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Commentario:1Tessalonicesi 5:3Insieme coll'idea del carattere inaspettato del giorno del Signore, il paragone del ladro potea suggerire quella della spogliazione che in quel giorno dovrebbero subire quanti avevano collocato ogni loro bene nelle cose terrene anzichè in Dio. L'altra similitudine di cui si serve l'apostolo accenna insieme al carattere improvviso, subitaneo dell'apparizione di Cristo ed all'angoscia in cui piomberà quanti non sono preparati all'incontro del Signore. Quando diranno: "Pace e sicurtà," allora una ruina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie del parto alla donna incinta, e non iscamperanno. I falsi profeti antichi, di fronte all'annunzio del giudicio divino sopra Gerusalemme cullavano il popolo in una falsa sicurtà, predicendo pace dove non poteva esser pace Geremia 6:14; 8:11; Ezechiele 13:10; così gli uomini degli ultimi tempi, indifferenti o increduli, di fronte ai segni del giudicio imminente, si culleranno nella persuasione illusoria che il governo di Dio è una chimera e che il mondo seguiterà a goder pace e sicurtà. Così aveano fatto, secondo il detto di Gesù, gli uomini alla vigilia del diluvio e gli abitanti di Sodoma alla vigilia della distruzione. Come le doglie del parto colgono la donna incinta nel placido sonno o in mezzo ai suoi lavori, inaspettatamente, così l'apparizione di Cristo travolgerà in improvvisa ruina la pace, le speranze, la felicità del mondo noncurante di Cristo, ponendolo di fronte alla realtà del proprio peccato e della santità del Dio vivente. Non iscamperanno perchè nè la negazione audace, nè la sprezzante indifferenza, nè la potenza o l'astuzia umana ritardano d'un istante l'ora del giudicio o riescono a sottrarne alcuno. Riferimenti incrociati:1Tessalonicesi 5:3De 29:19; Giudic 18:27,28; Sal 10:11-13; Is 21:4; 56:12; Dan 5:3-6; Na 1:10; Mat 24:37-39; Lu 17:26-30; 21:34,35 Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: |