Ecclesiaste 3

1 Capitolo 3

I mutamenti negli affari umani Ec 3:1-10

Gli immutabili consigli divini Ec 3:11-15

La vanità del potere terreno Ec 3:16-22

Versetti 1-10

Aspettarsi felicità durevole in un mondo che cambia continuamente porterà una delusione. Condurre noi stessi secondo il nostro stato di vita, è il nostro dovere e la nostra saggezza in questo mondo. Ma nel piano di Dio per il governo del mondo si troverà ogni saggezza, giustizia e bontà. Cogliamo perciò l'occasione propizia per concepire buoni propositi e attuarli. L'ora della morte si avvicina rapidamente e la fatica e il dolore riempie il mondo. Questo accade perché possiamo sempre avere qualcosa da fare, in quanto nessuno è nel mondo per non far nulla.

11 Versetti 11-15

Ogni cosa è come Dio l'ha fatta e non come ci appare. Abbiamo così tanto il mondo nei nostri cuori e siamo così presi dai pensieri e dalle preoccupazioni delle cose del mondo, che non abbiamo né il tempo né la disposizione spirituale per vedere la mano di Dio in esse. Il mondo non ha solo preso possesso dei cuori, ma ha sviluppato pensieri contro la bellezza delle opere di Dio. Ci sbagliamo se pensiamo di esser nati solo per soddisfare noi stessi; no, il nostro compito è fare del bene in questa vita, che è breve e incerta, e poiché abbiamo poco tempo a disposizione, dovremmo darci da fare. Esseri soddisfatti secondo la Divina Provvidenza è credere che tutte le cose cooperano al bene per loro che Lo amano. Dio opera in tutto, affinché gli uomini lo temano. Il mondo, come è stato, così è e così sarà. Non c'è niente di nuovo accadutoci che non sia già successo, né tentazione che non sia comune a tutti gli uomini.

16 Versetti 16-22

Senza il timore del Signore, l'uomo non è che vanità; nemmeno i giudici usano bene il loro potere. Ma c'è un altro Giudice che ci attende. Con Dio c'è un tempo per essere giudicati, anche se non ci crediamo. Salomone sembra esprimere il sentimento che gli uomini percepiscono quando, scegliendo questo mondo come il loro tutto, si abbassano allo stesso livello delle bestie, senza essere veramente liberi da vessazioni presenti e dal giudizio futuro. Entrambi ritornano alla polvere da cui sono stati tratti. Siamo così poco ragionevoli se pensiamo di essere fieri del nostro corpo o delle sue conquiste! Eppure nessuno comprende fino in fondo, tranne pochi, la differenza che c'è tra l'anima razionale dell'uomo e lo spirito o la vita della bestia. Lo spirito dell'uomo va verso l'alto, per essere giudicato, e si fisserà in uno stato immutabile di felicità o infelicità. Ed è altrettanto certo che lo spirito della bestia va verso il basso, alla terra e perisce al momento della morte. Sicuramente la situazione degli empi è deprecabile perché il risultato delle loro speranze e desideri è di morire come le bestie. Cerchiamo di investigare se l'eternità può essere per noi una eternità di godimento? A questo risponde il grande disegno della rivelazione. Gesù si rivela come il Figlio di Dio e la speranza dei peccatori.

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