Genesi 27-28

27:1 Or avvenne che, quando Isacco era divenuto vecchio e i suoi occhi erano così deboli che non vedeva più, egli chiamò Esaù, suo figlio maggiore, e gli disse: «Figlio mio!». 2 Egli disse: «Eccomi!». Allora Isacco disse: «Ecco, io sono vecchio e non conosco il giorno della mia morte. 3 Deh, prendi ora le tue armi, il tuo turcasso e il tuo arco, esci fuori nei campi e prendi per me della selvaggina; 4 poi preparami una pietanza saporita di quelle che mi piacciono, e portamela, perché io ne mangi e l'anima mia ti benedica prima che io muoia». 5 Ora Rebecca stava ad ascoltare, mentre Isacco parlava a Esaù suo figlio. Così Esaù andò nei campi a cacciare selvaggina per portarla a suo padre. 6 Allora Rebecca parlò a Giacobbe suo figlio e gli disse: «Ecco, io ho udito tuo padre che parlava a Esaù tuo fratello e gli diceva: 7 "Portami della selvaggina e preparami una pietanza saporita, perché io ne mangi e ti benedica alla presenza dell'Eterno, prima che io muoia". 8 Or dunque, figlio mio, ubbidisci alla mia voce e fa' quello che io ti comando. 9 Va' ora al gregge e portami due bei capretti; e io ne farò una pietanza saporita per tuo padre, di quelle che gli piacciono. 10 Poi tu la porterai a tuo padre, perché la mangi, e così ti benedica prima di morire». 11 Giacobbe disse a Rebecca sua madre: «Ecco, Esaù mio fratello è peloso, mentre io ho la pelle liscia. 12 Può darsi che mio padre mi tasti; sembrerò a lui un ingannatore, e mi trarrò addosso una maledizione invece di una benedizione». 13 Ma sua madre gli rispose: «Questa maledizione ricada su di me, figlio mio! Ubbidisci soltanto a ciò che ho detto e va' a prendere i capretti». 14 Egli dunque andò a prenderli e li portò da sua madre; e sua madre ne preparò una pietanza saporita, di quelle che piacevano a suo padre. 15 Poi Rebecca prese i più bei vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, che teneva in casa presso di sé, e li fece indossare a Giacobbe suo figlio minore; 16 e con le pelli dei capretti rivestì le sue mani e la parte liscia del suo collo. 17 Quindi mise in mano a Giacobbe suo figlio la pietanza saporita e il pane che aveva preparato. 18 Allora egli andò da suo padre e gli disse: «Padre mio!». Isacco rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». 19 Allora Giacobbe disse a suo padre: «Sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai detto. Deh, alzati, mettiti a sedere e mangia della mia cacciagione, affinché l'anima tua mi benedica». 20 Ma Isacco disse a suo figlio: «Come hai fatto a trovarne così presto, figlio mio?». Egli rispose: «Perché l'Eterno, il tuo DIO, l'ha fatta venire a me». 21 Allora Isacco disse a Giacobbe: «Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio mio, per sapere se sei proprio mio figlio Esaù, o no». 22 Giacobbe dunque si avvicinò a Isacco suo padre; e, come questi lo ebbe palpato disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le mani sono le mani di Esaù». 23 Così non lo riconobbe, perché le mani di lui erano pelose come le mani di Esaù suo fratello; e lo benedisse. 24 E disse: «Sei tu veramente mio figlio Esaù?». Egli rispose: «Sì». 25 Allora Isacco gli disse: «Servimi affinché io mangi della cacciagione di mio figlio e l'anima mia ti benedica». Così Giacobbe lo servì e Isacco mangiò. Giacobbe gli portò anche del vino ed egli ne bevve. 26 Poi suo padre Isacco gli disse: «Ora avvicinati e baciami, figlio mio». 27 Ed egli si avvicinò e lo baciò. E Isacco sentì l'odore dei suoi vestiti e lo benedisse dicendo: «Ecco, l'odore di mio figlio è come l'odore di un campo, che l'Eterno ha benedetto. 28 DIO ti dia la rugiada dei cieli e la fertilità della terra e abbondanza di frumento e di vino. 29 Ti servano i popoli e le nazioni si inchinino davanti a te. Sii padrone dei tuoi fratelli e i figli di tua madre si inchinino davanti a te. Maledetto sia chiunque ti maledice, benedetto sia chiunque ti benedice!». 30 E avvenne che, come Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era appena allontanato dalla presenza di suo padre Isacco, Esaù suo fratello rientrò dalla caccia. 31 Anch'egli preparò una pietanza saporita, la portò a suo padre e gli disse: «Si alzi mio padre e mangi della caccia di suo figlio, affinché l'anima tua mi benedica». 32 Isacco suo padre gli disse: «Chi sei tu?». Egli rispose: «Sono Esaù, il tuo figlio primogenito». 33 Allora Isacco fu preso da un tremito fortissimo e disse: «Chi è dunque colui che ha cacciato della selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu venissi e l'ho benedetto; e benedetto egli resterà». 34 All'udire le parole di suo padre, Esaù diede un grido forte ed amarissimo. Poi disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35 Ma Isacco rispose: «Tuo fratello è venuto con inganno e si è presa la tua benedizione». 36 Esaù disse: «Non è a ragione chiamato Giacobbe? Egli mi ha soppiantato già due volte: mi tolse la primogenitura, ed ecco ora si è presa la mia benedizione». Poi aggiunse: «Non hai tu riservato una benedizione per me?». 37 Allora Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l'ho costituito tuo padrone e gli ho dato tutti i suoi fratelli per servi, e l'ho provvisto di frumento e di vino; che potrò fare per te, figlio mio?». 38 Esaù disse a suo padre: «Non hai tu che questa benedizione, padre mio? Benedici anche me, o padre mio!». Ed Esaù alzò la voce e pianse. 39 Isacco suo padre rispose e gli disse: «Ecco, la tua dimora sarà priva della fertilità della terra e della rugiada che scende dall'alto dei cieli. 40 Tu vivrai della tua spada e sarai servo di tuo fratello; ma avverrà che, quando combatterai, spezzerai il suo giogo dal tuo collo». 41 Così Esaù prese a odiare Giacobbe a motivo della benedizione datagli da suo padre, e disse in cuor suo: «I giorni del lutto per mio padre si avvicinano; allora ucciderò mio fratello Giacobbe». 42 Quando le parole di Esaù, suo figlio maggiore, furono riferite a Rebecca, ella mandò a chiamare Giacobbe, suo figlio minore, e gli disse: «Ecco, Esaù, tuo fratello, si consola nei tuoi riguardi, pensando di ucciderti. 43 Or dunque, figlio mio, ubbidisci a ciò che ti dico: Alzati e fuggi a Haran da Labano mio fratello; 44 e rimani con lui un po' di tempo, finché la collera di tuo fratello sia passata, 45 finché l'ira di tuo fratello sia distolta da te ed egli abbia dimenticato quello che tu gli hai fatto; allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei io essere privata di voi due in un sol giorno?».

Isacco manda Giacobbe da Labano
46 Poi Rebecca disse ad Isacco: «Io sono disgustata della vita a motivo di queste figlie di Heth. Se Giacobbe prende in moglie una tra le figlie di Heth, una donna come quelle del paese, a che mi servirà la vita?».

28:1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse, gli diede quest'ordine e gli disse: «Non prender moglie tra le donne di Canaan. 2 Alzati, va' in Paddan-Aram, alla casa di Bethuel, padre di tua madre, e prenditi di là in moglie una delle figlie di Labano, fratello di tua madre. 3 Dio onnipotente ti benedica, ti renda fruttifero e ti moltiplichi, sì che tu divenga un'assemblea di popoli, 4 e ti dia la benedizione di Abrahamo, a te e alla tua discendenza con te, affinché tu possegga il paese dove vivi come uno straniero e che DIO donò ad Abrahamo». 5 Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram da Labano, figlio di Bethuel, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.

Esaù sposa la figlia di Ismaele
6 Or Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e lo aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi di là una moglie e, nel benedirlo, gli aveva dato quest'ordine dicendo: «Non prender moglie tra le figlie di Canaan»; 7 e Giacobbe aveva ubbidito a suo padre e a sua madre e se ne era andato in Paddan-Aram. 8 Quando Esaù si rese conto che le figlie di Canaan erano mal viste da Isacco suo padre, 9 andò da Ismaele e prese Mahalath, figlia di Ismaele, figlio di Abrahamo, sorella di Nebajoth, perché fosse sua moglie, oltre le mogli che già aveva.

Viaggio di Giacobbe. Il suo sogno a Bethel
10 Or Giacobbe partì da Beer-Sceba e se ne andò verso Haran. 11 Giunse in un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Allora prese una delle pietre del luogo, la pose sotto la sua testa e in quel luogo si coricò. 12 E sognò di vedere una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco, gli angeli di DIO salivano e scendevano su di essa. 13 Ed ecco l'Eterno stava in cima ad essa e gli disse: «Io sono l'Eterno, il DIO di Abrahamo tuo padre e il DIO di Isacco; la terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza; 14 e la tua discendenza sarà come la polvere della terra, e tu ti estenderai a ovest e a est, a nord e a sud; e tutte le famiglie della terra saranno benedette in te e nella tua discendenza. 15 Ed ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque andrai, e ti ricondurrò in questo paese; poiché non ti abbandonerò prima di aver fatto quello che ti ho detto». 16 Allora Giacobbe si svegliò dal suo sonno e disse: «Certamente l'Eterno è in questo luogo, e io non lo sapevo». 17 Ed ebbe paura e disse: «Come è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di DIO, e questa è la porta del cielo!». 18 Così Giacobbe si alzò al mattino presto, prese la pietra che aveva posta sotto la sua testa, la eresse come stele e versò dell'olio sulla sua sommità. 19 E chiamò quel luogo Bethel, mentre prima il nome della città era Luz. 20 Poi Giacobbe fece un voto dicendo: «Se DIO sarà con me e mi proteggerà durante questo viaggio che faccio, se mi darà pane da mangiare e vesti da coprirmi, 21 e ritornerò alla casa di mio padre in pace, allora l'Eterno sarà il mio DIO; 22 e questa pietra che ho eretta come stele, sarà la casa di DIO; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la decima».

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