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Commentario:2Corinzi 9:13E quale sia l'oggetto di codesti ringraziamenti, l'Apostolo lo dice nelle parole che seguono: inquantochè la prova pratica fornita da questa sovvenzione li porta a glorificare Iddio per la sottomissione con cui voi professate l'Evangelo di Cristo, e per la generosità con cui partecipate ai loro bisogni ed a quelli di tutti. Senza dubbio, il sollievo materiale provato, spinge i poveri a lodar Dio che ha provveduto ai loro bisogni. Ma i rendimenti di grazie sono suscitati da Motivi più alti. La sovvenzione delle chiese etniche a quella di Gerusalemme è per i giudeo-cristiani una prova sperimentale, convincente, della realtà della vita cristiana di quelle chiese che i credenti di Palestina aveano accolte con molta diffidenza nella fratellanza cristiana. Ora la liberalità di questi greci convertiti, che superava le barriere nazionali e religiose antiche per stendere la mano della carità ai cristiani di Gerusalemme, non lasciava più luogo a dubbi e diffidenze. Quei nuovi fratelli fornivano la dimostrazione pratica di possedere lo spirito di Cristo, col sottoporsi ai doveri inerenti alla professione sincera del Vangelo. L'espressione concisa: «la sottomissione della vostra confessione, rispetto all'Evangelo di Cristo» torna a dire che la loro professione di fede nel Vangelo non consisteva soltanto nel rito del battesimo o nelle lor parole, ma nella loro ubbidienza ai precetti di Cristo. Essi praticavano sul serio la fratellanza cristiana con tutti. Per questa grazia comunicata ai Gentili, i credenti di Gerusalemme glorificheranno Iddio. Dice lett. «glorificando essi Iddio per...». Riferimenti incrociati:2Corinzi 9:13Sal 50:23; Mat 5:16; Giov 15:8; At 4:21; 11:18; 21:19,20; Ga 1:24; 1P 2:9; 4:11 Dimensione testo: |