Giobbe 31 Capitolo 3 Giobbe si lamenta di essere nato Giob 3:1-10 Giobbe si lamenta Giob 3:11-19 Si lamenta della sua vita Giob 3:20-26 Versetti 1-10 Per sette giorni gli amici di Giobbe rimasero seduti accanto a lui in silenzio, senza offrire un consolidamento; allo stesso tempo Satana assalì la sua mente per scuotere la sua fiducia e per riempirlo di pensieri duri nei confronti di Dio. Il permesso sembra essersi esteso anche a questo, oltre che alla tortura del corpo. Giobbe era un tipo particolare di Cristo, le cui sofferenze interiori, sia nel giardino che sulla croce, furono le più terribili e derivarono in gran parte dagli assalti di Satana in quell'ora di tenebre. Queste prove interiori mostrano la ragione del cambiamento avvenuto nella condotta di Giobbe, dalla completa sottomissione alla volontà di Dio all'impazienza che appare qui e in altre parti del libro. Il credente, che sa che poche gocce di questo calice amaro sono più terribili delle più acute afflizioni esteriori, mentre è favorito da un dolce senso dell'amore e della presenza di Dio, non si sorprenderà nel constatare che Giobbe si è dimostrato un uomo di passioni simili a quelle degli altri; ma si rallegrerà del fatto che Satana è stato deluso e non ha potuto dimostrare che era un ipocrita; infatti, pur avendo maledetto il giorno della sua nascita, non ha maledetto il suo Dio. Senza dubbio Giobbe si vergognò in seguito di questi desideri, e possiamo supporre quale sarà il suo giudizio su di essi ora che è nella felicità eterna. 11 Versetti 11-19 Giobbe si lamentò dei presenti alla sua nascita, per la loro tenera attenzione nei suoi confronti. Nessuna creatura viene al mondo così indifesa come l'uomo. La potenza e la provvidenza di Dio hanno sostenuto le nostre fragili vite, e la sua pietà e pazienza hanno risparmiato le nostre vite perdute. L'affetto naturale è messo da Dio nel cuore dei genitori. Desiderare di morire per essere con Cristo, per essere liberi dal peccato, è effetto e prova della grazia; ma desiderare di morire solo per essere liberati dai problemi di questa vita, sa di corruzione. È nostra saggezza e dovere trarre il meglio da ciò che è, sia che si tratti di vivere sia che si tratti di morire; e così vivere per il Signore e morire per il Signore, come in entrambi i casi per essere suoi, Rom 14:8. Osservate come Giobbe descrive il riposo della tomba: lì i malvagi cessano di preoccuparsi. Quando i persecutori muoiono, non possono più perseguitare. Lì gli stanchi si riposano: nella tomba si riposano da tutte le loro fatiche. E il riposo dal peccato, dalle tentazioni, dai conflitti, dai dolori e dalle fatiche rimane nella presenza e nel godimento di Dio. Lì i credenti riposano in Gesù, anzi, nella misura in cui confidiamo nel Signore Gesù e gli obbediamo, qui troviamo riposo per le nostre anime, anche se nel mondo abbiamo tribolazioni. 20 Versetti 20-26 Giobbe era come un uomo che aveva perso la strada e non aveva prospettive di fuga o speranza di tempi migliori. Ma di certo non era in grado di affrontare la morte se non voleva vivere. Dobbiamo avere la costante cura di prepararci per un altro mondo, e poi lasciare che Dio ordini il nostro trasferimento verso di esso come ritiene opportuno. La grazia ci insegna, in mezzo alle più grandi comodità della vita, a essere disposti a morire, e in mezzo alle più grandi croci, a essere disposti a vivere. La via di Giobbe era nascosta; egli non sapeva perché Dio avesse litigato con lui. Il cristiano afflitto e tentato sa qualcosa di questa pesantezza; quando ha guardato troppo alle cose che si vedono, qualche castigo del Padre celeste gli farà assaggiare questo disgusto della vita e dare un'occhiata a queste regioni oscure della disperazione. Non c'è aiuto finché Dio non gli restituirà le gioie della sua salvezza. Benedetto sia Dio, la terra è piena della sua bontà, anche se piena della malvagità dell'uomo. Questa vita può essere resa tollerabile se ci atteniamo al nostro dovere. Se siamo disposti a ricevere Cristo come nostro Salvatore, possiamo sperare nella misericordia eterna. Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: Indirizzo del testo continuo: |