Nuova Riveduta:

Colossesi 1:24

Il combattimento dell'apostolo
Ef 3:1-13; 1Co 2:7-13
Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa.

C.E.I.:

Colossesi 1:24

Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

Nuova Diodati:

Colossesi 1:24

Sue fatiche e lotte
Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa,

Riveduta 2020:

Colossesi 1:24

Afflizioni e combattimenti dell'apostolo
Ora io mi rallegro nelle mie sofferenze per voi e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del corpo di lui che è la Chiesa,

La Parola è Vita:

Colossesi 1:24

Fa parte del mio compito soffrire per voi, ed io ne sono felice, perché così completo il piano di sofferenza che Cristo ha stabilito per me, per il bene del suo corpo, che è la Chiesa.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Colossesi 1:24

Fatiche e lotte apostoliche di Paolo
Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a pro del corpo di lui che è la Chiesa;

Martini:

Colossesi 1:24

Io, che adesso godo di quel, che patisco per voi, e do nella carne mia compimento a quello, che rimane de' patimenti di Cristo, a pro del corpo di lui, che è la Chiesa:

Diodati:

Colossesi 1:24

ORA mi rallegro nelle mie sofferenza per voi, e per mia vicenda compio nella mia carne ciò che resta ancora a compiere delle afflizioni di Cristo, per lo corpo d'esso, che è la chiesa.

Commentario:

Colossesi 1:24

8. Un'esperienza personale dell'apostolo ed il concetto ch'egli s'è fatto del ministerio evangelico e del messaggio che Dio gli ha confidato Colossesi 1:24-27.

Ora, Io mi rallegro nelle mie sofferenze a pro vostro; e nella mia carne completo quel che mi manca delle afflizioni di Cristo pel bene del corpo di lui che è la Chiesa, della quale io sono stato fatto ministro, secondo l'ufficio datomi da Dio per voi; il quale ufficio è quello di annunziare nella sua pienezza la parola di Dio; il mistero, voglio dire, occulto da secoli e da età, ma ora svelato ai santi di lui, ai quali Iddio ha voluto far conoscere quale sia la gloriosa ricchezza di cotesto mistero fra i Gentili: cioè, Cristo fra voi la speranza della gloria.

L'apostolo ci parla di una sua esperienza personale:

Ora, io mi rallegro nelle mie sofferenze a pro vostro; e nella mia carne completo quel che mi manca delle afflizioni di Cristo pel bene del corpo di lui che è la Chiesa.

E in che consiste ella questa sua esperienza? Al centro del concetto apostolico sta qui l'idea delle «afflizioni di Cristo»; delle afflizioni, cioè, che Cristo ha patite durante il suo ministerio terrestre. Le afflizioni di Cristo possono esser considerate da due punti di vista, che chiamerei «teologico» il primo, e «storico» il secondo. Per il senso «teologico», le sofferenze di Cristo sono state la causa della nostra redenzione. Esse cominciano dal momento in cui Cristo «spogliò se stesso prendendo forma di servo» Filippesi 2:7, e finiscono sulla croce con la sublime parola: «Padre, io rimetto lo spirito mio nelle tue mani» Luca 23:46. Alle afflizioni di Cristo, considerate a questo modo, l'uomo non può nè togliere nè aggiungere nulla. Ma le medesime afflizioni possono esser considerate da un altro punto di vista, che ho chiamato «storico»; e di queste sofferenze, così considerate, è necessario che ogni credente prenda la sua parte Ebrei 13:13; Matteo 10:24; 20:23; 1Pietro 4:13; Romani 8:17. Ogni credente, e soprattutto ogni ministro di Cristo, ha ricevuto da Dio una certa definita misura, un certo determinato «calice» Matteo 26:39 di codeste afflizioni. Il «calice» non è per tutti lo stesso; è più capace per gli uni, è meno capace per altri; non importa; quel che importa si e che, in tutti i casi, il calice dev'esser empito fino all'orlo. Or Paolo s'ebbe un calice ben ampio, se potè scrivere quel che scrisse in 2Corinzi 11:24-28; ma il calice dell'apostolo è tutt'altro che pieno, nell'atto in cui egli sta scrivendo le parole che studiamo. Egli è in prigione per l'Evangelo; e in prigione, dimentico di se stesso, è angustiato da quella preoccupazione che traspare da tutta quanta questa sua lettera. A Colosse, a Laodicea, a Jerapoli, ci son delle chiese che il vento d'una falsa filosofia tenta sviare dal retto sentiero; che un fanatico misticismo minaccia di contaminare; che i soliti giudaizzanti, nemici implacabili dell'apostolo, fanno di tutto per subornare. E chi può ridire lo spasimo d'un apostolo come Paolo, che sa vitto questo e non può volare in Frigia, a soccorrere i suoi fratelli nella fede, perchè trattenuto a forza nel fondo d'una prigione a Roma? Ma Paolo è cristiano; non si ribella contro le spesso incomprensibili dispensazioni della Provvidenza, ed esclama: «Io finisco di riempire il calice che m'è toccato come mia parte delle afflizioni di Cristo; e in questo pensiero mi riposo; non solo, ma mi rallegro in mezzo alle mie sofferenze, perchè sento che «la sua grazia mi basta» 2Corinzi 12:9, e perchè so che le mie sofferenze produrranno qualche benedizione per voi e per quella Chiesa che è il corpo di Cristo». E la Chiesa, infatti, anche oggi gode con animo commosso di codeste benedizioni; e meditando le lettere che Paolo scriveva dal carcere, entra più che mai nei misteri della propria vita morale, cresce nella conoscenza dell'amore di Cristo, e si persuade ogni giorno di più che l'Evangelo non è una fredda esposizione di dottrine astratte, ma una «potenza di Dio che salva ogni credente» Romani 1:16. Così, «come le sofferenze di Cristo abbondarono in Paolo, oggi, per mezzo di Cristo, abbonda la consolazione della Chiesa» 2Corinzi 1:5. L'allusione alla Chiesa, che è «il corpo di Cristo» cfr. anche Colossesi 1:18, trae ora l'apostolo a spiegare qual sia il concetto ch'egli s'è fatto di quel ministerio al quale Iddio l'ha chiamato.

Riferimenti incrociati:

Colossesi 1:24

Mat 5:11,12; At 5:41; Rom 5:3; 2Co 7:4; Ef 3:1,13; Fili 2:17,18; Giac 1:2
2Co 1:5-8; 4:8-12; 11:23-27; Fili 3:10; 2Ti 1:8; 2:9,10
Col 1:18; Ef 1:23

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