Nuova Riveduta:

Geremia 52

Assedio e conquista di Gerusalemme
2R 24:18-20; 25:1-21; Gr 39:1-10; 2Cr 36:11-21
1 Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia da Libna.
2 Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. 3 A causa dell'ira del SIGNORE contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che il SIGNORE li scacciò dalla sua presenza. Sedechia si ribellò al re di Babilonia.
4 L'anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati. 5 La città fu assediata fino all'undicesimo anno del re Sedechia.
6 Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c'era più pane per il popolo del paese. 7 Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggì, uscirono di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte; i fuggiaschi presero la via della pianura, 8 ma l'esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di Gerico, e tutto l'esercito di lui si disperse e l'abbandonò. 9 Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla nel paese di Camat; egli pronunciò la sua sentenza contro di lui. 10 Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. 11 Poi fece cavare gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo e lo deportò a Babilonia, e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte.
12 Il decimo giorno del quinto mese - era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia - Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, 13 incendiò il tempio del SIGNORE e il palazzo del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e arse tutte le case ragguardevoli. 14 Tutto l'esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia demolì da tutte le parti le mura di Gerusalemme.
15 Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. 16 Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi.
17 I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nel tempio del SIGNORE, le basi, il Mare di bronzo che era nel tempio del SIGNORE, e ne portarono via il bronzo a Babilonia. 18 Presero le pignatte, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe, e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. 19 Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, le pignatte, i candelabri, le tazze e i calici, l'oro di ciò che era d'oro e l'argento di ciò che era d'argento. 20 Quanto alle due colonne, al mare e ai dodici buoi di bronzo che servivano di base e che Salomone aveva fatti per il tempio del SIGNORE, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. 21 L'altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti, e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro dita, ed era vuota; 22 sopra c'era un capitello di bronzo; l'altezza di ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello c'erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo, lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. 23 C'erano novantasei melagrane da ogni lato, e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento.
24 Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia, 25 prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell'esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta privati che furono anch'essi trovati nella città. 26 Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, 27 e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Camat.
Così Giuda fu deportato lontano dal suo paese. 28 Questo è il popolo che Nabucodonosor condusse in esilio: il settimo anno, tremilaventitré Giudei; 29 il diciottesimo anno del suo regno, deportò da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 30 il ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone.

2R 25:27-30
31 Il trentasettesimo anno della deportazione di Ioiachin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l'anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; 32 gli parlò benevolmente e mise il trono di lui più in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. 33 Gli fece cambiare i suoi vestiti di prigione; Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. 34 Quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato sempre da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.

C.E.I.:

Geremia 52

1 Sedecìa aveva ventun'anni quando divenne re e regnò undici anni a Gerusalemme; sua madre si chiamava Camitàl figlia di Geremia ed era di Libna. 2 Egli fece ciò che dispiace al Signore, proprio come aveva fatto Ioiakìm.
3 Ma, a causa dell'ira del Signore, in Gerusalemme e in Giuda le cose arrivarono a tal punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedecìa si era ribellato al re di Babilonia.
4 Allora nel decimo mese dell'anno nono del suo regno, il dieci del mese, venne Nabucodònosor re di Babilonia con tutto l'esercito contro Gerusalemme. Costoro si accamparono intorno ad essa e costruirono attorno opere d'assedio. 5 La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re Sedecìa.
6 Nel quarto mese, il nove del mese, mentre la fame dominava nella città e non c'era più pane per la popolazione, 7 fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le due mura, che era presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano intorno alla città, presero la via dell'Araba.
8 Le truppe dei Caldei però inseguirono il re e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico; allora tutto il suo esercito lo abbandonò e si disperse. 9 Il re fu catturato e condotto a Ribla nel paese di Amat presso il re di Babilonia che pronunziò la sentenza contro di lui. 10 Il re di Babilonia fece sgozzare i figli di Sedecìa sotto i suoi occhi e fece sgozzare anche tutti i capi di Giuda in Ribla; 11 cavò gli occhi a Sedecìa e lo fece legare con catene e condurre a Babilonia, dove lo tenne in carcere fino alla sua morte.
12 Nel quinto mese, il dieci del mese, essendo l'anno decimonono del regno di Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, che prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme. 13 Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme, diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. 14 Tutto l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì tutte le mura intorno a Gerusalemme.
15 Il resto del popolo che era stato lasciato in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e quanti eran rimasti degli artigiani, Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò: 16 dei più poveri del paese Nabuzaradàn, capo delle guardie ne lasciò una parte come vignaioli e come campagnoli. 17 I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel tempio, le basi a ruote e il mare di bronzo che era nel tempio e ne portarono tutto il bronzo in Babilonia. 18 Essi presero ancora le caldaie, le palette, i coltelli, i bacini per l'aspersione, le coppe e tutti gli arredi di bronzo che servivano al culto. 19 Il capo delle guardie prese ancora i bicchieri, i bracieri, i bacini, le caldaie, i candelabri, le coppe e i calici, quanto era d'oro e d'argento. 20 Quanto alle due colonne, all'unico mare, ai dodici buoi di bronzo che erano sotto di esso e alle basi a ruote, cose che aveva fatto il re Salomone per il tempio del Signore, non si poteva calcolare quale fosse il peso del bronzo di tutti questi arredi. 21 Delle colonne poi una sola era alta diciotto cubiti e ci voleva un filo di dodici cùbiti per misurarne la circonferenza; il suo spessore era di quattro dita, essendo vuota nell'interno. 22 Su di essa c'era un capitello di bronzo e l'altezza di un capitello era di cinque cùbiti; tutto intorno al capitello c'erano un reticolato per lato e melagrane, il tutto di bronzo; così era anche l'altra colonna. 23 Le melagrane erano novantasei; tutte le melagrane intorno al reticolato ammontavano a cento.
24 Il capo delle guardie fece prigioniero Seraià, sacerdote capo, e il secondo sacerdote Sofonia insieme con tre custodi della soglia. 25 Dalla città egli fece prigionieri un funzionario, che era a capo dei soldati, e sette uomini fra i più familiari del re, i quali furono trovati in città, e l'aiutante del capo dell'esercito che arruolava la gente del paese, e sessanta uomini della gente del paese, che furono trovati nella città. 26 Nabuzaradàn, capo delle guardie, li prese e li condusse presso il re di Babilonia, a Ribla. 27 Il re di Babilonia li fece percuotere e uccidere a Ribla, nel paese di Amat. Così fu deportato Giuda dal suo paese.
28 Questa è la gente che Nabucodònosor deportò: nell'anno settimo tremilaventitré Giudei; 29 nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor furono deportati da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 30 nell'anno ventitreesimo di Nabucodònosor, Nabuzaradàn capo delle guardie deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto quattromilaseicento persone.
31 Ora, nell'anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn re di Giuda, nel decimosecondo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàch re di Babilonia, nell'anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachìn re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione. 32 Gli parlò con benevolenza e pose il seggio di lui al di sopra dei seggi dei re che si trovavano con lui a Babilonia. 33 Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn mangiò sempre il cibo alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita. 34 Il suo sostentamento, come sostentamento abituale, gli era fornito dal re di Babilonia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto il tempo della sua vita.

Nuova Diodati:

Geremia 52

La caduta di Gerusalemme
1 Sedekia aveva ventun anni quando iniziò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Hamutal, figlia di Geremia di Libnah. 2 Egli fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno, in tutto come aveva fatto Jehoiakim. 3 Questo accadde in Gerusalemme e in Giuda, a motivo dell'ira dell'Eterno, che alla fine li scacciò dalla sua presenza. Sedekia poi si ribellò al re di Babilonia. 4 Nel nono anno del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese, Nebukadnetsar, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme, si accampò contro di essa e le costruì intorno opere d'assedio. 5 Così la città rimase assediata fino all'undicesimo anno del re Sedekia. 6 Nel quarto mese, il nove del mese, la fame era così grave in città che non c'era più pane per il popolo del paese. 7 Allora fu aperta una breccia nelle mura e tutti gli uomini di guerra fuggirono, uscendo di notte dalla città per la via della porta fra le due mura, che si trovava presso il giardino del re, nonostante i Caldei fossero tutt'intorno alla città. Così essi presero la via dell'Arabah. 8 Ma l'esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedekia nella pianura di Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperdeva lontano da lui. 9 Così essi catturarono il re e lo condussero a Riblah nel paese di Hamath dal re di Babilonia, che pronunciò la sentenza contro di lui. 10 Il re di Babilonia uccise quindi i figli di Sedekia sotto i suoi occhi e uccise pure tutti i principi di Giuda in Riblah; 11 poi cavò gli occhi a Sedekia. Il re di Babilonia lo incatenò quindi con catene di bronzo, lo condusse a Babilonia e lo mise in prigione fino al giorno della sua morte. 12 Il quinto mese, il dieci del mese (che era il diciannovesimo anno di Nebukadnetsar, re di Babilonia) Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme. 13 Egli bruciò la casa dell'Eterno e la casa del re e diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e tutte le case dei nobili. 14 Tutto l'esercito dei Caldei che era col capitano della guardia demolì tutte le mura intorno a Gerusalemme. 15 Poi Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, il resto del popolo che era rimasto in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della popolazione. 16 Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi. 17 I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nella casa dell'Eterno, i carrelli e il mare di bronzo che erano nella casa dell'Eterno e ne portarono il bronzo a Babilonia. 18 Essi presero anche le padelle, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe e tutti gli utensili di bronzo, usati nel servizio del tempio. 19 Il capitano della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, i candelabri, le tazze e i calici, l'oro di ciò che era d'oro puro e l'argento puro. 20 Quanto alle due colonne, al mare e ai dodici buoi di bronzo che erano sotto di esso e ai carrelli che Salomone aveva fatto per la casa dell'Eterno, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso che non si poteva calcolare. 21 Riguardo alle colonne, l'altezza di una colonna era di diciotto cubiti, e ci voleva un filo di dodici cubiti per misurarne la circonferenza; il suo spessore era di quattro dita; all'interno era vuota. 22 Su di essa vi era un capitello di bronzo, l'altezza di un capitello era di cinque cubiti; tutt'intorno al capitello c'era un reticolo e delle melagrane, tutto di bronzo. L'altra colonna, con melagrane, era identica a questa. 23 Tutt'intorno c'erano novantasei melagrane e tutte le melagrane intorno al reticolo ammontavano a cento. 24 Il capitano della guardia prese Seraiah, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della porta. 25 Dalla città egli prese anche un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri personali del re che furono trovati in città, il segretario del capo dell'esercito che arruolava il popolo del paese e sessanta uomini del popolo del paese che furono trovati in città. 26 Così Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse dal re di Babilonia a Riblah, 27 e il re di Babilonia li fece uccidere a Riblah nel paese di Hamath. 28 Così Giuda fu condotto in cattività lontano dal suo paese. Questo è il popolo che Nebukadnetsar deportò nell'anno settimo: tremilaventitrè Giudei. 29 Nell'anno diciottesimo di Nebukadnetsar furono deportate da Gerusalemme ottocentotrentadue persone. 30 Nell'anno ventitreesimo di Nebukadnetsar, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto quattromilaseicento persone. 31 Nell'anno trentasettesimo della cattività di Jehoiakim, re di Giuda, nel dodicesimo mese, il cinque del mese, Evil-Merodak, re di Babilonia, il primo anno del suo regno graziò Jehoiakim, re di Giuda e lo fece uscire di prigione. 32 Gli parlò con benevolenza e pose il suo seggio al di sopra del seggio, dei re che erano con lui in Babilonia. 33 Così Jehoiakim cambiò i vestiti della sua prigionia e mangiò sempre il pane alla presenza del re tutti i giorni della sua vita. 34 Per il suo sostentamento gli era fornita regolarmente una razione di cibo da parte del re di Babilonia, una porzione ogni giorno, fino al giorno della sua morte, tutti i giorni della sua vita.

Riveduta 2020:

Geremia 52

Assedio e conquista di Gerusalemme
1 Sedechia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Camutal, figlia di Geremia da Libna. 2 Egli fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno, in tutto e per tutto come aveva fatto Ioiachim. 3 A causa dell'ira dell'Eterno contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che l'Eterno li scacciò dalla sua presenza. E Sedechia si ribellò al re di Babilonia. 4 Il nono anno del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati. 5 La città fu assediata fino all'undicesimo anno del re Sedechia. 6 Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; non c'era più pane per il popolo del paese. 7 Allora fu fatta una breccia alla città e tutta la gente di guerra fuggì uscendo di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte; i fuggiaschi presero la via della pianura; 8 ma l'esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di Gerico, e tutto il suo esercito si disperse e lo abbandonò. 9 Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla, nel paese di Camat; egli pronunciò la sua sentenza contro di lui. 10 Il re di Babilonia fece sgozzare i figli di Sedechia in sua presenza, fece pure sgozzare tutti i capi di Giuda a Ribla. 11 Poi fece cavare gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo, lo condusse a Babilonia e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte. 12 Il decimo giorno del quinto mese - era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia - Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme 13 e bruciò la casa dell'Eterno e la casa del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e bruciò tutte le case ragguardevoli. 14 Tutto l'esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia smantellò da tutte le parti le mura di Gerusalemme. 15 Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei più poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione. 16 Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivare le vigne e i campi. 17 I Caldei spezzarono le colonne di bronzo che erano nella casa dell'Eterno, le basi, il mare di bronzo che era nella casa dell'Eterno e ne portarono via il bronzo a Babilonia. 18 Presero le pentole, le palette, i coltelli, le bacinelle, le coppe e tutti gli utensili di bronzo con i quali si faceva il servizio. 19 Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, le bacinelle, le pentole, i candelabri, le tazze e i calici, l'oro di ciò che era d'oro e l'argento di ciò che era d'argento. 20 Quanto alle due colonne, al mare e ai dodici buoi di bronzo che servivano di base e che Salomone aveva fatto per la casa dell'Eterno, il bronzo di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. 21 L'altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro dita ed era vuota; 22 vi era su un capitello di bronzo; l'altezza di ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello vi erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di bronzo; lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. 23 Vi erano novantasei melagrane da ogni lato e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento. 24 Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia; 25 nella città prese un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini fra i consiglieri intimi del re che furono trovati nella città, il segretario del capo dell'esercito che arruolava il popolo del paese e anche sessanta privati che furono trovati nella città. 26 Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, 27 e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Camat. 28 Così Giuda fu deportato lontano dal suo paese. Questo è il popolo che Nabucodonosor deportò: il settimo anno, tremilaventitré Giudei; 29 il diciottesimo anno del suo regno, deportò da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 30 il ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone. 31 Il trentasettesimo anno della cattività di Ioiachin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l'anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Ioiachin, re di Giuda, e lo fece uscire di prigione; 32 gli parlò benevolmente e mise il suo trono più in alto di quello degli altri re che erano con lui a Babilonia. 33 Gli fece cambiare i suoi vestiti di prigione; Ioiachin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo che egli visse. 34 Quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato sempre da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.

Riveduta:

Geremia 52

Assedio e presa di Gerusalemme
1 Sedekia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò a Gerusalemme undici anni. Sua madre si chiamava Hamutal, figliuola di Geremia da Libna. 2 Egli fece ciò ch'è male agli occhi dell'Eterno, in tutto e per tutto come avea fatto Joiakim. 3 E a causa dell'ira dell'Eterno contro Gerusalemme e Giuda, le cose arrivarono al punto che l'Eterno li cacciò dalla sua presenza. E Sedekia si ribellò al re di Babilonia. 4 L'anno nono del regno di Sedekia, il decimo giorno del decimo mese, Nebucadnetsar, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; s'accampò contro di lei, e la circondò di posti fortificati. 5 E la città fu assediata fino all'undecimo anno del re Sedekia. 6 Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c'era più pane per il popolo del paese. 7 Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggì uscendo di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte; e i fuggiaschi presero la via della pianura; 8 ma l'esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedekia nelle pianure di Gerico, e tutto l'esercito di lui si disperse e l'abbandonò. 9 Allora i Caldei presero il re, e lo condussero al re di Babilonia a Ribla nel paese di Hamath; ed egli pronunziò la sua sentenza contro di lui. 10 Il re di Babilonia fece scannare i figliuoli di Sedekia in presenza di lui, fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. 11 Poi fece cavar gli occhi a Sedekia; e il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di rame e lo menò a Babilonia, e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte. 12 Or il decimo giorno del quinto mese - era il diciannovesimo anno di Nebucadnetsar, re di Babilonia - Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme, 13 e arse la casa dell'Eterno e la casa del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme, e arse tutte le case ragguardevoli. 14 E tutto l'esercito dei Caldei ch'era col capitano della guardia atterrò da tutte le parti le mura di Gerusalemme. 15 Nebuzaradan, capitano della guardia, menò in cattività una parte dei più poveri del popolo, i superstiti ch'erano rimasti nella città, i fuggiaschi che s'erano arresi al re di Babilonia, e il resto della popolazione. 16 Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei più poveri del paese a coltivar le vigne ed i campi. 17 I Caldei spezzarono le colonne di rame ch'erano nella casa dell'Eterno, le basi, il mar di rame ch'era nella casa dell'Eterno, e ne portaron via il rame a Babilonia. 18 Presero le pignatte, le palette, i coltelli, i bacini, le coppe, e tutti gli utensili di rame coi quali si faceva il servizio. 19 Il capo della guardia prese pure le coppe, i bracieri, i bacini, le pignatte, i candelabri, le tazze e i calici, l'oro di ciò ch'era d'oro e l'argento di ciò ch'era d'argento. 20 Quanto alle due colonne, al mare e ai dodici buoi di rame che servivano di base e che Salomone avea fatti per la casa dell'Eterno, il rame di tutti questi oggetti aveva un peso incalcolabile. 21 L'altezza di una di queste colonne era di diciotto cubiti, e a misurarla in giro ci voleva un filo di dodici cubiti; aveva uno spessore di quattro dita, ed era vuota; 22 e v'era su un capitello di rame; e l'altezza d'ogni capitello era di cinque cubiti; attorno al capitello v'erano un reticolato e delle melagrane, ogni cosa di rame; lo stesso era della seconda colonna, adorna pure di melagrane. 23 V'erano novantasei melagrane da ogni lato, e tutte le melagrane attorno al reticolato ammontavano a cento. 24 Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia, 25 e prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini di fra i consiglieri intimi del re che furon trovati nella città, il segretario del capo dell'esercito che arruolava il popolo del paese, e sessanta privati che furono anch'essi trovati nella città. 26 Nebuzaradan, capitano della guardia, li prese e li condusse al re di Babilonia a Ribla, 27 e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Hamath. 28 Così Giuda fu menato in cattività lungi dal suo paese. Questo è il popolo che Nebucadnetsar menò in cattività: il settimo anno, tremilaventitre Giudei; 29 il diciottesimo anno del suo regno, menò in cattività da Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 30 il ventitreesimo anno di Nebucadnetsar, Nebuzaradan, capitano della guardia, menò in cattività settecentoquarantacinque Giudei: in tutto, quattromilaseicento persone. 31 Il trentasettesimo anno della cattività di Joiakin, re di Giuda, il venticinquesimo giorno del dodicesimo mese, Evil-Merodac, re di Babilonia, l'anno stesso che cominciò a regnare, fece grazia a Joiakin, re di Giuda, e lo trasse di prigione; 32 gli parlò benignamente, e mise il trono d'esso più in alto di quello degli altri re ch'eran con lui a Babilonia. 33 Gli fece mutare i suoi vestiti di prigione; e Joiakin mangiò sempre a tavola con lui per tutto il tempo ch'ei visse. 34 E quanto al suo mantenimento, durante tutto il tempo che visse, esso gli fu dato del continuo da parte del re di Babilonia, giorno per giorno, fino al giorno della sua morte.

Ricciotti:

Geremia 52

Conclusione storica del libro.
1 Sedecia aveva ventun anno quando cominciò a regnare, e regnò in Gerusalemme undici anni; sua madre si chiamava di nome Amital, figlia di Geremia di Lobna. 2 Ma operò malamente agli occhi del Signore, alla stessa guisa che aveva operato Joachim. 3 E in seguito allo sdegno del Signore contro quei di Gerusalemme e di Giuda, giunto a tal segno da doverli scacciare dal suo cospetto, avvenne che Sedecia si ribellò al re di Babilonia. 4 Accadde dunque nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, ai dieci del mese, che Nabucodonosor re di Babilonia, con tutto il suo esercito, giunse sopra Gerusalemme e l'assediarono, e costrussero di fronte tutt'intorno fortificazioni. 5 La città rimase così assediata fino all'anno undecimo di Sedecia. 6 Nel quarto mese, ai nove del mese, la città fu in preda alla fame e il popolo era ormai senza viveri. 7 E il muro della città fu sfondato, e tutti gli uomini di guerra fuggirono, uscendo di notte dalla città per la via della porta che è tra i due muri e metteva al giardino del re, mentre i Caldei assedianti la tenevano accerchiata, e si diressero per la via che conduce al deserto. 8 Ma le schiere dei Caldei inseguirono il re e sorpresero Sedecia nel deserto, in prossimità di Gerico, e tutto il suo seguito fuggì da lui. 9 Catturato che ebbero il re, lo condussero al re di Babilonia, in Reblata, che è nella contrada di Emat, il quale pronunziò la sua sentenza. 10 E il re di Babilonia fece trucidare i figli di Sedecia sotto i suoi occhi, inoltre tutti i principi di Giuda mise a morte in Reblata. 11 A Sedecia poi fece cavar gli occhi e lo mise nei ceppi, poi il re di Babilonia lo condusse in Babilonia e lo tenne in prigione fino al giorno della sua morte. 12 Nel quinto mese, ai dieci del mese di quell'anno che era il diciannovesimo di Nabucodonosor, re di Babilonia, Nabuzardan, capo delle milizie, che stava al cospetto del re di Babilonia, venne in Gerusalemme 13 e diede alle fiamme la casa del Signore, la casa del re, tutti gli edifizi di Gerusalemme e a tutte le case grandi appiccò il fuoco. 14 E tutta la cerchia delle mura di Gerusalemme fu atterrata dall'esercito dei Caldei che era agli ordini del capo delle milizie. 15 E la gente povera, e il resto della popolazione rimasta in città, i disertori che si erano rifugiati al re di Babilonia, e quant'altri c'erano del popolo furono da Nabuzardan, capo delle milizie, trasportati in esilio. 16 Dei poveri della terra però, Nabuzardan, capo delle milizie, rilasciò i vignaiuoli e gli agricoltori. 17 Le colonne di bronzo, che erano nella casa del Signore, e le basi e il mare di bronzo che era nella casa del Signore, furono dai Caldei ridotti in pezzi, e tutto quel metallo fu da essi trasportato in Babilonia. 18 Portarono via anche le caldaie, le padelle, gli strumenti musicali, le coppe, i mortai e tutti gli altri utensili di bronzo che servivano pel ministero; 19 così le idrie, gl'incensieri, gli orciuoli, i bacini, i candelieri, i mortai e le tazze, contato ciò che era d'oro e ciò che era d'argento, tutto portò con sè il capo delle milizie. 20 Le colonne eran due; la conca, detta mare, una; dodici i vitelli di bronzo che erano sotto per sostegni, fatti fare dal re Salomone per la casa del Signore; di questi oggetti il peso del metallo non fu calcolato. 21 Ciascuna colonna aveva diciotto cubiti d'altezza e una fascia girante intorno di dodici cubiti, il loro spessore era di quattro dita e dentro era vuota. 22 In cima a ciascuna stava il capitello di bronzo; il solo capitello aveva cinque cubiti di altezza con un fregio reticolato e a melagrane in giro sopra la corona, tutto di bronzo; e così era l'altra colonna e le melagrane. 23 Le melagrane sporgenti erano novantasei e tutte le melagrane in giro del reticolato erano cento. 24 Il capo delle milizie deportò Saraia, il primo dei sacerdoti, e Sofonia, sacerdote secondo e i tre custodi del vestibolo. 25 E dalla città condusse via un eunuco che era preposto agli uomini di guerra, sette uomini che stavano nel cospetto del re che furono trovati in città, un segretario principale della milizia che istruiva le reclute e sessanta uomini del popolo della terra che furono trovati in mezzo alla città. 26 Li prese dunque Nabuzardan, capo delle milizie, e li condusse al re di Babilonia in Reblata. 27 E il re di Babilonia li fece colpire a morte, in Reblata nella contrada di Emat; e così Giuda fu condotto in esilio fuor dalla sua terra. 28 Questa è la gente che Nabucodonosor deportò; nell'anno settimo, tremila e ventitrè giudei; 29 nell'anno diciottesimo di Nabucodonosor, da Gerusalemme, ottocento e trentadue persone; 30 nell'anno ventesimoterzo di Nabucodonosor, settecento e quarantacinque persone dei giudei che furono deportate da Nabuzardan, capo delle milizie: in tutto, quattromilaseicento persone. 31 Nell'anno trentesimosettimo della trasmigrazione di Joachin, re di Giuda, nel duodecimo mese, ai venticinque del mese, Evilmerodac, re di Babilonia, essendo questo il primo anno del suo regno, rialzò il capo a Joachin, re di Giuda, e lo trasse di prigione. 32 Ed ebbe per lui parole benevoli e collocò il suo trono innanzi a quello degli altri re che erano dopo di lui in Babilonia. 33 E gli fece cambiare gli indumenti della prigione e sedette a mensa davanti al re sempre per tutto il resto della sua vita. 34 E il suo vitto gli fu somministrato in perpetuo dal re di Babilonia, come veniva assegnato giornalmente, fino al dì della morte per tutto il resto della sua vita.

Tintori:

Geremia 52

La distruzione di Gerusalemme e del tempio
1 Sedecia aveva ventun anni quando cominciò a regnare, e regnò undici anni in Gerusalemme. La sua madre si chiamava Amital, figlia di Geremia di Lobna. 2 Egli fece il male nel cospetto del Signore, imitando in tutto Ioachim. 3 Siccome il Signore era irritato contro Gerusalemme e contro Giuda fino a volerli rigettare lungi dalla sua faccia, Sedecia si ribellò al re di Babilonia. 4 E l'anno nono del regno di Sedecia, il decimo mese, ai dieci del mese, Nabucodonosor re di Babilonia venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme, e l'assediarono e alzarono contro di lei delle fortificazioni all'intorno. 5 La città rimase assediata fino all'undecimo anno di Sedecia. 6 E allora, nel quarto mese, ai nove del mese, siccome la fame s'era impossessata della città, e il popolo della terra non aveva di che nutrirsi, 7 una breccia fu fatta alla città, e tutti i suoi uomini di guerra fuggirono, e di notte usciron dalla città, per la via della porta che è fra i due muri, e conduce al giardino del re, e mentre i Caldei assediavano a cerchio la città, essi se ne andarono per la via che conduce al deserto. 8 Ma l'armata dei Caldei tenne dietro al re, e presero Sedecia nel deserto che è vicino a Gerico, e tutti quelli che l'accompagnavano l'abbandonarono. 9 Preso il re, lo condussero al re di Babilonia in Reblata, nella terra di Emat, ed egli pronunziò contro di lui la sentenza. 10 Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedecia sotto gli occhi di lui, e uccise in Reblata anche tutti i principi di Giuda. 11 Fatti poi cavar gli occhi a Sedecia e messolo in ceppi, il re di Babilonia lo condusse a Babilonia, e lo tenne in prigione fino al giorno della sua morte. 12 Il dieci del quinto mese dell'anno decimonono di Nabucodonosor re di Babilonia, Nabuzardan, capo delle milizie e ministro del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme, 13 e diede alle fiamme la casa del Signore, la casa del re e tutte le case di Gerusalemme, distrusse col fuoco tutti i palazzi. 14 E tutto l'esercito dei Caldei che era col capo delle milizie demolì tutte le mura di cinta di Gerusalemme. 15 Ed anche poveri del popolo, e il resto del volgo che era rimasto in Gerusalemme e quelli che fuggendo eran passati al re di Babilonia, e tutto il resto della moltitudine, Nabuzardan, capo delle milizie, li portò via. 16 Dei poveri del paese, Nabuzardan, capo delle milizie, lasciò i vignaioli e i lavoratori della terra. 17 Inoltre i Caldei fecero in pezzi le colonne di bronzo che eran nella casa del Signore, e le basi e il mare di bronzo che era nella casa del Signore, e tutto il loro bronzo lo portarono a Babilonia. 18 E portaron via le caldaie, le padelle, i salteri, le coppe, i piccoli mortai, e tutti i vasi di bronzo che servivano al tempio. 19 Il capo delle milizie portò via le idrie, i turiboli, gli orci, i bacini, i candelabri, i mortai, le tazze, e tutto ciò che v'era d'oro e d'argento; 20 Le due colonne, e il mare, e i dodici vitelli di bronzo che stavan sotto le basi, fatte dal re Salomone nella casa del Signore. Non era possibile pesare il bronzo di tutte queste cose. 21 In quanto alle colonne, una aveva diciotto cubiti d'altezza, e una corda di dodici cubiti le girava attorno, aveva quattro dita di spessore, e dentro era vuota. 22 Sopra l'una e l'altra colonna v'eran dei capitelli di bronzo. L'altezza d'un capitello era di cinque cubiti, e v'erano all'interno, a corona, reticelle e melagrane: tutto era di bronzo: l'altra colonna era uguale, e così le melagrane. 23 Le melagrane pendenti erano novantasei, e tutte le melagrane, cento, eran circondate da reticelle. 24 Inoltre il capo delle milizie prese il primo sacerdote Saraia, il secondo sacerdote Sofonia e i tre custodi del vestibolo. 25 Della città prese un eunuco che era a capo della gente di guerra, e sette persone di quelle che stavano davanti alla faccia del re, che furon trovate nella città, e il segretario capo delle milizie, che esercitava i coscritti, e sessanta uomini del popolo del paese che furon trovati dentro la città. 26 Nabuzardan, capo delle milizie, li prese e li condusse al re di Babilonia a Reblata. 27 E il re di Babilonia li colpì e li fece uccidere in Reblata, nella terra di Emat; e Giuda fu portato via dalla sua terra. 28 Ecco il popolo deportato da Nabucodonosor: nell'anno settimo: tremila ventitré Giudei; 29 nell'anno decimottavo di Nabucodonosor: ottocento trentadue persone da Gerusalemme; 30 nell'anno ventesimo terzo di Nabucodonosor, Nabuzardan capo delle milizie deportò settecento quarantacinque Giudei: quindi in tutto quattromila seicento persone. 31 Il trentesimo settimo anno della deportazione di Ioachim re di Giuda, il duodecimo mese, ai venticinque del mese, Evilmerodac, re di Babilonia, nel primo anno del suo regno, rialzò la testa di Ioachim re di Giuda e lo fece uscir di prigione. 32 E gli parlò con bontà, e pose il trono di lui al di sopra dei troni dei re che eran con lui in Babilonia, 33 e gli fece cambiare le vesti della sua prigionia, e lo fece mangiare alla sua tavola sempre, per tutto il tempo della sua vita. 34 Pel suo vitto, pel suo vitto perpetuo, provvedeva il re di Babilonia, tanto per giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto il tempo della sua vita.

Martini:

Geremia 52

Gerusalemme è presa da Nabuchodonosor. Incendio della città, e del tempio. Sedecia accecato è condotto a Babilonia con tutto il popolo. Esaltazione di Joachin dopo trentasette anni di prigionia.
1 Sedecia avea ventun'anno quando cominciò a regnare, e regnò undici anni in Gerusalemme. La sua madre chiamavasi Amital figliuola di Geremia di Lobna. 2 Ed ei peccò davanti al Signore, facendo in tutto, e per tutto quel, che avea fatto Joachim. 3 Perocché il Signore era irritato contro Gerusalemme, e contro Giuda si altamente, che volea rigettarli da se. E Sedecia si ribellò contro il re di Babilonia. 4 E l'anno nono del suo regno, il decimo mese, a' dieci del mese, Nabucodonosor re di Babilonia si mosse egli, e tutto il suo esercito contro Gerusalemme, e la assediarono, e la cinsero di circonvallazione. 5 E la città rimase assediata fino all'undecimo anno di Sedecia. 6 Ma il quarto mese, ai nove del mese, la fame s'impossessò della città, e il popolo non avea di che nutrirsi. 7 Ed eran conquassate le mura della città, e tutti i suoi guerrieri si fuggirono, e usciron dalla città di notte per la via della porta, che è tralle due muraglie, e conduce al giardino del re (mentre i Caldei cingevano all'intorno a la città), e se n'andarono per la strada, che mena al deserto. 8 E L'esercito de' Caldei tenne dietro al re, e presero Sedecia nel deserto, che è vicino a Gerico, e tutti que', che l'accompagnavano, lo abbandonarono. 9 E preso il re, lo condussero al re di Babilonia in Reblatha, che è nella terra di Emath, e questi pronunziò la sentenza contro di lui. 10 E il re di Babilonia fece scannare i figliuoli di Sedecia sotto i suoi occhi; ed uccise eziandio tutti i principi di Giuda in Reblatha. 11 E fece cavare gli occhi a Sedecia, e lo mise in ceppi, e il re di Babilonia lo condusse a Babilonia, e lo cacciò in prigione per sino al dì della sue morte. 12 Il quinto mese, a' dieci del mese che correa l'anno decimonono di Nabucodonosor re di Babilonia, arrivò Nabuzardan capitano dell'esercito, il quale comandava per ordine del re di Babilonia in Gerusalemme, 13 E bruciò la casa del Signore, e la casa del re, e tutte le case di Gerusalemme, e tutti i gran palazzi consumò colle fiamme. 14 E tutto il muro, che cingeva Gerusalemme fu atterrato da tutto l'esercito de' Caldei, che v'era col suo capitano. 15 E quello, che nella città era rimaso di povera gente, e gli avanzi del volgo, e di disertori, che si erano rifugiati presso il re di Babilonia, e tutto il resto della turba li trasportò Nabuzardan capitano dell'esercito a Babilonia. 16 De' poveri poi del paese Nabuzardan capitano dell'esercito vi lasciò i vignaiuoli, e i lavoratori della terra. 17 E i Caldei pure fecer in pezzi le colonne di bronzo, che erano nella casa del Signore, e i piedistalli, e il mare di bronzo, che era nella casa del Signore, e tutto il bronzo lo portarono a Babilonia. 18 E portaron via le caldaie, e le padelle, e i salteri, e le coppe, e i mortaj, e tutti i vasi di bronzo, che servivano ad uso del tempio, 19 E il capitano dell'esercito prese le idrie e i turiboli, e gli orci, e i catini, e i candellieri, e i mortaj, e le tazze, e quanto vi era sia di oro, sia di argento; 20 E le due colonne, e il mare, e i dodici vitelli di bronzo, che erano sotto i piedistalli, fatti dal re Salomone nella casa del Signore. Era immenso il peso del bronzo di tutti questi vasi. 21 E quanto alle colonne, ognuna delle colonne avea diciotto cubiti d'altezza, e una corda di dodici cubiti faceva il suo giro, e avea quattro dita di grossezza, e dentro era vuota. 22 E i capitelli dell'una, e dell'altra eran di bronzo. L'altezza di un capitello era cinque cubiti, e vi erano delle reticelle, e de' meligranati, che lo coprivano all'intorno; e il tutto era di bronzo. Così pure l'altra colonna, e i meligranati. 23 E i meligranati pendenti erano novantasei; e in tutto i meligranati erano cento circondati dalle reticelle. 24 E il capitano dell'esercito prese ancor Saraia primo sacerdote, e Sofonia secondo sacerdote, e i tre custodi del vestibolo. 25 E levò ancora dalla città un eunuco, che avea la soprintendenza delle milizie, e sette persone di quelle, che stavano davanti alla faccia del re, che furono trovate nella città; e il segretario capo delle milizie, che esercitava i soldati novizi, e sessanta uomini del volgo, che si trovarono dentro la città. 26 E Nabuzardan capitano dell'esercito li prese, e li condusse al re di Babilonia a Reblatha. 27 E il re di Babilonia li fece tutti uccidere in Reblatha nella terra di Emath. E Giuda fu condotto fuori della sua terra. 28 Questa è la gente trasportata da Nabucodonosor anno settimo, tre mila, e ventitre Giudei: 29 L'anno decimo ottavo di Nabucodonosor, ottocento trentadue persone da Gerusalemme: 30 L'anno ventitre di Nabucodonosor, Nabuzardan capitano dell'esercito a trasportò settecento quarantacinque i Giudei: in tutti perciò quattromila, seicento persone. 31 E l'anno trentasettesimo della trasmigrazione di Joachin re di Giuda, e il decimo mese, ai venticinque del mese, Evilmerodach re di Babilonia il primo anno del suo regno fe' alzar la testa a Joachin re di Giuda, e lo cavò di prigione. 32 E lo consolò con buone parole, e lo fece sedere al di sopra dei re, che egli avea alla sua corte in Babilonia. 33 E li fece cangiare gli abiti, ch'ei o portava nella prigione, e lo fece mangiare alla sua tavola fino a tanto, ch'ei visse: 34 E il suo mantenimento gli fu a assegnato dal re di Babilonia in perpetuo, tanto per giorno, fino al dì della sua morte per tutti i giorni, ch'ei visse.

Diodati:

Geremia 52

1 SEDECHIA era d'età di ventun anno, quando cominciò a regnare, e regnò in Gerusalemme undici anni. E il nome di sua madre era Hamutal, figliuola di Geremia da Libna. 2 Ed egli fece quel che dispiace al Signore, del tutto come Gioiachim avea fatto. 3 Perciocchè l'ira del Signore si accrebbe vie più contro a Gerusalemme, e contro a Giuda, fin là, che li scacciò dal suo cospetto. E Sedechia si ribellò contro al re di Babilonia. 4 Laonde l'anno nono del suo regno, nel decimo giorno del decimo mese, Nebucadnesar, re di Babilonia, venne sopra Gerusalemme, con tutto il suo esercito, e vi si pose a campo, e fabbricò delle bastie contro ad essa, intorno intorno. 5 E la città fu assediata infino all'anno undecimo del re Sedechia. 6 Nel nono giorno del quarto mese, essendo la fame grave nella città, talchè non vi era più pane per lo popolo del paese; 7 ed essendo i Caldei penetrati dentro alla città, tutta la gente di guerra se ne fuggì, e uscì di notte della città, per la via della porta d'infra le due mura, ch'era volta verso l'orto del re, essendo i Caldei sopra la città d'ogn'intorno; e se ne andavano traendo verso il deserto. 8 Ma l'esercito de' Caldei perseguitò il re, e raggiunse Sedechia nelle campagne di Gerico; e tutto il suo esercito si disperse d'appresso a lui. 9 Ed i Caldei presero il re, e lo menarono al re di Babilonia, in Ribla, nel paese di Hamat; ed egli gli pronunziò la sua sentenza. 10 Ed il re di Babilonia fece scannare i figliuoli di Sedechia, davanti ai suoi occhi; fece eziandio scannare tutti i principi di Giuda, in Ribla. 11 E fece abbacinar gli occhi a Sedechia, e lo fece legar di due catene di rame; e il re di Babilonia lo menò in Babilonia, e lo mise in prigione, ove stette infino al giorno della sua morte.
12 E nel decimo giorno del quinto mese, nell'anno diciannovesimo del re Nebucadnesar, re di Babilonia, Nebuzaradan, capitano delle guardie, ministro ordinario di casa del re di Babilonia, essendo entrato in Gerusalemme, 13 arse la Casa del Signore, e la casa del re, e tutte le case di Gerusalemme; in somma, arse col fuoco tutte le case grandi. 14 E tutto l'esercito de' Caldei, ch'era col capitano delle guardie, disfece tutte le mura di Gerusalemme d'ogn'intorno. 15 E Nebuzaradan, capitano delle guardie, menò in cattività de' più poveri del popolo, e il rimanente del popolo ch'era restato nella città, e quelli ch'erano andati ad arrendersi al re di Babilonia, e il rimanente del popolazzo. 16 Ma pur Nebuzaradan, capitano delle guardie, lasciò alcuni de' più poveri del paese, per esser vignaiuoli, e lavoratori. 17 Ed i Caldei spezzarono le colonne di rame, ch'erano nella Casa del Signore, e i basamenti, e il mar di rame, ch'era nella Casa del Signore; e ne portarono tutto il rame in Babilonia. 18 Ne portarono eziandio le caldaie, e le palette, e le forcelle, e i bacini, e le coppe, e tutti gli arredi di rame, co' quali si faceva il servigio. 19 Il capitano delle guardie ne portò eziandio i vasi, e i turiboli, e i bacini, e i calderotti, e i candellieri, e le tazze, e i nappi; ciò ch'era d'oro a parte, e ciò ch'era d'argento a parte. 20 Quant'è alle due colonne, al mare, e a' dodici buoi di rame che vi erano sotto, a guisa di basamenti, le quali cose il re Salomone avea fatte per la Casa del Signore, il peso del rame di tutti que' lavori era senza fine. 21 Ora, quant'è alle colonne, l'una d'esse era alta diciotto cubiti, ed un filo di dodici cubiti la circondava; e la sua spessezza era di quattro dita, ed era vuota. 22 E sopra essa vi era un capitello di rame, e l'altezza del capitello era di cinque cubiti; vi era ancora sopra il capitello d'ogn'intorno una rete, e delle melegrane; il tutto di rame; le medesime cose erano ancora nell'altra colonna, insieme con le melegrane. 23 E le melegrane, per ciascun lato, erano novantasei; tutte le melegrane sopra la rete d'ogn'intorno erano in numero di cento.
24 Oltre a ciò, il capitano delle guardie prese Seraia, primo sacerdote, e Sofonia, secondo sacerdote, e i tre guardiani della soglia. 25 Prese eziandio, e ne menò dalla città un eunuco, ch'era commessario della gente di guerra; e sette uomini de' famigliari del re, che furono trovati nella città; e il principale segretario di guerra, il quale faceva le rassegne del popolo del paese, che si trovarono dentro alla città. 26 Nebuzaradan adunque, capitano delle guardie, li prese, e li menò al re di Babilonia, in Ribla. 27 Ed il re di Babilonia li percosse, e li fece morire in Ribla, nel paese di Hamat. 28 Così Giuda fu menato in cattività fuor della sua terra. Questo è il popolo che Nebucadnesar menò in cattività: l'anno settimo del suo regno ne menò tremila ventitrè Giudei. 29 L'anno diciottesimo del suo regno, menò in cattività di Gerusalemme, ottocentrentadue anime; 30 l'anno ventesimoterzo di Nebucadnesar, Nebuzaradan, capitano delle guardie, menò in cattività settecenquarantacinque anime di Giudei. Tutte le anime furono quattromila seicento.
31 Or l'anno trentasettesimo della cattività di Gioiachin, re di Giuda, nel venticinquesimo giorno del duodecimo mese, Evilmerodac, re di Babilonia, nell'istesso anno ch'egli cominciò a regnare, facendo la rassegna della sua casa, vi mise Gioiachin, re di Giuda, e lo trasse fuor di prigione. 32 E parlò benignamente con lui, e innalzò il suo seggio sopra il seggio degli altri re ch'erano con lui in Babilonia. 33 E gli mutò i suoi vestimenti di prigione, ed egli mangiò del continuo in presenza del re, tutto il tempo della vita sua. 34 E del continuo gli era dato, giorno per giorno, il suo piatto, da parte del re di Babilonia, tutto il tempo della vita sua, infino al giorno della sua morte.

Commentario abbreviato:

Geremia 52

1 Capitolo 52

Il destino di Sedechia Ger 52:1-11

La distruzione di Gerusalemme Ger 52:12-23

I prigionieri Ger 52:24-30

L'avanzamento di Ioiachin Ger 52:31-34

Versetti 1-11

Contro questo frutto del peccato dobbiamo pregare più di ogni altra cosa: "Non allontanarmi dalla tua presenza" (Sal 51:11). Nessuno viene scacciato dalla presenza di Dio se non coloro che, con il peccato, hanno prima gettato fuori se stessi. La fuga di Sedechia fu vana, perché non c'è modo di sfuggire ai giudizi di Dio; essi si abbattono sul peccatore e lo travolgono, che fugga dove vuole.

12 Versetti 12-23

L'esercito caldeo fece una grande confusione. Ma non c'è nulla di così particolare qui, come il trasporto degli oggetti nel tempio. Il ricordo della loro bellezza e del loro valore ci mostra ancora di più il male del peccato.

24 Versetti 24-30

I capi dei Giudei li hanno fatti sbagliare; ma ora sono, in particolare, diventati monumenti della giustizia divina. Ecco il resoconto di due precedenti catture. Questo popolo è stato spesso prodigio sia del giudizio che della misericordia.

31 Versetti 31-34

Si veda la storia del re Ioiachin in 2Re 25:27-30. Chi è sotto oppressione scoprirà che non è vano sperare e attendere serenamente la salvezza del Signore. I nostri tempi sono nelle mani di Dio, perché lo sono i cuori di tutti coloro con cui abbiamo a che fare. Che possiamo essere in grado, sempre di più, di riposare sulla Roccia dei secoli e di guardare con santa fede a quell'ora in cui il Signore riporterà Sion e abbatterà tutti i nemici della Chiesa.

Commentario del Pulpito:

Geremia 52

1 

Il contenuto di questo capitolo dimostra che non si tratta di una narrazione indipendente, ma della parte conclusiva di una storia dei re di Giuda. Concorda quasi parola per parola con 2Re 24:18-25:30 , da cui siamo giustificati a dedurre che è tratto dall'opera storica che l'editore dei Libri dei Re seguiva attentamente. È molto improbabile che Geremia ne sia stato l'autore. Il profeta si sarebbe accontentato della scarna affermazione che Sedechia "fece ciò che è male agli occhi del Signore" (ver. 2), o di una descrizione così sommaria dell'assedio di Gerusalemme? A quanto pare l'editore che ha inserito Geremia 52 come appendice al Libro di Geremia ha omesso il racconto di Ghedalia conservato in 2Re 25:22-26 perché un racconto più completo era già stato dato nei capitoli 40-42. A quanto pare, inoltre, o lo stesso o qualche editore successivo ha inserito vers. 28-30 (non trovato nella Settanta) da un'altra fonte; il passaggio differisce per diversi aspetti da 2Re 24 . Il testo di Geremia 52 sembra essere più vicino al documento originale rispetto a quello di 2Re 24:18-25:30 (vedi il commento di Graf). Confronta Geremia 39

OMELIE di S. CONWAY versetto 1. Sedechia

Cfr. la precedente omelia, Geremia 37:1 . — C

OMELIE DI D. YOUNG Versetti 1-3. Sedechia come re

I LA POSIZIONE DI UN GIOVANE. Aveva ventun anni quando iniziò a regnare. Fin dalla fanciullezza, guardandosi intorno in un momento in cui era diventato responsabile della condotta della sua vita. In Inghilterra l'età di ventun anni è piena di significato per molti giovani, perché allora si liberano da invalidità e restrizioni legali. Qualsiasi giovane dell'età di Sedechia diventa quindi oggetto di particolare interesse

II UNA POSIZIONE INASPETTATA. Almeno possiamo supporre che ciò avvenga in 2Re 24:17 . Sedechia non era nella successione. Naturalmente è possibile che ci siano stati scopi e intrighi con cui Sedechia ha ottenuto la corona. Ma questo non rende meno evidente il fatto che i giovani uomini si trovano spesso in posizioni inaspettate. Si stanno preparando per un corso, quando tutto in un momento si trasforma in un nuovo corso in cui devono agire senza molto tempo per riflettere

III UNA POSIZIONE DI RESPONSABILITÀ. Responsabile in ogni caso come quello di un giovane; particolarmente responsabile come l'essere chiamato al trono. Essere chiamato a una posizione di particolare responsabilità può far riflettere un uomo se è incline ad essere temerario, può stimolarlo se è incline ad essere accomodante e indulgente con se stesso. Questo punto può essere illustrato dalla credenza tradizionale nel cambiamento che avvenne con Enrico V al momento della sua ascesa al trono, specialmente come questa visione è messa in evidenza in Shakespeare

IV UNA POSIZIONE INSOLITAMENTE DIFFICILE. Un re nominato da un conquistatore straniero sarebbe stato guardato con antipatia da molti. In tali circostanze erano necessarie le migliori qualità personali, la decisione di carattere combinata con la massima circospezione

V UNA POSIZIONE IN CUI SEDECHIA AVEVA UN CONSIGLIERE COMPETENTE. Nessuno dei suoi cortigiani, anche se tra loro potevano esserci uomini caratterizzati da prudenza e perspicacia. Egli ha un profeta di Geova, un uomo con un acuto senso del bene e del male, un uomo con rivelazioni dall'alto, che lo aiuta. Inoltre, è documentato che in effetti cercò Geremia. Si notino i numerosi riferimenti nel corso del libro ai rapporti tra il re e il profeta. Con il parlare chiaro di un uomo del genere si potrebbero chiarire molti dubbi e correggere molti errori. È la censura su Sedechia 2Cronache 36:12 che "non si umiliò davanti al profeta Geremia che parlava dalla bocca del Signore". —Y

3 

E così avvenne. Il soggetto implicito del verbo è l'azione malvagia di Sedechia. Che Sedechia si ribellò. Ci dovrebbe essere un punto prima di queste parole, e "quello" dovrebbe piuttosto essere "E".

Il Signore che crea il male

Questo è uno dei passaggi della Scrittura il cui significato non risiede in superficie. Sembra rappresentare Dio come istigatore al peccato. Poiché "per l'ira del Signore" è detto "che Sedechia si ribellò". Ma fu proprio per quella ribellione che fu così duramente punito, eppure si dice che fu "per mezzo del Signore". Nota—

CI SONO ALTRI PASSAGGI COME QUESTO. Cfr. "il Signore che indurisce il cuore del Faraone". La storia di Giuda. "Nessuno di loro è perduto, se non il figlio della perdizione; perché si adempia la Scrittura". Giovanni 17:12 E ancora: "C'è del male nella città e io non l'ho fatto?". Amos Isaia 45:7 E la parola di San Pietro ai Giudei il giorno di Pentecoste. Atti 2:23 Fecero malvagiamente ciò che tuttavia Dio aveva deciso prima che fosse fatto. E ci sono ancora altre Scritture oltre a queste

II DANNO ALTRO A GRANDI DIFFICOLTÀ. Non è difficile capire che gli uomini dovrebbero fare il male, o anche il torto particolare che viene loro addebitato e per il quale sono puniti; ma la difficoltà è che il peccato dovrebbe essere apparentemente attribuito a Dio. E sembra che gli ebrei abbiano creduto che Dio abbia spinto gli uomini a peccare; Confronta Giovanni 9:1 , "Chi ha peccato, costui o i suoi genitori affinché (ινα) nascesse cieco?" L'effetto, la cecità dell'uomo, essi consideravano come progettato e voluto da Dio, e quindi anche la causa che produceva quell'effetto doveva essere stata progettata. Mentre leggiamo Scritture come queste, la domanda di Abramo inizia immediatamente alle nostre labbra: "Il giudice di tutta la terra non farà forse giustizia?". Romani 3:5-8 Dio "può e deve trascendere la nostra intelligenza. Egli per la natura stessa del caso abbaglierà e confonderà la nostra immaginazione con le insospettate ricchezze e la gloria delle sue numerose dimore; ma non deve turbare il nostro senso del diritto se vuole conservare il nostro omaggio e il nostro amore". Ma è questo senso del diritto che è turbato da quello che sembra essere l'insegnamento di Scritture come queste. Sembra che insegnino che Dio spinge gli uomini a peccare e poi li punisce per questo. Sembra che alcuni di coloro che ragionavano con San Paolo abbiano suggerito (cfr. Romani 3 che in tali casi Dio era "ingiusto" e si "vendicava". L'apostolo non tenta di argomentare la questione, ma tratta il suggerimento con una sorta di "Vattene via da me, Satana", che è ciò a cui il suo μη γενοιτο equivale realmente. E quando il suggerimento è fatto da meri motivi capziosi, o con l'intento solo di sostenere una conclusione scontata e la determinazione di ignorare Dio, allora tale risposta è quella appropriata da dare. Ma non può mai essere altro che giusto sforzarsi di affrontare le oneste difficoltà che alcune delle espressioni della Parola di Dio e alcune delle azioni della sua provvidenza indiscutibilmente provocano. Se fosse vero l'insinuazione che Dio ha creato gli uomini per peccare e poi li ha dannati per questo, nulla potrebbe essere più orribile, e nessuna forza possibile potrebbe far sì che gli uomini si fidino, amino o adorino sinceramente un Dio che agirebbe così. Ma l'ipotesi non è vera; per—

III LA DIFFICOLTÀ È APPARENTE, NON REALE. Dio non è mai l'autore del peccato. "Il Signore è santo in tutte le sue vie, e giusto in tutte le sue opere." "Nessuno dica quando è tentato", ecc. Giacomo 1:13 Ma quando il peccato è stato generato nell'anima di un uomo per i suoi desideri malvagi, allora la forma speciale in cui quel peccato si manifesterà è molto spesso ordinata da Dio. Ecco come comprendiamo tutti questi passaggi. La Babilonia stessa in relazione alla quale è scritto questo Versetto 3 può fornire un'illustrazione appropriata. Isaia chiama Babilonia "il deserto del mare", poiché quando, a causa dello scioglimento delle nevi che alimentavano l'Eufrate e i suoi numerosi affluenti, il gran fiume straripò dalle sue matasse, la grande pianura su cui sorgeva Babilonia divenne come un vasto mare. Ma i grandi signori assiri tagliarono i loro canali e costruirono le loro enormi dighe e serbatoi in modo che le acque sovrabbondanti e altrimenti distruttive fossero dirette in canali sicuri e non potessero fare ulteriori danni. Quei monarchi non furono gli autori delle inondazioni, ma con la loro abilità e saggezza indicarono la direzione in cui quelle inondazioni dovevano scorrere. Poco tempo fa, su una delle nostre grandi ferrovie, un segnalatore vide con orrore che una locomotiva era in qualche modo riuscita a scappare senza il suo macchinista, e si stava precipitando con velocità sempre crescente verso la propria distruzione e quella del primo infelice treno passeggeri - e uno era quasi in attesa - che si sarebbe dovuto incontrare. Veloce come il pensiero, il segnalatore afferrò le leve e trasformò il fuggitivo in un binario di raccordo dove non avrebbe potuto nuocere a nessuno se non a se stesso. In ogni grande incendio i pompieri agiscono in modo simile. E così Dio. Quando il peccato non è scoppiato per sua volontà, ma per tutto contrario alla sua volontà, non lo lascia scoppiare, come potrebbe, ma ordina la via che prenderà. Da qui avvenne "per mezzo del Signore" che "Sedechia si ribellò contro il Re di Babilonia" (ver. 3)

IV QUESTO ORDINE DELLA VIA DEL PECCATO DA PARTE DI DIO È UNA COSA CHE VA RICORDATA MOLTO

1. Per la nostra consolazione e conforto.Per quanto folle e mostruoso sia il peccato, è ancora sotto il controllo di Dio. Come per quanto riguarda il mare in tempesta, egli può dire e gli dice: "Fin qui andrai e non oltre", ecc., e Confronta Geremia 5:22

2. Per l'avvertimento del peccatore. Le fiamme del fuoco eterno sono accese nella nostra anima. Il peccato è sempre torcere e annodare il suo stesso flagello. Quello che l'uomo semina quello pure mieterà. Il seme di tutte le nostre punizioni è stato seminato dalle nostre mani, anche se non abbiamo mai avuto intenzione di raccogliere. La via che il peccato prenderà è completamente fuori dal nostro potere. Se fa qualcosa che avevamo intenzione, lo fa per uomini che non abbiamo mai sognato né desiderato

3. Per l'istruzione a tutti i lettori riflessivi della Parola di Dio e agli osservatori della sua provvidenza. Dio "fa" il male che è nella città, Isaia 45 ma non lo origina, e ciò che fa non è che l'ordine del suo cammino.—C

Vers. 4-7. L'assedio e la presa di Gerusalemme

I LEZIONI GENERALI DELL'ASSEDIO

1. Dio eseguirà le sue minacce. La presa di Gerusalemme era stata lunga e spesso predetta. Le profezie accumulate si erano ora adempiute

2. Il ritardo del giudizio non è un motivo per aspettarsi che venga trattenuto in modo permanente. Il destino di Gerusalemme sembrava essere stato a lungo rimandato. Ma alla fine arrivò

3. L'immunità precedente non è una garanzia per il futuro. Gli ebrei idolatravano affettuosamente Gerusalemme come una città incantata. Sembrava impossibile che cadesse nelle mani dei suoi nemici. Cresciamo negligenti e fiduciosi attraverso una serie di fughe fortunate. Ma la nostra fiducia è irrazionale a meno che non abbia un fondamento più profondo

4. Il favore di Dio non è una protezione contro la punizione del peccato. Gli ebrei si consideravano i favoriti divini. Avevano ricevuto molti privilegi particolari. Ma questi rendevano il dovere della fedeltà ancora più obbligatorio. Per le persone più favorite essere infedeli era una grande e terribile malvagità. Infatti, il favore di Dio, invece di mitigare la punizione, rende una pena più pesante adatta a coloro che sono così ingrati da peccare contro di essa

II PARTICOLARITÀ DELL'ASSEDIO

1. È stato approfondito. Il gran re Nabucodonosor venne in persona e "tutto" il suo esercito, e piantò un accampamento e costruì forti. Fu fatto ogni sforzo per rendere sicura la città. Gli strumenti della vendetta divina sono terribili, seri e vigorosi

2. È stato prolungato. Durò diciotto mesi Come devono essersi trascinati stancamente quei giorni, quelle settimane e quei mesi, aumentando di ora in ora l'agonia! Ma che cos'è questo periodo per i vasti e oscuri confini della "punizione dei secoli", che attende le anime perdute?

3. Ha prodotto sofferenze orribili. Nella follia della carestia, le donne divoravano i propri figli. Così Dio punì

a. "sazietà e disgusto verso la sua santa Parola e cibo dell'anima;

b. la terribile offerta di bambini a Moloch;

c. la disciplina dissoluta dei fanciulli" (Cramer, citato da Naegelsbach)

Da una posizione puramente egoistica, chi che conoscesse e comprendesse le terribili conseguenze dei suoi peccati le farebbe ricadere sul suo capo per amore dei poveri piaceri di un'ora?

4. Ha avuto successo. L'assedio terminò con la presa di Gerusalemme. La forza di Nabucodonosor era grande e terribile, ma dietro di essa c'era la volontà giudiziaria del Cielo. Resistere a questo era certamente inutile. Ogni resistenza ai decreti del giudizio divino deve essere vana. La nostra unica speranza non è nell'opposizione, ma nelle grida penitenti per la misericordia di Dio e nella sottomissione incessante alla sua volontà

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Vers. 4-34. La marcia del giudizio

Questi versetti raccontano il terribile progresso del giudizio di Dio sulla condannata città di Gerusalemme, sul suo re e sul suo popolo. Per tutti coloro che immaginano che Dio sia troppo pieno di amore e di grazia per giudicare e punire severamente gli uomini, la contemplazione degli eventi qui raccontati può essere dolorosa, ma certamente saranno anche salutari. Ci vengono mostrati gli eserciti babilonesi che si radunano intorno alla città; il lungo e terribile assedio; la magra carestia che si attarda sugli assediati; le mura finalmente spezzate e l'irruzione del nemico infuriato; la fuga, la cattura e la tragedia del re; l'incendio della città e del tempio; e il deportamento in esilio o il massacro di tutti, tranne i più poveri del popolo. Dieci anni estenuanti sono coperti da questi avvenimenti, e furono anni pieni di lamenti, afflizioni e guai. Ora, tutto questo insegna chiaramente:

IO CHE I GIUDIZI DI DIO TARDANO AD INIZIARE. È lento all'ira. Per quanto tempo sopportò Giuda e Gerusalemme prima che venissero queste tribolazioni!

II, MA QUANDO COMINCIANO VANNO AVANTI. Che processione di una calamità dopo l'altra è!

III NON POSSONO ESSERE ARRESTATI O RESPINTI. Tutto ciò che la resistenza, il coraggio e l'abilità poterono fare fu fatto in quell'assedio memorabile. Ezechiele 7:6 , "Un male, un solo male, ecco, è venuto", ecc

IV L'ANGOSCIA E L'ANGOSCIA SI APPROFONDISCONO. Cf. Ezechiele 7, Ezechiele 8, Ezechiele 11, Lamentazioni 2:11,12,19; 4:4 -- , ecc

V SONO IMPLACABILI E NON CONOSCONO PIETÀ. Le preghiere e le suppliche sono vane. Proverbi 1:24-31

VI NON CESSANO DI RIEMPIRE IL LORO LAVORO È FATTO. Vedi questa storia. Il cuore del malvagio ingannato protesta che Dio non può fare così. Ma egli ha trattato così con gli uomini empi, non una né una né due volte da solo; E quando dichiara che lo farà di nuovo, a che serve la semplice protesta dell'uomo che non lo farà? Cfr. tutto il Libro dell'Apocalisse. A gran voce, quindi, fatti come questi gridano al peccatore: "Fuggi l'ira avvenire"!

Vers. 4, 6, 12. Giorni le cui funzioni sono indelebili

Notate la particolarità delle date indicate in ciascuno di questi versetti. Non solo l'anno, ma il mese; e non solo il mese, ma il giorno; e talvolta non solo il giorno, ma l'ora, mattina o sera, durante la luce o il buio. Ora...

IO CI SONO GIORNI COSÌ. Nel racconto del Diluvio abbiamo una tale esattezza di data. E nella storia successiva di Gerusalemme, la storia del suo declino e della sua caduta sotto i suoi ultimi re, ci imbattiamo sempre di nuovo, come in questo capitolo, in una tale accurata indicazione di date esatte. E nella nostra esperienza, guardando indietro alla storia della nostra vita, come spiccano vividamente alcune date! Conosciamo l'anno, il mese, il giorno e l'ora, e sembra probabile che non dimenticheremo mai né loro né gli eventi ad essi connessi

II , MA QUESTI GIORNI SONO QUASI SEMPRE GIORNI DI DOLORE E ANGOSCIA. Fu così negli esempi riportati in questi versetti. Ci sono anniversari che celebriamo, ma si tratta per la maggior parte di giorni gioiosi, il cui ricordo non lasceremo morire volentieri. Ma il fatto che li conserviamo dimostra che c'è la probabilità che tale memoria morirebbe se non la conservassimo attentamente. Ma i giorni le cui date sono indelebili non hanno bisogno di anniversari per ricordarcelo. Non possiamo dimenticarli, anche se, forse, ci piacerebbe farlo. Sono impressi nelle nostre anime così profondamente che sono scritti come su una roccia per sempre. E sono giorni, non di gioia, ma di grave angoscia; come quando per la prima volta le feroci forze babilonesi assediarono la città santa, e come quando, dopo estenuanti mesi di ostinata difesa, la terribile carestia alla fine le abbatté; e come quando l'orgoglioso conquistatore nella sua rabbia bruciò il santuario di Dio. Furono giorni di giudizio, che Israele non dimenticò mai più. E ce ne sono stati molti di questi giorni. Leggiamo dei "digiuni" dei diversi mesi, molti dei quali commemoravano questi tristi eventi

III E LE LORO DATE SONO SCRITTE IN MODO INDELEBILE NELLE NOSTRE ANIME

1. A causa del contrasto che offrono quasi tutti gli altri giorni. Se c'è un segno che spicca in modo evidente, come i segni neri su una pagina bianca, o bianco su nero, ciò dimostra che il terreno su cui tale marchio si staglia in modo così evidente è di un colore completamente opposto, un contrasto completo. E così l'oscurità stessa di questi giorni indelebili prova che i giorni contro i quali si stagliano così vistosamente sono stati di un tipo molto diverso e più felice. Le nostre stesse prove, con la vividezza con cui le ricordiamo, provano la bontà generale del nostro Dio, perché sono un'eccezione alla sua regola

2. A causa della loro intensità. Il segno non è solo scuro, ma profondo. La spada trafigge l'anima. È l'intensità del dolore che lo rende così memorabile

3. A causa dell'ombra che proiettano. Tutta la nostra vita dopo la morte può essere oscurata - spesso è così - dall'effetto di qualche terribile colpo, e l'ombra parte sempre e guida i nostri pensieri fino al terribile fatto che l'ha causata

IV MA QUESTE DATE NON SONO INDELEBILI PER SEMPRE. Cfr. l'illustrazione di nostro Signore: "La donna, quando è in travaglio, è triste... ma non appena viene partorita... non ricorda più l'angoscia, per la gioia". Cantici è spesso anche in questo mondo. La vita non sarebbe sopportabile se tutti i dolori fossero indelebili. Ma non lo sono. Il passare del tempo, la pressione del lavoro necessario, il risveglio di altri interessi e, soprattutto, il dono di nuove gioie, tutto tende a disperdere l'oscurità dell'anima e a gettare nell'oblio ricordi che potrebbero solo dare dolore. E nessuno di loro ci seguirà nella nostra dimora eterna. Non dimenticheremo, non sembra possibile, i fatti che sono accaduti, ma li vedremo sotto una luce così nuova e irradiati da un tale amore di Dio che tutto il dolore che apparteneva a loro se ne andrà e non sarà più visto. "Aiuta, Signore, affinché possiamo venire alla felice dimora dei tuoi santi. Dove mille anni Come appare un giorno; né andare dove un giorno appare come mille anni per i guai!"— C

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La carestia era dolorosa. vedi le patetiche descrizioni in Lamentazioni 1:19,20;2:11,12,20;4:9,10

Carestia

Qui si narra di una delle più spaventose che siano accadute a qualsiasi città. I suoi orribili dettagli possono essere rintracciati da questo versetto e da diverse parti degli scritti di Geremia ed Ezechiele. Questo versetto racconta come la riserva di pane venne gradualmente meno; Geremia 37:21 e Geremia 38:2-9 : con quale difficoltà, mai così poco si guadagnò, anche: Ezechiele 5:16; 5:16; 12:19 ; poi Lamentazioni 4:7 e Lamentazioni 5:10 raccontano le sofferenze dei nobili; Lamentazioni 4:5 ed Ezechiele 4:12-15 della degradazione delle alte dame di Gerusalemme, che strappavano bocconi di pane dai letamai. Le grida dei poveri bambini; Lamentazioni 2:11,12,19;4:4 la durezza di cuore dei loro genitori. Lamentazioni 4:3 I padri mangiarono la carne dei loro figli; Ezechiele 5:10 madre quella dei loro bambini appena nati. Lamentazioni 2:20;4:10 Così spaventosa fu questa carestia. Ed è sempre una cosa spaventosa, qualunque sia la causa. Nota—

PERCIÒ SONO STATI MANDATI

I Come punizione:

(1) Per violazione della legge naturale. Quando gli uomini si ammasseranno in spazi troppo limitati o su terre che non produrranno a sufficienza, o rifiuteranno per avidità o egoismo di coltivare rettamente la terra che hanno, allora prima o poi verrà la carestia

(2) Per violazione delle leggi divine. Cantici nel caso della carestia raccontata qui. Ma: Essi sono inviati come suggeritori e promotori del pentimento e dell'emendamento. In caso di violazione delle leggi naturali, essi hanno ripetutamente svolto questo necessario ufficio. Gli uomini si sono sparsi all'estero, le comunicazioni tra un distretto e l'altro sono state aperte, sono stati adottati metodi di coltivazione migliorati, sono state emanate leggi più sagge e più giuste, e le energie e i pensieri degli uomini sono stati stimolati a escogitare rimedi e salvaguardie contro il ripetersi del male. E quando sono le leggi divine che sono state violate, le leggi divine contro il peccato - perché anche le leggi naturali sono divine - la carestia ha portato a sé molti prodighi e li ha portati a dire: "Mi alzerò e andrò dal Padre mio e gli dirò: Padre, ho peccato". Lo fece nel caso degli ebrei

II MA LA CARESTIA È UNA COSA INUTILE E INNATURALE. Nella casa del Padre nostro c'è pane in abbondanza e nessuno deve perire di fame. Il mondo contiene ampie scorte; le risorse della natura non sono in alcun modo esaurite, e quindi può essere solo per negligenza delle leggi di Dio nella natura che la carestia può verificarsi in casi ordinari. E perché c'è bisogno che qualcuno se ne vada nel lontano paese del peccato, e costringa così il giusto e amorevole Padre a mandare dietro di loro un giudizio così doloroso per ricondurli indietro? "O Israele, tu hai distrutto te stesso!" In ogni caso, non è secondo la volontà di Dio

III E CIÒ CHE È VERO PER IL LETTERALE È VERO ANCHE PER LA CARESTIA SPIRITUALE

1. È causato dalla disobbedienza dell'uomo. Cantici lo era all'inizio. Il peccato lo spinse fuori dalla casa del Padre, la casa felice dove non seppe mai cosa fosse il bisogno. E così è ancora. Se coloro che conoscevano Cristo e la sua redenzione avessero obbedito alla parola: "Chi ascolta dica: Vieni", molto tempo prima di questo, tutto il mondo sarebbe stato evangelizzato. E se lo stesso comando fosse obbedito ora, lo stesso risultato seguirebbe rapidamente. Cristo ha dato alla sua Chiesa un potere di auto-propagazione, che essa non è riuscita ad usare, e quindi le carestie spirituali sono e ci saranno fino a quando la Chiesa non obbedirà ai comandi del suo Signore. Ma:

2. Non è necessario che ci sia una tale carestia. Cristo è il "Pane della vita" per tutti, e per tutti ce n'è a sufficienza

CONCLUSIONE. Non lasciare che il tuo fratello abbia fame, se puoi dargli di questo pane. Pensa a che cosa significa la carestia, e sia risvegliata la tua carità. Bada di mangiare, non solo di parlare, del Pane della vita da solo.

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Demolito; piuttosto, violato. La pianura. L'ebraico ha "l'araba", il nome costantemente dato alla depressione gessosa in mezzo alla quale scorreva il Giordano

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Vers. 8-11. La sorte di Sedechia

I LE CAUSE CHE PORTARONO ALLA SORTE DI SEDECHIA

1. La calamità generale della sua nazione. Il re soffre con il suo popolo. Purtroppo troppo spesso accade che un popolo innocente venga punito per la colpa del suo sovrano. Non dobbiamo sorprenderci se a volte è vero il contrario. Siamo tutti membri gli uni degli altri. Non solo i re, ma in misura minore i privati, devono aspettarsi di condividere i problemi della comunità, a parte l'esatta misura del deserto privato. In questa vita l'esecuzione della giustizia divina è generale; nell'altra vita sarà particolare, allora il giudizio sarà individualistico

2. Il suo stesso peccato. Sedechia fece "ciò che è male agli occhi del Signore" (versetto 2). Altri potrebbero aver fatto di peggio e sono fuggiti. Ma se non abbiamo un destino più severo di quello che meritiamo, non possiamo trovare motivo di lamentarci nel fatto che gli uomini più malvagi ricevono (attualmente) un trattamento più mite

3. La sua debolezza. Sedechia era più debole che malvagio. È spesso osservabile nella storia che il re debole soffre calamità a cui il re cattivo sfugge. Ma la debolezza è un difetto colpevole di un sovrano. Se non è abbastanza forte per i suoi doveri, dovrebbe lasciare le redini del potere. Nessuno ha il diritto di mantenere un posto che non può svolgere in modo efficiente. La debolezza morale è sempre sbagliata – da biasimare tanto quanto da compatire – perché può essere superata. Isaia 40:29-31

4. La sua politica errata. Sedechia fu posto sul trono da Nabucodonosor, tramò con Faraone contro il suo sovrano, e quando la sua ribellione suscitò la vendetta di Babilonia, scoprì che l'Egitto era solo "una canna spezzata". Nel suo caso fu illustrata la vanità della fiducia nei principi

5. La volontà di Dio. Il destino di Sedechia era stato predetto da Geremia. Geremia 34:1-7 La profezia implicava un decreto divino. Dio non ha decreti duri e crudeli, indipendentemente dalla nostra condotta e dalla nostra volontà. Ma dopo che abbiamo fatto il male, i fermi consigli di giudizio di Dio rendono la fuga senza speranza

II I PROTAGONISTI DEL DESTINO DI SEDECHIA

1. È stato catturato nell'agonia della fuga. Secondo Giuseppe Flavio, questo avvenne solo quando ebbe raggiunto le rive del Giordano. Com'è terribile essere quasi salvati, e tuttavia cadere preda della vendetta alla fine! Essere solo quasi salvati è peggio che non aver mai avuto una speranza di liberazione. Coloro che sono stati vicini al regno dei cieli e non vi sono entrati, sentiranno ancora più amaramente la condanna che condivideranno con la città della distruzione. "Ricordati della moglie di Lot".

2. Fu portato a Babilonia e processato davanti al re Nabucodonosor. Il trionfo del grande monarca fu la vergogna del suo vassallo

3. I suoi figli furono uccisi davanti ai suoi occhi. I genitori soffrono nelle sofferenze dei loro figli più che nel dolore del proprio corpo. L'azione di Nabucodonosor fu crudele, brutale, diabolica. Non ci sono elementi così dispettosi nella punizione di Dio per i malvagi. Il suo è dato con dolore e con riluttanza

4. Gli sono stati cavati gli occhi. Qui c'era la più grande raffinatezza della crudeltà. La vista di Sedechia fu preservata fino a quando non ebbe assistito all'agonia mortale dei suoi figli. Poi fu accecato, così che l'ultima visione che rimase impressa nella sua memoria fu lo straziante spettacolo del massacro dei suoi figli. Ma dopo uno spettacolo così terribile lo sventurato si sarebbe preoccupato di guardare la luce del giorno?

5. È stato detenuto in prigione fino alla sua morte, una punizione peggiore della morte. Detronizzato, umiliato, in catene, in una prigione sotterranea, orfano dei suoi figli, il povero re cieco è abbandonato all'agonia dei suoi stessi amari pensieri. Possa Dio liberarci da un destino simile nel mondo futuro!

Vers. 8-11. L'ironia di un nome

Questi versetti parlano del re Sedechia, della tragedia di Sedechia, potremmo dire, perché non c'è mai stata una tragedia più terribile di quella in cui egli ebbe la parte principale. Ma pensate al suo nome: "Geova nostra giustizia". "Quando l'ultima nota del canto funebre di Geremia Ioiachin si spense, egli era scoppiato in una di quelle correnti di speranza, in cui aveva rappresentato il futuro governante d'Israele come la giustizia o giustizia di Geova. cfr. Geremia 23:5-7 Può darsi che, in allusione a ciò, il nuovo re abbia assunto quel nome Zedek-Jah al momento della sua ascesa al trono. Era un giovane semplice, ma non privo di nobili sentimenti che, in un momento meno critico, avrebbero potuto salvare lo Stato". E il suo stesso nome attestava la speranza che era nutrita riguardo a lui. Ma leggete la storia della sua carriera e del suo terribile destino, e vedete se mai ci potrebbe essere un'ironia più triste di quella del nome che portava. Era un nome glorioso, ma quanto miseramente smentito! Sconfitto, detronizzato, caduto in disgrazia, in lutto, torturato, cieco, esiliato, schiavo, così trascinò gli ultimi anni della sua vita. Non sappiamo quanti fossero, possiamo solo sperare che fossero pochi

TALE IRONIA DEI NOMI È FREQUENTE. I portatori degenerati di nomi nobili e sacri sono molti. Ai figli di Abramo fu detto da nostro Signore che erano figli del diavolo. Un buon nome dovrebbe essere un'ispirazione; Spesso lo è; noblesse oblige. Che possa essere così è spesso il motivo per cui viene data dai genitori ai loro figli. Ma, come nel caso di Sedechia, il loro carattere e i loro nomi sono in triste contrasto

II SI NOTI LA CAUSA DI QUESTA TRISTE IRONIA IN QUESTO CASO. Non era la mancanza della giusta conoscenza. Per un po' di tempo fu sotto l'insegnamento e l'influenza di Geremia, profeta di Dio. E gli uomini raramente sbagliano per mancanza di conoscenza. Video meliora proboque, deteriora sequor. Né per mancanza di giusto sentimento. Aveva sempre buoni propositi e aspirazioni. Cantici con uomini come lui. Né mancavano vari sforzi per agire secondo ciò che Dio gli aveva suggerito. Fece l'uno e l'altro tentativo. Ma il segreto del suo triste fallimento era la mancanza di forza, l'infermità di volontà, la debolezza di determinazione. E così è perennemente con gli uomini che si rivelano falliti nella vita. Non c'è spettacolo più pietoso in questo mondo dello spettacolo di questi uomini rovinati. Geremia si lamentò amaramente di Sedechia, come avrebbe potuto benissimo

III LASCIAMO CHE QUESTO NOME MAL APPLICATO CI PORTI A PENSARE A COLUI IL CUI NOME NON ERA ALTRO CHE LA BENEDETTA VERITÀ: GESÙ. Fu chiamato Gesù perché "doveva salvare il suo popolo dai suoi peccati". Poiché in lui è il rimedio per tutti quelli che fu Sedechia. Abbandonate la nostra volontà a lui, siate in lui mediante una fede viva, e la sua forza si riprodurrà in noi, e dalla debolezza saremo resi forti. — C

L'esercito di Sedechia si disperse

L'obiettivo di Sedechia era quello di tenere unito il suo esercito, perché finché fosse riuscito a farlo c'era la possibilità di evitare il giorno malvagio, e forse alla fine di sfuggirvi del tutto. Ma senza il suo esercito era completamente impotente. Non riuscì a dare ascolto ai consigli di Geremia, facendo il bene e confidando in Geova. E così, quando l'esercito se n'è andato, tutto era sparito. Non restava altro che casuali, disperati tentativi di fuga, e la certezza della cattura finale. Dobbiamo chiederci che cosa faremo quando il nostro esercito sarà disperso da noi, quando le risorse che abbiamo creato saranno svanite. Le battaglie principali della nostra vita non devono essere combattute con risorse esterne. In ogni guerra in cui le armi sono carnali, le armi devono alla fine fallire. Solo quando siamo impegnati in una guerra veramente spirituale, e abbiamo le schiere del cielo dalla nostra parte, possiamo essere sicuri che il nostro esercito non sarà disperso da noi.

9 

Ha emesso un giudizio. vedi Geremia 1:16

11 

In prigione; letteralmente, nella casa di custodia

Il destino di Sedechia

Qui c'è una triplice schiavitù: la schiavitù della cecità, delle catene e della prigionia. Davvero un terribile destino! Guarda—

IO ALLA CAUSA DI ESSO

1. La causa, nella misura in cui risiede nella sua condotta. Non c'era bisogno che accettasse un trono come viceré per Babilonia, ma, dopo averlo fatto, aveva stipulato un patto implicito. Non c'è da meravigliarsi se il re di Babilonia si preoccupò particolarmente di imprimere tale condotta in un modo particolare

2. La causa, per quanto risiede, nelle nozioni del tempo. Sedechia fu trattato non solo in modo vendicativo, ma anche selvaggio. Il significato doveva essere quello di umiliarlo, di far entrare il ferro nella sua stessa anima. Che differenza ha fatto il cristianesimo nel trattamento dei nemici vinti! Il cambiamento è avvenuto molto lentamente, ma è reale e stabile. Non si può immaginare il ritorno del tempo in cui un nemico catturato sarebbe stato privato della vista

II A UN CONTRASTO IMMEDIATAMENTE SUGGERITO. Non si può non pensare a Sansone, la cui condizione esteriore era esattamente quella di Sedechia, accecato, incatenato e imprigionato. Ridotti in questo stato, i Filistei lo consideravano impotente. Sedechia era davvero impotente; Sembra che sia andato avanti fino al giorno della sua morte in monotona sottomissione a ciò che sentiva necessario. Ma era solo una necessità, perché lui l'aveva resa tale. Le peggiori limitazioni che i nostri simili possono imporci possono diventare, in certe condizioni, come un filo che si spezza facilmente. Sedechia avrebbe potuto elevarsi al di sopra di tutti questi insulti e dolori. Forse è risorto. È bene che ricordiamo come Dio abbia posto la libertà essenziale di ogni individuo nelle sue mani.

12 

Vers. 12, 13. Un grande incendio

I IL BRUCIORE IN GENERALE. La somma dei dettagli equivale a un'affermazione che la città è stata ridotta in cenere. Di ciò non è colpa Babilonia, ma Sedechia e i suoi predecessori, insieme ai loro consiglieri. Babilonia agiva solo secondo la moda del tempo. La mano di Geova si ritirò, la mano che avrebbe potuto distolgere la fiaccola; e fu ritirato perché la distruzione di Gerusalemme era diventata una cosa migliore per il mondo della sua conservazione. Tuttavia, non si deve dire nel senso più pieno della parola che Geova distrusse Gerusalemme, diciamo come distrusse Babilonia. Nel corso di poche generazioni Gerusalemme è risorta dalle sue ceneri, tempio compreso. La semplice distruzione di edifici, per quanto terribile sia all'epoca, potrebbe presto essere superata, come testimonia la ricostruzione di Londra e Chicago. Il decadimento dello spirito nazionale e delle risorse nazionali è la cosa da temere

II L'INCENDIO DEL TEMPIO IN PARTICOLARE. Babilonia non ebbe paura di distruggere la casa del Signore. Senza dubbio era cosa abbastanza comune in guerra distruggere i templi degli dèi, poiché erano considerati semplicemente come parte delle risorse delle nazioni. Dobbiamo distinguere tra ciò che è essenzialmente sacro e ciò che è sacro solo per associazione e per servire a uno scopo. Quando lo scopo è raggiunto, il sacro sprofonda di nuovo nel comune. Dio non abita in templi fatti da mani d'uomo. Non era affatto più povero per tutto questo incendio. Babilonia apprese in seguito che, sebbene la sua casa fosse stata bruciata, il suo potere non era affatto diminuito. Il valore principale del tempio risiedeva in questo, che era stato un'espressione della pietà e della devozione di Davide e Salomone. Re e popoli si erano dimostrati indegni dei loro grandi antenati.

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La distruzione del tempio

I IL PIÙ GRANDE SPLENDORE TERRENO È DISTRUTTIBILE. Il tempio di Salomone era l'orgoglio dei Giudei. Per secoli era rimasto addolcito dall'età. Ma quando i brutali caldei vi lanciarono le loro torce, il magnifico mucchio di edifici fu presto ridotto a un ammasso di rovine fumanti. Sic transit gloria mundi. Un'invasione, una rivoluzione, una conflagrazione, possono distruggere il lavoro di anni in una notte. Gli splendidi possedimenti sono poveri rifugi. Un palazzo non è necessariamente un castello

II NON C'È SICUREZZA NEI LUOGHI SANTI E NELLE COSE CONSACRATE. Il tempio fu incendiato e i suoi tesori e i suoi vasi sacri furono portati a Babilonia. Le fiamme che si alzarono sulle case private di Gerusalemme non trovarono alcun cerchio incantato che le tenesse lontane dal tempio. L'edificio era sacro solo nella misura in cui era destinato a usi sacri. Ma quando fu profanata dal peccato, nessuna influenza magica poté impedirne la completa distruzione. E se il tempio non poteva preservare se stesso, tanto meno poteva proteggere i suoi devoti superstiziosi. Era davvero vano per loro gridare: "Il tempio del Signore", come se quelle parole fossero un incantesimo per scongiurare l'afflizione. Così tutti coloro che confidano nei luoghi santi, nei servizi cerimoniali, ecc., a parte la devozione spirituale, troveranno la loro fede distrutta, anche se l'idolo della loro superstizione non viene distrutto

QUANDO LO SPIRITO DI DEVOZIONE HA ABBANDONATO UN TEMPIO, LA DISTRUZIONE DELL'EDIFICIO PUÒ ESSERE UN BENE PIUTTOSTO CHE UN MALE. Il tempio è quindi peggio che inutile; È una trappola, che tenta gli uomini a credere che tutto va bene finché sta in piedi. Cantici le ordinanze religiose illudono gli uomini in una falsa fiducia. Mentre queste sono debitamente amministrate con imponente solennità, è difficile credere che lo spirito della religione sia fuggito. Lasciate andare anche questi e gli uomini avranno gli occhi aperti sulla loro vera condizione. Il tempio senza la vera adorazione è una beffa per Dio. Quando l'anima se n'è andata, è meglio che il corpo venga messo via il più presto possibile. Se il cristiano ha cessato di offrire sacrifici spirituali nel suo corpo come in un tempio dello Spirito Santo, la sua vita non ha più alcun vero valore. Quando questo tempio viene distrutto, il destino è sorprendente e allarmante, ma è poco dopo la sua triste profanazione a causa del peccato

IV L'UNICA OPERA DUREVOLE È L'OPERA SPIRITUALE E SANTA, "L'OPERA DI CIASCUNO SARÀ RESA MANIFESTA, PERCHÉ IL GIORNO LA PROCLAMERÀ, PERCHÉ È RIVELATA NEL FUOCO". 1Corinzi 3:13 Ci sarà una prova per l'opera della vita. Questo può essere splendido come tempio, ma se è profano e di carattere terreno deve scomparire alla fine. Quanti templi, città e regni, "torri coperte di nuvole e splendidi palazzi" hanno lasciato "senza una rastrelliera dietro"! È il lavoro spirituale di un uomo che resiste. Anche questo fallisce, infruttuoso, a meno che non sia di buon carattere

16 

Risparmiare i poveri

IO IL FATTO. Mentre il re, i nobili, i ricchi e molti altri furono portati in esilio, alcuni dei poveri furono ancora lasciati nel paese. Siamo abituati a parlare dei disagi della povertà, ma non pochi sono i vantaggi compensativi. Molti mali del peggior carattere visitano solo i ricchi. In tempi di disordini pubblici, le case dei ricchi sono attaccate e le persone dei grandi sono minacciate, mentre i poveri sono lasciati in felice abbandono. I grandi uomini sono assaliti da ansietà che sono sconosciute alla vita più semplice dei poveri. Chi sarebbe un re ora che i re sono tutti marchi per l'assassino? In quei paesi in cui il sovrano è costretto a prendere elaborate precauzioni per la sua sicurezza, il povero cittadino può muoversi per le strade senza paura. L'uno è prigioniero nel suo stesso palazzo, l'altro un uomo libero con la libertà di vagare per tutto il regno. L'ambizione mira alla distinzione, ma questa è una corona povera da vincere. Gli uomini illustri hanno le loro peculiari vessazioni e pericoli. C'è più felicità nell'oscurità. Il saggio dirà: "Non darmi né povertà né ricchezze", e il cristiano aggiungerà: "Sia fatta non la mia volontà, ma la tua", sapendo bene che per lui è meglio la sorte che il Padre celeste gli assegna

II LA SPIEGAZIONE. Che cosa c'era nella condizione dei poveri per indurre i Caldei a risparmiarli?

1. La loro innocenza. I contadini non avevano complottato contro Nabucodonosor, e la vendetta che il monarca babilonese sfogò sul re e sulla sede del suo governo fu naturalmente allontanata dalla tranquilla gente di campagna. Questi uomini erano anche più innocenti agli occhi di Dio. I capi avevano mostrato la loro infedeltà volgendosi da Geova all'Egitto; anch'essi, probabilmente, erano scesi più in basso nei vizi dell'epoca, che attiravano sulla nazione l'ira di Dio. I poveri possono essere cattivi. Ma ci sono peccati ai quali sono meno soggetti dei grandi uomini

2. La loro debolezza. Mentre i grandi uomini furono trasferiti a Babilonia, sembrerebbe che ci fosse poco pericolo di un'insurrezione tra la povera gente sparsa per le fattorie, che aveva abbastanza da fare per guadagnarsi il pane quotidiano. C'è una protezione nella debolezza. Un po' di forza spesso corteggia il pericolo. Coloro che sono deboli in se stessi possono essere forti nella protezione della provvidenza di Dio

3. La loro utilità. Questi poveri furono lasciati a lavorare come "vignaioli e agricoltori". Nabucodonosor non desiderava che il territorio appena acquisito si trasformasse in un deserto. Era per il suo vantaggio che una parte del popolo fosse risparmiata. Non c'è protezione come l'utilità. Sii riparabile e sarai al sicuro. menzogna che vive per il vero. il bene dei suoi simili e la gloria del suo grande Maestro siano certi che nessun male può toccarlo finché è fedele al suo compito

22 

Tutto di rame, ecc.; piuttosto, tutto di rame: e come questi aveva la seconda colonna, e melagrane

23 

Su un lato; piuttosto, verso l'esterno

28 

Al settimo anno. Come concordano Ewald e Keil, dovremmo correggere "settimo" in "diciassettesimo" (proprio come in 2Cronache 36:9 , per "otto" dovremmo leggere "diciotto"). Sul piccolo numero di ebrei deportati, Ewald osserva: "Nulla mostra così chiaramente fino a che punto gli uomini migliori delle classi superiori fossero già stati inviati dai Caldei attraverso l'Eufrate, come il fatto che in tutti gli anni della seconda e, se si insiste, della terza rivolta, messi insieme, trovarono solo altri 4600 uomini che pensavano valesse la pena di trasportare" ('History of Israel,' 4:265). Per quanto riguarda la terza deportazione, vedi su Geremia 41:1

31 

Alzò la testa di Ioiachin. Ewald pensa che Ioiachin fosse considerato dagli ebrei in esilio come il re legittimo, e confronta Lamentazioni 4:20;2:9

Vers. 31-34. La liberazione di Ioiachin

Il nuovo re segnò la sua ascesa al potere con un atto di clemenza. Forse non vedeva alcuna ragione per continuare la crudeltà del suo predecessore ora che gli ebrei erano stati messi a tacere; forse fu influenzato da Daniele. Qualunque sia stata la causa, è piacevole vedere come la misericordia "diviene al monarca sul trono meglio della sua corona".

LA LIBERAZIONE PUÒ GIUNGERE FINALMENTE DOPO UNA SOFFERENZA PROLUNGATA. Ioiachin aveva sopportato trentasette anni di prigionia. Deve aver perso la speranza molto prima della sua liberazione. Eppure la notte più lunga ha la sua fine. Se le difficoltà sopravvivono alla vita, c'è la benedetta liberatrice, la morte, che alla fine libera i più miserabili dalle loro angosce. Che cosa saranno allora trentasette anni di sofferenza per le età dell'eternità? È un tempo faticoso da sopportare, ma, in confronto alla vita al di là, sembrerà sia leggero che breve

II LA PROLUNGATA SOPPORTAZIONE DELLA SOFFERENZA DEVE RENDERE IL RITORNO DELLE COMUNI MISERICORDIE DELLA VITA UNA MERAVIGLIOSA BENEDIZIONE. Che significato c'è nella parola "libertà" agli orecchi del prigioniero! Solo chi soffre di sete conosce la dolcezza dell'acqua. I malati, una volta guariti, godono di una salute come i forti non possono mai godere. Ioiachin avrebbe trovato il suo cambiamento di circostanze meraviglioso oltre ogni espressione

III NESSUNA LIBERAZIONE TERRENA È PERFETTA. Il vecchio aveva resistito alla prigionia così a lungo che doveva essere rimasto sconcertato e distratto dalla sua liberazione. Per lui, un tempo tiranno fiero, ora prigioniero invecchiato, umiliato, schiacciato dalla prigionia di più di un terzo di secolo, l'allegria spensierata di una corte sembrerebbe la vita di un altro mondo o un sogno d'infanzia. Le sue sofferenze devono essere state troppo dure e troppo prolungate perché potesse entrare subito nella libertà e nell'onore che gli erano stati offerti; Si può a malapena pensare che ci si possa mai sentire a casa con loro. Non sappiamo quali saranno le prime impressioni di un nuovo mondo quando l'anima fuggirà dalla sua prigionia terrena ed entrerà nel cortile del cielo. Ma c'è una differenza essenziale tra la condizione di Ioiachin e questa. Ioiachin rimase un uomo anziano, consumato dalla sofferenza e dagli anni. Il cristiano ha il dono della vita eterna. Per lui la liberazione mediante la morte è più di un cambiamento di circostanze esterne. Egli cerca il rinnovamento del fresco vigore della giovinezza. Ioiachin non fu mai restaurato nel suo regno; nel migliore dei casi era un suddito onorato di Babilonia. Ma il cristiano è restaurato in qualcosa di più dei diritti primitivi dell'uomo: alla gloria e alla regalità. Infine, non c'è alcuna indicazione che Ioiachin abbia cambiato carattere. Le sue lunghe sofferenze solitarie e le molte riflessioni di trentasette anni di prigionia possono averlo reso umile alla penitenza. Ma lo storico non sembra essere a conoscenza di alcun cambiamento del genere. Eppure il più grande nemico di un uomo è se stesso. La liberazione del corpo da una prigione sotterranea è un piccolo vantaggio se l'anima è ancora prigioniera del peccato. La salvezza in Cristo opera questa completa liberazione.

Riferimenti incrociati:

Geremia 52

1 2Re 24:18; 2Cron 36:11
Gios 10:29; 15:42

2 1Re 14:22; 2Re 24:19,20; 2Cron 36:12,13; Ez 17:16-20; 21:25
Ger 26:21-23; 36:21-23,29-31

3 2Sa 24:1; 1Re 10:9; Prov 28:2; Ec 10:16; Is 3:4,5; 19:4
2Cron 36:13; Ez 17:15-21

4 Ger 39:1; 2Re 25:1-27; Ez 24:1,2
Zac 8:19
Ger 52:7; 6:3-6; 32:24; Lev 26:25; De 28:52-57; Is 29:3; 42:24,25; Ez 4:1-7; 21:22; Lu 19:43; 21:20

6 Ger 39:2; 2Re 25:3; Zac 8:19
Ger 15:2; 19:9; 21:9; 25:10; 38:9; Lev 26:26; De 28:52,53; 32:24; Is 3:1; Lam 4:4-6; 5:10; Ez 4:9-17; 5:10-12; 7:15; 14:21

7 Ger 34:2,3; 2Re 25:4
Ger 39:4-7; 49:26; 51:32; Lev 26:17,36; De 28:25; 32:30; Gios 7:8-12

8 Ger 21:7; 32:4; 34:21; 37:18; 38:23; 39:5; Is 30:16,17; Lam 4:19,20; Ez 12:12-14; 17:20,21; Am 2:14,15; 9:1-4

9 Ger 32:4,5; 2Cron 33:11; Ez 21:25-27
Ger 39:5; 2Re 23:33; 25:6
Nu 13:21; Gios 13:5; 1Re 8:65; 2Cron 8:3

10 Ger 22:30; 39:6,7; Ge 21:16; 44:34; De 28:34; 2Re 25:7
Ger 52:24-27; 2Re 25:18-21; Ez 9:6; 11:7-11

11 Ger 34:3-5; Ez 12:13

12 2Re 25:8; Zac 7:3-5; 8:19
Ger 52:29; 2Re 24:12; 25:8
Ger 52:14; 39:9; Ge 37:36

13 Ger 7:14; 2Re 25:9; 2Cron 36:19; Sal 74:6-8; 79:1; Is 64:10,11; Lam 2:7; Ez 7:20-22; 24:21; Mic 3:12; Zac 11:1; Mat 24:2; At 6:13,14
Ger 22:14; 34:22; 37:8-10; 38:23; 39:8,9; Ez 24:1-14; Am 2:5; 3:10,11; 6:11

14 2Re 25:10; Ne 1:3

15 Ger 15:1,2; Zac 14:2

16 Ger 39:9,10; 40:5-7; 2Re 25:12; Ez 33:24

17 Ger 52:21-23; 27:19-22; 1Re 7:15-22,27,50; 2Re 25:13-17; 2Cron 4:12,13; 36:18; Lam 1:10; Dan 1:2
1Re 7:23-26; 2Cron 4:14,15

18 Eso 27:3; 38:3; 2Re 25:14-16; Ez 46:20-24
Nu 4:14; 1Re 7:40,45; 2Cron 4:11,16
Eso 37:23; 2Cron 4:22
Eso 25:29; 37:16; Nu 4:7,14; 1Re 7:50; 1Cron 28:17; 2Cron 4:8; Esd 1:10
Nu 7:13,14,19,20,26,32,38,44,50,56,; 2Cron 24:14

19 Lev 26:12; Nu 16:46; Ap 8:3-5
Eso 25:31-39; 1Re 7:49; 2Cron 4:6-22

20 Ger 52:17
1Re 7:47; 2Re 25:16; 1Cron 22:14; 2Cron 4:18

21 1Re 7:15-21; 2Re 25:17; 2Cron 3:15-17

22 Eso 28:14-22,25; 39:15-18; 1Re 7:17; 2Cron 3:15; 4:12,13

23 1Re 7:20

24 Ger 52:12,15; 2Re 25:18
1Cron 6:14; Esd 7:1
Ger 21:1; 29:25,29; 37:3; 2Re 25:18
Ger 35:4; 1Cron 9:19-26; Sal 84:10

25 2Re 25:19
Est 1:14; Mat 18:10

27 Ger 6:13-15; 2Re 25:20,21; Ez 8:11-18; 11:1-11
Ger 52:9; Nu 34:8-11; 2Sa 8:9
Ger 24:9,10; 25:9-11; 39:10; Lev 26:33-35; De 4:26; 28:36,64; 2Re 17:20,23; 23:27; 25:21; Is 6:11,12; 24:3; 27:10; 32:13,14; Ez 33:28; Mic 4:10

28 2Re 24:2,3,12-16; Dan 1:1-3

29 Ger 52:12; 39:9; 2Re 25:11; 2Cron 36:20
Ge 12:5; Eso 1:5

30 Ger 52:15; 6:9

31 2Re 25:27-30
Prov 21:1
Ge 40:13,20; Giob 22:29; Sal 3:3; 27:6

32 Prov 12:25
Ger 27:6-11; Dan 2:37; 5:18,19

33 Ge 41:14,42; Sal 30:11; Is 61:1-3; Zac 3:4
2Sa 9:7,13; 1Re 2:7

34 2Sa 9:10; Mat 6:11
Lu 11:3

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