ira contro il tuo servitore! poiché tu sei come il Faraone. 19 Il mio signore interrogò i suoi servitori, dicendo: 'Avete voi padre o fratello?' 20 e noi rispondemmo al mio signore: 'Abbiamo un padre che è vecchio, con un giovane figlio, che gli è nato nella vecchiaia; il fratello di questi è morto, così egli è rimasto solo dei figli di sua madre; e suo padre lo ama'. 21 Allora tu dicesti ai tuoi servitori: 'Conducetemelo, perché io lo veda con i miei occhi'. 22 E noi dicemmo al mio signore: 'Il fanciullo non può lasciare suo padre; perché, se lo lasciasse, suo padre morirebbe'. 23 E tu dicesti ai tuoi servitori: 'Se il vostro fratello più giovane non scende con voi, voi non vedrete più la mia faccia'. 24 E come fummo risaliti da mio padre, tuo servitore, gli riferimmo le parole del mio signore. 25 Poi nostro padre disse: 'Tornate a comprarci un po' di viveri'. 26 E noi rispondemmo: 'Non possiamo scendere laggiù; se nostro fratello più giovane verrà con noi, allora scenderemo; perché non possiamo vedere la faccia di quell'uomo, se il nostro fratello più giovane non è con noi'. 27 E mio padre, tuo servitore, ci rispose: 'Voi sapete che mia moglie mi partorì due figli; 28 uno di loro partì da me, e io dissi: Certo egli è stato sbranato; e non l'ho più visto da allora; 29 e se mi togliete anche questo, e se gli avviene qualche disgrazia, voi farete scendere con dolore la mia vecchiaia nel soggiorno dei morti'. 30 Ora dunque, quando giungerò da mio padre, tuo servitore, se il fanciullo, all'anima del quale la sua è legata, non è con noi, 31 avverrà che, quando avrà visto che il fanciullo non c'è, egli morirà; e i tuoi servitori avranno fatto scendere con cordoglio la vecchiaia del tuo servitore nostro padre nel soggiorno dei morti. 32 Ora, siccome il tuo servitore si è reso garante del fanciullo presso mio padre, e gli ha detto: 'Se non te lo riconduco sarò per sempre colpevole verso mio padre', 33 permetti ora che il tuo servitore rimanga schiavo del mio signore, al posto del fanciullo, e che il fanciullo se ne torni con i suoi fratelli. 34 Perché, come farei a risalire da mio padre senza avere con me il fanciullo? Ah, che io non veda il dolore che causerebbe a mio padre!”.

Giuseppe si fa conoscere ai suoi fratelli
45,1 Allora Giuseppe non poté più contenersi davanti a tutti gli astanti, e gridò: “Fate uscire tutti dalla mia presenza!”. Nessuno rimase con Giuseppe quando egli si fece riconoscere dai suoi fratelli. 2 Alzò la voce piangendo; gli Egiziani lo udirono, e lo udì la casa del Faraone. 3 Allora Giuseppe disse ai suoi fratelli: “Io sono Giuseppe; mio padre vive egli tuttora?”. Ma i suoi fratelli non gli potevano rispondere, perché erano atterriti alla sua presenza. 4 E Giuseppe disse ai suoi fratelli: “Su, avvicinatevi a me!”. Quelli si avvicinarono, ed egli disse: “Io sono Giuseppe, vostro fratello, che voi vendeste perché fosse condotto in Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto perché io fossi portato qua; poiché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 Infatti, sono due anni che la carestia è nel paese; e ce ne saranno altri cinque, durante i quali non ci sarà né aratura né mèsse. 7 Ma Dio mi ha mandato davanti a voi, perché sia conservato di voi un residuo sulla terra, e per salvarvi la vita con una grande liberazione. 8 Non siete dunque voi che mi avete mandato qua, ma è Dio; egli mi ha stabilito come padre del Faraone, signore di tutta la sua casa, e governatore di tutto il paese d'Egitto. 9 Affrettatevi a risalire da mio padre, e ditegli: 'Così dice tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto; scendi da me, non tardare; 10 tu abiterai nel paese di Goscen e sarai vicino a me: tu e i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, le tue greggi, i tuoi armenti, e tutto quello che possiedi. 11 E qui io ti sostenterò (perché ci saranno ancora cinque anni di carestia), in modo che tu non sia ridotto alla miseria: tu, la tua famiglia, e tutto quello che possiedi'. 12 Ed ecco, voi vedete con i vostri occhi, e mio fratello Beniamino vede con gli occhi suoi, che è proprio la bocca mia che vi parla. 13 Raccontate dunque a mio padre tutta la mia gloria in Egitto, e tutto quello che avete visto; e fate in modo che mio padre scenda presto qua”. 14 E gettandosi al collo di Beniamino, suo fratello, pianse; e Beniamino pianse sul suo collo. 15 Baciò pure tutti i suoi fratelli, piangendo. E, dopo questo, i suoi fratelli si misero a parlare con lui.

Faraone favorisce i piani di Giuseppe
16 Il rumore della cosa si sparse nella casa del Faraone, e si disse: “Sono arrivati i fratelli di Giuseppe”. Il che piacque al Faraone e ai suoi servitori. 17 Così Faraone disse a Giuseppe: “Di' ai tuoi fratelli: 'Fate questo: caricate le vostre bestie e andate, tornate al paese di Canaan; 18 prendete vostro padre e le vostre famiglie, e venite da me; io vi darò del meglio del paese d'Egitto, e voi mangerete il grasso del paese'. 19 Tu hai l'ordine di dire loro: 'Fate questo: Prendete nel paese di Egitto dei carri per i vostri piccoli e per le vostre mogli; conducete vostro padre e venite. 20 E non vi rincresca di lasciare le vostre cose; perché il meglio di tutto il paese d'Egitto sarà vostro'”. 21 I figli d'Israele fecero così, e Giuseppe diede loro dei carri, secondo l'ordine del Faraone, e diede loro delle provviste per il viaggio. 22 A tutti diede un abito di ricambio per ciascuno; ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque cambi di vestiti; 23 e a suo padre mandò questo: dieci asini carichi delle migliori cose d'Egitto, dieci asine cariche di grano, di pane e di viveri, per suo padre, durante il viaggio. 24 Così congedò i suoi fratelli, e questi partirono; ed egli disse loro: “Non ci siano, durante il viaggio, delle discussioni fra voi”. 25 Ed essi risalirono dall'Egitto e giunsero nel paese di Canaan da Giacobbe loro padre. 26 E gli riferirono ogni cosa, dicendo: “Giuseppe vive tuttora, ed è il governatore di tutto il paese d'Egitto”. Ma il suo cuore rimase freddo, perché egli non credeva loro. 27 Essi gli ripeterono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro; ed egli vide i carri che Giuseppe aveva mandato per portarlo via; allora lo spirito di Giacobbe loro padre si ravvivò, e Israele disse: 28 “Basta; mio figlio Giuseppe vive tuttora; io andrò e lo vedrò prima di morire”.

Giacobbe, dopo che Dio gli appare, scende in Egitto
46,1 Israele dunque partì con tutto quello che aveva e, giunto a Beer-Sceba, offrì sacrifici all'Iddio di Isacco suo padre. 2 Dio parlò a Israele in visioni notturne, e disse: “Giacobbe, Giacobbe!”. Ed egli rispose: “Eccomi!”. 3 E Dio disse: “Io sono Dio, l'Iddio di tuo padre; non temere di scendere in Egitto, perché là ti farò diventare una grande nazione. 4 Io scenderò con te in Egitto, e te ne farò anche sicuramente risalire; e Giuseppe ti chiuderà gli occhi”. 5 Allora Giacobbe partì da Beer-Sceba; e i figli d'Israele fecero salire Giacobbe loro padre, i loro piccoli e le loro mogli sui carri che il Faraone aveva mandato per trasportarli. 6 Ed essi presero il loro bestiame e i beni che avevano acquistato nel paese di Canaan, e giunsero in Egitto: Giacobbe, e tutta la sua famiglia con lui. 7 Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli, le sue figlie, le figlie dei suoi figli, e tutta la sua famiglia.

La famiglia di Giacobbe che scese in Egitto
8 Questi sono i nomi dei figli d'Israele che vennero in Egitto: Giacobbe e i suoi figli. Il primogenito di Giacobbe: Ruben. 9 I figli di Ruben: Enoc, Pallu, Chesron e Carmi. 10 I figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Soar e Saul, figlio di una Cananea. 11 I figli di Levi: Gherson, Cheat e Merari. 12 I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerac; ma Er e Onan morirono nel paese di Canaan; e i figli di Perez furono: Chesron e Camul. 13 I figli di Issacar: Tola, Puva, Iob e Simron. 14 I figli di Zabulon: Sered, Elon, e Ialeel. 15 Questi sono i figli che Lea partorì a Giacobbe a Paddan-Aram, oltre a Dina, sua figlia. I suoi figli e le sue figlie erano in tutto trentatré persone. 16 I figli di Gad: Sifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi e Areli. 17 I figli di Ascer: Imna, Tisva, Tisvi, Beria e Sera loro sorella. E i figli di Beria: Eber e Malchiel. 18 Questi furono i figli di Zilpa che Labano aveva dato a Lea sua figlia; ed essa li partorì a Giacobbe: in tutto sedici persone. 19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. 20 E a Giuseppe, nel paese d'Egitto, nacquero Manasse ed Efraim, i quali Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On, gli partorì. 21 I figli di Beniamino: Bela, Becher, Asbel, Ghera, Naaman, Ei, Ros, Muppim, Cuppim e Ard. 22 Questi sono i figli di Rachele che nacquero a Giacobbe: in tutto, quattordici persone. 23 I figli di Dan: Cusim. 24 I figli di Neftali: Iaseel, Guni, Ieser e Sillem. 25 Questi sono i figli di Bila che Labano aveva dato a Rachele sua figlia, e lei li partorì a Giacobbe: in tutto, sette persone. 26 Le persone che vennero con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, erano in tutto sessantasei. 27 E i figli di Giuseppe, nati in Egitto, erano due. Il totale delle persone della famiglia di Giacobbe che vennero in Egitto, era di settanta.

Giuseppe va incontro a suo padre
28 Ora Giacobbe mandò davanti a sé Giuda da Giuseppe, perché questi lo introducesse nel paese di Goscen. E giunsero nel paese di Goscen. 29 Giuseppe fece attaccare il suo carro, e salì a Goscen per incontrare Israele, suo padre; gli si presentò, gli si gettò al collo, e pianse lungamente sul suo collo. 30 E Israele disse a Giuseppe: “Ora, che io muoia pure, perché ho visto la tua faccia, e tu vivi ancora!”. 31 E Giuseppe disse ai suoi fratelli e alla famiglia di suo padre: “Io salirò a informare Faraone, e gli dirò: 'I miei fratelli e la famiglia di mio padre che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32 Questi uomini sono pastori, poiché sono sempre stati allevatori di bestiame; e hanno condotto con sé le loro greggi, i loro armenti, e tutto quello che possiedono'. 33 E quando Faraone vi farà chiamare e vi dirà: 'Qual è la vostra occupazione?', risponderete: 34 'I tuoi servitori sono stati allevatori di bestiame dalla loro infanzia fino ad ora: così noi come i nostri padri'. Direte così, perché possiate abitare nel paese di Goscen. Poiché gli Egiziani hanno in abominio tutti i pastori”.

Giacobbe e i suoi figli presentati al Faraone e stabiliti nel paese di Goscen
47,1 Giuseppe andò quindi a informare Faraone, e gli disse: “Mio padre e i miei fratelli con le loro greggi, con i loro armenti e con tutto quello che hanno, sono venuti dal paese di Canaan; ed ecco, sono nel paese di Goscen”. 2 E prese cinque uomini tra i suoi fratelli e li presentò al Faraone. 3 E Faraone disse ai fratelli di Giuseppe: “Qual è la vostra occupazione?”. Ed essi risposero al Faraone: “I tuoi servitori sono pastori, come furono i nostri padri”. 4 Poi dissero al Faraone: “Siamo venuti per abitare in questo paese, perché nel paese di Canaan non c'è pascolo per le greggi dei tuoi servitori; poiché la carestia è grave; permetti ora che i tuoi servi dimorino nel paese di Goscen”. 5 E Faraone parlò a Giuseppe dicendo: “Tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te; 6 il paese d'Egitto ti sta davanti, fa' abitare tuo padre e i tuoi fratelli nella parte migliore del paese; dimorino pure nel paese di Goscen; e se conosci fra loro degli uomini capaci, falli sovraintendenti del mio bestiame”. 7 Poi Giuseppe portò Giacobbe suo padre dal Faraone, e glielo presentò. E Giacobbe benedisse Faraone. 8 E Faraone disse a Giacobbe: “Quanti sono i giorni del tempo della tua vita?”. 9 Giacobbe rispose al Faraone: “Gli anni della mia vita da pellegrino sono centotrenta; i giorni del tempo della mia vita sono stati pochi e cattivi, e non hanno raggiunto il numero dei giorni della vita dei miei padri, ai giorni dei loro pellegrinaggi”. 10 Giacobbe benedisse ancora Faraone, e si ritirò dalla presenza di lui. 11 Allora Giuseppe stabilì suo padre e i suoi fratelli, e diede loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte migliore del paese, nella contrada di Ramses, come Faraone aveva ordinato. 12 E Giuseppe sostentò suo padre, i suoi fratelli e tutta la famiglia di suo padre, provvedendoli di pane, secondo il numero dei figli.

L'amministrazione di Giuseppe
13 Ora in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan penavano a causa della carestia. 14 Giuseppe accumulò tutto il denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan, come prezzo del grano che si comprava; e Giuseppe portò questo denaro nella casa del Faraone. 15 E quando il denaro fu esaurito nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero a Giuseppe e dissero: “Dacci del pane! Perché dovremmo morire in tua presenza? poiché il denaro è finito”. 16 E Giuseppe disse: “Date il vostro bestiame; e io vi darò del pane in cambio del vostro bestiame, se non avete più denaro”. 17 E quelli portarono a Giuseppe il loro bestiame; e Giuseppe diede loro del pane in cambio dei loro cavalli, delle loro greggi di pecore, delle loro mandrie di buoi e dei loro asini. Così fornì loro del pane per quell'anno, in cambio di tutto il loro bestiame. 18 Passato quell'anno, tornarono da lui l'anno seguente, e gli dissero: “Noi non nasconderemo al mio signore che, essendo esaurito il denaro ed essendo passate al mio signore le mandrie del nostro bestiame, non resta più nulla che il mio signore possa prendere, tranne i nostri corpi e le nostre terre. 19 E perché dovremmo morire sotto gli occhi tuoi, noi e le nostre terre? Compra noi e le nostre terre in cambio di pane; e noi con le nostre terre saremo schiavi del Faraone; dacci da seminare affinché possiamo vivere e non morire, e il suolo non diventi un deserto”. 20 Così Giuseppe comprò per il Faraone tutte le terre d'Egitto; poiché gli Egiziani vendettero ognuno il proprio campo, perché la carestia li colpiva gravemente. Così il paese diventò proprietà del Faraone. 21 Quanto al popolo, lo fece passare nelle città, da un capo all'altro dell'Egitto; 22 soltanto le terre dei sacerdoti non le acquistò, perché i sacerdoti ricevevano una provvigione assegnata loro dal Faraone, e vivevano della provvigione che Faraone dava loro; per questo essi non vendettero le loro terre. 23 Poi Giuseppe disse al popolo: “Ecco, oggi ho acquistato voi e le vostre terre per Faraone; ecco del seme; seminate la terra; 24 e al tempo della raccolta, ne darete il quinto al Faraone, e quattro parti saranno vostre, per seminare i campi e per il vostro nutrimento, di quelli che sono in casa vostra, e per il nutrimento dei vostri bambini”. 25 E quelli dissero: “Tu ci hai salvato la vita! ci sia dato di trovare grazia agli occhi del mio signore, e saremo schiavi del Faraone”. 26 Giuseppe ne fece una legge, che dura fino al giorno d'oggi, secondo la quale un quinto del reddito delle terre d'Egitto era per Faraone; soltanto le terre dei sacerdoti non furono del Faraone.

Giacobbe fa giurare a Giuseppe che lo seppellirà presso i suoi padri
27 Così gli Israeliti abitarono nel paese d'Egitto, nel paese di Goscen; vi ebbero delle proprietà, crebbero, e si moltiplicarono oltremisura. 28 Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni; e i giorni di Giacobbe, gli anni della sua vita, furono centoquarantasette. 29 E quando Israele si avvicinò al giorno della sua morte, chiamò suo figlio Giuseppe, e gli disse: “Se ho trovato grazia agli occhi tuoi, mettimi la mano sotto la coscia, e usami benignità e fedeltà; non mi seppellire in Egitto! 30 ma, quando giacerò con i miei padri, portami fuori dall'Egitto e seppelliscimi nel loro sepolcro!”. 31 Egli rispose: “Farò come tu dici”. E Giacobbe disse: “Giuramelo”. E Giuseppe glielo giurò. E Israele, rivolto al capo del letto, adorò.

Giacobbe benedice i due figli di Giuseppe, Efraim e Manasse
48,1 Dopo queste cose, avvenne che fu detto a Giuseppe: “Ecco, tuo padre è ammalato”. Ed egli prese con sé i suoi due figli, Manasse ed Efraim. 2 Giacobbe ne fu informato, e gli fu detto: “Ecco, tuo figlio Giuseppe viene da te”. Allora Israele raccolse le sue forze, e si mise a sedere sul letto. 3 Giacobbe disse a Giuseppe: “L'Iddio Onnipotente mi apparve a Luz nel paese di Canaan, mi benedisse, 4 e mi disse: 'Ecco, io ti farò fruttare, ti moltiplicherò, ti farò diventare una moltitudine di popoli, e darò questo paese alla tua progenie dopo di te, come una proprietà perenne. 5 E ora, i tuoi due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima che io venissi da te in Egitto, sono miei. Efraim e Manasse saranno miei, come Ruben e Simeone. 6 Ma i figli che hai generato dopo di loro saranno tuoi; essi saranno chiamati con il nome dei loro fratelli, quanto alla loro eredità. 7 Quanto a me, quando tornavo da Paddan, Rachele morì, nel paese di Canaan, durante il viaggio, a qualche distanza da Efrata; e la seppellii lì, sulla via di Efrata, che è Betlemme. 8 Israele guardò i figli di Giuseppe, e disse: “Questi, chi sono?”. 9 E Giuseppe rispose a suo padre: “Sono miei figli, che Dio mi ha dato qui”. Ed egli disse: “Falli avvicinare a me, e io li benedirò”. 10 Ora gli occhi d'Israele erano annebbiati a motivo dell'età, tanto che non ci vedeva più. E Giuseppe li fece avvicinare a lui, ed egli li baciò e li abbracciò. 11 Poi Israele disse a Giuseppe: “Io non pensavo di rivedere più la tua faccia; ed ecco che Dio mi ha concesso di vedere anche la tua progenie”. 12 Giuseppe li ritirò dalle ginocchia di suo padre e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi Giuseppe li prese entrambi: Efraim alla sua destra, alla sinistra d'Israele; e Manasse alla sua sinistra, alla destra d'Israele; e li fece avvicinare a lui. 14 E Israele stese la sua mano destra, e la posò sul capo di Efraim che era il più giovane; e posò la sua mano sinistra sul capo di Manasse, incrociando le mani; poiché Manasse era il primogenito. 15 E benedisse Giuseppe, e disse: “L'Iddio, nel cui cospetto camminarono i miei padri Abraamo e Isacco, l'Iddio che è stato il mio pastore da quando esisto fino a questo giorno, 16 l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati con il mio nome e con il nome dei miei padri Abraamo e Isacco, e moltiplichino copiosamente sulla terra!”. 17 Ora quando Giuseppe vide che suo padre posava la mano destra sul capo di Efraim, provò dispiacere, e prese la mano di suo padre per levarla dal capo di Efraim e metterla sul capo di Manasse. 18 E Giuseppe disse a suo padre: “Non così, padre mio; perché questi è il primogenito; metti la tua mano destra sul suo capo”. 19 Ma suo padre rifiutò e disse: “Lo so, figlio mio, lo so; anche egli diventerà un popolo, e anche egli sarà grande; tuttavia, suo fratello più giovane sarà più grande di lui, e la sua progenie diventerà una moltitudine di nazioni”. 20 E in quel giorno li benedisse, dicendo: “Di voi si servirà Israele per benedire, dicendo: 'Dio ti faccia simile a Efraim e a Manasse!'”. E mise Efraim prima di Manasse. 21 Poi Israele disse a Giuseppe: “Ecco, io muoio; ma Dio sarà con voi, e vi ricondurrà nel paese dei vostri padri. 22 E io ti do una parte di più rispetto ai tuoi fratelli: quella che conquistai dalle mani degli Amorei, con la mia spada e con il mio arco”.

Giacobbe benedice i suoi figli
49,1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli, e disse: “Radunatevi, e vi annuncerò ciò che vi avverrà nei giorni a venire. 2 Radunatevi e ascoltate, o figli di Giacobbe! Date ascolto a Israele, vostro padre! 3 Ruben, tu sei il mio primogenito, la mia forza, la primizia del mio vigore, eminente in dignità ed eminente in forza. 4 Impetuoso come l'acqua, tu non avrai la preeminenza, perché sei salito sul letto di tuo padre. Allora tu l'hai profanato. Egli è salito sul mio letto. 5 Simeone e Levi sono fratelli: le loro spade sono strumenti di violenza. 6 Non entri l'anima mia nel loro consiglio segreto, non si unisca la mia gloria alla loro adunanza! Poiché nella loro ira hanno ucciso degli uomini, e nella loro malvagità hanno tagliato i garretti ai tori. 7 Maledetta l'ira loro, perché è stata violenta, e il loro furore perché è stato crudele! Io li dividerò in Giacobbe, e li disperderò in Israele. 8 Giuda, i tuoi fratelli loderanno te; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; i figli di tuo padre si prostreranno davanti a te. 9 Giuda è un giovane leone; tu risali dalla preda, figlio mio; egli si china, si accovaccia come un leone, come una leonessa: chi lo farà alzare? 10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando dai suoi piedi, finché venga colui al quale esso appartiene, e al quale ubbidiranno i popoli. 11 Egli lega il suo asinello alla vite, e il puledro della sua asina alla vite migliore; lava la sua veste con il vino, e il suo manto con il sangue dell'uva. 12 Egli ha gli occhi rossi dal vino, e i denti bianchi dal latte. 13 Zabulon abiterà sulla costa dei mari; sarà sulla costa dove approdano le navi e il suo fianco si appoggerà a Sidone. 14 Issacar è un asino robusto, sdraiato fra gli ovili. 15 Egli ha visto che il riposo è buono, e che il paese è gradevole; ha curvato la spalla per portare il peso, ed è diventato un servo forzato al lavoro. 16 Dan giudicherà il suo popolo, come una delle tribù d'Israele. 17 Dan sarà una serpe sulla strada, una vipera cornuta sul sentiero, che morde i talloni del cavallo, in modo che il cavaliere cada all'indietro. 18 Io ho aspettato la tua salvezza, o Eterno! 19 Gad, l'assaliranno delle bande armate, ma egli a sua volta le assalirà e le inseguirà. 20 Da Ascer verrà il pane saporito, ed egli fornirà delizie reali. 21 Neftali è una cerva messa in libertà; egli dice delle belle parole. 22 Giuseppe è un ramo d'albero fruttifero; un ramo d'albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami si stendono sopra il muro. 23 Gli arcieri l'hanno provocato, gli hanno lanciato delle frecce, l'hanno perseguitato; 24 ma il suo arco è rimasto saldo; le sue braccia e le sue mani sono state rinforzate dalle mani del Potente di Giacobbe, da colui che è il pastore e la roccia d'Israele, 25 dall'Iddio di tuo padre che ti aiuterà, e dall'Altissimo che ti benedirà con benedizioni del cielo di sopra, con benedizioni dell'abisso che giace di sotto, con benedizioni delle mammelle e del grembo materno. 26 Le benedizioni di tuo padre sorpassano le benedizioni dei miei progenitori, fino a raggiungere la cima delle colline eterne. Esse saranno sul capo di Giuseppe, sulla fronte del principe dei suoi fratelli. 27 Beniamino è un lupo rapace; la mattina divora la preda, e la sera spartisce le spoglie”. 28 Tutti costoro sono gli antenati delle dodici tribù d'Israele; e questo è quello che il loro padre disse loro, quando li benedisse. Li benedisse, dando a ciascuno la sua benedizione particolare.

Ultime istruzioni di Giacobbe, sua morte
29 Poi impartì loro i suoi ordini, e disse: “Io sto per essere riunito al mio popolo; seppellitemi con i miei padri nella grotta che è nel campo di Efron l'Ittita, 30 nella grotta che è nel campo di Macpela, di fronte a Mamre, nel paese di Canaan, la quale Abraamo comprò, con il campo, da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà. 31 Qui furono sepolti Abraamo e Sara sua moglie; qui furono sepolti Isacco e Rebecca sua moglie, e qui io vi seppellii Lea. 32 Il campo e la grotta che vi si trova furono comprati dai figli di Chet”. 33 Quando Giacobbe ebbe finito di dare questi ordini ai suoi figli, ritirò i piedi nel letto e spirò, e fu riunito al suo popolo.

Giuseppe e gli Egiziani piangono Giacobbe
50,1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo padre, pianse su lui, e lo baciò. 2 Poi Giuseppe ordinò ai medici che erano al suo servizio di imbalsamare suo padre; e i medici imbalsamarono Israele. 3 Ci vollero quaranta giorni; perché tanto è il tempo che si impiega a imbalsamare; e gli Egiziani lo piansero settanta giorni. 4 E quando i giorni del lutto fatto per lui furono passati, Giuseppe parlò alla casa del Faraone, dicendo: “Se ora ho trovato grazia agli occhi vostri, fate arrivare agli orecchi del Faraone queste parole: 5 Mio padre mi ha fatto giurare e mi ha detto: 'Ecco, io muoio; seppelliscimi nel mio sepolcro, che mi sono scavato nel paese di Canaan'. Ora dunque, permetti che io salga e seppellisca mio padre; poi tornerò”. 6 E Faraone rispose: “Sali e seppellisci tuo padre come ti ha fatto giurare”.

I funerali di Giacobbe nel paese di Canaan
7 Allora Giuseppe salì a seppellire suo padre; e con lui salirono tutti i servitori del Faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d'Egitto, 8 e tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. Non lasciarono nel paese di Goscen che i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti. 9 Con lui salirono pure carri e cavalieri; così che il corteo era numerosissimo. 10 E come furono giunti all'aia di Atad, che è oltre il Giordano, fecero grandi e profondi lamenti; e Giuseppe fece a suo padre un lutto di sette giorni. 11 Ora quando gli abitanti del paese, i Cananei, videro il lutto dell'aia di Atad, dissero: “Questo è un grave lutto per gli Egiziani!”. Perciò fu messo nome Abel-Misraim a quell'aia, che è oltre il Giordano. 12 I figli di Giacobbe fecero per lui quello che egli aveva ordinato loro: 13 lo trasportarono nel paese di Canaan e lo seppellirono nella grotta del campo di Macpela, che Abraamo aveva comprato, con il campo, da Efron l'Ittita, come sepolcro di sua proprietà, di fronte a Mamre. 14 Giuseppe, dopo aver sepolto suo padre, se ne tornò in Egitto con i suoi fratelli e con tutti quelli che erano saliti con lui a seppellire suo padre.

Giuseppe rassicura i suoi fratelli
15 I fratelli di Giuseppe, quando videro che loro padre era morto, dissero: “Chissà se Giuseppe non ci porti odio e non ci renda tutto il male che gli abbiamo fatto!”. 16 E mandarono a dire a Giuseppe: “Tuo padre, prima di morire, diede quest'ordine: 17 Dite così a Giuseppe: “Perdona ora ai tuoi fratelli il loro misfatto e il loro peccato; perché ti hanno fatto del male. Perdona dunque ora il misfatto dei servi dell'Iddio di tuo padre!”. E Giuseppe, quando gli fu parlato così, pianse. 18 E vennero anche i suoi fratelli, si prostrarono ai suoi piedi, e dissero: “Ecco, siamo tuoi servi”. 19 E Giuseppe disse loro: “Non temete; poiché sono io forse al posto di Dio? 20 Voi avevate pensato del male contro di me; ma Dio ha pensato di convertirlo in bene, per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso. 21 Ora dunque non temete; io sostenterò voi e i vostri figli”. E li confortò, e parlò al loro cuore.

Vecchiaia e morte di Giuseppe
22 Giuseppe abitò in Egitto: egli, con la casa di suo padre; e visse centodieci anni. 23 Giuseppe vide i figli di Efraim, fino alla terza generazione; anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle sue ginocchia. 24 E Giuseppe disse ai suoi fratelli: “Io sto per morire; ma Dio per certo vi visiterà, e vi farà salire da questo paese, nel paese che promise con giuramento ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe”. 25 Giuseppe fece giurare i figli d'Israele, dicendo: “Dio per certo vi visiterà; allora, trasportate di qui le mie ossa”. 26 Poi Giuseppe morì, in età di centodieci anni; e fu imbalsamato e posto in una bara in Egitto.

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