Nuova Riveduta:

1Giovanni 3:8

Colui che persiste nel commettere il peccato proviene dal diavolo, perché il diavolo pecca fin da principio. Per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

C.E.I.:

1Giovanni 3:8

Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo.

Nuova Diodati:

1Giovanni 3:8

Chiunque commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio; per questo è stato manifestato il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

La Parola è Vita:

1Giovanni 3:8

Ma se continuate a peccare, vuol dire che appartenete al diavolo, che ha sempre peccato fin da principio e continua a farlo. Ed è per questo che è venuto il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.

La Parola è Vita
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Riveduta:

1Giovanni 3:8

Chi commette il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca dal principio. Per questo il Figliuol di Dio è stato manifestato: per distruggere le opere del diavolo.

Diodati:

1Giovanni 3:8

Chiunque fa il peccato, è dal Diavolo; poichè il Diavolo pecca dal principio; per questo è apparito il Figliuol di Dio, acciocchè disfaccia le opere del Diavolo.

Commentario abbreviato:

1Giovanni 3:8

3 Versetti 3-10

I figli di Dio sanno che il loro Signore ha occhi più puri di quelli che permettono a qualsiasi cosa empia e impura di abitare con lui. È la speranza degli ipocriti, non dei figli di Dio, che permette di appagare desideri e concupiscenze impure. Possiamo seguirlo come suoi cari figli, mostrando così il nostro senso della sua indicibile misericordia ed esprimendo quell'animo obbediente, grato e umile che ci contraddistingue. Il peccato è il rifiuto della legge divina. In lui, cioè in Cristo, non c'era peccato. Egli ha preso tutte le debolezze senza peccato che erano conseguenze della caduta, cioè tutte quelle infermità della mente o del corpo che sottopongono l'uomo alla sofferenza e lo espongono alla tentazione. Ma le nostre infermità morali, la nostra propensione al peccato, non le aveva. Chi rimane in Cristo non continua a praticare il peccato. La rinuncia al peccato è la grande prova dell'unione spirituale con il Signore Cristo, della sua permanenza e della sua conoscenza salvifica. Attenzione all'autoinganno. Chi fa la giustizia è giusto e, per essere un seguace di Cristo, deve dimostrare un interesse per la fede nella sua obbedienza e nelle sue sofferenze. Ma un uomo non può agire come il diavolo e allo stesso tempo essere un discepolo di Cristo Gesù. Non serviamo o assecondiamo ciò che il Figlio di Dio è venuto a distruggere. Nascere da Dio significa essere rinnovati interiormente dalla potenza dello Spirito di Dio. La grazia rinnovatrice è un principio permanente. La religione non è un'arte, una questione di destrezza e abilità, ma una nuova natura. La persona rigenerata non può peccare come faceva prima di nascere da Dio e come fanno gli altri che non sono nati di nuovo. C'è quella luce nella sua mente che gli mostra il male e la malignità del peccato. C'è quel pregiudizio nel suo cuore che lo dispone a detestare e odiare il peccato. C'è il principio spirituale che si oppone alle azioni peccaminose. E c'è il pentimento per il peccato, se commesso. È contro di lui peccare in modo premeditato. I figli di Dio e i figli del diavolo hanno caratteri distinti. Il seme del serpente si riconosce per la negligenza della religione e per l'odio verso i veri cristiani. È giusto davanti a Dio solo il credente giustificato, che è istruito e disposto alla giustizia dallo Spirito Santo. In questo si manifestano i figli di Dio e i figli del diavolo. Che tutti i professori del Vangelo abbiano a cuore queste verità e si mettano alla prova con esse.

Riferimenti incrociati:

1Giovanni 3:8

1G 3:10; 5:19; Mat 13:38; Giov 8:44; Ef 2:2
2P 2:4; Giuda 1:6
1G 3:5; Ge 3:15; Is 27:1; Mar 1:24; Lu 10:18; Giov 12:31; 16:11; Rom 16:20; Col 2:15; Eb 2:14; Ap 20:2,3,10,15

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