Nuova Riveduta:

Ebrei 12:2

fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

C.E.I.:

Ebrei 12:2

tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio.

Nuova Diodati:

Ebrei 12:2

tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.

La Parola è Vita:

Ebrei 12:2

Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, nostra guida ed esempio perfetto di fede. Su Gesù che, in vista della gioia che avrebbe avuto, sopportò una morte vergognosa sulla croce, ed ora si è seduto al posto d'onore alla destra del trono di Dio.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Ebrei 12:2

duce e perfetto esempio di fede, il quale per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce sprezzando il vituperio, e s'è posto a sedere alla destra del trono di Dio.

Diodati:

Ebrei 12:2

riguardando a Gesù, capo, e compitor della fede; il quale, per la letizia che gli era posta innanzi, sofferse la croce, avendo sprezzato il vituperio; e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.

Commentario abbreviato:

Ebrei 12:2

Capitolo 12

Un'esortazione alla costanza e alla perseveranza, l'esempio di Cristo e il disegno benevolo di Dio in tutte le sofferenze sopportate dai credenti Ebr 12:1-11

Si raccomanda la pace e la santità, con l'avvertenza di non disprezzare le benedizioni spirituali Ebr 12:12-17

La dispensazione del Nuovo Testamento si dimostra molto più eccellente di quella dell'Antico Ebr 12:18-29

Versetti 1-11

L'obbedienza perseverante della fede in Cristo era la gara che gli Ebrei dovevano affrontare per conquistare la corona della gloria o per avere la miseria eterna; e lo è anche per noi. Per peccato che ci assale facilmente si intende il peccato a cui siamo più inclini o a cui siamo più esposti per abitudine, età o circostanze. Questa è un'esortazione molto importante, perché finché il peccato più caro di un uomo, sia quel che sia, non viene domato, gli impedisce di correre la gara cristiana, perché gli toglie ogni motivo per correre e dà forza a ogni scoraggiamento. Quando sono stanchi e deboli di mente, ricordino che il santo Gesù ha sofferto per salvarli dalla miseria eterna. Guardando con costanza a Gesù, i loro pensieri rafforzeranno gli affetti santi e terranno a bada i desideri carnali. Consideriamolo quindi spesso. Che cosa sono le nostre piccole prove rispetto alle sue agonie, o anche rispetto ai nostri meriti? Cosa sono rispetto alle sofferenze di molti altri? C'è una tendenza nei credenti a stancarsi e a svenire sotto le prove e le afflizioni; ciò è dovuto all'imperfezione della grazia e ai resti della corruzione. I cristiani non devono svenire sotto le loro prove. Anche se i loro nemici e persecutori possono essere strumenti per infliggere sofferenze, tuttavia si tratta di castighi divini; il loro Padre celeste ha la sua mano in tutto e il suo fine saggio per rispondere a tutti. Non devono leggere le afflizioni e non sentirle, perché sono la mano e la verga di Dio e sono i suoi rimproveri per il peccato. Non devono avvilirsi e sprofondare sotto le prove, né agitarsi e rimpiangere, ma sopportare con fede e pazienza. Dio può lasciare gli altri nei loro peccati, ma correggerà il peccato nei suoi figli. In questo agisce come un padre. I nostri genitori terreni a volte ci castigano per appagare le loro passioni, piuttosto che per riformare le nostre maniere. Ma il Padre delle nostre anime non si addolora e non affligge mai volentieri i suoi figli. È sempre per il nostro bene. Tutta la nostra vita qui è uno stato infantile e imperfetto per quanto riguarda le cose spirituali; perciò dobbiamo sottometterci alla disciplina di questo stato. Quando arriveremo a uno stato perfetto, saremo pienamente riconciliati con tutti i castighi di Dio nei nostri confronti. La correzione di Dio non è una condanna; il castigo può essere sopportato con pazienza e favorire la santità. Impariamo quindi a considerare le afflizioni portate su di noi dalla malizia degli uomini, come correzioni inviate dal nostro Padre saggio e benevolo, per il nostro bene spirituale.

Riferimenti incrociati:

Ebrei 12:2

Eb 12:3; 9:28; Is 8:17; 31:1; 45:22; Mic 7:7; Zac 12:10; Giov 1:29; 6:40; 8:56; Fili 3:20; 2Ti 4:8; Tit 2:13; 1G 1:1-3; Giuda 1:21
Eb 2:10; Mar 9:24; Lu 17:5; At 5:31; Ap 1:8,11,17; 2:8
Eb 7:19; 10:14; Sal 138:8; 1Co 1:7,8; Fili 1:6
Eb 2:7-9; 5:9; Sal 16:9-11; Is 49:6; 53:10-12; Lu 24:26; Giov 12:24,32; 13:3,31,32; 17:1-4; At 2:25,26,36; Fili 2:8-11; 1P 1:11
Eb 10:5-12; Mat 16:21; 20:18,19,20,28; 27:31-50; Mar 14:36; Giov 12:27,28; Ef 2:16; 5:2; Tit 2:14; 1P 2:24; 3:18
Eb 10:33; 11:36; Sal 22:6-8; 69:19,20; Is 49:7; 50:6,7; 53:3; Mat 26:67; 26:68; 27:27-31,38-44; Mar 9:12; Lu 23:11,35-39; At 5:41; 1P 2:23; 4:14-16
Eb 1:3,13; 8:1; Sal 110:1; 1P 3:22

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