Nuova Riveduta:

Atti 9

La conversione di Saulo
At 22:3-16; 26:9-20; Ga 1:11-16; 1Ti 1:12-16
1 Saulo, sempre spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2 e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato dei seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme.
3 E durante il viaggio, mentre si avvicinava a Damasco, avvenne che, all'improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo 4 e, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?» 5 Egli domandò: «Chi sei, Signore?» E il Signore: «Io sono Gesù, che tu perseguiti. 6 Àlzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero fermi, senza parole, perché udivano la voce ma non vedevano nessuno. 8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, conducendolo per mano, lo portarono a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
10 Or a Damasco c'era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: «Anania!» Egli rispose: «Eccomi, Signore». 11 E il Signore a lui: «Àlzati, va' nella strada chiamata "Diritta" e cerca in casa di Giuda uno di Tarso chiamato Saulo; poiché ecco, egli è in preghiera 12 e ha visto in visione un uomo chiamato Anania entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista». 13 Ma Anania rispose: «Signore, ho sentito dire da molti, riguardo a quest'uomo, quanto male abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. 14 E qui ha ricevuto autorità dai capi dei sacerdoti per incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re e ai figli d'Israele; 16 perché io gli mostrerò quanto debba soffrire per il mio nome».
17 Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo». 18 In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle squame, e ricuperò la vista; poi, alzatosi, fu battezzato. 19 E, dopo aver preso cibo, gli ritornarono le forze. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco 20 e si mise subito a predicare Gesù nelle sinagoghe, affermando che egli è il Figlio di Dio. 21 Tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua con lo scopo di condurli incatenati ai capi dei sacerdoti?» 22 Ma Saulo si fortificava sempre di più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

Saulo a Gerusalemme e a Tarso; il persecutore perseguitato
2Co 11:32-33 (Ga 1:18-24; At 22:17-21)
23 Parecchi giorni dopo, i Giudei deliberarono di ucciderlo; 24 ma Saulo venne a conoscenza del loro complotto. Essi facevano persino la guardia alle porte, giorno e notte, per ucciderlo; 25 ma i discepoli lo presero di notte e lo calarono dalle mura dentro una cesta.
26 Quando fu giunto a Gerusalemme, tentava di unirsi ai discepoli; ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo. 27 Allora Barnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come a Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. 28 Da allora Saulo andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore; 29 discorreva pure e discuteva con gli Ellenisti; ma questi cercavano di ucciderlo. 30 I fratelli, saputolo, lo condussero a Cesarea e di là lo mandarono a Tarso.
31 Così la chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, aveva pace ed era edificata; e, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di numero.

Enea, il paralitico guarito da Pietro
Mr 2:3-12; At 3:1-16
32 Avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai santi residenti a Lidda. 33 Là trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva paralitico in un letto. 34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto». Egli subito si alzò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore.

Tabita risuscitata da Pietro
Lu 7:11-17; 1R 17:17-24; 2R 4:18-37; At 20:7-12
36 A Ioppe c'era una discepola, di nome Tabita, che tradotto vuol dire «Gazzella»: ella faceva molte opere buone ed elemosine. 37 Proprio in quei giorni si ammalò e morì. E, dopo averla lavata, la deposero in una stanza di sopra. 38 Poiché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, mandarono due uomini per pregarlo: «Non esitare a venire da noi». 39 Pietro allora si alzò e partì con loro. Appena arrivato, lo condussero nella stanza di sopra; e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva mentre era con loro. 40 Ma Pietro, fatti uscire tutti, si mise in ginocchio e pregò; e, voltatosi verso il corpo, disse: «Tabita, àlzati». Ella aprì gli occhi; e, visto Pietro, si mise seduta. 41 Egli le diede la mano e la fece alzare; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. 42 Ciò fu risaputo in tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. 43 Pietro rimase molti giorni a Ioppe, presso un certo Simone, conciatore di pelli.

C.E.I.:

Atti 9

1 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. 3 E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». 5 Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! 6 Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. 8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
10 Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». 11 E il Signore a lui: «Su, va' sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, 12 e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». 13 Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14 Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore disse: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; 16 e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». 17 Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». 18 E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, 19 poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, 20 e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. 21 E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?». 22 Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. 23 Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; 24 ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo; 25 ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta.
26 Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. 27 Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. 28 Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore 29 e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. 30 Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
31 La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.
32 E avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti, si recò anche dai fedeli che dimoravano a Lidda. 33 Qui trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva su un lettuccio ed era paralitico. 34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto». E subito si alzò. 35 Lo videro tutti gli abitanti di Lidda e del Saròn e si convertirono al Signore.
36 A Giaffa c'era una discepola chiamata Tabità, nome che significa «Gazzella», la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. 37 Proprio in quei giorni si ammalò e morì. La lavarono e la deposero in una stanza al piano superiore. 38 E poiché Lidda era vicina a Giaffa i discepoli, udito che Pietro si trovava là, mandarono due uomini ad invitarlo: «Vieni subito da noi!». 39 E Pietro subito andò con loro. Appena arrivato lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. 40 Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi rivolto alla salma disse: «Tabità, alzati!». Ed essa aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. 41 Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i credenti e le vedove, e la presentò loro viva.
42 La cosa si riseppe in tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. 43 Pietro rimase a Giaffa parecchi giorni, presso un certo Simone conciatore.

Nuova Diodati:

Atti 9

Conversione di Saulo sulla via di Damasco
1 Saulo intanto, spirando ancora minacce e strage contro i discepoli del Signore, si recò dal sommo sacerdote, 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco affinché, se avesse trovato alcun seguace della Via, uomini o donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme. 3 Or avvenne che, mentre era in cammino e si avvicinava a Damasco, all'improvviso una luce dal cielo gli folgorò d'intorno. 4 E, caduto a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». 5 Ed egli disse: «Chi sei, Signore?». E il Signore disse: «Io sono Gesù, che tu perseguiti; ti è duro recalcitrare contro i pungoli». 6 Allora egli, tutto tremante e spaventato, disse: «Signore, che vuoi ch'io faccia?». E il Signore: «Alzati ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che devi fare». 7 Or gli uomini che viaggiavano con lui si fermarono attoniti, perché udivano il suono della voce, ma non vedevano alcuno. 8 Poi Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva alcuno; allora prendendolo per mano, lo condussero in Damasco. 9 E rimase tre giorni senza vedere, nei quali né mangiò né bevve. 10 Or a Damasco vi era un discepolo di nome Anania, al quale il Signore disse in visione: «Anania!». Ed egli rispose: «Eccomi, Signore!». 11 E il Signore a lui: «Alzati e recati nella strada detta Diritta, e cerca in casa di Giuda un uomo di Tarso di nome Saulo, che sta pregando; 12 egli ha visto in visione un uomo, di nome Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista». 13 Allora Anania rispose: «Signore, io ho sentito molti parlare di quest'uomo di quanto male ha fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. 14 E qui ha l'autorizzazione dai capi dei sacerdoti, di imprigionare tutti coloro che invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore gli disse: «Va', perché costui è uno strumento da me scelto per portare il mio nome davanti alle genti, ai re e ai figli d'Israele. 16 Poiché io gli mostrerò quante cose egli deve soffrire per il mio nome». 17 Anania dunque andò ed entrò in quella casa; e, imponendogli le mani, disse: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno di Spirito Santo». 18 In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e riacquistò la vista; poi si alzò e fu battezzato.

Il persecutore perseguitato
19 E, dopo aver preso cibo, egli ricuperò le forze. Poi Saulo rimase alcuni giorni con i discepoli che erano a Damasco. 20 E subito si mise a predicare il Cristo nelle sinagoghe, proclamando che egli è il Figlio di Dio. 21 E tutti quelli che lo udivano stupivano e dicevano: «Non è costui quel tale che a Gerusalemme perseguitava tutti coloro che invocavano questo nome, ed è venuto qui col preciso scopo di condurli prigionieri dai capi dei sacerdoti?». 22 Ma Saulo confondeva i Giudei che abitavano a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. 23 Molti giorni dopo, i Giudei si consultarono assieme per ucciderlo. 24 Ma il loro complotto venne a conoscenza di Saulo. Or essi facevano la guardia alle porte, giorno e notte, per poterlo uccidere; 25 allora i discepoli lo presero di notte e lo calarono giù dalle mura dentro una cesta. 26 Giunto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli, ma avevano tutti paura di lui, non potendo credere che egli fosse un discepolo. 27 Allora Barnaba lo prese e lo condusse dagli apostoli, e raccontò loro come egli, lungo la strada, aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come a Damasco aveva parlato con franchezza nel nome di Gesù. 28 Così egli rimase con loro a Gerusalemme, andando e venendo, e parlava con franchezza nel nome del Signore Gesù. 29 Egli parlava anche e discuteva con gli ellenisti; ma essi cercavano di ucciderlo. 30 I fratelli però, venuti a conoscenza di questo, lo condussero a Cesarea e di là lo mandarono a Tarso. 31 Così le chiese in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria avevano pace ed erano edificate. E, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicavano.

Guarigione di Enea; risurrezione di Tabitha
32 Or avvenne che, mentre Pietro percorreva tutto il paese, venne anche dai santi che abitavano a Lidda. 33 Qui trovò un uomo di nome Enea che già da otto anni giaceva in un letto, perché era paralitico. 34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù, il Cristo, ti guarisce; alzati e rifatti il letto». Ed egli subito si alzò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore. 36 Or in Ioppe c'era una discepola di nome Tabitha, che significa Gazzella; ella faceva molte buone opere e molte elemosine. 37 Or avvenne in quei giorni che ella si ammalò e morì. Dopo averla lavata, fu posta in una stanza al piano superiore. 38 E, poiché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini per pregarlo di venire da loro senza indugio. 39 Pietro dunque si alzò e partì con loro. Appena giunse, lo condussero nella stanza di sopra; tutte le vedove si presentarono a lui piangendo e gli mostrarono tutte le tuniche e le vesti che Gazzella faceva, mentre era con loro. 40 Pietro allora, fatti uscire tutti, si pose in ginocchio e pregò. Poi, rivoltosi al corpo, disse: «Tabitha, alzati!». Ed ella aprì gli occhi e, visto Pietro, si mise a sedere. 41 Egli le diede la mano e l'aiutò ad alzarsi; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. 42 La cosa fu risaputa per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. 43 E Pietro rimase a Ioppe parecchi giorni, in casa di un certo Simone, conciatore di pelli.

Riveduta 2020:

Atti 9

La conversione di Saulo
(Atti 22:1-16; 26:9-18)
1 Saulo, sempre spirante minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si recò dal sommo sacerdote 2 e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco, affinché, se avesse trovato quelli che seguivano la Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme.
3 E, mentre era in viaggio e si avvicinava a Damasco, avvenne che, d'improvviso, sfolgorò intorno a lui una luce dal cielo. 4 E, caduto in terra, udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. 5 Ed egli disse: “Chi sei, Signore?”. E il Signore: “Io sono Gesù che tu perseguiti. [Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo”. 6 Ed egli, tutto tremante e spaventato, disse: “Signore, che vuoi tu che io faccia?”. E il Signore gli disse:] Alzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”. 7 Gli uomini che facevano il viaggio con lui rimasero attoniti, udendo la voce, ma non vedendo nessuno. 8 Saulo si alzò da terra, ma, quando aprì gli occhi, non vedeva nulla e quelli, conducendolo per mano, lo condussero a Damasco. 9 Per tre giorni rimase senza vedere e non mangiò né bevve.
10 Ora a Damasco c'era un discepolo di nome Anania; e il Signore gli disse in visione: “Anania!”. Ed egli rispose: “Eccomi, Signore”. 11 E il Signore a lui: “Alzati, vattene nella strada detta 'Diritta' e cerca in casa di Giuda un uomo chiamato Saulo, da Tarso, poiché, ecco, egli è in preghiera 12 e ha visto un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché recuperi la vista”. 13 Ma Anania rispose: “Signore, io ho sentito dire da molti di quest'uomo, quanti mali abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. 14 E qui ha ricevuto autorità dai capi sacerdoti d'incatenare tutti quelli che invocano il tuo nome”. 15 Ma il Signore gli disse: “Va', perché egli è uno strumento che ho scelto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ai re e ai figli d'Israele, 16 poiché io gli mostrerò quante cose debba soffrire per il mio nome”. 17 Allora Anania andò, entrò in quella casa e, avendogli imposte le mani, disse: “Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu recuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo”. 18 In quell'istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie e recuperò la vista; poi, alzatosi, fu battezzato. 19 E, avendo preso cibo, riacquistò le forze. Saulo rimase alcuni giorni con i discepoli che erano a Damasco 20 e subito si mise a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio. 21 Tutti quelli che lo udivano si meravigliavano e dicevano: “Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed è venuto qui allo scopo di condurli incatenati ai capi sacerdoti?”. 22 Ma Saulo si fortificava sempre di più e confondeva i Giudei che abitavano a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.

Saulo a Gerusalemme e a Tarso. Il persecutore perseguitato
23 Passati molti giorni, i Giudei si misero d'accordo per ucciderlo, 24 ma Saulo venne a conoscenza del loro complotto. Essi facevano perfino la guardia alle porte, giorno e notte, per ucciderlo, 25 ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono giù dalle mura in una cesta.
26 Quando fu giunto a Gerusalemme, tentava di unirsi ai discepoli, ma avevano tutti paura di lui, non credendo che egli fosse un discepolo. 27 Allora Barnaba, presolo con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, lungo la strada, aveva visto il Signore e il Signore gli aveva parlato, e come a Damasco aveva predicato con franchezza nel nome di Gesù. 28 Da allora Saulo andava e veniva con loro in Gerusalemme e predicava con franchezza nel nome del Signore; 29 discorreva pure e discuteva con gli Ellenisti, ma questi cercavano di ucciderlo. 30 I fratelli, avendolo saputo, lo condussero a Cesarea e di là lo mandarono a Tarso.
31 Così la Chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria aveva pace, essendo edificata, e, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava.

La guarigione di Enea
32 Avvenne che, mentre Pietro andava a far visita a tutti, venne anche dai santi che abitavano a Lidda. 33 Là trovò un uomo chiamato Enea, che già da otto anni giaceva in un lettuccio, essendo paralitico. 34 E Pietro gli disse: “Enea, Gesù Cristo ti sana; alzati e rifatti il letto”. Ed egli subito si alzò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore.

Tabita riportata in vita da Pietro
36 A Ioppe c'era una certa discepola chiamata Tabita, che, interpretato, vuol dire “Gazzella”; ella faceva molte opere buone ed elemosine. 37 Proprio in quei giorni si ammalò e morì. E, dopo averla lavata, la posero in una sala di sopra. 38 Poiché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, gli mandarono due uomini per pregarlo che andasse da loro senza indugio. 39 Pietro allora si alzò e partì con loro. E, come fu giunto, lo condussero nella sala di sopra e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentre era con loro. 40 Ma Pietro, messi tutti fuori, si mise in ginocchio, pregò e, voltatosi verso il corpo, disse: “Tabita, alzati”. Ed ella aprì gli occhi e, visto Pietro, si mise a sedere. 41 Egli le diede la mano e la sollevò; poi, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. 42 Ciò fu risaputo in tutta Ioppe e molti credettero nel Signore. 43 Pietro rimase molti giorni a Ioppe, presso un certo Simone, conciatore di pelli.

La Parola è Vita:

Atti 9

«Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»
1 Intanto Saulo, pieno di rabbia e tutto teso a perseguitare i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote di Gerusalemme, 2 per chiedergli delle lettere per le sinagoghe di Damasco. Erano lettere che lo autorizzavano ad arrestare tutti i credenti, che avesse trovato a Damasco, uomini e donne, per portarli in catene a Gerusalemme.
3 Durante il viaggio, quando era già vicino a Damasco, improvvisamente una luce dal cielo gli sfolgorò davanti. 4 Saulo cadde a terra e udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»
5 «Chi sei, Signore?» chiese Saulo. E la voce rispose: «Sono Gesù, quello che stai perseguitando! 6 Ora àlzati e vai in città; là c'è qualcuno che ti dirà ciò che devi fare».
7 Gli uomini che erano con Saulo rimasero senza parole per la sorpresa, perché sentivano bene la voce, ma non vedevano nessuno. 8 Saulo si alzò da terra, e, quando aprì gli occhi s'accorse d'essere cieco. Allora fu portato per mano a Damasco, dove rimase tre giorni, completamente cieco, senza mangiare né bere.
9  10 In quel periodo viveva a Damasco un cristiano, un certo Ananìa. Durante una visione, il Signore lo chiamò: «Ananìa!»
«Eccomi, Signore!» rispose lui.
11 «Vai per la strada chiamata "Dritta"», proseguì il Signore, «troverai la casa di un certo Giuda. Chiedi di Saulo di Tarso. Sta pregando proprio ora, perché 12 gli ho mostrato in visione un uomo di nome Ananìa che va ad imporgli le mani, perché recuperi la vista!»
13 «Ma Signore», obiettò Ananìa, «ho sentito raccontare da molti quanto male abbia fatto quest'uomo ai credenti di Gerusalemme! 14 So anche che è stato autorizzato dai capi sacerdoti ad arrestare qui tutti quelli che invocano il tuo nome!»
15 Ma il Signore disse: «Vai a fare ciò che t'ho detto. Perché Saulo è lo strumento che ho scelto, per portare il messaggio agli stranieri, ai re e al popolo d'Israele. 16 Io stesso gli mostrerò quanto dovrà soffrire per amor mio!»
17 Così Ananìa andò, e trovò Saulo su cui pose le mani, dicendo: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso per strada, mi ha mandato da te, perché tu sia pieno di Spirito Santo e recuperi la vista!»
18 In quel momento fu come se delle scaglie cadessero dagli occhi di Saulo, che all'istante recuperò la vista. Egli si fece subito battezzare e, 19 dopo aver mangiato, riacquistò le forze. Rimase alcuni giorni a Damasco con i credenti, 20 e subito dopo si mise a predicare nelle sinagoghe il Vangelo di Gesù, figlio di Dio.
21 Tutti quelli che l'udivano restavano di stucco. «Ma non è quello che a Gerusalemme perseguitava così spietatamente proprio i seguaci di Gesù?» si chiedevano. «Pensavamo fosse venuto qui per arrestare tutti i cristiani e portarli in catene dai capi sacerdoti!»
22 Mentre predicava, il fervore di Saulo aumentava sempre più, e confondeva i Giudei di Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo.
23 Trascorsi molti giorni, i capi giudei si misero d'accordo per ucciderlo, 24 ma Saulo fu informato del loro piano. Per riuscire ad ammazzarlo, i Giudei facevano perfino la guardia alle porte della città, giorno e notte. 25 Ma una notte alcuni credenti presero Saulo e lo calarono in una cesta giù dal muro di cinta.
26 Giunto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi ai discepoli di Gesù, ma tutti avevano paura di lui, perché non potevano credere che fosse davvero convertito. 27 Allora Bàrnaba lo portò dagli apostoli e raccontò loro come Saulo avesse visto il Signore sulla via di Damasco, ciò che il Signore gli aveva detto e come predicava con fervore nel nome di Gesù. 28 Da allora Saulo fu accolto fra di loro. Andava e veniva con i credenti a Gerusalemme, 29 e predicava senza peli sulla lingua nel nome del Signore Gesù. S'intratteneva anche con gli Ellenisti, con cui spesso discuteva; ma costoro, ad un certo punto, cercarono d'ucciderlo. 30 Quando gli altri credenti seppero del pericolo che stava correndo, condussero Saulo a Cesarèa, e da là lo rimandarono a casa sua, a Tarso.
31 Intanto la Chiesa viveva in pace in tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, e cresceva in forza e numero. I credenti imparavano a vivere nel timore del Signore e con l'aiuto dello Spirito Santo.

Due miracoli straordinari.
32 Mentre Pietro visitava, viaggiando da un posto all'altro, i credenti, giunse anche dai fedeli della città di Lidda. 33 Qui incontrò un uomo di nome Enea, che da otto anni era paralizzato e costretto in un letto.
34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce! Àlzati e rifatti il letto!» Subito l'uomo si alzò. 35 Vedendo Enea camminare, tutti gli abitanti di Lidda e di Saròn si convertirono al Signore.
36 Nella città di Giaffa c'era una discepola di nome Tabità, (che significa Gazzella), che non si risparmiava nelle buone opere, specialmente verso i poveri. 37 Proprio in quel periodo Tabità s'ammalò e morì. I suoi amici la prepararono per il funerale. Dopo averla lavata, la composero in una stanza del piano di sopra. 38 Siccome Giaffa era poco lontana da Lidda, quando i credenti di Giaffa vennero a sapere che Pietro era a Lidda, mandarono due uomini a chiedergli subito di andare da loro. 39 Pietro li seguì. Non appena arrivò, lo portarono di sopra, dove giaceva Tabità. La camera era piena di vedove che, piangendo, mostrarono a Pietro i mantelli e gli altri indumenti che Tabità aveva fatto quando era ancora con loro. 40 Allora Pietro fece uscire tutti dalla stanza; poi si inginocchiò e pregò. Rivolgendosi al corpo esanime disse: «Àlzati, Tabità!» A queste parole, la donna aprì gli occhi e, quando vide Pietro, si sedette. 41 L'apostolo le diede la mano e l'aiutò ad alzarsi, poi chiamò gli altri credenti e le vedove, a cui la presentò viva e vegeta!
42 La notizia della resurrezione di Tabità si sparse velocemente per tutta Giaffa, e molti credettero nel Signore. 43 Pietro rimase à Giaffa per parecchi giorni, in, casa di un certo Simone, che lavorava il cuoio.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Atti 9

La conversione di Saulo
(Atti 22:1-16; 26:9-18)
1 Or Saulo, tuttora spirante minaccia e strage contro i discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote, 2 e gli chiese delle lettere per le sinagoghe di Damasco, affinché, se ne trovasse di quelli che seguivano la nuova via, uomini e donne, li potesse menar legati a Gerusalemme. 3 E mentre era in cammino, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli sfolgorò d'intorno. 4 Ed essendo caduto in terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 5 Ed egli disse: Chi sei, Signore? E il Signore: Io son Gesù che tu perseguiti; 6 ma lèvati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare. 7 Or gli uomini che faceano il viaggio con lui ristettero attoniti, udendo ben la voce, ma non vedendo alcuno. 8 E Saulo si levò da terra; ma quando aprì gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, menandolo per la mano, lo condussero a Damasco. 9 E rimase tre giorni senza vedere, e non mangiò né bevve. 10 Or in Damasco v'era un certo discepolo, chiamato Anania; e il Signore gli disse in visione: Anania! Ed egli rispose: Eccomi, Signore. 11 E il Signore a lui: Lèvati, vattene nella strada detta Diritta e cerca, in casa di Giuda, un uomo chiamato Saulo, da Tarso; poiché ecco, egli è in preghiera, 12 e ha veduto un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista. 13 Ma Anania rispose: Signore, io ho udito dir da molti di quest'uomo, quanti mali abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. 14 E qui ha potestà dai capi sacerdoti d'incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome. 15 Ma il Signore gli disse: Va', perché egli è uno strumento che ho eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ed ai re, ed ai figliuoli d'Israele; 16 poiché io gli mostrerò quante cose debba patire per il mio nome. 17 E Anania se ne andò, ed entrò in quella casa; e avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo. 18 E in quell'istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e ricuperò la vista; poi, levatosi, fu battezzato. 19 E avendo preso cibo, riacquistò le forze.

Il persecutore perseguitato
E Saulo rimase alcuni giorni coi discepoli che erano a Damasco. 20 E subito si mise a predicar nelle sinagoghe che Gesù è il Figliuol di Dio. 21 E tutti coloro che l'udivano, stupivano e dicevano: Non è costui quel che in Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed è venuto qui allo scopo di menarli incatenati ai capi sacerdoti? 22 Ma Saulo vie più si fortificava e confondeva i Giudei che abitavano a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. 23 E passati molti giorni, i Giudei si misero d'accordo per ucciderlo; 24 ma il loro complotto venne a notizia di Saulo. Essi facevan perfino la guardia alle porte, giorno e notte, per ucciderlo; 25 ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono a basso giù dal muro in una cesta. 26 E quando fu giunto a Gerusalemme, tentava d'unirsi ai discepoli; ma tutti lo temevano, non credendo ch'egli fosse un discepolo. 27 Ma Barnaba, presolo con sé, lo menò agli apostoli, e raccontò loro come per cammino avea veduto il Signore e il Signore gli avea parlato, e come in Damasco avea predicato con franchezza nel nome di Gesù. 28 Da allora, Saulo andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore; 29 discorreva pure e discuteva con gli Ellenisti; ma questi cercavano d'ucciderlo. 30 E i fratelli, avendolo saputo, lo condussero a Cesarea, e di là lo mandarono a Tarso. 31 Così la Chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria avea pace, essendo edificata; e camminando nel timor del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava.

Guarigione di Enea e risurrezione di Tabita
32 Or avvenne che Pietro, andando qua e là da tutti, venne anche ai santi che abitavano in Lidda. 33 E quivi trovò un uomo, chiamato Enea, che già da otto anni giaceva in un lettuccio, essendo paralitico. 34 E Pietro gli disse: Enea, Gesù Cristo ti sana; lèvati e rifatti il letto. Ed egli subito si levò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e del pian di Saron lo videro e si convertirono al Signore. 36 Or in Ioppe v'era una certa discepola, chiamata Tabita, il che, interpretato, vuol dire Gazzella. Costei abbondava in buone opere e faceva molte elemosine. 37 E avvenne in que' giorni ch'ella infermò e morì. E dopo averla lavata, la posero in una sala di sopra. 38 E perché Lidda era vicina a Ioppe, i discepoli, udito che Pietro era là, gli mandarono due uomini per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro. 39 Pietro allora, levatosi, se ne venne con loro. E come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove si presentarono a lui piangendo, e mostrandogli tutte le tuniche e i vestiti che Gazzella faceva, mentr'era con loro. 40 Ma Pietro, messi tutti fuori, si pose in ginocchio, e pregò; e voltatosi verso il corpo, disse: Tabita, lèvati. Ed ella aprì gli occhi; e veduto Pietro, si mise a sedere. 41 Ed egli le diè la mano, e la sollevò; e chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. 42 E ciò fu saputo per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. 43 E Pietro dimorò molti giorni in Ioppe, da un certo Simone coiaio.

Ricciotti:

Atti 9

Conversione di Saulo
1 Or Saulo, tuttora in furia di minacce e di strage contro i discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote, 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, affinchè, trovando in quella fede uomini e donne, li potesse menare incatenati a Gerusalemme. 3 Ma, lungo il viaggio, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli sfolgorò d'intorno; 4 e, caduto per terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?». 5 Ed egli chiese: «Chi sei, Signore?». E il Signore: «Io son Gesù, che tu perseguiti; ma dura cosa è per te il ricalcitrare al pungolo!». 6 Saulo, tremante e stupefatto, disse: «Signore, che vuoi ch'io faccia?». 7 E il Signore a lui: «Lèvati, entra in città, dove ti sarà detto quello che devi fare». Anche i compagni di viaggio erano stupefatti udendo la voce, ma non vedevano alcuno. 8 E Saulo si levò da terra; ma aperti gli occhi, non vedeva nulla; e quelli, menandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9 ove rimase tre giorni senza vedere e senza prender cibo nè bevanda.

Battesimo di Saulo
10 Or in Damasco era un certo discepolo, Anania di nome, al quale il Signore disse in visione: «Anania!». Ed egli rispose: «Eccomi, Signore!». 11 E il Signore a lui: «Lèvati, va' nella strada chiamata Diritta, e cerca, in casa di Giuda, uno di Tarso che ha nome Saulo: ecco, egli già prega, 12 e ha veduto un uomo di nome Anania, andare a imporgli le mani perchè riabbia la vista». 13 Anania rispose: «Signore, ho udito da molti, di quest'uomo, quanto male abbia fatto a' tuoi santi in Gerusalemme; 14 e qui ha potestà da' capi dei sacerdoti d'imprigionare tutti quelli che invocano il tuo nome». 15 Ma il Signore gli disse: «Va', perchè egli è uno strumento eletto da me a portare il mio nome davanti alle genti, e ai re e ai figliuoli d'Israele; 16 e io gli mostrerò quanto dovrà patire per il mio nome». 17 E Anania andò, ed entrò in quella casa; e imponendo le mani a Saulo, disse: «Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparso nella via per cui venivi, mi ha mandato, affinchè tu vegga e sii ripieno di Spirito Santo». 18 E in quell'istante caddero dagli occhi di Saulo come delle scaglie, e ricuperò la vista; e, alzatosi, fu battezzato; 19 e, dopo aver preso del cibo, ripigliò le forze. E stette alcuni giorni co' discepoli ch'erano a Damasco.

Predicazione di Saulo
20 E subito si pose a predicar Gesù nelle sinagoghe, esser quello il Figlio di Dio. 21 E quanti l'udivano, eran pieni di stupore, e dicevano: «Non è costui quello che a Gerusalemme perseguitava gl'invocanti il sacro nome, ed era venuto qua per menarli incatenati ai capi dei sacerdoti?». 22 Ma Saulo, con forza sempre crescente, confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che quello è il Cristo. 23 Passati che furono molti giorni, i Giudei si misero tutti insieme per ucciderlo; 24 ma la cosa venne a notizia di Saulo. Essi, giorno e notte, facevan la guardia alle porte, per ucciderlo; 25 ma i discepoli, nel buio, per un muro lo calaron giù in una cesta. 26 E, tornato a Gerusalemme, cercava d'unirsi con i discepoli; ma tutti lo temevano, non potendo credere che fosse un discepolo. 27 Allora Barnaba lo prese con sè, lo menò dagli apostoli, e raccontò loro come lungo la via avesse visto il Signore, come il Signore gli avesse parlato, e come in Damasco egli avesse liberamente predicato nel nome di Gesù. 28 E andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava coraggiosamente nel nome del Signore. 29 S'intratteneva puranco e discuteva con gli Ellenisti; ma questi cercavano d'ucciderlo. 30 I fratelli però, risaputolo, lo condussero a Cesarea, e quindi a Tarso. 31 Così la Chiesa per tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria aveva pace, s'edificava e camminava nel timor del Signore, ed era ricolma della consolazione dello Spirito Santo.

Due miracoli di Pietro
32 Or avvenne che Pietro, visitandoli tutti, giunse anche a' santi che abitavano in Lidda. 33 E lì trovò un uomo, chiamato Enea, che era paralitico e da otto anni giaceva nel suo lettuccio. 34 E Pietro gli disse: «Enea, il Signore Gesù Cristo ti risana; alzati, e rifatti il letto!». E quello subito si alzò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e della campagna di Saron lo videro e si convertirono al Signore. 36 C'era poi nella terra di Joppe una cara discepola, chiamata Tabita, che tradotto significa Dorcade. Ella abbondava in buone opere e faceva molte limosine. 37 E avvenne, proprio in que' giorni, ch'ella ammalò e morì. E, dopo che l'ebbero lavata, la posero nella sala del pian di sopra. 38 E siccome Lidda era vicina a Joppe, i discepoli, udito che Pietro era lì, gli mandarono due uomini a pregarlo: «Non t'incresca venir sino a noi!». 39 Pietro si levò, e andò con essi; e, come fu giunto, lo menarono nella sala di sopra; e tutte le vedove gli furono attorno, piangendo, mostrandogli le vesti e i mantelli d'ogni genere che Dorcade faceva per esse. 40 Allora Pietro, fatti uscir tutti fuori, si mise in ginocchio e pregò: poi, rivoltosi alla morta, disse: «Tabita, alzati!». Ed ella aprì gli occhi; e, visto Pietro, si drizzò a sedere. 41 Poi, datale una mano, la fece alzare; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò viva. 42 Si seppe il fatto per tutta Joppe; e molti credettero nel Signore. 43 E Pietro si fermò parecchi giorni in Joppe, in casa di un certo Simone, coiaio.

Tintori:

Atti 9

Conversione di Saulo
1 Intanto Saulo, ancora spirante minacce e stragi contro i discepoli del Signore, presentatosi al sommo sacerdote, 2 gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco; affin di menare legati a Gerusalemme quanti avesse trovato di quella fede uomini e donne. 3 E durante il viaggio avvenne che avvicinandosi lui a Damasco, d'improvviso una luce del cielo gli sfolgoreggiò d'intorno. 4 E caduto per terra sentì una voce che gli disse: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? 5 Ed egli chiese: Chi sei, Signore? E l'altro: Io sono Gesù che tu perseguiti; dura cosa è per te ricalcitrare contro il pungolo. 6 E tremante e stupefatto, Saulo disse: Signore, che vuoi ch'io faccia? E il Signore: Alzati ed entra in città, lì ti sarà detto quello che devi fare. 7 E i suoi compagni di viaggio restarono attoniti, udendo la voce, ma non vedendo nessuno. 8 Saulo poi s'alzò da terra, ma aperti gli occhi, non vedeva niente. Allora, menatolo per mano, lo condussero in Damasco, 9 ove rimase tre giorni senza vista, senza prendere cibo nè bevanda.

Battesimo di Saulo
10 Or c'era in Damasco un certo discepolo chiamato Anania, al quale il Signore disse in visione: Anania. Ed egli rispose: Eccomi, Signore. 11 Ed il Signore a lui: Alzati e va nella strada chiamata la Diritta, e cerca in casa di Giuda uno di Tarso che si chiama Saulo: ecco egli già prega 12 (ed ha veduto in visione un uomo di nome Anania andare ad imporgli le mani perchè ricuperi la vista). 13 Anania rispose: Signore, ho da molti sentito dire, riguardo a quest'uomo, quanti mali abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. 14 E questi ha dai principi dei sacerdoti il potere di arrestare qui tutti quelli che invocano il tuo nome. 15 Ma il Signore gli disse: Va, perchè egli è uno strumento da me eletto a portare il mio nome davanti ai Gentili, ai re ed ai figli d'Israele. 16 Ed io gli mostrerò quanto dovrà patire per il mio nome. 17 E andò Anania, ed entrò in quella casa e, impostegli le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore Gesù, quello che t'apparve nella strada per cui venivi, mi ha mandato a te, affinchè tu ricuperi la vista e sii ripieno di Spirito Santo. 18 E in quell'istante caddero dagli occhi di lui come delle scaglie e ricuperò la vista, 19 e, alzatosi, si fece battezzare, quindi, preso del cibo, riacquistò le forze. E stette alcuni giorni coi discepoli che erano a Damasco. 20 E subito si mise a predicare nelle sinagoghe che Gesù è il Figlio di Dio. 21 E tutti quelli che udivano, dicevano stupefatti: Non è costui che in Gerusalemme disperdeva quelli che invocavano questo nome e non è venuto per condurli legati ai principi dei sacerdoti? 22 Ma Saulo diveniva sempre più forte e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando esser Gesù il Cristo. 23 Or passati molti giorni, i Giudei si misero d'accordo per ucciderlo. 24 Ma furono note a Paolo le loro insidie. Essi facevano la guardia dì e notte alle porte per ammazzarlo. 25 Ma i discepoli, presolo di nottetempo, lo calarono giù dalle mura mettendolo in una cesta. 26 E andatosene a Gerusalemme, cercava di unirsi coi discepoli, ma tutti ne avevano paura, non credendo che fosse discepolo. 27 Però Barnaba, presolo con sè, lo menò dagli Apostoli, ed espose loro come nella via egli avesse veduto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco avesse francamente predicato nel nome di Gesù. 28 E andava e stava con essi in Gerusalemme, predicando coraggiosamente nel nome del Signore. 29 E parlava coi Gentili e disputava coi Greci; ma essi cercavano di ucciderlo. 30 Ciò saputo, i fratelli lo accompagnarono a Cesarea, e di là lo fecero partire per Tarso. 31 Così la Chiesa aveva pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, e si edificava, camminando nel timor di Dio, ed era ricolma della consolazione dello Spirito Santo.

Viaggio pastorale di S. Pietro
32 Or avvenne che Pietro andando a visitare tutti i fedeli, giunse dai santi che abitavano in Lidda. 33 E ci trovò un uomo chiamato Enea che da otto anni giaceva paralitico in letto. 34 E Pietro gli disse: Enea, il Signore Gesù Cristo ti risana, alzati ed accomoda il tuo letto. E subito si rizzò. 35 E lo videro tutti gli abitanti di Lidda e di Saron, i quali si convertirono al Signore. 36 C'era poi in Ioppe una certa discepola, di nome Tabita, che interpretato vuol dire Dorcade. Essa era ricca di buone opere e faceva molte elemosine. 37 Or avvenne che in quei giorni, ammalatasi, morì. E, lavatala, la posero nel cenacolo. 38 Ed essendo Lidda vicina a Ioppe, i discepoli avendo sentito che vi si trovava Pietro, gli mandarono due uomini a pregarlo: Non ti rincresca di venir fino a noi. 39 Pietro, alzatosi, andò con essi. E come fu arrivato, lo condussero in un cenacolo e lo attorniarono piangendo tutte le vedove, mostrandogli le tuniche e le vesti che Dorcade loro faceva. 40 Ma Pietro, fatti uscire tutti, postosi in ginocchio, si mise a pregare, e, voltosi al corpo, disse: Tabita, alzati. E quella apri gli occhi, e visto Pietro si mise a sedere. 41 Poi datale una mano, la fece alzare. E chiamati i santi e le vedove la presentò loro viva. 42 Si seppe ciò in tutta Ioppe e molti credettero nel Signore. 43 E Pietro si fermò parecchi giorni in Ioppe, in casa di un certo Simone cuoiaio.

Martini:

Atti 9

Mirabil conversione di Saulo persecutore. Il Signore apparisce a lui per viaggio, ed è mandato a lui Anania, e batezzato principia a sostenere arditamente in Damasco, che Gesù è il Cristo. I discepoli per timor delle insidie de' Giudei lo calano dalle mura. In Gerusalemme Barnaba lo mena agli Apostoli. Essendogli quivi tese insidie, egli è mandato a Tarso. Pietro in Lidda risana Enea paralitico, e in Joppe risuscita Tabita.
1 Ma Saulo tuttora spirante minacce, e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al principe de' Sacerdoti. 2 E gli domandò lettere per Damasco alle sinagoghe: affine di menar legati a Gerusalemme quanti avesse trovati di quella professione, uomini, e donne. 3 E nell'andare successe, che avvicinandosi egli a Damasco, di repente una luce del cielo gli folgoreggiò d'intorno. 4 E caduto per terra udì una voce, che gli disse: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? 5 Ed egli rispose: Chi se' tu Signore? Ed egli: Io sono Gesù, cui tu perseguiti: dura cosa è per te il ricalcitrare contro il pungolo. 6 Ed egli tremante, e attonito, disse: Signore che vuoi tu, ch'io faccia? 7 Ed il Signore a lui: Levati su, ed entra in città, e ivi ti sarà detto quel, che tu debba fare. E quei, che le accompagnavano, se ne stavano stupefatti, udendo la voce, ma non vedendo alcuno. 8 E Saulo si alzò da terra, e avendo gli occhi aperti, non vedeva niente. Ma menandolo a mano, lo condussero in Damasco. 9 E quivi tre giorni stette senza vedere, e non mangiò, né bevve. 10 Ed era in Damasco un certo discepolo per nome Anania: cui in visione il Signore disse: Anania. Ed egli rispose: Eccomi, Signore. 11 E il Signore a lui: Alzati, e va nella contrada chiamata la Diritta: e cerca in casa di Giuda uno di Tarso, che si chiama Saulo: imperocché ei già fa orazione. 12 (E ha veduto in visione un uomo di nome Anania, andare a imporgli le mani, affinchè ricuperi la vista). 13 E Anania rispose: Signore, da molti ho sentito dir di quest'uomo, quanti mali abbia fatti a' tuoi Santi in Gerusalemme: 14 E qui egli ha autorità da' principi de' sacerdoti di legare tutti quelli, che invocano il tuo nome. 15 Ma il Signore gli disse: Va' che costui è uno strumento eletto da me a portare il nome mio dinanzi alle genti, e ai re, e a' figliuoli d'Israele. 16 Imperocché io gli farò vedere, quanto debba egli patire per il nome mio. 17 Andò Anania, ed entrò nella casa: e impostegli le mani, disse: Fratello Saulo, mi ha mandato il Signore Gesù, che ti appari nella strada, per cui venivi, affinchè ricuperi la vista, e sii ripieno di Spirito santo. 18 E subito caddero dagli occhi di lui certe come scaglie, o ricuperò la vista: e alzatosi fu battezzato. 19 E cibatosi ripigliò le forze. E li stette alcuni dì co' discepoli, che erano a Damasco. 20 E immediatamente nelle sinagoghe predicava Gesù, dicendo: Questi è il Figliuolo di Dio. 21 E restavano stupefatti tutti que' che l'udivano, e dicevano: Non è egli colui, che in Gerusalemme dispergeva quelli, che invocano questo nome, ed è qua venuto a questo fine di condurli legati ai principi de' sacerdoti? 22 Ma Saulo sempre più si faceva forte, e confondeva i Giudei abitanti in Damasco, dimostrando, che quello, è il Cristo. 23 Passato poi lungo spazio di tempo, fecero risoluzione gli Ebrei di ucciderlo. 24 E Saulo riseppe le loro insidie. Ed eglino facevan guardia alle porte di, e notte per ammazzarlo. 25 Ma i discepoli lo preser di notte tempo, e lo miser giù dalla muraglia, calandolo in una sporta. 26 Ed essendo egli andato a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevan paura di lui, non credendo, ch'ei fosse discepolo. 27 Ma Barnaba presolo seco lo menò agli Apostoli: ed espose loro, come egli avesse veduto per istrada il Signore, il quale gli avea parlato, e come in Damasco predicato avesse con libertà nel nome di Gesù. 28 E andava, e stava con essi in Gerusalemme, predicando liberamente nel nome del Signore. 29 E parlava anche co' Gentili, e disputava co' Greci: ma quelli cercavano d'ucciderlo. 30 Lo che risaputosi da' fratelli, lo accompagnarono a Cesarea, e indi lo inviarono a Tarso. 31 La Chiesa adunque per tutta la Giudea, e Galilea, e Samaria avendo pace, si edificava, e camminava nel timor del Signore, ed era ricolma della consolazione dello Spirito santo. 32 Or avvenne, che Pietro visitandole tutte, giunse ai Santi, che abitavano in Lidda. 33 Ed ivi trovò un uomo per nome Enea, che da otto anni giaceva in letto, essendo paralitico. 34 Cui disse Pietro: Enea, ti risana il Signor Gesù Cristo: levati su, e aggiustati il letto. E quegli subito si rizzò. 35 E lo videro tutti gli abitatori di Lidda, e della Sarona: i quali si convertirono al Signore. 36 In Joppe poi vi era una certa discepola, per nome Tabita, che interpretato vuol dir Dorcade. Ella era piena di buone opere, e di limosine, che faceva. 37 Ed avvenne, che in que' dì ammalatasi morì. E lavata che l'ebbero, la posero nel cenacolo. 38 Ed essendo Lidda vicino a Joppe, i discepoli avendo sentito, che quivi Pietro si ritrovava, gli mandaron due uomini, che lo pregassero: Non ti paia greve di venir sino a noi. 39 E Pietro si alzò, e andò con essi. E arrivalo che fu lo condussero al cenacolo: e gli furono intorno tutte le vedove piangenti, le quali gli mostravano le tonache, e le vesti, che Dorcade faceva per esse. 40 Ma Pietro, fatti uscir tutti fuora, piegate le ginocchia orò: e rivoltosi al corpo, disse: Tabita, levati su. Ed ella apri i suoi occhi, e veduto che ebbe Pietro, si mise a sedere. 41 E datale mano la fece alzare. E chiamati i Santi, e le vedove la presentò loro viva. 42 E si seppe ciò per tutta Joppe: e molti credettero nel Signore. 43 E ne avvenne, che si fermò molti giorni in Joppe in casa di un certo Simone cuoiaio.

Diodati:

Atti 9

1 OR Saulo, sbuffando ancora minacce ed uccisione contro a' discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote; 2 e gli chiese lettere alle sinagoghe in Damasco, acciocchè, se pur ne trovava alcuni di questa setta, uomini, o donne, li menasse legati in Gerusalemme. 3 Ora, mentre era in cammino, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli folgorò d'intorno. 4 Ed essendo caduto in terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? 5 Ed egli disse: Chi sei, Signore? E il Signore disse: Io son Gesù, il qual tu perseguiti; egli ti è duro di ricalcitrar contro agli stimoli. 6 Ed egli, tutto tremante, e spaventato, disse: Signore, che vuoi tu ch'io faccia? E il Signore gli disse: Levati, ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che ti convien fare. 7 Or gli uomini che facevano il viaggio con lui ristettero attoniti, udendo ben la voce, ma non veggendo alcuno. 8 E Saulo si levò da terra; ed aprendo gli occhi, non vedeva alcuno; e coloro, menandolo per la mano, lo condussero in Damasco. 9 E fu tre giorni senza vedere, ne' quali non mangiò, e non bevve.
10 Or in Damasco v'era un certo discepolo, chiamato per nome Anania, al quale il Signore disse in visione: Anania. Ed egli disse: Eccomi, Signore. 11 E il Signore gli disse: Levati, e vattene nella strada detta Diritta; e cerca, in casa di Giuda, un uomo chiamato per nome Saulo, da Tarso; perciocchè, ecco, egli fa orazione. 12 (Or egli avea veduto in visione un uomo, chiamato per nome Anania, entrare, ed imporgli la mano, acciocchè ricoverasse la vista.) 13 Ed Anania rispose: Signore, io ho udito da molti di quest'uomo, quanti mali egli ha fatti a' tuoi santi in Gerusalemme. 14 E qui eziandio ha podestà da' principali sacerdoti di far prigioni tutti coloro che invocano il tuo nome. 15 Ma il Signore gli disse: Va', perciocchè costui mi è un vaso eletto, da portare il mio nome davanti alle genti, ed ai re, ed a' figliuoli d'Israele. 16 Perciocchè io gli mostrerò quante cose gli convien patire per lo mio nome. 17 Anania adunque se ne andò, ed entrò in quella casa; ed avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparito per lo cammino, per lo qual tu venivi, mi ha mandato, acciocchè tu ricoveri la vista, e sii ripieno dello Spirito Santo. 18 E in quello stante gli cadder dagli occhi come delle scaglie; e subito ricoverò la vista; poi si levò, e fu battezzato. 19 Ed avendo preso cibo, si riconfortò.
E SAULO stette alcuni giorni co' discepoli ch'erano in Damasco. 20 E subito si mise a predicar Cristo nelle sinagoghe, insegnando ch'egli è il Figliuol di Dio. 21 E tutti coloro che l'udivano, stupivano, e dicevano: Non è costui quel che ha distrutti in Gerusalemme quelli che invocano questo nome? e per questo è egli eziandio venuto qua, per menarli prigioni a' principali sacerdoti. 22 Ma Saulo vie più si rinforzava, e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che questo Gesù è il Cristo.
23 Ora, passati molti giorni, i Giudei presero insieme consiglio di ucciderlo. 24 Ma le loro insidie vennero a notizia a Saulo. Or essi facevan la guardia alle porte, giorno e notte, acciocchè lo potessero uccidere. 25 Ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono a basso per il muro in una sporta. 26 E Saulo, quando fu giunto in Gerusalemme, tentava d'aggiungersi co' discepoli; ma tutti lo temevano, non potendo credere ch'egli fosse discepolo. 27 Ma Barnaba lo prese, e lo menò agli apostoli, e raccontò loro come per cammino egli avea veduto il Signore, e come egli gli avea parlato, e come in Damasco avea francamente parlato nel nome di Gesù. 28 Ed egli fu con loro in Gerusalemme, andando, e venendo, e parlando francamente nel nome del Signor Gesù. 29 Egli parlava eziandio, e disputava coi Greci; ed essi cercavano d'ucciderlo. 30 Ma i fratelli, avendolo saputo, lo condussero in Cesarea, e di là lo mandarono in Tarso. 31 Così la chiesa, per tutta la Giudea, Galilea, e Samaria, avea pace, essendo edificata; e, camminando nel timor del Signore, e nella consolazion dello Spirito Santo, moltiplicava.
32 Or avvenne che Pietro, andando attorno da tutti, venne eziandio a' santi, che abitavano in Lidda. 33 E quivi trovò un uomo, chiamato per nome Enea, il qual già da otto anni giacea in un letticello, essendo paralitico. 34 E Pietro gli disse: Enea, Gesù, che è il Cristo, ti sana; levati, e rifatti il letticello. Ed egli in quello stante si levò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda, e di Saron, lo videro, e si convertirono al Signore.
36 Or in Ioppe v'era una certa discepola, chiamata Tabita; il qual nome, interpretato, vuol dire Cavriuola; costei era piena di buone opere, e di limosine, le quali ella faceva. 37 Ed in que' giorni avvenne ch'ella infermò, e morì. E dopo che fu stata lavata, fu posta in una sala. 38 E, perciocchè Lidda era vicin di Ioppe, i discepoli, udito che Pietro vi era, gli mandarono due uomini, per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro. 39 Pietro adunque si levò, e se ne venne con loro. E, come egli fu giunto, lo menarono nella sala; e tutte le vedove si presentarono a lui, piangendo, e mostrandogli tutte le robe, e le veste, che la Cavriuola faceva, mentre era con loro. 40 E Pietro, messi tutti fuori, si pose inginocchioni, e fece orazione. Poi, rivoltosi al corpo, disse: Tabita, levati. Ed ella aperse gli occhi; e, veduto Pietro, si levò a sedere. 41 Ed egli le diè la mano, e la sollevò; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. 42 E ciò fu saputo per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. 43 E Pietro dimorò molti giorni in Ioppe, in casa d'un certo Simone coiaio.

Commentario abbreviato:

Atti 9

1 Capitolo 9

La conversione di Saulo At 9:1-9

Saulo convertito predica Cristo At 9:10-22

Saulo è perseguitato a Damasco e si reca a Gerusalemme At 9:23-31

Guarigione di Enea At 9:32-35

Dorcas risuscitata At 9:36-43

Versetti 1-9

Saulo era così male informato che pensava di dover fare tutto il possibile contro il nome di Cristo e di rendere così un servizio a Dio; sembrava respirare in questo come nel suo elemento. Non disperiamo della grazia rinnovatrice per la conversione dei più grandi peccatori, né della misericordia perdonante di Dio per il più grande peccato. È un segno evidente del favore divino se Dio, attraverso l'opera interiore della sua grazia o gli eventi esteriori della sua provvidenza, ci impedisce di perseguire o eseguire i propositi peccaminosi. Saul vide quel Giusto, Atti 22:14; 26:13. Quanto è vicino a noi il mondo invisibile! Basta che Dio tolga il velo e si presentano alla vista oggetti al cui confronto tutto ciò che è più ammirato sulla terra è meschino e spregevole. Saulo si sottomise senza riserve, desideroso di sapere ciò che il Signore Gesù voleva che facesse. Le scoperte di Cristo alle povere anime sono umilianti; le abbassano molto, nei pensieri meschini che hanno di se stesse. Per tre giorni Saulo non prese cibo e piacque a Dio lasciarlo per quel tempo senza sollievo. I suoi peccati erano ora messi in ordine davanti a lui; era all'oscuro del suo stato spirituale e ferito nello spirito per il peccato. Quando un peccatore è portato a prendere coscienza del proprio stato e della propria condotta, si affida completamente alla misericordia del Salvatore, chiedendogli cosa vuole che faccia. Dio dirigerà il peccatore umiliato e, anche se spesso non porta i trasgressori alla gioia e alla pace nel credere, senza dolori e angosce di coscienza, in cui l'anima è profondamente impegnata per le cose eterne, tuttavia sono felici coloro che seminano nelle lacrime, perché raccoglieranno nella gioia.

10 Versetti 10-22

Un'opera buona fu iniziata in Saulo, quando fu portato ai piedi di Cristo con quelle parole: "Signore, che cosa vuoi che io faccia? E Cristo non ha mai abbandonato nessuno di coloro che sono stati portati a questo. Ecco, il fariseo orgoglioso, l'oppressore senza pietà, il bestemmiatore audace, prega! E così è anche ora, e con l'orgoglioso infedele o il peccatore abbandonato. Che liete novelle sono queste per tutti coloro che comprendono la natura e la potenza della preghiera, di quella preghiera che il peccatore umiliato presenta per ottenere le benedizioni della salvezza gratuita! Ora cominciò a pregare in modo diverso da come aveva fatto prima; prima diceva le sue preghiere, ora le pregava. La grazia rigenerante spinge le persone a pregare; si può benissimo trovare un uomo vivo senza respiro, come un cristiano vivo senza preghiera. Eppure anche discepoli eminenti, come Anania, a volte vacillano di fronte ai comandi del Signore. Ma è gloria del Signore superare le nostre scarse aspettative e mostrare che sono vasi della sua misericordia quelli che siamo portati a considerare come oggetti della sua vendetta. L'insegnamento dello Spirito Santo toglie le scaglie dell'ignoranza e dell'orgoglio dalla comprensione; allora il peccatore diventa una nuova creatura e si sforza di raccomandare il Salvatore unto, il Figlio di Dio, ai suoi compagni di un tempo.

23 Versetti 23-31

Quando ci addentriamo nella via di Dio, dobbiamo aspettarci delle prove; ma il Signore sa come liberare i fedeli e, insieme alla tentazione, preparerà anche una via di fuga. Sebbene la conversione di Saulo sia stata ed è una prova della verità del cristianesimo, tuttavia non poteva, di per sé, convertire un'anima inimica della verità; perché nulla può produrre la vera fede, se non quella potenza che crea di nuovo il cuore. I credenti sono inclini ad essere troppo sospettosi nei confronti di coloro contro i quali hanno dei pregiudizi. Il mondo è pieno di inganni ed è necessario essere prudenti, ma dobbiamo esercitare la carità (1Cor 13:5). Il Signore chiarirà i caratteri dei veri credenti, li porterà al suo popolo e spesso darà loro l'opportunità di testimoniare la sua verità davanti a coloro che un tempo testimoniavano il loro odio verso di essa. Ora Cristo apparve a Saulo e gli ordinò di andarsene in fretta da Gerusalemme, perché doveva essere inviato ai Gentili: vedi At 22:21. I testimoni di Cristo non possono essere uccisi finché non hanno terminato la loro testimonianza. Le persecuzioni furono sospese. I professori del Vangelo camminavano rettamente e godevano del conforto dello Spirito Santo, nella speranza e nella pace del Vangelo, e altri furono conquistati a loro. Essi vivevano del conforto dello Spirito Santo, non solo nei giorni di difficoltà e di afflizione, ma anche nei giorni di riposo e di prosperità. È più probabile che camminino allegramente coloro che camminano con circospezione.

32 Versetti 32-35

I cristiani sono santi, o persone sante; non solo quelli eminenti, come San Pietro e San Paolo, ma ogni sincero professore della fede di Cristo. Cristo ha scelto pazienti le cui malattie erano incurabili nel corso della natura, per mostrare quanto fosse disperato il caso dell'umanità decaduta. Quando eravamo completamente privi di forze, come questo povero uomo, ha mandato la sua parola per guarirci. Pietro non pretende di guarire con i suoi poteri, ma invita Enea a rivolgersi a Cristo per ottenere aiuto. Che nessuno dica che, poiché è Cristo che, con la potenza della sua grazia, opera in noi tutte le nostre opere, non abbiamo alcun lavoro, alcun dovere da compiere; perché anche se Gesù Cristo ti rende integro, devi comunque alzarti e usare la forza che ti dà.

36 Versetti 36-43

Molti sono pieni di belle parole, ma sono vuoti e aridi di opere buone; ma Tabita era una grande operatrice, non una grande chiacchierona. I cristiani che non hanno beni da dare in beneficenza, possono tuttavia essere in grado di compiere atti di carità, lavorando con le loro mani o camminando con i loro piedi, per il bene degli altri. Certamente sono meglio elogiati coloro le cui opere li lodano, sia che le parole degli altri lo facciano o meno. Ma sono davvero ingrati coloro che, dopo aver ricevuto una gentilezza, non la riconoscono mostrando la gentilezza che viene loro fatta. Mentre viviamo nella pienezza di Cristo per la nostra intera salvezza, dovremmo desiderare di essere pieni di buone opere, per l'onore del suo nome e per il beneficio dei suoi santi. Personaggi come Dorcas sono utili nel luogo in cui vivono, in quanto mostrano l'eccellenza della parola di verità con la loro vita. Quanto sono meschine le preoccupazioni delle numerose donne che non cercano altro che la distinzione e il decoro esteriore, e che sprecano la loro vita in futili occupazioni di abbigliamento e di vanità! La potenza si accompagnò alla parola e Dorcas tornò in vita. Così, nel risveglio delle anime morte alla vita spirituale, il primo segno di vita è l'apertura degli occhi della mente. Qui vediamo che il Signore può rimediare a ogni perdita; che sovrasta ogni evento per il bene di coloro che confidano in lui e per la gloria del suo nome.

Commentario del Nuovo Testamento:

Atti 9

1 2. LA CONVERSIONE DI SAULO (Atti 9:1-31)

2 E gli chiese lettere

L'autorità suprema del sinedrio di Gerusalemme in materia ecclesiastica era riconosciuta dovunque nel mondo giudaico; anche al di là della Palestina. Nondimeno, siccome erano rare le occasioni in cui ella avea da farsi viva in modo diretto, le sinagoghe si può dir che, di fatto, vivessero una vita del tutto indipendente. Qui si tratta di una missione straordinaria e di lettere che doveano dare a Saulo dei pieni poteri eccezionali, e che, in questo caso particolare, doveano far legge per ogni ramo di polizia locale.

Damasco.

Che a Damasco ci fossero dei discepoli era una supposizione della polizia gerosolimitana; il seguito della storia ci mostrerà che era un fatto Atti 9:10. D'onde venissero a Damasco cotesti discepoli, è difficile il dire. Poteano essere degli esuli da Gerusalemme in seguito alla recente persecuzione; o fors'anche dei giudei già prima residenti a, Damasco e venuti in contatto con la Chiesa e con l'Evangelo durante i loro pellegrinaggi (nota bene, a questo proposito, Atti 9:13). Damasco ha fama di una delle più antiche città del mondo. La troviamo già menzionata nella storia d'Abraamo Genesi 14:15; 15:2. La ritroviamo nei tempi di Davide 2Samuele 8:6; 1Cronache 18:6 e sotto Rezon sappiamo che tenne fronte a Salomone 1Re 11:24. Circa i suoi commerci vedi Ezechiele 27:16-18. Era il cuore del regno siro; per le sue alleanze e le sue guerre, leggi 2Re 14:28;16:9-10; Amos 1:3,5. Da 2Corinzi 11:32-33 rileviamo che ai tempi del nostro racconto Damasco era sotto il governo di Areta, re dell'Arabia Petrea. Come ciò fosse avvenuto, poichè sappiamo ch'ella era prima sotto Vitellio (Giuseppe Flavio Antich. XIV. 4 § 5), non ci è noto. Forse fu così. Vitellio, prefetto della Siria, era corso a Roma non appena ebbe udito che Tiberio era morto (anno 37 dell'èra crist.); ed è probabile che Areta, approfittando della confusione politica di quei giorni, s'impadronisse della città, largheggiando favori e libertà ai giudei, che vi erano numerosissimi. Sotto Nerone, in un tumulto solo, ne furono massacrati, al dir di Giuseppe Flavio (Guerre 2.25), non meno di diecimila. A supporre che uno viaggiasse senza troppo fermarsi, avea bisogno di sette od otto giorni per andare da Gerusalemme a Damasco.

Di questa setta.

L'originale dice: di questa via. Questa parola, usata a designare i primi credenti, la ritroveremo ancora Atti 19:9,23; 22:4; 24:14,22. D'onde può ella essere originata? Forse dall'A. T. (Isaia 40:3 citato dal Battista, Matteo 3:3; Marco 1:3); o forse dal fatto che Gesù stesso si era chiamato la via Giovanni 14:6 ed avea parlato della "via della vita" Matteo 7:13-14.

4 Perché mi perseguiti?

Isaia 63:9; Zaccaria 2:8. Gesù ed i suoi sono una cosa sola Luca 10:16.

5 Chi sei Signore?

La parola Signore non ha ancora per Saulo il profondo e completo significato che avrà più tardi per Paolo e che ha per noi. È l'espressione del sentimento di rispetto e di ammirazione Giovanni 5:7; 9:36; 20:15, che gli suscita in cuore la scena che gli si svolge dinnanzi.

Io sono Gesù

O, come in Atti 22:8, io sono Gesù di Nazareth! Non dice "il Messia", non "il Figliuol dell'uomo", non "il Figliuol di Dio", ma "Gesù di Nazareth". Ei si chiama del nome che ricorda la sua umiliazione, i suoi dolori, la sua morte; del nome aborrito, che Saulo ha voluto fare a tanti rinnegare, e che avrebbe voluto udire bestemmiato da tutti.

Le parole: Egli ti è duro di ricalcitrare fino alle altre: E il Signore gli disse, non si trovano nei codici più autorevoli e più antichi. Probabilmente sono una interpolazione delle espressioni che troveremo autentiche in Atti 26:14, e che spiegheremo in cotesto luogo. Qui il testo puro dice così: Io sono Gesù, il quale tu perseguiti. Lèvati, ed entra nella città ecc.

7 Udendo ben la, voce, ma non veggendo alcuno

In Atti 22:9, invece, è detto che videro ben la luce e furono spaventati, ma non udirono la voce di colui che parlava. Non è una contraddizione; la cosa si spiega benissimo e facilmente. Essi udirono la voce, il suono, ma non udirono le parole. Le parole, che Saulo afferrò e che aveano per lui un significato profondo, non erano per i suoi compagni, che un suono confuso e indistinto. Così, nello stesso modo, essi videro una luce, ma non una forma nella luce, non una persona Vedi, in via d'analogia quel ch'è narrato in Giovanni 12:29. Anche costì si tratta d'una voce, che, per la folla, è un rumore, un tuono; e per Gesù, invece, qualcosa di intelligibile e di articolato.

8 Non vedeva alcuno

Era cieco ed avea bisogno di esser condotto per mano. A due avvenimenti di quest'alba della sua vita nuova Paolo fa frequenti allusioni nel corso del suo ministerio.

1) Il Signore, Gesù di Nazareth, gli è apparso realmente; tale e quale apparve ai discepoli dopo la Risurrezione 1Corinzi 9:1; 15:8; Atti 9:17; 22:14.

2) Egli è stato chiamato al ministerio non dall'uomo ma direttamente dalla voce stessa di Gesù Romani 1:1; 1Corinzi 1:1; 2Corinzi 1:1 ecc.; Galati 1:1.

10 Anania,

Non sappiamo di lui che il poco che n'è detto in Atti 22:12; "ch'egli era, cioè, un uomo pio secondo la legge, del quale tutti i giudei domiciliati a Damasco rendeano buona testimonianza". A titolo di curiosità trascrivo qui la noterella del Martini a proposito d'Anania. "Quest'Anania era celebre (!) tra i fedeli di Damasco. Non sappiamo di certo s'ei fosse sacerdote (!!) o diacono e molto meno se del numero dei settantadue discepoli come alcuni hanno detto".

In visione

Per la forma dialogata della visione confronta con 1Samuele 3.

Il Signore

è il Signor Gesù; si vede chiaramente dal versetto Atti 9:16.

11 Nella strada detta Diritta

così senza dubbio chiamata per distinguerla dalle altre strade della città, che erano angolose e storte. Anche oggi si vede a Damasco una via lunga e diritta, che fu probabilmente quella dove si trovava, la casa di Giuda, l'ospite di Saulo. È una via di un tre miglia di lunghezza e si chiama: Via dei Bazar.

Giuda

Ci è completamente ignoto.

Saulo da Tarso.

È il primo passo in cui si faccia menzione del luogo di nascita di Saulo. Tarso era la capitale della Cilicia, provincia dell'Asia Minore. Era posta sulle rive del Cidno e famosa per la sua cultura letteraria e filosofica. Ci fu un tempo in cui, per l'eccellenza delle sue scuole e pel numero dei suoi dotti, rivaleggiò con Atene e con Alessandria. A questo fa forse allusione Paolo in Atti 21:39, ove chiama se stesso "cittadino di Tarso, d'una città di Cilicia, che non è senza fama".

12 In visione

Queste parole non si trovano nei più antichi manoscritti.

13 Ai tuoi santi in Gerusalemme

Per la prima volta, in questo passo, i cristiani sono chiamati col nome di santi. Due concetti sono in questa parola. Il primo, di separazione dal male; il secondo, di consacrazione al bene, e a Dio che è, il Bene assoluto.

15 Vaso eletto

Alla lettera: un vaso d'elezione, che è forma prettamente ebraica. La parola greca σκευος vuol dire istrumento e vaso. Quindi è che alcuni la traducono per istrumento scelto o eletto; altri, per vaso scelto o eletto. Cotesto primo modo di tradurre è più conforme alla nostra maniera di parlare; il secondo modo ha in suo favore quel "portare il mio nome" lontano che s'accorda bene con l'idea d'un vaso.

Alle genti;

ai gentili, cioè; i quali sono nominati i primi perché rappresentano quello che fra poco sarà il gran campo d'azione di Saulo, dell'apostolo dei gentili.

Ed ai re.

Vedi, per il compimento di queste parole: Atti 26 (Paolo dinnanzi ad Agrippa) e 2Timoteo 4:16 (Paolo (probabilmente) dinnanzi a Nerone).

Ed ai figliuoli d'Israele.

Difatti, ei cominciò subito a predicare ai "figliuoli d'Israele" Atti 9:20,22: e dovunque andava, annunziava l'Evangelo ai giudei prima di tutto; poi, ai gentili Atti 13:46; 28:17. Era regola costante. "Al giudeo imprima, poi anche al greco" Romani 1:16.

16 lo gli mostrerò

"Non temere, Anania; non solamente ei non ti farà alcun male; ma ei dovrà imparare a soffrire per Colui che ha tanto sofferto per la condotta di lui". L'allusione di queste parole alle parole di Anania Atti 9:13-14 è chiara. Il gli mostrerò non implica necessariamente una speciale rivelazione profetica; vuol dire: gli mostrerò, man mano, per lo svolgersi degli eventi che l'aspettano, per via dell'esperienza quotidiana a cui lo chiamo. Per il compimento del fatto, vedi Atti 20:23; 2Corinzi 6:4-5; 11:23-28; 2Timoteo 1:11-12.

17 Ed avendogli imposte le mani

Sentiamo Monsignor Martini. "Questa cerimonia non ebbe altro fine che di rendere a Saulo la vista. Ricuperata la vista, Saulo fu battezzato e ricevè lo Spirito Santo; ed effetto del battesimo fu la pienezza dello stesso Spirito a lui conferita per formarlo in un tratto non solo perfetto Cristiano, ma ferventissimo predicatore del Vangelo". Il Martini, preoccupato della dottrina della sua chiesa, altera nel testo l'ordine dei fatti per istabilire la virtù magica ed onnipotente del battesimo d'acqua. Difatti, due cose soltanto io fò notare al lettore:

1. Saulo non ebbe lo Spirito come conseguenza del battesimo, ma l'ebbe all'atto della imposizione delle mani. L'ordine dei fatti, nel testo, è il seguente:

a) imposizione delle mani;

b) ricuperamento della vista;

c) comunicazione dello Spirito;

d) battesimo Atti 9:17-18.

2. E dove trova il Martini, nel N. T., che il cristiano è reso tale ad un tratto ed in modo perfetto? Questa è magìa non è cristianesimo. E come fa il Martini a metter d'accordo il suo commento con le parole di Paolo stesso, che, giunto alla maturità della sua vita cristiana, pur dice ai filippesi: "io non sono ancora pervenuto alla perfezione"? Filippesi 3:12-15. La cosa notevole nel nostro passo, è questa: che l'imposizione delle mani, fatta qui pel ministerio d'un semplice discepolo, non è meno efficace di quando è amministrata da un apostolo. Lo Spirito che Saulo riceve, è "la virtù da alto" che gli rivela la missione a cui egli è chiamato, e gli dà la forza di porsi immediatamente all'opra.

18 Come delle scaglie.

È una similitudine che lo scrittore usa; non si tratta di "scaglie" vere e proprie. La similitudine accentua l'idea della guarigione istantanea e sembra accennare, come causa della cecità, ad una infiammazione acuta che gli avea coperto d'un incrostamento biancastro le pupille, o a qualcosa di simile.

19 Ed avendo preso cibo.

Erano tre giorni che digiunava Atti 9:9.

20 A predicar Cristo

I codici migliori hanno: a predicar Gesù. "Si mise a predicare che Gesù è il Figliuol di Dio". Il titolo che i giudei davano generalmente al Messia era questo: il Figliuol di Dio. Saulo dunque si mette subito all'opera; e per le sinagoghe si dà ad insegnare che Gesù di Nazareth, il crocifisso del Golgota, è veramente il Messia ch'essi aspettano. Qual cangiamento è avvenuto nella mente di Saulo! Dice bene Matteo Henry: "Questo miracolo, compiuto nella mente di Saulo, supera in importanza e maestà i miracoli fisici operati negli infermi; e il dare ad un uomo come cotesto un cuor nuovo, fu ben più che dare agli uomini di parlare "in altre lingue".

21 Quelli che invocano questo nome

Il nome, cioè, di Gesù di Nazareth.

22 Vieppiù si rinforzava.

Vedi Filippesi 4:13; 1Timoteo 1:12; 2Timoteo 4:11.

23 Passati molti giorni

o: dopo un certo lasso di tempo... E qui che bisogna porre il viaggio e la dimora di Saulo in Arabia, di cui l'apostolo parla in Galati 1:17-18. Non rechi meraviglia il fatto che, ponendo qui cotesto viaggio e cotesta dimora, s'avrebbe un periodo di tre anni compreso nella espressione: passati molti giorni. È un'espressione, cotesta, che, nel greco classico, può abbracciare molto tempo; e nell'ebraico ha, fra i tanti, un notevole riscontro in 1Re 2:38-39: "Simi, è detto quivi, stette in Gerusalemme molti giorni." E quei molti giorni, dice il Atti 9:39, furono appunto, come nel nostro caso, tre anni.

24 Facevano la guardia

Da 2Corinzi 11:32 sappiamo, che il governatore (letter. l'etnarca) di Damasco, ai tempi di quell'Areta, re dell'Arabia Petrea, che fu padre della moglie che Erode Antipa avea divorziata per isposare Erodiada Marco 6:17-19, aveva preso parte, attiva in questo complotto a danno di Saulo. Il governatore desiderava cattivarsi il favore della popolazione giudaica, ch'era numerosa e potente in Damasco; e, tenendo Saulo per un disturbatore della pubblica quiete e per uomo sedizioso, ne ordinò l'arresto. Secondo 2Corinzi 11:32 fu il governatore che ordinò si sorvegliassero le porte della città.

25 Lo calarono abbasso... in una sporta.

Saulo, avuto sentore del complotto ordito a suo danno, dovette tenersi, per qualche tempo, celato; quindi, la sorveglianza alle porte perché non fuggisse. Il suo domicilio era ignoto ai congiurati; ed i suoi amici lo fecero passare in una di quelle case, ch'erano addossate alle mura di cinta; e fu per una finestra di cotesta casa, ch'ei potè mettersi in salvo. La sporta di cui parla Luca, era più propriamente un paniere, una cesta. Nel nostro testo, è chiamata spurís, che vale appunto cesta, canestro, e in modo speciale cesta o paniere da pesci. È la parola usata in Matteo 15:37. In 2Corinzi Paolo la chiama sargáne, vale a dire, "una cesta, un paniere fatti di vimini". Per fughe analoghe, vedi Giosuè 2:15; 1Samuele 19:11-12. È inutile ch'io dica, perché il lettore se lo immagina, che a Damasco si mostra anch'oggi la finestra precisa da cui Paolo fu calato.

26 In Gerusalemme

Questa fu la prima visita di Saulo in Gerusalemme, dopo la sua conversione. Vedi Galati 1:18.

Non potendo credere...

Non ignoravano il fatto, ma dubitavano della sincerità di cotesta conversione.

27 Barnaba

era un levita cipriota; e la colonia giudaica di Cipro avea frequenti relazioni coi giudei di Cilicia; onde parecchi suppongono che Saulo e Barnaba si conoscessero già da tempo. Ad ogni modo un fatto che Barnaba conosceva abbastanza Saulo da poter dare garanzia della sincerità della conversione e delle intenzioni di lui.

28 Ed egli fu con loro

per quindici giorni. Vedi Galati 1:18-19.

29 Disputava coi greci

o meglio:

con gli ellenisti.

Saulo appare sulla scena della storia della Chiesa, per la prima volta, come capo dei giudei ellenisti della sinagoga mentovata in Atti 6:9. È un'opera di riparazione ch'egli fa. Là ove ha combattuto contro la verità, egli predica adesso la fede. Allora, capo degli ellenisti della sinagoga cilicia, "disputava con Stefano" Atti 6:9. Oggi, prendendo il posto di Stefano, ei "disputa con gli ellenisti".

Cercavano d'ucciderlo.

Cercavano di trattar lui com'egli avea persuaso loro a trattare Stefano.

30 In Cesarea

È più che probabile che Saulo andò per via di terra a Cesarea, la capitale romana della Palestina, il gran porto del distretto; di lì s'imbarcò per Seleucia, il porto d'Antiochia, capitale della Siria, e quindi si recò a Tarso di Cilicia; a Tarso, sua città natia Atti 21:39.

31 La Chiesa avea pace.

Il prof. Lindsay dice: "Petronio era stato nominato Governatore della Siria nel 40 ed il governo s'era raffermato. Nello stesso anno il pazzo imperatore Caligola avea decretato che una statua gli fosse eretta nel tempio, ed i Giudei aveano usato di tutta la loro energia per impedire cotesta profanazione. Nel 41, Erode Agrippa I fu preposto alla cosa pubblica nella Giudea e nella Samaria. Tutti questi fatti aveano impedito lo scoppiare della persecuzione, che s'era impunemente scatenata contro i cristiani nei tre o quattro precedenti anni d'anarchia".

Per tutta la Giudea, Galilea e Samaria.

Questo fuggevole accenno ci dice che mentre gli apostoli continuavano a rimanere a Gerusalemme, l'Evangelo si spandeva lontan lontano, in tutte le parti del paese; che dei centri e delle comunità cristiane si formavano da per tutto, e, prosperavano non solamente per il numero dei loro membri, ma anche per lo sviluppo religioso e morale che aveano. Ce n'erano in Galilea; e la cosa non istupisce, quando si pensi alle numerose relazioni che Gesù stesso aveva avute con cotesta regione; e ce n'erano nel distretto vicino al mare, a Cesarea, a Giaffa (a Joppe), a Lidda, come fra poco vedremo, ed in generale per tutto il Saron, vale a dire, nella bella pianura al sud della catena del Carmelo e al nord del paese dei Filistei. Queste ultime comunità cristiane dovettero essere il frutto della predicazione di Filippo Atti 8:40.

Essendo edificata,

spiritualmente parlando; la chiesa che così si edifica non è sempre quella che cresce di numero; ma è quella che, fondata sulla vera base che è Cristo, si evolve sotto l'azione dello Spirito nella santa atmosfera della pietà e della fede.

Timor del signore

è espressione frequente dell'A. T. Nel Nuovo non si trova che due volte: qui e in 2Corinzi 5:11: "Timor del Signore" non è "paura del Signore"; ma è piuttosto "paura di offendere il Signore" Vedi Giobbe 28:28; Salmi 111:10; Proverbi 1:7; 8:13; 16:6.

Nella consolazione dello Spirito Santo.

Meglio: "e (la Chiesa) crescea di numero, per le esortazioni che lo Spirito Santo ispirava". E traduzione che rende meglio il pensiero del passo; e il pensiero è questo. Le parole di conforto, di consiglio e di esortazione che lo Spirito dava alla Chiesa per mezzo degli uomini scelti da Dio, più che i segni ed i prodigi, erano la causa della maravigliosa espansione di lei.

Riflessioni

1. La menzione "delle donne" nel vers. 2 non deve passare inosservata. Il libro dei Fatti parla sovente della fede, del ministerio e della testimonianza delle prime donne cristiane; e non solo i Fatti, ma anche degli scrittori pagani hanno ricordato l'eroismo di coteste donne. Il nostro passo Atti 9:2 allude a delle cristiane, che, esposte pericolosamente all'infuriare della persecuzione, avean dovuto fuggire da Gerusalemme; e fra queste anime generose noi possiamo noverare, quasi con certezza, quelle di cui Luca parla nel suo Vangelo Luca 8:2-3 e che erano con gli apostoli nella "camera alta" fra il giorno dell'Ascensione e la Pentecoste. Possa la memoria d coteste sante donne viver sempre cara e feconda di santa emulazione nella Chiesa di Cristo!

2. Atti 9:3-9 sono il ricordo storico della conversione di Saulo; ed è necessario che ci fermiamo un poco a considerarlo. Prima di tutto, notiamo che ci sono tre ricordi storici di cotesto fatto. Il primo è il nostro di Luca, il quale, più che probabilmente, ebbe i particolari del fatto da Paolo stesso Atti 9:3-9; il secondo è nel racconto che Paolo fa della sua conversione dinnanzi al sinedrio Atti 22:6-11; il terzo è nello stesso racconto che Paolo fa ad Agrippa Atti 26:12-19. Le edizioni volgari hanno un testo lardellato d'interpolazioni, che la critica moderna ha cancellate. Il che non ha per alcun modo alterato il significato del testo. I tre documenti che ricordano la conversione di Saulo, sono perfettamente armonici in tutto quello che riguarda le circostanze essenziali del fatto; non c'è che qualche difficoltà di redazione. Le varianti, eccole qui.

1) Il fatto avvenne in pieno mezzogiorno Atti 26:13;

2) la voce si espresse in ebraico Atti 26:14; ella pronunciò qualche parola di più di quelle citate qui nel nostro passo Atti 22:8; 26:16-18.

Ma tutte queste varianti sono delle aggiunte che non alterano per nulla la natura del fatto. In questa categoria si può porre il quarto dettaglio dei compagni di viaggio di Saulo, che, secondo il terzo documento Atti 26:14, caddero anch'essi a terra. La sola contraddizione che questi vari documenti presentino, mi par quella fra Atti 9:7: "i compagni di viaggio di Saulo udirono la voce, ma non videro alcuno", e Atti 22:9: "essi videro la luce, ma non udirono la voce di colui che parlava". La contraddizione però è apparente e l'ho spiegata commentando Atti 9:7: "Se ti fermi, o Lelio, dice il Trezza, alla leggenda della via di Damasco, troverai nel racconto stesso che se ne fa, il criterio della sua impossibilità storica; è una leggenda che si contraddice in alcune parti, lasciandone alcune altre irresolute ed incerte". (San Paolo 1882: Pag. 48, 49). Così, il Trezza, esagerando alcune difficoltà di dettaglio ed immaginando delle contraddizioni che non esistono, stabilisce addirittura la impossibilità storica d'un fatto! Ma un'altra cosa domandiamoci adesso: qual'è l'idea che ci dobbiamo fare, o qual'è la spiegazione che daremo della conversione di Saulo? Le spiegazioni che si sono date e si dànno di cotesto fatto di tanta importanza storica, si possono ridurre a queste tre principali:

1) la spiegazione atea;.

2) la spiegazione naturale;

3) la spiegazione evangelica.

Accenniamole di volo.

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1) La spiegazione atea. "Come si spiega, chiede il prof. Trezza, come si spiega la via di Damasco dove l'ha percosso Gesù? Anzi come si spiega quel Gesù stesso rivelatosi a lui?... V'è un, direi quasi, contagio di pensieri che si propaga con velocità inconscia ma efficace; e spesso chi più li combatte negli altri, ne resta senz'avvedersene impresso. Le nature ardenti e dogmatiche, come San Paolo, sono più disposte, per l'impeto che le porta verso la fede, a quei repentini sobbalzi del sentimento, a quelle eccitazioni fantastiche, a quelle scosse degli organi, alle quali non giungerebbero mai le nature più riposate e più scettiche. Non fermandosi che sopra un punto delle cose, e convertendo quel punto in una specie stabile dell'assoluto, se avviene che qualche idea si trafori nel loro cervello, vi lascia un solco profondo, cangiandosi in fantasma che le fruga e le domina tanto da non potersene ormai dispiccare; il quale nutrito a lungo e racceso da una meditazione concentrata ed intensa, si stende nelle profondità degli organi, e non incontrando verun freno che lo debiliti o lo disvolga per altre vie, cresce sopra se stesso e si esalta in visione. L'uomo, in quel caso, è spettatore e spettacolo ad un tempo; si vede d'innanzi il proprio fantasma, ne ode la voce come di persona viva, e nessuna rivelazione a lui pare più sincera e più salda di quella che gli echeggia per entro il cervello. La visione psicologica di San Paolo sulla via di Damasco non s'è fatta altrimenti; il Gesù che gli apparve era fantasma convertito in persona viva". (San Paolo. 1882: Pag. 49-52). Malgrado tutto questo, il problema della conversione di Saulo non è del tutto risoluto per il Trezza. "È un problema che lascerà sempre alcuni aspetti inesplorati alla critica; tanto più che noi conosciamo ben poco i centri nervosi per entro i quali si formano e si esprimono le attività del cervello; poco le allucinazioni in cui lo conficca un'idea covata a lungo negli organi. Eppure convien trasferirsi in quel clima agitato e strano, risuscitarlo in noi stessi; respirarne almeno un istante le tempeste, gli ardori, le demenze, per poter comprendere certi fatti che paiono, ed in parte anche sono, inesplicabili all'uomo moderno". (San Paolo. 1882: Pag. 50). Così parlano gli uomini moderni che "la scienza ha liberati dal morbo sacro delle religioni", e per i quali San Paolo non fu altro che "un grande malato".

2) La spiegazione naturale, eccola riassunta in breve. Era un pezzo che Saulo avea dei dubbi e degli scrupoli relativamente al suo modo di procedere contro i cristiani. La costanza delle sue vittime, la nobiltà del suo proprio carattere, le discussioni avute con Stefano, che più d'una volta debbono avergli rivelata la debolezza dei propri argomenti e la potenza di quelli dell'avversario; tutto questo, messo assieme, avea scosso le convinzioni di Saulo ed avea preparato nei più intimi penetrali dell'anima di lui una reazione, ch'egli facea di tutto per soffocare, continuando, per ispirito di parte e falsa vergogna, per ambizione, ad andare per la via per la quale s'era messo fin da principio. Ma col tempo, lungi dall'usato ambiente e dalle agitazioni del suo partito, nel silenzio e nell'isolamento d'un lungo viaggio, la nuova corrente di idee si fece insensibilmente strada nell'animo di Saulo; cominciò ad imporsi allo spirito di lui in modo sempre più energico; e giunse l'ora in cui non ci volea più che una circostanza particolar e, magari di poco momento per se stessa, per assicurare alle nuove idee la vittoria. Sorpreso da un uragano nel momento in cui la lotta interna era in lui giunta alla crisi, ecco lo scroscio d'un fulmine, che quasi lo coglie e l'uccide. Il giovane fariseo vede in quel fulmine un avvertimento del cielo; e, con la tempra energica del suo carattere, segue da quel giorno il nuovo impulso che ha ricevuto dall'alto, con maggior ardore di quello con cui, senza troppo riflettere alla cosa, s'era dato a servir l a causa del suo partito. "Questa spiegazione, urta dice il Prof. Reuss, contro un fatto del quale, a torto, non si fa il conto che si dovrebbe. E questo fatto è la testimonianza stessa di Saulo, che a più riprese, ed in un modo ora più ora meno diretto, ricorda la propria conversione in un senso, che suppone la realtà storica degli elementi essenziali della narrazione com'è fatta nel nostro passo. Egli afferma d'aver visto Gesù, personalmente, dopo tutti gli apostoli e nel modo stesso ch'essi lo videro 1Corinzi 9:1; 15:8 confr. con Galati 1:1,15-16. Non solo; ma, e questo importa anche di più, egli parla sempre della sua conversione come di un fatto avvenuto subitaneamente, senza periodi di preparazione, e per azione diretta, potente, esclusiva di Dio. Egli, che conosceva così bene il cuor umano e che s'era così bene abituato a scrutare il suo, non trovava né nei suoi ricordi, né nelle sue meditazioni posteriori, alcun fatto, che somigliasse a quel lavorio subbiettivo di lenta trasformazione di cui s'è parlato più sopra, e che sta alla base della spiegazione naturale della conversione che studiamo al contrario, tutto il sistema teologico di Paolo è fondato sulla necessità dell'intervento immediato della grazia divina, senza la quale niun mortale può liberarsi dai legami della carne e del mondo, che lo tengono lungi dalla salvazione (confr. Galati 1:16; Efesini 3:8)".

3. La spiegazione evangelica. La spiegazione evangelica dell'atto accetta la narrazione di Luca, tale e quale, in tutta la sua maestosa semplicità. Ella ammette il miracolo; vale a dire, l'intervento diretto di Dio in questo fatto, "che non si spiega, dice A. Sabatier, senza il soprannaturale" (L'Apôtre Paul. Paris 1881: Pag. 43). E mi sia lecito citare ancora a questo proposito alcune parole del Prof. Reuss, che hanno, a mio parere, una importanza tutta speciale, appunto perché è il Prof. Reuss, la colonna della scuola teologica di Strasburgo, che le ha scritte. "La questione del miracolo, considerato come un fatto esteriore e materiale, può avere una importanza secondaria; la cosa essenziale, nel caso nostro, è che non perdiamo di vista il gran principio evangelico d'un contatto diretto dello Spirito di Dio con lo spirito dell'uomo; contatto, che sfugge all'analisi del ragionamento. Che si tratti d'uno scoppio di fulmine o d'un'apparizione di Gesù, è un individuo solo, fra parecchi posti in identiche condizioni esteriori, che ne risente gli effetti in un senso, che deciderà dell'indirizzo di tutto quanto il resto della sua, vita; ed in un modo che il giorno in cui avvenne il fatto, rimarrà a segnare una data importante nella storia dell'umanità intera. Perché la meteora non produce ella lo stesso effetto su tutti? Perché l'apparizione non è ella visibile che ad uno soltanto? Una sola e medesima risposta basterà per le due domande. La Provvidenza sceglie gl'istrumenti che vuole; e tocca all'uomo a riconoscere la mano di lei in cotesta scelta ch'ella fa, e negli effetti di cotesta scelta. È ad una fatica superflua che si sobbarca chi s'impunta a discutere i mezzi che la Provvidenza adopera per i suoi fini; quasi si trattasse di calcolare l'azione di un apparecchio meccanico. Quelli che hanno il bene di sapere scoprire nella loro vita interiore le tracce di questo contatto diretto dello Spirito di Dio col loro sviluppo spirituale, con le loro tendenze ed i loro buoni successi, non sentiranno affatto il bisogno di mercanteggiare i dettagli del nostro racconto. Il misticismo evangelico, rivelando al senso cristiano un mondo d'incessanti miracoli, gli risparmia la pena di preoccuparsi del piccolo numero di quei miracoli, che, in senso contradittorio, il razionalismo critico ed il razionalismo ortodosso fanno oggetto delle loro analisi". (Reuss. Actes des Apôtres. Paris 1876: Pag. 116).

3. "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" Atti 9:4. Saulo non perseguitava proprio Gesù; ei perseguitava i discepoli di Gesù; ma Gesù si sente egli stesso offeso quando sono offesi quelli che l'amano e per i quali ha dato la propria vita. C'è una santa legge di solidarietà nel mondo dello Spirito; una legge che sfugge all'analisi del ragionamento, ma che non è per questo una realtà meno gloriosa nel santuario della nostra esperienza. Per cotesta legge, noi muoiamo con Cristo Romani 6:8 al nostro peccato; con lui risuscitiamo Colossesi 3:1 ad una vita nuova; con lui sediamo nei luoghi celesti Efesini 2:6, ove viviamo come nella nostra città Filippesi 3:20; ascolta Cristo chi ascolta la parola della nostra testimonianza; sprezza Cristo chi sprezza noi; e chi sprezza Cristo, sprezza Iddio stesso che l'ha mandato Luca 10:16.

4. "Lévati! entra nella città e ti sarà detto quello che devi fare" Atti 9:6. La prima cosa che è richiesta all'impetuoso fariseo, è un'umile sottomissione alla volontà del Signore. Dice bene Matteo Henry: "Il gran cangiamento della conversione s'opera nella volontà del convertito, e consiste in questo: ch'ei si sottometta alla volontà di Cristo". Silenzio, ubbidienza, accettare senza conoscerlo ancora l'avvenire che Cristo li prepara, paziente aspettazione, preghiera onde luce gli sia fatta dall'alto, ecco le cose necessarie a Saulo prima che possa dirsi atto all'opera grande alla quale la Provvidenza lo chiama.

5. Santi! Atti 9:13. È la prima volta che, nei Fatti, i cristiani sono chiamati così. "Il nome di Santi fu dato fino da quei primi tempi ai Cristiani, perché chiamati alla santità, santificati nel Battesimo, e viventi con una singolare purità di costumi". Così il Martini al ver. 32, ove la parola è ripetuta. Che i santi siano "santificati nel battesimo" è il solito errore nel quale cadono sempre il Martini e la sua chiesa. Il battesimo non ha virtù santificante per se stesso; è un simbolo ed un suggello: è, cioè, il simbolo di una grazia da ricevere, nel caso del battesimo dei bambini, i quali non ottengono la realtà adombrata nel simbolo (vale a dire il lavamento dei loro peccati), che quando crederanno di fede propria, individuale; è il suggello di una grazia ricevuta, nel caso del battesimo dei credenti adulti; per essi, che hanno già ricevuto la grazia del lavamento dai loro peccati, il battesimo è il suggello divino di cotesta grazia ed un atto di testimonianza che son chiamati a fare dinnanzi al mondo. Quando poi il Martini dice che i santi sono chiamati alla santità", dice bene, ma non ispiega nulla; fa della etimologia della parola tautologia e nulla più. La etimologia santi conduce al senso di consacrati; e "santi" o "consacrati," sono coloro che regolano la loro vita interamente secondo i bisogni ed i doveri del servizio di Dio, rinunziando ai motivi ed alle tendenze del mondo profano. La santità non è un merito; non è conferita per decreto d'uomini; non è il privilegio di pochi, come insegna la chiesa romana; ma è frutto della grazia; è comunicata progressivamente dallo Spirito Santo, ed è la vocazione di tutti quanti i cristiani. "Siate santi!" dice a tutti l'Eterno. "Siate santi, perché io son santo! " Levitico 11:44; 1Pietro 1:16. Questo è il concetto biblico e vero della santità. Per ora, in Italia, siamo lontani dalla purità di queste nozioni. L'Evangelo è ignorato; e le definizioni dei grandi fatti divini sono pescate nei catechismi della chiesa, o nei vocabolari, i quali rispecchiano fedelmente le aberrazioni ecclesiastiche. Leggete, per esempio, il Fanfani ed il Rigutini: - "Santo. Colui che da Dio è eletto nel numero dei Beati e dalla Chiesa tenuto e canonizzato per tale!"

6. "Io gli mostrerò quante cose gli convien patire per il mio nome" Atti 9:16. La via dell'apostolato, e si può dire, in generale, la via della testimonianza cristiana non è cosparsa di rose; è via piena di difficoltà e di dolori. È bene che ce ne ricordiamo per non fare come quelli che entrano in cotesta via a test'alta, con grande entusiasmo, e poi si perdono d'animo quando sperimentano che le cose sono diverse da quello che s'erano sognato. Un Cristo che ha tanto sofferto, domanda degli apostoli e dei testimoni, che sian pronti a soffrire; che sappiano rinunziare ad ogni cosa ed a se stessi; che sian pronti a portare con santo eroismo la loro croce Matteo 16:24; Luca 14:26-27, e che capiscano che al testimone cristiano "non è data soltanto la grazia di credere nel suo maestro, ma anche quella gli è data, di soffrire per lui" Filippesi 1:29.

7. In Atti 9:31 è da por mente alla espressione: la Chiesa. Alcuni traducono: le chiese per tutta la Giudea ecc., ma è un errore. I codici più antichi e più autorevoli hanno: la Chiesa, al singolare (Ἵ εκκλησια ). Per la prima volta noi c'imbattiamo in questa parola, intesa ad esprimere l'unità spirituale della Chiesa di Cristo. In tre province della Palestina; vale a dire, nella Giudea, nella Galilea, nella Samaria, già sorgono e prosperano chiese fiorenti. Sono nate in ambienti diversi, hanno bisogni differenti, ciascuna ha le sue caratteristiche speciali; ma le esperienze dell'una sono le esperienze di tutte; la fede, la speranza e l'amore dell'una, sono la fede, la speranza e l'amore di tutte; sono molte c hiese; eppure, agli occhi di Luca, esse formano "la Chiesa"; il tempio spirituale del Nuovo Patto 1Pietro 2:5; il corpo mistico di Cristo 1Corinzi 12:27; la Sposa di Cristo Apocalisse 22:17: la famiglia di Dio Efesini 3:15. Oh santa e benedetta età, in cui la preoccupazione della forma non soltanto non ha ancora ucciso, ma non ha neppur cominciato a minacciare la vita dello spirito! Oh santa e beata età, in cui la Chiesa non si scinde in tante chiesuole le une contro le altre armate a difendere un'idea secondaria di dottrina o di forma, ma si raccoglie, si stringe in un fascio, s'edifica, si evolve spiritualmente, "cresce in ogni cosa in Cristo ch'è il Capo" Efesini 4:15; e mentre cammina circospetta, ad occhi aperti, con santa cautela per non offendere il Signore, apre largo il cuore a ricevere quelle esortazioni dello Spirito, che sono il vero pane dell'anima, e il mezzo divino per cui ella si fa grande, bella, robusta, e muove trionfante alla conquista del proprio ideale Giovanni 10:16b!

32 3. VIAGGI MISSIONARI DI PIETRO (Atti 9:32-10:48)

La terza sezione ha quattro parti:

1. PIETRO IN LIDDA (Atti 9:32-35);

2. PIETRO IN IOPPE (Atti 9:36-43);

3. LA VISIONE DI PIETRO (Atti 10:1-16);

4. PIETRO A CESAREA (Atti 10:17-48).

1. Pietro in Lidda (Atti 9:32-35)

Andando attorno da tutti.

Meglio: Or avvenne che Pietro, andando a visitare tutti i santi, capitò anche da quelli che dimoravano in Lidda. Pietro fa a questi santi una vera e propria visita pastorale. Filippo ha seminato in queste contrade; Dio ha fatto crescere; Pietro adacqua e circonda delle sue cure questa bella parte del campo. E durante il suo viaggio, Pietro trova modo di contribuire anch'egli, per via di stupendi miracoli, al progresso dell'opera evangelistica ed ha l'occasione di far egli stesso un gran passo innanzi nell'intelligenza del Vangelo e della propria missione.

Ai santi

Vedi Atti 9:13.

In Lidda.

Lidda è quella Lod 1Cronache 8:12; Esdra 2:33; Neemia 11:35 che i Beniaminiti abitarono al ritorno dalla cattività., i greci la chiamavano Diospoli (Città di Giove). E situata a una quindicina di miglia all'est di Ioppe sulla via che va da Gerusalemme a Cesarea di Filippo. Al tempo della dominazione siriaca apparteneva alla Samaria; ma ne fu poi staccata con due altre toparchie, perché Demetrio Sotero la dette ai Giudei. Ridotta in cenere dal generale romano Cestio, ai giorni dell'ultima guerra giudaica, risorse dalle proprie rovine e fu per qualche tempo sede d'un'Accademia. Oggi si chiama Ludd o Lidda e n è più che un piccolo villaggio, o meglio, non e più che un ammasso di rovine, che chi va, da Ioppe a Gerusalemme vede là, a poca distanza dalla via, in mezzo a folti oliveti ed a magnifici giardini.

33 Enea.

Il nome è greco; quindi, probabilmente, Enea era un ellenista. Se l'uomo che la Provvidenza ponea sulla via di Pietro fosse un cristiano o un individuo qualunque il testo non dice. Quest'ultima idea ha però per se:

a) l'analogia di Atti 3:2;

b) il modo con cui Luca introduce Enea: un uomo Atti 9:33;

c) il fatto che quando Luca vuol indicare un cristiano, è esatto nelle sue espressioni... una certa discepola Atti 9:36.

Giaceva in un letticello,

La parola che è tradotta per letticello era il giaciglio dei poveri. Enea, quindi, era malato non solo, ma malato e povero.

34 Gesù, che è il Cristo.

Meglio dire, per render bene l'idea: Gesù, il Messia, ti sana.

Levati, e rifatti il letticello,

perché si vegga da tutti che tu sei veramente guarito. Vedi Matteo 9:6; Marco 2:9,11; Giovanni 5:11-12.

35 Saron.

Non è nome di villaggio o di città, ma è nome di regione. L'originale ha l'articolo: il Saron; il che vuol dire che se ne parlava come di una vasta estensione di paese. Il Saron si può tradurre esattamente per la pianura; il piano. È il Sharon dell'Antico T. 1Cronache 5:16; 27:29; Cantici 2:1; Isaia 33:9. Era situata al sud del Carmelo, lungo la costa del Mediterraneo e si stendeva fino a Cesarea e Ioppe. Era una regione fertilissima; tanto, che il suo nome serviva quasi proverbialmente ad indicare ogni paese fertile e bello Isaia 33:9; 35:2; 65:10.

Riflessioni

1. A proposito di Atti 9:32, il Martini dice: "Pietro visitandole tutte, ecc. Intende le Chiese fondate dai discepoli sparsi per ogni parte nel tempo della persecuzione. Pietro, come capo di tutta la Chiesa, va a visitarle, affine di confermarle nella fede, di provvedere alle loro occorrenze e sopra tutto per ordinare dei pastori, secondo il bisogno di ciascheduna". Nel qual commento, le due frasi che sottolineo, valgono un Perù e sono una prova lampante della malizia ermeneutica dei commentatori papisti. Al Capo nono dei Fatti, dopo tutto quello che Luca ci ha detto della genesi e della evoluzione della Chiesa, parlare di un capo di tutta la Chiesa nel senso papista, e di "un capo di tutta la Chiesa" che visita le chiese per confermarle nella fede, ma sopra tutto per ordinarvi dei pastori, è cosa che fa ridere i sassi per non dire che muove le lagrime a chi calcoli il danno che questo infedele insegnamento ufficiale reca ad un popolo come il nostro, che non vuole aprir gli occhi per esaminare da sè le belle e sante verità dell'Evangelo.

2. Enea è malato da otto anni; è paralitico Atti 9:33; è un caso disperato, tutti lo sanno; ei non lascerà il suo giaciglio che per entrare nella tomba. E Cristo lo sana. Il fatto è storico; ma i miracoli di Cristo sono dei segni; sono delle parabole che, sotto il velame d'un fatto fisico, nascondono una verità superiore, d'ordine morale. Cristo scelse i malati a vista umana incurabili, a significare lo stato disperato in cui era caduta l'umanità quand'egli s'accinse a sanarla. Mentr'eravamo senza forza, paralizzati in tutte le nostre più nobili facoltà, e, come Enea, irremissibilmente sacrati alla morte, Cristo ci dette la sua parola sanatrice.

3. Dico: Cristo lo sana. È Cristo, non è Pietro che sana Enea; questo risulta chiaro da Atti 9:34. Pietro sa quel che vale; non ambisce onori né autorità che non gli spettino. È lo stesso Pietro di Atti 3:6,6; 4:10.

4. Un'osservazione di Matteo Henry viene qui a proposito, meditando il "lévati e rifatti il letticello" del vers. 34: "Non credere, ei dice, non credere che, siccome è Cristo il quale per l'energia della sua grazia opera tutto in te, tu non hai opera alcuna da fare, né doveri da compiere. Quantunque sia Gesù che ti fa sano, tocca a te ad alzarti e ad usar della forza ch'egli ti ha data".

5. Com'è stupendo l'effetto del miracolo operato da Gesù in Enea! Atti 9:35. È così che il Signore interviene egli stesso personalmente e benedice l'opera dei suoi servitori. Per la guarigione d'un malato molti sono condotti alla salvazione; notiamolo attentamente nel passo: quale straordinaria e salutare influenza può esercitare la testimonianza d'uno solo, che sia veramente guarito!

36 2: Pietro in Ioppe (Atti 9:36-43)

Ioppe,

in ebraico Iapho Giosuè 19:46, era il porto di Gerusalemme e distava da questa città un trentacinque miglia circa. Di questo porto si servirono Salomone ed Esdra quando si trattò di recare i materiali per la costruzione del tempio 2Cronache 2:16; Esdra 3:7. Vedi anche Giona 1:3; 1Maccabei 10:76; Giuseppe Flavio, Bell. Iud. 2:18, 19; 3:9, 2-4). Oggi si chiama Giaffa.

Tabita,

o più esattamente Tabithà, è parola aramaica che significa gazzella. In greco, l'aramaico Tabithà si traduce per Dorcàs, che vuol pur dire gazzella. L'uso di mettere ai figliuoli (e specialmente alle figliuole) dei nomi d'animali era antichissimo fra i giudei e fra altri popoli. Basti il ricordare Debora che vuol dire ape; Rachele, pecora; Jaël camozza ecc. Tabithà e probabilmente una specie particolare d'antilope o di gazzella, le cui forme graziose ed i cui occhi brillanti sono stati spesso cantati dai poeti. Era un nome carino, simpatico, e lo si dava volentieri alle donne. (Gius. F. Guerra G. 4, 3, 5).

37 Dopo che fu stata lavata

L'uso di lavare il corpo dei defunti prima di seppellirli o di cremarli è antichissimo e quasi tutti i popoli.

Fu posta in una sala;

propriamente in una camera alta; in una camera del piano superiore Atti 1:13. Non la seppellirono subito. La posero lì per aspettar Pietro che non era lontano. Questo aspettare l'apostolo, quando si pensi che si trattava d'un caso di morte, era un atto di fede non comune.

38 Lidda era vicina a Ioppe

Non ne distava che nove miglia.

Per pregarlo che senza indugio...

I codici migliori hanno una forma più drammatica. "Non indugiare a venire da noi!"

39 Tutte le vedove

ch'ella avea beneficate, secondo alcuni; secondo altri, le vedove con le quali avea lavorato in opere di beneficenza. Le vedove sono quivi per rendere gli estremi onori alla defunta. Secondo alcuni, le cose mostrate dalle vedove erano quelle stesse ch'elleno portavano addosso; secondo altri, invece, no. La questione è di poco momento; quello che le vedove voglion fare mostrando, a Pietro le tuniche ( χιτωνες) ed i mantelli o le sopravvesti ( ἱματια) che Gazzella faceva mentr'era con loro, è di esaltare l'applicazione di lei al lavoro e di mettergli sotto gli occhi le prove materiali d'un'assiduità perseverante che non ha cessato che alla vigilia della morte le che è stata tutta consacrata ad opere di carità. Il versetto 40 ci ricorda il fatto della risurrezione della figliuola di Giairo Marco 5:40-41.

41 E chiamati i santi

Vedi Atti 9:13,32.

43 Molti giorni.

Non si può dire esattamente quanti. È un'espressione elastica. In Atti 9:23 abbiamo visto ch'ella abbracciava un tre anni circa. Il Lindsay nota a questa espressione del nostro passo: Probabilmente, più d'un anno.

Simone coiaio.

Il mestiere di coiaio, o meglio: di conciatore di cuoio, era aborrito dai giudei; al punto che, se un uomo ammogliato si dava a cotesto mestiere, la moglie potea chiedere il divorzio. Il senso di ripulsione che il mestiere del coiaio destava, si spiega col fatto che chi lo esercitava, dovendo maneggiare delle bestie morte ecc., si trovava in continuo pericolo di contaminazioni cerimoniali. Ma quello che più ancora importa qui è il fatto di Pietro che va a star di casa da un coiaio! È un bel passo innanzi ch'ei fa sulla via della libertà cristiana. Ei sta per andare ai Gentili; questa dimora in casa d'un coiaio gli è già una buona preparazione a vincere gli scrupoli che cotesta missione gli sveglierà nella coscienza. Entrando da Simone, fa già, ripeto, un bel passo innanzi. Il resto verrà da se. La luce gli risplenderà progressivamente più pura che mai; lo splendore della luce da alto gli andrà crescendo, finché diverrà luce meridiana Proverbi 4:18.

Riflessioni

1. Gazzella era "una discepola", dice Atti 9:36; e il resto ci dice ch'ell'era "una discepola" nel vero senso della parola. Un largo corredo d'opere d'amore commendava la legittimità della sua fede. Ce ne son molti che pur si chiamano "discepoli", i quali sono pieni di parole e vuoti di fatti. Gazzella non era di cotesta classe. Non era di quelle che chiacchierano; era di quelle che fanno. I cristiani come Gazzella muoiono, ma lasciano di sè una memoria benedetta, che resta fra i viventi come un'eco dolce d'armonia lontana.

2. Non possiamo dire se Gazzella fosse povera o ricca; una cosa però sappiamo; ch'ella è lodata non solo per le limosine che dava Atti 9:36, ma anche per il lavoro che faceva con le proprie mani, a scopo di carità Atti 9:39. Ogni cristiano, per povero ed in umile condizione che sia, troverà sempre modo, se vuole, di far del bene al prossimo. Potrà lavorare come Gazzella; potrà visitare gl'infermi; potrà in cento altri modi mostrare che la sua fede non è morta, ma "operante per l'amore" Galati 5:6.

3. Le donne come Gazzella sono di una santa e pratica utilità dovunque si trovino; e sono una predicazione vivente della bontà e della potenza del, Evangelo. Che misera figura fanno, di fronte a Gazzella, quelle donne che non sono d'altro preoccupate che d'ornarsi esternamente! che sciupano la vita nel soddisfare la loro insulsa vanità, mentre potrebbero fare tanto bene a tanto minor costo! Coteste donne muoiono, e niuno se ne accorge e niuno le piange. Le donne che quando Dio le chiama nella eternità lasciano nel tempo un vuoto che molti angoscia, son quelle che esistono più per gli altri che per se stesse; quelle, la cui vita intera è il più bel ornamento della fede che professano.

4. Ho già notato la somiglianza che c'è fra questo miracolo di Pietro e quello di Gesù in casa di Giairo Marco 5:40-42. Qui è il luogo di porre in rilievo una differenza tra i due fatti. Nel fatto di Giairo è detto: "E (Gesù) presa la fanciulla per la mano, le disse: - "Talithà kúmi"; il che interpretato vuol dire: - "Fanciulla, io tel dico, lévati!" Marco 5:41. Nel nostro caso, invece, Pietro "si mette in ginocchio e fa orazione. Poi, rivoltosi al corpo, esclama: "Tabithà! lévati!" Atti 9:40. Nel caso di Giairo, il miracolo è fatto da Gesù di propria autorità. Egli è "l'autor della vita" Atti 3:15, "la risurrezione e la vita" Giovanni 11:25. Nel caso di Gazzella non è Pietro, in realtà, che compie il miracolo; è Gesù, che Pietro ha invocato. Pietro è il mezzo per cui il miracolo s'opera; l'autor del miracolo è Gesù. È quei di Ioppe che capirono l'importanza ed il significato del miracolo, non scelsero Pietro, ma "il Signore" come oggetto della loro fede Atti 9:42.

5. Prima di lasciare questa pagina maravigliosa della vita di Pietro sarà bene ch'io noti che la critica negativa non ha lasciato in pace questi due fatti d'Enea e di Dorcas. Lo Holtzmann ci vede una riproduzione di tipi antichi, dei quali l'immaginazione popolare si dilettava di cercare il riscontro nella vita e nell'attività degli uomini di Dio di cui pel momento si preoccupava. Si voleva dare a Pietro una rinomanza uguale a quella degli antichi profeti e simile a quella di Cristo. Così, la guarigione d'Enea diviene una variante della guarigione del paralitico, operata dal Signore (Matteo 9:1-8 e paralleli); e la risurrezione di Dorcas riproduce quella della, figliuola di Giairo (Marco 5:35 e seg.) o forse anche quella del figliuolo della Sunamita 2Re 4. Ora, questi tipi antichi, prosegue sempre lo Holtzmann, sono dei miti; le loro riproduzioni sono ugualmente dei miti... e non vale a pena di occuparsene. Il Pfleiderer poi, pone addirittura questo principio: - "In ogni narrazione leggendaria è di moda il connettere dei racconti conservati dalla tradizione, che abbiano fra loro qualche analogia, è di moda, dico, il connetterli con persone diverse e con luoghi differenti, quando presentino qualche punto di contatto". Il Barde, a cui debbo questo accenno alla critica negativa, ha ragione: - "Sta bene, egli dice: il principio l'avete posto; ma su che si basa egli? Quali prove irrefutabili ci date voi che ci costringano ad accettarlo per vero? Noi le cerchiamo cotesto prove, ma non le troviamo. Scrivere, a un qualcosa come diciotto secoli di distanza dai, fatti: "Le cose, sapete? le sono andate così e così, e non altrimenti"; negare ai testimoni immediati dei fatti ogni capacità di vedere e di capire; confinarli superbamente fra gli allucinati o i semplicioni, diciamolo pure, è giocar di fantasia; non è più trattar le cose con ispirito scientifico".

6. Non c'è mestiere, per quanto spregevole ei paia agli occhi del mondo, che non possa esser santificato. La casa del coiaio di Ioppe era vista di mal'occhio dagli uomini, ma era ben nota nel cielo Atti 10:6 ed amata dal Signore. In quella casa, Pietro, visto che in Ioppe c'era da far molto per l'opera di Dio, prende il suo domicilio. Non va a stare in casa di Gazzella; Gazzella l'avrebbe senza dubbio accolto; ma a Pietro preme di evitare anche l'ombra del sospetto ch'egli cerchi la propria gloria, che cerchi di farsi largo tra la folla che visiterebbe la casa, o che domandi una ricompensa per l'esercizio dei suoi doni miracolosi. Quindi, non va a stare in casa di Gazzella, ma in casa del coiaio. Il Martini, che al vers. 32 chiamava Pietro il capo di tutta la Chiesa, non dice se quello che oggi egli chiama capo di tutta la Chiesa e successore di San Pietro si contenterebbe di stare un annetto in casa d'un conciator di pelli!

Riferimenti incrociati:

Atti 9

1 At 9:11-13,19-21; 7:58; 8:3; 22:3,4; 26:9-11; 1Co 15:9; Ga 1:13; Fili 3:6; 1Ti 1:13
Sal 27:12

2 At 9:14; 7:19; 22:5; 26:12; Est 3:8-13; Sal 82:2-4
At 6:9; 13:14,15; 28:17-21
At 19:9,23; 22:5; 28:22

3 At 9:17; 22:6; 26:12,13; 1Co 15:8
Sal 104:2; 1Ti 6:16; Ap 21:23; 22:5

4 At 5:10; Nu 16:45; Giov 18:6; Rom 11:22; 1Co 4:7
Ge 3:9; 16:8; 22:11; Eso 3:4; Lu 10:41; Giov 20:16; 21:15
At 22:7,8; 26:14,15; Is 63:9; Zac 2:8; Mat 25:40,45,46; 1Co 12:12; Ef 5:30

5 1Sa 3:4-10; 1Ti 1:13
At 26:9
At 5:39; De 32:15; Giob 9:4; 40:9,10; Sal 2:12; Is 45:9; 1Co 10:22

6 At 16:29; 24:25,26; 1Sa 28:5; Is 66:2; Abac 3:16; Fili 2:12
At 2:37; 16:30; 22:10; Lu 3:10; Rom 7:9; 10:3; Giac 4:6
At 9:15; 26:16; Ez 16:6-8; Mat 19:30; Rom 5:20; 9:15-24; 10:20; Ga 1:15,16; 1Ti 1:14-16
At 10:6,22,32; 11:13,14; Sal 25:8,9,12; 94:12; Is 57:18

7 At 22:9; 26:13,14; Dan 10:7; Mat 24:40,41

8 At 9:18; 13:11; 22:11; Ge 19:11; Eso 4:11; 2Re 6:17-20

9 At 9:11,12; 2Cron 33:12,13,18,19; Est 4:16; Gion 3:6-8

10 At 22:12
At 2:17; 10:3,17-20; Nu 12:6; Dan 2:19
At 9:4
Ge 22:1; 31:11; Eso 3:4; 1Sa 3:4,8-10; 2Sa 15:26; Is 6:8

11 At 8:26; 10:5,6; 11:13
At 9:30; 11:25; 21:39; 22:3
At 2:21; 8:22; De 4:29; 2Cron 33:12,13,18,19; Giob 33:18-28; Sal 32:3-6; 40:1,2; 50:15; 130:1-3; Prov 15:8; Is 55:6,7; Ger 29:12,13; 31:18-20; Gion 2:1-4; Zac 12:10; Mat 7:7,8; Lu 11:9,10; 18:7-14; 23:42,43; Giov 4:10

12 At 9:10,17,18

13 Eso 4:13-19; 1Sa 16:2; 1Re 18:9-14; Ger 20:9,10; Ez 3:14; Gion 1:2,3; Mat 10:16
At 9:1; 8:3; 22:4,19,20; 26:10,11; 1Ti 1:13-15

14 At 9:2,3
At 9:21; 7:59; 22:16; Rom 10:12-14; 1Co 1:2; 2Ti 2:22

15 Eso 4:12-14; Ger 1:7; Gion 3:1,2
At 13:2; Ger 1:5; Giov 15:16; Rom 1:1; 9:21-24; Ga 1:1,15,16; 2Ti 1:11; 2:4,20,21; Ap 17:14
At 21:19; 22:21; 26:17-20; Rom 1:5,13-15; 11:13; 15:15-21; 1Co 15:10; Ga 2:7,8; Ef 3:7,8; Col 1:25-29; 1Ti 2:7
At 25:22-27; 26:1-11; 27:24; Mat 10:18; 2Ti 4:16,17
At 28:17-31

16 At 20:22,23; 21:11; Is 33:1; Mat 10:21-25; Giov 15:20; 16:1-4; 1Co 4:9-13; 2Co 11:23-27; 2Ti 1:12; 2:9,10; 3:11
At 9:14; Mat 5:11; 24:9; 1P 4:14; Ap 1:9

17 At 22:12,13
At 6:6; 8:17; 13:3; 19:6; Mat 19:13; Mar 6:5; 1Ti 4:14; 5:22; 2Ti 1:6; Eb 6:2
At 9:13,14; 21:20; 22:13; Ge 45:4; Lu 15:30,32; Rom 15:7; File 1:16; 1P 1:22,23
At 9:4,5,10,11,15; 10:36; 22:14; 26:15; Lu 1:16,17,76; 2:11; 1Co 15:8,47
At 9:8,9,12
At 2:4; 4:31; 8:17; 13:52

18 2Co 3:14; 4:6
At 2:38,41; 13:12,13,37,38; 22:16

19 At 27:33-36; 1Sa 30:12; Ec 9:7
At 26:20; 1Sa 10:10-12; Ga 1:17

20 At 9:27,28; Ga 1:23,24
At 8:37; Sal 2:7,12; Mat 26:63-66; 27:43,54; Giov 1:49; 19:7; 20:28,31; Rom 1:4; Ga 2:20; 1G 4:14,15; Ap 2:18

21 At 2:6,12; 4:13; Nu 23:23; Sal 71:7; Is 8:18; Zac 3:8; 2Te 1:10; 1G 3:1
At 3:10; Mat 13:54,55; Mar 5:15-20; Giov 9:8,9
At 9:1,2,13,14; 8:3; Ga 1:13-24

22 Ge 49:24; Giob 17:9; Sal 84:7; Is 40:29; 2Co 12:9,10; Fili 4:13
At 6:9,10; 18:27,28; Lu 21:15; 1Co 1:27
At 17:3; 18:5; 28:23; Lu 24:44,45

23 At 9:16; 13:50; 14:2,19; 22:21-23; Gios 10:1-6; Mat 10:16-23; 2Co 11:26; 1Te 2:15,16

24 At 9:29,30; 14:5,6; 17:10-15; 23:12-21; 25:3,11; Giudic 16:2,3; 2Co 11:32
Sal 21:11; 37:32,33

25 Gios 2:15; 1Sa 19:11,12; 2Co 11:33

26 At 22:17; 26:20; Ga 1:17-19
At 9:19; 4:23
Mat 10:17-19; 24:10; Ga 2:4

27 At 4:36; 11:22,25; 12:25; 13:2; 15:2,25,26,35-39; 1Co 9:6; Ga 2:9,13
Ga 1:18,19
At 9:17; 1Co 15:8
At 9:20-22; 4:13,29; Ef 6:19,20

28 At 1:21; Nu 27:16,17; 2Sa 5:2; 1Re 3:7; Sal 121:8; Giov 10:9; Ga 1:18

29 At 9:20-22,27
At 6:9,10; 17:17; 18:19; 19:8; Giuda 1:3,9
At 6:1; 11:20
At 9:23; 2Co 11:26

30 At 9:24,25; 17:10,15; Mat 10:23
At 8:40
Mat 16:13
At 9:11; 11:25

31 At 8:1; De 12:10; Gios 21:44; Giudic 3:30; 1Cron 22:9,18; Sal 94:13; Prov 16:7; Is 11:10; Zac 9:1; Eb 4:9
Rom 14:19; 1Co 3:9-15; 14:4,5,12,26; 2Co 10:8; 12:19; 13:10; Ef 4:12,16,29; 1Te 5:11; 1Ti 1:4; Giuda 1:20
Ne 5:9,15; Giob 28:28; Sal 86:11; 111:10; Prov 1:7; 8:13; 14:26,27; 16:6; 23:17; Is 11:2,3; 33:6; 2Co 7:1; Ef 5:21; Col 1:10
Giov 14:16-18; Rom 5:5; 14:17; 15:13; Ga 5:22,23; Ef 1:13,14; 6:18,19; Fili 2:1; 2Te 2:16,17
At 6:7; 12:24; Est 8:16,17; Zac 8:20-23

32 At 1:8; 8:14,25; Ga 2:7-9
At 9:13,41; 26:10; Sal 16:3; Prov 2:8; Mat 27:52; Rom 1:7; Ef 1:1; Fili 1:1
At 9:38

33 At 3:2; 4:22; 14:8; Mar 5:25; 9:21; Lu 13:16; Giov 5:5; 9:1,21
Mar 2:3-11

34 At 3:6,12,16; 4:10; 16:18; Mat 8:3; 9:6,28-30; Giov 2:11

35 At 4:4; 5:12-14; 6:7; 19:10,20; Sal 110:3; Is 66:8
1Cron 5:16
At 9:42; 11:21; 15:19; 26:18-20; De 4:30; Sal 22:27; Is 31:6; Lam 3:40; Os 12:6; 14:2; Gioe 2:13; Lu 1:16,17; 2Co 3:16; 1Te 1:9,10

36 At 10:5; 2Cron 2:16; Esd 3:7; Gion 1:3
Prov 5:19; CC 2:9; 3:5; 8:14
Giov 15:5,8; Ef 2:10; Fili 1:11; Col 1:10; 1Te 4:10; 1Ti 2:9,10; 5:10; Tit 2:7,14; 3:8; Eb 13:21; Giac 1:27
At 10:4,31

37 Giov 11:3,4,36,37
At 1:13; 20:8; Mar 14:15

38 At 9:32,36
2Re 4:28-30

39 At 9:41; 8:2; 2Sa 1:24; Prov 10:7; 1Te 4:13
At 9:36; 20:35; Giob 31:19,20; Prov 31:30,31; Mat 25:36-39; 26:11; Mar 14:8; Giov 12:8; 2Co 8:12; Ef 4:28; 1Te 1:3; Giac 2:15-17; 1G 3:18
Ec 9:10; Mat 17:17; Lu 24:44; Giov 17:12

40 Mar 5:40; 9:25; Lu 8:54
At 7:60; 20:36; 21:5
1Re 17:19-23; 2Re 4:32-36; Mat 9:25
Mar 5:41,42; Giov 11:43,44

41 At 3:7; Mar 1:31
At 6:1; Giob 29:13; Sal 146:9; Lu 7:12
At 20:12; Ge 45:26; 1Re 17:23; Lu 7:15

42 At 9:35; 11:21; 19:17,18; Giov 11:4,45; 12:11,44

43 At 10:6,32

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