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Commentario:2Corinzi 4:4fra i quali l'Iddio di questo secolo ha accecati gl'intendimenti degli increduli. L'Evangelo è coperto per tutti coloro che sono in istato di perdizione; ma in questa categoria generale di persone estranee alla salvazione, l'Apostolo sembra fare una distinzione. Egli ne scorge di quelli che hanno potuto conoscere meglio di altri la verità, ma che, per essersi abbandonati allo spirito del male, sono divenuti increduli decisi e refrattarii ad ogni influenza divina. L'incredulità volontaria che respinge scientemente la salvezza offerta in Cristo è quella che conduce a ruina irrimediabile e fìnale. In essa appare manifesto l'elemento della responsabilità umana che Gesù pose così spesso in rilievo. Cfr. Giovanni 3:19-21; 5:40-44; 7:17, ecc. Chi non ubbidisce alla verità conosciuta diventa sempre più incapace di discernere e di amare la verità, finchè l'intendimento suo resta talmente dominato da pregiudizii, da falsi criterii e da nozioni errate, da esserne del tutto ottenebrato cfr. Romani 1:18 e segg. In quest'opera di spirituale accecamento, spiegasi l'attività di Satana chiamato qui il dio di questo secolo, ed altrove «il principe di questo mondo» Giovanni 12:31, perch'egli è colui che esercita la più vasta influenza e dominazione sui principii, sulle idee, sulle disposizioni e sulla condotta degli uomini di questa presente epoca o secolo che precede la venuta di Cristo. Per la potenza anticristiana del diavolo e dei suoi angeli, cfr. Efesini 2:2; 6:12; 2Tessalonicesi 2:9. Quando sarà legato, l'Evangelo trionferà Apocalisse 20: ma ora «tutto il mondo giace nel maligno» 1Giovanni 5:19. Gl'increduli sono stati da Satana accecati a questo fìne e con questo risultato: acciocchè non risplendesse agli occhi loro la luce dell'Evangelo della gloria di Cristo, il quale è l'immagine di Dio. Chi è cieco non vede gli splendori della più bella luce. Per lui è come se non rifulgesse, poichè non ne è illuminato. La parola Φωτισμος significa propriamente: la luce proiettata, fatta splendere. Si tratta qui della luce dell'Evangelo proiettata nelle menti dalla predicazione apostolica. L'Evangelo è detto della gloria di Cristo, perchè questa è parte essenziale del contenuto d'esso. Il vangelo annunzia bensì Cristo crocifisso; ma, colui che morì sulla croce, lo fa conoscere come il Verbo, il Figliuol di Dio manifestato in carne, come il Messia promesso; poi non lo proclama soltanto morto per i nostri peccati, ma risorto a motivo della giustifìcazione ottenutaci; e non solo risorto, ma elevato alla destra di Dio, e costituito Signore di tutte le cose. Egli è infatti l'immagine di Dio, la rivelazione personale del Dio invisibile. Lo è stato innanzi e durante la sua incarnazione e lo è nella sua esaltazione. Cfr. Filippesi 2:6; Colossesi 1:15; Filippesi 3:21; Ebrei 1:3; Giovanni 1:18; 14:9. Riferimenti incrociati:2Corinzi 4:4Mat 4:8,9; Giov 12:31,40; 14:30; 16:11; 1Co 10:20; Ef 2:2; 6:12; 1G 5:19; Ap 20:2,3 Dimensione testo: |