Nuova Riveduta:

2Cronache 28

Acaz, re di Giuda; idolatria e disastri
1 Acaz aveva vent'anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò che è giusto agli occhi del SIGNORE, come aveva fatto Davide suo padre, 2 ma seguì la via dei re d'Israele e fece perfino delle immagini di metallo fuso per i Baal. 3 Bruciò dei profumi nella valle di Ben-Innom e fece passare per il fuoco i suoi figli, seguendo le pratiche abominevoli delle nazioni che il SIGNORE aveva scacciate davanti ai figli d'Israele. 4 Offriva sacrifici e incenso sugli alti luoghi, sulle colline e sotto ogni albero verdeggiante.
5 Perciò il SIGNORE, il suo Dio, lo diede nelle mani del re di Siria; i Siri lo sconfissero e gli presero un gran numero di prigionieri che deportarono a Damasco. E fu anche dato in mano al re d'Israele, che gli inflisse una grande sconfitta. 6 Infatti Peca, figlio di Remalia, uccise in un giorno, in Giuda, centoventimila uomini, tutta gente valorosa, perché avevano abbandonato il SIGNORE, Dio dei loro padri. 7 Zicri, un prode di Efraim, uccise Maaseia, figlio del re, Azricam, maggiordomo del palazzo reale, ed Elcana, che teneva il secondo posto dopo il re. 8 I figli d'Israele condussero via dai loro fratelli duecentomila prigionieri, fra donne, figli e figlie; e ne ricavarono pure un grande bottino, che portarono a Samaria.
9 Là c'era un profeta del SIGNORE, di nome Oded. Egli uscì incontro all'esercito che tornava a Samaria e disse loro: «Ecco, il SIGNORE, Dio dei vostri padri, nella sua ira contro Giuda, ve li ha dati nelle mani; e voi li avete uccisi con tal furore, che è giunto fino al cielo. 10 E ora pretendete di sottomettere come schiavi e come schiave i figli e le figlie di Giuda e di Gerusalemme! Ma voi, voi stessi, non siete forse colpevoli verso il SIGNORE, vostro Dio? 11 Ascoltatemi dunque, e rimandate i prigionieri che avete fatti tra i vostri fratelli; perché l'ardente ira del SIGNORE vi sovrasta».
12 Allora alcuni tra i capi dei figli di Efraim, Azaria figlio di Iocanan, Berechia figlio di Mesillemot, Ezechia figlio di Sallum e Amasa figlio di Cadlai, si alzarono contro quelli che tornavano dalla guerra 13 e dissero loro: «Voi non condurrete qua dentro i prigionieri, perché voi vi proponete una cosa che ci renderà colpevoli davanti al SIGNORE, accrescendo il numero dei nostri peccati e delle nostre colpe; poiché noi siamo già molto colpevoli e l'ira del SIGNORE arde contro Israele».
14 Allora i soldati abbandonarono i prigionieri e il bottino in presenza dei capi e di tutta l'assemblea. 15 Gli uomini già citati per nome si alzarono e presero i prigionieri. Del bottino si servirono per rivestire tutti quelli di loro che erano nudi; li rivestirono, li calzarono, diedero loro da mangiare e da bere, li unsero, condussero sopra degli asini tutti quelli che non si reggevano per la fatica e li condussero a Gerico, la città delle palme, dai loro fratelli. Poi se ne tornarono a Samaria.
16 In quel tempo il re Acaz mandò a chiedere soccorso ai re d'Assiria. 17 Gli Edomiti erano venuti di nuovo, avevano sconfitto Giuda e condotto via dei prigionieri. 18 I Filistei pure avevano invaso le città della pianura e della regione meridionale di Giuda, e avevano preso Bet-Semes, Aialon, Ghederot, Soco e i villaggi che ne dipendevano, Timna e i villaggi che ne dipendevano, Ghimzo e i villaggi che ne dipendevano, e vi si erano stabiliti. 19 Poiché il SIGNORE aveva umiliato Giuda a causa di Acaz, re d'Israele, perché aveva rotto ogni freno in Giuda e aveva commesso ogni sorta d'infedeltà contro il SIGNORE, 20 Tiglat-Pileser, re d'Assiria, marciò contro di lui, lo ridusse alle strette e non lo sostenne affatto. 21 Infatti Acaz aveva spogliato la casa del SIGNORE, il palazzo del re e dei capi, e aveva dato tutto al re d'Assiria; ma a nulla gli era giovato.
22 Nel tempo in cui si trovava alle strette, questo medesimo re Acaz continuò più che mai a commettere delle infedeltà contro il SIGNORE. 23 Offrì sacrifici agli dèi di Damasco, che lo avevano sconfitto, e disse: «Poiché gli dèi dei re di Siria aiutano quelli, io offrirò loro dei sacrifici ed essi aiuteranno anche me». Ma furono invece la rovina sua e di tutto Israele. 24 Acaz radunò gli utensili della casa di Dio, fece a pezzi gli utensili della casa di Dio, chiuse le porte della casa del SIGNORE, si fece degli altari a ogni incrocio di Gerusalemme 25 e stabilì degli alti luoghi in tutte le città di Giuda per offrire incenso ad altri dèi. Così provocò l'ira del SIGNORE, Dio dei suoi padri.
26 Il rimanente delle sue imprese e di tutte le sue azioni, le prime e le ultime, si trova scritto nel libro dei re di Giuda e d'Israele.
27 Acaz si addormentò con i suoi padri e fu sepolto in città, a Gerusalemme, perché non lo vollero mettere nelle tombe dei re d'Israele. Ed Ezechia, suo figlio, regnò al suo posto.

C.E.I.:

2Cronache 28

1 Quando Acaz divenne re, aveva vent'anni; regnò sedici anni in Gerusalemme. Non fece ciò che è retto agli occhi del Signore, come Davide suo antenato. 2 Seguì le strade dei re di Israele; fece perfino fondere statue per i Baal. 3 Egli bruciò incenso nella valle di Ben-Hinnòn; bruciò i suoi figli nel fuoco, imitando gli abomini delle popolazioni che il Signore aveva scacciate davanti agli Israeliti. 4 Sacrificava e bruciava incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde.
5 Ma il Signore suo Dio lo mise nelle mani del re degli Aramei, i quali lo vinsero e gli presero un gran numero di prigionieri, che condussero in Damasco. Fu consegnato anche nelle mani del re di Israele, che gli aveva inflitto una grande sconfitta. 6 Pekach, figlio di Romelia, in un giorno uccise centomila uomini in Giuda, tutti uomini valorosi, perché avevano abbandonato il Signore Dio dei loro padri. 7 Zicri, un eroe di Efraim, uccise Maaseia figlio del re e Azrikam maggiordomo, ed Elkana luogotenente del re. 8 Gli Israeliti condussero in prigionia, bottino preso ai propri fratelli, duecentomila persone fra donne, figli e figlie; essi raccolsero anche una preda abbondante che portarono in Samaria.
9 C'era là un profeta del Signore, di nome Oded. Costui uscì incontro all'esercito che giungeva in Samaria e disse: «Ecco, a causa dello sdegno contro Giuda, il Signore, Dio dei vostri padri, li ha messi nelle vostre mani; ma voi li avete massacrati con un furore tale che è giunto fino al cielo. 10 Ora voi dite di soggiogare, come vostri schiavi e schiave, gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. Ma non siete anche voi colpevoli nei confronti del Signore vostro Dio? 11 Ora ascoltatemi e rimandate i prigionieri, che avete catturati in mezzo ai vostri fratelli, perché altrimenti l'ira ardente del Signore ricadrà su di voi».
12 Alcuni capi tra gli efraimiti, cioè Azaria figlio di Giovanni, Berechia figlio di Mesillemòt, Ezechia figlio di Sallùm, e Amasa figlio di Caldài si alzarono contro quanti tornavano dalla guerra, 13 dicendo loro: «Non portate qui i prigionieri, perché su di noi pesa già una colpa nei riguardi del Signore. Voi intendete aumentare il numero dei nostri peccati e delle nostre colpe, mentre la nostra colpa è già grande e su Israele incombe un'ira ardente».
14 I soldati allora rilasciarono i prigionieri e la preda davanti ai capi e a tutta l'assemblea. 15 Alcuni uomini, designati per nome, si misero a rifocillare i prigionieri; quanti erano nudi li rivestirono e li calzarono con capi di vestiario presi dal bottino; diedero loro da mangiare e da bere, li medicarono con unzioni; quindi, trasportando su asini gli inabili a marciare, li condussero in Gerico, città delle palme, presso i loro fratelli. Poi tornarono in Samaria.
16 In quel tempo il re Acaz mandò a chiedere aiuto al re di Assiria. 17 Gli Idumei erano venuti ancora una volta e avevano sconfitto Giuda e fatto prigionieri. 18 Anche i Filistei si erano sparsi per le città della Sefela e del Negheb di Giuda, occupando Bet-Sèmes, Aialon, Ghederot, Soco con le dipendenze, Timna con le dipendenze e Ghimzo con le dipendenze, vi si erano insediati. 19 Poiché il Signore aveva umiliato Giuda a causa di Acaz re di Giuda, che aveva fomentato l'immoralità in Giuda ed era stato infedele al Signore.
20 Anche Tiglat-Pilèzer, re d'Assiria, venne contro di lui e lo oppresse anziché aiutarlo. 21 Acaz spogliò il tempio, il palazzo del re e dei principi e consegnò tutto all'Assiria, ma non ne ricevette alcun aiuto.
22 Anche quando si trovava alle strette, questo re Acaz continuava a essere infedele al Signore. 23 Sacrificò agli dèi di Damasco, che lo avevano sconfitto, dicendo: «Poiché gli dèi dei re di Aram aiutano i loro fedeli, io sacrificherò loro ed essi mi aiuteranno». In realtà, essi provocarono la sua caduta e quella di tutto Israele. 24 Acaz radunò gli arredi del tempio e li fece a pezzi; chiuse le porte del tempio, mentre eresse altari in tutti i crocicchi di Gerusalemme. 25 In tutte le città di Giuda eresse alture per bruciare incenso ad altri dèi, provocando così lo sdegno del Signore Dio dei suoi padri.
26 Le altre gesta di lui e tutte le sue azioni, le prime come le ultime, ecco, sono descritte nel libro dei re di Giuda e di Israele. 27 Acaz si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono in città, in Gerusalemme, ma non lo collocarono nei sepolcri dei re di Israele. Al suo posto divenne re suo figlio Ezechia.

Nuova Diodati:

2Cronache 28

Achaz re di Giuda. Invasione di Giuda da parte dei Siri e Israele, degli Edomiti e Filistei
1 Achaz aveva vent'anni quando iniziò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò che è giusto agli occhi dell'Eterno, come aveva fatto Davide suo padre; 2 ma camminò nelle vie dei re d'Israele e fece perfino immagini di metallo fuso per i Baal. 3 Egli bruciò incenso nella valle del Figlio di Hinnom e bruciò nel fuoco i suoi figli, seguendo le abominazioni delle nazioni che l'Eterno aveva scacciato davanti ai figli d'Israele; 4 inoltre faceva sacrifici e bruciava incenso sugli alti luoghi, sulle colline e sotto ogni albero verdeggiante. 5 Perciò l'Eterno, il suo DIO, lo diede nelle mani del re di Siria; essi lo sconfissero e gli presero un gran numero di prigionieri che condussero a Damasco. Fu pure dato nelle mani del re d'Israele, che gli inflisse una grande sconfitta. 6 Infatti Pekah, figlio di Remaliah, in un giorno uccise centoventimila uomini in Giuda, tutti uomini valorosi, perché avevano abbandonato l'Eterno, il DIO dei loro padri. 7 Zikri, un prode di Efraim, uccise Maaseiah, figlio del re, Azrikam prefetto del palazzo ed Elkanah che veniva al secondo posto, dopo il re. 8 I figli d'Israele condussero prigionieri, tra i loro fratelli, duecentomila donne, figli e figlie; tolsero pure loro un gran bottino, che portarono a Samaria. 9 Ma là c'era un profeta dell'Eterno, di nome Obed. Egli uscì incontro all'esercito che tornava a Samaria e disse loro: «Ecco, poiché l'Eterno, il DIO dei vostri padri, era adirato contro Giuda, li ha dati nelle vostre mani, ma voi li avete uccisi con furore, che è giunto fino al cielo. 10 E ora intendete soggiogare, come vostri schiavi e schiave, i figli e le figlie di Giuda e di Gerusalemme. Ma non siete in realtà voi stessi colpevoli davanti all'Eterno, il vostro DIO? 11 Ascoltatemi dunque e rimandate i prigionieri che avete catturato tra i vostri fratelli perché altrimenti l'ardente ira dell'Eterno cadrà su di voi». 12 Allora alcuni dei capi dei figli di Efraim, Azariah figlio di Johanan, Berekiah figlio di Mescillemoth, Ezechia figlio di Shallum e Amasa figlio di Hadlai si levarono contro quelli che tornavano dalla guerra, 13 e dissero loro: «Voi non porterete qui i prigionieri, perché su di noi pesa già una colpa contro l'Eterno; ciò che intendete fare accrescerà i nostri peccati e la nostra colpa, perché la nostra colpa è già grande e un'ira ardente incombe su Israele». 14 Allora i soldati abbandonarono i prigionieri e il bottino davanti ai capi e a tutta l'assemblea. 15 Quindi alcuni uomini designati per nome si levarono e presero i prigionieri, e con il vestiario del bottino rivestirono tutti quelli di loro che erano nudi; provvidero loro vesti e sandali, diedero loro da mangiare e da bere e li unsero; poi trasportarono tutti i deboli su degli asini e li condussero a Gerico, la città delle palme, presso i loro fratelli, quindi tornarono a Samaria. 16 In quel tempo il re Achaz andò a chiedere aiuto al re di Assiria. 17 Gli Edomiti erano venuti di nuovo, avevano sconfitto Giuda e avevano condotto dei prigionieri. 18 I Filistei avevano anche invaso le città della pianura e del Neghev di Giuda e avevano preso Beth-Scemesh, Ajalon, Ghederoth, Soko con i suoi villaggi, Timnah con i suoi villaggi, Ghimzo con i suoi villaggi, e vi si erano stabiliti. 19 L'Eterno infatti aveva umiliato Giuda a motivo di Achaz, re di Israele, perché aveva fomentato il decadimento morale in Giuda e aveva gravemente peccato contro l'Eterno. 20 Così Tilgath-Pilneser, re d'Assiria venne contro di lui e lo oppresse anziché aiutarlo, 21 anche se Achaz aveva preso una parte dei tesori dalla casa dell'Eterno, dal palazzo del re e dei capi, e aveva dato tutto al re di Assiria; ciò nonostante non gli era giovato nulla.

Idolatria e morte di Achaz
22 Anche quando era oppresso, questo re Achaz peccò ancor di più contro l'Eterno. 23 Offrì sacrifici agli dèi di Damasco, che lo avevano sconfitto, dicendo: «Poiché gli dèi dei re di Siria aiutano quelli, io offrirò loro sacrifici perché aiutino anche me». Ma furono proprio loro a provocare la sua rovina e quella di tutto Israele. 24 Achaz radunò gli utensili della casa di DIO, fece a pezzi gli utensili della casa di DIO, chiuse le porte della casa dell'Eterno, si fece degli altari in ogni angolo di Gerusalemme, 25 e in ogni città di Giuda stabilì alti luoghi per bruciare incenso ad altri dèi, provocando così ad ira l'Eterno, il DIO dei suoi padri. 26 Il resto delle sue gesta e di tutti i suoi modi di agire, dai primi agli ultimi, ecco, sono scritti nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 27 Poi Achaz si addormentò con i suoi padri, e lo seppellirono in città, a Gerusalemme, ma non lo vollero mettere nei sepolcri dei re d'Israele. Al suo posto regnò suo figlio Ezechia.

Riveduta 2020:

2Cronache 28

Acaz, re di Giuda. Idolatria e disastri
1 Acaz aveva vent'anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò che è giusto agli occhi dell'Eterno, come aveva fatto Davide suo padre, 2 ma seguì la via dei re d'Israele, e fece perfino delle immagini di metallo fuso per i Baali. 3 Bruciò dei profumi nella valle di Ben-Innom, e arse i suoi figli nel fuoco, seguendo le pratiche abominevoli delle nazioni che l'Eterno aveva scacciato davanti ai figli d'Israele, 4 e offriva sacrifici e profumi sugli alti luoghi, sulle colline, e sotto ogni albero verdeggiante. 5 Perciò l'Eterno, il suo Dio, lo diede nelle mani del re di Siria; e i Siri lo sconfissero e gli presero un gran numero di prigionieri che deportarono a Damasco. E fu anche dato in mano del re d'Israele, che gli inflisse una grande sconfitta. 6 Infatti Peca, figlio di Remalia, uccise in un giorno, in Giuda, centoventimila uomini, tutta gente valorosa, perché avevano abbandonato l'Eterno, l'Iddio dei loro padri. 7 Zicri, un prode di Efraim, uccise Maaseia, figlio del re, Azricam, maggiordomo del palazzo reale, ed Elcana, che occupava il secondo posto dopo il re. 8 E i figli d'Israele condussero via, tra i loro fratelli, duecentomila prigionieri, fra donne, figli e figlie; e ne ricavarono anche un grande bottino, che portarono a Samaria. 9 Là c'era un profeta dell'Eterno, di nome Oded. Egli uscì incontro all'esercito che tornava a Samaria, e disse loro: “Ecco, l'Eterno, l'Iddio dei vostri padri, nella sua ira contro Giuda, ve li ha dati nelle mani; e voi li avete uccisi con un furore tale, che è giunto fino al cielo. 10 E ora, pretendete di sottomettere come schiavi e come schiave i figli e le figlie di Giuda e di Gerusalemme! Ma voi, voi stessi, non siete forse colpevoli verso l'Eterno, il vostro Dio? 11 Ascoltatemi dunque, e rimandate i prigionieri che avete fatto tra i vostri fratelli; poiché l'ira ardente dell'Eterno vi sovrasta”. 12 Allora alcuni tra i capi dei figli di Efraim, Azaria figlio di Iocanan, Berechia figlio di Mesillemot, Ezechia figlio di Sallum e Amasa figlio di Cadlai, insorsero contro quelli che tornavano dalla guerra, 13 e dissero loro: “Voi non porterete qua dentro i prigionieri; perché vi proponete una cosa che ci renderà colpevoli davanti all'Eterno, accrescendo il numero dei nostri peccati e delle nostre colpe; poiché noi siamo già grandemente colpevoli, e l'ira dell'Eterno arde contro Israele”. 14 Allora i soldati abbandonarono i prigionieri e il bottino in presenza dei capi e di tutta l'assemblea. 15 Gli uomini già citati per nome si alzarono e presero i prigionieri; del bottino si servirono per rivestire tutti quelli di loro che erano nudi; li rivestirono, li calzarono, diedero loro da mangiare e da bere, li unsero, condussero sopra degli asini tutti quelli che crollavano dalla fatica e li condussero a Gerico, la città delle palme, dai loro fratelli; poi se ne tornarono a Samaria. 16 In quel tempo, il re Acaz mandò a chiedere soccorso ai re d'Assiria. 17 Gli Edomiti erano venuti di nuovo, avevano sconfitto Giuda e portato via dei prigionieri. 18 Anche i Filistei avevano invaso le città della pianura e del meridione di Giuda, e avevano preso Bet-Semes, Aialon, Ghederot, Soco e le città che ne dipendevano, Timna e le città che ne dipendevano, Ghimzo e le città che ne dipendevano, e vi si erano stabiliti. 19 Poiché l'Eterno aveva umiliato Giuda a causa di Acaz, re d'Israele, perché aveva rotto ogni freno in Giuda, e aveva commesso ogni sorta di infedeltà contro l'Eterno. 20 E Tiglat-Pileser, re d'Assiria, marciò contro di lui, lo ridusse alle strette e non lo sostenne affatto. 21 Poiché Acaz aveva spogliato la casa dell'Eterno, la casa del re e dei capi, e aveva dato tutto al re d'Assiria; ma non gli era giovato a nulla. 22 E nel tempo in cui si trovava alle strette, questo stesso re Acaz continuò più che mai a commettere delle infedeltà contro l'Eterno. 23 Offrì dei sacrifici agli dèi di Damasco, che lo avevano sconfitto, e disse: “Poiché gli dèi dei re di Siria aiutano quelli, io offrirò loro dei sacrifici e aiuteranno anche me”. Ma furono invece la rovina sua e di tutto Israele. 24 Acaz radunò gli utensili della casa di Dio, fece a pezzi gli utensili della casa di Dio, chiuse le porte della casa dell'Eterno, si fece degli altari in tutti gli angoli di Gerusalemme, 25 e stabilì degli alti luoghi in ognuna delle città di Giuda per offrire dei profumi ad altri dèi. Così provocò a ira l'Eterno, l'Iddio dei suoi padri. 26 Il resto delle sue azioni e di tutti i suoi comportamenti, i primi e gli ultimi, si trova scritto nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 27 Acaz si addormentò con i suoi padri, e fu sepolto in città, a Gerusalemme, perché non lo vollero mettere nei sepolcri dei re d'Israele. Ed Ezechia, suo figlio, regnò al suo posto.

Riveduta:

2Cronache 28

Achaz, re di Giuda. Idolatria e disastri
1 Achaz avea vent'anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni a Gerusalemme. Egli non fece ciò ch'è giusto agli occhi dell'Eterno, come avea fatto Davide suo padre; 2 ma seguì la via dei re d'Israele, e fece perfino delle immagini di getto per i Baali, 3 bruciò dei profumi nella valle del figliuolo di Hinnom, ed arse i suoi figliuoli nel fuoco, seguendo le abominazioni delle genti che l'Eterno avea cacciate d'innanzi ai figliuoli d'Israele; 4 e offriva sacrifizi e profumi sugli alti luoghi, sulle colline, e sotto ogni albero verdeggiante. 5 Perciò l'Eterno, il suo Dio, lo diè nelle mani del re di Siria; e i Sirî lo sconfissero, e gli presero un gran numero di prigionieri che menarono a Damasco. E fu anche dato in mano del re d'Israele, che gl'inflisse una grande sconfitta. 6 Infatti Pekah, figliuolo di Remalia, uccise in un giorno, in Giuda, centoventimila uomini, tutta gente valorosa, perché aveano abbandonato l'Eterno, l'Iddio dei loro padri. 7 Zicri, un prode d'Efraim, uccise Maaseia, figliuolo del re, Azrikam, maggiordomo della casa reale, ed Elkana, che teneva il secondo posto dopo il re. 8 E i figliuoli d'Israele menaron via, di tra i loro fratelli, duecentomila prigionieri, fra donne, figliuoli e figliuole; e ne trassero pure una gran preda, che portarono a Samaria. 9 Or v'era quivi un profeta dell'Eterno, per nome Oded. Egli uscì incontro all'esercito che tornava a Samaria, e disse loro: 'Ecco, l'Eterno, l'Iddio de' vostri padri, nella sua ira contro Giuda, ve li ha dati nelle mani; e voi li avete uccisi con tal furore, ch'è giunto fino al cielo. 10 Ed ora, pretendete di sottomettervi come schiavi e come schiave i figliuoli e le figliuole di Giuda e di Gerusalemme! Ma voi, voi stessi, non siete forse colpevoli verso l'Eterno, l'Iddio vostro? 11 Ascoltatemi dunque, e rimandate i prigionieri che avete fatti tra i vostri fratelli; poiché l'ardente ira dell'Eterno vi sovrasta'. 12 Allora alcuni tra i capi de' figliuoli d'Efraim, Azaria figliuolo di Johanan, Berekia figliuolo di Mescillemoth, Ezechia figliuolo di Shallum e Amasa figliuolo di Hadlai, sorsero contro quelli che tornavano dalla guerra, 13 e dissero loro: 'Voi non menerete qua dentro i prigionieri; perché voi vi proponete cosa che ci renderà colpevoli dinanzi all'Eterno, accrescendo il numero dei nostri peccati e delle nostre colpe; poiché noi siamo già grandemente colpevoli, e l'ira dell'Eterno arde contro Israele'. 14 Allora i soldati abbandonarono i prigionieri e la preda in presenza dei capi e di tutta la raunanza. 15 E gli uomini già ricordati per nome si levarono e presero i prigionieri; del bottino si servirono per rivestire tutti quelli di loro ch'erano ignudi; li rivestirono, li calzarono, diedero loro da mangiare e da bere, li unsero, condussero sopra degli asini tutti quelli che cascavan dalla fatica, e li menarono a Gerico, la città delle palme, dai loro fratelli; poi se ne tornarono a Samaria. 16 In quel tempo, il re Achaz mandò a chieder soccorso ai re d'Assiria. 17 - Or gli Edomiti erano venuti di nuovo, aveano sconfitto Giuda e menati via de' prigionieri. 18 I Filistei pure aveano invaso le città della pianura e del mezzogiorno di Giuda, e avean preso Beth-Scemesh, Ajalon, Ghederoth, Soco e le città che ne dipendevano, Timnah e le città che ne dipendevano, Ghimzo e le città che ne dipendevano, e vi s'erano stabiliti. 19 Poiché l'Eterno aveva umiliato Giuda a motivo di Achaz, re d'Israele, perché avea rotto ogni freno in Giuda, e avea commesso ogni sorta d'infedeltà contro l'Eterno. - 20 E Tilgath-Pilneser, re d'Assiria, mosse contro di lui, lo ridusse alle strette, e non lo sostenne affatto. 21 Poiché Achaz avea spogliato la casa dell'Eterno, la casa del re e dei capi, e avea dato tutto al re d'Assiria; ma a nulla gli era giovato. 22 E nel tempo in cui si trovava alle strette, questo medesimo re Achaz continuò più che mai a commettere delle infedeltà contro l'Eterno. 23 Offrì dei sacrifizi agli dèi di Damasco, che l'avevano sconfitto, e disse: 'Giacché gli dèi dei re di Siria aiutan quelli, io offrirò loro de' sacrifizi ed aiuteranno anche me'. Ma furono invece la rovina di lui e di tutto Israele. 24 Achaz radunò gli utensili della casa di Dio, fece a pezzi gli utensili della casa di Dio, chiuse le porte della casa dell'Eterno, si fece degli altari a tutte le cantonate di Gerusalemme, 25 e stabilì degli alti luoghi in ognuna delle città di Giuda per offrire dei profumi ad altri dèi. Così provocò ad ira l'Eterno, l'Iddio de' suoi padri. 26 Il rimanente delle sue azioni e di tutti i suoi portamenti, i primi e gli ultimi, si trova scritto nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 27 Achaz si addormentò coi suoi padri, e fu sepolto in città, a Gerusalemme, perché non lo vollero mettere nei sepolcri dei re d'Israele. Ed Ezechia, suo figliuolo, regnò in luogo suo.

Ricciotti:

2Cronache 28

Acaz, re di Giuda
1 Acaz aveva venti anni quando cominciò a regnare e regnò sedici anni in Gerusalemme. Egli non operò con rettitudine agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre Davide; 2 ma camminò sulle vie dei re d'Israele, e inoltre fece delle statue di getto ai Baalim. 3 Bruciò incensi nella Valle di Benennom e fece passare i suoi figli attraverso il fuoco, secondo il rito dei popoli, che il Signore aveva sterminato all'arrivo dei figli di Israele. 4 Di più egli faceva sacrifici, bruciava incensi sulle alture e sui colli e sotto ogni pianta fronzuta. 5 Perciò il Signore Iddio lo abbandonò nelle mani del re di Siria, il quale lo sconfisse e tolse un gran numero di preda del suo impero, che essi portarono a Damasco. Fu pure abbandonato in potere del re d'Israele, che gl'inflisse una grande sconfitta; 6 e Facea, figlio di Romelia, uccise in un sol giorno centoventimila uomini valorosi di Giuda, perchè avevano abbandonato il Signore Dio de' padri loro. 7 Nello stesso tempo Zecri uomo potente di Efraim, uccise Maasia, figlio del re, Ezrica, capo della casa reale ed Elcana, il secondo dopo il re. 8 Inoltre i figli d'Israele fecero prigionieri fra i loro fratelli duecentomila tra donne, fanciulli e fanciulle e, fatta una sterminata preda, la portarono in Samaria. 9 Eravi in quel tempo colà un profeta del Signore, chiamato Oded, il quale uscito incontro all'esercito, che tornava in Samaria, disse: «Il Signore Dio de' padri vostri, essendo sdegnato contro Giuda, ve li ha dati nelle mani e voi li uccideste con tanta crudeltà, che la vostra atrocità è giunta fino al cielo. 10 Di più volete assoggettarvi in qualità di servi e serve i figli di Giuda e di Gerusalemme, la qual cosa non deve essere fatta, poichè con ciò voi avete peccato contro il Signore Dio vostro. 11 Ascoltate, pertanto, il mio consiglio: riconducete i prigionieri che avete fatto tra i vostri fratelli, poichè il furor grande del Signore sta sopra di voi». 12 Allora alcuni tra i principi dei figli di Efraim, Azaria, figlio di Joanan, Barachia, figlio di Mosollamot, Ezechia, figlio di Sellum, e Amasa, figlio di Adali, sorsero contro coloro che tornavano dalla guerra, 13 e dissero ad essi: «Non introducete qua i prigionieri, perchè altrimenti peccheremmo contro il Signore. Perchè volete accrescere il numero dei nostri peccati, e colmare la misura degli antichi delitti? Poichè questo è un gran peccato e l'ira del Signore sta sopra a Israele». 14 I combattenti allora abbandonarono la preda e tutto ciò che avevano catturato dinanzi ai principi e a tutta la moltitudine; 15 e gli uomini sopra nominati, presi i prigionieri e tutti quelli che erano ignudi, li rivestirono delle spoglie e così rivestiti, calzati e rifocillati di cibo e di bevanda, li unsero per la fatica riportata e ne ebbero gran cura. Quelli che non potevano camminare ed erano deboli di corpo, li posero sopra cavalcature e li condussero a Gerico, città delle palme, ai loro fratelli, ed essi fecero ritorno a Samaria. 16 In quel tempo il re Acaz mandò a chiedere soccorso al re degli Assiri. 17 E gl'Idumei vennero e uccisero molti di Giuda e ne riportarono gran preda. 18 Anche i Filistei fecero scorrerie nelle città della pianura e a mezzogiorno di Giuda e s'impadronirono di Betsames, di Aialon, di Gaderot, di Soco, di Tamna, di Gamzo e dei loro sobborghi e vi si stabilirono; 19 poichè il Signore aveva umiliato Giuda, a motivo di Acaz, re di Giuda, e l'aveva privato del suo soccorso, perchè aveva disprezzato il Signore. 20 Fece poi venire contro di lui anche Telgatfalnasar, re degli Assiri, il quale lo ridusse alle strette, e, senza trovar resistenza alcuna, devastò il paese. 21 Perciò Acaz, spogliata la casa del Signore, la reggia e le case dei principi, mandò regali al re degli Assiri; ma questo a nulla gli giovò. 22 Durante il tempo di tali sventure il re Acaz accrebbe il suo disprezzo verso il Signore, 23 immolò vittime agli dèi di Damasco, che l'avevano oppresso, dicendo: «Gli dèi dei re di Siria sono ad essi di aiuto; io me li propizierò con vittime ed essi mi aiuteranno»; ed invece furono per lui e per tutto Israele causa di rovina. 24 Dopo aver distrutto e spezzato tutti i vasi della casa di Dio, Acaz chiuse le porte del tempio di Dio e si eresse altari in tutti gli angoli di Gerusalemme. 25 Parimenti costruì altari, per bruciarvi incensi, anche in tutte le città di Giuda, provocando in tal modo lo sdegno del Signore Dio de' padri suoi. 26 Tutto il rimanente delle opere e delle azioni sue, le prime, come le ultime, sono descritte nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 27 Acaz si addormentò poi coi padri suoi e lo seppellirono nella città di Gerusalemme, senza però collocarlo nei sepolcri dei re d'Israele. Regnò in sua vece Ezechia suo figlio.

Tintori:

2Cronache 28

Acaz re di Giuda
1 Acaz aveva vent'anni quando cominciò a regnare, e regnò sedici anni in Gerusalemme. Egli invece di far quel che era giusto nel cospetto del Signore, come David suo padre, 2 camminò nelle vie dei re d'Israele, e di più fece delle statue ai Baalim. 3 È lui quello che bruciò incenso nella valle di Benennom, e, secondo il rito delle nazioni che il Signore aveva sterminate all'arrivo dei figli d'Israele, fece passare pel fuoco i suoi figli. 4 Inoltre sacrificava e bruciava profumi sugli alti luoghi, sui colli e sotto ogni albero frondoso. 5 E il Signore Dio suo lo diede in mano del re di Siria, che lo sconfisse e, presa dal suo regno gran preda, la portò a Damasco. Fu anche dato nelle mani del re d'Israele, che gli diede una grande sconfitta. 6 Infatti Facee, figlio di Romelia, uccise in un giorno centoventi mila uomini di Giuda, tutti uomini di valore; perchè essi avevan abbandonato il Signore Dio dei loro padri. 7 Allora Zecri, un potente di Efraim, uccise Maasia, figlio del re, Ezrica, suo maggiordomo, ed Elcana, il secondo dopo il re; 8 e i figli d'Israele fecero prigionieri duecento mila dei loro fratelli, donne, fanciulli e fanciulle, fecero pure gran preda che portarono a Samaria. 9 Ivi era allora un profeta del Signore, chiamato Obed, il quale, uscito incontro all'esercito che tornava a Samaria, disse loro: «Ecco il Signore Dio dei padri vostri, sdegnato contro Giuda, li ha dati nelle vostre mani, e voi, dopo averli trucidati con tanta ferocia, che la vostra crudeltà è giunta fino al cielo. 10 Volete aggiungere di assoggettarvi come schiavi e schiave i figli di Giuda e di Gerusalemme. Ciò non doveva esser fatto: in questo avete peccato contro il Signore Dio vostro. 11 Or dunque ascoltate il mio consiglio; riconducete i prigionieri che avete fatti tra i vostri fratelli, perchè l'ira grande di Dio vi sovrasta». 12 Allora alcuni dei principi dei figli d'Efraim, Azaria figlio di Iohanan, Barachia figlio di Mosollamot, Ezechia figlio di Sellum, e Amasa figlio di Adali si fermarono in faccia a quelli che tornavano dalla battaglia, 13 e dissero loro: «Non dovete menare qua dentro questi prigionieri, chè non pecchiamo contro il Signore. Perchè volete accrescere il numero dei nostri peccati e colmar la misura delle antiche colpe? Questo è un gran peccato, e l'ira furibonda del Signore già pende sopra Israele». 14 Dinanzi ai principi e a tutta la moltitudine, quegli uomini di guerra lasciarono la preda e tutto quello che avevano preso. 15 E i soprannominati uomini, levatisi e presi i prigionieri, rivestirono colle spoglie quelli che eran nudi, e dopo averli vestiti, calzati, ristorati con cibi e bevande, unti a causa della loro stanchezza, dopo averli così ben trattati, posero sopra degli asini quelli che non potevano camminare ed eran deboli di corpo, e li condussero a Gerico, città delle palme, presso i loro fratelli, e poi se ne tornarono a Samaria. 16 In quel tempo il re Acaz mandò a chiedere aiuto al re d'Assiria; 17 perchè anche gl'Idumei vennero e percossero molti di Giuda e fecero gran preda; 18 e anche i Filistei si sparsero nelle città della pianura e nella parte meridionale di Giuda, e presero Betsames, Aialon, Gaderot, Soco, Tamnan, Gamzo, coi loro sobborghi, e vi abitarono. 19 Il Signore aveva così umiliato Giuda a causa di Acaz re di Giuda, il quale, spogliato (Giuda) d'ogni soccorso, aveva disprezzato il Signore, 20 che menò contro di lui Telgat-falnasar re d'Assiria, e questi pure lo ridusse alle strette e, senza trovar resistenza, lo rovinò. 21 Allora Acaz, spogliata la casa del Signore, la casa reale e quella dei principi, diede doni al re d'Assiria; ma ciò non gli giovò a nulla. 22 Ed anche nel tempo delle sue strettezze, questo medesimo re Acaz crebbe nel disprezzo del Signore, 23 e immolò vittime agli dèi di Damasco che l'avevano percosso, e disse: «Gli dèi del re di Siria vengono loro in aiuto, ma io li placherò colle vittime, ed essi aiuteranno me». Invece furon di rovina a lui e a tutto Israele. 24 Acaz, portati via e fatti in pezzi tutti i vasi della casa di Dio, chiuse le porte del tempio di Dio, e si eresse degli altari per tutte le cantonate di Gerusalemme. 25 Anche in tutte le città di Giuda eresse altari per bruciarvi incenso, e così provocò ad ira il Signore Dio dei suoi padri. 26 Il resto dei suoi atti e di tutte le sue imprese, dalle prime alle ultime, sta scritto nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 27 Poi Acaz si addormentò coi suoi padri. Lo seppellirono nella città di Gerusalemme, ma non lo misero nei sepolcri dei re d'Israele. Gli successe nel regno il suo figlio Ezechia.

Martini:

2Cronache 28

Giuda è afflitto in molti modi a cagione delle scelleraggini di Achaz, e prima dà gli Assiri, indi dai figliuoli d'Israele, i quali ripresi della loro crudeltà dai profeti, rimandano i prigionieri Giudei, e la preda; indi anche dagl'Idumei, e da' Filistei. Ma Achaz dopo tutti questi flagelli va avanti nell'empietà. Succede a lui il pio figliuolo Ezechia.
1 Achaz avea venti anni quando cominciò a regnare; e regnò sedici anni in Gerusalemme: egli non operò con rettitudine dinanzi al Signore, come David suo padre: 2 Ma battè la via dei re d'Israele: e di più fece di getto statue a Baalim. 3 Egli fu, che abbruciò incenso nella valle di Benennom, e fece passare pel fuoco i suoi figliuoli, secondo il rito delle nazioni sterminate dal Signore all'arrivo de' figliuoli d'Israele. 4 Egli parimente sacrificava, e bruciava timiami ne' luoghi eccelsi, e sui colli, e sotto ogni pianta ombrosa. 5 E il Signore Dio suo lo diede in potere del re di Siria, il quale lo sconfisse, e preda grande porto via dal suo reame a Damasco. Fu anche dato in potere del re d'Israele, il quale gli diede una gran rotta. 6 E Phacea, figliuolo di Romelia, uccise in un giorno cento venti mila uomini di Giuda, tutta gente di valore: perchè eglino aveano abbandonato il Signore Dio de' padri loro. 7 Nel tempo stesso Zechri, uomo potente in Ephraim, uccise Maasia figliuolo del re, ed Ezrica suo maggiordomo, e anche Elcana, che teneva il secondo posto dopo il re. 8 E i figliuoli d'Israele fecero prigionieri dugento mila dei loro fratelli, donne, fanciulli, e fanciulle; e fecero preda infinita, e la portarono in Samaria. 9 In quel tempo era colà un profeta del Signore di nome Obed: il quale essendo andato incontro all'esercito, che veniva a Samaria, disse loro: Ecco che il Signore Dio de' padri vostri sdegnato contro Giuda, gli ha dati in poter vostro; e voi gli avete trucidati senza misericordia, talmente che la vostra crudeltà è giunta sino al cielo. 10 E di più voi pretendete di soggettare a voi come schiavi, e come schiave i figliuoli, e le figlie di Giuda, e di Gerusalemme: ma questo non è da comportarsi: e voi in questo peccate contro il Signore Dio vostro. 11 Ma fate a modo mio, e riconducete alle case loro questi prigionieri fratelli vostri, che avete condotti qua: perocché il furor grande del Signore sta pendente sopra di voi. 12 Si fermarono adunque alcuni dei principi de' figliuoli di Ephraim, Azaria figliuolo di Jonanan, Barachia figliuolo di Mosollamoth, Ezechia figliuolo di Sellum, e Amasti figliuolo di Adali in faccia a quelli, che tornavano dalla battaglia. 13 E disser loro: Voi non condurrete qua dentro questi prigionieri, perchè noi peccheremmo contro il Signore. Perchè volete aggiunger questo ai nostri peccati, e colmar la misura delle antiche colpe? perocché questo è un gran peccato, e l'ira furibonda del Signore sta sopra Israele. 14 Or quegli uomini guerrieri lasciarono la preda, e tutto quello, che aveano acquistato, dinanzi a que' principi, e a tutta la moltitudine. 15 E quelli, che abbiam nominati di sopra, presero i prigionieri, e quei, che erano ignudi, e li rivestirono delle spoglie: e vestiti, e calzati, e ristorati di cibo, e di bevanda, gli unsero per sollevarli dalla stanchezza, e ne ebbero gran cura: e quelli, che non potevano camminare, ed erano deboli di corpo, li posero sopra degli asini, e li condussero a Gerico, città delle palme, ai loro fratelli, ed eglino se ne tornarono a Samaria 16 In quel tempo il re Achaz mandò a chiedere aiuto al re degli Assiri. 17 E gl'Idumei entrarono nel paese di Giuda, e uccisero molta gente, e fecero gran preda. 18 E i Filistei parimente inondarono le città della pianura, e la parte meridionale di Giuda: e presero Bethsames, e Aialon, e Gaderoth, e anche Socho, e Thamnan, e Gamzo co' loro castelli, e vi si annidarono. 19 Perocché il Signore aveva umiliato Giuda a causa di Achaz re di Giuda, il quale lo avea spogliato di ogni soccorso, avendo disprezzato il Signore. 20 Il quale fece muovere contro dì lui Thelgathphalnasar re degli Assiri; e questi lo ridusse alle strette, e senza trovar resistenza devastò il paese. 21 Achaz pertanto, spogliata la casa del Signore, e la casa reale, e quelle de' principi, diede doni al re degli Assiri, ma inutilmente. 22 E di più nel tempo di sue angustie disprezzò sempre più il Signore. 23 Egli stesso il re Achaz immolò di sua mano vittime agli dei di Damasco, che gli davano addosso, e disse: Gli dei de' re di Siria danno aiuto a questi, e io li placherò colle vittime, e aiuteranno me: quando pel contrario furon la rovina di lui, e di tutto Israele. 24 Achaz pertanto, portati via, e fatti in pezzi tutti i vasi della casa di Dio, chiuse le porte del tempio, ed eresse i suoi altari a tutte le cantonate di Gerusalemme. 25 E anche in tutte le città di Giuda eresse altari per abbruciarvi incenso; e provocò ad ira il Signore Dio de' padri suoi. 26 Il rimanente poi delle sue azioni, e delle opere sue, le prime, e le ultime stanno scritte nel libro dei re di Giuda, e d'Israele. 27 E Achaz si addormentò co' padri suoi, e fu sepolto nella città di Gerusalemme: perocché non vollero metterlo nei sepolcri dei re d'Israele. E gli succedette nel regno Ezechia suo figliuolo.

Diodati:

2Cronache 28

1 ACHAZ era d'età di vent'anni, quando cominciò a regnare; e regnò sedici anni in Gerusalemme; e non fece ciò che piace al Signore, come Davide, suo padre. 2 Anzi camminò per le vie dei re d'Israele; ed anche fece delle statue di getto a' Baali. 3 Ed incensò nella valle del figliuolo di Hinnom, e arse de' suoi figliuoli col fuoco, seguendo le abbominazioni delle genti, le quali il Signore avea scacciate d'innanzi a' figliuoli d'Israele. 4 Egli sacrificava eziandio, e faceva profumi negli alti luoghi, e sopra i colli, e sotto ogni albero verdeggiante. 5 Laonde il Signore Iddio suo lo diede in mano del re de' Siri; ed essi lo sconfissero, e presero prigione una gran moltitudine della sua gente, e la menarono in Damasco. Egli fu eziandio dato in mano del re d'Israele, il quale lo sconfisse d'una grande sconfitta.
6 E Peca, figliuolo di Remalia, uccise in un giorno cenventimila uomini di Giuda, tutti uomini di valore; perciocchè aveano abbandonato il Signore Iddio de' lor padri. 7 E Zicri, uomo possente di Efraim, uccise Maaseia, figliuolo del re, e Azricam, mastro del palazzo, ed Elcana, la seconda persona dopo il re. 8 E i figliuoli d'Israele menarono prigioni dugentomila persone de' lor fratelli, tra donne, figliuoli e figliuole; e anche fecero sopra loro una gran preda, la quale conducevano in Samaria. 9 Or quivi era un profeta del Signore, il cui nome era Oded; ed egli uscì incontro all'esercito, ch'entrava in Samaria; e disse loro: Ecco, il Signore Iddio de' vostri padri, perchè era adirato contro a Giuda, ve li ha dati nelle mani; e voi ne avete uccisi a furore tanti, che il numero arriva infino al cielo. 10 E pure ancora al presente voi deliberate di sottomettervi per servi, e per serve, i figliuoli di Giuda e di Gerusalemme. Non è egli vero, che già non v'è altro in voi, se non colpe contro al Signore Iddio vostro? 11 Ora dunque, ascoltatemi, e riconducete i prigioni che avete presi d'infra i vostri fratelli; perciocchè v'è ira accesa del Signore contro a voi. 12 Allora certi uomini principali de' capi de' figliuoli di Efraim, cioè: Azaria, figliuolo di Iohanan, Berechia, figliuolo di Messillemot, Ezechia, figliuolo di Sallum, ed Amasa, figliuolo di Haldai, si levarono contro a quelli che venivano dalla guerra, e dissero loro: 13 Voi non menerete qua entro questi prigioni; perciocchè ciò che voi pensate fare è per renderci colpevoli appo il Signore, accrescendo il numero de' nostri peccati e delle nostre colpe; conciossiachè noi siamo grandemente colpevoli, e vi sia ira accesa contro ad Israele. 14 Allora gli uomini di guerra rilasciarono i prigioni e la preda, in presenza dei capi e di tutta la raunanza. 15 E quegli uomini suddetti si levarono, e presero i prigioni, e vestirono delle spoglie tutti que' di loro ch'erano ignudi; e dopo averli rivestiti e calzati, diedero loro da mangiare e da bere, e li unsero; e ricondussero sopra degli asini quelli d'infra loro che non si potevano reggere; e li menarono in Gerico, città delle palme, appresso i lor fratelli; poi se ne ritornarono in Samaria.
16 In quel tempo il re Achaz mandò ai re degli Assiri per soccorso. 17 (Or anche gl'Idumei erano venuti, ed aveano percosso Giuda, e ne aveano menati de' prigioni. 18 Ed anche i Filistei erano scorsi sopra le città della pianura, e della parte meridionale di Giuda, e aveano preso Bet-semes, ed Aialon, e Ghederot, e Soco, e le terre del suo territorio; e Timna, e le terre del suo territorio; e Ghimzo, e le terre del suo territorio; ed abitavano in esse. 19 Perciocchè il Signore avea abbassato Giuda per cagione di Achaz, re d'Israele; perciocchè egli avea cagionato una gran licenza in Giuda, ed avea commesso ogni sorte di misfatti contro al Signore.) 20 E Tillegat-pilneser, re degli Assiri, venne a lui; ma egli lo mise in distretta, e non lo fortificò. 21 Perciocchè Achaz prese una parte de' tesori della Casa del Signore, e della casa del re, e de' principali del popolo; e li diede al re degli Assiri, il qual però non gli diede alcuno aiuto. 22 Ed al tempo ch'egli era distretto, egli continuava vie più a commetter misfatti contro al Signore; tale era il re Achaz. 23 E sacrificò agl'iddii di Damasco che l'aveano sconfitto, e disse: Poichè gl'iddii dei re di Siria li aiutano, io sacrificherò loro, acciocchè aiutino ancora me. Ma quelli gli furono cagione di far traboccar lui e tutto Israele. 24 Ed Achaz raccolse i vasellamenti della Casa di Dio e li spezzò; e serrò le porte della Casa del Signore, e si fece degli altari per tutti i canti di Gerusalemme. 25 E fece degli alti luoghi in ogni città di Giuda, per far profumi ad altri dii; ed irritò il Signore Iddio de' suoi padri. 26 Ora, quant'è al rimanente de' fatti di Achaz, e tutti i suoi portamenti, primi ed ultimi, ecco, queste cose sono scritte nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 27 Poi Achaz giacque co' suoi padri, e fu seppellito in Gerusalemme, nella città; ma non fu messo nelle sepolture dei re d'Israele. Ed Ezechia, suo figliuolo, regnò in luogo suo.

Commentario abbreviato di Matthew Henry:

2Cronache 28

Capitolo 28

Il regno malvagio di Acaz in Giuda

Versetti 1-27

Israele ha ottenuto questa vittoria perché Dio si è adirato con Giuda e ha fatto di loro il bastone della sua indignazione. Ricorda loro i propri peccati. Non si addice ai peccatori essere crudeli. Potevano sperare nella misericordia di Dio, se non mostravano né misericordia né giustizia verso i loro fratelli? Ricordiamoci che ogni uomo è il nostro prossimo, il nostro fratello, il nostro compagno, se non il nostro compagno cristiano. E nessun uomo che conosca la Parola di Dio deve temere di sostenere che la schiavitù è contraria alla legge dell'amore e al Vangelo della grazia. Chi può tenere il proprio fratello in schiavitù senza infrangere la regola di fare agli altri ciò che vorrebbe fosse fatto a lui? Ma quando i peccatori sono lasciati alle voglie del proprio cuore, diventano sempre più disperati nella malvagità. Dio ordina loro di liberare i prigionieri ed essi obbediscono. Il Signore ha abbassato Giuda. Coloro che non si umiliano sotto la parola di Dio, saranno giustamente umiliati dai suoi giudizi. Spesso si scopre che gli stessi uomini malvagi non hanno un vero affetto per coloro che si ribellano a loro, né si preoccupano di fare loro una cortesia. Questo è quel re Acaz, quel miserabile! Sono davvero malvagi e vili coloro che sono resi peggiori dalle loro afflizioni, invece di esserne migliorati; che, nella loro afflizione, trasgrediscono ancora di più e hanno il cuore più pronto a fare il male. Ma non c'è da meravigliarsi che gli affetti e le devozioni degli uomini siano fuori luogo, quando confondono l'autore dei loro problemi e del loro aiuto. La progressione della malvagità e dell'infelicità è spesso rapida; ed è terribile riflettere sul fatto che un peccatore viene allontanato nella sua malvagità verso il mondo eterno.

Commentario del Pulpito:

2Cronache 28

1 Questo capitolo è parallelo a 2Re 16. C'è molto da guadagnare in questo caso dall'aggiunta ai due racconti, tuttaviaVersetto Il nostro capitolo contiene la malvagità per idolatria di Acaz, la severa punizione di essa da parte del re di Siria, la cattività siriana di Giuda, e la liberazione di quest'ultimo così inaspettatamente (Versetti. 1-15); altre punizioni con la guerra di Acaz, il suo cuore indurito, peccati più grandi e la fine (Versetti. 16-27). Gli attacchi uniti e falliti della Siria e di Israele, rispettivamente sotto Rezin e Pekah, su Gerusalemme, e il tentativo di assedio di Acaz; la riconquista di Elat da parte dei Siri, la cacciata dei Giudei e la presa di Damasco da parte degli Assiri, 2Re 16:5-9

sono, sebbene così pieni di interesse, tutti omessi dal nostro capitolo

Acaz. Il significato di questa parola è "graspng". Isaia Isaia 7:1; 38:8

Osea e Michea erano contemporanei di Acaz, il cui regno può essere stabilito nel 744-728 a.C. Il suo nome compare nelle tavolette assire, Iauchazi, o Ioacaz

OMILETICA

Versetti 1-27.-

"Questo re Acaz": il "progresso" di un re letteralmente privo di religione

In tali parole, il cui significato nessuno può sbagliare, è la persona regale che è il soggetto principale di questo capitolo indicato (Versetto 22). Acaz è il figlio cattivo di un buon padre. Egli è un tipo di coloro che cominciano male, che non sono istruiti dall'esperienza, che peggiorano con la sofferenza e l'avversità, e che finiscono per impazzire se stessi, fino alla propria distruzione! La carriera di suo padre Iotam è scritta, a quanto pare, senza un difetto e senza una riflessione da gettare su di lui; La carriera di questo figlio è scritta, a quanto pare, senza un solo elemento di redenzione da mettere a suo agio. Il contenuto di questo capitolo sembra una serie di immagini, che segnano un progresso regale nell'ingiustizia, e che, nel numero, ha portato a una vera e propria follia di irreligione! In questo progresso notate come il re

HO ABBANDONATO IL MODELLO GIUSTO. Non essere "come suo padre Davide" significava subito volere l'impronta di una vera regalità. Essere "come i re d'Israele", la linea scismatica, significava essere marchiato con il marchio di una regalità vile e non genuina. Questa descrizione (Versetto 2) delle "vie" in cui il re di Giuda "camminava" era, d'altra parte, una caratterizzazione spaventosa per quella stessa linea scismatica di Israele. Ma per Acaz essere così, ed essere descritto, come all'inizio del suo regno, quando era già arrivato al venticinquesimo anno della sua età, era in ogni caso un male della peggiore calamità, cioè la speranza di un futuro alterato quasi irrimediabilmente esclusa! L'auspicio si rivelò troppo vero. Acaz non conta nulla per Mosè, come pure per "suo padre Davide". Egli sistematicamente "ha incastrato il male" con la sua "legge" e con la legge del paganesimo. Egli infrange in modo flagrante e insegna la violazione dei primi due dei dieci comandamenti sempre venerabili, quel vitale codice di fondazione della legislazione del suo regno scolpito dal Cielo. Egli onora e segue il sacrilegio, l'idolatria e ogni pratica e rito più pagano della non-"religione naturale". Egli si spinge il più lontano possibile dal "temere", "amare" e "servire" il Signore Dio dei suoi padri "con tutto il cuore, la mente, l'anima e la forza". Per un giovane, per ogni uomo abbandonare il modello giusto, l'unico Esempio, è lasciare se stesso a scegliere tra molti, incerto in ogni direzione, tranne che nell'unica certezza che tutto ha torto! Un'unica regola sicura e giusta è nostra da seguire; "Se il Signore è Dio, seguitelo" 1Re 18:21

Gli esempi abbondano, ma la sicurezza e la correttezza assolute possono essere trovate in uno solo

II AVVERTIMENTO TRASCURATO. L'avvertimento che Acaz trascurò, con una lunga successione, per non parlare di tutti coloro che lo avevano preceduto, non era semplicemente un avvertimento scritto, predicato ad alta voce e con fervore e proclamato con voce di profeta, ma era quell'avvertimento pratico, l'ultimatum di tutti, l'avvertimento delle conseguenze. la sconfitta e la cattività di molti del suo popolo per mano del re di Siria, la sconfitta e la cattività di molti del suo popolo per mano del re d'Israele, l'uccisione di suo figlio, del governatore della sua casa e dell'uomo che era "il secondo a lui nel regno"; Tutti questi giudizi, che offrono di avvicinare sempre di più a lui e alla sua coscienza i fatti del caso, dei suoi peccati e delle conseguenze di quei peccati, egli è cieco o, non cieco, tuttavia li ignora fino al punto di infatuarsi. Ma, ancora una volta, non solo gli avvertimenti pratici dell'"ira" sono così vanificati. Le provvidenze della misericordia competono con quelle dell'"ira" In uno dei passaggi più notevoli e patetici di tutta la storia, che ci sorprende per la sua realtà realistica e più che drammatica -- una vera e propria monografia di pathos -- sette versetti (9-15) registrano qui questa provvidenza. Ci raccontano come, al fianco del re di Giuda, che rifiuta di prestare ascolto, di pentirsi o di apprendere "certe delle teste dei figli di Efraim in Samaria", ascoltano attentamente le rimostranze e gli insegnamenti del profeta Oded, sono aperti all'impressione della giustezza di ciò che dice, vedono in un attimo la verità delle cose da se stessi, e ragionare senza indugio con il popolo, producendo in esso salutari convinzioni; e poi, anche con l'aggiunta espiatoria di tutte le più tenere ministrazioni (Versetto 15), riconducono i loro prigionieri di Giuda a Gerico, all'ombra di quella "città di palme", e al rifugio ancora più gentile dei "loro fratelli". Che messaggio pratico quello per un cuore indurito come quello di Acaz! Che appello e suggerimento per i migliori sentimenti, se ce ne sono, del re di Giuda! Ma anche questo, questa specie di avvertimento è stato vano!

Gli Edomiti lo hanno "colpito" con successo; le incursioni dei Filistei sono sempre più su di lui; essi prendono un villaggio dopo l'altro, e li prendono anche in modo tale, che sono sicuri di stabilirsi in essi, poiché vi abitavano (Versetto 18), Acaz non si pente e non "cerca il Signore" nemmeno per un momento. Le percosse del peccato sono su di lui; La persistenza nel male è la sua malattia; l'aggravamento fatale della follia e l'infatuazione dell'ostinazione offuscano il suo cervello, eclissano la sua ragione, "rendono grossolano" il suo cuore. Egli cerca il re d'Assiria e lo corrompe con le cose sacre della casa del Signore, con le cose preziose della sua reggia, con le cose rubate ai suoi capi. E quel re prende tutto, ma non dà aiuto: "non lo ha aiutato" (Versetto 21); si fa beffe della sua indifesa; si prende gioco delle sue suppliche per lui! In un abisso più profondo, nella sua assordata disperazione, scende. Acaz fa voto per i suoi dèi di coloro che "lo hanno percosso" (Versetto 23). La sua logica è che anche la casa degli "dèi dei re di Siria" potrebbe rivelarsi una casa divisa contro se stessa! Era l'ultima, crudele, sventurata risorsa! Il rifugio era il rifugio della rovina, "la rovina sua e di tutto Israele" (Versetto 23), Egli termina tutto implorando per la sua memoria un disgusto incondizionato. Egli fa a pezzi i "vasi della casa di Dio" raccolti; " ma chiude (troppo tardi) "le porte della casa" stessa; innalza ogni altare selvaggio; profana con "alti luoghi ogni parecchia città di Giuda" per bruciarvi "l'incenso dell'abominio"; esclude le proprie ossa dai sepolcri dei migliori dei suoi antenati; e ci lascia un'altra terribile lezione, che nessuno e niente si fa beffe di colui che "lo stolto, che si fa beffe" di esso!

OMELIE DI W. CLARKSON Versetti 1-4.-

Rimbalzo spirituale

Da Iotam ad Acaz, dal re che "rese ferme le sue vie dinanzi a Geova" al re che "fece immagini fuse per i Baal", e "bruciò incenso nella valle del figlio di Innom, e bruciò i suoi figli nel fuoco, secondo le abominazioni dei pagani", che terribile rimbalzo, che deplorevole reazione! Possiamo considerare questo come

I UN EVENTO CHE SI VERIFICA FREQUENTEMENTE

1. A volte alla nazione. Abbiamo un notevole esempio di ciò nella reazione della severità puritana del Commonwealth alla licenza illimitata della Restaurazione

2. A volte alla Chiesa. Un passaggio improvviso dall'ardore di un fervido entusiasmo al rigore dell'indifferenza e dell'inattività più totale

3. A volte alla famiglia. Quando un genitore devoto, devoto e utile è succeduto da un figlio dissoluto e malizioso (come nel testo)

4. A volte nell 'individuo. Un uomo è condotto all'apparenza (se non alla realtà) della pietà e dello zelo; adora regolarmente nella casa del Signore e prende una parte preminente nelle attività della Chiesa; poi, più o meno improvvisamente, declina; abbandona le sue convinzioni religiose e i suoi principi morali e si presenta alla società come un rinnegato spirituale. vivere per ferire e distruggere tutto ciò che aveva dato l'impressione di amare e che si era dato da fare per promuovere

II LA SUA SPIEGAZIONE

1. Non in nessuna legge del cambiamento umano. Si può sostenere che c'è nella mente e nella storia dell'uomo un flusso e riflusso costante come nelle maree del mare; che quando un movimento mentale o morale ha proceduto a lungo e lontano in una direzione, è giunto il momento di un contro-movimento nella direzione opposta. Ma non c'è ragione, nella natura delle cose, per cui non dovremmo muoverci costantemente nella direzione della saggezza e della virtù. Una tendenza come questa non è propriamente una legge; è solo una generalizzazione da un numero relativamente piccolo di particolari. Quindi diciamo anche:

2. Non in alcuna volubilità umana intrinseca. L'uomo è più o meno volubile; cioè molti uomini sono molto volubili, e alcuni uomini lo sono seriamente, e altri un po' così. Ma gli altri uomini sono costanti, fedeli, leali fino all'ultimo. L'uomo, in quanto uomo, non ha bisogno di cambiare la sua condotta, di invertire la sua direzione, di perseguire ciò che ha evitato, di abbattere ciò che ha costruito. Troviamo la spiegazione che cerchiamo:

3. In parte nell'imprudenza del bene. Forse Iotam fu un padre poco saggio sotto alcuni aspetti materiali; può aver agito in modo tale, governato la sua casa reale, da presentare a suo figlio un aspetto poco attraente della pietà; Può darsi che non sia riuscito a distinguere tra le esigenze della virilità e quelle della giovinezza. Certamente, se non lo fece, lo fanno molti genitori, e questa è la loro follia è la causa della partenza e della defezione dei loro figli. È chiaro che l'imprudente austerità dei puritani ha avuto molto a che fare con gli eccessi della generazione successiva. Molto spesso, infatti, l'ardore intemperante di un gruppo di uomini cristiani o filantropi spiega, in larga misura, la ripugnanza e il regresso della comunità. La mancanza di saggezza nel bene può essere dannosa nei suoi risultati come le stesse trasgressioni dei malvagi

4. In parte nella superficialità della pietà o della morale in questione. Quando questa non è altro che una semplice abitudine, specialmente quando quell'abitudine è del corpo piuttosto che della mente, è carnale piuttosto che spirituale, non c'è da aspettarsi che la lealtà duri; C 'è da aspettarsi che il primo forte vento di inclinazione, o di interesse mondano, o di pressione sociale, lo porterà via e lo porterà dove vuole. La grande lezione per i genitori, gli insegnanti, i pastori, i riformatori, i patrioti, è questa: scavate a fondo se volete che la vostra casa sia in piedi. Se non volete vedere i vostri figli e le vostre figlie, i vostri confratelli o concittadini trascinati dalla corrente, di fronte alla meta sbagliata, esercitare la loro influenza per il male invece che per il bene, allora non accontentatevi di spargere seme in nessun modo e in nessun luogo. Scava il solco profondo, semina bene il seme; Pianta convinzioni vive nel giudizio e nella coscienza degli uomini. Metti tutta la natura dalla parte della verità e della rettitudine. Se l'uomo stesso, e non solo le sue abitudini esteriori, non solo i suoi sentimenti e le sue inclinazioni -- "se egli stesso, con tutta la sua natura spirituale, si dona al servizio di Cristo e dell'uomo, non devi temere l'arrivo di una marea avversa; Non c'è bisogno di preoccuparsi per la volubilità della nostra specie; non assisterete a nessuna reazione dolorosa e pietosa; Il sentiero di coloro che servirete sarà di continua ascesa; Sarà "il sentiero dei giusti, che risplenderà sempre più fino al giorno perfetto". -C

OMELIE di T. Whitelaw Versetti 1-27.-

"Questo è il re Acaz"

IO SONO UN FIGLIO DEGENERATO. Aliaz, "afferratore" o "possessore". Nelle iscrizioni di Tigiath-Plleser, che probabilmente lo confondevano con il figlio di Ieoram, 2Cronache 21:17

è chiamato Ioacaz, "Colui che Geova afferra", anche se gli scrittori delle Scritture possono aver eliminato il prefisso "Jeho-" a causa della sua malvagità (Schrader, 'Die Keillnschriften', p. 264)

1.) Possedeva la natura di suo padre. Per necessità, in quanto figlio di suo padre Genesi 5:3

Eppure egli non ha migliorato quella natura, ma piuttosto l'ha deteriorata e corrotta. L'eredità in lui prese una direzione discendente. Una certa conoscenza di chi fosse sua madre potrebbe gettare una luce importante sulla questione di come sia arrivato alle sue peculiarità di carattere e di disposizione,

2.) Ha apprezzato l'esempio di suo padre. Iotam «preparò le sue vie davanti all'Eterno, al suo Dio», 2Cronache 27:6

eppure la sua condotta pia apparentemente non esercitò alcuna influenza benefica su suo figlio. Acaz non seguì le orme del padre, ma si ricciò un sentiero tutto suo. L'esempio, specialmente quando è buono, può essere potente, ma non è onnipotente

3.) Ottenne il trono di suo padre. Eppure preferì offuscarla piuttosto che aumentarne il lustro. Nuove dignità non danno nuovi cuori o nuovi poteri. Agisce all'età di venti, cinque anni più giovane di suo padre, 2Cronache 27:1

e solo quattro anni più vecchio di suo nonno 2Cronache 26:1

-assunse la corona di Giuda. Se si preferisce la lettura "venticinque" anni (testo vaticano della LXX, arabo, siriaco) (Ewald, Thenius, Bertheau, Keil, Bahr), sulla base del fatto che altrimenti deve essersi sposato nel suo decimo o undicesimo anno, per essere succeduto, dopo sedici anni, da un figlio dell'età di Ezechia, che aveva venticinque anni al momento dell'ascesa al trono (cap. 29:1), Era ancora un giovane quando fu incoronato, il che potrebbe suggerire che una promozione precoce non sia la stessa cosa di una conversione precoce

4.) Gli mancava, cioè non possedeva, la bontà di suo padre. La grazia non scorre nel sangue, Giovanni 1:13

anche se la corruzione lo fa Giobbe 14:4; Salmi 51:5

Un uomo può comunicare a suo figlio ricchezza, cultura, fama, potere; non può, certamente, impartire né grazia né bontà

5.) Non raggiunse la tomba di suo padre. Quando morì, il suo popolo lo seppellì a Gerusalemme, ma non nei sepolcri dei re d'Israele. Colui che durante la sua vita non era stato un vero Israelita, sebbene portasse una corona, non deve essere posto nella sua morte tra i sovrani che erano veramente Israeliti. La morte, che distrugge tutte le distinzioni del tempo tra uomo e uomo Giobbe 3:19; Ecclesiaste 8:8

tuttavia distingue efficacemente tra i giusti e i malvagi Proverbi 14:32; Apocalisse 14:13

II UN RE APOSTATA. Appena raggiunse la corona, Acaz scoprì di che spirito fosse. Con una perfetta passione per l'idolatria -- "una mania per le pratiche religiose straniere" (Stanley) -- presto superò il suo popolo, se non gli stessi pagani, nella sua devozione, diventando il loro Corifeo in riti superstiziosi, dimostrando di essere l'idolatra per eccellenza in Giuda, e con il suo esempio regale conducendo i suoi sudditi in abissi sconosciuti di infamia (Versetto 19)

1.) Rinunciò alla vera religione di Geova. Non semplicemente come era stato praticato da Davide (Versetto 1), Asa, 2Cronache 15:17

e Giosafat, 2Cronache 17:3

ma come era stato osservato dai suoi immediati predecessori, Iotam, Uzzia e Amazia. Se non fu interrotto subito per quanto riguarda la forma esteriore, fu mantenuto per una stagione semplicemente come forma; Fu fin dall'inizio abbandonato nel cuore. Iniziò il suo regno praticando le arti di un ipocrita

2.) Adottò la falsa adorazione di Baal, che aveva a lungo dominato nel regno settentrionale (Versetto 2). Sia che introdusse l'adorazione dei vitelli di Geroboamo (Keil), sia che si limitasse a fabbricare immagini di Baal (Bahr), in entrambi i casi seguì la via dei re israeliti 1Re 12:28; 16:32; 2Re 3:2

"È difficile non essere contagiati da un vicinato contagioso: chi ha letto che il regno d'Israele era condito con la vicinanza della vera religione di Giuda?" (Sala del vescovo)

3.) Utilizzò tutti i santuari idolatri già esistenti nel paese. "Sacrificò e bruciò incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verdeggiante" (Versetto 4). Così facendo imitò i cattivi maestri, riproducendo la lista delle cose che erano esistite in Giuda sotto Roboamo, 1Re 14:23

e al momento fiorì in Samaria sotto Oshea 2Re 17:10

- uno stato di cose che fin dall'inizio aveva prevalso tra gli abitanti pagani del paese, Deuteronomio 12:2

ma che era stato loro ordinato di distruggere senza pietà. Sulla natura di questo culto consultare l'Esposizione

4.) Egli introdusse l'adorazione di Moloch, "il dio selvaggio degli Ammoniti" (Stanley), come Salomone aveva fatto prima di lui, 1Re 11:7

in aperta sfida alla Legge Divina Levitico 18:21; Deuteronomio 18:10

collocare un'immagine di quell'idolo -- una figura umana con la testa di toro e le braccia tese -- nella valle di Hinnom, uno "stretto burrone senz'acqua che delimita il sito di Gerusalemme, e inizia a ovest come una conca poco profonda" (Conder, 'Handbook to the Bible', p. 330), e persino sacrificandogli uno 2Re 16:3

o più 2Cronache 28:3

dei suoi propri figli, come fece in seguito Manasse 2Cronache 33:6

"L'immagine del metallo fu resa calda da un fuoco acceso al suo interno, e i bambini, deposti tra le sue braccia, rotolarono da lì nel grembo infuocato sottostante. L'offerta volontaria da parte dei genitori era essenziale per il successo del sacrificio. Anche il primogenito, anzi, l'unico figlio della famiglia, fu abbandonato. I genitori fermavano le grida dei loro figli accarezzandoli e baciandoli, perché la vittima non doveva piangere, e il suono del lamento era soffocato dal frastuono dei flauti e dei timpani" (Dr. Dollinger, "Heidenthum und Judenthum", citato da Rawlinson, "Story of Phoenicia", pp. 112-114). Che i bambini non siano stati semplicemente passati attraverso il fuoco come atto di purificazione, ma effettivamente bruciati, sembra indiscutibile; non è certo che i bambini siano stati gettati vivi tra le braccia incandescenti dell'idolo, l'opinione che siano stati uccisi per primi (Keil, Bahr, Schurer) sembra essere giustificata da certi passaggi della Scrittura Ezechiele 16:20,21; 23:39; Isaia 57:5; Geremia 7:31; 19:5 ; Confronta 2Re 3:27

5.) Ha sacrificato agli dei di Damasco

(1) Fece questo quando i Siriani gli infliggevano rovesci militari, cioè nel momento della sua angoscia (Keil), non dopo di essa (Bertheau). Strano che proprio allora, quando gli uomini hanno più bisogno dell'aiuto di Dio, nell'ora dell'afflizione e nella stagione della calamità, manifestino di solito la tendenza a fuggire da lui, cercando aiuto da ogni parte Geremia 3:23

-esemplificato in Acazia 2Re 1:2,3

(2) La ragione per cui fece questo era che immaginava che il suo cattivo successo sul campo di battaglia fosse stato dovuto, non affatto alla mano di Dio che in tal modo punì la sua malvagità, ma all'assistenza derivata dai Siri dalle loro divinità (Versetto 23), e concepì che, rendendo loro omaggio nel sacrificare a loro, Avrebbe conquistato il loro favore per sé invece che per loro 2Cronache 25:14

Gli uomini malvagi raramente attribuiscono le loro disgrazie o avversità alla giusta causa, ai loro mali meriti e alla mano di Dio nel punirli, ma per lo più le attribuiscono agli "idoli scientifici", chiamati "caso", "circostanze", "sfortuna", ss.), divinità che sperano di propiziare in un modo non meno sciocco di quello di Acaz, sacrificando nei loro santuari sacri

(3) Il modo specifico in cui servì gli dèi siriani non è dichiarato, poiché le divinità stesse non sono nominate, e in effetti nella Scrittura non lo sono mai Giudici 10:6

L'episodio dell'altare visto da Acaz a Damasco e riprodotto a Gerusalemme, 2Re 16:10-16

non è citata dal Cronista. L'incidente dell'altare avvenne quando Acaz stava frequentando il durbar di Tiglat-Pileser a Damasco; "i sacrifici" furono compiuti mentre Acaz combatteva contro i Siri

(4) Il risultato del suo appello agli dèi di Siria fu la rovina per lui e per tutto Israele. Cantici tutti coloro che abbandonano Dio saranno confusi, Geremia 17:13

mentre "si moltiplicheranno i loro dolori che corrono dietro ad altri dèi", Salmi 16:4

e "coloro che osservano le vanità menzognere abbandonano le proprie misericordie"; poiché "gli idolatri avranno la loro parte nel lago", ecc Apocalisse 21:8

1. Chiuse le porte della casa del Signore. (Versetto 24.) Era giunto il momento. L'uomo che poté sostituire l'altare di bronzo fatto da Salomone secondo i modelli forniti da Geova Esodo 25:40; 26:30; 27:1; 1Cronache 28:19

per far posto a un nuovo santuario, non importa quanto materiale costoso, copiato da un tempio pagano a Damasco e modellato da un prete servile a Gerusalemme; il mostro che poteva erigere un'immagine di Moloch nella sua capitale e sacrificarvi il proprio figlio; il devoto che era così pazzo per gli dèi stranieri, che la sola vista di un tempio, di un altare o di un idolo pagano lo faceva cadere in adorazione; -- ovviamente non aveva scuse per fingere di essere più un adoratore di Geova. Di conseguenza, distrusse i vasi e chiuse le porte del tempio. Non ci sarebbe più stata alcuna adorazione di Geova, se egli potesse evitarla. Era un orribile sacrilegio, ma almeno era onesto

2. Fece del suo meglio per provocare l'ira di Geova. Costruendo altari in ogni angolo di Gerusalemme, finché, come Atene al tempo di Paolo, fu tutta dedita all'idolatria, letteralmente piena di idoli, Atti 17:16

ed erigendo inoltre in ogni città di Giuda alti luoghi per bruciare incenso ad altri dèi (Versetti 24, 25); fece del suo meglio per disprezzare il Dio dei suoi padri; nella sua idolatria oltraggiosa, fanatica e insensata eclissando tutti i suoi predecessori, lasciandosi alle spalle nella corsa alla perdizione esperti nel culto pagano come Roboamo e Ieoram in Giuda, come Geroboamo e Acab in Israele. Non c'era da meravigliarsi che alla fine Geova si fosse spinto a vendicarsi di questo idolatra senza pari

III UN AVVERTIMENTO NON RIUSCITO. Per la malvagità sua e del popolo, lui e loro furono "abbassati", diminuiti di numero, indeboliti in potenza, umiliati nello spirito, da Geova, che suscitò contro di loro tre nemici stranieri

1.) I Siri e gli Israeliti. (Versetti 5-7.)

(1) I capi delle forze alleate erano: dei Siriani, Rezin o Rezon, nelle iscrizioni, Razinu, re di Siria, la cui capitale era Damasco; degli Israeliti, Pekah, figlio di Remalia, nelle iscrizioni, Pakaha, un usurpatore; la cui metropoli era Samaria ('Documenti', ss.), 5:48-52)

(2) Il tempo scelto per il loro assalto a Giuda era l'inizio del regno di Acaz, anche se per alcuni anni prima della morte di Iotam non erano mancati attacchi simili 2Re 15:37

(3) L'obiettivo contemplato dalla spedizione era quello di rovesciare la dinastia Davidie e porre sul trono di Giuda "un re vassallo, il cui nome paterno, Tabeel, mostra che doveva essere un siriano" (Sayce); le iscrizioni Hauran mostrano diversi nomi, come Tab'el, composto con el, e il siriano Tab'-rimmon che forma un parallelo esatto

Delitzsch, su Isaia 7:6

Si suppone che un partito a Gerusalemme abbia favorito la rivoluzione progettata Isaia 8:6

(4) Sembra che il piano della campagna fosse che Rezin invadesse Giuda da sud, conquistando Eloth sul Mar Rosso, che Uzzia aveva restituito a Giuda, 2Cronache 26:2

che Pekah avrebbe dovuto inviare una forza direttamente dal nord attraverso i confini del regno meridionale, e che entrambi gli eserciti si sarebbero incontrati di fronte a Gerusalemme, per ridurla, se possibile, con un assedio

(5) Il risultato dell'invasione, per quanto riguardava Acaz e il suo popolo, fu estremamente disastroso. La capitale, come Isaia aveva predetto, non fu presa. Ci si può chiedere se il programma sia stato attuato fino al punto di assediare la città. C'è motivo di pensare che ciò sia stato impedito dall'apparizione sulla scena di Tiglat-Pileser II d'Assiria;

Versetto 16 2Re 16:7

Ma

(a) Rezin di Damasco, oltre a recuperare Eloth, 2Re 16:6

sconfisse Acaz in una battaglia campale e portò via una moltitudine di suoi sudditi prigionieri a Damasco

(b) E Peca lo sconfisse con grande strage in un solo giorno di combattimento, uccidendo centoventimila delle sue truppe veterane. In particolare, Zichri, un eroe efraimita, abbatté tre guerrieri strettamente imparentati con Acaz: Maaseia, figlio del re, cioè cugino o zio, come in 2Cronache 18:25; 22:11, poiché Acaz difficilmente avrebbe potuto avere all'inizio del suo regno un figlio in grado di portare le armi; Azrikam, il capo della casa, non del tempio 2Cronache 31:13; 1Cronache 9:11

ma del palazzo, quindi un alto funzionario della casa reale; ed Elkanah, che era il secondo o il secondo del re, cioè il suo primo ministro. Inoltre, duecentomila donne, figli e figlie, con molto bottino, furono portati prigionieri a Samaria. Il gran numero degli uccisi e dei prigionieri può essere spiegato ricordando che si trattava praticamente di una guerra per l'esistenza del regno meridionale, che avrebbe richiesto ad Acaz di chiamare tutta la sua popolazione robusta; che gli Israeliti erano abituati ad agire con grande crudeltà in guerra, 2Re 15:16

e probabilmente lo fece in questa occasione (Versetto 9); e che Geova aveva consegnato Acaz e il suo popolo nelle mani dei loro nemici a causa della loro apostasia, come per bocca di Levitico 26:17,37

aveva minacciato che in tali casi avrebbe fatto

2.) Gli Edomiti. Questi, che Uzzia aveva ridotto in soggezione, 2Cronache 26:2

furono probabilmente incoraggiati dal successo dell'attacco di Rezin contro Eloth 2Re 16:6

di liberarsi dal giogo di Giuda e persino di tentare rappresaglie sotto forma di invasione del territorio giudaico. Lo eseguirono con tale abilità militare che portarono via, come avevano fatto i Siri e gli Israeliti, un certo numero di prigionieri

3.) I Filistei. Durante il regno precedente anche questi erano stati conquistati e il loro paese occupato da guarnigioni di soldati giudei; 2Cronache 26:6

ma, cogliendo l'opportunità offerta dagli attacchi simultanei diretti contro il loro antico nemico e attuale sovrano, affermarono la loro indipendenza, fecero irruzione nella pianura e nel paese meridionale di Giuda, conquistarono e occuparono un certo numero di città, con i loro villaggi dipendenti: Bet-Semes;

vedere su 2Cronache 25:21

Ajalon, il moderno Jalo; 2Cronache 11:10

Gederoth, nella regione montuosa di Giuda; Giosuè 15:36

"il Gedor dell''Onomasticon', a dieci miglia da Eleuteropoli, sulla strada per Diospoli, ora la rovina di Jedireh" (Conder, 'Handbook', p. 411); Shocho, 2Cronache 11:7

lo Shuweike di oggi; Timna, l'attuale Tibne, sulla frontiera di Giuda a tre quarti d'ora da Ain-Shems; Gimzo, ora Jimsu, un grande villaggio tra Lydda e Gerusalemme

LEZIONI

1. La degenerazione della natura umana: un buon Jotham genera un malvagio Ahaz

2. La follia dell'idolatria, esemplificata nella carriera di Acaz

3. La certezza della retribuzione, illustrata dal fatto che Giuda "si abbassa". - W

2 Immagini fuse; Ebraico, twOkSem. Questo era un peccato caratteristico di Israele, ma Giuda non si era reso colpevole di aver fatto immagini fuse durante gli ultimi regni

3 Incenso bruciato Hinnom. Il peccato di Salomone 1Re 11:7,8

viene riprodotto. Per la valle del figlio di Hinnom, che curvava intorno a sud-ovest e a ovest di Gerusalemme (Genesi Ben-Hinnom), vedi il "Handbook" di Conder, cap

(7.) pp. 330-332. Ha bruciato i suoi figli;

vedi Levitico 18:21

ma non ci può essere alcun dubbio che la pratica di Acaz qui esposta fosse un incidente della superstizione del Moloch e dell'orribile crudeltà (vedi il parallelo nei suoi Versetti. 3, 4)

5 Il re di Siria. Il nome di questo re (Rezin) non compare in questo capitolo, ma compare nel parallelo, Versetti. 5,6, 9. Lo hanno colpito. Un precedente tentativo fallito di Rezin e Pekah sembra essere stato trascurato nel nostro capitolo, 2Re 16:5

mentre il contenuto del nostro presente anno deve essere inteso come se avesse il suo posto appena prima dell'ultima frase del Versetto 5 nel parallelo, e per essere significativamente confermato dal contenuto del suo versetto seguente. Hanno colpito, portato via, portato. Questi plurali indicano fortemente la dialocazione delle frasi nella materia compilata. Probabilmente provenivano da fonti originali, dove i nomi congiunti di Rezin e Pekah erano stati gli antecedenti (vedi su questa storia, Isaia 7:, 8:, 9. Li ha portati a Damasco. Il modo della prima introduzione del nome di Acaz in relazione a Damasco nel parallelo (Versetto 10) è un'illustrazione suggestiva di come queste narrazioni parallele, ma molto varie, si propaghino di ricostruirsi, e in modo meraviglioso ripulire l'intero soggetto da ogni possibile macchia della "favola astutamente escogitata". Una grande moltitudine del popolo di Giuda era stata portata prigioniera e "portata a Damasco". Quando il re d'Assiria (parallelo, Versetto 9) venne in aiuto di Acaz, sferrò un colpo feroce ed evidentemente decisivo contro Damasco e Rezin, e contro Damasco", per nutrire" il re d'Assiria, Tiglat-Pileser, ci dice il verso successivo, Acaz. andò, senza dubbio per pagare i suoi conti, sui quali viene steso un discreto velo di silenzio. Fu anche consegnato nella mano, ss. La forma di questa frase, con il suo "anche" e con il suo aspetto evidentemente appiccicato, unita alla congiunzione "per" con cui è trascinato il verso seguente, sembra dare grande probabilità all'idea, in primo luogo, che la seconda metà del Versetto 5 e tutto il Versetto 6 trovino il loro vero posto prima (diciamo) della parola "Damasco"; e in secondo luogo, che essi sono strettamente e contemporaneamente paralleli alla prima parte del parallelo del Versetto 5

6 (Vedi la nota precedente.) Centoventimila. Il numero è grande, ma, nonostante l'incertezza di moltissime di queste cifre, è impossibile definirlo assolutamente incredibile. Perché avevano abbandonato. L'ormai frequente ritornello dello scrittore

7 Il figlio del re. Questo non può significare il figlio di Acaz, considerando l'età di Acaz; alcuni pensano che si possa pensare che si voglia avere un fratello dell'attuale re, figlio di Iotam. Dobbiamo anche ripiegare sull'uso dell'espressione "figlio del re" per qualche funzionario speciale del re o della corte

vedi nota 2Cronache 18:25 ; e il suo parallelo. 1Re 22:26

Il governatore della casa; Versione riveduta, righello. Probabilmente abbiamo un indizio sufficiente di questa designazione in 1Re 4:6 ; e nella designazione stessa, 2Cronache 18:3; 2Re 18:18; 2Cronache 19:11. Accanto al re; Ebraico, ËlMh hnevmi letteralmente, quindi, il prossimo del re, il cui significato generale non può essere dubbio 1Cronache 16:5 ; Estere 10:3; Neemia 11:9

ma l'esatta portata e le funzioni della persona sotto i re del regno diviso così designato sono meno certe. Naturalmente c'è da supporre che il suo posto possa essere stato quello di vice del re nei consigli in sua assenza, o dentro e sopra la città stessa, quando era a distanza con un esercito

8 A Samaria. Mentre il re siriano portava i suoi prigionieri a Damasco (Versetto 5), il re d'Israele portava i suoi a Samaria. I numeri in questo versetto, con l'aggiunta delle centoventimila che Pekah uccise (Versetto 6), possono essere paragonati alla forza militare del regno al tempo di Uzzia, come riportato in 2Cronache 26:13

Versetti 8-15.-

Il rimpatrio dei prigionieri: un episodio della guerra d'Israele

I GUERRIERI D'ISRAELE E I PRIGIONIERI DI GIUDA. (versetto 8.)

1.) Il numero dei prigionieri. Duecentomila persone

(1) Questo, a seguito di un massacro di centoventimila soldati, mostrò la natura schiacciante del colpo che era caduto su Giuda

(2) Esemplificava gli orrori della guerra, specialmente tra i popoli antichi, con i quali la deportazione di vaste orde della popolazione di un paese era un fenomeno familiare. Confronta tra gli ebrei i ventimila fanti presi da Davide da Hadadezer di Zobah 2Samuele 8:4; 1Cronache 18:4

e i diecimila Edomiti catturati da Amazia; 2Cronache 25:12

tra gli Assiri la deportazione degli abitanti di Samaria in Assiria da parte di Tiglat-Pileser II 2Re 15:29 ; Confronta 'Dischi', ss.), 2Re 5:52

- "ho mandato la popolazione, i beni del suo popolo (e i mobili) nel paese d'Assiria", e il trasferimento da parte di Sargon II di 27.280 dei principali abitanti di Samaria a Gozan e alla Media ("Annali", ss.), 7:28); e tra gli Egiziani il numero di popoli stranieri trasportati nella valle del Nilo come risultato di campagne di successo, un numero così grande che con i loro discendenti componevano al tempo di Ramses Sesostris "un terzo, e probabilmente anche di più, di tutte le famiglie d'Egitto" (Brugsch, ' Egypt under the Pharaohs,' 2:104)

(3) Illustrava la facilità con cui, quando Dio lo voleva, una nazione poteva essere "minimizzata e abbassata" Giobbe 12:23; Salmi 107:39

(4) Attestava la certezza e la severità dei giudizi di Dio a causa del peccato, sia sulle nazioni che sugli individui Levitico 26:17; Deuteronomio 32:30; 2Cronache 15:6

2.) Le persone dei prigionieri

(1) I fratelli degli Israeliti, cioè i loro parenti; quindi la malvagità della loro condotta nel schiavizzare non solo gli esseri umani, che era cattiva, ma la loro stessa carne e il loro sangue, che era peggio, sì, era innaturale; e

(2) Di questi, non gli uomini che avevano combattuto contro di loro, il che avrebbe potuto essere in qualche modo scusabile, ma, cosa del tutto indifendibile, le donne, con i loro figli e figlie, che erano tutti ugualmente innocenti di offesa nel causare o sostenere la guerra, e quindi avrebbero dovuto essere esentati dal vivere le sue miserie

3.) La destinazione dei prigionieri. Samaria, nei monumenti assiri Sa-mir-i-na (Schrader, 'Die Keilinschriften,' p. 191), la capitale del regno settentrionale, costruita da Omri 1Re 16:24

II I GUERRIERI D'ISRAELE E IL PROFETA DI GEOVA. (Versetti 9-11.)

1.) Il nome del profeta. Oded, "Configurazione". Il nome del padre di Azaria che uscì per incontrare Asa 2Cronache 15:2

2.) La designazione del profeta. un profeta del Signore, non del falso Geova, adorato in Samaria sotto l'immagine di un vitello, Osea 8:5,6

ma del vero Geova, il che dimostra che, per quanto apostata fosse divenuto il regno settentrionale, non era del tutto privo di vera religione, anche lì Geova aveva almeno profeti che testimoniavano per lui, come Osea Osea 1:1

e Oded, se non anche aderenti che lo adoravano

1. Il coraggio del profeta. Uscì incontro agli eserciti d'Israele che tornavano dalla loro vittoriosa campagna e li avvertì della malvagità di cui si erano resi colpevoli, come Jehu, figlio di Hanani, aveva incontrato Giosafat di ritorno da Ramot-Gàlaad, 2Cronache 19:2

e un profeta di Geova aveva affrontato Amazia che veniva dal massacro degli Edomiti 2Cronache 25:15

2. Il discorso del profeta

(1) Un promemoria che la vittoria che avevano ottenuto era dovuta non tanto (se mai) alla loro superiore abilità militare o coraggio, quanto al fatto che Geova era stato adirato con Giuda, e aveva consegnato i suoi eserciti nelle loro mani (Versetto 9; di Neemia 9:27

(2) Un rimprovero per la mancanza di pietà che avevano mostrato verso i loro fratelli sui quali si era abbattuta l'ira di Dio, una circostanza che avrebbe dovuto muovere i loro cuori alla clemenza, Giobbe 19:21

ma che aveva piuttosto dato intensità alla loro rabbia

(3) L'accusa di aver deciso di fare schiavi e schiave dei figli e delle figlie di Giuda e di Gerusalemme, il che, oltre ad essere un atto di crudeltà, era anche un atto di follia, poiché non si poteva supporre che il favore di Geova fosse stato infine ritirato da Giuda; e un atto di presunzione, in quanto essi stessi non erano stati irreprensibili in materia di apostatata da Geova, e, se si diceva la verità, meritavano di essere puniti tanto quanto i loro fratelli e sorelle meridionali

(4) Un appello alla loro coscienza per dire se ciò che ora affermava non era corretto: "Non ci sono con te, sì, con te, peccati contro il Signore tuo Dio?" La loro idolatria era grande quanto quella di Giuda. La loro spietata carneficina dei loro fratelli gridava contro di loro al cielo. Il fatto che portassero via queste donne e questi bambini innocenti fu un'iniquità che colmò la misura della loro colpa (Versetto 10)

(5) Un'esortazione a desistere dalla loro intenzione criminale di ridurre in schiavitù i loro fratelli, e a rimandare indietro i prigionieri che avevano condotto, con tutta la rapidità conveniente e con le dovute espressioni di risentimento (Versetto 11)

(6) Un argomento per affrettare i loro movimenti sulla via del dovere; se non lo avessero fatto, l'ira ardente di Geova, che era già su di loro, li avrebbe inghiottiti. Il discorso, che era un modello per quanto riguarda la compatta brevità, l'alta eloquenza, la chiara esposizione, il patetico appello, la logica irresistibile, e che doveva essere stato pronunciato con combinazione di audacia e persuasione, fece una profonda impressione

III I GUERRIERI D'ISRAELE E I PRINCIPI DI EFRAIM, (Versetti 12-14.)

1. I nomi dei principi. Azaria, 2Cronache 15:2; 22:6

figlio di Giovanni: "Geova è misericordioso"; Berechia, "che l'Eterno ha benedetto", 1Cronache 6:39

figlio di Meshillemoth, "Castigo"; Iechia, lo stesso di Ezechia, "Potenza di Geova", figlio di Shallum, "Retribuzione"; 2Re 15:10

e Amasa, "Fardello", il nome di uno dei capitani di Absalom, 2Samuele 17:25

il figlio di Hadlai, "Riposo"

2. Questi principi erano ovviamente a capo della congregazione israelita (Versetto 14)

3. L 'azione dei principi. Si unirono al Profeta Oded nella resistenza all'introduzione dei prigionieri da parte dei soldati in città. Quel popolo è fortunato i cui capi sono coraggiosi nell'opporsi a loro nel fare il male, e nell'indicare loro la via del dovere

4. Il discorso dei principi

(1) Il rifiuto di ammettere i prigionieri in città (Versetto 13);

(2) una confessione che essi, come popolo, avevano già trasgredito contro Geova, e incorso nella sua ira; e

(3) l'insinuazione che la condotta che i soldati stavano seguendo era tale da aumentare il loro peccato e la loro trasgressione, e da esporli a un'accusa di colpa più pesante

5. Il successo dei principi. "Gli uomini armati lasciarono i prigionieri e il bottino davanti ai principi e a tutta l'assemblea" (Versetto 14). Felice è quella comunità in cui prevalgono i saggi e buoni consigli dei suoi capi

IV I PRINCIPI D'ISRAELE E I PRIGIONIERI DI GIUDA. (Versetto 15.)

1.) La gentilezza dei principi. Il suddetto (Versetto 12), con altri leader famosi e distinti, ai quali era abitualmente applicata una denominazione simile 1Cronache 12:31; 16:41; 2Cronache 31:19

si alzarono dai loro posti d'onore in mezzo all'assemblea, si fecero avanti come rappresentanti del popolo e ricevettero dalle mani dei soldati la folla dei prigionieri; dal bottino, che, come al solito, consisteva in indumenti, greggi e armenti, con altri oggetti di valore, 2Cronache 15:14,15; 20:25

vestirono e ferrarono tutti quelli che erano nudi, dando loro da mangiare e da bere; 2Re 6:22.23

unti con olio quelli di loro che avevano ferite; Luca 10:34

mise i deboli sugli asini, di cui c'era un'abbondante quantità di animali

1; Cronache Esdra 2:67

- un quadro vivo della pietà e della compassione che dovrebbero sempre essere mostrate verso gli sfortunati, i sofferenti e i miserabili, specialmente dal popolo di Dio Isaia 58:6,7; Giobbe 30:25; Luca 10:37, 14:12; 1Timoteo 5:10; 1Giovanni 3:17

2.) Il ritorno dei prigionieri. Così generosamente trattati dai principi, furono rimandati indietro, quelli che potevano viaggiare da soli, quelli che avevano bisogno di viaggiare accompagnati da conduttori, che viaggiarono con loro fino a Gerico, la città delle palme, Giudici 3:13

distante da Gerusalemme circa cinque ore e mezza di cammino, situata nella tribù di Beniamino, e appartenente al regno di Giuda. Arrivati lì, furono consegnati ai loro fratelli, dopo di che i loro conduttori tornarono a Samaria

LEZIONI

1. Il peccato della schiavitù

2. La funzione della profezia

3. La bellezza della carità

9 I contenuti molto interessanti di questo e dei successivi sei versetti non si trovano nel parallelo. Un profeta del Signore Oded. Non conosciamo alcun particolare di questo profeta; per il suo nome e la sua possibile identità con il nome Iddo, vedi note su 2Cronache 9:29; 15:1,8. I riferimenti sempre più frequenti all'interposizione dei profeti sono molto da notare, e la loro dignità, il loro coraggio, la loro fedeltà, sono messi in grande rilievo. Esse sono molto tipiche della presenza morale di cui nessuna storia nazionale, per quanto solennemente scorra nei secoli, dia il minimo sintomo di un bisogno che si affievolisce. Lo stesso si può dire della verità e di coloro che sono qualificati e incaricati di portarla, del messaggio e del messaggero. Prima dell'ospite; cioè in faccia all'ostia, un po' troppo dolcemente reso "per incontrare" l'ostia, in 2Cronache 15:2, ss. in un furore che giunge fino al cielo. Alla meravigliosa vita di questa figura, che deve colpire ogni lettore, deve essere aggiunta la forza che deriva dalla sua suggestione morale piuttosto che meramente materiale, una suggestione morale che ci ricorda quella della frase di ben più grande antichità, e dal sacro labbro dell'Ispiratore di tutti i profeti: "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra". La rabbia non era stata quella su cui il sole non tramontava; era stata così feroce che il sole non avrebbe mai dovuto essere costretto a guardare. Si vedano per particolari interessanti e poi riferimenti più generali, Geremia 51:9; Esdra 9:6; Salmi 38:4; Genesi 18:21, 28:12; Giobbe 20:6. L'espressione del testo, tuttavia, "raggiunge" o "tocca", non può essere intesa come un equivalente perfetto di quella più antica di "grida" sopra citata. In altre parole, l'entità della rabbia è la prima cosa che viene esposta, e il linguaggio particolare in cui è esposta ben postula la deduzione della sua abominevolezza agli occhi di Dio

Versetti 9-15.-

Pietà divina e umana

Qui si narra un incidente molto sorprendente e molto insolito; Ha pochissimi paralleli nella pagina della storia antica. La mano che colpiva il nemico molto raramente mancava di colpirlo quando era a terra. Qui abbiamo un'immagine rinfrescante del cedimento umano; degli uomini che avevano appena presentato il calice del dolore mettendo sulle labbra dei sofferenti un calice di misericordia. Ma prima abbiamo un'immagine di

HO PIETÀ DIVINA IN MEZZO ALLA PUNIZIONE DIVINA. È chiaro che il popolo di Giuda dovette la sua sconfitta interamente al fatto che aveva gravemente peccato contro il Signore (vedi Versetto 9). Ma c'era un punto oltre il quale la giustizia non esigeva che la pena andasse. E a quel punto potrebbe apparire la pietà divina. Lì apparve, e fermò la mano del crudele percussore. Dio manda il giudizio, ma nell'ira "si ricorda della misericordia" Abacuc 3:2

Egli manda la malattia grave che porta dolore e debolezza, ma a un certo punto manda il rimedio e la ristoro. Egli fa ricadere sui colpevoli la forte indignazione dei loro simili, ma solleva i compassionevoli e i premurosi che visitano il prigioniero o il solitario con parole di amichevole simpatia e di allegria. Porta il regno forte ma ribelle alla sconfitta e all'umiliazione, ma lo fa crescere di nuovo verso la competenza e il potere. Fa lividi, ma non si frantuma; si abbassa, ma si rialza

II FEDELTÀ UFFICIALE. Oded ebbe una parte difficile e pericolosa da svolgere in questa occasione, ma si comportò nobilmente (Versetti, 9-11). Non si tirò indietro di fronte a parole di energica condanna (Versetti 9, 10), o a parole di consigli sgradevoli (Versetto 11). Se Dio ci mette in una posizione di responsabilità, sia nella famiglia, sia nella Chiesa, sia nella città, sia nei consigli della nazione, siamo sacramentissimo tenuti a fare la nostra parte con coraggio. Nessun uomo è adatto a occupare un posto di fiducia e di onore a meno che non sia pronto, a volte, a dire e a fare ciò che è suscettibile di essere risentito. Anche se non possiamo essere chiamati ad affrontare un esercito trionfante con parole di rimostranza e di comando, come fece ora Oded, tuttavia siamo certi di essere obbligati a dire ciò che è inaccettabile e a confrontarci con l'antipatia e la disapprovazione degli uomini. Se non siamo disposti a farlo, faremmo meglio a ritirarci immediatamente e a occupare un posto più basso. Certo non siamo qualificati per parlare per Dio

III INFLUENZA UMANA. Abbiamo due casi in cui l'influenza umana è stata esercitata con notevole successo. Il profeta esplicito persuade i principi, ed essi a loro volta convincono i soldati a liberare i prigionieri e ad abbandonare il bottino che avevano preso. Questo è stato un successo davvero notevole. Indurre gli uomini che sono arrossati dalla vittoria a rinunciare ai vantaggi che hanno ottenuto con la spada è compiere una grande impresa. Mostra ciò che l'uomo può fare con l'uomo; Quale influenza può esercitare una voce forte sul cuore umano

1. Vale sempre la pena di interporsi tra gli uomini e il torto che stanno meditando; possiamo salvarli da una grande colpa e altri da una grande sofferenza

2. Dobbiamo essere assolutamente seri e parlare con totale impavidità e franchezza, come fecero ora sia il profeta che i principi, altrimenti non avremo successo. Dobbiamo parlare come coloro che sono perfettamente convinti, come coloro che sanno ciò che è giusto, e non hanno alcuna esitazione sulla linea da seguire

IV PIETÀ UMANA. Invece di massacrare i loro prigionieri, cosa che in quell'epoca avrebbe potuto essere fatta senza pietà o rimorso, abbiamo questi soldati di Israele che mostrano tutta la gentilezza possibile verso di loro (Versetto 15). E' ormai cosa comune per gli uomini mostrare una magnanima gentilezza verso il loro nemico caduto anche sul campo di battaglia. Ma l'insegnamento del Signore dell'amore ha fatto la sua opera in una certa misura e ha misericordiosamente modificato le crudeltà della guerra. La scena del testo era una sorta di anticipazione dell'ingiunzione: "Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dategli da bere". Sta a noi illustrare lo spirito che allora si manifestava, in ogni occasione. Dovremmo risparmiare coloro che sono in nostro potere; può essere nel dominio degli affari; può essere nella cerchia sociale; può essere intorno alla tavola domestica; Può essere in qualcosa di così semplice come un dibattito, così comune come un argomento ordinario. Ma ovunque o qualunque cosa sia, risparmiare il nostro avversario quando è a terra, salvarlo dalle miserie della sconfitta, metterlo sulla via del ritorno al rispetto di sé e all'onore, "riportare i nostri prigionieri a Gerico", non significa fare più di quanto fecero questi Israeliti in questa particolare occasione; significa non fare meno di quanto il nostro Maestro ci richiede in ogni momento e in ogni circostanza Matteo 5:43-48

10 per gli schiavi e le schiave a voi. La denuncia di Deuteronomio 28:68 può essere istruttivamente paragonata all'enfatica proibizione di Levitico 25:46. Il filo morale dell'ordinanza che corre ovunque attraverso l'economia divinamente stabilita dell'Ebraismo dell'Antico Testamento dovrebbe essere devotamente osservato. Il versetto, nella posizione delle sue parole, fornisce un esempio di modello quasi classico: E ora le persone che sono figli di Giuda e di Gerusalemme, stanno decidendo dentro di voi (letteralmente, dicendo) di sottomettervi in schiavi e schiave per voi stessi

11 L'ira feroce; cioè non senza preavviso, poiché Oded intende dire: "Stai facendo contro la Legge e il Profeta Mosè", come appena citato

12 L'appello di Oded, e l'argomento energico ma più moderato e pertinente dei versetti precedenti, era rivolto a coloro che guidavano l'esercito di ritorno, arrossati dalla vittoria e superbi con i loro prigionieri condotti in trionfo, e, come mostra il versetto 15, crudelmente, e con ogni privazione di vestiti e di scarpe, ss. Ora, tuttavia, fortunatamente incontra il più gradito sostegno pratico da parte di coloro (alcuni dei capi dei bambini di Efraim che non avevano avuto una parte in ciò che era stato fatto, e ora stavano a guardare, in una certa misura, come arbitri. Essi, in ogni caso, ne sono convinti, in parte forse perché il loro sangue non era caldo per le battaglie che ci sono state. Non conosciamo i particolari di questi quattro uomini più degni, i cui nomi, con quelli dei loro padri, sono qui "espressi" (Versetto 15). Erano evidentemente consapevoli dei loro peccati passati, avevano timore di Dio, non erano di coloro che, peccando, si affrettavano a peccare ancora; ma essi desideravano fuggire dall'ira futura, la "furia ardente", già incombente. Efraim

vedi nota su 2Cronache 25:7

13 Più avanti. L'esercito di ritorno si trovava, senza dubbio, alla periferia di Samaria, anche se il luogo esatto di questa interessante scena non è scritto. Poiché noi abbiamo commesso delle offese contro il Signore, Ebraico; Wnyle whwOhy tmval. Traduci: Poiché alla giusta causa di offesa da parte di Geova presso di noi, proponete di aggiungere ai nostri peccati, e all'offesa già esistente presso di noi, perché grande è questa offesa, ss. Il genio della parola qui resa "offesa", sembra, da un attento confronto delle diciotto volte in cui si è verificata, indicare "colpa, peccato" o "trasgressione" come le cause che risvegliano l'offesa in chiunque contro coloro che le commettono. Il temperamento pentito di questi "capi dei figli di Efraim" era ammirevole, e indicava la loro distanza da molti, molti altri del loro popolo e del loro tempo, e da Giuda, che erano insensibili o temerari

14 Davanti ai principi e a tutta l'assemblea; cioè i quattro e coloro che ora erano congregati intorno a loro

15 Gli uomini che erano espressi per nome; Versione riveduta, che sono state espresse per nome. Questo è il significato probabile, ma poco certo, della clausola. Il mio nome dovrebbe essere "per nome". E il significato potrebbe essere che "gli uomini che ora erano indicati con nomi per l'opera si sollevarono", ss. Da ogni punto di vista, era abbastanza probabile che questi avrebbero abbracciato i quattro che avevano già parlato in modo così pio e opportuno 2Cronache 31:19; 1Cronache 12:31; 16:41

I prigionieri; Ebraico, ibvi letteralmente, la cattività; cioè, naturalmente, il corpo dei prigionieri Deuteronomio 21:11; 32:42

Vestito vestito. Queste due versioni sono entrambe lo stesso verbo (vbl; ), e anche la stessa coniugazione (hiph.). La ripetizione palese e apparente nel testo ebraico, velata e mascherata sia nella Versione Autorizzata che in quella Riveduta, può forse essere dovuta all'intenzione della narrazione di dire, in primo luogo, che tutti coloro che erano letteralmente nudi erano vestiti con il loro stesso bottino prigioniero; e poi, in secondo luogo, che tutti chiunque (polveroso, sporco, stanco, con i piedi doloranti) era vestito, nel senso di essere vestito di fresco. Gli undici particolari di questo verso sono insolitamente grafici nella brevità della descrizione del testo ebraico. Il versetto può leggere così: E gli uomini nominati con i loro nomi si alzarono, presero per mano i prigionieri, e tutti gli ignudi, li vestirono dal bottino, li vestirono (tutti), li ferrarono, li nutrirono, diedero loro da bere, li unsero e portarono sugli asini tutti i deboli, e li condusse a Gerico, città delle palme, al fianco dei loro fratelli, e tornarono a Samaria. Questi hanno fatto propria finora la loro beatitudine di Matteo 25:34-36. Gerico; cioè ben all'interno della loro terra, in un luogo fertile e ombreggiato di essa, con abbondanza d'acqua, e da dove probabilmente tutti avrebbero potuto più facilmente dirigersi verso il proprio distretto e la propria città, Gerico si trovava al confine di Beniamino. Vedi il resoconto più interessante di Stanley ('Sinai and Palestine,' p. 805)

16 In quel tempo il re Acaz era re d'Assiria. La vaghezza di questa formula comune, "a quel tempo", non sarebbe stata senza dubbio evidente nelle fonti originali. In questo caso possiamo ripiegare sui nostri Versetti. 5, 6 per dargli distinzione; ma vedi Versetti. 5, 6, 7 del parallelo, che coinvolgono la loro propria formula e il presente in qualche piccola incertezza. I re d'Assiria. La Settanta e altre versioni mostrano il numero singolare. Il nostro plurale può forse trovare una spiegazione in 2Cronache 30:6; 32:4

Versetti 16, 20, 21.-

Un'ambasciata sfortunata

IO LA PERSONA SI È AVVICINATA. Tiglat-Pilneser (Versetto 20), Tiglat-Pileser; 2Re 16:7

in assiro, Takul-u-(Tukeal) -- habal-i-sar-ra, che significa "Colui che ripone la sua fiducia in Adar", o, "Adar è la mia fiducia"; nella LXX Qalgaq-felassar; la stessa persona di Pal Apocalisse d'Assiria (Schrader, 'Die Keilinschriften,' pp. 223-240), al quale Menahem d'Israele diede mille talenti d'argento come tangente per aiutare a mantenere il trono che aveva usurpato 2Re 15:17

Originariamente un giardiniere (secondo la tradizione greca), Pal salì all'eminenza come soldato, e alla fine si impadronì della corona d'Assiria nel 745 a.C., come Tiglat-Pileser II

II L'INVITO DATO. Aiutare Acaz contro Rezin di Damasco e Peca d'Israele. Già la potenza di Tiglat-Pileser II si era fatta sentire in numerose spedizioni verso l'Occidente. La Siria, la Palestina e la Fenicia avevano risuonato al passo delle sue legioni conquistatrici. In particolare, Rezin ('Annali', ss.), 5:48), e Menaem, uno dei predecessori di Peca sul trono d'Israele, avevano riconosciuto la sua supremazia tributandogli 2Re 15:29 ; 'Registri', ss.), 5:48). Di conseguenza, Acaz non dubitò che il potente Assiro avrebbe potuto richiamare con una parola i due banditi reali che, come terrier, gli erano balzati alla gola. Inviando ambasciatori a Tiglat-Pileser, chiese aiuto contro i suoi nemici da nord e da est. Per far sì che la sua richiesta avesse successo, inviò con i suoi plenipotenziari una pesante generosità, sotto forma di doni d'oro e d'argento presi dal tempio, dal palazzo e dalle dimore dei principi 2Re 16:7,8

Un'iscrizione, composta nell'ultimo anno o nell'anno precedente all'anno scorso del regno di Tiglat-Pileser, dice che il monarca assiro ricevette tributi da Mitinti di Askalon, da Gioacchetto di Giuda e da Cosmalaco di Edom (Schrader, 'Die Keilinschriften', p. 263). Anche se questo tributo era probabilmente quello che Acaz pagò in occasione della visita a Tiglat-Pileser a Damasco, 2Re 16:10

servirà a illustrare e confermare il fatto qui menzionato, che Acaz inviò un dono con i suoi plenipotenziari quando andarono a sollecitare l'aiuto di Tiglat-Pileser

III LA RISPOSTA È TORNATA. Tiglat-Pileser venne da lui

1. Ha marciato contro Rezin 2Re 16:9

Il re di Siria fu sconfitto in una battaglia campale e si ritirò nella sua capitale. "Egli, per salvarsi la vita, fuggì via da solo e come un cervo, ed entrò nella grande porta della sua città. I suoi generali vivi in mano li catturai, e li innalzai sulle croci. Ho sottomesso la sua patria" (Iscrizione di Tiglat-Pileser, n. 10). "Damasco era strettamente coinvolta; gli alberi nelle sue vicinanze furono abbattuti; i distretti che dipendevano da essa furono devastati e furono inviate forze per punire gli Israeliti, gli Ammoniti, i Moabiti e i Filistei, che erano stati alleati di Resort. L'ultimo degli atti, nel 732 a.C., dopo un assedio di due anni, Damasco fu costretta dalla carestia ad arrendersi. Reson fu uccisa, Damasco fu abbandonata al saccheggio e alla rovina, e i suoi abitanti trasportati a Kip" (Sayce, 'Assyria, its Princes,' ss.), pp. 36, 37; Confronta Smith, ' Assyrian Discoveries,' p. 282; Schrader, Die Keilinschriften, pp. 258, 259)

2. Si rivoltò contro Israele 2Re 15:29

Come si è detto, ciò avvenne mentre l'assedio di Damasco era in corso. Le città di Iion, di Abele-Bet-Maaca, di Ianea, di Kedes, di Hazer, con i distretti di Galaad, di Galilea e di tutto il paese di Neftali, furono prese e le loro popolazioni furono portate in Siria, mentre Pekah, il loro sovrano, periva per mano di un congiurato, Osea, che subito si impadronì del trono. Anche questi dettagli ricevono conferma dai monumenti. Frame, inviato al n. 2 dell'iscrizione di Tiglat-Pileser, che narra la sua guerra in Palestina, menziona "la città Gallia probabilmente Galaad e Abil Abel-Bet-Maacah con la terra di Humri in tutta la sua estensione come unita ai confini dell'Assiria; l'intera popolazione del distretto come se fosse stata mandata in Assiria, e il loro re, Pakaha, come se fosse stato ucciso" (Smith, 'Assyrian Discoveries,' pp. 284, 285; 'Registri', ss.), 5:51, 52; Schrader, 'Die Keilinschriften,' pp, 255, 256)

3. Sottomise Giuda. Questo è l'ovvio significato dell'affermazione del Cronista, che Tiglat-Pileser "afflisse Acaz, ma non lo rafforzò". Invece di aiutarlo a diventare un sovrano indipendente, Tiglat-Pileser lo rese tributario della corona assira; e proprio in armonia con ciò, Gioacchetto di Giuda appare, insieme a Mitinti di Askalon, Kosmalak di Edom e Annone di Gasa, tra i principi tributari che, nel diciassettesimo o diciottesimo anno del suo regno, resero omaggio al grande re (vedi sopra)

17 Gli Edomiti. Cantici, l'opera di Amazia 2Cronache 25:11,14; 2Re 14:7

nel ridurre Edom fu di nuovo disfatto

vedi anche 2Re 16:7 , dove "Edom" dovrebbe essere letto per "Aram"

Versetti 17-19.-

Colpo su colpo

Acaz fu un grandissimo trasgressore, e fu (come ci si potrebbe aspettare che fosse) un grandissimo sofferente. Egli ricevette colpo su colpo dalla mano giusta di quel santo Governante che con le visite presenti e temporali educava il suo popolo nelle vie della sapienza celeste. Prima Rezin, re di Siria, lo sconfisse e portò via molti prigionieri a Damasco (Versetto 5). Allora Pekah, re d'Israele, uccise il suo esercito con una grande e spietata strage (Versetto 6). Allora gli Edomiti sconfissero Giuda e se ne andarono con il solito bottino (Versetto 17). Poi i Filistei "invasero le città della pianura" e presero diversi luoghi importanti (Versetto 18). Così "l'Eterno abbassò Giuda a causa di Acaz". Un colpo dopo l'altro, finché la terra fu completamente colpita e spogliata, lasciata "nuda ai suoi nemici" (Versetto 19). Ci vengono ricordate da queste successive inflizioni di

I LA PENA ACCUMULATA CHE IL PECCATO PAGA SEMPRE

1. Questo spesso si presenta sotto forma di perdite evidenti e apparenti. Il trasgressore che "non teme Dio e non ha riguardo per l'uomo", si trova sottoposto a una serie di avversità, che considera come disgrazie, ma che noi riconosciamo come punizioni. Perde la fiducia e la stima dei suoi vicini più degni; poi perde la consuetudine, il commercio, il sostentamento, e poi e così perde denaro; Poi perde la sua sostanza a causa della stravaganza e, forse, di uno o più vizi costosi -- e il vizio è una cosa molto costosa; poi perde la salute, lo spirito e la speranza; allora perde la considerazione dei suoi vicini in generale. Così, passo dopo passo, scende, finché "il Signore abbassa Giuda", finché non ha "spogliato il paese"

2. Oppure la punizione può ostacolare il deterioramento interiore e spirituale. Non possiamo pretendere di dire in quale ordine ciò proceda, che varia da un'anima all'altra, ma l'anima scende colpo su colpo, livido su livido, una difesa dopo l'altra viene tolta dalla cittadella, finché la terra non sia "nuda". Può darsi che il senso di sincerità vada per primo; poi, forse, lo spirito di riverenza; poi la perdita della completa rettitudine; poi la perdita della purezza; allora può venire l'indifferenza al giudizio dei buoni e dei saggi; poi il decadimento del rispetto di sé; -e allora cosa resta? Che l'uomo che, come Acaz, si indurisce contro Dio capisca questo, che mentre continua la sua strada colpevole, anche se la prosperità esteriore rimane per lui, scende sulla sua natura spirituale, su se stesso, se non sulle sue circostanze, colpo su colpo di giusta punizione, colpi che lo feriscono e lo uccidono, sotto i quali certamente perirà

II I DOLORI MOLTIPLICATI CHE LA GIUSTIZIA A VOLTE SOPPORTA. "Molte sono le afflizioni (anche) dei giusti" Salmi 34:19

Al paziente Giobbe, al fedele Geremia, al devoto Paolo, vengono in gran numero e con grande forza. Anche per i più puri e amabili tra i figli e le figlie di Dio capita talvolta una triste successione di prove; può essere nel cuore e sulle labbra dei più degni di dire: "Tutte le tue onde e i tuoi flutti sono passati sopra di me". Colpo su colpo scende sulla loro testa. Che cosa significa? Significa semplicemente che il tralcio che porta frutto il Signore della vigna sta potando, "affinché produca più frutto"; significa che "il Signore corregge coloro che il Signore ama", affinché possa renderli "partecipi della sua santità"; significa che il Divino Maestro sta raffinando e coltivando il suo servo, per prepararlo a una sfera molto più ampia e più nobile e per un'opera più alta e più celeste nell'aldilà; Significa che l'afflizione produce un "immenso peso di gloria". -C

18 I Filistei. Anche questi erano stati soggiogati più volte, e ultimamente da Uzzia, 2Cronache 26:6,7

lavoro che ora era incompiuto. L'esultante sollievo per i Filistei, per quanto di breve durata, è menzionato altrove, come nel libro di Isaia: Isaia 14:29,31

i Salmi Salmi 60:8

Beth-shemesh. Al confine di Giuda 2Cronache 25:23 , e la nostra nota lì; 1Cronache 6:44

Ajalon, Anche questo era al confine 1Cronache 6:54; 2Cronache 11:10

Gederoth. Questo avvenne nella Shefelah Giosuè 15:41

Shocho; o, Socho, una delle città di Roboamo, vicino ai Filistei, e quindi scelta per la fortificazione 2Cronache 11:7

Timna. Questo rasentava Dan Giosuè 15:10

Gimzo. Non menzionato altrove, ma ben noto nel moderno villaggio di Jimzu, il suo sito su quello che sarebbe stato il confine di Daniele Vi abitavano. Questa espressione è, naturalmente, intesa a indicare che i Filistei ottennero con successo un certo punto d'appoggio

19 Acaz, re d'Israele. Cantici Giosafat era chiamato inriphi. 2Cronache 21:2 " Apocalisse d' Israele." Se queste due occasioni non sono semplicemente casi di errore facilmente immaginabile dello scrittore o di un copista, si deve considerare che si tratti di nominare il re del regno principale diviso con il titolo dell'intero regno o popolo. Fece Giuda nudo; Versione riveduta, aveva agito arbitrariamente in Giuda; o margine, Versione Riveduta, aveva gettato via la restrizione in Giuda; Ebraico, y

20 Tilgath-Pilneser vedi 1Cronache 5:6,26; 2Re 15:29; 16:10, il nostro parallelo. Leggete le nostre note integralmente su. 1Cronache 5:6,26 Gesenio data il suo regno come re d'Assiria al 753-734 a.C.; altri come circa 747-728 a.C. Lo affliggeva, ma non lo rafforzava. Questo è nella consueta vena morale e religiosa più profonda del nostro scrittore, ed era senza dubbio molto vero. Poiché tutto Acaz pagò e corruppe con il tesoro sacrilegamente impiegato del tempio, con il deprezzamento e lo smantellamento parziale della "casa del re", e con le contribuzioni mendicanti o le tasse estorte, estorte, "ai principi" (vedi il succinto resoconto del prossimo versetto, e confronta il parallelo nei suoi Versetti. 8, 18), si comprò un padrone, la servitù, la tributarietà e l'umiliazione della vergogna stessa. Il temporaneo sollievo che ottenne (e che l'autore delle Cronache non intende in alcun modo negare) da un nemico gli strinse al collo il giogo di un altro e più grande. E peggio ancora, si assicurò nel suo cuore il più grande avversario di tutti: un nemico irrequieto e implacabile, che lo incitava sempre a una follia peggiore e a un peccato più profondo

21 Aggiungi ai riferimenti dell'ultimo versetto 2Cronache 16:2; 2Re 12:18; 18:15. Ma non lo aiutò. Guarda il parallelo nel suo Versetto 9, 2Re 16

e nota sul nostro versetto precedente

Versetti 21-27.-

Il peccato nei suoi problemi

A che cosa ci condurrà il peccato? Che cosa, quando si avvicinerà alla sua fine e quando sarà finito, produrrà? Abbiamo la risposta in questa parte della vita di Acaz

I INFATUAZIONE. Saccheggiò il palazzo e saccheggiò persino il tempio per corrompere il re d'Assiria perché lo aiutasse, invece di andare alla casa del Signore come servo e supplicante di Geova, per cercare e trovare il suo aiuto. Vale a dire, commise furto e sacrilegio per assicurarsi il soccorso di un uomo che in seguito lo ingannò e lo defraudò (Versetto 21), quando, con la semplice pietà e integrità, avrebbe potuto assicurarsi l'aiuto dell'Onnipotenza, l'aiuto di Colui che non viene mai meno al suo popolo. La sua condotta era di totale infatuazione. Trascurò l'unica via che gli era del tutto aperta, e che avrebbe certamente avuto successo; Adottò una misura che era piena di iniquità, e che probabilmente sarebbe finita, come avvenne, con un fallimento. Diede il colpo di grazia alla sua fatuità quando adorò "gli dèi che lo colpirono" (Versetto 23). Il peccato conduce all'infatuazione, porta gli uomini a cercare la loro gioia e la loro eredità nelle sorgenti più povere e insoddisfacenti, a perseguire la saggezza e la ricchezza in direzioni dove il vuoto e la povertà sono gli unici da ottenere; porta gli uomini a trascurare la Fonte delle acque vive, la Fonte di ogni verità e sapienza, di ogni eccellenza e gioia. Dissemina il sentiero dei colpevoli di malinconici fallimenti

II SFIDA. Acaz non poteva andare oltre nello sfidare il Signore Dio dei suoi padri, il Divino che gli era stato insegnato e addestrato ad adorare, di quanto non facesse con la sua condotta come qui descritta (Versetti. 24, 25). Era un atto di empia audacia, di sfida quasi disperata, che poteva essere solo il risultato di una colpevole ostinazione dello spirito. Deve essersi risentito per l'azione di Geova e deve aver deciso di fare tutto il possibile per sfidare la sua autorità. Ben potrebbe essere risvegliato lo spirito di Isaia quando assistette a questa profanazione, a questa aperta e audace ribellione contro il Dio vivente. Quando gli uomini hanno da tempo ceduto alla loro follia e alle loro inclinazioni peccaminose, a volte si spingono fino a questo punto terribile. Essi sfidano il Dio che li ha creati, nel cui potere si trovano. Possono negare la sua esistenza; possono farsi beffe dei suoi giudizi e della sua condanna finale della loro condotta; possono parlare con arroganza ed empietà della sua potenza e del suo governo: "Come fa Dio a saperlo? e c'è conoscenza nell'Altissimo?" Salmi 73:11

III MORTE. Acaz cadde di una morte prematura e disonorata (Versetto 27). Non c'è da stupirsi che sia morto prima di raggiungere l'età di quarant'anni. I disastri che ha causato al suo paese, e la tensione mentale che deve aver subito per procedere fino a tali empietà, sono sufficienti a spiegare un prematuro declino e la morte. E tutti gli istinti migliori di quel popolo istruito lo portarono a rifiutare l'onore funebre che di solito tributavano ai loro re. "Il peccato, quando è compiuto, genera la morte". La questione di tutti i peccati è la morte, fisica, spirituale, eterna. Questo è il suo stipendio. Che coloro che si stanno muovendo lungo il suo triste declino prendano nota della fine verso la quale si stanno muovendo. Ma comprendiamo che per tutti coloro che si allontaneranno dalle sue lusinghe e si sottrarranno al suo potere malvagio, per tutti coloro che accetteranno il dono supremo di Dio in Gesù Cristo, la "vita eterna" è aperta. - C Romani 6:23

22 Questo è il re Acaz. Cancella le parole in corsivo. Versione riveduta, questo stesso re Acaz. Ma la traduzione più letterale sarà la più energica: Egli, il re Acaz

23 Sacrificò agli dèi di Damasco, che lo colpirono. Si deve intendere che lo scrittore parla dal punto di vista di Acaz, nel dire che furono gli dèi di Damasco a colpire". La formula, tutto Israele, è un chiaro esempio di come il nome "Israele" sia usato come "Giuda". Gli dèi di Damasco erano, naturalmente, gli stessi di quelli della Siria, di cui Damasco era la capitale. I loro nomi erano Rimmon, Tabrimmen, Hadad e alcuni altri. Forse nessun versetto nelle Cronache è più tipico degli aspetti morali e degli scopi speciali dello scrittore

24 Questo versetto (completato, appunto, dal versetto seguente) eleva al suo culmine la descrizione della colpa di Acaz, che crebbe fino alla follia. Versetti 17, 18 del parallelo ampliano la nostra visione di ciò che fece Acaz in via di distruzione, raccontando la sua mutilazione delle basi, della conca e del mare, dopo anche lo spostamento dell'altare di bronzo a favore di quello il cui modello aveva inviato da Damasco al sacerdote Uria, che doveva essere stato una parte consenziente all'iniquità. Il nostro 2Cronache 30:14 parla del tempo che venne quando questi passi malvagi del re e del sacerdote cominciarono ad essere ripercorsi e, con i precedenti versetti dello stesso capitolo, sono il triste ma interessante rovescio del presente passaggio. Gli ebrei moderni commemorano, con l'osservanza di un digiuno, questa triste crisi della storia di Giuda

26 Il libro dei re di Giuda e d'Israele. Parallelo (Versetto 19), "il libro delle cronache dei re di Giuda"

27 Dormì con i suoi padri sepolti nella città, Gerusalemme non fu portata nei sepolcri dei re. Parallelo (Versetto 20), "dormì con i suoi padri sepolto con i suoi padri nella città di Davide". Vedi le nostre note su 2Cronache 26:23 ; parallelo 2Re 15:7 2Cronache 24:25 ;

parallelo, 2Re 12:21 2Cronache 21:20

parallelo, 2Re 8:24

Illustratore biblico:

2Cronache 28

1 CAPITOLO 28

2Cronache 28:1-5

Acaz aveva vent'anni quando cominciò a regnare.-Il mistero nello sviluppo umano:-

La crescita dell'umanità non avviene in modo orticolo. Non possiamo dire che un buon albero avrà buone diramazioni, se parliamo dell'umanità. Il padre più santo può avere un assassino per suo figlio. La madre più dolce può morire di crepacuore. Solo una critica sciocca è sconsiderata nel fissare responsabilità definite in questa questione dell'educazione e della cultura dei bambini. Il Signore ci rimprovera quando diciamo che, poiché il padre era buono, il figlio deve essere buono; O perché il padre era malvagio, il figlio deve essere malvagio. Il Signore permette che si frappongano uomini che sono cattivi o che sono buoni, affinché tutte le nostre piccole speculazioni sull'ereditarietà e tutte le nostre disposizioni per il progresso morale possano essere respinte e perse nella confusione. Qui sta l'opera di quella legge misteriosa che è spesso fraintesa quando viene chiamata legge dell'elezione. Non possiamo dire cosa Dio sta facendo. Tuo figlio avrebbe dovuto essere buono, perché dove c'è un'anima più coraggiosa di te? Il ragazzo avrebbe dovuto essere cavalleresco, perché non ha mai saputo che si compie un'azione meschina o si dà spazio a un pensiero ingeneroso. In un certo senso, anche, era orgoglioso di suo padre; Eppure non c'era opera del diavolo che non si sarebbe abbassato a fare. Non prese il cattivo sangue da sua madre, perché un'anima più gentile e dolce non ha mai cantato i salmi di Dio nella casa di Dio. Eppure c'è il mistero, e non spetta a una critica sconsiderata definire l'origine e la questione di questo misterioso fenomeno nello sviluppo umano. (J. Parker, D.D.)

Le sante influenze a cui si resiste producono una maggiore malvagità:

È molto evidente che coloro che, nei loro primi giorni, hanno resistito alle influenze sacre generalmente si rivelano gli uomini più malvagi. Questa, in verità, è una legge fondamentale del carattere. Proprio come un uomo buono, che è buono nonostante un'educazione molto cattiva, e nonostante gli esempi più perniciosi che lo circondano, non di rado è uno degli uomini migliori, così un giovane che è venuto da una famiglia devota, e si rivela egli stesso malvagio, è uno dei peggiori personaggi che si possano incontrare

Il cattivo figlio di un buon padre:

(I.) È un fatto doloroso che gli uomini buoni siano a volte padri di figli cattivi. "Tale padre, tale figlio", abbiamo spesso sentito dire dagli uomini. Ma non è sempre così. Ahimé! Sappiamo bene che la pietà, la virtù, la bontà non sempre scorrono nel sangue. Si può passare la corona, il trono, il regno, ma le alte qualità morali e religiose che fanno di un uomo un re tra gli uomini non sempre vanno con la corona e lo scettro

(II.)I cattivi figli di buoni padri sono spesso rovinati dai peccati che permettono di ingannarli. Leggete il ventitreesimo versetto di questo capitolo. È molto istruttivo. Acaz, indebolito dai suoi modi discutibili e non sostenuto dalla potenza del Dio di cui aveva abbandonato l'adorazione, cadde nelle mani dello straniero. Conquistato dalle forze superiori e dagli uomini meglio addestrati di Damasco, immaginava con affetto che vincessero perché i loro dei, i loro idoli, li aiutavano in battaglia. Ingannato, illuso, accecato da tutto ciò, decise di seguire il loro cattivo esempio. Altri sono coinvolti nella sua caduta. "Erano la rovina sua e di tutto Israele". Sarebbe già abbastanza triste se fosse l'unico ad essere accecato e illuso dal peccato. Ma sfortunatamente le sue vittime sono tutte intorno a noi

(III.) Questo capitolo insegna che Dio spesso castiga i figli di genitori devoti che cadono nel peccato e cerca di riconquistarli a Sé. Dio non lasciò Acaz senza avvertimento, rimprovero e difficoltà. Durante la sua lunga notte di peccato, Dio gli parlò spesso. Dio ha fatto capire a quest'uomo che la via del trasgressore è dura. È una misericordia che Dio non permetta al peccatore di andare all'inferno senza preavviso. (C. Leach, D.D.)

Entrare in un'eredità reale:

Ogni giovane entra, come Acaz, in un'eredità regale; il carattere e la carriera sono importantissimi per un contadino o una commessa come lo sono per un imperatore o una regina. Quando una ragazza di diciassette anni o una giovane di vent'anni succedono a qualche trono storico, siamo spinti a pensare al pesante fardello di responsabilità posto sulle spalle inesperte e alle gravi questioni che devono essere risolte durante gli anni che passano rapidamente della prima virilità o femminilità. Ahimé! Questo pesante fardello e questi gravi problemi non sono che la sorte comune. La sua sorte è solo quella comune posta su una collina, in pieno sole, per illustrare, interpretare e influenzare vite inferiori e più oscure. (W. H. Bennett, M.A.)

Gli uomini dovrebbero essere educati a regnare:

Tutti gli uomini dovrebbero essere educati a regnare, a rispettare se stessi e ad apprezzare le loro opportunità. In una certa misura adottiamo questo principio con ragazzi promettenti e ragazze dotate. Dobbiamo applicare il principio in modo più coerente e riconoscere la dignità regale della vita media e di coloro che la persona superiore si compiace di chiamare gente comune. Potrebbe allora essere possibile indurre i giovani comuni a interessarsi seriamente al proprio futuro. (Ibidem)

Il tipo di "regno" è fonte di ansia per i genitori:

Le fortune di milioni di persone possono dipendere dalla volontà di qualche giovane zar o di un giovane Kaiser; la felicità di cento affittuari o di mille operai può dipendere dalla disposizione del giovane erede di una vasta proprietà o di una grande fabbrica; ma nondimeno nella casetta più povera la madre, il padre e gli amici aspettano con trepidante ansia di vedere come "diventerà" il ragazzo o la ragazza quando prenderanno il loro destino nelle loro mani e cominciano a regnare. (Ibidem)

2 CAPITOLO 28

2Cronache 28:2

Egli infatti camminò per le vie dei re d'Israele.- Le vie dei re d'Israele:

Israele era per la maggior parte più potente, ricco e colto di Giuda. Quando Acaz salì al trono da giovane, Pekah era apparentemente nel fiore degli anni e all'apice del potere. Egli non è un simbolo inappropriato di ciò che il tentatore moderno desidera in ogni caso apparire: l'uomo di mondo appariscente e pretenzioso, che ostenta la sua conoscenza della vita, e impressiona il giovane inesperto con la sua astuzia e il suo successo, e rende la sua vittima desiderosa di imitarlo, di camminare nelle vie dei re d'Israele. (Ibidem)

Immagini fuse per Baalim.-Immagini fuse per i Baal:-

La prospettiva di creare immagini per i Baal è una tentazione insidiosa. Acaz forse aveva trovato noiosa e monotona l'adorazione decorosa dell'unico Dio. Baal significava nuovi dèi e nuovi riti, con tutta l'eccitazione della novità e della varietà. Forse Iotam non si era reso conto che questo giovane di vent'anni era un uomo; Potrebbe essere stato trattato come un bambino e lasciato troppo alle donne dell'harem. Un'attività responsabile avrebbe potuto salvarlo. La Chiesa deve riconoscere che una gioventù sana e vigorosa brama un'occupazione interessante e persino eccitazione. Se un padre vuole mandare suo figlio al diavolo, non può fare di meglio che fare della vita di quel figlio, sia secolare che religiosa, una routine di monotona fatica. Allora qualsiasi re pizzicotto d'Israele sembrerà una meraviglia di arguzia e di buona compagnia, e la creazione di immagini fuse un piacevolissimo diversivo. Un'immagine fusa è qualcosa di solido, permanente e vistoso, una pubblicità permanente dell'intraprendenza e del gusto artistico del creatore; Incide il suo nome sul piedistallo ed è orgoglioso dell'onorevole distinzione. Molte delle nostre moderne immagini fuse sono debitamente esposte in opere popolari; per esempio, la reputazione di una vita impura, o di un forte bere, o di un gioco d'azzardo sconsiderato, per raggiungere il quale alcuni uomini hanno speso il loro tempo, denaro e fatica. Altre immagini fuse sono dedicate a un'altra classe di Baal: Mammona il rispettabile e Belial il cortese. (Ibidem)

9 CAPITOLO 28

2Cronache 28:9

C'era un profeta del Signore, il cui nome era Oded.-La storia del profeta Oded:

Probabilmente pochi riconosceranno questo nome. Non è associato a nessun libro di istruzione perpetua, a nessuna linea di condotta eroica. Nessuna opera potente come quelle di Elia o di Eliseo adorna la sua storia; non ha prestato alcun servizio maestoso come quello di Daniele. È un uomo di un solo successo; La sua profezia è solo un argomento per la gentilezza e l'affetto fraterno, eppure pochi uomini hanno mai reso un servizio più nobile ai loro simili di quello registrato di lui. Esibisce la possibilità della massima utilità in quanto si trova più vicino e alla nostra portata di quanto avessimo pensato. Le circostanze sono presto raccontate. Già l'ombra della grande monarchia assira era calata su altre terre occidentali, e Damasco, Israele, Giuda ne erano minacciati. La loro politica sarebbe stata l'unione per la mutua difesa: la contrizione nazionale e lo sviluppo di quelle virtù che avrebbero impegnato l'approvazione di Dio. Purtroppo, invece di unirsi gli uni agli altri, Damasco, Samaria, Gerusalemme dimenticano il pericolo incombente che alla fine li colpisce; e, come se non ci fosse alcun nemico da temere, con i loro conflitti reciprosi distruggono la loro capacità di salvarsi. Una campagna si era appena conclusa. Israele e Damasco si erano uniti, e insieme avevano inflitto un colpo schiacciante a Giuda. Centoventimila uccisi è l'enorme registro delle perdite di Giuda, e inoltre Israele ha preso prigionieri di donne e bambini altri duecentomila. Con l'amarezza che appartiene a una faida tra parenti, nessun rimorso indebolisce l'euforia della loro vittoria. Non è passato per la mente che si debba seguire un'altra strada se non quella di usare o vendere i prigionieri come schiavi. Asseconderanno la loro lussuria, aumenteranno la loro ricchezza. A tal fine portano a Samaria tutto il loro bottino e tutti i loro prigionieri. Quando, mentre stavano per entrare in trionfo non fraterno, un profeta del Signore uscì verso di loro; di non grande importanza, come gli uomini generalmente avrebbero giudicato; da solo, senza nessuno che lo sostenesse. Egli va avanti, e rivolgendosi non solo ai capi con sussurri di politica, ma all'esercito grande e piccolo, li invita a rinunciare ai loro piaceri e alle loro ricchezze, e come fratelli ad astenersi dal ridurre in schiavitù i loro fratelli che la fortuna della guerra aveva messo in loro potere. La sua argomentazione è sorprendente. Non c'è menzione dell'Assiria, come avrebbe potuto esserci, e dell'importanza di un fronte unito; nessuna adulazione o appello al desiderio di fama generosa. Solennemente egli sottolinea che la sconfitta di Giuda è la punizione del peccato di Giuda. Che nel massacro di tali moltitudini che hanno messo a morte hanno già commesso abbastanza crimini. Che schiavizzare i loro fratelli avrebbe provocato ancora di più l'ira del loro Padre Dio, e quindi avrebbero dovuto liberare coloro che intendevano schiavizzare. La voce singola si avvale. Essendo l'unico a fare il suggerimento, non rimane solo a lungo. "Certe teste dei figli di Efraim" si ergono strenuamente contro quelle più violente che si oppongono alla parola del profeta. "Non condurrete qui i prigionieri", dicono, con il coraggio del loro umore più nobile. Quando ecco! Con quell'apertura agli appelli generosi e nobili che a volte contraddistingue una moltitudine, l'intera schiera coglie improvvisamente il bagliore di un sentimento più nobile, e subito la risoluzione di liberare i prigionieri è formulata e messa in esecuzione. Il tesoro del bottino viene preso per alleviare i loro bisogni. Un incidente di un tipo troppo raro, ma che tuttavia ci indica quanto nobile servizio potrebbe essere reso se tutti facessero la loro parte per rendere il mondo un po' più luminoso e migliore di quello che è

(I.) La responsabilità dei leader. Un profeta degno della sua chiamata, e gli uomini principali d'Israele, avendo il coraggio della loro posizione, insieme influenzano tutto il popolo con un impulso generoso. Dal Padre delle luci non c'è misericordia più grande dei leader il cui valore adorna la loro eminenza. Le tendenze al bene e al male sono appese a un equilibrio così sottile, che lascia che i leader si rivolgano alla parte più nobile, ed essa risponderà. Lasciate che si rivolgano al più vile, e lui risponderà, senza essere controllato da alcuno scrupolo. Se siete in una posizione di leadership nella Chiesa, o nel mondo, o in una casa umile, in un ministro o in un laico, ricordate che le grandi cose sono possibili se siete fedeli. Non cadere nel peccato dei governanti, supponendo una caparbietà nel popolo che d'ora in poi non farai nulla per controllare. Date a coloro che vi circondano una chiara nota chiave di nobile dovere o di saggezza generosa, e troverete sempre qualcuno che vi sostenga, e talvolta un sostegno sufficiente per raggiungere un grande successo. Un eroico condottiero in guerra infonde il suo coraggio nei seguaci più deboli. Un leader generoso in pace può ottenere vittorie non meno nobili. Che i leader studino Oded, finché non imparino, come lui, a rinunciare a tutte le lusinghe e a ogni cura per l'accettazione popolare, e trovino il coraggio maestoso che può spingere i loro simili a seguire la degna condotta

(II.)L'importanza dell'azione individuale. Come deve essere sembrato assolutamente disperato sognare di distogliere il popolo dal suo scopo. Il loro sangue era incandescente per il trionfo, le loro passioni infiammate, i loro interessi personali coinvolti. Che cosa potrebbe fare un uomo per arginare tali forze? Ma che stia da solo, o trovi abbondante appoggio; che la sua testimonianza sia disprezzata con disprezzo o accettata con umiltà, Oded sente che il suo compito è quello di pronunciare quella che gli sembra essere la volontà di Dio. E pronunciandolo, ecco, non è solo a lungo. La sua generosità contagia gli altri. Prova a contare il servizio poi reso. Duecentomila prigionieri furono liberati, e le loro lugubri paure si mutarono in riposante gratitudine. La sua nazione salvata dalla colpa di un grande crimine. Il suo popolo nobilitato con un'azione generosa. Un uomo lo ha fatto, o piuttosto è stata l'occasione in cui è stato fatto. Un uomo ha fatto girare la palla. Impara quindi che non c'è limite a ciò che Dio lo ispira e lo usa, può fare un solo uomo. Atanasio, Agostino, Lutero, Knox, Wesley, le loro vite non sono che variazioni di questa storia. La convinzione di chi oggi diventa quella di domani dei molti

(III.) L'importanza della presenza del cuore. Tanti, quando si presenta l'occasione di rendere un grande servizio, si trovano con sentimenti confusi, con il cuore inadeguato alla richiesta che gli viene fatta. C'erano altri santi in Samaria, senza dubbio, addolorati per questa guerra civile, e che si ritraevano ugualmente da lui all'idea che i loro fratelli fossero resi loro schiavi. Ma Oded non era confuso, perplesso, intimorito dal concorso di una vasta moltitudine in un grande torto. Né aveva bisogno di una settimana per pensare a ciò che sarebbe stato meglio fare o dire. Lì per lì, in tutta calma e padronanza di sé, vide ciò che era meglio fare e dire, e lo fece e lo disse. Quella calma non arriva perché i nervi sono freddi; Ha un'origine superiore. Deriva dal camminare con Dio e dal parlare con Lui; la vista del Suo trono, la conoscenza della Sua provvidenza; l'abitudine di chiedere istruzioni e di aspettarle, e di agire quando arrivano. (Richard Glover.)

10 CAPITOLO 28

2Cronache 28:10

Ma non ci sono forse con te e con te peccati contro il Signore tuo Dio?-Una domanda casalinga:-

Questa domanda è pertinente per...

1. Nazioni

2. Sette

3. Lezioni

4. Individui. Io...

(I.) Poni una domanda a casa a...

1. Il moralista

2. L'accusatore dei fratelli

3. L'esteriormente religioso

4. Coloro che non fanno professione di religione

5. Altre lezioni che potrei aver omesso. "Non sono forse con te i peccati contro il Signore tuo Dio?"

(II.)Poni una domanda di buon senso: "Chi sei tu che pensi di sfuggire alla punizione del peccato?"

(III.) Dai un piccolo consiglio

1. Lascia in pace le altre persone per quanto riguarda la ricerca di difetti

2. Trattatevi come siete stati abituati a trattare gli altri

3. Guardate agli interessi eterni delle vostre anime. (C. H. Spurgeon.)

Peccati domestici:

Un oggetto può essere posto così vicino all'occhio da sfuggire a ogni percezione distinta. Può essere messo a contatto così stretto con gli organi visivi da diventare completamente invisibile. Analoga a questa difficoltà naturale di un'attenta autoispezione è la generale incapacità o indisposizione degli uomini a formarsi una corretta stima del proprio carattere morale e spirituale. Considera-

(I.) Alcuni dei nostri privilegi e vantaggi distintivi

(II.)La questione solenne e terribile, come si riferisce...

1. Alle trasgressioni pubbliche, nazionali, legalizzate

(1) Mancanza di deferenza verso l'autorità suprema di Dio

(2) La profanazione del sabato, la sua deviazione dai suoi scopi appropriati su scala gigantesca, come esemplificato nelle nostre ferrovie, nelle nostre osterie e in vari dipartimenti di occupazione industriale

2. Ai peccati sociali e individuali

(1) Ubriachezza

(2) Impurità

(3) Bestemmia e profanità

(4) Coyetousness, competizione intensa e senza scrupoli di interessi

(5) Scetticismo vago e decisa infedeltà. (J. Davies, D.D.)

Un peccato domestico:

In una riunione della Missione per gli Stranieri a Londra, Lord Shaftesbury disse che ricordava di aver preso il tè con un noto socialista tedesco che proponeva le teorie più distruttive sulla società. Sua Signoria menzionò a questo tedesco un nobile che era uno degli uomini più ricchi del mondo. Il socialista ribolliva di indignazione e diceva che il possesso di tali ricchezze era una degradazione e una scandalosa rapina. Accorgendosi che portava una spilla di diamanti brillanti sul davanti della camicia, probabilmente del valore di 50 sterline, sua signoria gli disse: "Tu hai un diamante, vedo; ora, se stasera mi accompagnerete nella mia scuola cenciosa, vi mostrerò dei bambini cenciosi e senza scarpe, e se io dicessi: 'Ecco un diamante del valore di 50 sterline che questo signore indossa nella sua camicia', anche loro potrebbero ribollire di indignazione e dichiarare che è iniquo, scandaloso e un crimine. Egli rispose: "Ebbene, mio signore, questa volta mi avete".

19 CAPITOLO 28

2Cronache 28:19

Poiché l'Eterno ha umiliato Giuda a causa di Acaz, re d'Israele.-Il peccato di Acaz:

(I.) Vorrei attirare l'attenzione su alcuni punti speciali della storia di Acaz

1. Il re stesso era in modo particolare il trasgressore

2. Anche il popolo era trasgressore

3. Marco 1 peccati particolari enumerati nella storia

(1) C'era idolatria

(2) Ha sostituito un altare di uno strano modello all'altare del Signore Dio degli eserciti

(3) Ha confidato in un braccio di carne (vers. 16 e 21)

(4) Ha tentato di raggiungere il suo scopo conciliando i falsi dèi e denigrando il vero Dio

4. Marco le conseguenze di tutto questo: desolazione e rovina nazionale

(II.)Vediamo fino a che punto le nostre attuali circostanze come nazione sono parallele a quelle qui presentate

(III.) Due domande pratiche

1. Cosa si può fare con i nostri governanti?

2. Cosa si può fare con le nostre persone? (J. C. Goodhart, M.A.)

22 CAPITOLO 28

2Cronache 28:22-23

E nel tempo della sua angoscia egli peccò ancora di più contro il Signore.Quando si può dire che l'afflizione ha fallito il suo scopo:

(I.) Suppongo che abbiate messo il vostro cuore su un disegno caro, che vi siate soffermati su di esso a tal punto da trascurare per esso molti doveri sociali e tutti i vostri pensieri su Dio. Avete mancato di raggiungerlo e siete profondamente delusi. Se non hai imparato da allora in poi a sforzarti più sobriamente, a seminare, a costruire e a lavorare, e a non cercare il successo senza dire: "Padre, se ti sembra bene, non come voglio io, ma come vuoi tu"; Se sei ancora impegnato negli stessi progetti con lo stesso temperamento, o uno ancora più infatuato, allora l'angoscia ti è stata mandata invano: stai sacrificando agli dèi che ti hanno colpito; trasgredendo ancora di più contro il Signore

(II.)Supponete di essere stati colpiti da qualche malattia, mentale o fisica, la conseguenza non innaturale della dissipazione o della sconsideratezza, o della perversità, o cose simili. Se non hai imparato dal dispiacere di Dio; se non l'hai deciso con rinnovata salute camminerai in novità di vita; se sei tornato ai tuoi vecchi peccati con nuovo entusiasmo per esserne stato escluso per un certo tempo, allora l'angoscia che Dio ti ha mandato ti ha indurito e non ti ha addolcito. Voi state adorando gli idoli dei vostri cuori con una devozione che sarà più difficile che mai sostituire

(III.) O, in conclusione, supponi di aver ceduto al malumore e che Dio ti abbia punito con l'alienazione degli amici, con la rappresaglia da parte dei malvagi, con la diffidenza da parte di tutti. Questo ti ha spinto a governare l'impetuosità della passione, o a frenare la parola di rimprovero? O avete semplicemente trasformato il vostro spirito in un canale più scortese: cupezza, irritazione, misantropia? Se è così, l'angoscia e il castigo non hanno fatto il loro lavoro su di te. Come Acaz, anche tu peccherai ancora di più contro il Signore. (D. Hessey.)

La persistente malvagità di Acaz:

(I.) Un esempio lampante di persistente malvagità. Ha continuato a spingere di fronte a molte e potenti barriere poste sulla sua strada

1. Aveva un'ascendenza divina. «Oh, signore», disse un vecchio peccatore che si era avvicinato al suo ministro con grande angoscia, «pensare alle preghiere di mio padre e di mia madre, e poi al vile disgraziato che sono stato!»

2. Sembrerebbe che altre influenze simili continuassero a circondare Acaz nel suo stesso palazzo. La madre di suo figlio Ezechia era la figlia del saggio e buono Zaccaria

3. Dio si serve spesso della bontà per portare gli uomini al pentimento. Egli tentò questo su Acaz. In un momento di pericolo e di allarme, Isaia ricevette l'incarico di "dirgli: Attento e taci; Non temere, e non essere pusillanime".

4. Quando la bontà fallisce, è il modo di Dio di provare la severità

(II.)Che ne è stato di tutto questo?

1. La vita del re fu una vita di male, non di bene

2. Acaz fece male ad altri: "Fece Giuda nudo". «Se», dice il dottor South, «un uomo potesse essere malvagio e un furfante solo per se stesso, il male sarebbe tanto più tollerabile. Ma il caso è molto diverso. La colpa del crimine si accende su di noi, ma l'esempio di esso influenza una moltitudine. Questo è particolarmente vero se il criminale è degno di nota o di eminenza. Perché la caduta di un tale per ogni tentazione è come quella di una pietra principale o di una maestosa colonna che precipita da un'alta altura nel profondo fango della strada. Non solo si tuffa e affonda nella terra nera stessa: precipita o schizza anche tutto ciò che gli sta intorno, o vicino ad esso, quando cade".

3. Nel carattere e nell'influenza Acaz andò di male in peggio

4. È andato in una tomba senza onore e senza speranza. (Sermoni del club del lunedì.)

Peccato sotto la verga:

(I.) Acaz era figlio di un pio re di Giuda

(II.)Per la sua malvagità Dio lo visitò con una serie di tristi calamità

(III.) Vediamo qui la colpa e il pericolo di indurirci sotto la mano afflittrice di Dio

(IV.)Coloro che ricevono afflizioni possono diventare più ribelli sotto di esse

(V.)La colpa di qualsiasi approccio a tale condizione può essere facilmente vista

(VI.)Spetta a noi chiederci: quali sono stati gli effetti dei castighi di Dio su di noi? (W. H. Lewis, D.D.)

L'uso e il pericolo di disprezzare le afflizioni.-

(I.) L'uso delle afflizioni. La fine di tutte le dispensazioni divine verso l'umanità è la loro salvezza eterna, in sottomissione all'onore del Suo grande nome. Questo fine può essere raggiunto solo attraverso il pentimento, la fede e la santità. Lo scopo, quindi, di tutte le ordinanze, dispensazioni provvidenziali e mezzi di grazia, è quello di generare o rafforzare in noi questi tre rami del cristianesimo. Tra i vari mezzi di cui il Signore si serve a questo scopo, l'afflizione è uno dei principali. Il giusto uso delle afflizioni ci condurrà...

1. Umiliarci sotto la Sua mano potente

2. Attribuirgli la giustizia confessando i nostri peccati e riconoscendo la giustizia dei suoi rapporti con noi

3. Ritornare a Lui per mezzo di Gesù Cristo

4. Aderire a Lui con pieno proposito di cuore

5. Sottomettersi alla Sua volontà

6. Dipendere dalla Sua grazia e potenza

7. Camminare nelle Sue vie

(II.)Il caso terribile o coloro che li disprezzano e li maltrattano ( #Proverbi 29:1 ). Acaz trasgredì sempre di più. Troppi sono come lui Apocalisse 16:10, 11. (W. Richardson.)

Lezioni dalla vita di Acaz:

(I.) Che la condotta del peccato è continuamente discendente. Il peccato si propaga, ma non è riformatore

(II.)Che Dio è fedele nel controllare gli uomini in questa discesa verso il basso. Dio cerca sempre, con la Sua provvidenza e il Suo Spirito, di distogliere gli uomini da una condotta malvagia che finirà in rovina

(III.) Che se gli uomini non saranno fermati in una condotta malvagia, possono diventare notevoli esempi di punizione. (James Wolfendale.)

Cattive abitudini:

1. Le cattive abitudini si rafforzano con l'indulgenza

2. Il mondo aumenta il suo potere sui suoi devoti man mano che avanzano nella vita

3. I peccatori in età matura perdono la percezione della verità religiosa

4. C'è un limite alla resistenza divina. (Museo Biblico.)

23 CAPITOLO 28

2Cronache 28:23

Poiché gli dèi dei re di Siria li aiutano, io offrirò loro dei sacrifici.-Sostituti distruttivi:-

Non possiamo cercare di sostituire un dio con un altro, o di rattoppare la nostra teologia lacera prendendo in prestito e appropriandoci indebitamente delle idee del nemico. C'è una fonte alla quale possiamo attingere e attingere sempre, ed è la Bibbia. Non abbiamo mai conosciuto un uomo che si opponesse alla Bibbia e che ne avesse veramente compreso il significato interiore. Nessun uomo può dubitare dell'ispirazione della Bibbia se l'ha letta, non l'ha sfogliata al galoppo. Ma una volta persa la sensazione: "Sicuramente Dio è in questo libro: questo non è altro che il libro di Dio", e prendiamo il corso di Acaz; Scendiamo e vediamo cosa si sta facendo nel mondo. Un uomo è stato liberato dalla ricchezza, e noi cominciamo ad adorare l'idolo d'oro; un'altra è stata liberata da varie circostanze fittizie, e noi diventiamo immediatamente artefici nella vita, e cerchiamo di meccanizzare la vita e mettere in moto forze che possono cooperare l'una con l'altra e modificarsi a vicenda, e produrre un abbondante raccolto di buona fortuna per noi stessi. E dopo tutta questa fatica torniamo a casa esausti, indeboliti in ogni giuntura, soggetti di un crollo completo e disastroso. (J. Parker, D.D.)

Ma erano la sua rovina.-Alla ricerca di false ispirazioni:-

Quanti uomini si sono sbagliati nel cercare false ispirazioni o nel desiderare false benedizioni? Il giovane dice che domani ha un compito difficile, deve incontrare persone con le quali non ha simpatia e dalle quali non si aspetta quartiere; Costituzionalmente è nervoso, diffidente in se stesso, un po' spaventato da un certo aspetto della controversia; Perciò dice: "Mi fortificherò, prenderò del vino, il vino affretterà il flusso del mio sangue, ecciterà piacevolmente e utilmente i centri nervosi, e andrò avanti con coraggio e fiducia e farò del mio meglio"; ma fu la sua rovina. Ci sono altri che si sacrificheranno sull'altare delle apparenze. Sulla loro povertà metteranno un po' di straccio preso in prestito, nella speranza che gli osservatori guardino lo straccio e non la povertà, e li trattino come se occupassero una certa posizione sociale. Il falso orgoglio sarà la loro rovina. (Ibidem)

Aiuto costoso e fatale:

Acaz salì al trono quando aveva vent'anni. Fin dall'inizio capovolse la politica di suo padre e si gettò nelle braccia del partito pagano. Non cadde nell'idolatria per mancanza di buoni consigli. Il più grande dei profeti stava al suo fianco. Isaia gli rivolse rimostranze che avrebbero potuto far riflettere la più temeraria, e promesse che avrebbero potuto accendere la speranza e il coraggio in seno alla disperazione. Osea nel regno settentrionale, Michea in Giuda e altri nomi meno brillanti erano tra le stelle che brillavano anche in quella notte oscura. Ma la loro luce fu vana. Era pronto ad adorare qualsiasi cosa si chiamasse dio, eccettuando sempre Geova. Accolse Baal, Moloch, Rimmon e molti altri con un'impazienza indiscriminata che sarebbe stata ridicola se non fosse stata tragica. Da tutte le parti arrivarono gli invasori. Da nord, nord-est, est, sud-est, sud, sciamarono su di lui. Strapparono via le frange del suo regno; ed eserciti ostili ostentavano le loro bandiere sotto le mura stesse di Gerusalemme. E poi, nella sua disperazione, come uno scorpione in un cerchio di fuoco, si inflisse una ferita mortale invocando l'aiuto fatale dell'Assiria. Nulla di male, quella potenza guerriera rispose, disperse i suoi nemici meno formidabili, e poi inghiottì la preda che aveva strappato tra i denti degli Israeliti e dei Siri. Questo fu ciò che accadde all'abbandono del Dio dei suoi padri

(I.) Prima, quindi, lasciate che vi chieda di notare come questo racconto ci illustra la folla di vani aiutanti a cui un uomo deve rivolgersi quando volta le spalle a Dio. Se confrontiamo la narrazione del nostro capitolo con il parallelo del Secondo Libro dei Re, otteniamo un'immagine molto vivida dello strano miscuglio di idolatrie che essi introdussero. Questa storia ci illustra ciò che, ahimè! è fin troppo vero, sia su larga scala, per quanto riguarda la generazione in cui viviamo, sia sul campo più ristretto della nostra vita individuale. Guardate le cosiddette classi colte dell'Europa di oggi; allontanandosi, come molti di loro, dal Signore Dio dei loro padri; Che tipo di cose stanno adorando invece? Frammenti del buddismo, dei Veda, di qualsiasi libro sacro tranne la Bibbia; ciarlataneria, ciarlataneria, sogni e filosofie frammentarie messe insieme per cercare di formare un tutto, invece del tutto antiquato che si sono lasciati alle spalle. Ma guardate, inoltre, come la stessa cosa è vera per quanto riguarda la vita individuale degli uomini empi. Molti di noi stanno cercando di rimediare al fatto di non avere l'Uno cercando di fermare i nostri cuori sui molti. Ma nessun accumulo di insufficienze potrà mai fare una sufficienza. Non si può compensare Dio con una serie estesa di creature, non più di quanto una fila di figure che si estendeva da qui a Sirio e viceversa si avvicinerebbe all'infinito. Il fatto stesso della moltitudine di aiutanti è un segno che nessuno di loro è sufficiente. Non ci sono fine alle "cure" per il mal di denti, vale a dire, non ce ne sono. Consulta la tua esperienza. Qual è il significato dell'inquietudine e della distrazione che segna la vita della maggior parte degli uomini di questa generazione? Perché ti affretti dall'affare al dilettevole, dal piacere all'affare, fino a quando non è quasi più possibile avere un po' di tempo per pensare? Perché è perché uno dopo l'altro i vostri dèi si sono dimostrati insufficienti, e così devono essere costruiti nuovi altari per nuove idolatrie, e fatti nuovi esperimenti, di cui possiamo tranquillamente profetizzare che il risultato sarà quello vecchio. Stai cercando ciò che non troverai mai. Le tante perle che cerchi non ti basteranno mai. La vera ricchezza è Una, Una perla di grande valore

(II.)Quindi, notate ancora una volta, come questa storia insegni il pesante costo dell'aiuto di questi aiutanti. Acaz aveva, come pensava, due corde al suo arco. Aveva gli dèi di Damasco e, lassù, di altri paesi lassù, aveva quaggiù il re d'Assiria. Entrambi esigero condizioni onerose prima di muovere un piede in suo aiuto. Quanto al conquistatore del nord, tutte le ricchezze del re, dei principi e del tempio furono inviate in Assiria come prezzo del suo dannoso aiuto. Compri l'aiuto di questo mondo a un prezzo inferiore, fratello mio? Non si ottiene nulla per niente in quel mercato. È un prezzo elevato che devi pagare prima che questi mercenari vengano a combattere al tuo fianco. Ecco un uomo che "ha successo nella vita", come la chiamiamo noi. Quanto gli costa? Bene! Gli è costata la soppressione, l'atrofia per disuso di molte capacità della sua anima che erano molto più alte e più nobili di quelle che sono state esercitate nel suo successo. Gli è costato tutti i suoi giorni; Forse gli è costato l'estinzione delle generose simpatie e l'incentivazione di un malsano egoismo. Ah! Ha comprato molto cara la sua prosperità. Ci sono alcuni di voi che sanno quanto vi è costato quello che chiamate godimento. Alcuni di noi hanno comprato il piacere al prezzo dell'innocenza, della dignità morale, dei ricordi macchiati, dell'immaginazione inquinata. Il mondo ha un modo per ottenere da te più di quanto ti dà. Agisce meglio, se non siete uomini e donne cristiani, che siate uomini d'affari, devoti al piacere, alla ricerca della cultura e della raffinatezza o qualsiasi altra cosa, avete dato il cielo per avere la terra. È un buon affare? È molto più saggio di quello di un'orda di selvaggi nudi che vendono un grande tratto di bel paese, con scogliere aurifere, per una bottiglia di rum e un metro o due di calicò?

(III.) Infine, possiamo trarre da questa storia un'illustrazione della fatale falsità dell'aiuto del mondo. Acaz si impoveriva per comprare le spade mercenarie dell'Assiria, e le ottenne; ma, come si dice nel racconto, "Il re venne da lui e lo angustiò, ma non lo rafforzò". All'inizio aiutò Acaz. Disperse gli eserciti di cui il re di Giuda aveva paura come pula, con il suo attacco feroce e disciplinato. E poi, dopo averli scacciati dalla preda sanguinante, vi mise sopra la zampa e ringhiò: "Mio!" E dove colpiva gli artigli c'era poca più speranza di vita per la creatura prostrata sotto di lui. Ah! Ed è quello che questo mondo fa sempre. Una vita atea ha nel migliore dei casi solo una soddisfazione parziale, e questa soddisfazione parziale diminuisce presto. Il terribile potere dell'abitudine, se non ci fosse altra ragione, toglie ogni gratificazione se non nella misura in cui Dio è in essa. Nulla conserva pienamente il suo potere di soddisfare. Nulla ha questo potere in modo assoluto, in nessun momento: ma anche la misura di esso che uno qualsiasi dei nostri possedimenti o delle nostre occupazioni può avere per un certo tempo, presto, o in ogni caso per gradi, passa. E non dimenticate che, per quanto parziali e transitorie siano queste soddisfazioni, esse derivano ciò che in esse c'è il potere di aiutare e di soddisfare solo dal silenzio delle nostre coscienze, e dal nostro successo nel saper escludere le realtà. Una parola di coscienza, un tocco di riflessività risvegliata, uno sguardo alla fine: la bara e il sudario e ciò che viene dopo, uccidono le tue soddisfazioni mondane con la stessa certezza con cui quella neve che cade schiaccerebbe una farfalla vaporosa dalle ali leggere che aveva danzato ai piedi della scogliera. I tuoi gioielli sono tutti imitazioni. Questi aiutanti fatali arrivano come amici e alleati, e si fermano come padroni. Acaz e un centinaio di altri principi deboli hanno tentato la politica di inviare una forte potenza straniera per disperdere i loro nemici, e si è sempre rivelata in un modo. Lo straniero è arrivato e si è fermato. L'ausiliare è diventato il signore, e colui che lo ha chiamato in suo aiuto diventa il suo tributario. Ah! e così è per tutte le cose di questo mondo. Ecco una piacevole indulgenza che chiamo in mio aiuto con leggerezza e spensieratezza. È molto gradevole e fa quello che volevo, e ci riprovo. Eppure risponde alla mia chiamata. E poi, dopo un po', dico: "Sto per rinunciare", e non ci riesco. Ho portato un maestro quando pensavo di portare solo un alleato che potevo congedare quando volevo. (A. Maclaren, D.D.)

Riferimenti incrociati:

2Cronache 28

1 2Re 16:1,2-20; 1Cron 3:13; Is 1:1; 7:1-12; Os 1:1; Mic 1:1; Mat 1:9
2Cron 17:3

2 2Cron 21:6; 22:3,4; 1Re 16:31-33; 2Re 10:26-28
Eso 34:17; Lev 19:4
Giudic 2:11,13; Os 2:13,17

3 2Re 23:10; Ger 7:31,32; 19:2-6,13
2Cron 33:6; Lev 18:21; 2Re 16:3; Sal 106:37,38; Ger 2:34; 32:35; Ez 16:20,21; Mic 6:7
2Cron 33:2; De 12:31

4 Lev 26:30; De 12:2,3; 2Re 16:4

5 2Cron 36:5; Eso 20:2,3
2Cron 24:24; 33:11; 36:17; Giudic 2:14; 2Re 16:5,6; Is 7:1,6

6 2Re 15:27,37; Is 7:4,5,9; 9:21
2Cron 13:17
2Cron 15:2; De 6:14,15; 28:15,25; 29:24-26; 31:16,17; 32:20; Gios 23:16; 24:20; Is 1:28; 24:5,6; Ger 2:19; 15:6

7 Ge 41:43; 43:12,15; Est 10:3

8 De 28:25,41
2Cron 11:4; At 7:26; 13:26

9 2Cron 19:1,2; 25:15,16; 1Re 20:13,22,42; 2Re 20:14,15
2Cron 28:5; Giudic 3:8; Sal 69:26; Is 10:5-7; 47:6; Ger 15:17,18; Ez 25:12-17; 26:2,3; Abd 1:10-16; Zac 1:15
Ge 4:10; 11:4; Esd 9:6; Ap 18:5

10 Lev 25:39-46
Ger 25:29; Mat 7:2-4; Rom 12:20,21; 1P 4:17,18
2Cron 28:5

11 Is 58:6; Ger 34:14,15; Eb 13:1-3
Esd 10:14; Mat 5:7; 7:2; Giac 2:13

12 1Cron 28:1
Ger 26:6

13 Nu 32:14; Gios 22:17,18; Mat 23:32,35; Rom 2:5

15 2Cron 28:12
Giob 31:15-23; Is 58:7; Mat 25:35-45; At 9:39; 1Ti 5:10; Giac 2:15,16; 1G 3:17,18
2Re 6:22; Prov 25:21,22; Lu 6:27; 8:27,35; Rom 12:20,21
Rom 15:1
De 34:3; Giudic 1:16

16 2Re 16:5-7; Is 7:1-9,17

17 2Cron 25:11,12; Lev 26:18; Abd 1:10,13,14

18 Ez 16:27,57
Gios 15:10; 1Sa 6:9
2Cron 11:10
Gios 15:41
Gios 15:48
Giudic 14:1

19 De 28:43; 1Sa 2:7; Giob 40:12; Sal 106:41-43; Prov 29:23
Os 5:11; Mic 6:16
2Cron 21:2
Ge 3:7,11; Eso 32:25; Ap 3:17,18; 16:15

20 2Re 15:29; 16:7-10
1Cron 5:26; Os 5:13
2Re 17:5; Is 7:20; 30:3,16; Ger 2:37

21 2Cron 12:9; 2Re 18:15,16; Prov 20:25

22 2Cron 33:12; Sal 50:15; Is 1:5; Ez 21:13; Os 5:15; Ap 16:9-11
Est 7:6; Sal 52:7

23 2Cron 25:14; 2Re 16:12,13
Abac 1:11
Ger 10:5; 44:15-18
Is 1:28; Ger 44:20-28; Os 13:9

24 2Re 16:17,18; 25:13-17
2Cron 29:3,7
2Cron 33:3-5; Ger 2:28; Os 12:11; At 17:16,23

25 2Cron 28:3

26 2Cron 20:34; 27:7-9; 2Re 16:19,20

27 2Cron 21:20; 26:23; 33:20; 1Sa 2:30; Prov 10:7

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