Geremia 13
1 Capitolo 13
La gloria dei Giudei dovrebbe essere rovinata Ger 13:1-11
Tutti i gradi dovrebbero soffrire la miseria, Un'accorata esortazione al pentimento Ger 13:12-17
Un terribile messaggio a Gerusalemme e al suo re Ger 13:18-27
Versetti 1-11
Era consuetudine dei profeti insegnare con segni. E abbiamo la spiegazione, ai versetti Ger 13:9-11. Il popolo d'Israele era stato per Dio come questa cintura. Egli li aveva fatti aderire a sé con la legge che aveva dato loro, con i profeti che aveva inviato in mezzo a loro e con i favori che aveva mostrato loro. Con le loro idolatrie e i loro peccati si erano seppelliti in terra straniera, si erano mescolati alle nazioni e si erano corrotti a tal punto da non essere più buoni a nulla. Se siamo orgogliosi del sapere, del potere e dei privilegi esteriori, è giusto che Dio li faccia appassire. Le menti degli uomini dovrebbero essere risvegliate al senso della loro colpa e del loro pericolo; tuttavia nulla sarà efficace senza le influenze dello Spirito.
12 Versetti 12-17
Come la bottiglia era adatta a contenere il vino, così i peccati del popolo li rendevano vasi d'ira, adatti ai giudizi di Dio, con i quali dovevano essere riempiti fino a causare la distruzione reciproca. Il profeta li esorta a dare gloria a Dio, confessando i loro peccati, umiliandosi nel pentimento e tornando al suo servizio. Altrimenti sarebbero stati portati in altri Paesi in tutte le tenebre dell'idolatria e della malvagità. Ogni miseria, testimoniata o prevista, colpisce un animo sensibile, ma il cuore pio deve piangere soprattutto per le afflizioni del gregge del Signore.
18 Versetti 18-27
Ecco un messaggio inviato al re Jehoiakim e alla sua regina. I loro dolori saranno davvero grandi. Chiedono forse: "Perché queste cose si abbattono su di noi? Sappiano che è per la loro ostinazione nel peccato. Non possiamo alterare il colore naturale della pelle, e quindi è moralmente impossibile bonificare e riformare questo popolo. Il peccato è il nero dell'anima, è la sua decolorazione; siamo stati plasmati in esso, così che non possiamo liberarcene con nessun potere. Ma la grazia onnipotente è in grado di cambiare la pelle dell'Etiope. Né la depravazione naturale, né le forti abitudini di peccato costituiscono un ostacolo all'opera di Dio, lo Spirito creatore. Il Signore chiede a Gerusalemme se è decisa a non essere purificata. Se qualche povero schiavo del peccato sente che potrebbe tanto cambiare la sua natura quanto dominare i suoi capricci, non disperi, perché le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio. Cerchiamo allora l'aiuto di Colui che è potente per salvare.
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