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Commentario:1Corinzi 9:23Sezione B 1Corinzi 9:23-10:13 IL DIRITTO E LE RAGIONI DELLA PRUDENZA Nell'uso da fare della loro libertà, devono i cristiani aver riguardo (oltrechè a quella del prossimo) anche alla propria loro salvezza, astenendosi da quanto può metterla in pericolo. Così fa Paolo da vero atleta cristiano 1Corinzi 9:23-27, e così ammonisce che debba farsi la storia degl'Israeliti usciti d'Egitto 1Corinzi 10:1-13. 1Corinzi 9:23-27 Paolo sottopone sè stesso a severa disciplina onde non mettere in pericolo la propria salvezza. Or io faccio ogni cosa per l'Evangelo (lett. a motivo, per il progresso di esso), affin d'esserne ancor io partecipe, partecipe, cioè, insieme cogli altri credenti, dei gloriosi beni che l'evangelo assicura. Accanto alla preoccupazione per l'altrui salvezza c'è in Paolo quella della propria; e che sia doverosa, per tutti, una tale preoccupazione, lo dimostra anzitutto, coll'esempio così famigliare ai Greci degli atleti che prendevano parte ai giuochi pubblici. La carriera cristiana di cui la conversione non segna che il principio, è una lotta continua che esige sforzi e rinunziamenti. Senza questi è vano sperare il premio della gloria. Riferimenti incrociati:1Corinzi 9:231Co 9:12; Mar 8:35; 2Co 2:4; Ga 2:5; 2Ti 2:10 Dimensione testo: |