Esodo 32

1 Capitolo 32

Il popolo fa in modo che Aronne faccia un vitello d'oro Es 32:1-6

Il dispiacere di Dio, l'intercessione di Mosè Es 32:7-14

Mosè rompe le tavole della legge e distrugge il vitello d'oro Es 32:15-20

La scusa di Aronne, l'eliminazione degli idolatri Es 32:21-29

Mosè prega per la gente Es 32:30-35

Versetti 1-6

Mentre Mosè era sul monte per ricevere la legge da Dio, il popolo si ribellò contro Aronne. Questa grande folla era stanca dell'attesa di Mosè. La stanchezza induce a molte tentazioni. Il Signore deve essere atteso finché egli verrà, e bisogna attendere sebbene ritardi. Essi rinunciarono ai loro orecchini per fare un idolo. Essi non tennero conto del prezzo della loro idolatria e noi lesineremo le spese per la religione? Aronne costruì un idolo a forma di bue o vitello, dandogli qualche tocco finale con uno strumento di carenaggio. Essi offrivano sacrificio a questo idolo. Avendo realizzato un'immagine davanti a loro e avendo cambiato così la verità di Dio in una bugia, i loro sacrifici erano un orrore. Non sentirono solo alcuni giorni prima la voce del Dio Signore parlare dal fuoco "Tu no ti farai un'immagine intagliata? Se essi avevano solennemente stretto il patto con Dio, non dovevano fare tutto quello che egli aveva detto a loro ed essere ubbidienti? vedi Esodo 24:7. Ancora prima che essi lasciassero il luogo dove questo patto fu fatto solennemente, già disubbidivano a un comando preciso, sfidandolo in modo repentino. Si vede chiaramente come la legge non sia più in grado di santificare o giustificare; tramite essa abbiamo la conoscenza del peccato, ma non la cura del peccato. Aronne è stato scelto per nomina Divina come Sacerdote ma egli, che doveva già vergognarsi di aver costruito un altare a un vitello d'oro, si rese immeritevole dell'onore di servire all'altare di Dio e in debito con la grazia che lo poteva liberare. Così l'orgoglio e il vantarsi è stato fatto tacere.

7 Versetti 7-14

Dio disse a Mosè che gli Israeliti si erano corrotti. Il peccato è la corruzione del peccatore ed è un auto-corruzione; ogni uomo è tentato quando egli è soggiogato dalla lussuria personale. Essi avevano imboccato volontariamente la via sbagliata. Il peccato è un allontanamento dal dovere in un vicolo cieco. Essi dimenticarono presto le opere di Dio. Egli vede quello che essi non possono scoprire, né qualsiasi malvagità del mondo è a Lui nascosta. Non riusciamo a vedere solo la millesima parte di quel male che Dio vede ogni giorno. Dio esprime la grandezza del suo giusto dispiacere, dopo che solo Mosè in preghiera poté salvarli dalla rovina; egli era così una sorta di Cristo, per mezza della cui mediazione Dio riconciliò il mondo a sé stesso. Mosè chiede la gloria di Dio. La gloria del nome di Dio, che deve essere la nostra prima petizione ed è così nella preghiera del Signore, deve essere pure la nostra grande preoccupazione. E le promesse di Dio devono essere la nostra ricerca nella preghiera perché quel che egli ha promesso è in grado di compiere. Vedete la potenza della preghiera. In risposta alle preghiere di Mosè, Dio volle risparmiare il popolo, dato che aveva prima deciso di distruggerli e questo cambio di atteggiamento è chiamato pentirsi del male.

15 Versetti 15-20

Che cambiamento c'è nello scendere dal monte dove c'era comunione con Dio e incontrare un mondo malvagio. In Dio vediamo soltanto quello che è puro e piacevole; nel mondo soltanto quello che è peccaminoso ed esasperante. Un idolo sembra una cosa banale per il mondo ma Mosè frantumò quel vitello. Mescolare questa polvere con la loro acqua significò che il cuore si riempie di ciò che si merita.

21 Versetti 21-29

Mai un saggio usò una scusa più frivola e sciocca di quella di Aronne. Non cadiamo in peccato per qualunque cosa un uomo possa dire o fare, ma sebbene gli uomini possono indurci a peccare, essi non possono forzarci. Il ritorno di Mosè trasformò la danza in timore. Essi si disonorarono per il loro peccato. Il comportamento che Mosè adottò per dimenticare questo rimprovero, non fu nascondere il peccato o mettendo un velo pietoso su esso, ma punendolo. I Leviti dovevano ammazzare i capobanda di questa malvagità e nessuno fu punito se non i colpevoli. Sono destinati alla rovina coloro che persistono nel peccato: coloro che di mattina cantavano e ballavano, prima di quella stessa notte furono uccisi. Con questa improvvisa modalità agiscono i giudizi del Signore specialmente verso quei peccatori non temono Dio e godono dei loro peccati.

30 Versetti 30-35

Mosè lo chiamò un grande peccato. L'opera dei ministri è quella di denunciare la grandezza dei loro peccati al popolo. Il grande male del peccato appare nel prezzo del perdono. Mosè intercedette presso Dio per avere misericordia e non venne a scusarsi, ma a fare espiazione. Non possiamo supporre che Mosè fosse stato disposto a perire al posto del popolo. Dobbiamo comunque amare il nostro prossimo come noi e non più di noi stessi. Ma avendo quella mente che fu di Cristo, probabilmente era disposto a perdere la vita nel modo più doloroso, se questo fosse servito a preservare il popolo. Mosè non riuscì a placare totalmente la collera di Dio e questo ci fa capire che la legge di Mosè non era in grado di riconciliare gli uomini a Dio e a perfezionare la nostra pace con Lui. In Cristo solamente, Dio perdona il peccato e non si ricorda più di esso In questa storia vediamo che il cuore carnale e superbo non può sopportare a lungo i precetti santi, l'umiltà, la verità e il culto spirituale di Dio. Ma un dio, un Sacerdote, un culto, una dottrina e un sacrificio che nutrono una mente carnale, incontreranno abbondanza di adoratori. Il vangelo stesso può essere così pervertito per uniformarsi a un gusto terreno. Bene è per noi, che un Profeta simile a Mosè, ma più potente e misericordioso a conforto, ha fatto espiazione per le nostre anime e ora intercede per il nostro beneficio. Rallegriamoci nella sua grazia.

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