![]() |
|||||||||
Commentario:2Corinzi 1:1Come al solito, Paolo principia la sua lettera con un saluto alla chiesa 2Corinzi 1:1-2 e con un rendimento di grazie a Dio 2Corinzi 1:3-11, il cui carattere è determinato dalle circostanze in cui si trova. 2Corinzi 1:1-2 Il saluto Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per volontà di Dio, così descrive sè stesso l'autore della lettera e, per quanto l'affermazione dell'origine divina del suo apostolato non sia così spiccata come lo è nell'Ep. ai Galati, resta pur sempre significativa quando si sa che, in Corinto, l'ufficio di Paolo era vilipeso dai suoi nemici giudaizzanti. Cfr. Galati 1:1,15-16. Al suo, unisce il nome di uno che non era apostolo nel senso ufficiale, ma ch'era stato, con Sila, il collaboratore di Paolo nella fondazione della chiesa di Corinto: e il fratello Timoteo Atti 18:5; 2Corinzi 1:19. L'Apostolo sempre delicato nell'apprezzare il lavoro dei suoi coadiutori, se l'era già associato (con Silvano) nelle lettere al Tessalonicesi, e lo farà più tardi in quelle ai Colossesi, a Filemone ed ai Filippesi. Della stima in cui egli teneva quel giovane evangelista fanno fede, oltre alle due lettere rivoltegli, i passi seguenti: 1Corinzi 4:17; 16:10-11; Filippesi 2:19-23. Come nella 1a Epistola, i destinatarii della lettera sono designati con un nome solenne che ricorda loro l'alta vocazione cui sono chiamati: alla chiesa di Dio ch'è in Corinto. E poichè la società cristiana della città estende la sua influenza sui nuclei minori di credenti sparsi per la provincia romana d'Acaia, cioè nell'Ellade e nel Peloponneso o Morea, Paolo si rivolgerà anche a loro, soggiungendo: in un con tutti i santi che sono nell'intera Acaia. Riferimenti incrociati:2Corinzi 1:1Rom 1:1-5; 1Co 1:1; 1Ti 1:1; 2Ti 1:1 Dimensione testo: |