Nuova Riveduta:

Filippesi 3:3

perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne;

C.E.I.:

Filippesi 3:3

Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia nella carne,

Nuova Diodati:

Filippesi 3:3

I veri circoncisi infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù senza confidarci nella carne,

La Parola è Vita:

Filippesi 3:3

Non è mutilando il nostro corpo che diventiamo figli di Dio, bensì adorando il Signore guidati dallo Spirito Santo. Questa soltanto è la vera circoncisione. Noi cristiani siamo fieri di ciò che Cristo ha fatto per noi e sappiamo bene che non c'è niente che possiamo fare per salvarci per conto nostro.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Filippesi 3:3

poiché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne;

Diodati:

Filippesi 3:3

Poichè la circoncisione siam noi, noi che serviamo in Ispirito a Dio, e ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne.

Commentario abbreviato:

Filippesi 3:3

Capitolo 3

L'apostolo mette in guardia i Filippesi contro i falsi maestri giudaizzanti e rinuncia ai propri privilegi precedenti Fili 3:1-11

Esprime il vivo desiderio di essere trovato in Cristo; esprime anche il suo incalzare verso la perfezione e raccomanda il proprio esempio agli altri credenti Fili 3:12-21

Versetti 1-11

I cristiani sinceri si rallegrano in Cristo Gesù. Il profeta chiama i falsi profeti "cani muti", Isa 56:10; a questo sembra riferirsi l'apostolo. Cani, per la loro cattiveria contro i fedeli professori del vangelo di Cristo, abbaiando e mordendo. Essi insistevano sulle opere umane in opposizione alla fede di Cristo; ma Paolo li chiama operatori di male. Li chiama "concisori", in quanto fanno a pezzi la chiesa di Cristo e la fanno a pezzi. L'opera religiosa non serve a nulla se non c'è il cuore, e dobbiamo adorare Dio con la forza e la grazia dello Spirito divino. Essi si rallegrano in Cristo Gesù, non in meri godimenti e prestazioni esteriori. Non possiamo nemmeno guardarci troppo seriamente da coloro che si oppongono o abusano della dottrina della libera salvezza. Se l'apostolo avesse voluto gloriarsi e confidare nella carne, ne avrebbe avuto motivo come chiunque altro. Ma le cose che aveva considerato un guadagno quando era fariseo, e che aveva messo in conto, le ha considerate una perdita per Cristo. L'apostolo non li persuadeva a fare altro che quello che faceva lui stesso, o ad avventurarsi su altro che non fosse quello su cui si era avventurato con la sua anima morente. Considerava tutte queste cose una perdita rispetto alla conoscenza di Cristo, alla fede nella sua persona e alla sua salvezza. Parla di tutti i godimenti mondani e dei privilegi esteriori che cercavano un posto con Cristo nel suo cuore, o che potevano pretendere di avere qualche merito e deserto, e li considerava solo una perdita; ma si potrebbe dire: "È facile dirlo; ma cosa avrebbe fatto quando fosse arrivato alla prova? Aveva subito la perdita di tutto per i privilegi di un cristiano. Anzi, non solo li considerava una perdita, ma il più vile dei rifiuti, frattaglie gettate ai cani; non solo meno preziosi di Cristo, ma in sommo grado spregevoli, se contrapposti a Lui. La vera conoscenza di Cristo modifica e cambia gli uomini, i loro giudizi e le loro maniere, e li rende come rifatti. Il credente preferisce Cristo, sapendo che è meglio per noi essere senza tutte le ricchezze del mondo, che senza Cristo e la sua parola. Vediamo a cosa l'apostolo ha deciso di aggrapparsi: a Cristo e al cielo. Siamo disfatti, senza giustizia per comparire davanti a Dio, perché siamo colpevoli. C'è una giustizia fornita per noi in Gesù Cristo, ed è una giustizia completa e perfetta. Nessuno può trarne beneficio se confida in se stesso. La fede è il mezzo designato per applicare il beneficio salvifico. È per fede nel sangue di Cristo. Siamo resi conformi alla morte di Cristo, quando moriamo al peccato, come lui è morto per il peccato; e il mondo è crocifisso a noi, e noi al mondo, per mezzo della croce di Cristo. L'apostolo era disposto a fare o a soffrire qualsiasi cosa, pur di raggiungere la gloriosa risurrezione dei santi. Questa speranza e questa prospettiva lo portarono a superare tutte le difficoltà del suo lavoro. Non sperava di ottenerla con i propri meriti e la propria giustizia, ma con i meriti e la giustizia di Gesù Cristo.

Riferimenti incrociati:

Filippesi 3:3

Ge 17:5-11; De 10:16; 30:6; Ger 4:4; 9:26; Rom 2:25-29; 4:11,12; Col 2:11
Mal 1:11; Giov 4:23,24; Rom 1:9; 7:6; 8:15,26,27; Ef 6:18; Giuda 1:20
Fili 3:7-9; Sal 105:3; Is 45:25; Ger 9:23,24; 1Co 1:29-31; Ga 6:13,14
Fili 3:4-6; 1P 1:23-25

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