C.E.I.:

Giona 1,1-3,5

1,1 Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: 2 «Alzati, va' a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me». 3 Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.
4 Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. 5 I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: «Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Quindi dissero fra di loro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. 8 Gli domandarono: «Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra». 10 Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato. 11 Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. 12 Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia». 13 Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro. 14 Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». 15 Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. 16 Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti.

2,1 Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio 3 e disse:
«Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
4 Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sono passati sopra di me.
5 Io dicevo: Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio.
6 Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l'abisso mi ha avvolto,
l'alga si è avvinta al mio capo.
7 Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore mio Dio.
8 Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino alla tua santa dimora.
9 Quelli che onorano vane nullità
abbandonano il loro amore.
10 Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore».
11 E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.

3,1 Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: 2 «Alzati, va' a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». 3 Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo.

Giona 3,10

Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Nuova Riveduta:

Giona 1,1-3,5

Is 42:19; 55:7-11; Gr 18:7-8; Ez 18:23; Mt 12:40-41
Vocazione di Giona. Fuga e punizione del profeta
2R 14:25 (Gn 4:2; Sl 139:7-10)
1,1 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini:
2 «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me».
3 Ma Giona si mise in viaggio per fuggire a Tarsis, lontano dalla presenza del SIGNORE. Scese a Iafo, dove trovò una nave diretta a Tarsis e, pagato il prezzo del suo viaggio, si imbarcò per andare con loro a Tarsis, lontano dalla presenza del SIGNORE.

Sl 107:23-32 (Gb 9:4; Sl 32:9; At 26:14) Ro 2:17-24
4 Il SIGNORE scatenò un gran vento sul mare, e vi fu sul mare una tempesta così forte che la nave era sul punto di sfasciarsi. 5 I marinai ebbero paura e invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono a mare il carico di bordo, per alleggerire la nave. Giona, invece, era sceso in fondo alla nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai qui? Dormi? Àlzati, invoca il tuo dio! Forse egli si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, tiriamo a sorte e sapremo per causa di chi ci capita questa disgrazia». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona.
8 Allora gli dissero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci capita questa disgrazia! Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?» 9 Egli rispose loro: «Sono Ebreo e temo il SIGNORE, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli domandarono: «Perché hai fatto questo?» Quegli uomini infatti sapevano che egli fuggiva lontano dalla presenza del SIGNORE, perché egli li aveva messi al corrente della cosa. 11 Poi gli dissero: «Che dobbiamo fare di te perché il mare si calmi per noi?» Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose: «Prendetemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa gran tempesta vi piomba addosso per causa mia».
13 Tuttavia quegli uomini remavano con forza per raggiungere la riva; ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso e minaccioso. 14 Allora gridarono al SIGNORE e dissero: «SIGNORE, non lasciarci perire per risparmiare la vita di quest'uomo e non accusarci del sangue innocente; poiché tu, SIGNORE, hai fatto come ti è piaciuto». 15 Poi presero Giona, lo gettarono in mare e la furia del mare si calmò. 16 Allora quegli uomini furono presi da un grande timore del SIGNORE; offrirono un sacrificio al SIGNORE e fecero dei voti.

Giona nel ventre d'un pesce. Sua preghiera e sua liberazione
Mt 12:38-40; Is 38:9, ecc.; Da 4:37
2,1 Il SIGNORE fece venire un gran pesce per inghiottire Giona: Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti.
2 Dal ventre del pesce Giona pregò il SIGNORE, il suo Dio, e disse:
3 «Io ho gridato al SIGNORE, dal fondo della mia angoscia,
ed egli mi ha risposto;
dalla profondità del soggiorno dei morti ho gridato
e tu hai udito la mia voce.
4 Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare;
la corrente mi ha circondato,
tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti mi hanno travolto.
5 Io dicevo: "Sono cacciato lontano dal tuo sguardo!
Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?"
6 Le acque mi hanno sommerso;
l'abisso mi ha inghiottito;
le alghe si sono attorcigliate alla mia testa.
7 Sono sprofondato fino alle radici dei monti;
la terra ha chiuso le sue sbarre su di me per sempre;
ma tu mi hai fatto risalire dalla fossa,
o SIGNORE, mio Dio!
8 Quando la vita veniva meno in me,
io mi sono ricordato del SIGNORE
e la mia preghiera è giunta fino a te,
nel tuo tempio santo.
9 Quelli che onorano gli idoli vani
allontanano da sé la grazia;
10 ma io ti offrirò sacrifici, con canti di lode;
adempirò i voti che ho fatto.
La salvezza viene dal SIGNORE».
11 E il SIGNORE diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma.

Predicazione di Giona a Ninive
(Lu 11:29-30, 32; Gr 18:7-8) 1R 21:27-29; Gl 2:12-20; Is 55:7-11
3,1 La parola del SIGNORE fu rivolta a Giona, per la seconda volta, in questi termini:
2 «Àlzati, va' a Ninive, la gran città, e proclama loro quello che io ti comando». 3 Giona partì e andò a Ninive, come il SIGNORE aveva ordinato. Ninive era una città grande davanti a Dio; ci volevano tre giorni di cammino per attraversarla. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta!»
5 I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno, e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo.

Giona 3,10

Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece.

Nuova Diodati:

Giona 1,1-3,5

La disubbidienza di Giona e la conseguente grande tempesta
1,1 E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me». 3 Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. Così scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s'imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. 4 Ma l'Eterno scatenò un forte vento sul mare e si levò una grande tempesta sul mare, sicché la nave minacciava di sfasciarsi. 5 I marinai, spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona era sceso nelle parti più recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo DIO! Forse DIO si darà pensiero di noi e non periremo». 7 Poi si dissero l'un l'altro: «Venite, gettiamo le sorti per sapere a causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura». Così gettarono le sorti e la sorte cadde su Giona. 8 Allora gli chiesero: «Spiegaci dunque per causa di chi ci è venuta addosso questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». 9 Egli rispose loro: «Io sono un Ebreo e temo l'Eterno, il DIO del cielo, che ha fatto il mare e la terra ferma». 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: «Perché hai fatto questo?». Essi infatti si erano resi conto che egli fuggiva lontano dalla presenza dell'Eterno, perché lo aveva loro detto.

Giona, gettato in mare
11 Essi gli dissero: «Cosa dobbiamo farti perché il mare si calmi per noi?». Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e il mare si calmerà per voi, perché io so che questa grande tempesta vi è venuta addosso per causa mia». 13 Tuttavia quegli uomini remavano con forza per riportare la nave a terra, ma non riuscivano, perché il mare si faceva sempre più tempestoso contro di loro. 14 Perciò gridarono all'Eterno e dissero: «Deh, o Eterno, non lasciare che periamo per la vita di questo uomo e non renderci colpevoli di sangue innocente, perché tu, o Eterno, hai fatto come hai voluto». 15 Quindi presero Giona e lo gettarono in mare, e la furia del mare si calmò. 16 Quegli uomini allora, presi da un gran timore dell'Eterno, offrirono un sacrificio all'Eterno e fecero voti.

La preghiera di Giona dal ventre del pesce e sua liberazione
2,1 Ora l'Eterno aveva preparato un grosso pesce perché inghiottisse Giona; e Giona fu nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Allora Giona pregò l'Eterno, il suo DIO, dal ventre del pesce e disse: 3 «Nella mia sventura ho gridato all'Eterno ed egli mi ha risposto; dal grembo dello Sceol ho gridato e tu hai udito la mia voce. 4 Mi hai gettato in un luogo profondo, nel cuore dei mari, la corrente mi ha circondato e tutti i tuoi flutti e le tue onde mi sono passati sopra. 5 Allora ho detto: Sono stato scacciato dalla tua presenza. Eppure guarderò ancora verso il tuo santo tempio. 6 Le acque mi hanno circondato fino all'anima, l'abisso mi ha avvolto, le alghe si sono avvolte intorno al mio capo. 7 Sono disceso fino alle fondamenta dei monti, la terra chiuse le sue sbarre dietro a me per sempre, ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, mio DIO. 8 Quando la mia anima veniva meno dentro di me, mi sono ricordato dell'Eterno, e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo santo tempio. 9 Quelli che riguardano alle vanità bugiarde abbandonano la fonte stessa della loro grazia. 10 Ma io con voci di lode ti offrirò sacrifici e adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno». 11 Allora l'Eterno parlò al pesce e il pesce vomitò Giona sull'asciutto.

Predicazione di Giona a Ninive e pentimento dei Niniviti
3,1 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, dicendo: 2 «Lèvati, va' a Ninive, la grande città, e proclama ad essa il messaggio che ti comando». 3 Così Giona si levò e andò a Ninive, secondo la parola dell'Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 Allora i Niniviti credettero a DIO, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro.

Giona 3,10

Quando DIO vide ciò che facevano, e cioè che si convertivano dalla loro via malvagia, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro e non lo fece.

Riveduta 2020:

Giona 1,1-3,5

Vocazione di Giona. Fuga e punizione del profeta
1,1 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, in questi termini: 2 “Alzati, va' a Ninive, la grande città, e proclama contro di lei che la loro malvagità è salita fino a me”. 3 Ma Giona si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dalla presenza dell'Eterno. Scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarsis e, pagato il prezzo del suo viaggio, s'imbarcò per andare con loro a Tarsis, lontano dalla presenza dell'Eterno. 4 Ma l'Eterno scatenò un grande vento sul mare, e vi fu sul mare una tempesta così forte che la nave stava per sfasciarsi. 5 I marinai ebbero paura, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono a mare il carico di bordo, per alleggerire la nave. Intanto Giona era sceso nel fondo della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6 Il capitano gli si avvicinò e gli disse: “Che fai qui? Dormi? Alzati, invoca il tuo dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non moriremo”. 7 Poi dissero l'uno all'altro: “Venite, tiriamo a sorte, per sapere per causa di chi ci capita questa disgrazia”. Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. 8 Allora essi gli dissero: “Dicci dunque per causa di chi ci capita questa disgrazia! Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?”. 9 Egli rispose loro: “Sono Ebreo e temo l'Eterno, l'Iddio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma”. 10 Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli domandarono: “Perché hai fatto questo?”. Quegli uomini, infatti, sapevano che egli fuggiva lontano dalla presenza dell'Eterno, poiché egli aveva raccontato loro la cosa. 11 Essi gli dissero: “Che dobbiamo fare di te perché il mare si calmi per noi?”. Il mare infatti si faceva sempre più tempestoso. 12 Egli rispose loro: “Prendetemi e gettatemi in mare, e il mare si calmerà per voi; perché io so che questa forte tempesta vi piomba addosso a causa mia”. 13 Tuttavia quegli uomini remavano con forza per raggiungere la riva, ma non riuscivano perché il mare si faceva sempre più tempestoso e minaccioso. 14 Allora gridarono all'Eterno dicendo: “Eterno, non lasciare che moriamo per risparmiare la vita di quest'uomo e non imputarci del sangue innocente; perché tu, o Eterno, hai fatto ciò che ti è piaciuto”. 15 Poi presero Giona, lo gettarono in mare e la furia del mare si calmò. 16 Quegli uomini furono presi da un grande timore dell'Eterno; offrirono un sacrificio all'Eterno e fecero dei voti.

Giona nel ventre di un pesce. Sua preghiera e liberazione
2,1 L'Eterno fece venire un grande pesce per inghiottire Giona. Giona rimase nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2 Giona pregò l'Eterno, il suo Dio, dal ventre del pesce, e disse:
3 “Io ho gridato all'Eterno dal fondo della mia angoscia, ed egli mi ha risposto; ho gridato dalla profondità del soggiorno dei morti e tu hai udito la mia voce. 4 Tu mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare; la corrente mi ha circondato e tutte le tue onde e tutti i tuoi flutti sono passati sopra di me. 5 Io dicevo: 'Sono scacciato lontano dal tuo sguardo! Come potrei vedere ancora il tuo tempio santo?'. 6 Le acque mi hanno circondato fino all'anima; l'abisso mi ha avvolto; le alghe si sono attorcigliate alla mia testa. 7 Io sono sceso fino alle radici dei monti; la terra con le sue sbarre mi ha rinchiuso per sempre; ma tu hai fatto risalire la mia vita dalla fossa, o Eterno, Dio mio! 8 Quando la vita veniva meno in me, io mi sono ricordato dell'Eterno e la mia preghiera è giunta fino a te, nel tuo tempio santo. 9 Quelli che onorano gli idoli vani abbandonano la fonte della loro grazia; 10 ma io ti offrirò sacrifici, con canti di lode; adempirò i voti che ho fatto. La salvezza appartiene all'Eterno”.
11 E l'Eterno diede ordine al pesce, e il pesce vomitò Giona sulla terraferma.

Predicazione di Giona a Ninive e ravvedimento dei Niniviti
3,1 La parola dell'Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, in questi termini:
2 “Alzati, va' a Ninive, la grande città, e proclama loro quello che io ti comando”. 3 Giona partì e andò a Ninive, secondo la parola dell'Eterno. Ninive era una grande città davanti a Dio; ci volevano tre giornate di cammino per attraversarla. 4 Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino, predicava e diceva: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!”. 5 I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno e si vestirono con sacchi, dal più grande al più piccolo di loro.

Giona 3,10

Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro condotta malvagia, si pentì del male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

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