Nuova Riveduta:

Genesi 25:29

Or mentre Giacobbe faceva cuocere una minestra, Esaù sopraggiunse dai campi, tutto stanco.

C.E.I.:

Genesi 25:29

Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito.

Nuova Diodati:

Genesi 25:29

Una volta che Giacobbe si cucinò una zuppa, Esaù giunse dai campi tutto stanco.

La Parola è Vita:

Genesi 25:29

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 25:29

Or come Giacobbe s'era fatto cuocere una minestra, Esaù giunse dai campi, tutto stanco.

Diodati:

Genesi 25:29

Ora, cocendo Giacobbe una minestra, Esaù giunse da' campi, ed era stanco.

Commentario abbreviato:

Genesi 25:29

Versetti 29-34

Qui ci troviamo davanti all'accordo fatto tra Giacobbe e Esaù sul diritto di nascita: secondo Esaù frutto di carne ma frutto della promessa secondo Giacobbe. Fu un privilegio spirituale. Qui vediamo il desiderio di Giacobbe per la primogenitura che cercò di ottenere dal fratello maggiore per vie traverse, contravvenendo alla sua natura di persona semplice. Aveva il diritto di pretendere le cose migliori ma sbagliò sfruttando le necessità di suo fratello. L'eredità dei beni terreni del loro padre non si trasmise a Giacobbe e non era nemmeno considerata in questa promessa. Essa però includeva il futuro possesso della terra di Canaan per i figli dei suoi figli essendo il patto fatto con Abraamo in riferimento a Cristo e alla Discendenza promessa. Per fede Giacobbe considerò queste cose mentre Esaù, essendo incredulo, le rifiutò. Tuttavia, benché possiamo evitare di biasimare Giacobbe nella ricerca della primogenitura, dobbiamo assolutamente evitare qualsiasi frode pur di ottenere grandi vantaggi. La minestra di Giacobbe piacque agli occhi di Esaù: "Darmi una parte di quelle lenticchie rosse", per questo Esaù fu chiamato Edom o "il Rosso". L'appagamento dell'appetito sensuale rovina migliaia di anime preziose. Quando il cuore dell'uomo va appresso ai suoi occhi, Giob. 31:7, e quando serve il proprio ventre, esso sicuramente sarà punito. Se ci adoperiamo per evitare di soddisfare noi stessi rompiamo la forza maligna nella maggior parte delle tentazioni. Non si può supporre che Esaù stesse morendo di fame in casa di Isacco. Le parole: "Ecco sto morendo" sembra che indichino che egli non doveva vivere per ereditare Canaan o per una qualsiasi benedizione tra quelle future e che continui dicendo: "Chi le avrà quando sarò morto?". Questa è la lingua dei profani, con il quale l'apostolo lo marchia, Eb 12:16, e questo disprezzo della primogenitura è la sua colpa, ver. 34. È una grande follia rinunciare al nostro interesse per Dio, per Cristo e per il cielo a causa di ricchezze, onori e piaceri di questo mondo: è un pessimo affare come quello di chi ha venduto la sua primogenitura per un piatto di minestra. Esaù mangiò e bevve soddisfacendo il suo palato e il suo appetito e imprudentemente si alzò e andò per la sua strada senza il minimo pensiero o il minimo dispiace per il cattivo affare che fece. Esaù disdegnò così la sua primogenitura. Per la sua trascuratezza e il suo disprezzo e per giustificarsi di quello che egli aveva fatto, si mise a negoziare richiamando il passato. La gente si rovina, non tanto facendo quello che non è ammesso, ma, dopo avere agito, non pentendosi.

Riferimenti incrociati:

Genesi 25:29

Giudic 8:4,5; 1Sa 14:28,31; Prov 13:25; Is 40:30,31

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