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Commentario:Atti 20:17Mandò in Efeso a far chiamare gli anziani L'apostolo, che si dispone a fare il suo gran viaggio d'Occidente dal quale non ha speranza di tornare, non vuol lasciare le rive dell'Asia, di quell'Asia dove ha lavorato per più di dieci anni, senza accommiatarsi dalla chiesa, in mezzo alla quale s'è trovato ultimamente; ma temendo che finirà col trattenercisi troppo, se ci va di persona, ei fa in modo d'avere invece un abboccamento con gli anziani della chiesa. Gli anziani. La parola dell'originale è qui presbiteri. Nel seguito del discorso, questi stessi anziani sono chiamati vescovi Atti 20:28; vale a dire, sorveglianti. Questo prova all'evidenza che, per Luca e per i suoi tempi, i due nomi, l'uno d'origine giudaica (anziani) e l'altro usato fra i greci (vescovi) sono equivalenti. L'opinione conaria, difesa dalla tradizione cattolico-romana, che afferma quello che tutti sanno a proposito dell'episcopato, e che a datare dal secondo secolo è divenuta la forma regolare della costituzione ecclesiastica, non regge di fronte al nostro testo e ad altri passi analoghi Tito 1:5,7; Filippesi 1:1. Cotesta tradizione pretende che qui non si tratti solo degli anziani d'Efeso, ma anche dei vescovi di tutte le altre chiese della provincia (Vedi Atti 14:23). Riferimenti incrociati:Atti 20:17At 20:28; 11:30; 14:23; 15:4,6,23; 16:4; 1Ti 5:17; Tit 1:5; Giac 5:14; 1P 5:1; 2G 1:1; 3G 1:1 Dimensione testo: |