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Commentario:2Corinzi 2:12§2. La leale franchezza di Paolo nell'esercizio del glorioso ministerio del Nuovo Patto 2Corinzi 2:12-4:6 La menzione dei gravi pericoli corsi in Asia e la richiesta delle preghiere d'intercessione dei Corinzi aveano condotto Paolo a difendersi dall'accusa di leggerezza col mostrare la serietà coscienziosa che lo guidava in tutte le sue decisioni. Le liete notizie che Tito gli ha recate della chiesa di Corinto lo conducono a magnificare la gloria del ministerio del nuovo Patto ed a giustificar la santa libertà e franchezza con cui egli procede nell'esercizio di esso fra gli uomini. Prima dell'incontro suo con Tito, egli era stato in grande ansietà circa l'effetto prodotto dalla sua lettera 2Corinzi 2:12-13. Ma la vittoria di cui Dio ha coronato, anche questa volta, l'opera del suo servo, gli ha riempito il cuore di riconoscenza per i continui trionfi spirituali di cui il Signore accompagna dovunque la fedele predicazione ch'egli fa di Cristo 2Corinzi 2:14-17; trionfi di cui la chiesa di Corinto offre una prova evidente che basta ad autenticare il ministerio del suo fondatore 2Corinzi 3:1-3, sebbene egli stesso sia il primo a riconoscere che la causa efficiente di cotali successi non va cercata nell'uomo, ma nel Dio che forma ed adopra lo strumento umano 2Corinzi 3:4-6. Codesta grande efficacia spirituale costituisce la gloria del ministerio del Nuovo Patto, gloria di tanto superiore a quella del ministerio legale, di quanto il Nuovo Patto stesso è superiore all'antico 2Corinzi 3:7-11. Conscio com'egli è di essere l'araldo della verità e della grazia offerte agli uomini nella economia definitiva, egli procede con grande libertà e con onesta franchezza nel far conoscere Cristo 2Corinzi 3:12-4:6. Sezione A 2Corinzi 2:12-3:6 I TRIONFI DEL MINISTERIO DI PAOLO Il ministerio evangelico di Paolo è dovunque accompagnato da grande efficacia spirituale 2Corinzi 2:12-13 L'ansietà di Paolo Invece di venire a Corinto, Paolo ha scritto, in gran distretta di cuore, una lettera destinata a richiamare la chiesa sulla retta via. Produrrà ella l'effetto desiderato? È questa la preoccupazione che assedierà per dei lunghi mesi il cuore di padre dell'apostolo. Ad appoggiar la lettera, egli ha mandato Tito a Corinto, coll'intesa che tornerebbe presto e verrebbe incontro a Paolo fino a Troas e forse più oltre. Ma quando l'Apostolo giunge in quella città, Tito non vi è giunto ancora. Or essendo venuto (da Efeso) in Troas l'antica Troia; cfr. Atti 16:8; 20:6... per l'Evangelo di Cristo, Cioè per annunziarlo, ed una porta essendomi quivi aperta nel Signore, essendomi da Dio offerta una occasione favorevole di fare un'opera proficua per l'evangelizzazione di quella città: nel Signore, vale in quella sfera di attività che concerne il Signor Gesù; non ho avuto requie nel mio spirito, per non avervi trovato il mio fratello Tito... L'ansietà che rode Paolo non deriva da cose od affetti terreni, ma proviene dallo stato della chiesa di Dio in Corinto; quindi non l'anima solamente, ma lo spirito ch'è l'elemento più elevato, più divino nella natura umana, ne è assediato al punto da non lasciargli la libertà necessaria per darsi ad un'altra opera. Riferimenti incrociati:2Corinzi 2:12Dimensione testo: |